Perché vaccinarsi? Perché vaccinarsi? Sono giovane e in buona salute, tutto questo non mi concerne - Repubblica e Cantone Ticino

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Repubblica e Cantone Ticino
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Perché vaccinarsi?

Perché vaccinarsi?
Sono giovane e in buona salute, tutto questo non mi concerne…
Beh, invece sì. La pandemia ci ha toccato tutti e tutti siamo sulla stessa barca. Sono passati 18 mesi
da quando il virus SARS-CoV-2 ha sconvolto le nostre vite: ogni fascia di popolazione è stata colpita
in modo diverso. Gli anziani – che avevano bisogno di essere "messi al riparo" – sono stati isolati. I
giovani – il cui compito è studiare e socializzare – sono stati privati della loro spensieratezza e
ostacolati nei loro percorsi di formazione. Ora ne osserviamo le conseguenze non solo sulla salute
delle persone ma anche sulle condizioni socio-economiche dell’insieme della popolazione. .
In breve: vogliamo tutti che questa situazione finisca!
Questa pandemia ci ha colto di sorpresa nella sua portata e nella sua violenza. I dati epidemiologici
e le conoscenze sul coronavirus sono in costante e rapida evoluzione grazie agli studi effettuati.
Ora sappiamo due cose:

     •    In primo luogo, sappiamo che l’eliminazione del SARS-CoV-2 non è possibile; passeremo
          dalla pandemia a una situazione di endemia come lo sono buona parte delle malattie infettive
          con le quali conviviamo. Questo significa che non ci libereremo, nemmeno a lungo termine,
          del virus, ma impareremo a conviverci.
     •    In secondo luogo, abbiamo la ricetta per conviverci: le misure di protezione e la
          VACCINAZIONE.

Mi vaccino per proteggermi.
Il vaccino insegna al nostro sistema immunitario a riconoscere il virus.
Quando una persona vaccinata entrerà in contatto con il virus – cosa che inevitabilmente accadrà
prima o poi visto che il virus non scomparirà – il suo sistema immunitario lo riconoscerà e
organizzerà la sua difesa: in questo modo la persona sarà protetta.

Mi vaccino anche per evitare forme gravi della malattia
Il vaccino non garantisce una protezione al 100%. Nessun vaccino protegge al 100%. Quindi alcune
persone che sono state vaccinate possono comunque infettarsi; tuttavia, in questo caso, la forma
della malattia rimarrà generalmente lieve o asintomatica. Talvolta potrebbero insorgere disturbi più o
meno accentuati, ma senza necessitare fortunatamente di un’ospedalizzazione o di un’intubazione.
La stragrande maggioranza delle persone che si ammalano nonostante la vaccinazione sono
persone con un sistema immunitario più debole, come gli anziani sopra i 75 anni, o le persone
immunodepresse. La grande maggioranza delle persone attualmente ricoverate in Svizzera (ci
riferiamo ai mesi di settembre e ottobre 2021) e in altri paesi non sono vaccinate.
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Mi vaccino anche per evitare le conseguenze da «Long COVID»
Il termine Long COVID descrive la malattia nelle persone che – diverse settimane dopo l'infezione –
mostrano ancora sintomi come la perdita di gusto o olfatto, tosse, affaticamento, mal di testa o
difficoltà nel respiro. Si sa ancora poco di questa particolare manifestazione della COVID-19 che
impatta in maniera importante e durevole sulla vita quotidiana, ma sempre più persone ne soffrono e
vengono segnalate anche in Ticino. È impossibile prevedere in anticipo chi soffrirà di Long COVID,
ma è un rischio che vogliamo e che possiamo evitare.

Infine, mi vaccino per limitare la trasmissione
Questa è la motivazione più legata alla "solidarietà". Facendosi vaccinare, si contrae con meno
probabilità la malattia (l’efficacia non è del 100%, il 100% non esiste in medicina). Una persona
vaccinata contrae meno il virus e una persona che si è infettata e si ammala, trasmette molto meno
il virus rispetto a una persona non vaccinata perché la prima è contagiosa per meno tempo della
seconda. E finché non si è infettati, non si trasmette il virus, anche se si è stati in contatto con
qualcuno che è positivo.
Quindi un gesto di solidarietà, ma non solo: è un circolo virtuoso dove, partecipando a questa
"copertura immunitaria" di cui tutti parlano, si combatte il virus e si può tornare ad occuparsi di altro
(come la vita sociale e gli studi senza tutte le scocciature di mascherine, certificati, e la paura di
prenderlo o trasmetterlo).

Sì, ma...
Il vaccino è stato sviluppato in fretta e furia…
Da un lato, con i virus simili che abbiamo affrontato in passato (come SARS–CoV nel 2003 e
MERS–CoV nel 2012), gli specialisti avevano già un certo numero di conoscenze, anche se non
tutte possono essere applicate a questo nuovo virus e alle sue varianti. Dall’altro lato, la possibilità di
usare la tecnologia dei vaccini a RNA messaggero è nota dagli anni 90 del novecento e il primo
studio che ha usato mRNA risale al 2001 (20 anni fa) e sperimentazioni per produrre vaccini
sull’uomo sono state fatte dal 2015. Nonostante il suo fascino – semplicità del concetto, velocità di
sviluppo, facilità di produzione –, questa tecnologia non aveva potuto beneficiare degli investimenti
necessari. Nel corso della pandemia, grazie al coinvolgimento e al sostegno degli Stati, la
mobilitazione generale ha permesso di raccogliere enormi risorse finanziarie e umane, e ha
permesso ai laboratori di concentrarsi su un unico problema e quindi di sviluppare vaccini in tempi
record.
Questo è avvenuto sempre nel pieno rispetto del quadro legale ed etico: in Svizzera è Swissmedic
responsabile per la vigilanza. Le procedure di autorizzazione hanno potuto essere eseguite in modo
accelerato. Normalmente, i risultati delle fasi cliniche da I a III vengono esaminati insieme. Nel caso
del vaccino COVID-19, Swissmedic ha ricevuto e rivisto gli studi man mano che venivano
completati. A livello internazionale, vari altri organi di vigilanza hanno effettuato lo stesso lavoro, in
maniera contemporanea ma indipendente.
Tuttavia, i requisiti in termini di efficacia e sicurezza erano e rimangono gli stessi di una procedura di
autorizzazione ordinaria.
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Sì, ma...
Il vaccino è pericoloso
Il vaccino non è innocuo. In un mondo ideale, nel quale non esiste il rischio di infettarsi o trasmettere
il virus SARS-CoV-2, non ci vaccineremmo. Nella situazione attuale occorre quindi valutare da una
parte i rischi legati alla vaccinazione e quelli legati alla malattia, e dall’altra i benefici derivati della
vaccinazione. E questa valutazione è molto chiaramente a favore della vaccinazione.
Dopo la vaccinazione possono manifestarsi effetti indesiderati: alcune persone non sentono nulla,
mentre altre avvertono un malessere più o meno importante (dolore, mal di testa, febbre), in genere
questa situazione non dura più di 48 ore. Guardando ai milioni di dosi di vaccino distribuite fino ad
oggi – e ai miliardi in tutto il mondo – è chiaro che le reazioni avverse ai vaccini a RNA messaggero
sono rare: per la stragrande maggioranza delle persone, le complicazioni della COVID-19 sono
molto più frequenti e gravi delle reazioni lievi e transitorie al vaccino.

Sì, ma...
Con il vaccino, c'è la miocardite
La miocardite è un'infiammazione del tessuto muscolare del cuore che tocca più frequentemente gli
uomini che le donne. Sicuramente nessuno desidera vivere un problema del genere. È stato
osservato che dopo la vaccinazione con un vaccino a RNA messaggero, 6 uomini su 100.000 di età
inferiore ai trenta anni sviluppano una miocardite.
Allora perché raccomandiamo il vaccino? Perché, da un lato, la situazione è strettamente monitorata
e trattabile, ma soprattutto perché la miocardite è proporzionalmente più frequente e più grave
quando gli uomini in questione sviluppano la COVID-19: 6 volte di più con la malattia che con il
vaccino. In questo mondo ideale senza il virus, non correremmo questo rischio, ma con il virus, il
rischio è maggiore, quindi proteggiamo (con la vaccinazione) e monitoriamo.
Gli effetti indesiderati ai vaccini (EIV) contro la COVID-19 sono soggetti a notifica obbligatoria a
Swissmedic, l'ente responsabile del monitoraggio degli agenti terapeutici. In Svizzera, sono state
dichiarate a Swissmedic 151 segnalazioni di sospetta miocardite e/o pericardite (stato al 21
settembre 2021), su 10.204.392 dosi di vaccino somministrate. Si tratta di 1 caso ogni 67.578 dosi.

Sì, ma...
Con il vaccino, ci sono le anafilassi
L'anafilassi, o shock anafilattico, è una reazione allergica molto forte. Nel caso del vaccino a RNA
messaggero, si stima in Svizzera che circa 100 persone su 8,6 milioni di abitanti possono presentare
tali reazioni. Quando si verificano, queste reazioni avvengono entro pochi minuti dalla
somministrazione del vaccino, per questo motivo, tutte le persone vengono monitorate per 15 minuti
dopo l'iniezione permettendo di intervenire con tempestività se del caso. Queste complicazioni sono
molto rare e possono essere trattate.
Alla fine di agosto 2021, 4.889.530 persone in Svizzera avevano ricevuto almeno una dose del
vaccino. Di queste, 45 hanno avuto una reazione allergica grave (1 su 100.000 o 0,001%). Riferito
alla stessa popolazione di riferimento, teniamo conto che 78 persone hanno avuto forti reazioni
allergiche ad alcuni alimenti (0,002%, il doppio), e 268 persone hanno sofferto di forti reazioni
allergiche dovute a punture di insetti (0,005%, cioè 5 volte più delle persone che hanno una forte
reazione allergica al vaccino).
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Sì, ma...
Il vaccino genera varianti più pericolose
Assolutamente no! È vero il contrario! La selezione naturale tra i ceppi porta a nuove varianti quando
la circolazione del virus nella popolazione è elevata. L'emergere di varianti è un processo naturale
che si verifica quando il virus circola molto. Rallentando la circolazione del virus, il vaccino riduce
questo rischio. Oltre alle questioni etiche e alla solidarietà, questo è anche il motivo per cui la
vaccinazione è una soluzione che deve essere globale: se il virus circola ampiamente in paesi che
non hanno accesso alla vaccinazione, si teme che emerga una variante ancora più pericolosa. E per
pericolosa, intendiamo una variante che si trasmette più facilmente, che non viene fermata dai nostri
vaccini (la cosiddetta "evasione dal vaccino", che fa tremare gli specialisti tenendoli svegli la notte),
o che uccide più frequentemente. Ed è quello che dobbiamo evitare.

Sì, ma...
Preferisco fare i test
Il test è quello che abbiamo fatto negli ultimi 18 mesi, e quello che continueremo a fare al minimo
sintomo, vaccinati o no. Ma se vogliamo uscire da questa situazione epidemica, dobbiamo attivare
tutti mezzi a nostra disposizione (il primo è quello delle misure di protezione, il secondo è quello dei
test e il terzo è quello dei vaccini). I vaccini e i test hanno lo stesso obiettivo: limitare la diffusione del
virus. Ma sono utili in modi diversi: i test dicono chi è malato, mentre i vaccini riducono il rischio di
ammalarsi. E meno persone sono malate, meno persone si ammalano. Si tratta del circolo
virtuoso che stiamo cercando di avviare, e la ragione per cui le autorità sanitarie stanno sostenendo
e spingendo per la vaccinazione.

Sì, ma...
Il vaccino entrerà nel nucleo della mia cellula e trasformerà il mio DNA e
quello dei miei discendenti
No, il vaccino a RNA messaggero non lo fa affatto. Perché è fisicamente impossibile (e qui devi
fidarti degli esperti):
In realtà, l'RNA messaggero è una piccola cosa fragile. Quando viene iniettato nel muscolo del
braccio, è quindi avvolto in una piccola goccia di grasso che lo protegge e gli permette di entrare
nelle cellule del tuo braccio. Una cellula è composta da una membrana esterna, un nucleo centrale e
il citoplasma in cui sono incorporati vari elementi. Una volta all'interno della cellula, l'RNA
messaggero rimane nel citoplasma dove utilizza la “fabbrica” già esistente (ribosomi dei mitocondri)
nelle nostre cellule per essere trasformato in proteina.
L'RNA messaggero nei vaccini COVID-19 contiene il codice per produrre la proteina Spike
(conosciuta anche come proteina S). Questa proteina – spesso rappresentata da piccole punte sul
virus – è la carta d'identità del virus SARS–CoV–2. Una volta create, le proteine Spike escono dalle
cellule ed entrano in contatto con il sistema immunitario del nostro organismo. Essendo riconosciute
come estranee, innescano una risposta immunitaria specifica che porta alla formazione di anticorpi
che legandosi al virus lo neutralizzano e di cellule citotossiche in grado di distruggere cellule
infettate da virus (di solito è questo il momento in cui a volte ci si può sentire come se si avesse
l'influenza: il sistema immunitario sta lavorando per produrre delle difese immunitarie). Così, quando
il nostro corpo entrerà in contatto con il virus, lo riconoscerà e si difenderà.
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L'RNA messaggero non è in grado di entrare nel nucleo delle nostre cellule. Questo perché il nucleo
è costruito in modo tale da respingere inevitabilmente qualsiasi molecola di RNA messaggero che
cerca di entrare. Il nostro codice genetico è immagazzinato come DNA nel nucleo delle cellule. Non
può lasciare il nucleo o sarà distrutto. Così l'RNA messaggero nei vaccini e il DNA nelle nostre
cellule non si incontrano mai ed è impossibile che uno interagisca con l'altro. Poiché l'RNA
messaggero è così fragile, la sua vita massima nel corpo è di poche ore, dopo di che viene distrutto.
Per quanto riguarda ciò che potrebbe accadere tra 5 anni o diversi decenni, abbiamo degli indizi
(non perfetti ma indicativi) di altri vaccini: "Nella storia dei vaccini, gli effetti indesiderati sono sempre
apparsi entro due mesi dalla somministrazione. Non ci sono effetti a lungo termine quando si scopre
che un anno, due anni dopo, voi o vostro figlio sviluppate un problema che non è stato rilevato
all'inizio. Questo non è mai successo" Paul Offit, pediatra e specialista di malattie infettive a
Philadelphia.

Sì, ma...
Esito, forse dovrei fare il Janssen?
Ecco cosa c'è da sapere sul vaccino Janssen, sviluppato da Johnson & Johnson. Si tratta di un
vaccino a vettore virale che utilizza un virus a DNA benigno in cui è stato inserito il codice per la
proteina COVID-19 S. Una volta nel corpo umano, questo DNA si trasforma ed esprime la proteina
COVID-19 S, contro la quale il corpo sviluppa le sue difese.
Il vaccino Janssen è disponibile per tutte le persone che hanno una grave allergia a un componente
dei vaccini a RNA messaggero. È anche disponibile per tutte le persone che desiderano fare questa
scelta.
Riduce il rischio di infezione e protegge dal rischio di ospedalizzazione (infezione grave). Ma è meno
efficace dei vaccini a RNA messaggero: 70% invece del 90%.
Una singola dose è sufficiente, e il certificato è valido dal 22° giorno dopo l'iniezione (rappresenta il
tempo necessario per il sistema immunitario per integrare le nuove informazioni, imparare a
conoscere ed essere pronto e combattere il virus).
Come con altri vaccini – e con i trattamenti in generale – Janssen ha anche un effetto collaterale
potenzialmente grave: la trombosi. Ma come mai allora viene raccomandato lo stesso? Ora
conoscete la logica: la ponderazione. Da un lato, il verificarsi di queste trombosi è molto raro – 8
casi per 100.000 vaccinazioni in donne sotto i 30 anni – e dall'altro lato la situazione è monitorata e il
problema può essere trattato. Ma soprattutto, il rischio di trombosi in caso di infezione con COVID-
19 è da 6 a 8 volte più alto che con il vaccino.

Sì, ma...
Le «Big Pharma» si stanno riempiendo le tasche, e io non voglio averci
niente a che fare.
Può essere. Ed è un interessante dibattito etico. Una pandemia, come le guerre, è infatti un evento
che permette ad alcuni attori di generare grandi profitti, è inevitabile. In questa logica, però, la
vaccinazione comporta la somministrazione di due dosi di vaccino eventualmente seguita da una
dose di richiamo. A lungo termine i vaccini che evitano di ammalarsi sono quindi una perdita di
profitto per le aziende farmaceutiche. Ricordiamo anche che gli Stati hanno investito somme ingenti
per poter offrire dei vaccini sicuri ed efficaci alle loro popolazioni.
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Per contro, i test, di cui beneficiano gli stessi gruppi e costano molto, devono essere ripetuti molto
spesso e a tempo indeterminato. Se esitate a vaccinarvi per queste ragioni e optate per i test invece
dei vaccini, state in realtà partecipando molto più attivamente al sistema che state denunciando.

Sì, ma...
Il vaccino rende sterili
La vaccinazione contro la COVID-19 non ha effetti sulla fertilità.
Tuttavia, questa paura è comune quando vengono sviluppati nuovi trattamenti o vaccini. È legittimo
perché la fertilità di ognuno è un bene prezioso, soprattutto per i giovani.
La vaccinazione non provoca la formazione di anticorpi (la sostanza di difesa del corpo) contro la
placenta. Permette al corpo di sviluppare una reazione di difesa contro il coronavirus in un modo
molto specifico, senza incidere sulla possibilità di avere figli.
Ci sono molte informazioni sui cambiamenti ormonali che alcune donne sperimentano come risultato
del vaccino COVID-19: mestruazioni più abbondanti e cambiamenti nella frequenza e la comparsa
del ciclo mestruale. Questi cambiamenti sono nella grande maggioranza dei casi temporanei e
durano per 1 o 2 cicli. È possibile che la risposta immunitaria possa influire temporaneamente sulla
produzione di ormoni sessuali e sulla parete dell’utero. È importante notare che le donne ammalate
da COVID-19 spesso sperimentano anche un sanguinamento aumentato e irregolare come risultato
dell'infezione. Non è ancora chiaro se questi cambiamenti siano dovuti all'infezione o alla
vaccinazione, potrebbero anche essere semplicemente il risultato dello stress.
Milioni di donne incinte sono state vaccinate, e poiché non sono stati riscontrati effetti né sulla madre
né sul feto, la vaccinazione è considerata completamente sicura. La vaccinazione è quindi
raccomandata durante la gravidanza a partire dalle 12 settimane (cioè dal 2° trimestre) e durante il
periodo di allattamento. Il programma di vaccinazione raccomandato con i vaccini a RNA
messaggero non differisce da quello della popolazione generale. Per il momento e secondo lo stato
attuale della ricerca, le donne che sono incinte di meno di 3 mesi dovrebbero aspettare il secondo
trimestre prima di essere vaccinate.
Negli uomini, la disfunzione erettile è stata osservata come complicazione della malattia da COVID-
19. Tuttavia, questo effetto collaterale non è mai stato riportato in seguito al vaccino.

Sì, ma...
C'è troppa pressione, perché tutti vogliono che mi faccia vaccinare?
Il compito delle autorità sanitarie federali e cantonali è di garantire la salute e il benessere fisico e
mentale di tutte le fasce della popolazione. Il loro compito è quello di proteggere le cittadine e i
cittadini e di prevenire, per quanto possibile, il loro decesso, la loro ospedalizzazione (con le sue
conseguenze) e altri problemi legati alla loro salute. Nel contesto della pandemia, lo strumento
migliore – e forse anche l’unico – è la vaccinazione.
A differenza della cintura di sicurezza nelle automobili e su altri mezzi di trasporto – che è una
protezione individuale – la vaccinazione permette una protezione individuale e collettiva. Si tratta di
una situazione unica in quanto il vaccino protegge non solo la persona vaccinata, ma soprattutto le
persone che la circondano e la popolazione in generale.
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La vaccinazione – che nella storia ha sempre suscitato clamore e generato le voci più disparate – ha
anche dimostrato il suo valore. Grazie alla vaccinazione, viviamo in un'epoca e in un paese in cui le
devastazioni dovute al vaiolo, alla difterite e alla poliomielite appartengono al passato.
È per questo motivo, per voi e per "noi", che le autorità sanitarie stanno insistendo molto con il
messaggio: fatevi vaccinare.
Inoltre, finché il numero di persone che possono ammalarsi gravemente rimane alto, gli ospedali
rimangono in una situazione precaria. Ci si potrebbe chiedere: cosa mi riguarda se gli ospedali sono
in pericolo? Riguarda tutti, perché significa che in queste condizioni gli ospedali non possono
garantire cure per tutti, pazienti COVID e non COVID.
Ecco perché ci sono ancora misure e restrizioni. Infatti, non appena il numero di persone che ancora
potranno ammalarsi gravemente sarà diminuito a sufficienza, le restrizioni potranno essere revocate
e si potrà tornare alla vita "normale".
Questo è anche il motivo per cui le autorità sanitarie stanno martellando con il messaggio: fatevi
vaccinare.

Sì, ma...
Non tutti gli esperti sono d'accordo
È la prima volta dall'influenza spagnola che abbiamo sperimentato una pandemia di questa portata.
Alcune cose le conoscevamo già. Altre le abbiamo imparate, scoperte e sperimentate. Alcune
conoscenze apprese e alcune delle esperienze vissute potremo applicarle anche in altri ambiti. Ci
sono ancora tante cose che ancora dobbiamo capire o confermare. Non sappiamo tutto. Ma solo
perché non sappiamo tutto, questo non significa che non sappiamo niente.
In questo contesto senza precedenti, stiamo cercando il modo migliore di procedere, soppesando gli
interessi di tutte le parti e seguendo una linea etica dove nulla è semplice, dove nulla è bianco o
nero. Le autorità politiche e sanitarie, gli scienziati e il settore medico dialogano costantemente per
trovare le migliori soluzioni per la popolazione.
Le diverse opinioni con cui le cittadine e i cittadini si confrontano sono il risultato di uno stato
democratico dove ognuno può esprimere liberamente la propria opinione personale. Ma non tutte le
opinioni sono uguali. Da un lato, ci sono persone le cui affermazioni sono basate su credenze errate,
semplificate o parziali (è bene essere informati, ma non si diventa epidemiologi o immunologi
leggendo tre riassunti di articoli di Nature). Dall'altro specialisti che si occupano dei fatti, per quanto
complessi possano essere.
Nessuno di questi gruppi (politici, scienziati, medici) è costituito come un corpo omogeneo, ed è
normale che alcuni di loro abbiano opinioni diverse. La grande maggioranza, tuttavia, sostiene le
posizioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e delle autorità sanitarie cantonali.
Infine – e questo va da sé, ma è ancora meglio quando viene detto – lo scopo di questi gruppi e
istituzioni non è quello di danneggiare le cittadine e i cittadini vietando un rimedio o somministrando
loro del veleno.
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Sì, ma...
Il mio insegnante di yoga pensa che i vaccini siano cattivi e che
potenziando il mio sistema immunitario posso sconfiggere il virus
Il tuo insegnante di yoga, tua nonna con i suoi rimedi memorabili, il tuo terapeuta reiki o il tuo
cromoterapeuta sono anch'essi specialisti: quelli del benessere, della cura e dei sensi. Le terapie
alternative e non convenzionali hanno un ruolo essenziale in questa pandemia: aiutarci a prenderci
cura di noi stessi, mentre siamo tutti sollecitati da questa situazione che perdura nel tempo.
Per contro, non sono esperti del virus, del sistema immunitario o dei vaccini. Non permetteremmo
mai al nostro avvocato di costruirci la casa, al nostro professore di antropologia di ripararci la
macchina o al panettiere di correggere la tesi sul ruolo delle donne nella letteratura tedesca del XV
secolo.
Vacciniamoci e prendiamoci cura di noi stessi: dieta, esercizio fisico, meditazione, massaggi.
Facciamo le cose che ci fanno sentire bene, ne abbiamo bisogno ora più che mai.

Sì, ma...
È una dittatura sanitaria, abbasso il potere, viva la rivoluzione!
Anche in questo caso, si tratta di una situazione sulla quale possiamo discutere. Non possiamo più
vederci, uscire, fare festa, essere spensierati, ci sono certificati, controlli, tutto è complicato, i nostri
dati vengono raccolti. Questo è vero. Ma questo è colpa del virus, non delle autorità sanitarie.
In primo luogo, non sono le misure di protezione ad essere il problema, è la pandemia il problema;
queste misure sono la nostra protezione contro di essa. Non confondiamo il nemico.
In secondo luogo, queste misure – che possono essere vissute come coercitive – sono transitorie.
Dietro le quinte, la definizione, l'attuazione e il monitoraggio di queste misure sono attività
straordinariamente complicate, costose e che richiedono tempo. Nessuno vuole passare i prossimi
dieci anni a farlo. L'obiettivo era quello di resistere fino a quando non fosse arrivata una soluzione (la
vaccinazione), per poi allentare le misure e sospenderle. (Al momento non c'è però ancora
abbastanza gente che aderisce a questa soluzione per tirarcene fuori).
In terzo luogo, se le decisioni possono a volte sembrare costrittive e oppressive, è perché abbiamo a
che fare con un virus che è implacabile e non permette il lusso del dialogo o della negoziazione. La
realtà epidemiologica è intransigente. Non è il virus delle autorità federali o cantonali, ma il problema
di tutti noi. Un problema che si risolverà con la solidarietà e, ancora meglio, con il contributo di
ognuno di noi.

Sì, ma...
No...
Avete il diritto di non voler essere vaccinati. Tutti hanno il diritto e il dovere di prendere posizione.
Secondo il modello a tre fasi stabilito dalla Confederazione, siamo attualmente nella cosiddetta fase
di "normalizzazione". In questa fase, gran parte delle restrizioni sono state eliminate, mentre tutti
coloro che desideravano avere accesso al vaccino hanno potuto vaccinarsi, rimane tuttavia al
momento una certa, inevitabile, circolazione del virus. Infatti, le persone non vaccinate che
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entreranno in contatto con il virus diventeranno, col tempo, immuni dopol'infezione. In questo
contesto, il principale rischio da gestire è quello del sovraccarico del sistema sanitario, dove la
COVID-19 non è l'unica malattia che richiede cure ospedaliere. Le attività essenziali della vita
quotidiana – lavoro, istruzione, trasporto, spesa alimentare – sono ancora possibili per tutti, con un
po' di organizzazione logistica (mascherina e/o test).
Qualunque cosa decidiate, continuate ad applicare le misure di protezione – state ad almeno un
metro e mezzo di distanza, indossate una mascherina, lavatevi bene le mani, aerate regolarmente,
pulite le superfici – e fate il test al minimo sintomo (il test è sempre gratuito se avete sintomi, ma non
permette di ricevere un certificato con codice QR). Tutte queste misure, che sono gratuite,
funzioneranno solo se la popolazione sarà solidale.

Le fonti
Essere informati è un bene. Ma solo perché @Karen_79 dall'Ohio dice qualcosa (e @Ken_52 da St
Louis è d'accordo con lei) non significa che sia vero.
Ecco alcune fonti da esplorare:
Situazione epidemiologica:
In Ticino

    •    Dati cantonali sull'epidemia COVID-19: www.ti.ch/coronavirus
    •    COVID-19 – rapporto epidemiologico settimanale
In Svizzera:

    •    Rapporto sulla situazione, Svizzera e Liechtenstein (UFSP):
         https://www.covid19.admin.ch/it/overview
Nel mondo:

    •    Statistiche e ricerca: COVID-19, morti (Il nostro mondo in dati):
         https://ourworldindata.org/covid–deaths
Sul vaccino:

    •    Malattia da coronavirus 2019 (COVID-19): vaccini (OMS)
    •    Coronavirus / COVID-19 (infovac.ch)
    •    Varianti del virus e loro effetti sui vaccini COVID-19 (OMS)
    •    COVID-19 Indagine e segnalazione di casi di rottura del vaccino (CDC)
    •    COVID-19, allergie e asma (Centro Allergie Svizzera)

Ho deciso di vaccinarmi
Sito web: informazioni sulle possibilità di vaccinazione (con e senza appuntamento) su
www.ti.ch/vaccinazione
Numero verde cantonale: 0800 128 128
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Perché vaccinarsi?                                                        05.11.2021

Testo originale elaborato da:
Repubblica e Cantone di Ginevra
Dipartimento della sicurezza, della popolazione e della sanità
Direzione generale della sanità

Traduzione e adattamenti in italiano a cura di:
Repubblica e Cantone Ticino
Dipartimento della sanità e della socialità
Divisione della salute pubblica
Ufficio del medico cantonale

Repubblica e Cantone Ticino
Cancelleria dello Stato
Servizio dell’informazione e della comunicazione del Consiglio di Stato

Bellinzona, novembre 2021
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