Andrea Branzi Sull'autostrada per Carnac Riflessioni sulla metropoli primitiva - Along the highway to Carnac Reflections on the primitive ...
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Andrea Branzi Sull’autostrada per Carnac Riflessioni sulla metropoli primitiva Along the highway to Carnac Reflections on the primitive metropolis a cura di | edited by Richard Ingersoll
FONDAZIONE COSTANTINO NIVOLA MUSEO NIVOLA Presidente | President Questo volume è stato pubblicato Giuliana Altea in occasione della mostra This book is published for the exhibition Consiglio di Amministrazione Board Andrea Branzi. La metropoli primitiva Cristina Baiocchi Museo Nivola, Orani Emanuele Cabras 6 marzo - 15 luglio 2016 Antonella Camarda March 6 - July 15 2016 Franco Carta Richard Ingersoll A cura di | Curated by Francesco Murru Richard Ingersoll Gianluca Nonnis Allestimento | Installation Carlo Pirovano Daniele Macchi Giovanni Sulis Marco Taula Staff Roberto Virdis Luca Cheri, Sergio Flore, Elisa Lai, Barbara Puddu Direttrice | Director Antonella Camarda Comunicazione | Communication Davide Mariani in collaborazione con | jointly with Dipartimento di Scienze umanistiche Coordinamento organizzativo e sociali dell’Università degli Studi Organization di Sassari Loretta Ziranu Si ringraziano | Thanks to ATI-Ifras Tiscali SpA Un ringraziamento speciale a Special thanks to Elisa Cattaneo Andrea Branzi. Sulla strada per Carnac © 2016 Fondazione Costantino Nivola Copertina / Cover: Carnac, montage Postmedia Srl, Milano www.postmediabooks.it isbn 9788874901555
Indice | Contents 06 Presentazione 07 Foreword 09 Andrea Branzi e il nuovo arcaico 19 Andrea Branzi and the new archaic Richard Ingersoll 28 Genetic Tales Andrea Branzi 37 Da No-Stop City alla metropoli primitiva 53 From No-Stop City to the Primitive Metropolis Andrea Branzi 62 Legni | Woods Andrea Branzi 69 Sull’autostrada per Carnac con Andrea Branzi 87 Along the Highway to Carnac with Andrea Branzi Richard Ingersoll 105 Vita e opere 107 Life and works 109 Pubblicazioni | Published Works 110 Indice delle illustrazioni | Index of illustrations
01. Museo Nivola, installazione di Andrea Branzi, 2016
Museo Costantino Nivola, installation in the Washhouse by Andrea Branzi, 2016 “Bodies” in contrasto con la Grande Madre di Costantino Nivola.
6 Nella ricerca di Andrea Branzi coesistono e si intrecciano Andrea Branzi una molteplicità di temi apparentemente distanti tra loro: arte e design, naturale e artificiale, senso della contemporaneità e risonanze primordiali, emozione estetica suggerita dall’oggetto e sentimento etico implicito nel progetto. Questa complessità lo sottrae alle caratterizzazioni univoche e ne fa una figura per molti versi eccezionale nello scenario internazionale del design, di cui rappresenta una presenza critica e riflessiva di primo piano fin dagli anni Sessanta. La mostra organizzata al Museo Nivola e curata da Richard Ingersoll ha cercato di restituire da una parte lo spessore storico della vicenda di Branzi, richiamandone le tappe principali, dal progetto della No-Stop City, elaborato ancora nell’ambito del gruppo Archizoom, alla serie di mobili Animali domestici disegnati negli anni Ottanta. Dall’altra, ha dato ampio spazio a un gruppo di opere recenti da cui traspare l’affinità che esiste tra la visione di Branzi e quella di Costantino Nivola, il loro comune interesse per una dimensione dell’arcaico e del primitivo di cui si rinvengono le tracce nel presente. La grande Madre in marmo di Nivola, collocata a un’estremità dello spazio espositivo, è un’immagine sorprendentemente vicina ai misteriosi corpi-contenitore di Branzi, come quella figure solenni ma non minacciose né remote, anzi curiosamente cordiali ed accostabili.
The interests of Andrea Branzi combine many apparently distant themes: art and design, natural and artificial, a sense of the contemporary with a return to the primordial, aesthetic feelings stimulated by an object and ethical positions implicit in a project. This complexity excludes him from easy classification and contributes to his exceptional role in the international design scene, in which his critical voice has prevailed since the 1960s. The exhibition at the Museo Nivola, curated by Richard Ingersoll, attempts to give both a summary of the Branzi’s historical importance, looking at key projects such as No-Stop City, produced in collaboration with Archizoom Associati, and the hybrid furniture of Animali domestici that he produced during the 1980s, while leaving ample room for recent works, which have a particular resonance with those of Costantino Nivola. Their common interests connect through an interest in the archaic dimension, finding primitive traces in the contemporary. Nivola’s large Madre in marble, situated at one end of the exhibition space, offers a vision that is surprisingly close to Branzi’s mysterious Corpi, body-containers, which evoke the solemnity of the work of the Sardinian sculptor without feeling threatening or remote, but curiously cordial and approachable. Antonella Camarda Giuliana Altea Direttrice | Director Presidente | President Museo Nivola Fondazione Nivola
02. Andrea Branzi, schizzo per Dolmen / sketch for Dolmen, 2014
Andrea Branzi e il nuovo arcaico Richard Ingersoll Andrea Branzi, uno dei più famosi architetti del mondo, non ha mai costruito un edificio. Ha invece proposto dei pensieri sulla città contemporanea molto provocatori e ha disegnato un numero sterminato di oggetti per interni. Nato a Firenze nel 1938, Branzi ormai è riconosciuto come il padre del movimento Radical degli anni Sessanta. Con i suoi colleghi di Archizoom Associati, ha sostenuto un approccio all’architettura e all’urbanistica che corrispondesse all’arte non-figurativa di Jackson Pollock e Alberto Burri. Mentre la descrizione grafica della città radicale, No-Stop City, era esageratamente astratta, il mobilio, come i Dream Beds, seguiva l’impulso Pop. Da questa iniziale visione liberatoria, rispecchiata dai progetti per No-Stop City, dopo il suo trasferimento a Milano nel 1973 si è sviluppata la sua attività di designer indipendente, che lo ha portato a collaborare con Memphis e a divenire un membro chiave del
10 movimento del Nuovo Design Italiano, la cui fama fu sancita nel 1972 dalla partecipazione alla mostra Italy. Andrea Branzi The New Domestic Landscape al Museum of Modern Art di New York. Negli anni Ottanta fa parte del gruppo Memphis ed è uno dei fondatori della Domus Academy. Professore associato al Politecnico di Milano, ha esercitato una profonda influenza su diverse generazioni di designer. Nel corso del tempo ha definito il suo personale regno di risposte poetiche al design, combinando nella serie Animali domestici elementi della natura non lavorati – come rami e tronchi – con parti rifinite di produzione industriale. Affascinato dal contrasto tra processi industriali e prodotti naturali, con la serie Corpi ha inventato alcuni tra gli oggetti più immaginativi e scultorei che si possano usare come vasi per fiori. Per creare forme dall’effimera funzione di vasi, ha introdotto materiali antitetici fra loro, sperimentando con i bronzi più pesanti e col più lieve dei plexiglas. Negli anni recenti, ispirato dal senso di cancellazione 03. Archizoom Associati, 1972
12 e di ritorno alle origini dei quadri di Francis Bacon, Branzi ha creato una serie di teche con i Dolmen, Andrea Branzi modelli contenenti una sintesi di alta tecnologia contemporanea e esistenza primordiale. Riconoscendo l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla cultura urbana, l’artista anticipa un ritorno a una “metropoli primitiva” di rinnovata fisicità, rappresentata dagli strenui itinerari dei praticanti del parkour, e propone nei suoi modelli di Carnac un fantasioso paesaggio di pietre monolitiche evocanti il celebre sito archeologico, un luogo dove il tempo – si tratti di minuti o di migliaia di anni – diventa insignificante. La Metropoli Primitiva è la sua prima mostra in Sardegna e raccoglie una varia gamma di oggetti, progetti e video appartenenti a momenti diversi della sua carriera. Sebbene non abbia mai incontrato Costantino Nivola, Branzi avverte una sincera affinità con alcuni temi dell’artista sardo, in particolare l’uso di grandi monoliti, presenti nelle opere in mostra sotto forma di modelli che richiamano i grandi massi installati da Nivola in Piazza Satta a Nuoro. Nivola usava i sassi come espressioni del luogo e emblemi
04. Andrea Branzi, 2016
Andrea Branzi and the new archaic Richard Ingersoll Andrea Branzi, one of the most famous architects in the world, has never built a building. Instead he has proposed visions of cities and designed an infinite number of objects to inhabit interiors or to be set into urban spaces. In his earliest efforts during the 1960s in Florence as the chief ideologue of the radical group of Archizoom he campaigned for an approach to architecture and urbanism that would correspond to the non- figurative work of artists such as Jackson Pollock and Alberto Burri. While Archizoom’s numerous graphic treatments of Radical urbanism, known as No-Stop City, remain extremely abstract, their furniture, such as Dream Beds, belongs to Pop Art. After this initial liberatory vision in the projects for No-Stop City, Branzi moved to Milan, where as an independent 07. Andrea Branzi, Ginger, 1980
26 Andrea Branzi 11. Andrea Branzi, Visore Rupestre, 2013
28 Genetic Tales Andrea Branzi Andrea Branzi, 1998 Genetic Tales è un programma di grafica di Andrea Branzi applicato ad una serie di prodotti Alessi. I disegni della ricerca erano organizzati in catagorie. Coppie, dove si vedono le derivazioni di generazione a partire da due soggetti; famiglie, costituite da più estese derivazioni da una coppia iniziale; alberi genealogici, che servono per spiegare bene le linee di successione di una famiglia; Gruppi, che sono costituiti da molti individui che si avvicinano tra loro per diversi motivi; folle, che sono l’insieme degli individui non contenibili nelle categorie precedenti; eccezioni, che sono i casi di individui non contenibili nelle categorie precedenti; catalogo generale di generi umani diversi, a seconda delle somiglianze, affinità, vicinanze. Il catalogo può essere usato per classificare individui sconosciuti o per riconoscere gli amici. Genetic Tales is a graphic program by Andrea Branzi applied to a series of Alessi products. The drawings of this research were organized into categories. Couples, wherein the immediate effects of the procreative activities of two subjects can be seen; families, consisting of an extension of the original family; family trees, useful to clarify the lines of succession of a given family; groups, composed of numerous individuals who come together for different reasons; crowds, masses of individuals making up humanity; exceptions, individuals who cannot be listed in the above categories; and a general catalogue of different human types, according to their similarity, affinity, and closeness. The catalogue can be used to classify strangers or to identify friends.
Da No-Stop City alla metropoli primitiva Andrea Branzi La No-Stop City è una serie di progetti concettuali disegnati da Archizoom Associati dal 1969 al 1972. L’idea nasce dalla constatazione del passaggio della nostra società da Civiltà Architettonica a Civiltà Merceologica. Una società totalmente integrata nella logica di un mercato mondiale, interessato all’unica utopia: la quantitativa. Le piante e i plastici rappresentano la de- territorializzazione della città, non più un insieme di scatole architettoniche, ma sistema ininterrotto di merci, informazioni, servizi, relazioni; un territorio che negli anni successivi sarà definito dalla presenza di un personal computer ogni 20 mq. Si estende all’infinito come un sistema molecolare costituito da miliardi di immagini diverse, ma privo di una immagine 19. Archizoom Associati, No-Stop City, 1970
48 Andrea Branzi 25. Andrea Branzi e Domus Academy, Agronica, 1995-97
From No-Stop City to the Primitive Metropolis Andrea Branzi No-Stop City comprises a series of conceptual projects designed by Archizoom Associati from 1969- 1972. The idea grew from the awareness of society’s transition from an Architectural Civilization to a civilization of commodification. A society completely integrated with the logic of a global market, its sole utopia: quantitativeness. The plans and models prepared for No-Stop City represent the deterritorialization of the city, no longer a collection of architectural boxes but instead a system of uninterrupted merchandise, information, services, relations; a territory that later will be defined by a personal computer every 20 square meters. It expands infinitely like a molecular system composed of billions of different images but lacking a comprehensive vision; a blind, catatonic landscape, in which there is no longer external scenery to
62 Legni | Wood Andrea Branzi Andrea Branzi, 2009 Legni, Wood Fascine, Bundles Sterpi, Twigs Arbusti, Shrubs Rami, Branches Frasche, Boughs Radici, Roots Fronde, Fronds, Muschi, Mosses, Ciocchi, Logs, Ceppi, Stumps, Tronchi, Trunks, Scorze, Peels, Cortecce, Barks, Cespugli, Bushes, Ramoscelli, Sprigs, Virgulti, Shoots, Gemme, Buds, Pali, Poles, Travi, Beams, Paletti, Pickets, Assi, Boards Staccionate, Fences, Recinti, Enclosures, Palizzate, Palissades, Alberete, Trees, Boschi, Woods, Foreste, Forests, Legni fossili, Wooden Fossils, Sono le antiche fondamenta These are the ancient del nostro paese. foundations of this land.
28 – 32. Andrea Branzi, Legni, 2009
68 Andrea Branzi 33. Andrea Branzi, Sasso, 2016
Sull’autostrada per Carnac con Andrea Branzi Richard Ingersoll Andrea Branzi è il grande vecchio dell’architettura italiana, che rivolge la sua immaginazione a temi che vanno dall’architettura e dall’urbanistica a oggetti intimi e decorativi. Le sue origini nell’architettura del movimento Radical negli anni Sessanta si sono periodicamente rinnovate nei decenni scorsi attraverso una vasta produzione di progetti e testi teorici che continuano a mettere a rischio le certezze dell’esistenza contemporanea. Tuttavia è un uomo simpatico e gentile, una specie di benevolo medico generico che sente il cuore, il polso e i polmoni della città contemporanea – principalmente Milano, dove vive e lavora – e poi risponde con prognosi poetiche. Sebbene sia noto soprattutto per i suoi lavori di design, il suo interesse fondamentale è sempre stato rivolto alla vita collettiva del contesto urbano. Gli artefatti che inventa scaturiscono dalla sua immaginazione critica e appaiono come oggetti trovati
82 memoria quanto le abilità manuali durante il processo di digitalizzazione - tuttavia siamo ancora capaci di Andrea Branzi apprezzare la sensualità dei fiori. Per la Biennale diVenezia del 2010 Branzi ha preparato una “Nuova Carta di Atene” con questa clausola: “La città attuale non è più un insieme di scatole architettoniche ma un territorio di uomini, servizi, oggetti, informazioni, relazioni immateriali. I modelli di urbanizzazione debole cercano di fare convivere architettura e agricoltura, tecnologia e metrologia, le merceologie con le vacche sacre.” Il suo Decalogo per un urbanismo alternativo, un aggiornamento della No- Stop City e di Agronica, resta una sfida per tutti coloro che viaggiano lungo l’autostrada per il mitico luogo primordiale, Carnac: 1.La città come una favelas ad alta tecnologia. 2. La città come un computer ogni 20mq. 3. La città come luogo di ospitalità cosmica. 4. La città come un tutto-pieno microclimatizzato. 5. La città come un laboratorio genetico. 40. Andrea Branzi, Luoghi, 2015
86 Andrea Branzi 42. Andrea Branzi, Sugheri, 2015
Along the Highway to Carnac with Andrea Branzi Richard Ingersoll Andrea Branzi is the grand old man of the Italian avant-garde, turning his imagination to subjects that range from architecture and urbanism to intimate decorative objects. His origins as a Radical in the 1960s have been periodically renewed over the past decades with a vast production of designs and theoretical texts that continue to endanger the certainties of contemporary existence. Yet he is a kind and sympathetic man, somewhat like a friendly general practitioner, who listens to the heart, pulse, and lungs of the contemporary city--mostly Milan, where he lives and works--and then responds with poetic prognoses. While known primarily for works of design, his underlying interest has always been the collective life of the urban realm. The artifacts he invents spring from his critical imagination, appearing like found objects that flash across the rearview mirror while rushing along the autostrada toward
88 a place he has come to recognize as the “primitive metropolis.” Here we find a procession of headless Andrea Branzi androgynous figures carrying flowers and candles, heavy bronze anvil-like vases for delicate flowers, industrially produced chairs grafted with bits of beech tree trunks, rustic stones that can be opened to reveal a cork-lined inner space, and frequent visions of scale model monoliths, like portable fragments of Stonehenge, that can be installed in one’s apartment as contemporary reminders of an archaic illud tempus. Amid the onslaught of telematics, which privileges the virtual over real and tends to externalize human experience and memory, we find Branzi struggling between indulgence and disgust, somewhat like Le Corbusier during the 1920s who described Fordism as: “the horrible but ineluctable future.” A survivor of the political and cultural upheavals of the 1960s, Branzi has never ceased to investigate the parameters of human freedom. From his thesis project in architecture (with Gilberto Corretti, 1966), which integrated an amusement park with a supermarket, to his work as the chief ideologue of the Florentine
43.Andrea Branzi, Sciami, 2014
90 Radical architectural group Archizoom, to his more recent musings on an urbanized agrarian landscape, Andrea Branzi known as Agronica (1996), he maintains the willfully contradictory stance of acknowledging the high consumerist push for mass hedonism while witnessing its alienating effects. Taking his first impulse from the world of art, which since the early 20th century attempted to create non-objective and non-figural works, Branzi and his Florentine cohorts at Archizoom created a series of paper projects, visions of the contemporary city that still appear wonderfully fresh and enigmatic. Using a typewriter as the unconscious producer of a random representation of positions in space, Archizoom created numerous variations of two- dimensional compositions of an infinitely expanding urban realm they called “No-Stop City”. Rather than plans, the drawings for this city use dots, curves, and regularly repeated dashes, that resemble a new type of musical score, signs more akin to the abstract notations of computer printouts than architecture. The compelling message of No-Stop City, which Branzi has continued to elaborate, is the progressive move
44. Andrea Branzi, Monoliti, 2012
92 of urban dwellers toward ephemeralization, leaving behind the solid definitions of “place” for the more Andrea Branzi random pleasures of “space.” As he states: “…if the great silence and catatonia present in the project for No-Stop City is an absolute blankness, then an extraordinary release occurs, like in the paintings of Mark Rothko. This new world, a great ocean of soft colors, transparent, deep, offers a type of existential freedom.” In his theoretical excursions, influenced from one side by the Post-Marxist Operaismo movement of Mario Tronti and on the other by the delights of American Pop Art, Branzi arrived at a moratorium on building. The processes of commodification, what he likes to call “merceologia” behave metabolistically and become so totalizing that they exceed any effort of structural or political control. Architecture thus fails to keep astride the flow of goods and services because it follows antiquated models and remains too permanent. Cities are likewise overbuilt, too confining. In a world that is overly scopic and obsessed with form, Branzi has attacked Modernist certainties, emerging like
45. La metropoli primitiva, Museo Nivola, Orani
94 the prophet Jeremiah to alert humanity to its problem of idolatry of form and structure. He provokes us to Andrea Branzi rethink the city as ephemeral and relational: “Living in a city no longer means inhabiting a fixed place or urban street, but rather adopting a certain mode of behavior, comprising language, clothing and both printed and electronically transmitted information; the city stretches as far as the reach of these media.” Two decades before Rem Koolhaas he wrote an editorial for Casabella entitled “Small, medium, and large” ("Radical Notes 9", Casabella, n.379, 1973) declaiming consumer society’s insistence on quantity, which while eliminating all references to identity and place offers other forms of freedom. From this reproach toward an over-structured urban environment Branzi was led to a new emphasis on the body, now full of piercing and tattoos, and to the archaic, an atmosphere of generic memory. He observes humanity’s desire for release from the confining structures found in the cities of the 46. Andrea Branzi, Animali domestici, 1985
96 past century toward a more nomadic existence in a “high-tech favela.” Along the autostrada to Branzi’s Andrea Branzi “primitive metropolis,” we find free wi-fi at every dolmen, or as he recommends a computer every 20 square meters. To demonstrate the new lifestyle he proposes scale models, which seem as if you are peering into someone’s domestic space from the speeding car mentioned above. Truly an anti- architecture, these simulated environments show repetitious transparent surfaces of invisible structures that support isolated objects that have the sole function of serving contemplation. In his collection of objects, models and ruminations on contemporary urban life, Branzi proposes design as the common denominator within an overall metabolistic system that generates the new archaic environment. For his neo-primitive residents of No-Stop City he continues to invent useless “knickknacks” that appeal to archaic sentiments. He defends these hand-crafted unique pieces as the effluvia of the modern urban process: 47. Andrea Branzi, Piccolo albero, 1991
98 “One accepts more readily small objects which appear useless. This uselessness in my eyes does not have Andrea Branzi a negative value. It is this very uselessness which has been my passion…” If we look carefully into his transparent and frequently mirror-lined boxes we will find his “everyman” resembles a blurry figure from the paintings by Francis Bacon, who like most of us appears to be both thrilled and chilled by what Paul Virilio has defined as “Teletopia,” because through digital culture the liberation from the traditions, memories, and heaviness of the past leaves behind a ghastly void. Branzi’s headless human figures, which are also missing hands, capture the sense of having lost both memory and manual skills during the process of digitalization, yet we are still capable of appreciating the sensuality of flowers. For the 2010 Venice Biennale he prepared a “New Athens Charter” with this proviso: “The contemporary city is no longer a collection of architectural boxes but rather a territory of humans, services, objects, information, immaterial relations. The models of weak urbanization try to coordinate architecture,
48. Andrea Branzi, La roccia, 2012
100 agriculture, technology, and weather, mixing merchandizing with holy cows.” His Decalogue for an Andrea Branzi alternative urbanism, an update of No-Stop City and Agronica, remains a challenge to all who travel along the autostrada to the mythical site of the primordial society, Carnac: 1. The city as a high-tech favela 2. The city as a computer every 20 square meters 3. The city as the place of cosmic hospitality 4. The city as fully climatized environment 5. The city as a genetic laboratory 6. The city like plankton 7. The search for weak urbanizations 8. Create blurry boundaries easy to cross 9. Create reversible and light infrastructures 10. Create huge transformations through micro-projects From: Andrea Branzi, “una modesta proposta per una nuova carta d’Atene,” in La Biennale di Venezia. 12ª Mostra internazionale di Architettura. People meet in architecture, K. Seijima, ed., Venezia: Marsilio, 2010.
49. Andrea Branzi, et al., Agronica, 1995-97
Andrea Branzi 102
50. Andrea Branzi, Visore. Colonne, 2015
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Andrea Branzi. Note biografiche 1938 Nasce a Firenze, dove frequenterà il liceo classico 1966 Laurea alla Facoltà di architettura, Università di Firenze 1967-1972 Archizoom Associati 1966 Partecipa con Archizoom alla mostra Superarchitettura alla Galleria Jolly 2, Pistoia 1972 Partecipa con Archizoom alla mostra Italy: The New Domestic Landscape al Museum of Modern Art, New York 1973 Si trasferisce a Milano, esegue progetti su commissione di Elio Fiorucci 1972-1976 Collabora a Casabella con la rubrica “Radical Notes” 1981 È tra i fondatori di Memphis, con Ettore Sottsass e Alessandro Mendini. 1982 Co-fondatore della Domus Academy, Milano. 1984 Pubblica La casa calda: esperienza del nuovo design italiano (Milano, Idea Books) Partecipa alla Biennale di Venezia
1985 Crea la collezione “Animali Domestici” per la 106 Galleria Zabro, Milano Andrea Branzi 1986 Crea “La casa telecomandata” alla La Triennale di Milano 1987 Riceve il premio di design Compasso d’Oro 1988 Espone alla Tokyo Design Agency, Tokyo, Giappone 1989 “Yatai” International EXPO, Nagoya, Giappone 1991 Collezione “Amnesia”, Design Gallery, Milano Curatore della mostra Dolce stil novo (della casa), Palazzo Pitti, Firenze 1995 Curatore della sezione design della mostra Italian Metamorphosis, Guggenheim Museum, New York 1996 Curatore della mostra Il Design Italiano dal 1964 al 1972, La Triennale di Milano, Milano. 1997 Presentazione di No-Stop City, Documenta, Kassel 2001-2005 Collabora con CIRVA, Marsiglia 2010 Agronica, La Biennale di Venezia 2014 Mostra retrospettiva al Musée des Arts Décoratifs et du Design, Bordeaux 2015 Il Centre Pompidou acquisisce le opere maggiori di Branzi.
Andrea Branzi. Life and works 1938 Born in Florence, attends Liceo Classico high school 1966 Thesis project finished for degree from the Architecture School of Florence 1967-1972 Archizoom Associati founded in Florence 1966 With Archizoom creates the exhibition Superarchitettura, in Pistoia 1972 With Archizoom part of the exhibition Italy: The New Domestic Landscape, Museum of Modern Art, New York 1973 Moves to Milan, has some projects with Elio Fiorucci 1972-1976 Writes a monthly column “Radical Notes”, for Casabella 1981 One of the founders of Memphis, with Ettore Sottsass and Alessandro Mendini 1982 Co-founder of Domus Academy, Milan 1984 Publishes The Hot House. Italian New Wave Design Participates at La Biennale di Venezia
1985 Produces the collection “Animali Domestici” for 108 Galleria Zabro, Milan Andrea Branzi 1986 Creates “La casa telecomandata” at La Triennale di Milano 1987 Awarded the Compasso d’Oro prize for design 1988 Exhibits at Tokyo Design Agency, Tokyo, Japan 1989 Produces “Yatai” International EXPO, Nagoya, Japan 1991 Exhibits “Amnesia” collection, for Design Gallery, Milan Curates Dolce stil novo (della casa), Palazzo Pitti, Florence 1995 Curates the design section of Italian Metamorphosis, Guggenheim Museum, New York 1996 Curates the exhibition Il Design Italiano dal 1964 al 1972, La Triennale di Milano 1997 Presents revival of No-Stop City, Documenta, Kassel 2001-2005 Collaborates with CIRVA, Marseille 2010 Exhibits Agronica, at La Biennale di Venezia 2014 Retrospective exhibition at Musée des Arts Décoratifs et du Design, Bordeaux 2015 Major works acquired by Centre Pompidou, Paris
Pubblicazioni principali di Andrea Branzi Major published works by Andrea Branzi “Radical Notes”, Casabella, 1972-1976 (ca. 30 articoli/ca. 30 texts). Decorattivo, Centro Design Montefibre, Idea Book, Milano, 1976. Architecture in Love, Idea Book, Forma/Alchymia, Monal, Milano, 1980. Il design Italiano degli anni ’50, Centro Kappa, Binasco, 1981. Merce e metropoli – esperienze del nuovo design italiano, Epos, Palermo, 1983. La casa calda, esperienze del Nuovo design italiano, Idea Books, Milano, 1984. Learning from Milan, Cambridge University Press, Cambridge, MA, 1988. La Quarta Metropoli, Domus Academy, Milano, 1990. Andrea Branzi, Francois Burkhardt, Formes des Métropoles – Nouveaux Designs en Europe, Centre Pompidou, Paris, 1991. Il design Italiano 1964-1990, Electa, Milano, 1996. Genetic Tales, Edizioni, Verbania, 1998. Modernitá debole e diffusa. Il mondo del progetto all’inizio del XXI secolo, Skira, Milano, 2006. Open Enclosures, Fondation Cartier our l’art contemporain, Paris, 2008. Una generazione esagerata, dai radicali italiani alla crisi della globalizzazione, Baldini & Castoldi, Milano, 2014. Rubini C. (ed.), Andrea Branzi, Objets et Territoires, Editions Alternatives, Paris, 2014.
Indice delle illustrazioni Index of illustrations 110 Andrea Branzi 01. Museo Nivola, installazione di 01. Nivola Museum, installation by Andrea Branzi, 2016. Andrea Branzi, 2016. Corpi (2015), collocati in contrasto Bodies (2015), set in contrast with a con una grande Madre di Costantino large Mother by Costantino Nivola Nivola (1985). (1985). 02. Andrea Branzi, schizzo per Dolmen, 02. Andrea Branzi, sketch for Dolmen, 2014. Penna e inchiostro, 20x 15 cm. 2014. Pen and ink, 20 x 15 cm. Studio Andrea Branzi. Studio Andrea Branzi. La situazione domestica moderna: The modern domestic situation: tran- trasparente e nomade, ma con una rac- sparent and nomadic, but with a collec- colta di monoliti. tion of monoliths. 03. Archizoom Associati, 1972. 03. Archizoom Associati, 1972. Fotografia, 60 x 60 cm. Photograph, 60 x 60 cm. Studio Andrea Branzi. Studio Andrea Branzi. Ritratto di gruppo della formazione Group portrait of the Radical architec- di architetti Radical fondata a Firenze tural group founded in Florence, 1967. nel 1967. 04. Andrea Branzi, 2016 04. Andrea Branzi, 2016. Photo R. Ingersoll. Foto R. Ingersoll. The architect in his studio in Milan. L’architetto nel suo studio a Milano. 05. Archizoom Associati, No-Stop City, 05. Archizoom Associati, No-Stop City, 1967. Ink on paper, 80 x 55 cm. 1967. Inchiostro su carta, 80 x 55 cm. Studio Andrea Branzi. Studio Andrea Branzi. A conceptual urbanism prepared like Urbanistica concettuale preparata a musical score that corresponds to come una partitura musicale che corri- non-figurative art and resists repre- sponde all’arte non-figurativa e resiste sentation. alla rappresentazione. 06. Archizoom Associati, Dream Beds, 06. Archizoom Associati, Dream Beds, 1968. Photograph of a small-scale 1968. Foto di plastico, 29 x 29 cm. model, 29 x 29 cm. Studio Andrea Branzi. Studio Andrea Branzi. Design pop tendente a massimizzare Pop design searching to maximize l’edonismo. hedonism. 07. Andrea Branzi, Ginger, 1980. 07. Andrea Branzi, Ginger, 1980. Legno dipinto e acciaio, 65 x 30 cm. Painted wood and steel, 65 x 30 cm. Per Alchimia. For Alchimia.
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