Cellule procariotiche - Eubatteri Archeobatteri - Infermieristica

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Cellule procariotiche - Eubatteri Archeobatteri - Infermieristica
Cellule procariotiche

Eubatteri     Archeobatteri
Cellule procariotiche - Eubatteri Archeobatteri - Infermieristica
I batteri
Organismi unicellulari di piccole dimensioni (1-10mm), possono associarsi
            in filamenti o formare piccoli ammassi di cellule

                                                   Il genoma varia da 0,5 a 5
                                                   milioni di coppie di basi ed è
                                                   in grado di codificare tra
                                                   1000 a 4000 proteine
                                                   differenti

                                                   Hanno strutture membranose
                                                   interne molto ridotte

                                                 La popolazione batterica evolve
                                                 in fretta e aquisisce rapidamente
                                                 la capacità di utilizzare una
                                                 nuova fonte di sostentamento o
                                                 di resistenza agli effetti letali di
                                                 un nuovo antibiotico
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I procarioti presentano forme diverse:
 I cocchi sono cellule di forma approssimativamente sferica: possono presentarsi
 come singola sfera oppure riunite in aggregati

                                                                   Strutture tridimensionali
                                                                         o agglomerati
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Forma dei batteri: Cocchi

                              i cocchi restano uniti
                              in      coppia     al
                              momento         della
                              divisione
                                                                                     Divisione casuale

Formazione di lunghe catene       I cocchi si dividono su tre   Gruppi di forma quadrata
                                  piano, formando strutture
                                  cubiche
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Forma dei batteri: bastoncelli o bacillo
I bacilli differiscono notevolmente rispetto al rapporto lunghezza/larghezza

                                                 Le estremità del bastoncello spesso
                                                 differiscono: si possono avere
                                                 estremità piatte, arrotondate, a forma
                                                 di sigaro o biforcute
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I batteri

            Le principali strutture dei batteri
            sono:
            -Parete cellulare
            -Membrana plasmatica
            -Ribosomi
            -Inclusioni citoplasmatiche (materiale
            di riserva fatto di composti a base di
            carbonio, azoto, zolfo o fosforo)
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La parete cellulare
La parete cellulare è una struttura che circonda la cellula all’esterno della
membrana plasmatica
Composta principalmente peptidoglicano

      -Mantenimento della forma
      -Conferimento della forza meccanica
      -Controllo dell’espansione

               Gram+                              Gram-
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Colorazione di Gram
                 La   colorazione      di
                 Gram è il più importante
                 metodo di colorazione batterica
                 differenziale, definita così perché
                 non colora in maniera uguale
                 tutti i tipi di cellule.

                      Il preparato contenente i
                      batteri viene trattato con:
                      -cristalvioletto
                      - mordenzatore (soluzione di
                      iodio e ioduro di potassio in
                      acqua) una sostanza che
                      permetta al colorante di
                      legarsi in maniera stabile al
                      substrato
                      - decolorante (alcol etilico o
                      acetone)
                      - colorante che può essere la
                      fuxina o la sufranina
                      -di decoloranti.
Gram-positivi: i batteri appaiono           Gram-negativi: i batteri sono
          colorati in violetto perché il              decolorati e pertanto assumono
          decolorante non è riuscito a                la colorazione del secondo
          rimuovere           il      complesso       colorante    utilizzato,  quindi
          cristalvioletto-iodio da queste cellule     appaiono                   rossi

L’idrofobicità della parete cellulare è alla base della caratteristica Gram-positività: mentre il
cristalvioletto e lo iodio veicolato dalla soluzione di Lugol riescono a penetrare nella cellula
attraversando la parete cellulare grazie alla loro idrofilia, il complesso colorante-iodio che si
forma all’interno della cellula assume caratteristiche idrofobiche che non gli consentono di
riattraversare la parete cellulare per essere estratto dalla cellula anche in presenza di
decoloranti.
I batteri
    Parete cellulare: differenza tra Gram positivi e Gram negativi
   Strato rigido formato da peptidoglicano sottile lamina costituita da due derivati
   polisaccaridici e da un gruppo di amminoacidi assemblati a formare unità di
   ripetizione, il glican-tetrapeptide

                                                 Acidi lipoteicoici
                                                     Carica -
                             Acidi teicoici
                               Carica -
                                                                                                                      Il peptido glicano
                                                                                                                      rappresente solo il
Il     peptidoglicano
                                                                                                                      10% della parete,
rappresente fino al
90% del materiale di
parete

Spazio periplasmatico rete di peptidoglicano a                   Lo strato esterno (lipopolisaccaride)                 è costituito da
maglie larghe enzimi coinvolti nei processi di
assorbimento dei nutrienti, nella sintesi del
                                                                 lipopolisaccaride contenete fosfolipidi, polisaccaridi e proteine
peptidoglicano e nella modificazione dei                         Complesso lipoproteico svolge funzioni di ancoraggio tra membrane
composti tossici                                                 esterna e peptidoglicano
                                                                 Proprietà biologica: tossicità per gli animali
La parete cellulare e la protezione osmotica
Osmosi: l’acqua si muove attraverso le membrane selettivamente permeabili
passando da soluzioni diluite a soluzioni più concentrate
Lisi: l’acqua entra nella cellula, la pressione osmotica aumenta e
determina            la           lisi         della        cellula

Plasmolisi: negli abitat ipertonici fuoriuscita dell’acqua, il citoplasma
si raggrinzisce e si stacca dalla parete cellulare (meccanismo utile
nella              conservazione                  dei                 cibi)
La membrana plasmatica

La membrana plasmatica è una barriera selettiva costituita da lipidi nei quali
sono inglobate alcune proteine
Membrana plasmatica un sistema altamente
                  organizzato e asimmetrico:

-proteine periferiche legate alla membrana da legami deboli 20-30%
-proteine integrali associate al doppio strato lipidico 70-80%

-   Trattiene il citoplasma
-   Barriera selettiva permeabile
-   Assunzione di nutrienti
-   Eliminazione di cataboliti
-   Secrezione di proteine

-   Respirazione
-   Fotosintesi
-   Sintesi dei lipidi e dei costituenti della parete
-   Segregazione cromosomica
                                      -
Alcuni procarioti dispongono di complessi
                  sistemi di membrane interne

   Membrane fotosintetiche                          mesosomi

•mesosomi settali: intervengono nella divisione cellulare, legano il cromosoma batterico e
producono il setto trasverso
La matrice citoplasmatica sostanza compresa
       fra la membrana plasmatica e il nucleoide

                                      - costituita dal 70% di acqua
                                      - altamente organizzata e ricca
                                      di ribosomi
                                      Proteine       specifiche     sono
                                      localizzate in regioni particolari
                                      della cellula

                                     Protoplasto:       membrana
                                     plasmatica e tutto ciò che in
                                     essa è contenuto
Il nucleoide
Le cellule procariotiche non possiedono un nucleo

L’informazione genetica (aploide) è racchiusa in un’unica molecola,
cromosoma procariotico situato in una regione di forma irregolare,
chiamata, nucleoide
                                           Il nucleoide è in contatto con la membrana
                                           plasmatica o con il mesosoma
                                           Formato da:
                                           60% DNA
                                           30%RNA
                                           10%proteine       (diverse     da    quelle
                                           eucariotiche)

                                           I plasmidi molecole di DNA circolare
                                           - Crescita cellulare
                                           - Riproduzione dell’ospite
                                           - Vantaggi selettivi
                                           - Resistenza a farmaci
                                           - Nuove capacità riproduttive

                                           L’assenza di membrana nucleare fa sì che
                                           una molecola di mRNA venga tradotta nella
                                           proteina corrispondente mentre procede
                                           ancora la sua trasrizione
Strutture accessorie dei batteri
• Fimbrie o pili: brevi appendici filiformi, sono sottili tubuli, formati da
  subunità proteiche organizzate in una struttura elicoidale
    – Permettono ai microorganismi di aderire a superfici inerti o di formare pellicole
      o strati sulla superficie di sostanze liquide
    – Motilità contrattile
    – -sono coinvolti nel processo di coniugazione batterica meccanismo di
      trasferimento genetico
           adesione

                                  coniugazione
Strutture accessorie dei batteri
Flagelli appendici cellulari lunghe e sottili libere ad un’estremità costituiti da
una singola proteina la flagellina. Il flagello batterico è una struttura rigida ed
elicoidale, che si inserisce alla base della cellula e ruota a spese del gradiente di
protoni determinando il movimento cellulare

               flagellina
Le appendici delle cellule procariotiche
L’endospora batterica

Molti batteri gram positivi sono in grado di generare al loro
interno una struttura quiescente e particolarmente resistente
a stress ambientali come calore radiazioni ultraviolette,
radiazioni gamma, disinfettanti chimici e disidratazione

       Le specie batteriche che le producono
             sono pericolosi patogeni
VIRUS
1890   Iwanosky e Beijerinck
       Estratto ottenuto da piante di tabacco affette da malattia
       “del mosaico” – agente infettivo filtrabile
1935-1960      Struttura dei virus
       Microscopia elettronica

CARATTERISTICHE PECULIARI

-   Entità infettive contenenti acido nucleico (DNA o RNA), che si replicano
    all’interno di cellule viventi utilizzano l’apparato biosintetico della cellula
    per dirigere la sintesi di particelle virali (VIRIONI)
-   Diametro dei virioni varia tra 10 e 300-400nm
-   I virioni NON crescono di dimensioni e NON si dividono. Vengono
    MONTATI per interazione di macromolecole
-   I virioni non hanno metabolismo e sistemi enzimatici per la produzione
    di energia
-   I virioni necessitano di cellule infettate per riprodursi
STRUTTURA DEI VIRIONI

-Acido nucleico
(sempre presente)

-Capside
(sempre presente)

-Involucro membranoso
(presente in alcuni virus animali)

Il virione è metabolicamente inerte e non esplica funzioni respiratorie e
biosintetiche.
Il processo attraverso cui un genoma virale si introduce e si replica in una cellula
viene chiamato infezione
La cellula in cui un virus può penetrare e riprodursi viene detta ospite
Il virus riprogramma quelle componenti metaboliche e biosintatiche preesistenti
nell’ospite, che sono necessarie per la sua replicazione
Proprietà strutturali generali
Nucleocapside: acido nucleico, DNA o RNA, racchiuso da un involucro
formato da proteine organizzate in maniera precisa e molto ripetitiva
intorno all’acido nucleico

tipi di capside con conformazioni altamente simmetriche:

a)       capside Icosaedrico (solido regolare a 20 facce triangolari)

b)       capside elicoidali (forma simile a cilindri proteici cavi, rigidi o
         flessibili

     c) Virioni a struttura complessa (i. senza un vero e proprio capside; ii.
        con capside non icosaedrico o tubulare, iii. con capside
        asimmetrico per la presenza di strutture accessorie come code,
                 fibre etc.)

-Involucro membranoso
Capside: duplice funzione protegge l’acido nucleico e
permette l’interazione del virus con la cellula infettata

                                       Struttura a forma sferica
                                       La geometria icosaedrica
                                       rappresenta la disposizione
                                       più    efficiente    per  le
                                       subunità di un capside,
                                       perchè utilizza il minor
                                       numero di capsomeri per
                                       costruire il rivestimento
Struttura del virus del mosaico del
                  tabacco

Virus ad RNA con simmetria elicoidale in cui le
subunità proteiche identiche sono disposte ad
elica.

La lunghezza dei virus elicoidali è determinata
dalla lunghezza del genoma, mentre la
larghezza dal grado di impacchettamento delle
subunità proteiche
Virus a struttura complessa
Virioni composti da diverse parti distinte ciascuna con la sua
configurazione e simmetria

                           Testa icosaedriche

                                  T4

     Batteriofago lambda   Coda elicoidale
                           Con fibre caudali
Acidi nucleici
- DNA o RNA
- A doppio o singolo filamento
- Lineare o circolare che può propagarsi da un ospite ad un altro
- Intero o segmentato
     -Virus influenza: 8 segmenti di RNA a singolo filamento
     -Retrovirus: 2 molecole di RNA a singolo filamento (diploide)
-Dimensione variabile
     - 2.000-200.000 basi (5-50% peso del nucleocapside)

-Geni sovrapposti
        -cornici di lettura sovrapposte
        -geni più piccoli contenuti in geni più grandi
Acidi nucleici

RNA a doppio filamento
STRUTTURA DEI VIRIONI
-Acido nucleico

-Capside

-Involucro membranoso o pericapside doppio strato lipidico contenente
glicoproteine
        Caratteristico di alcuni virus animali. Proviene dalla membrana
        plasmatica o da altre membrane della cellula ospite (RE, Nucleo,
        Golgi) modificate con proteine virali (dette spicole).
        Esempio: virus dell’influenza.
        -HA=spicole di emoagglutinina per l’attacco del virione alla
        superficie
        della cellula ospite
        -NA= spicole di neuroaminidasi per la liberazione dei nuovi virioni
        dalla cellula ospite
Caratteri generali
                Virioni: Sferici, oppure filamentosi
                (pleomorfici)
                Involucro: Lipidico, contiene 2
                glicoproteine HAe NA con uno strato
                costituito di 2 proteine di matrice M1
                e M2
                Genoma: RNA a polarità negativa a
                unico    filamento      segmentato(8
                segmenti in A e B, 7 in C)
                Core: Nucleoproteina associata ad
                ogni filamento di RNA formando i
                ribonucleoproteine (RNPs)
                Simmetria: Elicoidale
                Replicazione: Nucleare

Virus dell’influenza
Enzimi dei virus:

-DNA polierasi RNA dipendente, retrotrascrive l’informazione genetica
dell’RNA genomico in un intermedio ad DNA

-neuroaminidasi, rompe i legami glicosidici delle glicoproteine e dei
glicolipidi del tessuto connettivo aiutando la liberazione della progenie
virale.

-lisozima, enzima con attività battericidi, nei batteri Gram + catalizza
l'idrolisi del legame beta 1,4 tra l'acido N-acetilmuramico (NAM) e la N-
acetilglucosamina (NAG) che sono la componente principale
del peptidoglicano producendo un foro nella parete batterica
TROPISMO VIRALE
-Generalmente un virus può infettare un numero ristretto di tipi cellulari; ciò
fornisce una base per classificarli in:
Virus batterici (batteriofagi), Virus animali e Virus vegetali

-Alcuni virus però possono infettare sia piante sia insetti che si cibano di
esse (Esempio: un virus della patata infetta anche locuste che si nutrono
delle foglie della pianta di patata)

-Alcuni virus animali possiedono una specificità ampia (esempio: virus
della stomatite vescicolare che infetta insetti e molti tipi di cellule di
mammifero)

-La maggior parte dei virus, però, sono specifici per phyla

-Alcuni virus sono estremamente specifici e infettano solo poche specie
o addirittura solo alcuni tipi cellulari

-La specificità è dovuta all’interazione fra proteine virali presenti sulla superficie
del capside e specifiche strutture esposte sula superficie della cellula infettate,
Classificazione dei virus animali

Data la limitatezza del materiale genetico disponibile, il tipo di geni presenti nei genomi virali è
ridotto al minimo necessario per consentire:
a) la replicazione del DNA o RNA virale
b) La formazione del capside
Esempi di virus animali

Osservazioni: I virus variano molto sia per dimensioni che per forma e non tutti i
virus hanno l’involucro esterno
Caratteristiche generali della replicazione dei virus
 I vari aspetti del processo di replicazione di un virus possono essere
 suddivisi in sette fasi:

 -Attacco (adsorbimento) del virione ad una cellula ospite sensibile
 -Penetrazione (iniezione) del virione o del suo genoma all’interno della
 cellula
 -Fasi replicative precoci del genoma virale, in cui il macchinario biosintetico
 della cellula ospite è modificato, come preludio alla sintesi di acidi nucleici
 virali, vengono sintetizzati enzimi virus-specifici
 -Replicazione del genoma virale
 -Sintesi delle subunità proteiche
 -Assemblaggio delle subunità proteiche del capside virale
 -Assemblaggio delle subunità proteiche e impacchettamento del genoma
 nelle nuove particelle virali
 -Rilascio di virioni maturi dalla cellula (lisi)
Infezione dell’ospite da parte di un
                           batteriofago
Adsorbimento del fago T4 alla parete cellulare di E.Coli

                                                           -Attacco delle lunghe fibre
                                                           caudali alla parete cellulare
                                                           -Contatto fra la parete
                                                           cellulare e la punta della coda
                                                           -Azione    di   un    enzima
                                                           lisozimico che permette la
                                                           formazione di un foro
                                                           -Contrazione della guaina e
                                                           iniezione del DNA
Adsorbimento e penetrazione della cellula ospite

Adesione dei batteriofagi alla superficie della cellula ospite in corrispondenza di specifiche
strutture, recettori
Adsorbimento: le fibre caudali giungono a contatto con il recettore, la piastra basale si
dispone sulla superficie

Pistra e guaina si riorganizzano formando un cilindro
Penetrazione dell’asse tubulare centrale all’interno della parete batterica (gp5 proprietà
lisozimatiche)
Il DNA è estruso dalla testa, attraversa l’asse tubulare caudale ed è introdotto nella cellula
ospite
Sintesi degli acidi nucleici
              e delle proteine fagiche

-   la sintesi di proteine, DNA e RNA dell’ospite è interrotta

-   RNA polimerasi dell’ospite viene indirizza a sintetizzare
    mRNA fagici

- Alcuni enzimi precoci virali virus-specifici degradano il DNA
dell’ospite per ricavarne nucleotidi

- Sintesi DNA virale e proteine fagiche del capside

- Assemblaggio del virus maturo
Liberazione delle particelle fagiche
              Ciclo litico di un batteriofago
Endolisina: attacca il peptidoglicano della
parete cellulare
Olina: lesione della membrana plasmatica
che arresta la respirazione
Ciclo litico e ciclo lisogeno
I virus temperati possono entrare in uno stato, detto di lisogenia, nel quale non viene espressa la maggior
parte dei geni fagici, e il genoma virale si replica in sintonia con il cromosoma dell’ospite
Viene espressa solo una proteina cI che funge da repressore di tutti gli altri geni virali
Lisi o lisogenia?

                                        Il genoma di lambda contiene due gruppi
                                        di geni, uno per il controllo della crescita
                                             litica e l’altro per il controllo della
                                                            lisogenia

                                         La competizione fra questi prodotti genici
                                         precoci e l’influenza di fattori dell’ospite
                                         determina quale di queste vie avrà
                                         sucesso

Dipende dallo stato nutrizionale della cellula ospite.
 I geni fagici sono mantenuti stabilmente nello stato lisògeno finchè non
 avviene un cambiamento per il quale passano, con grande efficienza, in
 un secondo stato in cui si verifia la crescita litica
Ciclo di un virus animale
1. Adsorbimento del virus alla cellula
   Recettori                specificità
2. Ingresso nella cellula
   - Inglobamento del virione (fagocitosi o endocitosi)
   - Fusione dell’involucro virale con la membrana cellulare
3. Liberazione dell’acido nucleico
   -citoplasma -nucleo
4. Trascrizione del genoma virale
5. Traduzione
   -Poliproteine                      Proteine virali
6. Replicazione dell’acido nucleico
7. Assemblaggio nuovi virioni
8. Liberazione delle particelle virali
   - Lisi cellulare (virus senza involucro)
   - Gemmazione (virus con involucro)
   - Esocitosi (virus con involucro)
Ciclo di un virus animale a DNA
Gemmazione dei virus animali

Proteine virali dell’involucro attraversano la membrana e si legano a proteine del capside
Nel caso di virus con involucro il rilascio di virioni, che avviene con un processo di
gemmazione, può essere lento e la cellula può non essere lisata, rimanere viva e
continuare a produrre virus per un lungo periodo di tempo
Gemmazione dei virus animali

                                    Acquisizione
                                    dell’involucro tramite
                                    gemmazione

Gemmazione del virus del morbillo
Ciclo di un retrovirus
I retrovirus sono virus a RNA che si replicano a DNA
Genoma diploide:due molecole di RNA a singolo filamento tenute
insieme da legami idrogeno per mezzo di specifiche molecole di tRNA

                                                  Processi di replicazione di un retrovirus:
                                                  -Ingresso nella cellula
                                                  -Retrotrascrizione di una delle due subunità
                                                  genomiche di RNA in un DNA a singolo
                                                  filamento,    che    è    succccessivamente
                                                  convertito in un DNA lineare a doppio
                                                  filamento, per mezzo della trascrittasi inversa
                                                  -Integrazione della copia a DNA nel genoma
                                                  dell’ospite
                                                  -Trascrizione del DNA virale, che porta alla
                                                  formazione degli mRNA virali e dell’RNA
                                                  genomico virale
                                                  -Incapsidazione      dell’RNA      virale    in
                                                  nucleocapsidi nel citoplasma
                                                  -Gemmazione dei virioni rivestiti attraverso
                                                  membrana citoplasmatica e rilascio dalla
                                                  cellula
Ciclo di un retrovirus
CANCEROGENESI VIRALE

All'inizio degli anni '60 i virologi hanno dimostrato che:

– Il fenotipo tumorale poteva essere conferito a cellule
normali in coltura in seguito ad infezione con un virus
(Dulbecco, 1963)

– Questi virus erano capaci di integrarsi nel genoma
cellulare tramite la trascrittasi inversa (Temin; Baltimora,
1970)
Virus tumorali (oncogèni)
I virus che possiedono la caratteristica di indurre alterazioni dei normali processi
omeostatici del ritmo proliferativo cellulare, vengono definiti virus oncogeni, a loro
volta distinti in virus oncogeni con genoma a DNA e virus oncogeni a RNA

- Alcuni tumori sono associati all’infezione da parte di virus oncogeni
- Infatti alcuni virus contengono oncogeni, un gene che potenzialmente trasforma
le cellule normali in cellule cancerose
• Quando l’oncogene è trasmesso da virus: ONCOGENE VIRALE
Come si definisce un virus tumorale?

• Presenza di parte del genoma virale nei tumori ed espressione di
alcuni geni virali.
• L’infezione di cellule in vitro porta alla trasformazione
   Saggi di tumorigenicita’:
          • Crescita in basso siero (ridotta richiesta di fattori di crescita)
          • Crescita in soft agar (crescita indipendente da ancoraggio)
•Identificazione dei geni virali che trasformano le cellule in coltura
• l’infezione in un modello animale induce tumore
– non possibile nell’ uomo
– la vaccinazione previene l’insorgenza del tumore
VIRUS ONCOGENI

• virus oncogeni a RNA (retrovirus)
  – retrovirus: carcinogenesi rapida
                carcinogenesi lenta

• virus oncogeni a DNA (oncoDNAvirus)
  – hepadnavirus
  – papovavirus
  – adenovirus
  – herpesvirus
  – poxvirus
Virus tumorali a DNA
Cellule permissive: replicano il virus e subiscono l’effetto citopatogeno, in
conseguenza del quale esse muoiono nel momento in cui rilasciano i virioni >
esse non diventano cellule tumorali

Cellule non permissive: non replicano il virus infettante e subiscono la
trasformazione neoplastica in quanto si verificano alcuni eventi molecolari atti a
determinare il fenotipo tumorale (mutagenesi inserzionale)

  In una piccola percentuale di queste cellule il cromosoma virale si integra nel
 genoma dove viene replicato insieme al genoma della cellula ospite o forma un
                  plasmide che si replica in maniera controllata.

                    Cambiamenti genetici nella cellula ospite

                     Trasformazione neoplastica
VIRUS ONCOGENI A DNA
La trasformazione si verifica in assenza di moltiplicazione virale in cellule non-
permissive e si realizza sempre attraverso l'integrazione del virus nel genoma
della cellula ospite
• L'integrazione avviene a caso e la probabilità che dia trasformazione è molto
bassa

VIRUS ONCOGENI A DNA
• Il virus dell’epatite B (HBV) ed epative C (HCV) frequentemente associato alla
comparsa del carcinoma epatico

• Il virus di Epstein-Barr (EBV) associato alla comparsa del Linfoma di Burkitt,
oltre che agente eziologico della mononucleosi infettiva

• I papilloma virus umani (HPV) di cui diversi ceppi sono associati a carcinomi
della cervice uterina
Virus tumorali a RNA
Come portano ad una alterazione genetica permanente?

         Trascrittasi inversa e integrasi

                 Retrovirus!
VIRUS ONCOGENI AD RNA

• I retrovirus sono così chiamati perché nel genoma è presente un gene (pol)
che codifica per l’enzima virale trascrittasi inversa (reverse transcriptase, RT)
che, una volta avvenuta la penetrazione del virus all’interno della cellula,
trasforma l’RNA del genoma virale in DNA, che viene incorporato nel genoma
cellulare

         • Trasformanti acuti > rapida comparsa dei tumori, trasformazione
         neoplastica di cellule normali in coltura e sono portatori di oncogeni
         • Trasformanti lenti > sono privi di oncogeni, lungo periodo di
         incubazione e non sono capaci di indurre trasformazione neoplastica
         di cellule normali in coltura
• I retrovirus oncogeni responsabili di carcinogenesi rapida provocano delle
vere e proprie forme acute di tumore (soprattutto sarcomi) che si
manifestano nel giro di pochi giorni
• Il virus del sarcoma di pollo scoperto da Rous nel 1911 è il più rapido dei
virus oncogeni: i fibroblasti in coltura acquistano il fenotipo trasformato
dopo 24 ore dall'infezione
• i tumori da essi provocati sono di origine policlonale
VIRUS ONCOGENI AD RNA

• I retrovirus oncogeni responsabili di carcinogenesi lenta provocano tumore solo
dopo settimane o mesi (anni nel caso di retrovirus umani) dall'infezione
• I tumori da essi provocati sono di origine monoclonale

• HTLV-1 e HTLV-2 = human T cell leukemia virus sono associati alla
comparsa nell’uomo di una particolare forma di leucemia a cellule T e di
linfomi

• I retrovirus HIV-1 e HIV-2 (agenti eziologici della sindrome da
immunodeficienza acquisita) non sono considerati virus oncogeni; essi però
causando uno stato di grave immunodeficienza, favoriscono la
comparsa di tumori (kaposi’s sarcoma) che sono definiti tumori opportunistici
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