DIRETTO DA PRODOTTO DA SCRITTO DA - FRANCESCO CLERICI GABY RAMSPERGER, FRANCESCO CLERICI, JON BARRENECHEA SIMONA CASONATO, FRANCESCO CLERICI ...

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DIRETTO DA
                        FRANCESCO CLERICI

                        PRODOTTO DA
     GABY RAMSPERGER, FRANCESCO CLERICI, JON BARRENECHEA

                         SCRITTO DA
              SIMONA CASONATO, FRANCESCO CLERICI
                                                                       1
DURATA: 78’ | LINGUA: ITALIANO E INGLESE CON SOTTOTITOLI IN ITALIANO
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INDICE

01   SINOSSI                                  03

02   COMMENTI DEL REGISTA FRANCESCO CLERICI   04

03   NOTE DI REGIA DI FRANCESCO CLERICI       05

04   ACCELERATORE COCKROFT-WALTON             06

05   DIETRO LE QUINTE                         08

06   IL MUSEO E IL SUO PATRIMONIO STORICO     12

07   LE PROIEZIONI DEL FILM                   14

08   BIOGRAFIA DEL REGISTA                    15

09   FILMOGRAFIA SELEZIONATA                  16

10   CREDITI DEL FILM                         17

11   MATERIALI PER LA STAMPA E CONTATTI       18

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01
SINOSSI

Un manufatto misterioso, prelevato da una collezione di
insolite testimonianze del passato, viene colmato di attenzioni
da parte di un’equipe di specialisti. Sembra una scultura
avveniristica, ma scopriamo che si tratta di uno strumento
scientifico.
Il film segue, passo per passo, il restauro di un acceleratore
di particelle del 1950 al Museo Nazionale della Scienza
e della Tecnologia di Milano. Osserviamo il ripristino di
materiali, superfici e valvole, al recupero di memorie e di
gesti. È un rito collettivo: restauratori, curatori, antichi utiliz-
zatori della macchina lavorano per trasformare una “cosa”,
tratta dalla quotidianità di un laboratorio, in un “oggetto” da
museo, custode di diverse storie.

Il film fa parte di una tetralogia dedicata al lavoro manuale
come patrimonio immateriale.
Il primo film sul tema “arte” (Il gesto delle mani - ingl. Hand
gestures, 2015. 77’) ha vinto il premio internazionale della
critica al festival di Berlino sezione Forum. Maneggiare
con cura. Storia di un oggetto è il secondo capitolo e
si concentra sul tema “scienza”. Il terzo e quarto capitolo
saranno dedicati alla “musica” e al “cinema”.

                                                                       TOMMASO ROSSINI E IL COCKCROFT-WALTON / ANNI 50 @ CISE-ISEC

                                                                                                                                 3
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02
COMMENTI
DEL REGISTA
FRANCESCO CLERICI

Maneggiare con cura vuole essere contemporaneamente                  Il lavoro di Rossini e Ascoli – così come quello dei restauratori,
un film scientifico e - soprattutto - narrativo: descrive vita e     dei conservatori, dei curatori e dei falegnami che riportano
lavoro presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecno-        alla luce l’acceleratore Cockcroft-Walton – è fatto di
logia di Milano, un luogo storico, un’istituzione, oltre che uno     sensibilità ed esperienza, ripetizioni e improvvisazioni,
dei dieci musei più visitati in Italia. Il film descrive il rumore   gesti e riti. Per me: patrimoni intangibili.
e il passare del tempo durante il lavoro di restauro di un           Come quasi sempre nei miei film e cortometraggi, ho cer-
oggetto “misterioso”, il cui passato ricco di aspettative e          cato di essere soprattutto il primo spettatore nascosto, direi
paure viene riportato alla luce insieme ai colori originali delle    intimo (in questo caso di un restauro), tentando di aprire una
sue superfici. Le persone che ci lavorano sono descritte solo        delle tante possibili finestre da cui guardare il lavoro del
attraverso il loro lavoro, le loro espressioni e i loro movimenti,   museo.
il loro modo di scherzare o di essere concentrati.                   Per sineddoche ho scelto un oggetto che ai miei occhi ine-
                                                                     sperti è sempre sembrata una strana scenografia di sci-fi, una
                                                                     diavoleria alla Vonnegut, un oggetto “retrofuturistico”.
                                                                     I toni pomposi con cui si parlava di questa macchina nei
LA MEMORIA COME PATRIMONIO IMMATERIALE                               filmati d’archivio mi sembravano scontrarsi con l’immagine
Noi siamo la nostra memoria,                                         dell’oggetto “morto” inizialmente davanti a me, laggiù in
noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti                 attesa nei depositi del Museo. Un oggetto da resuscitare
J.L. Borges                                                          con i ricordi e da “ripulire” da cima a fondo. Ho cercato di
                                                                     analizzare l’acceleratore di particelle in tutte le sue possibilità,
L’idea di fondo era quella di proseguire il discorso iniziato con    rispecchiando il lavoro dei restauratori e a loro volta quello
Il gesto delle mani e spingermi ancora più dentro il concetto        degli utilizzatori di un tempo: riprese da lontano, da vicino,
greco di téchne, ma in un ambito più contemporaneo.                  nel dettaglio, mentre le lamiere curvate risuonano, rispec-
Se il primo film analizzava l’arte e l’artigianato diventando un     chiano, riflettono, rifrangono. Montaggi serrati alternati a
film sul tempo e il suo ripetersi, Maneggiare con cura è nelle       inquadrature più lunghe, intermezzi con depistaggi tematici
mie intenzioni un film sul tempo nella memoria.                      sulle persone che come in un girotondo hanno seguito tutte
Tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017, mentre Il gesto delle      le varie fasi della lavorazione. Anche per questo motivo la la-
mani finiva la sua intensa e fortunata vita di proiezioni, due       vorazione ha richiesto diversi mesi di lavoro sull’audio con
dei principali artigiani della Fonderia Battaglia andavano in        Massimo Mariani, Tommaso Barbaro, Brambilla, Mattia
pensione. E altri due professionisti in pensione, Aurelio            Pontremoli, Emanuele Pullini: i cambi dei luoghi, i rumori
Ascoli e Tommaso Rossini, sono i protagonisti di Maneg-              degli strumenti, i contrasti tra gli spazi e tra le voci, erano più
giare con cura. Senza di loro rimarrebbe solamente ciò che i         di sfumature, erano parte della memoria di un oggetto e di
libri riportano: una fredda traccia da (ironia del linguaggio)       quella delle persone che attorno a “lui” hanno lavorato, riso,
“manuale”.                                                           scherzato, discusso. Vissuto e ricordato.

                                                                                                                                        4
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03
NOTE DI REGIA DI
FRANCESCO CLERICI

Un film sul tempo come quello che volevo realizzare ha
bisogno di giocare su un equilibrio tra reale e simbolico.
Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia è - come
la Fonderia Battaglia nel film precedente - uno spazio che
garantisce un’unità di luogo dentro cui si intrecciano archivi,
memorie, storie, umanità. È uno spazio fisico e narrativo in
cui mi sono fatto volentieri guidare dalla sapiente mano di
Simona Casonato, che oltre a lavorare per il Museo è fine
sceneggiatrice e conosce le pratiche della storia orale e
della ricerca etnografica.

Il montaggio segue spesso moti interni più che spinte
narrative: è un film che fa della divagazione (scientifica e
umana) la sua struttura.
La fotografia è invece più pulita, più “scientifica”, più
asettica e a fuoco rispetto allo “sporco” dei miei film           MANEGGIARE CON CURA / FOTOGRAMMA @ FRANCESCO CLERICI

precedenti: il processo di color correction, ancora una
volta eseguito da Andrea Paganini, è stato qui molto più
massiccio e importante per trovare quella spinta analitica
che il film richiedeva.
Ma è proprio nel contrasto tra un’analisi scientifica che si
presuppone obbiettiva e fredda e gli slanci di divagazione
che seguono una curiosità prettamente umana il centro
narrativo cui ho cercato di ancorare lo spirito del film, che
termina senza più le belle riprese, la loro stabilità, la loro
nitidezza, per scomparire in un momento soltanto umano
“rubato” con un cellulare.

Claudio Gotti, compositore delle musiche (di questo film
e de Il gesto delle mani), è un fisico delle particelle, ricer-
catore all’Università degli studi di Milano Bicocca, nonché
vincitore del premio “Early Carreer Scientist Award” per aver
sviluppato un circuito integrato per la rivelazione di fotoni     MANEGGIARE CON CURA / FOTOGRAMMA3 @ FRANCESCO CLERICI

con fotomoltiplicatori multi-anodo. Affidarmi a lui per queste
musiche che ibridano materiali d’archivio e sonorità anni
Ottanta è stato un vero piacere.

                                                                                                                      5
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04
ACCELERATORE
COCKROFT-WALTON

L’acceleratore protagonista del film, ufficialmente “Accele-
ratore Cockcroft-Walton del CISE”, fa parte delle collezioni
di strumentazione scientifica e risale al 1950. Oggi è esposto
al centro della mostra “Extreme”, la nuova area dedicata alla
fisica delle particelle inaugurata nel 2016.

Il sistema detto “Cockcroft-Walton”, è stato ideato agli inizi
degli anni ‘30 dal fisico britannico John Douglas Cockcroft e
dal fisico irlandese Ernest Thomas Sinton Walton.
Grazie ad esso, è stato possibile ottenere la prima disinte-
grazione nucleare artificiale della storia, una condizione
indispensabile per poter fstudiare la struttura più intima del-
la materia. Per molti anni questo tipo di dispositivo è stato
il principale strumento di indagine a disposizione dei fisici
nucleari. In seguito sono stati sviluppati altri tipi di acce-
leratori, il cui esempio più avanzato è oggi il Large Hadron
Collider del CERN.

L’esemplare proviene dal CISE (Centro Informazioni Studi
ed Esperienze), un importante centro di ricerca nel campo
della fisica del nucleo creato da tre giovani scienziati milanesi,
Carlo Salvetti, Giorgio Salvini e Mario Silvestri. Il CISE ha
operato tra Milano e Segrate (MI) dal 1946 al 1996. È stato
un centro di ricerca pionieristico nel suo settore, il primo ad
essere inaugurato nell’immediato dopoguerra; ha successi-
vamente avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo nella
ricerca in vari settori e nelle politiche energetiche nazionali.
                                                                     COCKCROFT-WALTON @ CISE-ISEC

                                                                                                6
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04
ACCELERATORE
COCKROFT-WALTON

L’acceleratore conservato al Museo fu realizzato “in casa” dai
ricercatori. È un esempio dello spirito di adattamento e
della forza di volontà che animano il secondo dopoguerra
in Italia, un periodo in cui le difficoltà materiali provocate
dall’uscita dal conflitto e la scarsità di informazioni rendono
difficile la ricerca in certi campi. Difficoltà che non impedi-
scono di perseguire artigianalmente, ma con tenacia, risultati
scientifici che aspirano – e spesso ci riescono – a dialogare
con ambiti internazionali.

L’oggetto viene donato al Museo dal CISE stesso, nel 1965,
dopo essere diventato obsoleto. Rimane esposto per alcuni
anni nella Galleria di Fisica Moderna. Il tempo passa e
anche la sezione non è più attuale: al suo smantellamento,
lo strumento viene parzialmente smontato e collocato in
deposito.

Il film di Clerici comincia qui, nel giorno in cui l’acceleratore,
opaco dopo molti anni di riposo forzato, viene prescelto
per la nuova esposizione e riportato a nuova luce e nuovi
sguardi.

                                                                     EXTREME - ALLA RCERCA DELLE PARTICELLE @ PAOLO SOAVE

                                                                                                                       7
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DIETRO LE QUINTE

A cura di Simona Casonato, Museo Nazionale della Scienza
e della Tecnologia, co-sceneggiatrice

L’AVVENTURA DEL FILM:
UNA STORIOGRAFIA PARTECIPATA
Il film è una produzione indipendente nata in modo
spontaneo e informale, da una manifestazione di interesse
reciproco tra il regista e il Museo, durante un incontro alla
fine dell’inverno del 2016. È bastato un giorno. L’indomani,
Francesco Clerici si è presentato al Museo con la macchina
da presa, ha premuto “rec” e si è inserito in modo trasparen-
te – e inesorabile – nel flusso quotidiano del nostro lavoro.

Ha preso così vita, senza che ce ne accorgessimo, una vera
e propria residenza artistica, in cui l’apporto poetico ed
estetico della ripresa cinematografica è progressivamente
diventato un elemento organico nel lavoro di ricerca, studio e
valorizzazione dell’acceleratore, condotto dallo staff museale.

Il processo che Francesco Clerici ha filmato nei dettagli
costituisce un valido esempio del lavoro che è al cuore di
ogni museo e che ne sostanzia il significato storico; un lavoro
che, tuttavia, raramente è visibile, nella sua pratica e nelle sue
ritualità.

                                                                     BACKSTAGE / MANEGGIARE CON CURA @ FRANCESCO CLERICI

                                                                                                                       8
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05
DIETRO LE QUINTE

Il lavoro di restauro che avevamo previsto aveva due
componenti: una fisica, tesa conservare e rendere leggibile
lo strumento, e l’altra mnemonica, volta a recuperare il conte-
sto e la memoria, attraverso interviste di storia orale.
Con naturalezza, il film mostra entrambi gli aspetti senza
usare interviste frontali (che pure il Museo ha realizzato in
separata sede per il proprio archivio).

Il film mostra, anzi rivela, che fare storia nei musei è un
lavoro interdisciplinare e collettivo, che coinvolge profes-
sioni, soggetti sociali e competenze assai diverse: nei musei
spesso si fa public history, si narra la storia in modo rigoroso
e insieme partecipato.
Accanto ai professionisti del Museo, le restauratrici in
residence della società Strati, i curatori, i conservatori,
gli allestitori e i volontari, nel film infatti vediamo in azione
anche dei testimoni diretti.

L’associazione CISE2007, formata da ex-dipendenti del CISE
allo scopo di perpetuarne il metodo di ricerca e la memoria,
mette in campo Tommaso Rossini e Aurelio Ascoli, due ex
dirigenti che hanno utilizzato l’acceleratore. Essi sono a tutti
gli effetti parte del team che ricostruisce il senso e l’aspetto
dell’oggetto.

C’è poi l’intervento di altri soggetti che non sono visibili e
che lasciano nel film tracce indirette, ma fondamentali: le
immagini e le notizie storiche che punteggiano il racconto.         MANEGGIARE CON CURA / FOTOGRAMMA @ FRANCESCO CLERICI

Ci sono storici professionisti dell’Università degli Studi di
Milano, archivi industriali e d’immagine come la Fondazione
ISEC – Istituto per la storia dell’età contemporanea di Sesto
S. Giovanni (MI), l’Archivio Nazionale Cinema Impresa - CSC
di Ivrea (TO) e infine, ma non certo ultimo, il generoso
contributo fornito dall’Archivio dell’Istituto Luce, di Cinecittà
Luce (Roma).

                                                                                                                       9
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DIETRO LE QUINTE

IL MUSEO E IL CINEMA SCIENTIFICO:
UNA LUNGA STORIA
Lavorare insieme a Francesco Clerici è stata dunque
una tappa rilevante della volontà del Museo di rendere
partecipe la collettività del proprio lavoro sul patrimonio
tecnico-scientifico nazionale e internazionale.
Si è trattato di un esperimento interdisciplinare, museo-
logico e cinematografico, compiuto in nome dei principi
fondanti del Museo, che promuovono il dialogo tra saperi
diversi.

Il film è un progetto rivolto al futuro perché segna la strada
da percorrere nei confronti di una parte del nostro patri-
monio per cui c’è ancora molto da fare, ossia il patrimonio
immateriale legato al sapere tecnico-scientifico.

Ciascun oggetto delle collezioni, testimonianza materiale,
incorpora naturalmente anche una serie di aspetti intangi-
bili: pratiche d’uso, sapienza manuale e corporea, vissuti
biografici, relazioni sociali ed affettive, dinamiche economi-
che, e così via.
La documentazione visiva, la storia orale, la narrazione cine-
matografica sono strumenti riconosciuti per la rivelazione,
indagine e conservazione del patrimonio immateriale,
ma non sono molte, in Italia, le esperienze di questo tipo
nell’ambito della scienza. In questo senso, il film segna per
il Museo una tappa importante della messa a punto di uno
stile di raccolta nel nostro settore.                              MANEGGIARE CON CURA / FOTOGRAMMA @ FRANCESCO CLERICI

Il cinema di Clerici è un cinema d’osservazione, che ha le
caratteristiche e il metodo della documentazione etnografica:
ossia è cinema che si fa portatore di una cura scientifica nella
rappresentazione del proprio oggetto, che usa la messa in
scena non solo per esporre ma anche per indagare.
Poi, su questa indagine, costruisce un’avventura estetica
per chi guarda.
In questo modo di procedere c’è una profonda consonanza
con i compiti essenziali di un museo, che secondo la
definizione dell’International Council of Museums (ICOM),
acquisisce, conserva, comunica ed espone testimonianze
“per scopi di studio, istruzione e diletto”.

                                                                                                                    10
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DIETRO LE QUINTE

Qui si aggancia il secondo significato del progetto, che fa        RINGRAZIAMENTI
invece riferimento al passato del Museo.                           Il Museo ha potuto supportate Francesco Clerici nel met-
Maneggiare con cura, grazie a questa sua natura di                 tere a punto la sceneggiatura grazie al contributo di molte
“documento proiettato”, di trasposizione sullo schermo             persone: informazioni, idee, spunti e contributi materiali;
dell’osservazione minuziosa di un fenomeno reale può essere        spesso entusiasti, a volte utilmente critici, sempre gentili.
considerato un esempio di cinema “scientifico”.                    Ringra ziamo qui le persone che nel film ci sono ma
Nella sua dimensione di racconto, il film recupera la              non si vedono: i membri di CISE2007, rappresentati
memoria dell’acceleratore e della fisica nucleare italiana.        degnamente da Flavio Parozzi e Gianni Pampurini; il prof.
Ma il film in quanto prodotto permette di recuperare un’altra      Leonardo Gariboldi del Dipartimento di Fisica dell’Univer-
memoria: quella del rapporto originario del Museo con la           sità degli Studi di Milano, con i suoi allievi Guido Zorzi e
cinematografia.                                                    Simone Zanin; Primo Ferrari della Fondazione ISEC; Patrizia
                                                                   Cacciani e Cristiano Migliorelli dell’Istituto Luce Cinecittà;
Nell’impostazione originaria dell’Istituzione veniva conferito     Sergio Toffetti ed Elena Testa dell’Archivio Nazionale Cine-
un ruolo di primo piano alla “cinematografia educativa e           ma Impresa – CSC di Ivrea (TO); Gian Francesco Giudice ed
culturale”, che, nell’idea di Guido Ucelli, era uno dei comple-    Emma Sanders del CERN di Ginevra (CH); la sig.ra Romana
menti indispensabili di un “moderno centro di vita culturale”.     Palazzo, moglie di Tommaso Rossini.
Il lascito p iù evidente di questa ambizione è la lussuosa sala    Infine, non ultimi, dobbiamo ringraziare tutti i colleghi del
(ora auditorium) progettata da Piero Portaluppi, architetto        Museo che hanno generosamente contribuito a questa
milanese di fama. La sala in origine ospitava più di 600 posti     avventura.
e per diversi anni propose una programmazione giornaliera
caratterizzata da un grande rigore critico.

Il documentario di matrice scientifica, realizzato cioè a
scopi non di mero intrattenimento, bensì di indagine e co-
noscenza, era al centro degli interessi dei primi curatori della
programmazione. In questo contesto, il termine “scientifico”
si riferiva alle modalità, più che all’argomento del film.

Film di scienza, industria, tecnica ma anche antropologia,
viaggi, arte, esplorazione: nella sala cinematografica del
Museo prendeva vita un secondo museo “vivente” che
animava le collezioni, legandole alla magia delle imma-
gini in movimento.

Ci piace dunque pensare che il lavoro fatto insieme a
Francesco Clerici sia una riscoperta, oggi, di un preciso
valore culturale che il Museo attribuiva in origine all’arte e
alla tecnica del cinema: un modo di riflettere sulla relazione
sempre importante tra la realtà e le sue rappresentazioni e
sul legame indissolubile tra la scienza e l’arte.

                                                                                                                               11
06
IL MUSEO E IL SUO
PATRIMONIO STORICO

Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo
da Vinci di Milano, inaugurato nel 1953, racconta storie di
scienza, tecnologia e industria. L’idea del fondatore, l’indu-
striale milanese Guido Ucelli, era quella di dotare l’Italia,
al pari degli altri grandi Paesi europei, di un museo che
raccontasse “il divenire del mondo” a partire da uno sguardo
di unità della cultura. Questa idea di dialogo tra la cultura
umanistica e la cultura tecnico scientifica ancora oggi ispira il
piano strategico di sviluppo dell’Istituzione.

Oggi il Museo è uno dei più visitati in Italia e tra i più impor-
tanti in Europa, con 500.000 visitatori che percorrono i suoi
25.000 metri quadri espositivi ogni anno e fruiscono della
sua proposta di mostre permanenti e temporanee, eventi
culturali e attività educative hands-on, per le quali è ricono-
sciuto come centro di eccellenza a livello internazionale.

Il patrimonio storico, inteso come l’insieme delle testimo-
nianze materiali e immateriali custodite dal Museo, è il
cuore dell’istituzione.
Per missione il Museo acquisisce, conserva, studia e comu-
nica il patrimonio storico attraverso una varietà di iniziative
rivolte a pubblici diversi, confrontandosi con le esperienze e
le best practices a livello internazionale.
Il patrimonio storico è un intermediario tra passato e futu-
ro, tra tradizione e innovazione, da cui possono nascere
vocazioni, ispirazioni e spinte al cambiamento, e l’impegno
del Museo è di renderlo accessibile a tutti.                         CHIOSTRO MUSEO @ ARCHIVIOMUSEO

Il fascino dell’oggetto vero e la forza narrativa dei materiali
originali permettono di coinvolgere diverse tipologie di
pubblico sul valore della storia della scienza e della tecnologia,
con lo scopo di migliorare la coscienza critica sui grandi
cambiamenti culturali avvenuti nel passato e di contestualiz-
zare più correttamente quelli in atto.
Il patrimonio tecnico scientifico ed industriale italiano
ancora fatica a trovare a livello pubblico la propria legittima-
zione rispetto al patrimonio storico artistico, architettonico
e etnologico. La questione si pone in realtà a livello europeo,
sebbene sia evidente che scienza e tecnologia siano motori
trainanti delle grandi trasformazioni che hanno dato forma
alla società contemporanea.

                                                                                                12
06
IL MUSEO E IL SUO
PATRIMONIO STORICO

Le collezioni del Museo, formatesi a partire dagli anni ‘30
del Novecento, includono testimonianze rappresentative
della storia della scienza, della tecnologia e dell’industria
italiane dal XIX secolo ai giorni nostri. Contano 16.700 beni
storici e includono strumenti tecnico scientifici, macchine e
impianti anche di grandi dimensioni, in particolare relativi
ai mezzi di trasporto, alla produzione di energia, all’indu-
stria siderurgica, alle telecomunicazioni e all’informatica
e all’astronautica. A queste si affiancano una collezione di
beni artistici (2.500 tra dipinti, disegni, sculture, oggetti
d’arte applicata e medaglie), l’archivio cartaceo e fotografi-
co (450 metri lineari di documenti e 50.000 fotografie) e la
biblioteca (50.000 volumi e riviste).

La conservazione del patrimonio storico è una tra le prin-
cipali funzioni del Museo. Gli interventi di restauro sono
progettati e realizzati con gruppi di lavoro interdisciplinari
costituiti dai restauratori in residence di Strati e gli Istituti
di Alta Formazione, in collaborazione con la Soprintenden-
za. Prevedono il ripristino formale dell’oggetto, ma anche
il suo corretto allestimento nella sezione espositiva, con lo
scopo di conservarne le condizioni e migliorarne la frui-
zione pubblica.
Durante l’anno, in occasioni speciali, i conservatori e i
curatori del Museo accompagnano il pubblico a visitare i
depositi, rendendo visibile il lavoro “dietro le quinte” per la
salvaguardia del patrimonio storico.
                                                                    SOTTOMARINO TOTI E LE CAVALLERIZZE @ ARCHIVIOMUSEO

                                                                                                                   13
07
LE PROIEZIONI DEL FILM

La prima italiana avverrà sabato 21 ottobre 2017 in
occasione della quinta edizione del Milano Design Film
Festival (MDFF 19 – 22 ottobre), che si svolge da 4 anni
presso il rinnovato Anteo Palazzo del Cinema, location
tradizionalmente legata ad una programmazione d’autore.
Il festival milanese, che ha per tema la cultura del progetto,
è anche una piattaforma d’informazione, d’aggiornamento,
di sperimentazione e d’incontro, che si caratterizza per la
qualità dei contenuti e per un’inedita ed efficace capacità di
dialogo con un pubblico trasversale.

A inizio ottobre inoltre il film è stato proiettato anche a
Parigi, al Musée des Arts et Métiers durante la conferenza
internazionale Artefacts. Sarà poi in Sudafrica al Cape Town
International Film Market and Festival e successivamente a
Mosca al 360° Science and Technology Film Festival .

La prima mondiale si è tenuta all’Intangible Heritage Film
Festival ospitato dal National Intangible Heritage Center
di Jeonju in Corea del Sud. Secondo gli organizzatori,
Maneggiare con cura è una delle 10 “gemme nascoste che
raccontano il patrimonio immateriale” scelte tra un totale di
1048 film che hanno partecipato alla selezione.
La Corea del Sud è una delle nazioni che nell’ambito
dell’ICOM e dell’UNESCO è stata ed è tra i maggiori
sostenitori della necessità di salvaguardare il patrimonio
immateriale dell’umanità.

                                                                 MDFF LOCANDINA / DESIGN BY NOMA BAR

                                                                                                 14
08
BIOGRAFIA DEL REGISTA

Francesco Clerici, nato a Milano, si è laureato in Storia e
Critica dell’Arte presso l’Università degli Studi; è docu-
mentarista e scrittore. Dal 2009 collabora con la CICAE
(Confédération Internationale des Cinéma d’Art e d’Essai),
con l’artista Velasco Vitali e tiene corsi e lezioni per scuole,
università italiane (Università Bicocca di Milano, Università
degli studi di Milano, Università degli studi di Parma) e
Campus stranieri.
Nel 2012 ha pubblicato il suo primo libro di racconti 24
Fotogrammi: storia aneddotica del cinema (Secondavista
Edizioni, 2012).
Il Gesto delle Mani, il suo primo documentario lungome-
traggio, è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino
2015 nella sezione FORUM, dove ha vinto il premio della
critica internazionale FIPRESCI.

I suoi lavori sono stati presentati a festival in tutto il
mondo (London Film Festival, Viennale, RIDM Montreal,
Sarajevo film festival), e in sedi quali National Gallery of
Art di Washington, British Film Institute di Londra, Irish
Film Institute di Dublino, Cineteca Mexicana di Città del
Messico, Cinemateca Uruguayana di Montevideo, Dundee
Contemporary Art Museum, Istitute of Contemporary
Arts di Londra, Barbican, Festival di Filosofia Moderna di
Modena, The National Sculpture Factory di Cork, MART di
Rovereto, Centrum Sztuki Współczesnej Zamek Ujazdowski
di Varsavia, Muzeul Național al Ţăranului Român di Buca-
rest, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia
“Leonardo da Vinci” Milano, Palazzo Reale a Milano.
                                                                   FRANCESCO CLERICI

                                                                                 15
09
FILMOGRAFIA SELEZIONATA

STORIE NEL CEMENTO
la vita nell’istituto Marchiondi-Spagliardi, 2010.
Documentario, 28’ (Premio FAI al Milano Film
Festival 2010 / Selezione Ufficiale Sciacca film festival 2010)

IL GESTO DELLE MANI
2015. Documentario, 77’
(Premio FIPRESCI al Festival del cinema di Berlino 2015).

FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO
2016. Sperimentale. 6’ Prodotto da Agis Lombarda
e Archivio del Cinema d’impresa di Ivrea
(Selezione ufficiale Milano Design Film Festival 2016)

LE VIE DEL CINEMA
2016. Animazione. 50’’ Prodotto da Agis Lombarda
come sigla della rassegna “Le vie del cinema”,
i film di Venezia, Locarno e Cannes a Milano.

GIANCARLO VITALI. TIME OUT
2017. Documentario. 32’.
Prodotto da ArchiviVitali in occasione della mostra personale
di Giancarlo Vitali presso Palazzo Reale, Castello Sforzesco,
Museo di Storia Naturale (Milano).

MANEGGIARE CON CURA
2017. Documentario. 78’ Prodotto in collaborazione con
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo
da Vinci, Istituto Luce, Associazione CISE 2007, Fondazione
ISEC Istituto per la storia dell’età Contemporanea, CERN
(Selezione Ufficiale Intangible Heritage International Film
Festival di Jeonju - Corea del Sud, 360° Moscow Scientific
Film Festival)

GILLO DORFLES. IN UN BICCHIERE D’ACQUA
2017. Documentario. 11’ Prodotto da Milano Design Film
Festival e MIR Cinematografica (Film d’apertura del Milano
Design Film Festival 2017 presso la Triennale di Milano)

                                                                  16
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CREDITI DEL FILM

MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA LEONARDO DA VINCI
PRESENTA

CON                                             PRODUTTORI ESECUTIVI
Aurelio Ascoli                                  Jon Barrenechea
Maria Baruffetti                                Francesco Clerici
Giulia Basilissi
Marianna Cappellina                             MONTAGGIO AUDIO
Claudio Giorgione                               Michele Brambilla
Vincenzo Iannone                                Mattia Pontremoli
Marco Iezzi                                     Emanuele Pullini
Antonio e Daniele Menegaldo
Claudia Porta                                   MIX AUDIO, SUPERVISIONE MONTAGGIO DEL SUONO
Luca Reduzzi                                    Massimo Mariani
Tommaso Rossini                                 Tommaso Barbaro

COORDINATORI DI PRODUZIONE                      RICERCHE AGGIUNTIVE
Grazia Cavanna                                  Simona Casonato
Martina De Santis                               Leonardo Gariboldi
Kilgore Trout                                   Luca Reduzzi

COLOR CORRECTION, SUPERVISIONE                  CON IL SUPPORTO DI
ALLA POSTPRODUZIONE                             Istituto Luce Cinecittà, Roma
Andrea Paganini                                 Archivio Nazionale Cinema Impresa, Centro Sperimentale
Grafica Poster                                  di Cinematografia, Ivrea (TO)
Plumdesign.it
                                                CON LA COLLABORAZIONE DI
MUSICHE ORIGINALI                               Associazione CISE2007, Milano
Claudio Gotti                                   Fondazione ISEC, Istituto per la Storia dell’Età
                                                Contemporanea, Sesto S. Giovanni (MI)
LOGISTICA                                       CERN European Laboratory for Particle Physics
Simona Casonato
                                                MATERIALE D’ARCHIVIO
REGIA, RIPRESE, MONTAGGIO, FOTOGRAFIA           Istituto Luce, Archivio Storico
Francesco Clerici                               United World films for the Arthur Rank Organization Ltd
                                                Archivio Nazionale Cinema d’Impresa
SCENEGGIATURA
Simona Casonato                                 RIPRESE AGGIUNTIVE
Francesco Clerici                               Francesco Zucchetti

PRODUZIONE                                      FOTO D’ARCHIVIO
Gaby Ramsperger                                 Archivio Storico Museo Nazionale della Scienza
Jon Barrenechea                                 e della Tecnica Leonardo da Vinci, Milano
Francesco Clerici                               Archivio CISE /Fondazione ISEC, Istituto per la Storia dell’Età
                                                Contemporanea, Sesto S. Giovanni (MI)

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MATERIALI PER
LA STAMPA E CONTATTI

MATERIALI PER LA STAMPA
All’indirizzo http://www.museoscienza.org/areastampa/ sono disponibili
il comunicato stampa, il trailer, e alcuni fotogrammi del film.
Al seguente link è disponibile il trailer del film, scaricabile a varie risoluzioni:
https://vimeo.com/226189665

CONTATTI PER I GIORNALISTI
UFFICIO STAMPA MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA
stampa@museoscienza.it | t. +39 02 48555 450 / 343
Deborah Chiodoni m. +39 339 1536030
Paola Cuneo m. +39 338 1573807

FRANCESCO CLERICI
ff.clerici@gmail.com | t. +39 3496535031

INFO PER IL PUBBLICO
www.museoscienza.org/maneggiareconcura/

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