IC SAN MICHELE MONDOVI' ANNO SCOLASTICO 2018- 2019 GRUPPO DI LAVORO PEDAGOGIA DEI GENITORI PROGETTO "CON I NOSTRI OCCHI...PER MONICA: PEDAGOGIA ...
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IC SAN MICHELE MONDOVI’ ANNO SCOLASTICO 2018– 2019 GRUPPO DI LAVORO PEDAGOGIA DEI GENITORI PROGETTO “CON I NOSTRI OCCHI...PER MONICA: PEDAGOGIA DEI GENITORI “Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio” Proverbio africano
METODOLOGIA PEDAGOGIA DEI GENITORI DI A. MOLETTO E R. ZUCCHI Patto educativo scuola- famiglia Metodologia che nasce a Torino e si è diffusa a livello nazionale e internazionale. Sottolinea che la famiglia è componente essenziale e insostituibile dell’educazione. Crea un ponte tra le componenti della scuola e della società, nell’ottica della realizzazione del patto educativo scuola – famiglia - sanità ed enti sociali.
FINALITÀ DELLA METODOLOGIA • Valorizzare il sapere dell’esperienza genitoriale funzionale all’azione di cura e crescita della persona • Creare alleanza e accoglienza • Costruire reti di co-educazione • Promuovere fiducia e reciprocità (attraverso i GRUPPI DI NARRAZIONE) • Valorizzare le differenze di ogni cultura come risorsa (Intercultura)
• Riconoscere le competenze educative • Favorire la continuità e il passaggio a ordine di scuola successivo (attraverso le Schede di Continuità- ACCOGLIENZA E CONTINUITA’) • Favorire una scelta consapevole del corso di studi attraverso le esperienze dei genitori (Orientamento- Educazione alla Scelta) • Educazione alla cittadinanza, corresponsabilità collettiva («LA LEGALITA’ INIZIA IN FAMIGLIA») • Favorire l’inclusione degli alunni con disabilità («Con i Nostri Occhi: Vi Presento Mio Figlio»)
ATTIVITA’ SVOLTE NEL NOSTRO ISTITUTO
ORGANIZZAZIONE DEI GRUPPI DI NARRAZIONE Finalità del GRUPPO DI NARRAZIONE O Favorire la consapevolezza dei genitori O Valorizzare le competenze educative dei genitori O Favorire il patto educativo O Creare genitorialità condivisa Regole durante la narrazione: •Si parla solo in positivo •Si può narrare l’esperienza come genitore e/o come figlio •Si ascolta chi parla senza interrompere
Sono stati organizzati tre incontri di narrazione (novembre, febbraio, maggio) in orario pomeridiano/serale. Gli argomenti scelti sono stati i seguenti: Con i nostri occhi: presento mio figlio (comune a tutti gli ordini) Scelta del nome, scelta d’amore: quando una famiglia è pronta ad accoglierti Un ricordo bello che ho di mio figlio (Scuola Infanzia e Primaria) Regole vissute, regole trasmesse Ruolo paterno e materno nella relazione educativa (Scuola Secondaria)
PUNTI DI FORZA DEI GRUPPI DI NARRAZIONE …riflessioni dei genitori e dei docenti coinvolti…
…ANCORA RIMANDI POSITIVI
TESTIMONIANZE SCRITTE «L’ESPERIENZA SI DONA, DONANDOLA DIVENTA COSCIENTIZZAZIONE» Al termine di ogni gruppo di narrazione, è stato chiesto ai genitori presenti di trasferire in forma scritta le loro narrazioni
SCUOLA PRIMARIA DI MONTALDO 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” La sottoscritta E. C., mamma dell’alunna R. B., che frequenta la 5° elementare della scuola di Montaldo Mondovì. Vi scrivo per quanto riguarda il progetto “Metodologia Pedagogia dei Genitori”, nel primo incontro avvenuto con la gentile presenza delle maestre P. B. e V. D., ognuno di noi doveva “presentare i nostri figli”. Dopo aver fatto una piccola presentazione di loro, sia noi mamme che le maestre presenti ci siamo emozionate nel parlare dell’esperienza, di essere diventate mamme e del rapporto che abbiamo con i nostri figli. Questo meraviglioso legame, tra madri e figli, parlandone ci ha fatto riflettere su come i rap- porti con gli altri componenti della famiglia, soprattutto con i padri (dei nostri figli), siano cambiati ed in molti casi migliorati. Questo primo incontro è stato emozionante, perché ci siamo rese conto che non riusciamo mai a fermarci a riflettere su come i nostri figli ci han- no cambiato, e allo stesso tempo migliorato la nostra esistenza. Nel secondo incontro abbia- mo affrontato l’argomento “la scelta del nome”. Ognuno di noi ha spiegato perché avessimo scelto un certo nome, invece che un altro, per il nostro bambino. Anche in questo caso, ci siamo tutte accorte che la scelta del nome non è stata una decisione individuale, ma ben ponderata con il padre di nostro figlio o addirittura con una parte della nostra famiglia. Nel nostro caso, R. è un nome che è stato scelto da mio marito L. .Nell’incontro sono emer- se situazioni completamente differenti, e sempre emozionanti, su questa difficile ed impor- tante scelta. Per quanto riguarda questi incontri, sono stati molto interessanti e ci hanno fatto capire che a volte bisognerebbe veramente fermarsi e riflettere di più, anche se la vita quotidiana non ci dà quasi mai questa opportunità. Riuscire a dare più importanza alle cose belle della vita co- me procreare un figlio. Dare vita ad un proprio simile, creare una nuova vita che farà sì che non ci sentiremo mai da soli.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Mi chiamo R. e sono la mamma di S. e di P., che frequenta la 2^ A delle Scuole Medie di Vicoforte. La prima caratteristica positiva di S. è che è un bimbo buo- no. Quando è nato S., in famiglia c’era già il fratello P., che per cinque anni è sta- to l’unico al centro dell’attenzione e che ancora oggi è un po’ geloso. Per questo motivo S. evita sempre le situazioni di conflitto, non è mai il primo ad iniziare discussioni, anzi sovente si trova a subire da parte degli altri. Tempo fa in auto mi disse:” Mamma, non diciamolo a P. che abbiamo mangiato il gelato, altrimenti magari ci sta male.” Infatti, un altro lato positivo di S. è che è allegro, socievole, cerca di fare sorride- re quando vede i suoi genitori seri. Allora dice qualcosa di spiritoso, balla e canta così ci fa ridere. È indipendente, nel senso che non ha paura se deve stare un po’ da solo. Anni fa, mi recai nel garage sotto casa per prendere delle patate ed al ritorno P. mi cercava disperato, mentre S. lo tranquillizzava: “Mamma arriva subito, dai!!” Possiede tanta fantasia, inventa storie anche quando gioca con i lego. Una bella abitudine che ha S., come tutta la famiglia, è quella di leggere qualche pagina prima di dormire. Leggo molto volentieri qualche fiaba insieme a S., alla sera. Trovo l’incontro molto importante per conoscerci di più. È un momento emo- zionante di condivisione, reale, non virtuale. Credo che sia fondamentale il dia- logo con i figli, farsi raccontare quello che vivono nella scuola. Noi genitori dobbiamo stare attenti se ci sono situazioni di disagio per bloccarle subito ed evitare che degenerino. I bimbi sono piccoli, “indifesi”, noi dobbiamo aiutarli. Ringrazio le maestre per l’iniziativa e per la loro disponibilità. R. Z.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” G. è un bambino estremamente sensibile ed emotivo. È molto attento agli altri e ne percepisce gli stati d’animo. È molto em- patico. Riesce ad esprimere molto bene le emozioni che prova e a descriverle nei particolari. G. è molto responsabile e rispettoso delle regole. Ci tiene a fare bene le cose. È un bambino determinato: se ha un obiettivo da raggiungere si impegna fin che non lo raggiunge (ad esempio ama giocare con i lego e passa molto tempo a costruire, non termina di giocare fin che non raggiunge l’obiettivo). È un bambino estroverso an- che se appare timido, gioca con tutti e cerca di evitare litigi con i compagni, ma anche con i grandi; cerca di mediare e di trovare una soluzione. È sempre sorridente ed è un bambino tranquillo. La mamma
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” “L. è” … …dolce e molto affettuosa …allegra, simpatica e dal carattere buono …determinata quando ha interesse per qualcosa …una bimba che si adatta facilmente alle novità …rispettosa delle regole (anche quelle meno piacevoli, se opportuna- mente spiegate/motivate vengono accettate) …molto sensibile, a volte forse fin troppo, perché sguardi o toni di vo- ce diversi dal solito la turbano e la portano ad interrogarsi sul “perché” …orgogliosa e precisa: se sbaglia o è in difficoltà tende a soffrirne. In queste situazioni le vengono gli occhi lucidi e, purtroppo, va in confu- sione …ahimè…! …ama la musica: canta continuamente, spesso anche ritornelli di sua invenzione …disegna con passione: riempie fogli con molti elementi e particolari. Spesso sono vere e proprie storielle che poi descrive ai genitori. Più volte utilizza il disegno per esprimere i suoi sentimenti o stati d’animo. …ama la natura e le camminate nel bosco sono le sue preferite. …molto legata alla famiglia …sta volentieri in compagnia degli altri bambini, ma si affeziona “veramente” solo a pochi. …e tanto altro che scopriremo insieme a Voi.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Sono C. B., la mamma di L. P., un bimbo che da settembre frequenta la classe 1^ della scuola Primaria di Vicoforte e oggi alle ore 17:00 ho partecipato, insie- me ad alcune mamme della sezione A e anche della sezione B ad un gruppo di narrazione che ci è stato proposto dalle insegnanti di mio figlio: la maestra S. e la maestra A... Devo ammettere che ho partecipato con un po’ di emozione, io sono tenden- zialmente una persona timida e ho “timore” ad esprimere le mie opinioni di fronte ad “estranei”, però ci tenevo in modo particolare ad esserci perché, così a naso” mi è parsa da subito una interessante esperienza appena ci era stata pro- posta e illustrata. Tanto avrei fatto in modo di trovarmi un cantuccio “riparato” dove sedermi e avrei cercato, per lo più, di ascoltare molto e …parlare poco… Che sorpresa quando le insegnanti ci hanno fatto trovare le sedie in circolo e si sono sedute con noi. Ci hanno messe a nostro agio spiegandoci che non erano lì per giudicare, ma per ascoltarci e raccontare a loro volta, mettendosi in gioco con noi. Subito ho provato “panico”! Dove mi sarei potuta “nascondere”? Per fortuna è incominciato alla sinistra della maestra A., così avrei avuto un po’ di tempo per riordinare le idee” e trovare coraggio…L’argomento era: “Vi presen- to mio figlio”. “Solo cose belle, mi raccomando” ci hanno ricordato le maestre! Direi che l’argomento mi è stato molto utile…Io credevo che fossimo lì per la- gnarci, per lamentarci di quanto poco diligenti sono a scuola i nostri figli e… sorpresa! le insegnanti ci chiedevano e ribadivano: “Solo cose belle!”. È stato “illuminante”, mentre ascoltavo in silenzio le altre mamme, senza interrompere. Così come le “regole” del gruppo richiedono, continuavo a pensare al mio L. …solo cose belle…e più pensavo…l’unica cosa che mi veniva in mente era il sorriso del mio bambino…ma quanto sorride il mio L.! Mi sono accorta lì, du- rante il gruppo di quanto sorrida il mio bambino, di quanto sia facile farlo scop- piare in una risata…è molto timido come la mamma e anche il papà.
Ma ride e sorride molto volentieri anche quando “i grandi” intorno a lui sono stanchi o arrabbiati, lui ride e sorride, trova sempre qualcosa per cui sorridere, allora ti rallegri per forza anche tu adulto che gli stai vicino! Quando è toccato a me, proprio questo ho raccontato e mi sono commossa, avevo i lucciconi agli occhi e la voce che tremava, ma sono felice di aver partecipato, tutte le mamme si sono messe in gioco, hanno parlato a cuore aperto, è stato divertente ma an- che emozionante. Ad un certo punto una mamma è dovuta uscire dall’aula per troppa commozio- ne e la maestra A. e la maestra S. erano lì a sostenerci e a dirci di non preoccu- parci, che va bene così…è tutto normale! Io che mi sono sempre ritenuta una mamma “pasticciona”, poco presente a causa del lavoro, ho scoperto grazie a questo gruppo, che anche le altre mamme hanno i miei stessi problemi, le mie stesse paure…Si è instaurato proprio un bel clima, si vede che tutte , ma pro- prio tutte abbiamo bisogno di essere ascoltate, semplicemente ascoltate e non giudicate o interrotte…L’incontro è quasi terminato, ma ho l’impressione che ognuna di noi cerchi di prolungare ancora un po’ l’esperienza, non abbiamo vo- glia di “sciogliere” il gruppo. Anche le altre mamme hanno manifestato piena soddisfazione per questa esperienza. Poi inevitabilmente tutto finisce, ci lasciamo con la promessa di rivederci tutte per il prossimo incontro. Grazie maestra S., grazie maestra A.! È stata proprio una bellissima esperienza! Torno a casa stanca, quasi svuotata, ma felice di aver capito che “Gira che ti ri- gira” tutte le mamme si sentono inadeguate! A proposito ho letto in qualche libro, da qualche parte, che dopo una seduta “psicoanalitica” i pazienti si sentono stanchi per aver “buttato” fuori tutti i gro- vigli che gli attanagliano il cuore…Ecco questa è la sensazione che mi porto a casa: molto stanca, ma entusiasta dell’esperienza vissuta. C. B.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Oggi decido di parlare sia come mamma che come figlia, in quanto io non pos- so immaginarmi mamma senza far riferimento alle mie radici, al mio essere fi- glia, per questo inizierà a parlare dei miei genitori, che da qualche tempo non sono più con me. Papà, un gran lavoratore, una roccia… mai l’ho sentito lamentarsi, era un com- battivo, un tipo sanguigno. Marito fedele e devoto ha dedicato tutta la sua vita al lavoro, alla famiglia a mia mamma e a mia sorella. Lui era un punto fermo, coc- ciuto ma determinato e dal cuore molto generoso. Teneva tutto sotto controllo e ha sempre preso decisioni per noi e per garantire un futuro roseo alla sua fa- miglia. Ha combattuto fino alla fine e serbo di lui un ricordo reso sempre più stupen- do. È stato un grande papà e un grande uomo e io gliene sono grata, perché ora vedo in me e nei suoi nipotini i suoi insegnamenti. Mamma, bellissima. Una persona sempre a posto, ci teneva al suo aspetto, spiritosa, un pochino ca- priccio setta e pazzerella. Era una sognatrice e ballerina, mamma a tempo pie- no, anche lei ha dedicato tutta la sua vita a noi. Moglie devota che quando papà l’ha lasciata, ogni giorno sperava di raggiungerlo il primo possibile, lei conosce- va l’amore eterno e lo ha portato avanti fino alla fine. Di lei ricordo i suoi oc- chietti da furbetta, anche nella malattia, la sua parlantina, le sue battute… quando ci si metteva era tremenda! Ci ha sempre amate alla follia, forse più ora che quando eravamo piccole, Ci portava sul palmo della mano… le sue figlie, i suoi nipoti… e lei per noi era un personaggio, un’istituzione… Io adesso, sono grata a loro per aver vissuto una vita da figlia amata e spero di poter rappresentare per i miei figli ciò che sono stati i miei genitori per me.
...ora parlerò come mamma… F. …. Un cuoricino tenero è sempre stato un bravo bambino, calmo, posato, at- taccato alla famiglia. Sempre bei voti a scuola, mai una preoccupazione. Adesso che ha vent’anni posso dire che è davvero un bravo ragazzo. Ha scelto dopo es- sersi diplomato 100/100 di lavorare, scelta coraggiosa, aveva fretta di entrare nel mondo dei grandi... guida, lavora ha comprato la macchina con i suoi primi stipendi. Sono molto fiera di lui…. E poi c’è T., T. ha 14 anni… quest’anno è un anno importante anche per lui, af- fronterà l’esame di terza media… di lui che dire …è una piccola roccia tene- ra…. Un guscio con il cuore tenero tenero. Ama la natura, gli animali… si sve- glia sempre sorridente, non si arrende, anche quando incontra delle difficoltà. È molto simile a me... I miei figli sono entrambi buoni, di buon cuore, io penso sia grazie al clima che hanno sempre respirato in casa e alle esperienze, a volte anche negative che hanno dovuto affrontare, ma che li hanno fatti crescere responsabili e profondi. Sono i miei ragazzoni, io adesso mi sento protetta… sono diversi ma entrambi molto speciali. Auguro loro che non perdano mai la voglia di affrontare la vita a testa alta e che non si nascondano mai, ma che portino avanti con coraggio quello che sono. P.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” G. è nato il 05/03/2012 dopo una splendida gravidanza e un travaglio impegnativo termi- nato con cesareo. Ricordo che non mostrava i segni degli sforzi sostenuti per venire al mondo, era di un colorito roseo e aveva due occhioni enormi, la bocca a cuoricino e una testolina piena di capelli neri. Era lungo 70 cm, non aveva le sembianze del neonato. Da subito, fisicamente si presentava già più grande della sua età. G. è coccolone, ha vissuto in simbiosi con me per 3-4 anni e poi ha pian piano iniziato a identificarsi nella figura paterna, si è trasformato in un ometto sensibile, protettivo nei confronti della sorellina e anche nei nostri confronti. Vederci dispiaciuti, ancor più che ar- rabbiati, è per lui la peggiore delle punizioni. È timido, estremamente timido. Questa sen- sazione che avverte nello stomaco e che non sa definire, ma che capisce non essere caratte- ristica di tutti, non gli piace. Non sa come affrontarla e così spesso si nasconde nell’inter- pretazione dei suoi animali preferiti. Ecco che a una semplice domanda posta da una per- sona estranea, o a rimprovero, ringhia come un lupo o ruggisce come un leone lasciando perplessi i suoi interlocutori. Ma può anche calzare i panni di un clown che con simpatiche (non sempre) scenette, prova a distogliere da sé l’attenzione. È un bimbo curioso, G. fa sempre tante domande: Perché c’è il mare? Da dove arriva l’acqua? Noi da dove arriviamo? Perché il grillo salta? Perché il cielo non finisce? Chi ha messo le stelle lì? È insaziabile, ed è un gioco che adora fare spesso soprattutto la sera prima di addormentarsi. È un sognato- re, ad occhi chiusi e ad occhi aperti. Complice una memoria infallibile, da un piccolo parti- colare, da una parola detta, iniziano per lui fantastici viaggi, in luoghi di vacanze passate o posti meraviglioso di racconti ascoltati o ancora in pianeti lontani. Per lui BABBO NATALE vive qualche mese all’anno nella mansarda dei miei genitori. E ci crede, ci crede fortemente tanto da vedere il letto con le coperte smosse perché” Babbo Natale si è fatto un pisolino “o il segno della sua valigia sul pavimento. G. ama ridere e fare ridere. Ama i lavori manuali, sin da piccino passa intere giornate con il nonno in campa- gna, affascinato da tutti gli attrezzi che il nonno usa e divertito da quelli che il nonno gli riproduce in legno a sua misura. Con chiodi e martello, sempre accanto al nonno passa ore a “inventare” e costruire. Uno sgabello e una tenda indiana sono tra i suoi manufatti prefe- riti. Adora cucinare con le nonne, preparare torte e decorarle. È onesto e trasparente, di lui mi fido ciecamente, se gli dico che non può mangiare la cara- mella si rassegna e non la mangia, se la zia gliela dà di nascosto viene da me e me la conse- gna. Non è ubbidiente, non sempre, e vuole sapere il perché di un “no”. Non cerca mai di in- gannarmi o, se capita, confessa sempre pervaso dai sensi di colpa. G. è la miscellanea per- fetta delle caratteristiche di mamma e papà. È un bambino che ha diverse paure, e non sempre sa come affrontarle, ma diventa un guerriero quando deve difendere la sorellina con cui è un altalenarsi di odio-amore, litigate furibonde per un giochino comune e ab- bracci intensi che nascondono invece un profondo legame.
La sorellina A. è una bimba di 4 anni nata la notte di San Lorenzo del 2014. Un carrarmato, spavalda, determinata e affettuosa. Mai un’indecisione. Compriamo il gelato? Mai un dubbio sui gusti da prendere. Mai un dubbio sul gioco da comprare, sulla maglia da indossare. Capace di adattarsi con semplicità. Non c’è la bambola rosa, va bene azzurra. Capace di valutare se un problema è di piccole, medie, grandi dimensioni e capace di reagire nel modo giusto. Si rapporta con chiunque senza alcuna timidezza. Sa cosa vuole e sa come ottenerlo. È solare, allegra. Ride spesso anche mentre dorme, e quelli per noi sono i risvegli più belli. Ha una risata coinvolgente. È autonoma, si arrangia in tutto ciò che fa e sa sempre come scavalcare un ostacolo, se non riesce a saltarlo, gli gira intorno. È una piccola esplosione di energia. Innamorata del fratellone, ama giocare con lui ma consapevole del suo potenziale, riesce sempre ad avere la meglio. Decide lei quasi tutto, pur riuscendo a non renderlo evidente. È a G. che si rivolge quando una paura l’assale ed è a lui che racconta per primo una gioia o un’avventura vissuta. Insieme G. e A. rappresentano il centro del nostro vivere, delle emozioni, dell’amore, della dedizione. Sono un susseguirsi di gioie, paure, scoperte. Hanno cambiato il ritmo dei nostri cuori e sono loro ogni giorno a insegnarci cosa davvero conta nella vita. Mamma e papà
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” S., 7 anni, un “vulcano” … una ne pensa e cento ne fa… Forte, determinato, se decide di fare una cosa, non torna indietro. Allegro, solare. Se preso “nel verso giusto” può fare qualsiasi cosa, preso nel “verso sbagliato” è un muro. Molto indipendente, orgoglioso e tenace, chiede aiuto solo quando è in grande difficoltà. Nello stesso tempo è anche molto coccolone, ama moltissimo le coccole, nonostante i suoi atteggiamenti da “duro”. Gli piace molto la manualità, questo grazie anche ai nonni che gli hanno fatto scoprire i la- vori manuali più diversi come accudire l’orto, tagliare l’erba, raccogliere castagne, togliere la neve… Molto attento alle ingiustizie, non si accontenta mai di una giustificazione sommaria delle cose., cerca sempre di capire le motivazioni che stanno dietro a determinati comportamenti o decisioni che prendono gli adulti. Adora la sorella, anche se non mancano le scaramucce, se manca uno, l’altro è “sperso”. Si cercano di continuo. M., 3 anni, la fotocopia del fratello… Come S., molto indipendente, dall’età di 2 anni si veste da sola, gioca in autonomia. Allegra e solare. Anche lei ama molto le coccole. Anche se autonoma, se manca S. è spersa, lo cerca di continuo e lo imita in tutto. Conclusione Ritengo che l’incontro sia stato molto interessante e costruttivo. Forse avrei potuto raccon- tare molte più cose sui nostri figli, ma, per svariati motivi sul momento non mi sono venute in mente. Mi sento di dover ringraziare le maestre per l’opportunità che ci è stata offerta, per cono- scere meglio genitori, compagni di scuola e le maestre stesse che per l’occasione sono “uscite” dal ruolo di insegnanti La mamma e il papà di S. e M.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” “… il figlio è una spugna che ogni giorno assorbe il colore delle tue abitudini, delle tue parole e delle tue cre- denze. Comprendere questo passaggio è la prima tappa per non condizionarlo e lasciarlo libero di esprimere il colore (unico) che è venuto a manifestare nel mondo”. S. è la nostra bambina e noi le vogliamo bene. È una figlia, una bambina di sette anni, so- cievole, dolce, generosa e sorridente, un pochino timida, caparbia e volenterosa; ama osser- vare e riflettere sulle cose, mostrando un bel carattere. Tante sono le cose che gli piacciono: stare in compagnia e giocare con gli amici: ama gli animali; ama la natura e le piace fare lun- ghe passeggiate…ma anche rilassarsi sul divano, perché anche riposarsi è una cosa da fare; le piace ascoltarmi quando le leggo e adora i momenti quando le racconto come era da pic- cola e si diverte a scoprire come era “la mamma” da piccola (eh sì, anche noi mamme siamo state piccole, figlie!). Quando è a casa si diverte a giocare, in particolar modo a colorare, ritagliare, impastare; si diverte in tutte le attività, anche se impegnative che l’aiutano a crescere e anche se fa fatica ce la mette tutta. Adora le colazioni della domenica (alle 11), belle le colazioni domenicali, quando non c’è fretta perché tanto si è svegliata alle 10.30 e la messa…. Ciao!!- Ma quanti impegni questi bambini, scuola, rientri, sport, catechismo… tempo per assaporare la vita lentamente ben poco… E allora noi lo facciamo la domenica, allunghiamo tutti i nostri tempi. È molto espressiva e dal suo volto si capisce quasi sempre cosa prova; anche a scuola le maestre hanno imparato a conoscerla e a “leggerla”. Quando si sente “insicura”, per aiutar- la le piacciono gli abbracci e la parola “calma”; la rassicura delle sue capacità la incoraggio in tutte le cose che fa e l’aiuto a capire le difficoltà e a trovare una soluzione, una strada da percorrere…nella vita si possa e si debba tentare di sbagliare; è un compito difficile per un genitore: imparare a guidare stando accanto, ma senza prendere il comando. A scuola si tro- va bene con i compagni; non gli piacciono le prepotenze. Adora la sua autonomia, sa quello che vuole e cosa non vuole e la sua decisione la tiene al riparo dal canto delle “sirene ricat- tatrici”. Cerca con tutta sé stessa di costruirsi la propria identità. “c’è un potere magico che ogni genitore possiede. È un potere incredibile che nessuno sa di avere. Eppure, forgia il destino del proprio figlio così come il fabbro forgia la spada batten- do il ferro”. La vita del figlio ha diritto ad essere difforme, differente dalla vita e dalle aspettative dei ge- nitori. La più grande eredità che un genitore può lasciare a un figlio è la memoria del suo amore, il resto non avrà alcun valore. Grazie per la vostra attenzione
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Parlo come figlia: Uomo di grandi valori umani, sensibile, attento al particolare. Legato alle tradizioni ma sempre pronto a conoscere ed avvicinarsi ai giovani per meglio comprendere i cambiamenti socio-economici e culturali del mondo . Attento alle richieste della sua famiglia , dei suoi amici e dei suoi clienti che l’hanno definito un “Maestro d’arte”. Oggi mi piace ricordarlo là, in quel posto che lui adorava dove, al bisogno, ritro- vo sempre il consiglio perfetto e dove il suo sorriso mi accompagna giornalmen- te! Parlo di mio figlio: E’ un ragazzo che, nonostante abbia già dovuto affrontare gravi perdita di figure familiari, punti di riferimento maschili indispensabili (nonno e padre), è riuscito a proseguire il suo percorso ricordando che spesso la vita ci porta ad accettare situazioni difficili ma superabili . Come il nonno è attento al particolare, riflessi- vo ed ha una buona manipolazione riuscendo ad aggiustare e sistemare tutto ciò che in casa si rompe o va sostituito; è molto sensibile ed attento a chi ha bi- sogno…definito dai compagni il “lord” delle situazioni con, a detta degli inse- gnanti, più che buone capacità logiche. Parlo di mia figlia: E’ una ragazza determinata e pronta ad affrontare le difficoltà della vita. Nulla secondo lei capita per caso quindi sa “ rimboccarsi le maniche” e rimediare, se necessità, agli errori. Di fronte ai problemi sa disperarsi il giusto per poi ripartire ancor più sicura e convinta iniziando anche un duro percorso pur di raggiun- gere gli obiettivi che si è prefissata. E’ solare , vivace e molto sportiva. Osser- vatrice e amante della natura e degli animali. Stare con lei significa godere di una buona compagnia e soprattutto si è certi di non annoiarsi.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Nell’incontro di Pedagogia dei Genitori a cui ho partecipato, mi è stata data l’opportunità di riflettere ed esporre tre qualità positive dei miei figli. Io ho due figli: L. di 23 anni e D. di 19 anni. Ho scelto di parlare del figlio mag- giore L. che è sempre stato, fin da bambini, molto giudizioso. Una qualità che unita al suo essere razionale, mi ha fatto illudere per molto tempo, di essere sta- ta una buona madre capace di educare i figli in maniera esemplare. Con l’adole- scenza del figlio minore, sono diventata consapevole di non avere questa spicca- ta capacità educativa, ma era semplicemente la personalità di L. a rendermi tutto più facile. Un’altra qualità è la sua sensibilità che lo rende sempre pronto ad aiutare chi è in difficoltà, capace di scrivere biglietti d’auguri o frasi che tutti apprezzano. In questo assomiglia molto a mio papà che scriveva lettere bellissime a mia mam- ma. Abbiamo sempre avuto un dialogo bellissimo: un buon appoggio e un buon confronto che danno equilibrio alla mia “emozionalità”. Per non sentirmi in colpa verso D., vorrei aggiungere che egli ha un carattere ribelle e una grande pigrizia che ha creato problemi con lo studio. Anche lui ha un ottimo carattere sempre allegro, molto socievole, simpatico ed è visto da tutti come un gigante buono. Sono contenta di aver riflettuto sulle qualità positive dei figli, è un esercizio che dovremmo applicare ad ogni ambito della nostra vita, cercare i lati positivi ren- de sicuramente la nostra vita più piacevole e ci aiuta a sviluppare la nostra grati- tudine. C.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Sono una mamma di 3 bimbi, uno di 9 anni e due gemelle di 5 anni. Come tutte le mamme sono fiera dei miei tre gioielli, nonostante ci sia- no momenti duri e difficili, riescono sempre a rallegrarmi con i loro sorrisi, con i loro bacie quando non te lo aspetti e ti dicono “sei la mamma più bella del mondo”. Hanno caratteri molto diversi tra loro, il grande da sempre molto im- pegnativo, con carattere molto forte e determinato sulle sue decisioni quindi spesso siamo in contrasto. Dal di fuori sembra un guerriero, ma dietro al suo scudo a volte c’è un cucciolone molto sensibile e con tan- to bisogno di coccole. Ha dovuto anche affrontare l’arrivo delle due sorelline che sicuramente hanno scombussolato la sua vita da figlio unico, anche se ancora oggi essendo il mio primo bimbo in certe situa- zioni è sempre quello un pochino più viziatello. L’arrivo delle gemelle è stato il regalo più bello che potessi avere, espe- rienza fantastica e unica che regala emozioni indescrivibili. Il loro mondo è favoloso tra di loro basta uno sguardo per capirsi, complici, amiche, sorelle sempre disponibili una per l’altra, che dire se il loro rapporto continua per sempre in questo modo unico e speciale, il mio cuore non potrà che essere pieno di gioia. Sono due bimbe molto au- tonome e indipendenti, con tanta voglia di fare e di imparare cose nuo- ve. E.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Mio figlio ha molti pregi, sono una mamma fortunata! Uno dei tanti è la sua bontà con il prossimo, dividerebbe qualsiasi cosa con chiunque di cui lui abbia fiducia. Regalerebbe anche i suoi giochi ai suoi amichetti, è davvero molto buono! Di conseguenza è anche molto socievole con le persone che conosce. Ma sa stare anche solo, giocare in camera sua, aggiustare, montare e smontare giochi. Allo stesso modo sa interagire con gli adulti, ad esem- pio quando cucino gli piace cucinare “o perlomeno ci prova” oppure giocare alla play station con suo papà o andare al pascolo con il nonno, o comunque fare attività o giochi con persone grandi. Un altro dei tanti pregi di K. è che è molto sensibile, sa ascoltare per quello che può capire, e come ultima cosa è veramente molto bravo, non mi posso proprio lamentare. Sono orgogliosa di avere un figlio come lui! E di questo posso ringraziare due persone splendide che mi hanno cresciuta, educata con sani principi “i miei genitori”, e io a mia volta saprò crescere il mio bambino nel migliore modo che posso. Seppur a volte ho sbagliato e sbaglierò ancora, ma come si dice “sbagliando si impara” Con l’aiuto di persone giuste saprò correggere i miei errori! Perché i figli crescono per come li cresci tu! M.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Mio figlio… Sono passati ormai più di 30 anni da quando è nato mio figlio, ma ogni volta in cui penso all’attimo in cui l’ho tenuto per la prima volta nelle braccia, si rinnova in me il dolce sentimento di appartenenza ed il senso del miracolo. Ancora oggi quando lo vedo aggirarsi per casa, lo guardo stupita, quasi meravi- gliata per essere riuscita a “fare qualcosa” di tanto meraviglioso. Non è stato facile crescere un ragazzo da sola e non nego che i momenti di sconforto siano stati molti, avevo paura, paura che non mangiasse adeguata- mente, paura che non sapesse condividere le esperienze con gli amici, paura che vivesse esperienze negative o troppo forti per lui, per la sua età… A poco a po- co mi sono resa conto che non importa quale sia l’età del figlio che hai davanti, tu hai sempre l’istinto di indirizzare e proteggere. Adesso posso dire di essere molto orgogliosa dell’uomo che mio figlio è diven- tato, ha studiato, cosa a cui io tenevo molto ed in fine, ha intrapreso la carriera lavorativa che da sempre aveva sognato. Si è dedicato alla pastorizia. Si!!! Tra- scorre buona parte del suo tempo a contatto con la natura e con gli animali che tanto ama e anche se è una vita dura ci si dedica con amore e pazienza. È un ragazzo buono, con una gentilezza celata che emerge quando gli parli e soprattutto è una persona onesta. Ha pochi amici ma quelli che ha sono fidati “quelli giusti” come dice lui. Amo questo figlio e il mio unico rimpianto è di averlo lasciato figlio unico.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Io figlia… Io provengo da una famiglia, semplice, o almeno così appariva. Quando io ero piccola e giovane non era concesso esplicitare i sentimenti, i di- sagi tutti si occupavano di tutti e si dava per scontato che dovevamo essere grati di ciò che ci veniva offerto. Mia mamma si occupava di soddisfare i bisogni del- la famiglia e mio padre si occupava di lavorare per provvedere al fabbisogno economico. Noi figli dovevamo studiare ed aiutare per quanto fosse possibile. Ricordo che l’adolescenza è durata pochissimo a 15/16 anni massimo siamo stati invitati a comportarci in modo adulto e responsabile. Non si discuteva molto e la deci- sione importanti venivano prese dai miei genitori. Noi potevamo opporci ma sapevamo che tutto sarebbe stato inutile. Le regole da rispettare erano poche ma essenziali. Noi più grandi eravamo abbastanza liberi di muoverci e siccome al tempo non esistevano i telefonini quando eravamo fuori casa non c’erano controlli; tutto dipendeva dal nostro senso di responsabilità. Io sono appartenuta ad una generazione “essenziale” gli adulti non adulavano mai i figli al massimo dicevano “brava, hai fatto il tuo dovere” ed io che ero femmina non mi sono mai sentita dire “sei bella, sei intelligente” perché questi sentimenti generavano vanità, sentimento considerato inutile e spesso dannoso. Ancora adesso, dopo tanti anni quando penso a mia madre, la concretizzo in cucina che canticchia ed impasta ravioli, un’immagine serena e sorridente sem- pre pronta ad aprire le porte, ed il frigorifero, agli amici di passaggio e dopo tanti anni colgo l’importanza di questi momenti ormai lontani.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” M., 4 anni è una bambina molto precisa ed ordinata (piega i suoi vestiti, mette le sue scarpe a posto, mi aiuta a riordinare la cucina, ad apparecchiare, a mettere i panni sporchi in lavatrice) e guai se trova un’antina aperta o qualcosa non per- fettamente a posto, subito lo fa notare e sistema immediatamente. È determinata, se decide di fare una cosa, prova e riprova, fino a farcela! Le piace molto fare disegni da regalare a mamma, papà, cuginetti, nonni, zii… Ama trovare parole scritte in giro, qua e là, per poi provare a scriverle da sola. È una bambina molto curiosa e attenta all’ambiente che la circonda. Fa molte domande per riuscire a capire sempre bene tutto. Ha un carattere solare e abbastanza tranquillo. La timidezza era un po’ il suo difetto ma poi, grazie all’asilo, è cambiata molto. Lega da subito con gli altri bimbi, condivide giochi volentieri ed è una gran chiacchierona. Che dire… è una signorina, la mia signorina dolce che vuole essere una “ragazza grande” ma che in fondo ama stare vicino alla sua mamma, farsi riem- pire di coccole, abbracci e baci. Mamma di M.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Io figlia Sono una figlia fortunata. Ho due genitori che mi amano e che mi danno la si- curezza di esserci sempre per me. Mia mamma è una persona presente ed affettuosa, il mio papà un “porto sicu- ro”. È sempre stata presente in ogni momento della mia vita, condividendo gioie e dolori. Spesso ho dato per scontato la sua presenza e parlandone mi rendo conto di quanto io sia fortunata. Mia mamma è molto forte e coraggiosa, ha vissuto mo- menti difficili ma nonostante tutto si è rimboccata le maniche ed è andata avan- ti, la ammiro molto. Mio papà è una persona molto leale. Da lui ho imparato il senso del rispetto e del dovere. Per lui il lavoro è sempre stato importante, segue incessantemente le regole, per lui non esistono le scorciatoie. È lui che mi ha fatto amare i libri e la lettura, a non stancarmi mai di conoscere e di apprendere. Condividere pensieri positivi mi è servito molto per apprezzare i doni che la vi- ta mi ha regalato. In particolare, parlare dei miei genitori mi ha suscitato senso di gratitudine, ma anche un po’ di malinconia per essere lontana da loro. Sarei felice, un domani, di rivivere con mia figlia i momenti di amore incondizionato che loro hanno vissuto insieme a me. L.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Mio figlio ha molti pregi, ne descrivo tre. Il primo: sa imparare molto facilmente Il secondo: è molto socievole con tutti e gli piace dare le coccole Il terzo: che si sa integrare bene sia con i grandi che con i piccoli. Questi sono solo tre ma secondo me mio figlio ha tantissimi pregi. J.
SCUOLA DELL’INFANZIA DI SAN GIACOMO DI ROBURENT 1° gruppo di narrazione “Con i nostri occhi: vi presento mio figlio” Le mie bambine sono tutte e due molto buone anche se sono comple- tamente diverse. A., la più grande, è molto affettuosa, sempre alla ri- cerca di coccole e carezze, è di animo gentile con tutti e sempre sorri- dente, allegra ama molto cantare e ballare. C., la più piccina, è coccolona, volenterosa in fatti vuole sempre aiutare in casa e quando le chiedo di ritirare i giochi si offre subito senza mai lamentarsi, anche quando cucino vuole stare vicino a me e mi aiuta, è anche una bambina molto solare, ama ridere con la sorella e spesso fanno giochi rumorosi e sorridono volentieri. Amo le mie bambine che anche se così diverse trovo meravigliose. Y.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Buongiorno, sono la mamma di P. e S. T.: il primo frequenta la 2^A delle Medie di Vicoforte. La scelta del nome del primogenito era già stata fatta da noi genitori molto tempo prima, perché ci è sempre piaciuto il nome “P.”, forse per la semplicità, ma anche per la sua importanza storico-religiosa. Quando P. aveva solo due anni, purtroppo ho perso improvvisamente mia mamma, che aveva compiuto ses- santadue anni. Un infarto l’ha stroncata nella notte, portandosi via una donna forte, energica che per me era tutto. Allora ho capito il significato della frase” sentirsi crollare il mondo addosso”. Per cui archiviai l’idea di un altro figlio perché temevo di non avere forze, senza l’aiuto materno. Mio marito mi fece capire l’importanza di non lasciare P. da solo e anche io, cresciuta con un fratello (di nome M.) riflettei su quanto fosse bello avere la compagnia di una sorella o di un fratello. Quando ancora non sapevo di avere una vita in grembo feci un sogno bellissimo. Sognai Papa Wojtyla accanto a me, ai piedi di una scaletta di un aereo. Prima di salire la scaletta mi salu- tò, dandomi un bacio su di una guancia. Poi mi disse” Ho bisogno di un bicchiere del tuo sangue, che serve per un Mondo che è lontano, ma che ti è molto vicino!” Ricordo che raccontai questo strano sogno alla mia amica D., che mi rispose che l’unica volta in cui aveva sognato il Papa era quando era incinta della sua prima figlia. Ebbene un mese circa dopo, scoprii di aspet- tare S.! Quando non sapevo ancora se fosse maschio o femmina, pensai al nome “M.”: il nome della mia mamma, ma anche della famosa Maria Tarditi, della quale ho letto tutti i libri. L’ecografia ci svelò che si trattava di un altro maschietto. Un giorno d’estate, al mare, mio marito ed io parlavamo della scelta del nome, senza deciderci. In quel mo- mento arrivò P., che ci stupì per la sua determinazione, dicendo:” Il nome più bello del mondo è S.!” Noi iniziammo a ripetere ad alta voce “S. T.” e ci piacque tantissimo. Anche “S.” ha un’importanza storico-religiosa, essendo S. S. il primo Martire della Chiesa. Inoltre, la dottoressa che seguiva la mia gravidanza ci disse che è un nome di origine greca e che significa “incoronato”. Concludo ringraziando le insegnanti per questa iniziativa, che rappresenta un momento importante di co- noscenza e di crescita per noi mamme. R. Z.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Per quanto riguarda la scelta del nome di nostro figlio in realtà più di una scelta di un nome è stata una scelta di non cambiare il suo nome. Infatti, noi abbiamo adottato G. quando aveva appena venti giorni e, come tutti i bambini, avendo diritto ad avere un nome il giudice ha scelto questo bel nome per lui. La nostra scelta è stata quella di non cambiare il nome a G. anche se potevamo farlo. Ci è sembrato importante mantenere il nome dato nei suoi primi istanti di vita per non cancellare quei venti giorni della sua vita di cui noi ancora non ne facevamo parte. G. spesso ci chiede e si fa raccontare come è stato scelto il suo nome e lui sa che c’è stata una persona che ha scelto per lui questo nome così importante mentre ci stava aspettando. N., la mamma di G.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Violetta Maria: traduzione di Violet Mary Firth (Dion Fortune), nostra conso- rella teosofa, scrittrice ed autrice. Psicoanalista. Che le sia di buon auspicio per un futuro felice e prospero, sia a livello personale, spirituale e lavorativo. Con infinito amore. I genitori E. e G.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” In merito alla scelta di un nome femminile né io né mio marito avevamo idee chia- re. Io propendevo per uno, lui per un altro, ma senza particolare entusiasmo. Un giorno, sentendo il nonno raccontare aneddoti divertenti e allo stesso tempo tene- ri riguardo ad un’anziana suora, siamo stati colpiti da questo nome e subito lo ab- biamo sentito “nostro”. Anche il significato della parola Letizia (intensa e serena gioia interiore) ci ha tra- smesso positività. Quando ho provato a scriverlo su un foglio mi sono accorta che celava il nome di mio fratello (Tiziano). Per me questo è stato un “segno”. Un Angelo Custode nascosto nel nome di Leti- zia, quindi la conferma che la scelta era stata quella giusta! L. G.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Eccomi arrivata al secondo incontro del gruppo di narrazione con le mamme dei bimbi “primini” della sezione A e della sezione B. Ancora una volta le maestre ci accolgono sorridenti e ci invitano a sederci sulle piccole sedie disposte in cerchio. Mi viene da pensare:” il cerchio elemento perfetto, dove nessuno primeggia, ma si è tutte alla pari” … e ho modo di osservare che “magicamente” tutte, più o meno, ri- prendiamo il posto che ci eravamo date la prima volta e questo mi dà la sensazione che “il gruppo funzioni” anche se a malincuore noto che manca qualcuna. Sicuramente questo è dovuto al lavoro, a impegni inderogabili…Infatti ad incontro già inizia- to ci raggiunge ancora una mamma trafelata, che ha fatto ritardo proprio a causa del lavoro, ma lei non è voluta mancare ed è venuta lo stesso, anche se con un po’ di ritardo. Ecco, ho ra- gione! Il gruppo funziona! Anche le altre mamme a parola esprimono ciò che io sento nell’ani- mo e cioè, che hanno aspettato con ansia questo nuovo incontro che è servito anche per cono- scersi un po’ meglio tra di noi. Siamo ansiose ed emozionate di cominciare a raccontare pren- dendo spunto dall’argomento di oggi. Il giro prende avvio dalla maestra S. che racconta la sua esperienza, poi toccherà alla maestra A. Mentre le ascolto non posso non pensare che sto vivendo un’esperienza unica, per la prima vol- ta mi trovo in ambiente scolastico e non sono “davanti” alle maestre, ma vicino, di fianco, alla pari… È la prima volta che mi succede. Io, anche a causa della mia timidezza, lo ammetto, mi sono sempre sentita “sottomessa”, prima come allieva e poi anche come mamma che va ai colloqui. “Sentivo” molto il ruolo istituzionale delle insegnanti prima, dei professori dopo; ad essere sincera questo è aumentato in modo esponenziale alle scuole superiori della mia figlia più grande, perché, ad onore del vero, nelle elementari di entrambi i miei figli ho sempre trova- to un ambiente accogliente e tranquillizzante. Comunque, ci tengo a ripeterlo, una delle cose che mi ha stupita di questo “gruppo” è il mettersi in gioco delle insegnanti, come mamme, co- me figlie, ecc.…spogliandosi del loro ruolo istituzionale e superando, anche loro, l’emozione e la timidezza.
Questo mi viene spesso dimostrato dalla maestra S., seduta accanto a me, per aiutarmi quan- do la mia timidezza mi rende difficile tirare fuori le parole lei mi “incoraggia” dicendomi:” coraggio, mamma di L., come la capisco, anche io sono timida!” Grazie maestra S.! Dicendomi così mi aiuta a parlare, a tirare fuori la voce. Comunque, il giro prosegue e tutte noi raccontiamo il “perché” abbiamo scelto proprio “quel “nome per i nostri bimbi e si creano di nuovo momenti divertenti e momenti di commozione, ma questa volta nessuna mamma ha bisogno di uscire dall’aula per superarli. Anche questa volta siamo giunte al termine e anche questa volta ho la sensazione che nessuna di noi mamme ha voglia di “sciogliere il gruppo” infatti, si continua a parlare e a confrontar- ci. Le maestre ci spiegano che sono molto contente di come sta andando il “gruppo”; all’inizio avevano timore che qualcosa non funzionasse, erano emozionate anche loro, invece adesso sono soddisfatte e contente di aver proposto questa esperienza. In particolare, la maestra S. ci spie- ga che i nostri racconti, il nostro aprirci è molto utile a loro come insegnanti per capire meglio il carattere dei nostri bimbi e, di conseguenza, il loro comportamento a scuola. Ecco le parole delle maestre dimostrano con i fatti che cosa sia la collaborazione, la sinergia tra scuola e famiglia; questa complementarietà che tutto il mondo della scuola e degli “esperti” del settore vanno richiedendo alle famiglie. Ecco, secondo me, la scuola Primaria di Vicoforte, con questo progetto ha trovato il modo di esprimerla questa sinergia tra scuola e famiglia e di insegnarla anche a noi mamme. Grazie. C. B.
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Ho sempre ritenuto importante il nome di una persona, perché ho sempre pen- sato che un nome, creasse una certa influenza anche alla personalità di chi lo portava… per questo è stata una scelta anche pensata e non sono derivata dallo scegliere un nome che mi piaceva. I miei genitori portavano nomi di antiche tradizioni popolari, tramandate di ge- nerazione in generazione… per questo motivo molto spesso storpiati, o abbina- ti a secondi e terzi nomi, per non creare confusioni d’identità durante i discorsi in famiglia! Facendo un passo indietro e ricordando alla scelta del mio nome, da parte dei miei genitori, io ero destinata a chiamarmi Stefania (come mio nonno, Stefano) … per fortuna mia sorella, che aveva quasi 7 anni, aveva insistito perché mi chiamassero Paola… e gliene sono davvero grata, perché non mi sarei sentita tanto a mio agio nei panni di una Stefania! Quando è stato il momento di deci- dere i nomi dei miei figli, non è stata impresa da poco, dopo tante ricerche an- che sui famosi libri del significato dei nomi e cercando un buon abbinamento sonoro tra nome e cognome, Fabio porta un nome a me a cuore, corto, difficil- mente storpiabile... che mi ricorda la mia infanzia, un mio compagnetto delle elementari, forse la prima cottarella o comunque il primo bambino maschio per cui avevo provato simpatia. Tommaso porta un nome scelto da suo fratello che a quell’epoca aveva esordito… “se il mio migliore amico si chiama Tommaso, an- che mio fratellino deve chiamarsi così”. Il nome Tommaso era risultato subito simpatico e particolare, per cui lo abbiamo subito considerato … e dobbiamo dire che se… Tommaso non ci mette un po' il naso, non è contento!” …per cui non abbiamo scelto nome più azzeccato! Se fossero stati femminucce, mi sareb- bero piaciuti i nomi Martina ed Emma. Paola
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Mia mamma avrebbe voluto chiamarmi Martina, ma mio papà non era d’accordo, così hanno deciso per Antonella. Sarei dovuta nascere l’11 dicembre, ma il destino ha voluto che nascessi un mese prima… l’11 novembre, giorno di San Martino! Scelta del nome dei figli: Simone, anche lui nato un mese prima, in realtà avremmo voluto chia- marlo Jacopo, ma una volta scelto, scopriamo che il nome del figlio di una nostra amica sarebbe stato lo stesso! Decidiamo quindi per Simone. Il nome per il secondogenito avrebbe dovuto essere Sofia, ci piaceva l’idea di avere i nomi con le stesse iniziali, ma la seconda gravidanza nel giorno del mio compleanno si è interrotta. Fortunatamente è arrivata un’altra bimba, il nome Sofia non ci sembra- va opportuno, decidiamo per Martina, forse per una reminiscenza del mio nome “mancato”. A. B. e P. G. (genitori di S. e M.)
SCUOLA PRIMARIA DI VICOFORTE 2° gruppo di narrazione “Scelta del nome, scelta d’amore… Quando una famiglia è pronta ad accoglierti” Il nostro “pronti ad accoglierla” ha messo le radici dal momento che abbiamo pensato di “cominciare la nostra famiglia”. Ci può essere una ragione, nessuna, centomila, dietro ogni famiglia pronta ad accogliere un figlio, dietro ogni madre e ogni padre c’è una storia diversa… per- ché un figlio poi è una cosa enorme. Creare un altro essere umano mi sembrava un atto così straordinario da diven- tare paralizzante. Per quello che mi riguarda, ho sempre pensato che una nuova vita sia troppo preziosa per accoglierla senza esserci prima posti alcune doman- de su sé stessi e su cosa davvero ci si aspetta dalla famiglia che abbiamo scelto di costruire. Un figlio ti cambia e io conoscevo la fatica enorme del rinnovare me stessa a ogni passaggio che la vita mi metteva davanti… avrei conosciuto me stessa me- glio che mai. Scelta del nome …è stata sicuramente una delle scelte più piacevoli per noi, una scelta impegnativa che ha coinvolto il nostro cuore e la nostra mente. C’è chi passa le notti a cercarlo sui libri, chi si ispira ad un paese che ama o che ha amato e chi segue la tradizione di famiglia, noi invece l’abbiamo scelto in ba- se alla gioia, alla vitalità che suscitava quel suono all’interno del nostro mondo, il nostro mondo materno e paterno. Certo, è pur vero che non potevamo sape- re se e come la vita di nostra figlia verrà influenzata dal nome che le abbiamo dato, ma per noi è stato importante farlo con tutta la cura e l’amore possibili, dando ascolto al cuore ma anche al buon senso. Il suo nome è la sua essenza, un nome normale, un nome breve e semplice, facile da pronunciare: Sara.
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