BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE

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BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
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                                                    BILLY

                                                    IL CONTAGIO
                                                    RIVISTA DI CINEMA
                                                    E ALTRE PERVERSIONI
                      CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE

                                                                                marzo/1.20
             MARCO BACCHI, LEANDRA BORSCI, Ramiro Castro Xiques, NOEMI GIUGLIANO, Francesca Leoni,
                    MATTEO LOLLETTI, Davide Mastrangelo, PIERO MEROLA, MARCO MULANA, PAOLO UTILI.
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
INDICE

                                                                                                           Il contagio
                                                                                   Cronache di contaminazioni artistiche
 3 CITAZIONE

                                                «Oggi l’arte si fa con tutto
     Germano Celant

 4 LO STATO DELL’ARTE

                                                  e ovunque, senza confini
     Leandra Borsci

 6 LE CITTÀ INVIVIBILI

                                                  linguistici e territoriali.
     Ramiro Castro Xiques

 8 IL “BISOGNO” DEL CONTAGIO:
   BREVE EXCURSUS NEL CINEMA DEL 2000
     Paolo Utili

10 PETER GREENAWAY,
                                            Gli artisti entrano e agiscono
   L’ARTISTA CONTAMINATO
     Noemi Giugliano                              nel campo dell’immagine
12 IL DOCUMENTARIO
   COME FINZIONE DEL REALE
     Marco Bacchi
                                                 con un’attitudine leggera
14 NOI SIAMO PAROLA
     Matteo Lolletti
                                                                   e plurale,
17 LA LINGUA BATTE DOVE VUOLE
     Leandra Borsci
                                                 muovendosi senza istanze
20 SUA ALTEZZA REAL(TÀ)
     Marco Mulana
                                               univoche nella panoramica
22 NUOVE CONTAMINAZIONI MUSICALI:
   LA “BLACK DIASPORA” È IL FUTURO                         di tutti i media».
   DELLA SCENA BRITANNICA
     Piero Merola

24 VIDEOARTE > ARTI INTERMEDIALI
                                                                  Germano Celant
     Francesca Leoni e Davide Mastrangelo

26 CRUCIVIRUS
     Mulangella
                                                                                                      3
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LO STATO

                                                                                                                                                             Il contagio
                                                                                                                                     Cronache di contaminazioni artistiche
DELL’ARTE
    Abbiamo scritto, riscritto, riformulato, disfatto e       Ma abbiamo portato avanti le nostre istanze, i nostri
    reinterpretato questo editoriale rincorrendo l’attua-     pensieri, le nostre battute sulla tastiera con maggio-
    lità più recente, troppo sfuggente e troppo poco pre-     re enfasi quando la cultura è venuta in soccorso come
    dicibile. Quando ragionavamo su questo primo numero di    anticorpo per riempire il silenzio dell’isolamento da
    BILLY di quello che si sarebbe da lì a poco rivelato un   COVID-19. Assistiamo al tentativo contemporaneo di al-
    funesto 2020, la riflessione prendeva le mosse da una     cuni artisti di togliere la polvere dalla noia di una
    storia sinistra di contagio, confinata nel continente     reclusione opportuna, facendoci entrare grazie al web
    asiatico, che ci spingeva a riflettere sull’ambivalenza   nelle proprie case, nei propri laboratori e studi di
    del termine “contaminazione”.                             registrazione, dietro le quinte delle proprie mae-
    Se è vero – com’è vero – che contaminare è sinonimo       stranze. L’obiettivo è intrattenere, accomodarsi nel
    in infettare, inquinare, lordare, e in certi contesti     vuoto altrui, mentre i sipari dei cinema e dei teatri
    anche corrompere moralmente, è altrettanto vero che       sono chiusi, e i balconi e le chat di famiglia affol-
    contaminare è anche fondersi, arricchire, ibridare.       lati.
    Abbiamo inteso la contaminazione come l’incontro di
    codici espressivi e canali artistici che si contagiano
    vicendevolmente, dando luogo a forme ibride che offro-    Lungi dal voler scrivere un elogio alla lentezza o
    no un’esperienza nuova e più completa. C di contagio,     alla frenesia, in questo numero dedichiamo un focus
    di cultura, di crossover. Le arti contemporanee – sem-    importante al cinema del contagio e al cinema contami-
    pre più visuali, che visive – oggi dialogano tra loro,    nato; agli artisti ibridati dietro la camera da presa,
    accogliendo e incorporando i differenti linguaggi ar-     che sperimentano il terreno multimediale. Parliamo di
    tistici; coinvolgono l’uomo, artista e spettatore, in-    fusion in riferimento alla commistione di generi ci-
    teriorizzando nel risultato finale le nuance della sua    nematografici, musicali, e registri linguistici; della
    esperienza.                                               virulenza dei social media, e delle influenze sottili e
    Il termine Gesamtkunstwerk — dal tedesco, l’opera d’ar-   sfuggevoli tra realtà e finzione.
    te totale — indica proprio la convergenza di più forme    Di questo e di altro parliamo in questo numero di BILLY
    artistiche che in un’unica sintesi culturale tocca        che — soltanto per questa volta — esce esclusivamente
    le corde dell’universalità. Senza voler scomodare le      in veste digitale, per mostrare il volto felice del-
    intuizioni wagneriane, oggi si assiste alla conversio-    la contaminazione, in un periodo in cui la positività
    ne non senza proseliti alla multimedialità artistica,     tuona come una condanna.
    che non è più solo appannaggio degli sceneggiatori,
    dei videasti, dei compositori o dei performer, ma si
    traduce in una conversione democratica. La contamina-
    zione avviene quindi su più livelli, tra le discipline
    e all’interno delle discipline stesse, e di riflesso
    contagia lo spettatore, il suo punto di vista, il suo
    credo.
    In questo numero abbiamo osservato da vicino un termine
    che solo qualche settimana fa evocava lugubri scenari                                                        Leandra Borsci
    esotici, che oggi invece fanno parte della nostra rimo-                                     Laureata in Mass Media e Politica,
    dulata quotidianità, fatta di mura domestiche, nevrosi                                  appassionata di comunicazione digitale
    e lievito di birra.                                                                             e amante delle buone maniere.

4                                                                                                                                                       5
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
Mettere su il muso. Perché?
                    Fare buon viso a cattivo gioco. Quale?
                                    Faccia a faccia. Con chi?
    Essere costretti a difendersi da un nemico invisibile,
                                molecolare, smaterializzato.
      Allora ti vien su l’istinto, animale magari, bestiale.
              Forse è l’istinto di Animal del Muppet Show
             quando canta manamanà e non sa le parole,
                         e insegue il ritmo a colpi di tosse.
                                             Andrea Lucatelli
                                                              
                         Lo scatto di Ramiro Castro Xiques
     è stato selezionato undicesimo tra più di 400 foto
            per il Concorso nazionale di Nadir Magazine
             e ProgettoPhoto nel 2006 dedicato al tema
                                          “Le città invivibili”.

                        Ramiro Castro Xiques
                                       Fotografo.

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Il “bisogno” del contagio:

                                                                                                                                                                                                                                                                                                    Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                                                            Cronache di contaminazioni artistiche
          breve excursus
          nel cinema del 2000                                                                                                                                                                       28 giorni dopo (2002) di Danny Boyle ©British Film Council, DNA Films

                                                                  di sopravvissuti contro l’orda di infetti: tutti si muovono in un     Sotto quest’ultimo aspetto molto in-      zione – sia televisiva, che social – con l’adozione di linguaggi
                                                                  mondo rovesciato nell’ordine costituito dove non vi sono più          teressante è Deserto rosso san-           che incitano all’odio e alla discriminazione.
                                                                  regole e a regnare è il caos.                                         gue (2016) di Colin Minihan:              Precursore di un’altra questione molto attuale ai nostri giorni,
                                                                  Non si poteva non partire allora da 28 giorni dopo (2002)             Las Vegas è distrutta da un’epide-        quella ambientale, è E venne il giorno (2008) di M.Ni-
                                                                  di Danny Boyle: in Inghilterra si abbatte un potente virus            mia. Una donna si ritrova persa nel       ght Shyamalan: gli uomini sono spinti al suicidio a causa
                                                                  che porta le persone a uccidere e a mettere a ferro e fuoco il        deserto con uno zombie alle calca-        di una neurotossina prodotta dalle piante in reazione proprio
                                                                  Paese nell’arco di ventotto giorni, mentre i pochi non contagiati     gna, ma la situazione prende una          all’essere umano, divenuto un pericolo per il pianeta.
                                                                  si uniscono nel tentativo di sopravvivere. Un’opera che denun-        piega inaspettata nel momento in          In un momento in cui tutto il mondo si sta diffondendo il CO-
                                                                  cia la violenza intrinseca del genere umano, dimostrata sia dal       cui questa fuga diventa un’occasio-       VID-19, non si può poi non pensare a Contagion (2011) di
                                                                  fatto che i sopravvissuti si trovano a combattere non solo con-       ne per lei per riflettere sulla propria   Steven Soderbergh: un virus si propaga da Hong Kong in
                                                                  tro gli infetti ma anche contro altri esseri umani senza scrupoli,    vita e gli errori commessi. Lo zombie     tutto il mondo in maniera repentina, causando vittime a di-
                                                                  sia dalla mutazione del protagonista che assume un comporta-          diventa il suo miglior confidente e,      smisura. Inizia dunque una corsa contro il tempo per trovare
                                                                  mento identico a quello dei contagiati pur non essendolo.             grazie loro rapporto di amicizia, riu-    una cura. Il film gioca sulla paura del contagio, sulle isterie
                                                                  Il contagio però non è solo un’indagine sulla violenza, ma an-        scirà a riacquistare tratti di umani-     che produce nelle persone non ancora infette, sul coraggio di
                         Zombi child (2019) di Bertrand Bonello   che una riflessione sull’essere umano e sulla società in cui vive.    tà, fino a frenare l’istinto cannibale.   chi cerca di adottare le contromisure e su chi approfitta della
©My New Picture, Les Films du Bal, Playtime, Arte France Cinéma
                                                                  In questo senso troviamo opere come Stake Land (2010)                 Il viaggio nel deserto è dunque una       situazione per speculare.
                                                                  di Jim Mickle in cui un’epidemia di vampirismo ha infestato           sorta di purificazione per entrambi.      Il pensiero finale va a Zombi child (2019) di Bertrand
        Zombie, infetti, vampiri, lupi                            gli Stati Uniti lasciando indenni solo piccole comunità isolate;      Se dunque, come abbiamo visto, la         Bonello dove l’idea è quella di trattare la trasformazione in
        mannari, virus letali… la                                 Train to Busan (2016) di Yeon Sang-ho dove un virus si                lotta contro l’epidemia è un prete-       zombi tornando alle origini, cioè al legame con il culto vudù, in
        storia del cinema è piena di                              diffonde rapidamente in Corea del Sud, tramutando le persone          sto per analizzare l’essere umano,        un’opera che in verità vuole essere un ritratto della difficoltà di
        forme di contagio volte a in-                             in zombi, e l’unica via di fuga è raggiungere la città di Busan       altro tema molto importante, e che        integrazione, del confronto con altre culture, di come nell’età
        terrogarci su aspetti politici,                           a bordo di un treno; The end? L’inferno fuori (2017) di               ci permette di riflettere sul nostro      dell’adolescenza si arrivi a sfidare inconsciamente l’ignoto, per
        sociali, culturali e umani.                               Daniele Misischia che vede un arrogante manager rimanere              mondo e sulle sue problematiche, è        soddisfare i propri desideri puerili.
        Sarebbe impossibile in questo breve                       intrappolato in un ascensore, mentre a Roma si sta scatenando         come l’epidemia venga trasmessa.          I film sul contagio hanno dunque caratterizzato anche il nuovo
        intervento trattare in maniera com-                       una apocalisse zombi, rendendo la sua involontaria prigione il        Ed è proprio questa la chiave più         millennio; il loro è un ritorno costante con uno scopo: quello di
        pleta il tema, per questo la scelta ri-                   luogo più sicuro. Se il film di Mickle, caratterizzato dall’inizio    interessante di vari film a partire       porre l’individuo di fronte ai problemi della società in cui vive,
        cadrà su alcuni film usciti negli anni                    alla fine da un profondo senso di tristezza – che ricorda The         da Pontypool (2008) di Bru-               alle sue paure, alla sue fragilità, al suo istinto di sopravvivenza,
        2000 che, sia per il tipo di contagio                     Road (2009) di John Hillcoat – e da una forte critica contro i        ce McDonald, in cui il contagio           nel tentativo di smuovere le coscienze. E di questo abbiamo
        che per il modo in cui viene trasmes-                     fanatici religiosi (più pericolosi dei vampiri stessi), si chiude     viene trasmesso attraverso alcune         sempre bisogno.
        so, testimoniano come in maniera                          con la possibilità di poter ricominciare, Yeon Sang-ho e Mi-          parole “infette” della lingua inglese
        ricorrente, ancora oggi, vi sia quasi                     sischia sembrano voler sottolineare come l’esperienza di af-          e la cui cura si nasconde nella ricer-
        un “bisogno” di realizzare opere di                       frontare gli infetti porti i protagonisti a un recupero delle vere    ca di una parola che cambi il senso
        questo tipo, la cui struttura spesso                      priorità della vita, al ritorno in un certo senso a essere “umani”,   di quella infetta. Un film per certi                                                                               Paolo Utili
        mette a confronto un piccolo gruppo                       abbandonando atteggiamenti egoisti e arrivisti figli di una so-       versi anticipatore di quello che oggi                         Laureato in Lettere, ora vende integratori per vivere.

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                                                                  cietà capitalista.                                                    avviene soprattutto nella comunica-                               Appassionato di cinema da tempo indeterminato.
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
Arriviamo, allora, alla sua pellicola più celebre e, forse, contro-

                                                                                                                                                                                                                                              Il contagio
                                                                                                                                                                                                                      Cronache di contaminazioni artistiche
                                                                                                        versa, quella in cui Greenaway, più che in ogni altra, fonde le
                                                                                                        sue conoscenze artistiche in modo esemplare, creando il film
                                                                                                        perfetto. Perché sì Il cuoco, il ladro, sua moglie e il suo amante,
                                                                                                        è un film perfetto. Nel suo essere durissima critica all’era tha-

     Peter Greenaway,
                                                                                                        tcheriana dei consumi, il lavoro di Greenaway mette in scena un
                                                                                                        dramma in cui ogni cosa è, come nell’arte pittorica, allegoria e
                                                                                                        metafora e, al contempo, critica e giudizio. E per farlo si serve
                                                                                                        dei migliori: il direttore della fotografia è Sacha Vierny, il cast

     l’artista contaminato
                                                                                                        è composto da attori formatisi nel teatro classico (come Helen
                                                                                                        Mirren, Michael Gambon e Richard Bohringer), il cibo di scena è
                                                                                                        preparato dallo chef Giorgio Locatelli, le musiche sono composte
                                                                                                        da Michael Nyman, i costumi confezionati da Jean-Paul Gaultier,
                                                                                                        la scenografia realizzata da Ben Van Os e Jan Roelfs. La pellicola
                                                                                                        di Greenaway ha l’intento di fondere l’eccellenza di tutte le arti
     La prima volta che ho visto Il cuoco, il ladro, sua moglie e il                                    nell’arte del cinema. Ma la perfezione del film non sta solo in
     suo amante (1989) di Peter Greenaway ero certa di aver visto                                       questo, bensì nel significato che l’accostamento delle arti – già
     un’opera d’arte. E, come spesso accade davanti alle opere d’arte,                                  nell’epoca della loro riproducibilità tecnica – va a creare. Per-
     mi sono sentita assalita da uno strano senso di confusione. Si                                     ché è vero che Greenaway ama il barocco, ma l’abbondanza (di
     trattava, però, di uno smarrimento diverso, perché ciò che non              La perfezione è qui    cibo, di violenza, di bellezza) che vediamo nel
     mi era chiaro era davanti a quale genere di lavoro artistico mi                                    film non è fine a sé stessa, qui non si tratta
                                                                             carica di un significato
     trovassi. La pellicola di Greenaway, infatti, non è soltanto un                                    di art pour l’art. La perfezione è qui carica di
     film, si tratta, piuttosto, di una serie di quadri - dipinti con un   altamente sprezzante che,
                                                                                                        un significato altamente sprezzante che, proprio
     sapiente uso del colore tenuti insieme da una trama più tea-               proprio per questo,     per questo, crea dei contrasti che sono l’unico
     trale che cinematografica e da tutta una serie di elementi che               crea dei contrasti    modo possibile e – ancora – perfetto per ren-
     fondono le arti più diverse. In The cook, the thief, his wife and       che sono l’unico modo      dere l’idea dell’orrore dell’epoca dei consumi.
     her lover Greenaway unisce pittura, teatro, fotografia, musica,                                    Così, restando fedele al suo stile grottesco e
                                                                            possibile e – ancora –
     cucina e alta moda, senza che la pellicola risulti per questo un                                   impregnato di black humor, Greenaway ci pro-
     mero esercizio di stile.                                                   perfetto per rendere    pone continuamente contrasti di rappresenta-
                                                                                   l’idea dell’orrore   zioni riprovevoli e stupende, in cui si è costan-
                                                                                                                                                               ©Kess Kasander per Allarts Cook Production LTD./Erato Films Inc.
     Ma per comprendere Peter Greenaway come regista contagiato è            dell’epoca dei consumi.    temente combattuti tra la voglia di distogliere
     necessaria una più ampia indagine su di lui come artista ibrido                                    lo sguardo e quella di farsi rapire dalla bellezza
     i cui dipinti, disegni, esposizioni, istallazioni e produzioni sono                                della composizione del quadro.
     intimamente connessi ai suoi lavori cinematografici.                                               Per Greenaway ogni frame è un dipinto studiato in ogni minimo
     Nel ’62 Peter Greenaway frequenta la Walthamstow College of                                        dettaglio. E anche quando la camera non è fissa le carrellate
     Art perché deciso a diventare un pittore. L’arte rinascimentale e                                  sembrano quasi una passeggiata all’interno di una galleria d’ar-
     barocca sono le correnti che più lo interessano e i cui elementi                                   te, un passaggio dello sguardo da un quadro all’altro.
     fondamentali riverberano abbondantemente nelle sue pellicole.
     Affascinato dal cinema di Ingmar Bergman, dalla Nouvelle Vague                                     Guardare un film di Greenaway significa immergersi in un uni-
     e, in particolare, dai lavori di Alain Resnais, Greenaway inizia                                   verso di simboli, metafore e allegorie, un universo in cui ogni
     – letteralmente – a sperimentare la settima arte. Tra gli anni                                     elemento assume un significato simbolico. È chiaro che il cinema
     Sessanta e Settanta il regista – o meglio a painter who works in                                   mutua i suoi fondamenti dalla pittura, basta osservarne il lin-
     cinema, o film-maker trained as a painter [un pittore che lavora                                   guaggio; eppure, nelle pellicole di Greenaway questo aspetto
     nel cinema o un cineasta che si esercita a fare il pittore], come                                  è talmente evidente da risultare quasi ingombrante, come una
     lui stesso si è spesso definito – dirige, quindi, una serie di film                                decorazione barocca.
     in cui la sua voglia di superare e abbattere i confini del cinema                                  L’arte cinematografica di Greenaway non è soltanto intrisa della
     classico è evidente. Un’esigenza irresistibile per un artista che                                  sua profonda passione e conoscenza della pittura. Il cinema di
     si sentirebbe certamente ingabbiato dai confini di una sola arte.                                  Greenaway è pittura.
     I misteri del giardino di Compton House (1982) segna lo spartiac-
     que tra quella che potremmo definire una prima fase sperimen-
     tale e una seconda più matura. Le due fasi, tuttavia, mostrano                                                                                                  Noemi Giugliano
     comunque degli importanti elementi di continuità, primo fra                                                                                   Caporedattrice della MMP Web TV,
     tutti l’influenza del suo background pittorico.
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                                                                                                                              ama tutto ciò che è visual ed è perennemente indecisa.
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
Il documentario
                                                                                                                    ro di spettatori raggiungibili, ed è probabilmente      narrativa al racconto antropologico: utilizzando
                                                                                                                    grazie al continuo variare di queste condizioni         come filtro proprio la finzione drammaturgica, il

                                                                                                                                                                                                                                                                     Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                             Cronache di contaminazioni artistiche
                                                                                                                    che, negli ultimi decenni, il cinema del “reale” ha     racconto riesce ad alterare le distanze emotive tra

 come finzione
                                                                                                                    trovato sempre più spazio nelle programmazioni          noi e quello che vediamo, smettendo di chiedere
                                                                                                                    delle sale cinematografiche e all’interno dei festi-    il nostro giudizio in merito alla storia raccontata,
                                                                                                                    val di cinema più importanti del mondo riuscendo,       ma facendo appello alla nostra capacità empati-
                                                                                                                    in molti casi, ad aggiudicarsi importanti ricono-       ca e chiedendo allo spettatore una sospensione

 del reale
                                                                                                                    scimenti. I fattori che, negli ultimi decenni, hanno    del’incredulità simile a quella che viene richiesta
                                                                                                                    reso possibile la (ri)scoperta di un genere che da      nel cinema di finzione.
                                                                                                                    sempre è stato destinato a un pubblico ristretto di
                                                                                                                    appassionati e che, nelle grandi manifestazioni,        Come scrive Dario Zonta, autore di un libro-inter-
                                                                                                                    aveva una categoria riservata e distinta dal cine-      vista agli autori sopra citati, questi documentari
                                                                                                                    ma di finzione, sono molteplici e uno di questi è       «hanno il reale come metodo, fonte, ispirazione,
                                                                                                                    sicuramente la facilità di accesso alle informazioni    baricentro, cornice, sviluppo e la drammaturgia
                                                                                                                    e alle notizie, che diventano spesso virali e che,      come linguaggio, narrazione, racconto, storia e
                                                                                                                    riuscendo ad arrivare a un pubblico sempre più          ancora sviluppo. Nella loro macchina cinema, il
                                                                                                                    vasto, ne hanno aumentato la sensibilità e l’in-        reale – come fosse una materia – viene alterato,
                                                                                                                    teresse verso temi che spesso erano destinati ad        piegato, modellato e trasformato in nuove forme
                                                                                                                    avere un impatto molto breve e superficiale sull’o-     di narrazione.» Attraverso questi mezzi la storia
                                                                                                                    pinione pubblica. Ma può solo questo giustificare       che ci viene raccontata si contamina e parten-
                                                                                                                    questo fenomeno? Sappiamo bene quanto non sia           do dal reale ha la possibilità di rappresentarlo e
                                                                                                                    la storia in sé a essere interessante ma quanto         trascenderlo, permettendo un livello espressivo
                                                                                                                    l’interesse sia dettato dal modo in cui la storia       più ampio, che consente allo spettatore un mag-
                                                                                                                    stessa ci viene raccontata: ciò che hanno in co-        giore coinvolgimento emotivo: come accade, ad
                                                                                                                    mune quasi tutti i documentari che hanno trion-         esempio, nel mockumentary (la finzione ci viene
                                                                                                                    fato recentemente nei grandi festival non è solo        raccontata come fatto reale) in cui allo spetta-
                                                                                                                    la scelta di mettere in discussione un linguaggio       tore viene chiesto un tipo di interazione con la
                                                                                                                    obsoleto e ripetitivo, ma è la volonta e la necessità   storia che va al di là del semplice rapporto con la
                                                                                                                    di rivoluzionarlo, ibridandolo con la drammaturgia      finzione, questa nuova onda documentaristica (in
                                                                                                                    e la finzione, arricchendolo di quelle componenti       cui la realtà ci viene raccontata, a diversi livelli,
                                                                                                                    proprie della fiction come lo storytelling e il mon-    come finzione) non si limita a raccontare eventi,
                                                                                                                    taggio, lasciando che le storie venissero contami-      tragedie o persone, ma riesce a trasformarle in
                                                                                                                    nate in modo trasversale da un concetto linguisti-      qualcosa di più vivo e mutevole: in definitiva ciò
                                                                                                                    co ambiguo e nuovo: è questo che ha contribuito         che appare ai nostri occhi non sono più semplice-
                                                                                                                    al rinascita del cinema del reale.                      mente le storie di persone o di eventi, ma attra-
                                                                                                                                                                            verso l’uso di tecniche narrative e di montaggio
                                                                                                                    Come scrivevamo qualche numero fa, su queste            proprie del cinema di finzione, diventano le storie
                                                                                                                    pagine, osservare la realtà attraverso uno scher-       di personaggi attraverso i quali, paradossalmen-
                                                                                                                    mo equivale a osservarla attraverso gli occhi e la      te, grazie a quel filtro di drammatizzazione che il
                                                                                                                    soggettività di un’altra persona, da una distanza       regista riesce a mettere tra noi e ciò che vediamo,
                                                                                                                    (sia percettiva che emotiva) che ne altera il carat-    sviluppiamo la capacità di entrare più in sintonia
     Il cinema, nella sua fase embrionale – e quindi        pellicole quanto di più vicino ci sia all’oggettivi-    tere e l’impatto ai nostri occhi, permettendoci di      con il racconto e, in generale, di abbattere quella
     sperimentale -, altro non era che rappresentazio-      tà del reale. Sebbene non ci fosse, in quei brevi       interporre un filtro tra noi e le cose che ne fanno     parete che divide emotivamente il pubblico e la
     ne del reale, probabilmente nella sua forma più        fotogrammi, la necessità di documentare il reale,       parte: nonostante la sensazione, e la convinzio-        cronaca.
     pura: le prime proiezione dei fratelli Lumière non     bensì quella di scoprire il mezzo, la nascita del       ne, sia quella di guardarla come se fosse reale,
     erano altro che brevi documenti su lavoratori che      cinema corrisponde, in tutto e per tutto, anche         dimentichiamo che ogni realtà è rappresentazio-
     uscivano dalle fabbriche o piccoli spaccati di vita    alla nascita del documentario. La storia del docu-      ne e, di conseguenza, finzione. Ciò che ha reso
     quotidiana nelle grandi città, ripresi con una tele-   mentario, così come quella di tutte le arti visive, è   dei successi mondiali lavori come Fuocoammare
     camera fissa e senza stacchi di montaggio. Anche       storia di ibridazione, contaminazione, di sperimen-     (Gianfranco Rosi), Louisiana (Roberto Minervini)
     se oggi sappiamo come persino la scelta di dove        tazione e anche di necessità narrative che si sono      e La bocca del lupo (Pietro Marcello) – solo per
     posizionare la telecamera costituisca un filtro e      rese indispensabili a causa del mutare continuo                                                                                                             Marco Bacchi
                                                                                                                    citarne alcuni del panorama italiano che hanno                                               Sceneggiatore e autore.
     un’interpretazione della realtà, le intenzioni (e      del medium, dei cambiamenti relativi a possibilità      contribuito a questa innovazione linguistica – è                   Tra gli altri lavori, è stato assistente alla regia
     soprattutto i mezzi dell’epoca) rendono quelle         di fruirne e di conseguenza in relazione al nume-       proprio la capacità di fondere la sperimentazione                       per il documentario This is not Paradise.

12                                                                                                                                                                                                                                                    13
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
NOI SIAMO
                                                                                                         D’altronde qualcuno ha detto e ancora dice che «in principio era il
                                                                                                         Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» e che poi il Verbo

                                                                                                                                                                                                                                                   Il contagio
                                                                                                                                                                                                                           Cronache di contaminazioni artistiche
                                                                                                         si è fatto carne, implicando che il corpo sia una parola vivente.
                                                                                                         Qualcuno aggiunge anche che, come dice Giovanni, «la tua parola
                                                                                                         è verità». E se sappiamo che il quotidiano del PCUS si chiamava
                                                                                                         Правда, Pravda, che significa Verità, ecco allora quindi il senso

PAROLA
                                                                                                         di un discorso, di un logos che ascende e si struttura quindi prima
                                                                                                         come parola-verità, e poi alla fine si fa atto, si fa corpo, si invera,
                                                                                                         contaminando, contagiando, in un altro contesto semantico, il rea-
                                                                                                         le, oppure la sua replica, se non la sua invenzione, ossia nei termini
                                                                                                         in cui può essere inteso il cinema, che è soglia per definizione ed
                                                                                                         corpo senza essere materia.

                                                                                                         E se è normale, forse, che la parola sia il motore (im)mobile di un
                                                                                                         certo tipo di cinema, quale è quello documentaristico, soprattutto
                                                                                                         se collocato nel passato, ecco che ci appare meno immediato che lo
                                                                                                         sia per il cinema di finzione, posto che sia davvero ancora possibile
                                                                                                         — ne parliamo anche in questo numero di BILLY — operare una
                                                                                                         distinzione netta tra questi macrogeneri. Eppure, come dicevamo
                                                                                                         in apertura, la sezione competitiva della Berlinale 2020, parla tan-
                                                                                                         tissimo.

     Reduci dall’ultima, notevolissima, Berlinale, tra una paranoia e l’al-                               ©Jeonwonsa Film Co. Production Seoul    ©Adventure Pictures, BBC             ©Phenomen Berlin Filmproduktion
     tra dovuta al coronavirus, ci sentiamo di registrare una tendenza         Contàgio s. m.,
     del festival, che a nostro modo di vedere ha attraversato gran parte      dal lat. contagium,       The Woman Who Ran di Hong               Ancora: nel controverso — ma         Poi Dau. Natasha, il folle e de-
     delle opere in concorso, ma che ci sentiamo di rintracciare anche         der. di contingĕre        Sang-soo, ad esempio, si arti-          per me straordinario — film          bordante capolavoro di Ilya Khr-
     in quello che delle altre sezioni abbiamo potuto vedere. Stiamo par-      «toccare,                 cola di una serie di inquadratu-        di Sally Potter, The Roads Not       zhanovskiy e Jekaterina Oertel
     lando di un elemento certo trasversale e, se vogliamo, da sempre          essere a contatto,        re fisse, con qualche zoom che          Taken, la figlia di Bardem è di-     in cui la parola si declina come
     necessariamente presente, in qualche modo, ma che mai come in             contaminare»,             chi ama il maestro coreano co-          speratamente avvinta alle paro-      controllo, oppressione e potere,
     questa edizione abbiamo sentito come centrale, addirittura cardi-         comp. di con- e tangĕre   nosce bene, inquadrature, dice-         le del padre, parole che per lei     e dove è sempre e solo il ver-
     nale: la parola.                                                          «toccare».                vamo, gonfie di parole che par-         rappresentano — o dovrebbero         bo a infettare l’azione, la parola
                                                                                                         lano del presente e del passato         farlo — senso, speranza, sal-        compresa come quella impa-
     Molti dei film in concorso sono parlati in maniera debordante, in-                                  e che riescono a modificare e           vezza, in un senso tanto bru-        rata, quella tradotta, e quindi
     controllata quasi, anche se mai incontrollabile. Parole che sono                                    intercettare entrambi così come         talmente fisico quanto emotivo,      persa, come quella inascoltata,
     contagio, parole che diventano costrutti materici, che si fanno                                     riescono a increspare la stati-         mentre lo stesso Bardem ne in-       per una palingenesi che si con-
     acting out, per usare un termine della psichiatria particolarmente                                  cità della narrazione, uscendo          segue il portato, ne è ostaggio      creta in un dispositivo che entra
     adatto al cinema. Parole che si fanno corpo o corpi che si fanno                                    quindi persino dalla storia per         al punto che un singolo pronun-      dentro, modifica e infine entra
     parole, parole come contaminazione di noi stessi, come violenza,                                    ibridare le modalità di rappre-         ciamento porta il personaggio        a far parte di ciò che ha modi-
     penetrazione, quindi amore, nei confronti degli altri. Parole come                                  sentazione.                             in mezzo a un ricordo che non        ficato.
     grimaldelli o come varchi, parole come soglie che permettono un                                                                             riesce a gestire, proprio lui che,
     passaggio, una permeabilità, e che quindi modificano l’esistente per                                                                        non a caso, è uno scrittore che
     il fatto stesso di essere pronunciate, vi si scontrano o vi s’incontra-                                                                     adesso fatica a parlare, è me-
     no, come un dispositivo di possibilità.                                                                                                     moria che non riesce a ricorda-

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                                                                                                                                                                                                                                    15
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                             Cronache di contaminazioni artistiche
                                                                                                                                                    LA LINGUA
                                                                                                                                                    BATTE
      ©Pepito Produzioni                       ©Schramm Film Koerner & Weber              ©Homegreen Films

     Anche Favolacce, straordinario           Persino l’amore di Undine, gran-           Solo apparentemente, infine,
     atto di sabotaggio dei fratel-           de opera di Christian Petzold,             Tsai Ming-Liang rinuncia alla
     li D’Innocenzo, ha la parola al          ruota attorno alle cose dette e            parola, nel suo Days, che è e

                                                                                                                                                    DOVE VUOLE
     centro della sua narrazione, la          a quelle non dette, all’impossi-           resta un capolavoro devastante.
     parola come pericolo, la parola          bilità di parlare sottacqua, alla          In realtà, nell’opera del regista
     che, se disintermediata o irre-          parola come impraticabile gesto            taiwanese, ci troviamo in pros-
     sponsabile, se pronunciata dal           d’addio e praticabile ma impre-            simità dell’approdo ultimo della
     rispetto o dall’amore, finisce           ciso tentativo di spiegazione sia          parola intesa come trasmissione
     per essere letale, finisce per           del presente che della storia, in          (di una malattia o di un conta-                             Da dronista a mockumentary:
     costruire bombe o trovare pe-            un’articolazione persino urbani-           gio? Ché nel primo caso, allo-                              la contaminazione linguistica
     sticidi a buon mercato. E non            stica e quindi in una topografia           ra, qual è il contagio, se non la                           nel parlato e nel cinema.
     è solo o tanto una questione di          affettiva.                                 parola stessa? E quale la ma-
     comprensione, cioè di prendere                                                      lattia, dunque?), proprio e già
     insieme, o di apprendimento,                                                        quando, in apertura del film, il
     quindi di prendere a, quanto                                                        regista ci avverte: «questo film
     piuttosto di (non) cedere alla                                                      è volutamente non sottotitola-
     corrispondenza tra linguaggio                                                       to». Poi, in 127 minuti di lunghi
     e realtà, ché forse davvero la                                                      estenuanti straordinari umani
     salvezza è nel silenzio.                                                            piani fissi, sentiremo solo 4 o
                                                                                         5 parole, nessuna delle quali
                                                                                         completamente decodificabi-
                                                                                         le eppure tutte perfettamente
     Allora ecco che sì, le parole sono contagio, perché sono all’inizio e               comprensibili, ché a questo
     sono l’inizio, anche solo banalmente in termini di produzione au-                   punto la parola si è fatta final-
     diovisiva. Perché da un lato restiamo senza parole quando qualcosa                  mente davvero corpo, ché sia-
     ci meraviglia, ibrida i nostri sensi, li stupisce con l’estraneità o la             mo fragili e cadenti, ché siamo
     prossimità, e dall’altro le parole ci toccano, e, se toccare è l’etimo-             sbagliati e luminosi, ché non
     logia di contagiare, non possiamo che chiederci come il cinema, in                  possiamo nulla se non l’intimi-     Ricordo con poco affetto un vecchio insegnante di        I conservatori della lingua,
     cui il verbo si fa carne e viceversa, possa non essere quel dispositi-              tà della solitudine, dentro un      tedesco del liceo che ci obbligava a scrivere la ß       nella fattispecie, sono singolari,
     vo debordante, contaminante e contaminato della contemporaneità,                    incontro erotico che passerà,       (scharfes S, il corrispettivo italiano della doppia      perché singolare è il rifiuto
     laddove la declinazione del termine non ha però un’accezione nega-                  ossia nell’unico momento in cui     esse) nonostante la riforma ortografica ne avesse        che mostrano di fronte
     tiva, ma rappresenta una potenzialità inesplorata, destinata prima a                qualcuno dice qualcosa ma non       limitato l’uso ad alcuni casi specifici. Era a disagio   alla contaminazione linguistica
     uccidere e poi a farsi ospite.                                                      importa capirlo, come a saperlo     di fronte ai cambiamenti, alle cose da giovani e ai      e alla possibilità di ingresso
                                                                                         già, nella mimesi tra cinema e      giovani stessi. Ricordo quella sua ostinazione nel       di nuovi termini nella propria
     Le parole sono importanti, no?, «chi parla male, pensa male», si sa.                resto, dentro una dimensione        non voler cambiare idea, quel suo modo naftali-          quotidianità.
                                                                                         finalmente materica. D’altron-      nico di insegnarci la lingua, immutabile come le
                                                                                         de, per dirla con Wittgenstein,     sacre scritture.                                         I neologismi nascono per identificare e riempire di
                                                                                         «su ciò di cui non si può parla-                                                             contenuto condiviso una nuova esigenza lessicale,
                                                                     Matteo Lolletti     re, si deve tacere».                Di conservatori se ne incontrano parecchi: a scuo-       derivante dall’ingresso nelle nostre vite di oggetti
                                          Regista, saggista e docente universitario,
                           ha co-diretto Libertà in esilio (Premio Ilaria Alpi - 2009)                                       la, sul lavoro, online. Sui mezzi pubblici, tra i pa-    o concetti prima sconosciuti o assopiti. Possono
                                                                                                                             renti, nei libri di storia.                              aver vita per esigenze tecnico-scientifiche, arti-
16                                                                                                                                                                                                                                                     17
                                         e co-sceneggiato “Solo cose belle” (2019).
BILLY RIVISTA DI CINEMA E ALTRE PERVERSIONI IL CONTAGIO - CRONACHE DI CONTAMINAZIONI ARTISTICHE
Ad accomunare le obiezioni, si rintraccia una ne-       I neologismi non sono rimasti in panchina, ma
                                                                                                                     gazione della novità, quasi un pregiudizio che ir-      sono entrati nelle sceneggiature fin dagli anni

                                                                                                                                                                                                                                                                 Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                         Cronache di contaminazioni artistiche
                                                                                                                     rigidisce le posizioni – linguistiche in apparenza,     Trenta, giocando una prima timida partita nei co-
                                                                                                                     culturali nella sostanza – di chi parla.                pioni del cinema dei Telefoni bianchi. Nel registro
                                                                                                                                                                             linguistico, il cambiamento di tendenza si è reso
                                                                                                                     La distanza tra ciò che si è certi                      però evidente con le family-fiction, esplose negli
                                                                                                                     di conoscere e la possibilità                           anni ottanta: la lingua di questo genere attinge
                                                                                                                     che quello che sappiamo non basti,                      necessariamente all’italiano colloquiale, quello di
                                                                                                                     lascia spazio alla frustrazione                         tutti i giorni (G. Patota e F. Rossi, L’italiano al cine-
                                                                                                                     di dover in qualche modo tornare                        ma, l’italiano nel cinema). Ma il prodotto cinema-
                                                                                                                     a imparare qualcosa.                                    tografico che ad oggi rappresenta forse l’esempio
                                                                                                                                                                             italiano più emblematico di commistione lessicale
                                                                                                                     Se mettere in quarantena una lingua viva è intrin-      è Gomorra – La serie. È la contaminazione tra
                                                                                                                     secamente contraddittorio, è altrettanto natura-        i diversi registri linguistici usati che rafforza la
                                                                                                                     le però che ci sia una resistenza dei parlanti di       credibilità delle immagini: accanto a un linguag-
                                                                                                                     fronte ai cambiamenti, sebbene questi attestino         gio ricco di metafore e similitudini care al dialetto
                                                                                                                     un buono stato di salute dell’italiano. La lingua si    napoletano, la lingua di oggi, appartenente a quel
                                                                                                                     deve adattare ai cambiamenti storici e culturali,       contesto, cruda come chi la parla, offre uno spac-
                                                                                                                     deve fotografare la società del momento. Qui e          cato italiano di autentico e feroce realismo.
                                                                                                                     ora. Ed è per questo che anche il cinema non è
                                                                                                                     immune alla contaminazione linguistica.                 Il cinema stesso, oltre ad accogliere
                                                                                                                                                                             la lingua e le sue trasformazioni,
                                                                                                                     Il vocabolario cinematografico                          ha prestato e continua a prestare
                                                                                                                     è un crocevia di influenze lessicali                    all’italiano parole.
                                                                                                                     in entrata e in uscita, di parole
                                                                                                                     di passaggio: alcune restano,                           Uno dei maggiori esempi della penetrazione dei
                                                                                                                     altre i parlanti le lasciano andare.                    lessemi cinematografici nel parlato comune ita-
                                                                                                                                                                             liano arriva dai film di Federico Fellini. Il termine
                                                                                                                     Se il termine regista è ormai familiare, anche se fu    amarcord (dal dialetto romagnolo “mi ricordo”),
                                                                                                                     coniato da Bruno Migliorini nel 1932 per rimpiaz-       tratto dall’omonimo film, viene usato oggi in tutta
                                                                                                                     zare il francesismo régisseur, abbiamo abituato         Italia per indicare un ricordo con qualche venatu-
     stico-culturali, per puro divertimento. Possono        dissenso, sventolando per aria la bandiera della         occhi e orecchie anche a cinepanettone, solita-         ra nostalgica. E così paparazzo, dal cognome di un
     essere di nuovo conio (dronista) o derivati da         cacofonia, come se il termine “cacofonico” non lo        mente la commediasexi ambientata nel periodo            fotografo del film La dolce vita, da cui si attinge
     parole già esistenti (lanacaprinesco); possono         fosse di per sé. Il fatto che i neologismi vengano       natalizio, a cui si è affiancato con minor fortuna il   invece per indicare l’omonimo maglioncino a collo
     essere forestierismi, prestiti da lingue straniere     creati, pensati e proposti per concretizzare un          cinecocomero, la risposta nostrana ai blockbuster       alto (anche se nel film Mastroianni non indossa
     (show case) o forestierismi ibridi (scannerizzare).    nuovo concetto, non significa che debbano au-            americani estivi. Tra i neologismi sul genere cine-     mai questo capo), fino a felliniano: «avevo sempre
     Alcuni termini possono, con il tempo, arricchirsi      tomaticamente posarsi nel vocabolario e metterci         matografico, si fanno strada biofilm, un termine        sognato, da grande, di fare l’aggettivo» (F. Fel-
     di un nuovo e diverso significato rispetto a quello    radici: il loro ingresso e la loro permanenza nella      ambivalente che indica un film biografico, ma che       lini).
     tradizionale: tra le neosemie, un classico esempio     lingua sono determinati esclusivamente dall’uso          può anche essere usato per indicare una sottile
     è quello della campana, da strumento musicale a        che ne fanno i parlanti nel tempo. Gli unici che         pellicola in ambito biomedico, e mockumentary,          Parlare di integrità linguistica
     contenitore per raccolta differenziata dei rifiuti.    se ne serviranno, oppure no (V. Gheno, Potere alle       la crasi tra il verbo to mock «prendere in giro»        è quindi un concetto relativo.
                                                            parole).                                                 e il sostantivo documentary «documentario», un          Nessuna minaccia alla porta:
     La percezione molto diffusa                                                                                     particolare genere che simula lo stile e il proce-      la lingua che si contamina
     tra i parlanti è quella che i neologismi               Nel tentativo di mettere in quarantena l’italiano,       dimento documentaristico, nascondendo invece la         non è in pericolo, è solo lo specchio
     non servano, al contrario deturpino                    si dichiarano untori della lingua i forestierismi, in    costruzione di una fiction. Dagli Stati Uniti arri-     dei tempi.
     l’italiano immacolato e imperituro.                    particolare quelli presi in prestito dall’inglese. Tra   va il concetto di cinematerapia o filmterapia, la
                                                            i termini appestati fanno capolino anche i femmi-        capacità tipica delle storie del grande schermo e
     I nuovi termini vengono spesso intesi come stor-       nili di professione (la ministra, l’avvocata, l’inge-    dell’immaginario filmico di curare gli stati negativi
     ture, sgradevoli al suono, elementi rinunciabili di    gnera) sui quali continua a prevalere scetticismo        dell’anima. Tra gli inglesismi, filmcrossing (nato
     cui infatti non si era mai sentito il bisogno prima.   cacofonico, all’ombra del reale rifiuto di accettare     sul modello di bookcrossing), ovvero la circolazio-
                                                                                                                                                                                                                     Leandra Borsci
     C’è chi parla di imbarbarimento e punta il dito        che le donne oggi abbiano raggiunto, con grande          ne di film e serie tv tra cinefili che lasciano dvd                            Laureata in Mass Media e Politica,
     contro i più giovani, chi grida al lassismo delle      fatica, posizioni apicali (V. Gheno, Femminili Sin-      in angoli frequentati della città, a disposizione di                       appassionata di comunicazione digitale
     istituzioni; c’è chi manifesta con rabbia il proprio   golari).                                                 altri potenziali spettatori.                                                       e amante delle buone maniere.

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Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                  Cronache di contaminazioni artistiche
                                                      Sua Altezza Real(tà)
                                                               Siete in una savana. È notte. È         Le rivoluzioni si fanno nelle piaz-      d'accordo sulla consapevolezza          con qualche altra persona. Anche
                                                               buio. Siete dei leoni. La vostra        ze, la loro diffusione avviene per       degli utenti nel condividere un         i movimenti che si sono creati sul-
                                                               vista è molto buona, riuscite a         le vie (anche quelle social). L'a-       contenuto che considerano degno         la rete e sui social hanno avuto la
                                                               vedere benissimo un'antilope che        zione è un momento concreto, re-         di like. Ma, non si è forse padroni     loro origine nel mondo concreto.
                                                               sta brucando l'erba. Un solito          ale, vivo che non può esistere in        di quello che si vuole condividere      L'iperuranio è qui, con noi, attorno
                                                               spuntino di mezzanotte, per voi         un mondo etereo ed evanescente           pur sempre restando all'interno di      a noi.
                                                               leoni. Ma se foste degli umani?         come Internet. E Internet stesso         un flusso determinato (dall'alto o      Oltre a ciò, i vecchi media, impo-
                                                               Come sarebbe la vostra vista?           cos'è se non un atto umano? Mol-         dal basso che sia)?                     veriti dei contenuti, riutilizzano
                                                               Tutto apparirebbe scuro, oscu-          te delle ultime rivoluzioni sono                                                 quelli prodotti sui social. Senza
                                                               ro. Non riuscireste a riconoscere       state aiutate dai social media,          Nel mondo reale, che viviamo            intermediazione il pubblico crea
                                                               niente. E il leone, probabilmente,      così viene detto. Twitter nella ri-      quotidianamente, più virus posso-       contenuti da sé. Così è stato con
                                                               quella notte andrebbe a dormire         voluzione (mancata) in Iran e nel-       no infettare le persone. Nel mon-       la “rivoluzione verde” iraniana.
                                                               ancora più sazio. Siamo abituati        le Primavere Arabe, accanto a Fa-        do astratto della rete e dei social     Così è stato per le “primavere
                                                               alla luce del giorno e a quella dei     cebook. Ma siamo sicuri che senza        media non possiamo gestire due          arabe”. I media mainstream, i vec-
                                                               lampioni di notte per riconosce-        di essi i risultati ottenuti non sa-     “epidemie” contemporaneamente.          chi media riprendono necessaria-
                                                               re ciò che c'è intorno a noi, per       rebbero stati i medesimi? Quelle         L'effetto virale è così potente che     mente questi contenuti e sostan-
                                                               comprendere la realtà che ci cir-       rivoluzioni sono partite da atti         è totale, non lascia spazio ad altre    ziano l'effetto virale già presente
                                                               conda.                                  concreti, da rivendicazioni di di-       informazioni, il resto non conta.       nelle piattaforme social.
                                                                                                       ritti civili e sociali, da una volontà   Ad esempio, in questo periodo,          Tutta l'attività reale, però, è con-
                                                               Nella savana la nostra vista ci pe-     di stravolgere l'ordine costituito.      quanti hashtag diversi da #coro-        dotta offline. Neda Agha-Soltan è
                                                               nalizza, nella città non è determi-     Così è stato in Tunisia, in Libia, in    navirus vediamo nei trend giorna-       morta offline. Mohamed Bouazizi
                                                               nante. Gli occhi dei leoni di notte     Iran e anche a Hong Kong. I social       lieri? La viralità, principio cardine   è morto offline. Tutti moriamo of-
                                                               sono degli amplificatori di realtà,     media hanno soltanto aiutato a           dei social media, e fenomeno ver-       fline e tutti viviamo offline.
                                                               sono dei visori notturni. I leoni       diffondere notizie riguardanti le        so il quale tutti noi tendiamo nel
Night on Earth - Netflix ©Plimsoll Productions

                                                               cacciano il 90% delle prede di          rivoluzioni oltre i confini, hanno       mondo online, cattura un fenome-        Per quanto infernale sia, la realtà
                                                               notte. E noi umani? Noi siamo ca-       acceso i riflettori su quei luoghi,      no, lo fa suo e se ne appropria.        è l'unica che vale la pena vivere.
                                                               paci di amplificare la realtà attra-    ma li hanno spenti su altri. L'effet-                                            Nell'inferno magmatico del vulca-
                                                               verso altri strumenti, i social me-     to virale di hashtag riferiti ad una     Molto spesso i social media ven-        no si trova qualsiasi elemento. Se
                                                               dia che estremizzano la realtà, la      certa comunicazione fa sì che ci si      gono additati come quei luoghi          la realtà offline è il magma di un
                                                               portano all'eccesso, la camuffano,      concentri su quella rete di infor-       in cui avviene il dibattito, in cui     vulcano pronto all'eruzione, quel-
                                                               si spacciano per essa. Ogni anno        mazioni, trascurandone altre.            nascono le idee per poi concretiz-      la online è solo il lapillo che prima
                                                               cresce la percentuale delle perso-                                               zarsi nella realtà offline. Distin-     o poi verrà esploso.
                                                               ne che apprende notizie dai social      Il potere dei social media sta           guere tra mondo offline e mondo
                                                               media, molte di esse sono false.        nella diffusione o nella creazione       online vent'anni fa non era nean-                        [to be continued]
                                                               Le prede siamo noi stessi. Non          di contenuti? Il potere dei social       che considerato nei pensieri delle
                                                               sappiamo in quale realtà viviamo.       media sta nella viralità o, come mi      persone. Invece, ora, la distin-
                                                               Non è una questione di vivere vite      è stato suggerito, nella sua spre-       zione è d'obbligo. Siamo persone
                                                               parallele, online e offline. Si trat-   adability? Un concetto, quest'ul-        diverse nei due mondi differenti.
                                                               ta di saper distinguere il terreno      timo, che affida maggior potere          Ma ciò che siamo realmente lo
                                                               sul quale le azioni avvengono, i        decisionale agli utenti e non ai         mostriamo nel mondo offline. Le
                                                               pensieri si formano e quello in cui     media, attraverso il quale le per-       nostre idee compaiono mentre                                  Marco Mulana
                                                                                                                                                                                                      Appassionato di cinema,
                                                               vengono diffuse.                        sone non contagiano le altre solo        camminiamo, mentre stiamo se-                             ha un solo obiettivo:
                                                                                                       condividendo un contenuto. Sono          duti sul cesso, mentre parliamo                      quello della videocamera.

                                                 20                                                                                                                                                                                        21
NUOVE CONTAMINAZIONI

                                                                                                                                                                                                                                                                      Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                              Cronache di contaminazioni artistiche
     MUSICALI:
     LA “BLACK DIASPORA”
     È IL FUTURO DELLA
     SCENA BRITANNICA
                                                                                                                                                                                                                Stormzy - VOSSI BOP ©CAVIAR

     In uno dei passaggi storici più complessi e dram-        Celeste, ventiseienne anglo-britannica e nuova         Sign & Prayers”, primo disco grime a ottenere tale     foranti e ritmiche sconnesse. All’inizio dell’anno, J
     matici della recente storia contemporanea, l’In-         icona della scena soul-jazz britannica, che senza      riconoscimento.                                        Hus ha bissato il successo del suo esordio con “Big
     ghilterra sta vivendo un fervore musicale multiraz-      ancora un LP all’attivo (dovrebbe uscire in autun-     J Hus non era tra i candidati, non avendo pub-         Conspiracy” che da più parti è già considerato uno
     ziale e cosmopolita che va in netta controtendenza       no) vanta già dei tour di supporto a Michael Kiwa-     blicato album nell’ultima annata, ma due anni fa       dei possibili dischi dell’anno.
     rispetto al clima di chiusura e all’afflato sovranista   nuka, Janelle Monáe e Neneh Cherry, apparizioni        aveva già conquistato tre nomination. Rapper, au-      Per entrare in questo mondo potreste iniziare
     dei governi della Brexit.                                in festival come il Primavera Sound e Glastonbury      tore e modello, è considerato uno degli artisti più    dalla serie TV “Top Boy”, due stagioni tra 2011 e
     La quarantesima edizione dei BRIT AWARDS del 18          (nella stessa edizione in cui Stormzy ha criticato     influenti di questa “black diaspora” musicale che      2013, e di recente rilanciata su Netflix per una
     febbraio scorso è stata la prima edizione dall’usci-     Theresa May davanti a duecentomila persone), e         da East e South London sta invadendo le classifi-      terza stagione uscita nel settembre del 2019 per
     ta ufficiale dall’Unione Europea, e le scelte della      ha i tra i suoi fan più illustri Elton John.           che e i festival di tutto il mondo, con un consenso    volontà proprio di Drake, produttore esecutivo in-
     giuria hanno messo il sigillo su questa tenden-          Il rapper Dave, nato nel 1998 da immigrati nige-       traversale di fan e critica.                           sieme ad Adel Nur, Maverick Carter e Jamal Hen-
     za, ormai consolidata da anni soprattutto tra gli        riani, ha definito Boris Johnson un razzista sul       Nato nel 1996 a Stratford, East London e cresciuto     derson. Ambientata in un sobborgo immaginario
     ascoltatori più giovani. Il brit pop è morto da un       palco dell’Arena O2, dopo aver vinto il premio più     con la madre, arrivata dal Gambia in Inghilterra       di Hackney, East London, è una sorta di versio-
     pezzo, i nuovi cantautori inglesi mainstream sono        ambìto per il “miglior album dell’anno” grazie a       all’età di ventiquattro anni; ha avuto diversi pro-    ne british di “Atlanta”, su un mood ben più cupo
     ormai musica da trentenni e, dalle periferie ai ric-     “Psychodrama”: un lavoro oscuro, privo di filtri, a    blemi con la giustizia, ma anche il raro privilegio    e “grime”, tra intrighi legati a traffico di droga,
     chi centri metropolitani, la scena black britannica,     tratti sperimentale, immaginato come un dialogo        di essere stato invitato a cantare sul palco da Dra-   gang e criminalità da strada. Tra le comparse
     dalla grime alle contaminazioni afrobeat del rap,        con il suo psicologo, dove drammi autobiografici       ke a poche ore dal suo ultimo rilascio, nell’aprile    annovera Kano, AJ Tracey, Dave, Ashley Walters,
     è diventata la voce univoca di un nuovo fermento         si mischiano a violente storie di strada e para-       del 2019.                                              Bashy e altri artisti del genere, e ovviamente la
     creativo e sociale che abbatte ogni barriera geo-        digmatici racconti di esclusione sociale e razzismo    Due anni prima si era fatto notare anche in Eu-        colonna sonora contiene alcune delle tracce in-
     grafica e culturale. In un clima festoso di libera       ambientati tra Brixton e Streatham. Per cogliere       ropa e oltreoceano, grazie all’esplosivo “Common       glesi black più popolari degli ultimi tempi.
     espressione e contestazione a Boris Johnson, il          l’importanza del premio, basti pensare che prima       Sense” che portava a un livello superiore questo
     gigante del rap britannico da classifica, Stormzy,       di lui negli ultimi tre decenni lo avevano conqui-     eclettico asse tra dance hall, afrobeat, subculture
     classe 1993 e origini ghanesi, ha festeggiato la         stato dei classici generazionali come “Parklife” dei   underground e grime, quel filone dell’elettronica
     vittoria come “miglior artista solista” portando         Blur, “(What’s The Story) “Morning Glory?” degli       nato dalla cultura UK Garage dei primi anni due-
     sul palco l’icona della nuova scena dance hall/          Oasis, “Urban Hymns” dei Verve, “Parachutes” dei       mila, riportato in auge nell’ultimo decennio grazie                                                Piero Merola
                                                                                                                                                                                        Consulente di comunicazione e caporedattore
     afro-fusion nigeriana BurnaBoy e la giovane can-         Coldplay, “Whatever People Say I Am, That’s What       a guru del genere, come Skepta e Dizzee Rascal,                                    del magazine musicale Kalporz,
     tante di origini giamaicane Tiana Major9. Si è in-       I’m Not” degli Arctic Monkeys, “21” di Adele e lo      in chiave più commerciale, pop e contaminata,                   scrive di politica americana su Rivista - Il Mulino
     vece aggiudicata la statuetta come “rising star”         stesso Stormzy nel 2018, con l’eccellente “Gang        attraverso peculiari produzioni fatte di bassi per-                    e di musica su Zero e La Voce di New York.

22                                                                                                                                                                                                                                                    23
È strano come a volte non si riesca a trovare una frase a effetto

VIDEO-
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                                           per iniziare un articolo, soprattutto quando sai che dovrai trattare                                                               prattutto nell’ambito della video performance, mettendoci in primo

                                                                                                                                                                                                                                                                                           Il contagio
                                                                                                                                                                                                                                                                   Cronache di contaminazioni artistiche
                                           un argomento che potrebbe risultare apparentemente molto lon-                                                                      piano sia come performer che come registi. Il nostro lavoro non
                                           tano dalla sensibilità del lettore. Eppure l’intermedialità ormai è                                                                è documentativo, ma è una performance che soltanto attraverso
                                           ovunque nelle nostre vite e, quindi, non poteva mancare nell’arte                                                                  l’utilizzo di un software di montaggio crea un’azione unica e non

   ARTE                                    contemporanea. Ovviamente quando si parla di arti intermediali
                                           non possiamo non parlare di tecnologie, innovazione, nuovi me-
                                           dia e del web. La videoarte nasce, infatti, attorno agli anni ‘60,
                                           avendo tra i principali precursori Nam June Paik, e viene accom-
                                                                                                                                                                                                            replicabile nella realtà, perché mani-
                                                                                                                                                                                                            polata e decodificata.
                                                                                                                                                                                                            Le opzioni sono davvero infinite: c’è
                                                                                                                                                                                                            chi manipola immagini di celebri

    ARTI
                                           pagnata dalla diffusione sul mercato di una nuova telecamera,                                                                                                    opere artistiche, chi utilizza pezzi
                                           economicamente accessibile ai più: la Sony Portapack. Nello stes-                                                                                                di pellicole (found footage), chi de-
                                           so periodo grazie alla diffusione di nuovi strumenti di ripresa e                                                                                                codifica immagini, le smembra e le
                                           della TV a tubo catodico, diversi artisti contemporanei iniziano ad                                                                                              ricompone, chi analizza e s’immerge
                                           aggiungere alla loro pratica artistica l’utilizzo del video in modo

  INTER-
                                                                                                                                                                                                            nella rete (post internet art), senza
                                           pionieristico o semplicemente documentativo. Fu Dick Higgins,                                                                                                    tralasciare l’interattività che giorno
                                           uno dei migliori allievi di John Cage, parte del movimento Fluxus,                                                                                               dopo giorno diventa sempre più pre-
                                           a pubblicare in una rivista un manifesto intitolato “intermedia”,                                                                                                sente all’interno delle cosiddette arti
                                           che si riferiva proprio alla congiunzione fluida di diversi linguaggi            Özge Samancı-YATO
                                                                                                                                                                                                            digitali.

MEDIALI                                    artistici contrapposta a una categorizzazione rigida e schematica
                                           delle discipline artistiche. L’intermedialità si riferisce all’utilizzo e
                                           la fusione di più linguaggi tra di loro creando così un’opera fluida e
                                           “ibrida”. Nel libro Antologia critica della videoarte italiana 2010-
                                                                                                                                                                                                            Come abbiamo affrontato all’inizio di
                                                                                                                                                                              questo testo, la videoarte e l’intermedialità non sono poi così di-
                                                                                                                                                                              stanti dal nostro fluire quotidiano d’immagini. Videoclip, film, ma
                                           2020, Piero Deggiovanni, critico d’arte contemporanea, afferma                                                                     addirittura pubblicità contengono tracce di sperimentazione audio-
                                           che la videoarte, “come genere artistico autonomo, sia nata dopo                                                                   visiva e forse dovrebbero essere analizzate e studiate come vere
                                           il convergere di tre condizioni operative: la digitalizzazione dei                                                                 e proprie opere. Perché se è vero che gli artisti interdisciplinari o
                                           segnali analogici e la conseguente egemonia dei software a larga                                                                   ibridi migrano da un linguaggio all’altro, è anche vero che a livello
                                           diffusione, e la convergenza di più discipline artistiche al suo in-                                                               lavorativo oggi c’è uno scambio proficuo dall’arte al commerciale
                                           terno. Assumendo così un ruolo fondamentale in festival specifici                                                                  e viceversa. Giusto per fare qualche esempio, in Italia, abbiamo
                                           e rassegne museali che diventano canali distributivi privilegiati a                                                                Virgilio Villoresi, maestro internazionale di stop motion (passo a
                                           fronte del simultaneo abbandono del sistema dell’arte tradizionale                                                                 uno), nonché regista di spot TV di diverse case di alta moda. But-

                                                                                                                                                              ©Georgi Matei
                                           nel rapporto galleria collezionista”.                                                                                              tando uno sguardo su un piano internazionale abbiamo Matthew
                                                                                                                                                                              Barney che attraverso i suoi film visionari (The Cremaster Cycle)
                                           Con questa introduzione non siamo di certo qui a raccontare la                                                                     ha contaminato l’estetica di diversi registi di videoclip anche gra-
                                           storia della videoarte e dell’arte intermediale, bensì quello che                                                                  zie alla sua relazione con l’ex moglie Bjork, celebre musicista che
                                           più ci interessa: la contemporaneità dei codici e il suo evolversi.                                                                nei suoi videoclip ha collaborato con registi del calibro di Chris
                                                                       Facciamo un ultimo appunto prima                                                                       Cunningham e Spike Jonze. Abbiamo avuto anche esempi main-
                                                                       di continuare: dalla Sony degli anni                                                                   stream di alcuni video artisti passati al cinema di fiction, com’è
                                                                       ’60, gli strumenti tecnologici si sono                                                                 il caso di Steve McQueen, regista di diversi lungometraggi tra
                                                                       susseguiti a una velocità sempre più                                                                   cui Hunger, Shame o Dodici anni schiavo, oppure la nota artista
                                                                                                                       Ibrida Festival delle Arti Intermediali,
                                                                       sostenuta, portando con sé anche la                                                                    nonché regista britannica Sam Taylor Johnson.
                                                                                                                       nasce dalla visione di Francesca Leoni
                                                                       nascita di nuove tecnologie, non per
                                                                                                                       e Davide Mastrangelo, attivi nell’am-
                                                                       ultimo, i social network e community                                                                   In conclusione, possiamo affermare di vivere in una società sem-
                                                                                                                       bito della videoarte, con l’obiettivo
                                                                       come YouTube ai quali i giovani artisti                                                                pre più “ibrida”, che fonde diversi codici e discipline tra di loro. Il
                                                                                                                       di andare a riempire uno spazio nel
                                                                       non potevano rimanere indifferenti.                                                                    nostro compito di artisti e direttori artistici è quello di essere dei
                                                                                                                       panorama festivaliero del territorio,
                                                                                                                       proponendo un linguaggio che spesso                    rabdomanti alla continua ricerca di nuovi codici e linguaggi. Infine,
                                                                       Molti degli artisti con cui collaboria-                                                                crediamo che, quando sei un ricercatore, non puoi dedicarti solo
                                                                                                                       in Italia resta ai margini, quello della
                                                                       mo, sia italiani che stranieri, proven-                                                                ai grandi nomi del panorama artistico, ma devi guardare anche
Lorenzo Papanti-Strategia delle tensioni                                                                               sperimentazione audiovisiva “Ibridata”
                                                                       gono da altre forme artistiche: come                                                                   a tutti gli artisti emergenti che spesso, portano una ventata di
                                                                                                                       con altri media. Il festival si svolgerà
                                                                       il teatro, la danza, la musica e la fo-                                                                innovazione.
                                                                                                                       l’11, 12 e 13 settembre a Forlì, propo-
                                           tografia. Allora perché passare al video? Nel nostro caso, come
                                                                                                                       nendo allo spettatore diverse proie-
                                           duo Leoni & Mastrangelo, è stato un passaggio naturale, proprio                                                                                                   Francesca Leoni e Davide Mastrangelo
                                           perché il mezzo ci permetteva un’infinità di possibilità e soluzioni        zioni video performance live, installa-
                                                                                                                       zioni interattive.                                                                                                Videoartisti e registi.
                                           estetiche-linguistiche, che prima della digitalizzazione definitiva                                                                                   Direttori Artistici di Ibrida festival delle arti intermediali.
24                                                                                                                                                                                                                                                                         25
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