CIO Insights - È finita la magia della politica monetaria? Alla ricerca di maggior consistenza e solidità oltre a fonti di reddito sostenibili ...
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Prospettive per il 2020 CIO Insights È finita la magia della politica monetaria? Alla ricerca di maggior consistenza e solidità oltre a fonti di reddito sostenibili
CIO Insights Lettera agli investitori 1 Lettera agli È finita la magia della politica investitori monetaria? Più di dieci anni fa, le banche centrali hanno intrapreso una politica monetaria assai poco convenzionale, generalmente conosciuta come “quantitative easing”. Ciò ha reso possibile la ripresa economica statunitense più lunga della storia. Ma continuerà a funzionare questa Christian Nolting “magia monetaria”? Global CIO Con l’avvio del 2020, il potere di un ulteriore allentamento della politica monetaria sembra svanire, ma un’alternativa convincente non è ancora stata trovata. L’opinione sempre più diffusa è che sarà necessario il ricorso ad altri tipi di politiche per mantenere stabile l’economia globale. Ma le autorità responsabili delle politiche economiche sono ben lontane dal trovare un punto di accordo su quali dovrebbero essere esattamente queste iniziative, tanto meno su come implementarle. Quindi, che ci piaccia o meno, la “magia” delle banche centrali continuerà ad avere un ruolo estremamente importante sia per la politica economica che per i mercati. Il recente dibattito sul coinvolgimento della Fed in attività di “quasi QE” (come dimostra la crescita del suo bilancio) e sulla riapertura da parte della BCE del programma di acquisti mensili, sottolinea il fatto che la magia monetaria è ancora un argomento che fa discutere. Gli investitori devono pertanto accettare che, anche se la magia monetaria sta svanendo, continueremo a convivere con i suoi effetti (compresa la possibile inflazione), alla ricerca di alternative, ancora a lungo. Questa è la premessa del nostro outlook annuale per il 2020, e utilizzeremo sei temi di investimento per esplorarne le implicazioni. Tale contesto ci ricorderà dell’importanza di una asset allocation strategica e della solidità che questa offre al processo di investimento. 01 Nel nostro primo tema “Le nuove pressioni delle diverse politiche richiedono una risposta prudente”, iniziamo quindi con l’osservare lo stato dell’economia globale, con i segnali di un rallentamento della crescita che vengono amplificati dalle tensioni economiche, dai timori di natura politica e da altre questioni. Con la politica monetaria che si prevede stia raggiungendo i propri massimi, le voci che chiedono un aumento della spesa pubblica sono sempre più insistenti, ma al momento non è prevista alcuna massiccia espansione fiscale. Dal punto di vista dell’investitore, si tratta di una situazione che richiederà un solido approccio agli investimenti, la capacità di concentrarsi sui rendimenti a lungo termine e la volontà di prendere in considerazione la possibilità di investimenti alternativi. 02 Con le banche che mantengono una politica monetaria molto accomodante per la mancanza di alternative, come notato sopra, rendimenti bassi o negativi rimarranno una realtà. Da qui il nostro secondo tema, “Vivere in un mondo in cui dominano i bassi rendimenti”. Gli investitori non devono supporre di poter semplicemente aspettare che passi questo momento e che tornino rendimenti più elevati; è necessaria una risposta più ponderata. In particolare, bisogna essere sicuri dei motivi per cui si continuano a detenere obbligazioni a scarso rendimento, e tenere a mente che gli elementi di diversificazione del rischio non forniscono necessariamente reddito. Questa è un’area in cui potrebbe anche essere necessario prendere in considerazione come ottenere rendimenti a fronte dei premi per illiquidità sui mercati privati azionari e del debito. 03 Nell’ambito del reddito fisso, ottenere rendimenti positivi richiederà un’esposizione al rischio, con l’eccezione dei Titoli del Tesoro americano, sebbene questi ultimi avranno difficoltà a fornire rendimenti reali positivi. Il compito, quindi, è “Trovare nuove fonti di reddito”, ovvero il nostro terzo tema per il 2020. Per quanto riguarda i mercati sviluppati, andando oltre i Titoli del Tesoro americano e considerando anche l’area corporate, i titoli statunitensi di tipo investment grade (IG) e il segmento crossover europeo (al confine tra IG e high yield) sono dei possibili investimenti. Ma in questo caso, è bene considerare anche i titoli corporate dei mercati emergenti, oltre che i governativi. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Lettera agli investitori 2 04 I titoli azionari continueranno ad avere un ruolo chiave nella maggior parte dei portafogli, e anche in questo caso riteniamo che ci sia spazio per ulteriori guadagni, ma con il rischio di maggiore volatilità. Prevediamo che, sin dall’inizio del 2020, le preferenze di tipo regionale e di stile avranno un peso sempre maggiore. Con il nostro quarto tema di investimento, “Equilibrare gli stili”, questo potrebbe essere il momento in cui alcuni titoli “value” di alta qualità inizieranno a offrire opportunità reali, cominciando a recuperare terreno rispetto ai titoli “growth”, la cui performance è stata, negli ultimi anni, superiore. Per quanto riguarda i settori, vediamo opportunità ad esempio nei titoli industriali a livello globale. La magia monetaria non è ancora svanita, ma questo scenario ci ricorda dell’importanza di una asset allocation strategica ai fini della solidità del portafoglio. 05 Anche le considerazioni sui cambi svolgono un ruolo importante nei portafogli. A questo proposito, rimane da vedere se i tassi di cambio saranno influenzati da fattori di natura geopolitica e politica o da differenze tra le politiche monetarie delle banche centrali e altri fondamentali. “Guida la politica”, il nostro quinto tema per il 2020, suggerisce che la prima potrebbe avere la meglio nell’anno a venire. Le pressioni, di varia natura, per ridurre il valore del Dollaro statunitense continueranno, e lo Yen giapponese continuerà ad avere un ruolo molto importante come elemento di diversificazione. Il rallentamento della crescita globale potrebbe giocare a sfavore delle materie prime nel loro complesso, ma vi saranno ancora delle possibili opportunità, per esempio per quanto riguarda l’oro. 06 Continuiamo a credere che vi sia spazio per investire nei temi a lungo termine nell’ambito di un portafoglio di investimento, che plasmeranno e guideranno il mondo di domani. I nostri due nuovi temi per il 2019 comprendono aree di attenzione che traggono beneficio dal 5G e dalle implicazioni che comunicazioni più veloci avranno per la produttività e lo sviluppo industriale. Osserviamo inoltre con attenzione la gestione responsabile delle risorse in un mondo sempre più preoccupato per la generazione di rifiuti urbani e i tassi di riciclaggio. L’interazione tra tecnologia e sostenibilità continua a essere infine un fattore chiave per affrontare le implicazioni di natura demografica. Quindi, cosa ci porterà il 2020? Un mondo in evoluzione, sebbene non del tutto diverso rispetto al 2019. Le banche centrali rimarranno al centro della scena, nonostante le discussioni circa la fine della magia monetaria: per un investitore, questo significa che è necessario abituarsi a convivere con tassi di interesse molto bassi, e assicurarsi di adottare un solido processo di investimento per sfruttare le opportunità offerte dai mercati finanziari. Tali opportunità potranno avere la forma di oscillazioni laterali di mercato, piuttosto che marcati movimenti al rialzo o al ribasso. Christian Nolting Global CIO Instant Insights 2020 in breve o Il rallentamento della crescita economica sarà accompagnato da un mutamento delle pressioni politiche. o I bassi rendimenti comportano una revisione della componente obbligazionaria del portafoglio. o Ulteriori apprezzamenti dei mercati azionari, ma le preferenze regionali e di stile cambiano. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Indice 3 Indice Il fondamento del nostro approccio agli investimenti: asset allocation strategica p. 4 SEI TEMI DI INVESTIMENTO PER IL 2020 Tema 1 Le nuove pressioni delle diverse politiche richiedono una risposta prudente p. 6 Tema 2 Vivere in un mondo in cui dominano i bassi rendimenti p. 10 Tema 3 Trovare nuove fonti di reddito p. 13 Tema 4 Equilibrare gli stili p. 15 Tema 5 Guida la politca p. 17 Tema 6 La tecnologia incontra i criteri ESG p. 20 Riassunto delle nostre Glossario Disclaimer prospettive sulle asset class per il 2020 p. 25 p. 27 p. 29 I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Il fondamento del nostro approccio agli investimenti 4 Il fondamento del nostro approccio agli investimenti: asset allocation strategica La costruzione di qualunque portafoglio di investimento deve il tema dell’asset allocation, ovvero la suddivisione tra le diverse asset class. Alcuni studi accademici evidenziano come l'asset allocation strategica possa contribuire alla maggior parte dei rendimenti di portafoglio; tutti sanno, per esperienza, che le fonti alternative di rendimento, per esempio tramite la selezione dei titoli o il timing di mercato nel suo complesso, sono difficili da perseguire con costanza. Non sono dunque di per sé una base valida per raggiungere una solida performance di portafoglio, sebbene quando gestiti in maniera prudente possano contribuire ai rendimenti. Ma, alla luce delle incertezze che ogni investitore deve affrontare riguardo agli investimenti, divenute più evidenti in questi ultimi anni, come creare una asset allocation strategica appropriata? Il primo passo è comprendere che non esiste un’unica asset allocation strategica ottimale. I singoli investitori hanno preferenze di investimento differenti. Il loro punto di partenza, inoltre, varia a seconda della possibilità di avere accesso a tipologie diverse di attività finanziarie in cui investire o ad esempio in funzione della valuta del paese in cui si risiede. Il secondo passo è di riconoscere che l’analisi deve necessariamente tenere conto di numerosi fonti di incertezza. Nessuno è in grado di predire il futuro con assoluta certezza. L’asset allocation non deve basarsi su un unico esito atteso: si tratta, invece, di sapere valutare le probabilità con cui vari scenari possono verificarsi. Rispondere all’incertezza in maniera ragionata A livello di asset class, sono tre i fattori rilevanti per l’asset allocation: rendimenti attesi, volatilità e correlazioni. Come rilevato in precedenza, non è possibile prevedere tali fattori con assoluta certezza. Ma, grazie alla conoscenza e ai precedenti, è possibile iniziare a stimarli. Per esempio, un riepilogo dei rendimenti per la classe di asset a lungo termine è disponibile nel box qui sotto. Figura 1: Presupposti di rendimento futuro a lungo termine scelti per i prossimi 10 anni (in USD) Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 2 dicembre 2019. Titoli del Tesoro americano a 7-10 anni Bund tedeschi a 7-10 anni (Bloomberg Barclays U.S. Treasuries) 1,7% (Bloomberg Barclays German Treasury) -0,7% Mercati emergenti in valuta forte Azionario Stati Uniti (Bloomberg Barclays EM USD Aggregate) 5,2% (S&P 500) 5,7% Azionario Europa Azionario dei mercati emergenti (MSCI Europe) 5,4% (MSCI Emerging Markets) 8,8% I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Il fondamento del nostro approccio agli investimenti 5 Il fattore chiave è sapere su cosa possiamo essere ragionevolmente fiduciosi, e le aree in cui le nostre previsioni sono meno sicure. In breve, dobbiamo comprendere la natura dell’incertezza e integrarla nel processo di investimento. Ciò consentirà di realizzare un’asset allocation strategica. Come già rilevato, l'asset allocation strategica contribuisce alla maggior parte dei rendimenti del portafoglio, ma è possibile migliorare ulteriormente il processo in due modi. Primo, tramite l’asset allocation tattica, che in alcuni casi si scosta nel breve termine dall’asset allocation strategica per trarre vantaggio da eventi di mercato. Secondo, per alcuni portafogli, è possibile avvalersi di un processo di copertura sistematica al fine di aumentare la quota in portafoglio di asset con rendimenti potenzialmente maggiori, mantenendo al contempo il controllo del rischio. Anche in questo caso, si tratta di riconoscere e comprendere l’incertezza e usarla a nostro vantaggio. Non possiamo controllare lo scenario di investimento, ma possiamo provare a comprenderne la probabile evoluzione e le relative implicazioni. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 6 Tema 1 Le nuove pressioni delle diverse politiche richiedono una risposta prudente Il rallentamento della crescita comporterà nuove sfide per la politica economica. Mantenere il focus sull’asset allocation strategica. La politica monetaria è sostenibile, ma sta raggiungendo i propri massimi Si fa ancora affidamento sulla “magia” monetaria, con i timori per un rallentamento dell’economia che hanno spinto le principali banche centrali ad allentare ancora una volta la propria politica. Tuttavia, molti dei fattori che stanno appesantendo la performance dell’economia non hanno una natura monetaria e quindi sfuggono ai tentativi delle Banche Centrali di affrontarli o condizionarli. Altro timore persistente riguarda il fatto che i politici e i mercati si siano ormai abituati al continuo sostegno dei maghi della politica monetaria e facciano fatica a implementare qualsiasi approccio alternativo. Inoltre, i canali per l’allentamento monetario sono già sotto pressione e difficilmente potranno funzionare nel medesimo modo che in passato, o altrettanto efficacemente: siamo verosimilmente in una fase in cui la politica monetaria ha un’utilità marginale decrescente. I mercati si trovano inoltre ad affrontare potenziali difficoltà derivanti dagli sviluppi di natura politica, ovviamente a causa delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, della Brexit e delle tensioni all’interno della maggioranza di governo in Germania, sebbene anche altre tendenze più strutturali avranno un ruolo importante, quali ad esempio la “de-globalizzazione” (con il picco della crescita del commercio globale che probabilmente è già passato) e i timori in merito all’aumento dei livelli di indebitamento. Figura 2: Tendenze divergenti del debito pubblico – USA e Germania Fonte: Datastream, Deutsche Bank AG. Dati al 1 dicembre 2019. 110 100 90 80 70 60 50 40 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 USA Germania I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 7 Una significativa espansione fiscale è improbabile Aumenteranno le pressioni per politiche alternative di sostegno all’economia. Le richieste di stimoli fiscali, per esempio, saranno sempre più insistenti nel 2020, ma l’impatto del taglio delle tasse di inizio 2018 negli Stati Uniti sta svanendo ed è improbabile che si avranno importanti cambiamenti nella politica fiscale nell'Eurozona, nonostante le note divergenze tra le economie della regione (Figura 2). E sebbene un morbido allentamento fiscale sia possibile (Fiugura 3), non prevediamo manovre significative nel Vecchio continente. La tendenza verso una politica che favorisca stimoli immediati potrebbe anche comportare che in molti Paesi le riforme strutturali passeranno in secondo piano, sebbene ci aspettiamo di politica economica in Cina coniugheranno entrambi gli aspetti. Avremo una tendenza all’aumento della volatilità dovuta al perdurare dell’incertezza politica, coniugata ai timori che riguardano la crescita, alle elevate valutazioni dei mercati azionari e a una crescita debole degli utili. Ma è importante che gli investitori mantengano una visuale chiara delle priorità a lungo termine, impegnandosi al costruzione dell’asset allocation strategica e tentando allo stesso tempo di sfruttare eventuali opportunità tattiche. Figura 3: Previsto un lieve impulso fiscale* in Eurozona Fonte: Commissione Europea, Deutsche Bank AG. Dati al 1 dicembre 2019. * L’impulso fiscale si riferisce al cambiamento nelle dimensioni di un deficit/surplus di bilancio, piuttosto che al suo importo assoluto. % del PIL potenziale 2013 -0,1% Previsione della Commissione Europea 2015 -0.1% -0,1% Previsione della Commissione Europea 2012 -1,0% 2017 0,5% 2021 2011 2014 0,3% -2,0% 0.0% 0,0% 2020 0,5% 2016 2019 0,3% 0,2% 2018 -0,5% L’aumento delle posizioni in liquidità comporta rischi In questo contesto, gli investitori potrebbero essere tentati di aumentare le disponibilità liquide, ma questo approccio presenta pericoli sostanziali, sia in termini di penalizzazione dei rendimenti complessivi sia di potenziale aumento del rischio di portafoglio, in quanto le posizioni non liquide devono essere più spinte lungo la curva rischio/rendimento per raggiungere gli obiettivi di rendimento complessivi che si intende perseguire. Invece, ottenere la corretta asset allocation strategica rimane assai più importante ai fini del conseguimento di una performance sostenibile di portafoglio. L’asset allocation strategica ci consente infatti di sfruttare l’incertezza di mercato, anziché provare ad evitarla. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 8 Gli investitori potrebbero inoltre dover allargare e allungare i propri orizzonti di investimento concentrandosi in particolare sulla gestione del rischio. Ciò si potrebbe ottenere tramite l’utilizzo di prodotti strutturati nell’ambito di un portafoglio. Lo scenario economico Rallentamento della crescita ma nessuna recessione In breve, prevediamo una crescita economica globale più lenta nel 2020 e crediamo che la possibilità di una recessione siano solo il 30%. La crescita dell’economia statunitense è prevista in rallentamento dal 2,2% stimato per il 2019 all’1,6% del 2020, mentre per l'Eurozona dall'1,1% allo 0,9%. La Cina continuerà con il suo atterraggio accomodante, con la crescita che rallenterà al 5,8% nel 2020, ma molto dipenderà dal fatto che si trovi o meno una soluzione anche parziale alla controversia commerciale tra Stati Uniti e Cina. Nel medio termine, l’inflazione non rappresenterà un problema, con la crescita dei prezzi al consumo negli Stati Uniti (PCE core) che si prevede rimarrà leggermente al di sotto del 2%, mentre quella di EuroEurozona e Giappone sarà anche inferiore. Più a lungo termine, i maggiori dazi e gli altri effetti della de-globalizzazione potrebbero, tuttavia, dare nuova vita a questo spettro. Consapevoli dei pericoli derivanti da un rallentamento troppo brusco, le principali banche centrali dei mercati sviluppati continueranno a sostenere la crescita mediante politiche monetarie accomodanti. Prevediamo che né la Fed né la BCE taglieranno ulteriormente i tassi nei prossimi 12 mesi, ma il programma di acquisto di asset adottato dalla BCE continuerà al ritmo di 20 miliardi di Euro al mese e la Fed adotterà anch’essa misure di “quasi-QE”, sebbene questi acquisti di asset avranno come obiettivo primario il mantenimento della liquidità di mercato anziché la riduzione dei tassi di interesse. I consumatori devono continuare a essere fiduciosi La crescita economica sarà sostenuta anche dai consumatori, che sono ancora ottimisti in molte economie, nonostante la guerra commerciale e altre incertezze, incoraggiati da livelli ancora elevati di occupazione e dai bassi costi di indebitamento. Le finanze delle famiglie sembrano godere di buona salute, con maggiori risparmi e minori interessi pagati rispetto al 2008 (Figura 4). Altrove, tuttavia, la salute dei consumi dovrà essere tenuta sotto controllo: I consumatori in Asia potrebbero risentire particolarmente dei timori in merito alla guerra commerciale. Anche in presenza di accordi commerciali provvisori tra Stati Uniti e Cina, le tensioni continueranno e torneranno a manifestarsi di tanto in tanto in questo come in altri rapporti bilaterali. In molte economie, quali ad esempio la Germania, le incertezze hanno finora colpito più duramente il settore manifatturiero, ma vi sono segnali di rallentamento che si stanno diffondendo anche ai settori dei servizi. La politica potrebbe riservare qualche sorpresa nel 2020, con implicazioni per la crescita economica e gli investimenti. L’attenzione del mercato si concentrerà sempre più sulle elezioni presidenziali e del Congresso negli Stati Uniti, a novembre 2020; la gestione della Brexit rimarrà un problema, anche se venisse siglato un accordo iniziale, mentre le tensioni di natura geopolitica (per esempio in merito al petrolio) continueranno a far sentire i propri effetti. Le nostre previsioni macroeconomiche sono riassunte nella Figura 5. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 9 Figura 4: Il potere dei consumatori: le finanze delle famiglie americane godono di buona salute Fonte: U.S. Bureau of Economic Analysis, Deutsche Bank AG. Dati al 2 dicembre 2019. 4% 16% 14% 12% 3% 10% 8% 2% 6% 4% 1% 2% gen 70 nov 74 set 79 lug 84 mag 89 mar 94 gen 99 nov 03 set 08 lug 13 mag 18 Recessione Interessi pagati / Reddito disponibile (asse sinistro) Risparmi / Reddito disponibile (asse destro) Figura 5: Le nostre previsioni in merito a crescita e inflazione nel 2019 e 2020 Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 16 dicembre 2019. Crescita del PIL Previsioni 2019 Previsioni 2020 Inflazione dei prez- Previsioni 2019 Previsioni 2020 (%) zi al consumo (%) Stati Uniti* 2,2 1,6 Stati Uniti* 1,9 1,9 Eurozona (di cui) 1,1 0,9 Eurozona 1,3 1,3 Germania 0,6 0,8 Germania 1,5 1,6 Francia 1,2 1,0 Giappone 0,8 1,4 Italia 0,1 0,4 Cina 2,4 2,5 Regno Unito 1,2 1,3 Giappone 0,8 0,2 Per maggiori informazioni , vedere i segnali di rischio. Le stime Cina 6,2 5,8 sono basate su ipotesi,opinioni e modelli ipotetici o analisi che India 6,0 7,0 potrebbero risultare non corrette. Nessuna garanzia esiste per rendere i target e le stime reali. I rendimenti passati non sono Russia 1,2 1,5 garanzia dei rendimenti futuri. + per la misura del Pil USA si usa l’anno solare e per le misure di Brasile 0,8 1,7 inflazione è is Core PCE Dec to Dec %. Le stime per U.S. Headline Mondo 3,1 3,1 PCE (Dec/Dec) è 1,5% nel 2019 e 1,4% nel 2020. Il Pil Q4 on Q4 growth 2.0% nel 2019 e 1.6% nel 2020. Temi di investimento Tema 1 o Un solido approccio all’investimento e all’asset allocation strategica, che sono essenziali o Concentrazione sui rendimenti a lungo termine o Utilizzo di approcci alternativi I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 10 Tema 2 Vivere in un mondo in cui dominano i bassi rendimenti Continuando a fare affidamento sulla “magia” della politica monetaria, l’attuale repressione finanziaria sotto forma di rendimenti obbligazionari negativi (reali) continuerà ancora per qualche tempo. In termini di nominale, circa 14 trilioni di dollari debito vengono ora scambiati a rendimenti negativi (Figura 6). Molte banche centrali possiedono attualmente quote elevate del debito complessivo dei rispettivi Paesi (nel caso della Bank of Japan, il 45%) e una chiusura graduale di tali posizioni richiederà tempo. I bassi rendimenti potrebbero durare a lungo Sarebbe un errore credere che l'attuale contesto di bassi rendimenti possa concludersi a breve. L’esempio del Giappone fornisce un modello inquietante per i mercati obbligazionari europei d’ora in avanti, e forse anche per gli Stati Uniti nel lungo periodo. La situazione in Giappone presenta molte differenze con quella che si trova ad affrontare l’Europa, ma questa esperienza ci dimostra come l’indebitamento ai massimi livelli, una politica monetaria ultra espansiva, l’intervento diretto della banca centrale sul mercato degli asset e, quindi, rendimenti obbligazionari bassi, possono continuare per lungo tempo senza far scoppiare la bolla obbligazionaria o causare episodi di default. Gli effetti di bassi rendimenti sulla repressione finanziaria a lungo termine richiedono, pertanto, una nuova visione da parte degli investitori. Invece di aspettare con pazienza che i rendimenti obbligazionari tornino ad aumentare o tornino in territorio positivo, gli investitori devono perseguire una risposta ponderata alla situazione attuale. Figura 6: 14 trilioni di dollari statunitensi di debito vengono ora scambiati a rendimenti negativi Fonte: Bloomberg Finance L P, Deutsche Bank AG.Dati al 1 dicembre 2019. 18000 12000 6000 0 2015 2016 2017 2018 2019 Debito globale con rendimenti negative, valori in miliardi di USD I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 11 L'esposizioni alle obbligazioni ad alta qualità devono essere giustificate Uno dei problemi maggiori riguarda il fatto che le obbligazioni con rating elevato, che in passato erano fonte di flussi di reddito stabili e sicuri, potrebbero non essere più in grado di coprire questo ruolo in un portafoglio. Potrebbero, tuttavia, essere in grado di fornire un certo beneficio per la diversificazione in caso di flessioni di mercato (vedi box) ma devono essere gestite in maniera prudente, e per quote non eccessive. In breve, è necessario innanzitutto giustificare qualsiasi posizione in reddito fisso che non offra rendimenti ed assicurarsi che le dimensioni dell’assegnazione siano adeguate. Secondo, si deve ricordare che un elemento diversificatore del rischio (un possibile motivo per tenere in posizione titoli di stato di alta qualità che non offrono rendimenti significativamente superiori allo zero) potrebbe non generare reddito. E, terzo, ottenere qualunque rendimento sugli investimenti in reddito fisso comporterà un rischio superiore rispetto al passato. Valutare i premi di illiquidità Gli investitori potrebbero inoltre dover accettare limitazioni alla liquidità, per ottenere il premio di illiquidità sui mercati privati dei titoli azionari e di debito, sebbene sia importante comprendere che tali premi non sono fissi e con il tempo possono cambiare e perfino scomparire. Le nostre previsioni sul reddito fisso sono riassunte nella Figura 7. Figura 7: Previsioni su rendimenti obbligazionari e spread Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 16 dicembre 2019. Stati Uniti Europa UST 2 anni US 2 anni rendimento 1,50% Schatz 2 anni GER 2 anni rendimento –0,60% UST 10 anni US 10 anni rendimento 1,85% Bund 10 anni GER 10 anni rendimento –0,35% UST 30 anni US 30 anni rendimento 2,25% Bund 30 anni GER 30 anni rendimento 0,15% U.S. IG CORP BarCap US Credit 110bp Gilt 10 anni UK 10 anni rendimento 0,95% U.S. HY Barclays US HY 400bp EUR IG Corp iBoxx Eur Corp all 90bp ML Eur Non-Fin HY EUR HY 360bp Constr. Index Asia Pacifico JPN 2 anni JGB 2 anni –0,20% rendimento Mercati Emergenti JPN 10 anni Debito pubblico JGB 10 anni –0,10% EMBIG Div 320bp rendimento mercati emergenti Credito Asia JACI Index 265bp Credito mercati CEMBI Broad 320bp emergenti Temi di investimento Tema 2 o Giustificare qualsiasi posizione in reddito fisso che non offre rendimenti o Ogni rendimento comporta rischi o Valutare i premi di illiquidità I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 12 Reddito fisso senza rendimento: il suo ruolo come elemento diversificatore del portafoglio Focus sul rendimento aggiustato per il rischio Una quota significativa dei titoli obbligazionari dei mercati sviluppati sono scambiati con un rendimento a scadenza negativo – un’importante eccezione sono gli Stati Uniti. Di conseguenza, le nostre assunzioni di rendimento per il lungo termine incorporano aspettative di rendimenti bassi o negativi per questa asset class nei prossimi anni. Questo comporta un’ovvia domanda: perché mantenere in portafoglio questi titoli? Sarebbe preferibile sostituirli con una quota di liquidità? La risposta ha a che fare con il concetto di incertezza – e la nostra comprensione dello stesso – un elemento centrale del nostro processo di asset allocation strategica (si veda pagina 4). Un’ottimizzazione standard evidenzierebbe che molti portafogli presenterebbero rendimenti aggiustati per il rischio superiori nel caso si escludessero i titoli governativi, almeno in teoria. Tuttavia, questo si dimostrerebbe vero, in pratica, solo a condizione che le nostre assunzioni si verificassero estremamente accurate – scenario purtroppo improbabile. Pertanto, tenendo in considerazione come un certo livello di incertezza sull’accuratezza delle nostre stesse assunzioni potrebbe influenzare rendimenti e rischio, emerge che includere titoli obbligazionari a basso rendimento (o rendimento negativo) presenta dei vantaggi interessanti. Infatti, nel caso si verificassero degli elementi di sorpresa rispetto alle assunzioni di base, portafogli che includano questa componente risulterebbe più solidi. Questa è una delle importanti ragioni per cui ha senso includere in un’asset allocation strategica titoli governativi o corporate di alta qualità, dunque con rendimenti a scadenza bassi o addirittura negativi. In breve, gli investitori accettano un rendimento atteso leggermente inferiore nel caso si verificasse uno scenario molto vicino a quella assunto, in cambio di un rendimento atteso maggiore nel caso di sorprese impreviste. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 13 Tema 3 Trovare nuove fonti di reddito L’attuale situazione di investimenti a basso rendimento o addirittura negativo continuerà nel 2020 anche sui mercati corporate ed emergenti, non solo in alcuni titoli di Stato dei mercati sviluppati. Bisogna avere larghe vedute circa le fonti di rendimento Chi investe in obbligazioni corporate dovrà, pertanto, assumere un atteggiamento diverso rispetto al rischio, alla ricerca di rendimenti più elevati su investimenti nei mercati emergenti e in obbligazioni corporate e con una buona apertura mentale in merito a cosa potrebbero essere tali investimenti e che ruola abbiamo all’interno di un portafoglio diversificato. Ci siamo concentrati sugli investimenti in obbligazioni dei mercati emergenti per diversi anni ormai. E, con l’inflazione vicina ai minimi storici, i rendimenti reali dei mercati emergenti continuano ad essere considerevolmente più alti rispetto ai rendimenti reali dei mercati sviluppati (per esempio di quelli tedeschi e statunitensi). Nell’ambito dei mercati emergenti, l’attenzione è stata naturalmente posta sul debito sovrano in valuta forte, ma alcuni titoli corporate dei mercati emergenti potrebbero essere altrettanto interessanti, se non di più. Questi potrebbero reggere con successo il confronto, per quanto riguarda vari aspetti, con i loro pari dei mercati sviluppati, come indicato nella Figura 9, nel caso di leva finanziaria netta. Analogamente, mentre l’attenzione si è concentrata sulle obbligazioni corporate emergenti denominate in dollari, anche quelle denominate in altre valute (ad esempio euro) possono essere interessanti. Nell’ambito dei titoli obbligazionari dei mercati emergenti, le nostre posizioni in sovrappeso comprendono ad esempio l’India. Abbiamo una posizione neutrale in Cina e una in Asia e America latina nel loro complesso e un sottopeso sul Brasile. Nell’ambito delle obbligazioni corporate dei mercati sviluppati, vediamo opportunità nel segmento dei titoli Investment Grade statunitensi e nei crossover europei (vale a dire titoli investment grade con rating relativamente bassi, titoli high yield con rating relativamente elevati). Le probabilità di una crescita più lenta ci fanno essere più prudenti e selettivi sugli high yield in genere. Ora che la BCE è tornata ad acquistare grandi volumi, la caccia al rendimento continuerà ed anche le obbligazioni europee con rating più bassi verranno scambiate a rendimenti negativi. In questo scenario, bisogna anche ricordare che i Titoli del Tesoro americano sono ancora interessanti come fonte di rendimenti nominali positivi, sebbene denominati in dollari. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 14 Figura 8: I titoli corporate dei mercati emergenti possono essere all’altezza dei loro pari nei mercati sviluppati Fonte: BAML, JPMorgan, Deutsche Bank AG. Dati al 16 dicembre 2019. Spread (bps) Indebitamento netto (x) 3,0 400 2,5 300 2,0 1,5 200 1,0 100 0,5 0 0,0 mar 15 set 15 mar 16 set 16 mar 17 set 17 mar 18 set 18 mar 19 set 19 EM vs. U.S. B Spread (bps, lhs) EM vs. U.S. BB Spread (bps, lhs) EM vs. U.S. BBB Spread (bps, lhs) U.S. Net Leverage (x, rhs) Global EM Net Leverage (x, rhs) Temi di investimento Tema 3 o Inserire i titoli corporate negli investimenti obbligazionari nei mercati emergenti o In Europa imuoversi solo in maniera opportunistica o I Titoli del Tesoro americano mantengono il loro fascino I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 15 Tema 4 Equilibrare gli stili Per la maggior parte del 2019, i mercati azionari hanno registrato apprezzamenti considerevoli, grazie a tassi di interesse bassi e, in certa misura, alla crescita dei ricavi, che hanno contribuito a spingere al rialzo i multipli (per esempio, il rapporto prezzo utile). Anche l’assenza di alternative per gli investitori ha probabilmente aiutato. Sono possibili ulteriori modesti guadagni sui mercati azionari Avvicinandoci al 2020, le valutazioni sono sotto pressione e la presunta mancanza di alternative non sarà sufficiente, di per sé, a spingerle molto più in alto dei livelli attuali. Ma una modesta crescita nei ricavi societari, comunque inferiore al 10%, dovrebbe essere in qualche modo di sostegno, ed è probabile che nel corso dell’anno si vedrà un’ulteriore crescita degli indici azionari. Una soluzione convincente ai problemi di natura commerciale (tutt’altro che certa) potrebbe essere ulteriore ragione di supporto ai corsi azionari. Dal punto di vista di un investitore, i dividendi, sia come contributo al rendimento che come generatore di flussi di cassa, non dovrebbero essere trascurati, come negli anni precedenti. I rendimenti azionari, superiori ai rendimenti obbligazionari in molti dei mercati di paesi sviluppati, possono continuare a giustificare il maggiore rischio associato ai titoli azionari e possono altresì essere importanti ai fini della generazione di reddito. L’attenzione, tuttavia, deve concentrarsi sui dividendi sostenibili, quelli in grado di essere pagati a fronte degli utili generati e senza creare minacce per lo stato patrimoniale di una azienda. Rivedere gli “stili” azionari Una nuova tendenza per i titoli azionari nel 2020 farà riferimento allo “stile”, i tipi di azioni che un investitore dovrebbe preferire. Negli ultimi tre anni, i mercati azionari sono stati guidati principalmente dai titoli “growth” (titoli di società ritenute in grado di crescere più rapidamente del mercato nel suo complesso). Al contrario, un contributo modesto è giunto dai titoli “value” (titoli scambiati a un prezzo inferiore a quello indicato dai fondamentali più evidenti). Ora, tuttavia, crediamo che lo spread della valutazione tra i due stili, “growth” e “value”, abbia probabilmente raggiunto i massimi (Figura 9). Pertanto, prenderemmo in considerazione un posizionamento più equilibrato degli stili in termini di “growth” vs. “value” per il 2020. Alcuni titoli “value” di qualità potrebbero offrire interessanti opportunità. A livello di settore, vediamo anche opportunità negli industriali a livello globale, in termini sia assoluti che relativi. Le nostre previsioni per gli indici azionari sono riassunte nella Figura 10. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 16 Figura 9: Il premio dei titoli “growth” rispetto a quelli “value” ha probabilmente raggiunto i massimi Fonte: FactSet, Deutsche Bank AG. Dati al 11 dicembre 2019. 1.9 1.8 1.7 1.6 1.5 1.4 1.3 1.2 1.1 1.0 0.9 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 MSCI World Growth vs. Value NTM P/E ratio Figura 10: Peso dei settori a livello regionale Figura 11: Previsioni sugli indici azionari Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 13 Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 16 dicembre 2019. dicembre 2019. EUROPA USA RU Stati Uniti S&P 500 3.300 Energy Materials Germania DAX 14.000 Industrials Zona euro Eurostoxx 50 3.770 Consumer Discretionary Europa Stoxx 600 420 Consumer Staples Giappone MSCI Japan 1.060 Healthcare Svizzera SMI 10.450 Financials Information Technology Regno Unito FTSE 100 7.510 Communication Services Mercati emergenti MSCI EM 1.120 Utilities Asia Giappone MSCI Asia ex 700 Real Estate esclusos Japan Sottopeso Neutrale Sovrappeso Temi di investimento Tema 4 o Una solida diversificazione dei titoli azionari o Rivedere il rapporto “growth” vs. “value” o Cercare titoli “value” difensivi e con flussi di cassa prevedibili I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 17 Tema 5 Guida la politica I mercati dei cambi offrono un modo unico per osservare come la teoria interagisca con la pratica. In linea di principio, i tassi dei cambi dovrebbero essere influenzati prevalentemente dalla politica monetaria delle banche centrali e dai fondamentali economici. In pratica, sono molto sensibili alle dichiarazioni dei politici o alle speculazioni in merito a quelle che sono le loro intenzioni. Crediamo che le azioni dei politici saranno probabilmente assai importanti nel 2020. Anche le materie prime ne risentiranno. Un ulteriore rafforzamento del dollaro statunitense è improbabile Anche mettendo da parte la retorica politica, il dollaro statunitense appare sopravvalutato in base a molte misure convenzionali e le pressioni per un intervento (in varie forme) proseguiranno, mentre si valuteranno nuove frontiere di politica monetaria. La forza del dollaro, quindi, sta probabilmente raggiungendo i suoi massimi, sebbene non prevediamo un brusco deprezzamento nel suo valore. La nostra previsione per il rapporto EUR/USD per la fine del 2020 è di 1,15, cosa che implica un leggero deprezzamento rispetto ai livelli attuali (la Figura 12 mostra le nostre previsioni a 12 mesi). Inoltre, un eventuale indebolimento del dollaro sarà probabilmente intervallato da momentanei periodi di rafforzamento in momenti di crescita dell’incertezza. Il ruolo del dollaro quale valuta di riserve a livello globale gli conferisce caratteristiche uniche e i fondamentali sono comunque una lama a doppio taglio. Rendimenti obbligazionari più alti negli Stati Uniti dovrebbero, in generale, sostenere il dollaro. Ma, se una flessione dell’economia spingesse le banche centrali a tagliare ripetutamente i tassi (cosa che prevediamo non accadrà) allora è più probabile che il differenziale dei tassi di interesse tra Stati Uniti ed Eurozona si vada assottigliando, eliminando così uno dei fattori a sostegno del dollaro rispetto all’euro. Figura 12: Previsioni su cambi e prezzi delle materie prime Fonte: Deutsche Bank AG. Dati al 16 dicembre 2019. EUR vs. USD EUR/USD 1,15 USD vs. JPY USD/JPY 105 EUR vs. JPY EUR/JPY 121 EUR vs. GBP EUR/GBP 0,89 GBP vs. USD GBP/USD 1,29 USD vs. CNY USD/CNY 7,10 I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 18 L’evoluzione della politica della BCE avrà un impatto sull’euro Nel frattempo, l’euro continuerà ad affrontare le proprie sfide, per lo più generate sul fronte interno. Oltre alla Brexit, la politica populista sembra continuare ad avere effetti sulle principali economie della regione, compresa forse l’Italia. Inoltre, i mercati valutari potrebbero essere turbati dall’evoluzione della politica della BCE e dalle comunicazioni ufficiali in merito da parte del suo nuovo Presidente. Infatti, Christine Lagarde dovrà ricercare una riconciliazione di varie vedute all’interno Consiglio Direttivo. La BCE manterrà comunque una traiettoria espansiva della sua politica monetaria. Lo yen continua ad avere un ruolo importante quale elemento diversificatore del portafoglio In questo scenario, gli investitori continueranno a cercare valute in grado di agire da diversificatori di portafoglio. Lo yen ha svolto egregiamente questo ruolo lo scorso anno, e continuerà a farlo. Sebbene la volatilità sia attualmente relativamente bassa e i rischi siano percepiti (probabilmente sbagliando) come “noti”, si avranno dei picchi di volatilità, con gli sviluppi di natura politica che agiranno probabilmente da elemento destabilizzante della fiducia. In questo scenario, continuiamo a credere che una posizione lunga in yen potrebbe giocare un ruolo vantaggioso all’interno dei portafogli. Una leggera svalutazione dello yuan cinese (CNY)potrebbe essere la conseguenza della continuazione del rallentamento economico della Cina e accompagnare episodi futuri di stallo nei negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Tuttavia, crediamo che la PBoC, la Banca Centrale cinese, continuerà a essere restia a implementare misure aggressive di allentamento a causa dei timori di stabilità finanziaria, alimentati dal livello di indebitamento di aziende e famiglie, rendendo così improbabile un brusco crollo dello yuan. La sterlina britannica sarà, naturalmente, influenzata in misura notevole dai progressi relativi alla Brexit. A parte ciò, gli investitori a lungo termine potrebbero prendere in considerazione di costruire posizioni tatticamente sulla sterlina a causa delle attuali valutazioni poco impegnative e periodi di posizionamento estremo, a seconda dei progressi della Brexit. Figura 13: Il prezzo dell’oro e il deficit di bilancio degli Stati Uniti Fonte: Datastream, Deutsche Bank AG. Dati al 1 dicembre 2019. Miliardi di USD USD/oz -2000 1800 -1600 1200 -1200 -800 600 -400 0 0 1980 1983 1986 1989 1992 1995 1998 2001 2004 2007 2010 2013 2016 2019e Surplus/deficit governativo (Stati Uniti, in miliardi di dollari, invertito, asse sinistro) Media mobile a 12 mesi del prezzo dell’oro all’oncia, in dollari (asse destro) Perché l’oro Una crescita economica in rallentamento suggerisce di non assumere esposizioni dirette alle materie prime ma la situazione nel settore immobiliare oltre a un probabile ridimensionamento della forza del dollaro statunitense segnalano possibili opportunità nell’oro. I precedenti suggeriscono che un deficit in aumento nel budget federale americano potrebbe comportare pressioni al rialzo per il prezzo dell’oro (Figura 13). La nostra previsione per il prezzo del metallo giallo alla fine del 2020 è di $1.550/oncia. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 19 I prezzi del petrolio non possono resistere alla pressione al ribasso dovuta al rallentamento della crescita economica globale che avrà ripercussioni sulla domanda (Figura 14), ma le controversie politiche porteranno a momentanei scostamenti al rialzo nel corso dell’anno. La nostra previsione per il WTI nel 2020 è di USD 54/barile. Figura 14: La crescita globale nella domanda di petrolio continua a essere rivista al ribasso Fonte: Bloomberg Finance, IEA Monthly Market Oil Report, Deutsche Bank AG. Dati al 12 dicembre 2019. Miliardi di USD 1,6 1,53 1,55 1,49 1,47 1,4 1,40 1,40 1,40 1,40 X.XX 1,41 1,38 1,29 1,28 1.30 1,25 1,25 1,22 1,23 1,23 1.20 1.21 1,2 1,14 1,14 1.11 X.XX 1,11 1,0 1,02 X.XX 1.01 0,98 1.00 0,98 0,98 0,89 0,90 0,8 0,84 0,75 0,75 0,6 dic 18 gen 19 feb 19 mar 19 apr 19 mag 19 gui 19 lug 19 ago 19 set 19 ott 19 nov 19 dic 19 Report mensile dell’Opec Report mensile del petrolio IEA Outlook dell’EIA sul settore energetico Valute dei mercati emergenti: superare la bufera Le valute dei mercati emergenti si trovano a dover affrontare alcune difficoltà dovute alle tensioni commerciali globali. Ma non vi sono solo cattive notizie. La volatilità dello sviluppo economico dei mercati emergenti è stata inferiore a quella dei mercati sviluppati negli ultimi anni e prevediamo che questa tendenza continuerà anche nel 2020. Gli asset dei mercati emergenti hanno registrato performance positive nel 2019 grazie alle politiche delle banche centrali nei mercati sviluppati, e non prevediamo che vi saranno cambiamenti in tal senso. Ma il rallentamento della crescita globale è negativo per i prezzi delle materie prime, con la conseguenza che si renderà necessario un approccio selettivo verso le valute dei mercati emergenti. Le previsioni su una selezione di valute dei mercati emergenti per il 2020 sono le seguenti: USD/CNY USD/TRY USD/MXN USD/BRL 7,10 6,10 19,50 4,15 Temi di investimento Tema 5 o Livello del dollaro vicino ai massimi o Utilizzo dello yen come elemento diversificatore o Momento favorevole per l'oro I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 20 Tema 6 La tecnologia incontra i criteri ESG I nostri temi di investimento a lungo termine si concentrano sui cambiamenti strutturali a lungo termine nello scenario economico e sociale. Appaiono più chiari se visti all’interno di un triangolo i cui tre lati sono tecnologia, demografia e sostenere il mondo in cui viviamo. I temi esistenti comprendono la sicurezza informatica, millennial, sanità, infrastrutture, smart mobility, l’intelligenza artificiale e gli investimenti sostenibili secondo criteri ESG (fattori ambientali, sociali e di governance) oltre che il potenziamento delle infrastrutture. Per il 2020 lanciamo due nuovi temi a lungo termine: rapido avanzamento del 5G e gestione delle risorse. Prepararsi per il livello successivo di dati: Rapido avanzamento del 5G 5G sta per quinta generazione nelle reti cellulari. Il 5G ha capacità e velocità superiori per integrare varie fonti: ad esempio sensori, macchine fotografiche, foot patrol, mappe, dispositivi, database e droni. Il 5G avrà molteplici, importanti effetti Ci si attende che le capacità del 5G andranno ben oltre l’ambito delle precedenti generazioni di reti e che avrà un profondo impatto sul comportamento sia dei consumatori sia dell’industria. Il probabile impatto del 5G può essere suddiviso in tre aree diverse. Innanzitutto, il 5G creerà opportunità per i fornitori di servizi che creano reti e forniscono dati agli utenti finali. Ericsson prevede che, entro il 2024, gli abbonamenti al 5G raggiungeranno 1,9 miliardi di utenti con il 35% del traffico su reti 5G, e che il 65% della popolazione globale sarà coperto da questa tecnologia. Ciò comporterà probabilmente la nascita di alleanze e strutture industriali nell’ambito delle infrastrutture tecnologiche e dei centri dati che le supportano. I fornitori di servizi si stanno già rivolgendo a esperti delle piattaforma cloud per collaborare e accelerare l’innovazione 5G. Secondo, il 5G avrà un impatto molto esteso nel migliorare la produttività commerciale, con un probabile considerevole impatto sulle economie di tutto il mondo. Le “smart factory” (fabbriche intelligenti), pronte all’utilizzo di tecnologia 5G, sono già costituite sulla base dell’Internet delle cose (IoT) e delle piatteforme di servizi web, e si spera che una connettività wireless flessibile e sicura possa ridurre sensibilmente i costi in confronto alle tradizionali tecniche di automazione. Terzo, il 5G porterà a una accelerazione nella creazione e utilizzo dei “big data”. In questa maniera, interesserà e trasformerà molti settori, compresi, ad esempio, quello automobilistico, il retail, l’istruzione, e l’intrattenimento, oltre al settore sanitario. L’uso dei dispositivi IoT accelererà con I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
CIO Insights Sei temi per il 2020 21 l’introduzione del 5G e comporterà un aumento sia della velocità che del volume dei dati, con la maggior parte della crescita dell’IoT prevista nel nord-est asiatico. Figura 15: Capacità 5G vs. reti 4G LTE esistenti Fonte: Cisco Systems, Qualcomm, Deutsche Bank AG. Dati al 1 dicembre 2019. 4G LTE 5G Tasso medio 25 Mb/s 100 Mb/s Tasso massimo 150 Mb/s 10,000 Mb/s Latenza 50 ms 1 ms Densità di connessione 2,000km2 100,000 km2 Gestione delle risorse Il nostro secondo tema a lungo termine per il 2020 è la gestione delle risorse (gestione, utilizzo e conservazione efficace di risorse scarse), con particolare attenzione, in questo caso, alla gestione dei rifiuti e alle sfide del riciclaggio, sebbene l’argomento sia molto più ampio. La regolamentazione e il monitoraggio degli investimenti si stanno ora concentrando su timori ambientali: si noti per esempio, l’imminente segnalazione obbligatoria che sarà introdotta nel 2020 nel contesto della Task Force sulle informazioni finanziarie relative al clima (TCFD). Secondo le previsioni delle Nazioni Unite, l’urbanizzazione combinata con la crescita della popolazione mondiale implica che il numero di persone nelle aree urbane aumenterà di 2,5 miliardi entro il 2050, raggiungendo il 70% della popolazione mondiale. L’aumento della popolazione urbana comporterà sfide significative per la raccolta e il riciclaggio dei rifiuti. Allo stato attuale, mentre i tassi di raccolta nelle città ad alto reddito sono aumentati al 100%, la media nelle città a basso reddito ammonta solo al 35%. Le Nazioni Unite ritengono che almeno 2 miliardi di persone non abbiano accesso alla raccolta di rifiuti solidi. L’aumento della classe media globale aumenta i problemi I problemi di rifiuti e riciclaggio saranno peggiorati dalla crescita della classe media in tutto il mondo, che entro il 2050, stando alle previsioni delle Nazioni Unite, sarà pari a 3 miliardi di persone a livello globale. I nuovi membri della classe media avranno un reddito disponibile sufficiente per acquistare prodotti in maniera paragonabile alle persone dei paesi ad alto reddito di oggi. Una maggiore spesa al consumo porterà a una maggiore generazione di rifiuti. Entro il 2050, i volumi di rifiuti dovrebbero più che raddoppiare, con l’Asia e l’Africa che supereranno entro il 2030 le regioni ad alto reddito in termini di generazione di rifiuti solidi urbani. Inoltre, viviamo nel mondo dei gadget con cicli di prodotto sempre più brevi, che peggiorano il problema dei rifiuti elettronici. Sulla base dei dati del 2016, solo una piccola parte dei rifiuti elettronici viene raccolta e riciclata: circa il 35% in Europa e ancora meno in Asia e nelle Americhe. Il resto è destinato a discariche e inceneritori o ai commercianti di rifiuti. Si prevede che la quantità di rifiuti elettronici globali crescerà dell’8% all’anno, e sebbene quasi il 100% dei rifiuti elettronici sia riciclabile, gli attuali tassi di riciclo non sono promettenti: solo il 15,5% in tutto il mondo (nel 2018). Circa il 40% dei rifiuti elettronici viene inoltre esportato in Asia dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Europa. I risultati passati non costituiscono garanzia per il futuro. Le previsioni non rappresentano un indicatore affidabile circa la performance futura. Si invita il lettore a consultare le segnalazioni e gli avvertimenti in merito ai rischi presenti alla fine di questo documento. Realizzato a dicembre 2019.
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