PIANO DELLA PERFORMANCE DELLA CCIAA DI VICENZA 2015-2017 - Allegato A: ANALISI SWOT DEL CONTESTO ESTERNO - Camera di ...

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PIANO DELLA PERFORMANCE DELLA CCIAA DI VICENZA 2015-2017 - Allegato A: ANALISI SWOT DEL CONTESTO ESTERNO - Camera di ...
PIANO DELLA PERFORMANCE DELLA CCIAA DI VICENZA 2015-2017

   Allegato A): ANALISI SWOT DEL CONTESTO ESTERNO

          Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 1/55
INDICE

INTRODUZIONE...................................................................................................................................................................................................................... 3
1.    VARIABILI DEMOGRAFICHE ....................................................................................................................................................................................... 4
2.    SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE .................................................................................................................................................................................... 8
3.    MERCATO DEL LAVORO E RISORSE UMANE ........................................................................................................................................................ 13
4.    STRUTTURA IMPRENDITORIALE ............................................................................................................................................................................. 18
5.    INNOVAZIONE .............................................................................................................................................................................................................. 21
6.    INTERNAZIONALIZZAZIONE ..................................................................................................................................................................................... 29
7.    INFRASTRUTTURE ....................................................................................................................................................................................................... 39
8.    TURISMO E RISORSE CULTURALI ............................................................................................................................................................................ 47

                                                               Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 2/55
INTRODUZIONE

    L'analisi SWOT è lo strumento di pianificazione strategica usato per analizzare in maniera sintetica un contesto complesso e in particolare per
valutare i punti di forza (Strengths), le debolezze (Weaknesses), le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) di un progetto o di ogni altra
situazione in cui occorre prendere una decisione per raggiungere un obiettivo.

                                               PUNTI DI FORZA                             PUNTI DI DEBOLEZZA
                                                (STRENGTHS)                                  (WEAKNESSES)

                                               OPPORTUNITÀ                                         MINACCE
                                              (OPPORTUNITIES)                                     (THREATS)

     Lo scopo della presente analisi è di definire le opportunità di sviluppo economico e sociale dell’area territoriale che interessa la provincia di Vicenza,
in conseguenza della valorizzazione dei punti di forza e del contenimento dei punti di debolezza, alla luce del quadro di opportunità e rischi che deriva
dalla congiuntura esterna.

                                           Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 3/55
1. VARIABILI DEMOGRAFICHE

                                     STRENGTHS                                                                                       WEAKNESSES
Nella provincia di Vicenza continuano a nascere più bambini che altrove e questo di per           Analizzando la serie storica 2002-2013 del tasso di natalità si osserva come in tutte le
sé costituirebbe un buon indice della capacità di autorigenerazione del sistema sociale           dimensioni territoriali si sia verificato un restringimento, ma nella provincia berica esso
berico, anche se la contestualizzazione del dato nei dinamismi evolutivi in serie storica         è comparativamente più pronunciato: dal 10,7 all’8,8 mentre nel Veneto si è passati dal
dà conto di fenomeni alquanto diversi e suggerisce letture meno ottimistiche: il tasso di         9,6 all’8,6 e in Italia dal 9,4 all’8,5. Inoltre a Vicenza si osserva che fino al 2008 il tasso
natalità (rapporto tra il numero dei nati vivi nell’anno e l’ammontare medio della                di natalità è rimasto inalterato e in qualche anno è addirittura cresciuto, poi si è
popolazione residente, moltiplicato per 1.000) nel 2013 è maggiore che a livello veneto           affermato un trend negativo con una dinamica accelerativa nell’ultimo periodo
e nazionale: 8,8 contro rispettivamente 8,6 e 8,5.                                                considerato: 10,3 nel 2009, 10,1 nel 2010, 9,6 nel 2011, 9,5 nel 2012 e 8,8 nel 2013;
A Vicenza si muore di meno che altrove: questo dato è sicuramente riconducibile                   sembrerebbe quasi che l’esplodere della crisi economica e quindi l’acuirsi delle
all’assenza di rischi ambientali rilevanti e alla sussistenza di un welfare sanitario             incertezze per il futuro abbiano inciso negativamente sugli equilibri demografici
articolato ed efficiente, ma la spiegazione più convincente va individuata nel fatto che          disincentivando l’incremento dei nuclei familiari per il timore della indisponibilità di
nella provincia berica vi sono percentualmente meno anziani che nella media veneta:               risorse sufficienti al loro sostentamento.
20,1% è la quota di popolazione over 64 contro 21,3% nel Veneto e la tesi è confermata            A Vicenza è accentuata la contrazione dei vincoli matrimoniali, fenomeno che presenta
dal fatto che le province con un maggiore tasso di mortalità sono quelle in cui                   un’eziologia complessa di carattere sociale, economico e culturale. Il tasso di nuzialità
l’incidenza della popolazione anziana è più elevata. Il tasso di mortalità berico                 vicentino (rapporto tra il numero dei matrimoni celebrati nell’anno e l’ammontare
(rapporto tra il numero dei decessi nell’anno e l’ammontare medio della popolazione               medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) è del 2,7, inferiore alla media
residente, moltiplicato per 1.000) è inferiore al valore regionale e nazionale: 8,8 contro        veneta (3,0) e nazionale (3,2). La dinamica è decrescente: infatti nel 2002 il tasso di
9,4 e 10,0 (dati 2013). Inoltre negli ultimi dodici anni tale tasso a Vicenza si è                nuzialità era del 3,3 a Vicenza, del 4,5 nel Veneto e del 4,7 nell’intero Paese.
mantenuto inalterato, mentre nelle altre due scale territoriali si è verificato un leggero        La valutazione comparativa e delle dinamiche evolutive dei saldi migratori intesi
incremento (infatti il tasso di mortalità nel 2002 era 9,3 nel Veneto e 9,8 in Italia).           segnalano che l’attrattività (ovvero la competitività e il vantaggio localizzativi) di
Tra gli indicatori di attrattività di una realtà territoriale vi è sicuramente il tasso           Vicenza è inferiore a quello di altre realtà e segue una traiettoria discendente. Il tasso
migratorio in quanto se gli input di persone (nuove iscrizioni all’anagrafe per                   migratorio totale nel Vicentino è in calo rispetto al 2002 (dall’8,9 a 5,0), è inferiore al
trasferimento) superano gli output (cancellazioni dall’anagrafe per trasferimento di              dato medio veneto (10,1 in crescita dal 7,1 del 2002) e a quello delle altre province:
residenza) significa che una ambiente - per la capacità performante del suo sistema               Belluno 5,6, Treviso 6,8, Padova 9,2, Rovigo 11,1, Venezia 14,2 e Verona 15,9. Inoltre
produttivo e/o per la qualità della vita - è in grado di attirare e valorizzare risorse umane     Vicenza si colloca nella parte bassa della classifica: nel Nord peggio fa solo Cremona e
e quindi competenze professionali, investimenti economici, know how tecnologico e                 unicamente Barletta-Andria-Trani, Enna, Messina, Medio Campidano, Benevento e
sensibilità culturali e creative, in altre parole ha l’attitudine ad essere competitivo. Il       Pesaro-Urbino sono collocate in una posizione inferiore nella classifica delle province
tasso migratorio totale (rapporto tra il saldo migratorio dell’anno e l’ammontare                 italiane. Anche il tasso migratorio con l’estero è in flessione rispetto al 2002 (da 6,6 al
medio della popolazione residente, moltiplicato per 1.000) si situa nel 2013 in territorio        2,0) ed è inferiore ai valori medi regionale (2,4) e nazionale (3,0).
positivo (5 punti) così come il tasso migratorio con l’estero (rapporto tra il saldo              Anche Vicenza è interessata dal fenomeno globale della denatalità tendenziale che mina
migratorio con l’estero dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente,                l’equilibrio sociale ed economico, impedisce un adeguato ricambio generazionale,
moltiplicato per 1.000) che è pari a 2 punti. Il dato però sui saldi tra nuove iscrizioni         determina l’invecchiamento della popolazione e rende indispensabile l’apporto di flussi
all’anagrafe e cancellazioni va letto sotto il profilo comparativo cioè nel raffronto tra         demografici esogeni. Il tasso di crescita naturale, pur ancora positivo (0,1) è in
realtà geografiche differenti e sotto il profilo cronologico cioè a partire dalle dinamiche       cedimento nell’orizzonte temporale considerato (2,0 nel 2002), fenomeno che peraltro si

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emergenti da confronti temporali.                                                                verifica anche nelle altre dimensioni geografiche (da +0,2 a -0,9 nel Veneto e da -0,3 a -
A Vicenza le nascite sopravanzano ancora le morti, ma la denatalità - fenomeno globale           1,4 in Italia).
dei Paesi ad antica industrializzazione - è imminente. Il tasso di crescita naturale             Il tasso di crescita totale in primo luogo segue un’evoluzione decelerativa: il dato
(ovvero la differenza tra il tasso di natalità e il tasso di mortalità nel 2013) è ancora        attuale (5,1) è pari a meno della metà di quello del 2002 (10,9); in secondo luogo è di
leggermente positivo nella provincia berica: +0,1 mentre nel Veneto e in Italia i decessi        gran lunga inferiore ai tassi di crescita totale veneto (9,2) e italiano (18,2) i quali tra
superano le nascite: -0,9 e -1,4 sono i tassi di crescita naturale.                              l’altro, contrariamente a quanto accade nella provincia del Palladio, sono contraddistinti
Il tasso di crescita totale - dato dalla somma del tasso di crescita naturale e del tasso        da una dinamica ascensionale (7,3 e 2,5 sono i rispettivi valori del 2002). Ad eccezione
migratorio totale - è di 5,1 (2013): la popolazione vicentina continua a crescere                di Belluno (0,3), le altre province venete sono caratterizzate da tassi di crescita totale
principalmente grazie all’apporto della componente immigrata che quindi è                        superiori a quello berico: Rovigo 6,2, Treviso 7,3, Padova 9,0, Venezia 11,6 e Verona
indispensabile per garantire risorse umane al mercato del lavoro e un essenziale                 15,7. Da questi dati si può desumere l’affievolimento dell’attrattvità di Vicenza e del
contributo ai processi di creazione del valore aggiunto nonché alla sostenibilità del            suo tessuto economico per la forza lavoro straniera: la crisi, particolarmente severa per
sistema previdenziale.                                                                           il sistema di piccole e medie imprese, la sofferenza del mercato del lavoro e
Il tasso di fecondità totale nel Vicentino - sempre nel 2013 - non solo è superiore              l’isterilimento dei fabbisogni occupazionali rendono la provincia berica meno
(1,47 figli per donna mediamente) ai valori regionale (1,42) e nazionale (1,39), ma si           interessante del passato soprattutto per la domanda di lavoro non particolarmente
osserva una lievitazione nell’orizzonte cronologico considerato, fenomeno che peraltro           qualificata.
si rileva anche nelle altre scale territoriali: nel 2002 a Vicenza il numero medio di figli      Il tasso di fecondità totale è comunque inferiore al tasso di sostituzione necessario per
per donna era 1,38, nel Veneto 1,24 e in Italia 1,27. Il fenomeno sembrerebbe indicare           mantenere in equilibrio e in stabilità il sistema demografico sul lungo andare soprattutto
una ripresa della propensione alla genitorialità che in prospettiva può generare una             ove venisse ad affievolirsi l’input demografico esogeno. Peraltro il tasso di fecondità
spinta verso l’equilibrio demografico. L’assenza di problematiche ambientali vulneranti          continua ad essere sostenuto in modo determinante dal contributo delle donne straniere.
per la salute, la mancanza delle criticità tipiche delle grandi realtà metropolitane e la        L’indice di dipendenza strutturale appare in netto irrobustimento nell’orizzonte
diffusione di servizi sanitari moderni e funzionali assicurano ai vicentini una aspettativa      temporale 2002-2014: dal 46,3 al 53,9, tendenza che si verifica anche a livello
di vita comparativamente superiore a quella di altre realtà.                                     complessivo: dal 49,1 al 54,6. Per quanto a Vicenza la popolazione anziana e quella
La speranza di vita nella provincia berica (dati 2013) è maggiore rispetto alla media            giovane gravino su quella attiva in misura minore che altrove, i processi di denatalità e
nazionale sia per gli uomini (80,2 anni contro 79,8) che per le donne (85,4 contro 84,6          di allungamento della vita rendono più precario l’equilibrio tra la popolazione
anni); a 65 anni la speranza di vita dei vicentini maschi è uguale a quella degli italiani       produttiva chiamata a garantire la sostenibilità del sistema e la popolazione non
maschi (18,6 anni), mentre la speranza di vita delle donne over 65 vicentine è                   produttiva dipendente dalla prima.
leggermente superiore a quella delle italiane di pari età: 22,5 contro 22 anni. Nei dodici       L’indice di dipendenza anziani è cresciuto tra il 2002 ed il 2014: dal 24,6% al 30,9%
anni considerati la speranza di vita si è allungata: a Vicenza è passata da 77,6 anni a          nella provincia berica, ma l’incremento è generalizzato.
80,2 anni per gli uomini e da 83,6 anni a 85,4 anni per le donne.                                Il trend dell’indice di vecchiaia è chiaramente in crescita: da 113,4 nel 2012 al 134,2%
La piramide della struttura della popolazione vicentina presenta - nel confronto con             nel 2014.
altre realtà - un ispessimento dei segmenti più giovani e un restringimento dell’area dei        L’età media tende ad allungarsi e passa da 41 anni del 2002 a 43,3 anni nel 2014.
più anziani: tale configurazione potrebbe favorire processi di dinamismo sociale e di            La densità demografica risulta più elevata della media nazionale (315,59 abitanti per
vivacità produttiva in quanto sono le società più giovani ad interpretare in modo                kmq contro 241,75).
maggiormente evolutivo le istanze di cambiamento e a produrre innovazione. Infatti               Frammentazione amministrativa e policentrismo della popolazione residente.
riguardo alla ripartizione della popolazione per fasce di età la provincia berica è
caratterizzata da una maggior incidenza (dati 2014) del segmento 0-14 anni (15,0%
contro 13,9%), e, anche se di poco, della fascia 15-64 anni (65,0% contro 64,7%),
mentre la quota degli over 65 presenta proporzioni più ridotte nel vicentino (20,1%) nel

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confronto con la media nazionale (21,4%).
Per quanto riguarda l’indice di dipendenza strutturale - ovvero il rapporto tra la
popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva
(15-64 anni), moltiplicato per 100 - il dato vicentino nel 2014 è inferiore al valore
medio nazionale (53,9 contro 54,6). Ciò indica una maggior «sostenibilità» economica
comparativa dei processi demografici perché la popolazione non produttiva - anziana e
giovane - grava in misura minore rispetto ad altre realtà sulla popolazione in grado di
generare reddito.
A conferma del precedente assunto, l’indice di dipendenza anziani cioè il rapporto tra
la popolazione di 65 anni e più e la popolazione in età attiva cioè tra i 15 ed i 64 anni
moltiplicato per 100 è minore a Vicenza (30,9) che nel Veneto (32,9) e in Italia (33,1).
Anche per quanto afferisce all’indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione di 65
anni e più e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100), Vicenza esibisce un
valore (134,2) nettamente inferiore al Veneto (150,6) e all’Italia (154,1), segno di una
relativa «giovinezza» della società vicentina.
L’età media vicentina (43,3 anni) è inferiore a quella veneta e italiana (44,3 e 44,2
anni).
A Vicenza (dati 2012) la numerosità dei divorzi e delle separazioni per 10 mila
famiglie è di 46,98 dato inferiore alla media nazionale (52,78). Probabili fattori culturali
(la tradizione religiosa in primo luogo) contribuiscono a rendere più stabili i vincoli
matrimoniali all’interno di una comunità che, pur attraversata dalle tensioni, dalle
fratture e dai problemi tipici della modernità e dell’atomizzazione individualista,
presenta ancora elementi coesivi - perdutisi altrove - nell’intelaiatura del corpo sociale.
In relazione al capitolo «formazione» l’indagine sulla qualità della vita realizzata da Il
sole 24 ore vede Vicenza al trentacinquesimo posto con 9,90 anni di studio (media
nazionale di 9,67 anni) con dati 2012. Gradualmente Vicenza recupera alcuni
tradizionali deficit formativi e adegua gli skills ai migliori standard in quell’ottica di
valorizzazione qualitativa delle risorse umane necessaria per la competitività del
sistema.
Gli stranieri regolari in % sulla popolazione residente sono a Vicenza nel 2013 il
10,99% (ventitreesimo posto nella classifica di settore dell’indagine promossa da Il sole
24 ore sulla qualità della vita) contro una media nazionale del 7,45%. La presenza degli
stranieri contribuisce positivamente all’equilibrio del sistema economico e
previdenziale evidenziandosi quale vera e propria risorsa competitiva, in assenza della
quale una parte dell’offerta di lavoro - segnatamente quella afferente a posizioni
professionali più generiche e meno qualificate - rimarrebbe insoddisfatta.

                                                    Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 6/55
OPPORTUNITIES                                                                                      THREATS
Sono disponibili nel breve periodo persone in età lavorativa con le competenze necessarie     Si consolidano problematiche socio-sanitarie e assistenziali legate alla crescita della
per intercettare i primi segnali di ripresa appena questi si presentino.                      popolazione anziana.
Sono presenti dotazioni adeguate di forza lavoro di origine extracomunitaria per mansioni e   Si acuisce la possibilità di tensioni sociali dovute alla difficile integrazione degli
posizioni professionali non richieste dai lavoratori locali.                                  stranieri soprattutto in una fase di crisi economica e alla tendenziale formazione di una
Il know how sociale complessivo e la competitività di Vicenza crescono grazie                 società multiculturale e multietnica.
all’intersecazione di culture differenti.

                                                 Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 7/55
2. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

                                   STRENGTHS                                                                                      WEAKNESSES
Nel contesto di una accresciuta sensibilità ecologica dell’opinione pubblica la platea         Le criticità ambientali e territoriali del vicentino individuate dal Piano Territoriale di
degli stakeholders sociali ed economici è sempre più coinvolta nelle decisioni sulle           Coordinamento Provinciale e dal Connesso Rapporto Ambientale sono le seguenti:
tematiche ambientali assunte dai policy makers in una logica di responsabilità condivisa.      disseminazione di aree produttive, mobilità con vari aspetti di sofferenza, elevato
Seguendo le indicazioni più moderne della Unione Europea l’Environmental Governance            numero di edificazioni in area agricola, problemi di carattere idrogeologico,
si basa sull’integrazione dell’apporto di cinque pilastri: la scienza, l’etica e la cultura,   trasformazioni incontrollate del paesaggio, difficoltà di mantenimento qualitativo in
l’economia, la società civile e le istituzioni. Anche a Vicenza vi è un dialogo continuo tra   alcuni centri storici, scarsa qualità dell’aria in alcune aree, scarsa qualità delle acque
Pubblica Amministrazione e decisori politici, associazionismo ambientalista, categorie         superficiali e sotterranee in alcune parti del territorio, necessità di migliorare la qualità
economiche e mondo dell’università e della ricerca.                                            naturalistica di alcune zone, spopolamento delle aree montane, degrado di alcuni edifici
L’evolversi della normativa di riferimento da un lato e l’acquisita consapevolezza da          monumentali, elevato utilizzo del suolo agro-forestale. In generale la forte densità di
parte dell’opinione pubblica dell’importanza del riciclo dei materiali ha determinato le       attività produttive determina un cospicuo consumo di risorse materiali ed energetiche
condizioni di uno sviluppo potentissimo delle metodiche di raccolta differenziata. La          e genera inquinamento per emissioni, scarichi e rifiuti. Inoltre lo sviluppo degli
transizione nella gestione dei rifiuti urbani da raccolte multimateriali ed aggiuntive «a      insediamenti residenziali e soprattutto degli insediamenti produttivi in passato si è
valle» a raccolte monomateriali ed integrate «a monte» da un lato e la modernizzazione         verificata all’interno di una inadeguata pianificazione, anche se negli ultimi anni si
complessiva della filiera di raccolta, recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti         sono imposti criteri di razionalità programmatoria e di sostenibilità ambientale.
urbani dall’altro, hanno permesso il conseguimento di risultati di eccellenza in termini di    Per quanto concerne le varie componenti ambientali le criticità presenti nel territorio
raccolta differenziata. Nella provincia berica la Raccolta differenziata copre ormai i due     vicentino sono le seguenti:
terzi del totale (dati 2013): infatti la produzione di rifiuti urbani è stata pari a 344.199    Aria: elevata concentrazione di polveri sottili (PM10), forte concentrazione di
tonnellate di cui 119.791 tonnellate residuo e ben 224.408 di raccolta differenziata.               ozono, consumo di solventi nel distretto conciario (con netti miglioramenti),
Quindi la raccolta differenziata copre il 65,2% del totale con un incremento su base                concentrazioni di biossido di azoto;
annua del 2,16%.                                                                                Acqua: rischio delle risorse idropotabili e impoverimento quantitativo della risorsa
Nell’ambito del comprensorio conciario di Arzignano-Chiampo il Progetto Giada,                      idrica, qualità non sempre ottimale delle acque superficiali e sotterranee;
nato nel 2001 come progetto LIFE e terminato nel 2004 è proseguito fino ad oggi con la          Suolo e sottosuolo: consumo di suolo per le aree urbanizzate, riduzione del
creazione dell’Agenzia Giada - frutto di un accordo tra l’Amministrazione Provinciale e             patrimonio boschivo e rischio di incendi, rischio geologico e rischio idraulico,
17 Comuni dell’area. Fino ad oggi sono state realizzate le seguenti attività: l’analisi             fenomeni di degrado dovuti all’attività estrattiva;
ambientale del territorio, il modello previsionale sulla qualità dell’aria, lo studio del       Flora, fauna e biodiversità: perdita di qualità degli ambiti naturalistici, perdita della
sistema di depurazione (depuratori di Trissino, Arzignano, Montecchio, Montebello e                 biodiversità nelle aree montane e collinari e nei sistemi fluviali, diminuzione di
Lonigo) e collettamento dei reflui, la certificazione EMAS del distretto conciario. Altri           funzionalità del sistema delle risorgive;
programmi sono in corso: l’Accordo di Programma con il Ministero dell’Ambiente per il           Paesaggio: modifica irreversibile del paesaggio agrario, interferenza con edifici
miglioramento degli scarichi idrici del collettore fognario, la registrazione EMAS dei              monumentali e ville venete e i loro contesti figurativi da parte del sistema
Comuni, il varo di etichette ambientali sui prodotti, la diminuzione dei consumi idrici, lo         insediativo, pressione sul paesaggio da parte di industrie, infrastrutture, elettrodotti,
studio sull’inquinamento del suolo, il biomonitoraggio delle acque superficiali mediante            attività estrattive, cartellonistica stradale, scarsa qualità architettonica delle
muschi. I risultati più importanti riguardano:                                                      periferie;
     quanto ad emissioni in atmosfera e grazie a metodiche di nuova generazione il             Salute umana: minacce alla salute per effetto dell’inquinamento atmosferico e
         consumo di solventi è passato da 18.449 tonnellate nel 1996 a 4.970 tonnellate             patologie da esposizione ad eccessivi rumori.

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nel 2012 e nello stesso periodo, il fattore di emissione è transitato da 146             Nel 2012 (ultimo dato disponibile) a Vicenza si sono prodotti 2.724.491 tonnellate di
          grammi al mq a 44 grammi al mq;                                                          rifiuti industriali pari al 19,4% dell’intera produzione regionale di cui 1.505.940
       quanto a parametri nelle acque defluite nel collettore i cloruri ed i solfati sono         tonnellate di rifiuti non pericolosi, 1.003.299 tonnellate di rifiuti da costruzione e
          diminuiti del 35% , mentre i solidi sospesi hanno registrato una flessione del           demolizione non pericolosi (18,2%) e 215.252 tonnellate di rifiuti pericolosi (23,0%
          64%, il COD del 52% e il cromo del 47%.                                                  dell’intera produzione veneta).
 Nella provincia di Vicenza esiste un grande serbatoio idrico sotterraneo con ingenti              Nel 2011 nella provincia berica i consumi per gas metano per uso domestico e per
 risorse idriche potabili di ottima qualità. Gli acquiferi di tale zona costituiscono la fonte     riscaldamento sono stati di 750,2 m3 per abitante, dato superiore alla media italiana
 di approvvigionamento idrico per la maggior parte del territorio provinciale e                    (attestata a 391,2 m3 per abitante). Per quanto concerne i consumi di energia elettrica
 contribuiscono ad alimentare la rete acquedottistica di gran parte della provincia di             Vicenza con i suoi 5.923,4 milioni di kwh detiene una quota pari ad un quinto del totale
 Padova. Tale disponibilità idrica ha consentito lo sviluppo di numerose attività industriali      regionale.
 che necessitano di adeguati volumi d’acqua e il contestuale aumento delle attività                 Negli ultimi decenni si sono registrati un impoverimento delle falde acquifere nella
 correlate al settore agricolo le quali abbisognano di acqua per scopi irrigui.                     pianura a nord di Vicenza nonchè problemi legati all’inquinamento da nitrati
 In ampie zone della provincia sono presenti aree di elevato pregio naturalistico e di              derivanti dalle attività agricole e zootecniche. Il delicato equilibrio tra l’uso di tale
 rilevante valore sotto il profilo della biodiversità con valenze turistiche il cui potenziale è    risorsa sotterranea e la naturale capacità di ravvenamento è venuto a mancare sicché la
 superiore all’effettivo utilizzo; inoltre Vicenza presenta un notevole patrimonio di               tendenza al sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee deve essere invertita: va
 valori artistici e architettonico-monumentali.                                                     incrementato il tasso di ricarica idrogeologica al fine di riequilibrare le falde dell’Alta
 L’impiego delle energie rinnovabili quale alternativa alle fonti energetiche tradizionali          Pianura Vicentina e di assicurarne l’utilizzo da parte delle generazioni future.
 ad elevata emissione di gas climalteranti sta intercettando l’interesse anche dei vicentini:       Si sono recentemente verificati episodi di inquinamento in alcuni pozzi in falda da
 degli oltre 70 mila impianti fotovoltaici veneti che si sono attivati per ottenere                 sostanze perfluoro-alchiliche (PFAS). L’Istituto Superiore di Sanità, pur non
 l’incentivo attraverso il conto energia 12.981 si trovano nel vicentino pari al 18,4%. Se si       evidenziando l'esistenza di un rischio immediato per la popolazione esposta, ha
 guarda alla potenza complessiva espressa in Kwh la quota detenuta dal vicentino è del              affermato che la situazione potrebbe comportare un rischio potenziale per la salute
 14,8%, La potenza complessiva per abitante generata dal fotovoltaico incentivato tramite           umana e ha consigliato l’adozione di misure di trattamento delle acque potabili per
 il costo energia è di 0,27 Kwh nel vicentino.                                                      l’abbattimento delle sostanze perfluoroalchiliche e di prevenzione e controllo della
Anche a Vicenza si sta diffondendo la c.d. green economy, segno che l’ambiente è                    filiera delle acque destinate al consumo umano nei territori interessati.
sempre più vissuto dal mondo delle imprese non tanto come un vincolo e come un                      Sussistono ancora asimmetrie tra capacità depurativa e carichi inquinanti in
problema, bensì come una risorsa competitiva ad elevato valore aggiunto e volano                    entrata.
occupazionale. Le imprese con almeno un dipendente che hanno investito o programmato                Si sono verificate recenti devastanti alluvioni quali conseguenza del dissesto
di investire in prodotti e tecnologie green cioè a maggior risparmio energetico e/o a minor         idrogeologico, dell’eccessiva urbanizzazione e della cementificazione, del
impatto ambientale nel 2013 sono state a Vicenza 5.710 pari al 23,3% del totale                     restringimento degli alvei fluviali, dell’impermeabilizzazione dei terreni e dell’assenza
regionale, seconda nel veneto dopo Belluno (26,8%). Per quanto concerne la tipologia di             di interventi preventivi. Per mettere in sicurezza tutto il territorio provinciale sono stati
investimenti green a Vicenza il 73,1% mira a ridurre i consumi di materie prime ed                  programmati importanti interventi (in primo luogo i «bacini di contenimento») alcuni
energia, il 24% persegue la stabilità del processo produttivo, e il 12% intende migliorare          dei quali mancano a tutt’oggi di finanziamenti da parte della Regione.
la qualità ecologica del prodotto e del servizio offerto. Delle 22.310 assunzioni                   Vicenza scende dal 54° al 55° posto nella graduatoria dei comuni capoluogo sulla base
programmate nel Veneto dalle imprese «verdi» 3.490 sono vicentine pari al 15,6% delle               dell’Indice Legambiente sull’Ecosistema Urbano che include sia i fattori di
assunzioni venete (ma con una incidenza sul totale delle assunzioni del 47,2%).                     pressione che la capacità di risposta e di gestione ambientale.
 È in via di realizzazione il grande Bacino di contenimento di Caldogno/Villaverla a
 nord di Vicenza contro le piene del Bacchiglione a cui si aggiungerà il bacino di
 laminazione di Trissino. Si tratta di opera di difesa del suolo essenziale per la sicurezza

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idraulica della città e dei comuni contermini investiti dall’alluvione del 2010. Il bacino è
progettato per trattenere in caso di piena 3,8 milioni di metri cubi d’acqua del torrente
Timonchio, È previsto anche un ulteriore bacino a nord di Viale Diaz in grado di
contenere 1,2 milioni di metri cubi in città. Altri tre invasi - a Saviabona sull’Astichello,
fra Vicenza e Monteviale per alleggerire l’alveo del Retrone sulla roggia Dioma e a
Sovizzo sul torrente Onte - completeranno l’implementazione della sicurezza idraulica
della città contro i rischi di alluvioni ed esondazioni.
                                 OPPORTUNITIES                                                                                          THREATS
Nei diversi livelli di governo si è consolidato il principio di «Sostenibilità». Per              Esiste una confliggenza potenziale tra il concetto di «Sviluppo sostenibile» e le
sviluppo sostenibile si intende uno «sviluppo che risponde alle esigenze del presente             logiche di mercato. Come indica il WWF lo sviluppo sostenibile è la capacità della
senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie». Gli           nostra specie di riuscire a vivere, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza
obiettivi di sostenibilità sono sempre più frequentemente accompagnati da vincoli                 distruggere i sistemi naturali da cui traiamo le risorse per vivere e senza oltrepassare le
legislativi interni, da prescrizioni dell’Unione Europea e da griglie fissate a livello           loro capacità di assorbire gli scarti e i rifiuti dovuti alle nostre attività produttive.
internazionale. La strategia di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea si basa sui              Per ottenere uno sviluppo delle società umane che sia sostenibile è necessario che:
seguenti principi: promozione e tutela dei diritti fondamentali, solidarietà intra ed              l’intervento umano sia limitato entro le capacità di carico dei sistemi naturali;
intergenerazionale, garanzia di una società aperta e democratica, partecipazione dei               il progresso tecnologico venga indirizzato all’incremento dell’efficienza piuttosto
cittadini e delle parti sociali, coerenza e integrazione delle politiche, utilizzo delle               che all’incremento del flusso di energia e materie prime;
migliori conoscenze disponibili, principi di precauzione e del «chi inquina paga».                 il prelievo delle risorse non rinnovabili non ecceda le loro capacità rigenerative;
Accanto alle politiche ambientali di conio tradizionale - command and control - fondate            l’emissione di scarti e rifiuti (solidi, liquidi e gassosi) dovuti al metabolismo dei
sull’imposizione di un apparato prescrittivo e sanzionatorio rigido sono disponibili (e                sistemi sociali non ecceda la capacità di assimilazione dei sistemi naturali.
largamente implementate anche a Vicenza) politiche ambientali di nuova                            Laddove il dispiegamento libero mercato non assicurasse il rigoroso rispetto di queste
impostazione - premiale e volontaria - per diminuire l’impatto ambientale cioè                    condizioni l’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi risulterebbe insostenibile.
minimizzare l’impiego di materie prime e input energetici e la produzione di emissioni            L’esperienza di questi anni sottolinea come sia difficile raggiungere accordi
scarichi e rifiuti: dalle Agende 21 locali per coinvolgere dal basso amministrazioni,             transnazionali realmente efficaci e vincolanti per i Paesi. Ad esempio l’accordo
cittadini e imprese nella definizione di percorsi verso obiettivi di sostenibilità territoriale   bilaterale firmato l’11 novembre 2014 tra Stati Uniti e Cina per la riduzione delle
alle certificazioni di qualità EMAS e ISO quali sistemi di gestione ambientale di                 emissioni di «gas serra» climalteranti (diminuzione delle emissioni di CO2 rispetto al
imprese, dalle etichettature per aumentare le performance ambientali dei prodotti agli            2005 del 26%-28% entro il 2025-2030) se da un lato costituisce un punto di svolta nei
accordi per introdurre innovazioni sulla base del principio della miglior tecnologia              negoziati internazionali sul clima dall’altro lato contiene intenzioni, ma nessun
disponibile, dagli strumenti fiscali a quelli tariffari e incentivanti etc.                       impegno legalmente vincolante, non prevede organismi di controllo e non indica
In materia di accordi internazionali sulla diminuzione dei gas serra diventa essenziale           sanzioni in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi. In passato gli obiettivi del
la conferenza di Parigi del dicembre del 2015: i 195 paesi che partecipano al tavolo della        Protocollo di Kyoto si sono dimostrati insufficienti, mentre i Paesi in via di sviluppo
Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (UNFCC) debbono trovare una                          sono rimasti esclusi. Dopo il fallimento del summit di Copenaghen del 2009 e i rinvii
convergenza con obiettivi legalmente vincolanti per ridurre le emissioni di CO2 che               del meeting di Dubai del 2011, diventa essenziale l’appuntamento di Parigi nel 2015.
coinvolga anche i Paesi esclusi dal peraltro fallimentare Protocollo di Kyoto cioè i Paesi        Il PIL quale misura di ricchezza risulta talora fuorviante in relazione al benessere di
in via di sviluppo e gli Stati Uniti. L’ultimo Rapporto dell’Intergovernmental Panel on           una comunità. Sono state individuati indicatori più complessi più estesi quali ad
Climate Change – IPCC stabilisce che per contenere l’aumento della temperatura del                esempio lo Human Development Index (Hdi) dell’Onu e il Better Life Index (Bli)
pianeta entro i 2 gradi è necessario tagliare le emissioni del 40%-70% entro il 2050.             dell’Ocse. Si tratta di indicatori che, oltre al PIL, prendono in considerazione anche
Sono disponibili tecnologie e soluzioni ingegneristiche per affrontare il dissesto                fattori quali il livello di istruzione, la salute, la qualità delle abitazioni e così via. Vi è

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idrogeologico e il rischio idraulico e sussiste una mappatura territoriale aggiornata.        poi l’Index of Sustainable Economic Welfare (Isew) che dal PIL toglie tra l’altro i costi
In un contesto in cui l’opinione pubblica è sempre più sensibile alla tutela dell’ambiente    del degrado ambientale e il deprezzamento del capitale naturale e valorizza nel calcolo
le associazione ambientaliste e dei consumatori acquisiscono un ruolo sempre più              il tempo libero. In materia ambientale di grande interesse è l’«Indicatore di impronta
rilevante e imprescindibile nella definizione delle politiche pubbliche.                      ecologica» che misura il consumo umano di risorse naturali in relazione alla capacità
Il varo da parte di Confindustria, della «Carta dei Principi per la Sostenibilità             della Terra di riprodurle. Ha fatto scalpore anche la Felicità Interna Lorda (Gross
ambientale» rappresenta una significativa dimostrazione di come anche il mondo                National Happiness), un indicatore di progresso costruito combinando nove domini:
imprenditoriale sia parte attiva in campo ecologico. La Carta sancisce i valori condivisi e   tenore di vita, salute, istruzione, uso del tempo, buon governo, diversità e resilienza
le azioni necessarie per un progressivo avanzamento verso una sempre maggiore                 ecologica, benessere psicologico, vitalità della collettività, diversità e resilienza
sostenibilità ambientale, delineando impegni realistici e realizzabili per le imprese         culturale. L’ISTAT infine ha lanciato il Bes - «Benessere equo e sostenibile»: tra le
italiane: conseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale nel breve, medio e lungo     variabili di cui tiene conto il nuovo paniere compaiono la salute, l’istruzione, il lavoro e
termine, adozione di un approccio preventivo, uso efficiente delle risorse naturali,          conciliazione dei tempi di vita, il benessere economico, la sicurezza, le relazioni sociali,
controllo e riduzione degli impatti ambientali, centralità delle tecnologie innovative,       l’ambiente, il benessere soggettivo, il paesaggio e il patrimonio culturale, la politica e le
gestione responsabile del prodotto, gestione responsabile della filiera produttiva,           istituzioni la qualità dei servizi, la ricerca e l’innovazione.
sensibilizzazione e formazione, trasparenza nelle relazioni con le parti interessate,         Se le Associazioni ambientaliste sempre accompagnano alla denuncia del degrado
coerenza nelle attività internazionali. La Carta dei Principi è accompagnata da una Guida     ambientale e all’aggressione degli ecosistemi proposte e progettualità alternative, i
operativa con l’indicazione di azioni concrete.                                               Comitati locali mobilitati attorno a problematiche specifiche, per quanto sovente
Nel corso del 2014 sono state varate alcune importanti misure di semplificazione della        segnalino questioni reali, sono spesso espressione della c.d. «sindrome NIMBY»
legislazione ambientale per esempio in materia di mitigazione del rischio                     scarsamente attenta alle esigenze sistemiche; parallelamente se il sistema delle imprese
idrogeologico, qualificazione e trasparenza degli organi di verifica ambientale               quale rappresentato dalle Associazioni datoriali è impegnato in una riconversione
operazioni di bonifica e messa in sicurezza e valutazione di impatto ambientale.              ecologica delle attività produttive, si osserva spesso a livello di singole aziende un
La pianificazione sovracomunale (in primo luogo il P.T.R.C. e il P.T.C.P) considera           deficit di conoscenza dell’impatto ambientale generato e delle soluzioni
il fattore ambientale quale pilastro fondamentale di un riassetto territoriale                tecnologicamente disponibili unitamente ad un atteggiamento scarsamente pro-attivo in
complessivo idoneo ad assicurare uno sviluppo urbanistico equilibrato e sostenibile           un contesto di carenza di risorse finanziarie per risparmiare materiali ed energia e
capace di ridurre il consumo di suolo e di aree. In particolare gli obiettivi della           minimizzare emissioni, scarichi e rifiuti.
pianificazione provinciale sono riconducibili ai seguenti indirizzi di carattere generale:    Permane una difficoltà di integrare e dosare gli strumenti premiali e volontari con
tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale e recupero delle valenze      quelle costrittivi. La mancata integrazione dei due approcci - che può essere realizzata
monumentali, riorganizzazione del sistema insediativo, qualificazione dei progetti            solo dai policy makers - determina una inefficacia delle politiche di governo dei
infrastrutturale, razionalizzazione delle aree per insediamenti produttivi, valorizzazione    problemi ambientali e un deficit di perforabilità ambientale del sistema.
del ruolo multifunzionale dell’agricoltura, riequilibrio ecologico e difesa della             La legislazione in materia ambientale è spesso complessa, contraddittoria e lacunosa.
biodiversità, difesa del suolo, prevenzione e difesa dall’inquinamento, risparmio             Soprattutto il mondo delle imprese lamenta farraginosità e ridondanze che il Governo si
energetico, sviluppo turistico. Agli obiettivi generali individuati sono stati associati      è impegnato ad eliminare semplificando le procedure, nel pieno rispetto degli standard
obiettivi specifici, quantificabili e verificabili a cui sono state collegate azioni.         comunitari al fine di accelerare i tempi, ridurre i passaggi burocratici, aumentare la
Nell’ambito della recente pianificazione urbanistica realizzata a livello comunale si è       certezza del diritto e la trasparenza della normativa in materia ambientale (si pensi alla
verificata una riduzione delle aree edificabili e dei volumi costruibili.                     V.I.A. e all’A,I.A.).
Nell’ambito del progetto LIFE+ACQUOR della Comunità Europea è stato sottoscritto              L’inquinamento da PM10 e da PM2,5 costituisce uno dei principali problemi
dalla Provincia di Vicenza, dal Consorzio di Bonifica dell’Alta Pianura Veneta, dal           ambientali del vicentino e di tutta la Pianura Padana ed è aggravato da particolari
Consorzio di Bonifica Brenta, dall’Alto Vicentino Servizi, da Acque Vicentine, da             condizioni climatiche. Tanto inferiore è la dimensione delle particelle, tanto maggiore è
Veneto Agricoltura e dal Centro Idrico di Novoledo un «Contratto di Falda per l’Alta          la loro capacità di penetrare nei polmoni e di produrre quindi effetti dannosi sulla salute

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Pianura Veneta». L’obiettivo di tale contratto è favorire la implementazione di una           umana. Le particelle che si depositano nel tratto respiratorio superiore possono causare
strategia partecipata di risparmio idrico e ricarica artificiale per il riequilibrio          effetti irritativi quali secchezza ed infiammazione di naso e gola. Le particelle che si
quantitativo della falda dell’Alta Pianura Vicentina per incentivare l’inversione             depositano nel tratto tracheobronchiale possono invece provocare costrizioni bronchiali,
dell’attuale tendenza al sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee e incrementare   aggravare malattie respiratorie croniche ed eventualmente indurre neoplasie. Le
il tasso di ricarica idrogeologica riequilibrando le falde dell’Alta Pianura e garantendone   sorgenti antropiche più rilevanti sono: emissioni prodotte dal traffico veicolare, processi
l’uso da parte delle generazioni attuali e future.                                            di combustione di carbone ed oli, processi industriali, combustione di residui agricoli,
La Regione Veneto in relazione all’inquinamento delle falde da sostanze                       riscaldamenti civili. I valori limite stabiliti dalla normativa italiana sono sovente
perfluoroalchiliche ha provveduto ad emanare provvedimenti riguardanti la tutela della        superati in tutta la Pianura Padana.
salute dei soggetti esposti alla presenza di sostanze perfluoroalchiliche in primo luogo      Nonostante i progressi riscontrati - data la particolare tipologia produttiva e i principi
nelle acque potabili erogate dalle reti acquedottistiche e in secondo luogo nei casi di       attivi contenuti nelle sostanze impiegate - persiste una criticità ambientale dell’area
prelievi d'acqua effettuati mediante pozzi domestici privati.                                 del distretto conciario.

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3. MERCATO DEL LAVORO E RISORSE UMANE

                                   STRENGTHS                                                                                    WEAKNESSES
Nel tessuto socio-economico vicentino si è consolidato un vasto patrimonio di                 Permane una certa sofferenza del mercato del lavoro come attestato dai dati relativi al
attitudine al lavoro, conoscenze, abilità tecniche, creatività quale risorsa decisiva tanto   2013:
nei periodi caratterizzati da un ciclo congiunturale positivo, quanto nelle fasi di crisi      Il tasso di attività totale (rapporto tra forze di lavoro e la popolazione di riferimento
come l’attuale.                                                                                   tra i 15 anni ed oltre) nel 2013 si è attestato al 52,5% e quindi è leggermente
La flessibilità operativa e la capacità di adattamento alle esigenze dei mercati -                diminuito rispetto all’anno precedente (54,5%) e risulta in flessione anche sul lungo
elementi tipici dell’imprenditoria diffusa delle PMI - sono fattori di dinamicizzazione del       andare (56,3% nel 2006); decremento sia per i maschi (62,0% nel 2013 contro 64,9%
mercato del lavoro, di valorizzazione delle risorse umane e di generazione di nuova               nel 2012 e 67,7% nel 2004) che per le femmine (43,2% nel 2013, 44,4% nel 2012 e
occupazione.                                                                                      45,1% nel 2004). Inoltre il dato vicentino è inferiore a quello medio regionale
Nonostante il deterioramento della situazione del mercato del lavoro, l’analisi                   (53,3%).
comparativa mette in evidenza che la situazione di Vicenza per alcuni parametri è              Il tasso di disoccupazione (cioè il rapporto tra i disoccupati e le corrispondenti forze
migliore del dato regionale e italiano:                                                           di lavoro composte dall’insieme delle persone occupate e delle persone disoccupate)
 Il tasso di attività è superiore alla media italiana sia complessivamente (52,5%                è cresciuto tra il 2012 e il 2013 (dal 6,8% al 7,4%) in totale (quella femminile è
    contro 49,0%) che per i maschi (62,0% contro 58,9%) e per le femmine (43,2%                   passata dall’8,2% al 9,8%, mentre il tasso di disoccupazione maschile è leggermente
    contro 39,7%).                                                                                calato; il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato rispetto al 2004 dove non
 Il tasso di disoccupazione a Vicenza è, nonostante la curvatura ascendente, ancora              superava il 3,3%); in aumento sempre sul lungo andare sia i valori della
    significativamente contenuto rispetto al dato nazionale: 7,4 % contro 12,2% nel 2013          disoccupazione maschile (dall’1,9% al 6,6%) che i valori della disoccupazione
    e anche la disoccupazione media regionale (7,6%) è leggermente più alta di quella             femminile (dal 5,2% al 9,8%).
    vicentina. Inoltre a Vicenza il tasso di disoccupazione maschile è calato dal 5,8% al      Il tasso di occupazione - espressivo del rapporto tra gli occupati e la popolazione tra
    5,6%.                                                                                         15 anni ed oltre - complessiva del Vicentino è diminuito nel 2013 sia rispetto
 Il tasso di occupazione della provincia berica è più elevato del valore medio italiano:         all’anno 2012 sia rispetto al 2004 (rispettivamente: 48,6% contro 50,8% e 59,4%) e
    48,6% contro 43,0% nel 2013.                                                                  una flessione si registra tanto per le donne (39% nel 2013, 40,8% nel 2012 e 42,8%
Il sistema dei distretti industriali - che connota peculiarmente l’apparato industriale           nel 2004) che per gli uomini (58,6% nel 2013, 61,1% nel 2012 e 66,4% nel 2004).
vicentino - permette la condivisione delle competenze e la valorizzazione delle risorse        Nel corso del 2013 il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è aumentato
umane. I distretti rappresentano una tipologia originale di agglomerazione di imprese,            complessivamente del 10,2% in provincia di Vicenza (19,8 milioni di ore autorizzate
caratterizzata da una forte specializzazione industriale; nell’intuizione marshalliana il         contro i quasi 18 dell’anno precedente). Rispetto al 2008 si nota invece un
distretto industriale è in grado di generare forti economie esterne che permettono alle           incremento del 565,3%, vale a dire che il monte ore è quasi sestuplicato nel corso
imprese di ottenere i vantaggi tipici della produzione su grande scala, in ragione di una         degli ultimi sei anni. L’andamento della Cassa Integrazione ha avuto un andamento
elevata concentrazione in un ambito geografico delimitato in una logica di                        sinusoidale: è cresciuto verticalmente dal 2008 al 2009 e ancora l’anno successivo -
collaborazione/competizione. Le economie di distretto, non sono solamente quelle di               in cui si è raggiunto il picco di oltre 26 milioni di ore autorizzate - per poi
specializzazione, ma anche quelle di apprendimento, di creatività e di innovazione: il            ridimensionarsi nel 2011 e inalvearsi in un sentiero ancora accrescitivo nel triennio
distretto - in cui domina una industrial atmosfhere (che è combinazione di «popolazioni           seguente. Ad essere cresciute nell’ultimo anno sono le componenti straordinaria
di imprese» e di «comunità di persone») enfatizza le elevate capacità professionali, attiva       (+7,2% passando da 5,7 milioni di ore del 2012 a oltre 6,1 milioni del 2013) e in
la messa in comune di esperienze e di competenze settoriali, asseconda                            deroga (+21,4%, da 8,1 a 9,8 milioni di ore). Viceversa la componente ordinaria è
                                                                                                  diminuita del 7,6% ( da 4,1 a 3,8 milioni di ore). Nel 2013 la componente in deroga

                                                  Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 13/55
l’implementazione di percorsi formativi unitari; in definitiva è intrinseca ai meccanismi           rappresenta la quota più consistente dell’intera CIG (49,6% contro il 45% del 2012),
di funzionamento del distretto non solo la specializzazione delle piccole imprese in fasi           seguita dalla componente straordinaria (31,0% versus il 31,9% dell’anno precedente)
produttive specifiche che in parte replica la razionalità efficiente dell’impresa di grandi         e infine da quella ordinaria (19,4% in calo rispetto al 23,1% del 2012).
dimensioni verticalmente integrata, ma anche la formazione di un mercato del lavoro              Per l’arco temporale 2008-2013, gli ingressi di lavoratori nelle liste di mobilità,
unitario e con caratteristiche originali, ma tali da ottimizzare il contributo e il ruolo del       dopo aver raggiunto un picco massimo nel 2010, sono diminuiti leggermente nel
capitale sociale e da enfatizzare la mobilità sociale e la transizione da lavoratori ad             corso del successivo biennio per poi riprendere a crescere: nel 2013 sono stati 2.185
imprenditori grazie all’esperienza maturata.                                                        con un aumento del 54,1% su base annua.
A Vicenza è presente un Polo universitario fortemente interconnesso con il sistema delle         Delle 82.330 assunzioni (80.668 l’anno precedente) avvenute in provincia di
imprese locali sotto il profilo dei profili professionali. La Fondazione Studi Universitari         Vicenza nel corso del 2013, quasi la metà (48,8%, tre punti in meno di cinque anni
di Vicenza si impernia sull’accordo tra le istituzioni locali e le rappresentanze associative       prima) ha riguardato contratti a tempo determinato, il 29,4% contratti di
economiche e sociali del territorio per costruire una offerta formativa di eccellenza               somministrazione di lavoro (20,7% nel 2009), il 16,0% contratti a tempo
corrispondente ai bisogni effettivi espressi dal tessuto imprenditoriale veneto, persegue           indeterminato (20,1% nel 2009), il 5,8% contatti di apprendistato (7,3% cinque anni
l’obiettivo di realizzare percorsi formativi legati alla c.d. «economia della conoscenza» e         prima). L’assunzione a tempo indeterminato pertanto è stato contraddistinto da un
all’innovazione tecnologica ad elevato valore aggiunto, garantisce ai propri laureati uno           ripiegamento, preferendosi il ricorso a forme di contratto più flessibili.
sbocco occupazionale entro breve tempo dal conseguimento del titolo di studio. I Poli            Il saldo tra assunzioni e cessazioni sempre nel corso del 2013 è stato negativo,
Universitari a Vicenza sono tre: Ingegneria, Economia e Sicurezza Alimentare.                       avendo le cessazioni superato le assunzioni di 2.795 unità (-2.815 l’anno precedente).
A Vicenza sono inoltre operativi alcuni Istituti tecnici superiori e centri formativi               È dal 2009 che si riscontra una situazione di saldo negativo tra assunzioni e
orientati ai fabbisogni occupazionali qualitativi delle imprese oltre ad altri centri               cessazioni; il saldo negativo tra il 2009 ed il 2011 aveva decelerato per poi aumentare
formativi di eccellenza (ad esempio CUOA e CPV). Nel complesso l’offerta formativa                  attestandosi poco sotto la soglia delle tre mila unità nell’ultimo biennio. Rispetto al
vicentina negli ultimi anni ha subito un processo di potenziamento, ammodernamento e                2012 nei contratti a tempo indeterminato le assunzioni sono diminuite di 1.900 unità
differenziazione che l’hanno resa complessivamente adeguata alla domanda del tessuto                e le cessazioni di 1.250 unità (saldo negativo di 1.990 unità), nei contratti di
produttivo.                                                                                         apprendistato i nuovi ingressi sono diminuiti di 914 unità e le interruzioni dei
L’indagine Excelsior di Unioncamere relativa al fabbisogno occupazionale delle imprese              rapporti di lavoro sono state 542 (saldo negativo di 570 unità), nei contratti a tempo
nel 2014 delinea un quadro di profili professionali richiesti certamente segmentato e               determinato le assunzioni sono aumentate di 2.022 unità e le cessazioni di 959 unità
specifico, ma anche tipico di un sistema imprenditoriale evoluto e proiettato alla                  (saldo positivo di 265 unità) e infine nella tipologia «somministrazione» le
competitività poiché sono richieste figure professionali dotate prevalentemente di                  assunzioni sono lievitate di 2.454 unità e le cessazioni di 2.468 (saldo negativo di 495
esperienza specifica, con un aumento delle opportunità per i giovani e le donne, una                unità).
buona quota di profili high tech, e una quota prevalente di figure specializzate, mentre le      Nella provincia berica nel 2013 gli occupati sono stati 358 mila marcando una
difficoltà di reperimento, per quanto esistenti, sono in riduzione. Il contesto che emerge,         flessione di poco meno di cinque punti percentuali rispetto al 2008 e del 6,8%
pur scontando qualche asimmetria, non sembrerebbe indicare un corto circuito qualitativo            rispetto al 2011.
tra domanda e offerta di lavoro, ma una propensione alla compatibilità.                         L’indagine Excelsior attesta nel 2014 nella provincia di Vicenza le seguenti risultanze:
 Pur essendo il saldo dell’occupazione dipendente attesa negativo (8.200 entrate e              La variazione occupazionale prevista per il 2014 è negativa: -2.300 unità (esito del
     10.750 uscite), si deve registrare un aumento delle assunzioni dei lavoratori                  differenziale tra circa 11.900 entrate e circa 14.200 uscite), una flessione interamente
     dipendenti dell’11% rispetto al 2013 (+12% nel Veneto e +9% in Italia) di cui il 23%           riconducibile ai contratti di lavoro dipendente sia stabile che a tempo determinato (-
     part-time. Il tasso di assunzione atteso è passato dal 3,5% del 2012 al 3,3% del 2013 e        2.550 unità), mentre i contratti atipici sono previsti superare quelli in scadenza (saldo
     al 3,7% nel 2014.                                                                              di 230 unità). Il tasso di assunzione atteso (3,7%), pur in lievitazione rispetto agli
 Le imprese vicentine - non dissimilmente da quelle italiane - tendono a ricorrere                 anni precedenti, è inferiore alla media regionale (5,2%) e nazionale (5,4%).
     prevalentemente a candidati in possesso di esperienza specifica: al 20% dei nuovi           Sotto il profilo settoriale la perdita di posti di lavoro interessa sia l’industria (-1.270
     assunti viene richiesto un’esperienza nella professione e ad un altro 38%                      unità) sia i servizi (-1.030 unità).

                                                   Piano della Performance 2015/2017 Allegato A) – Controllo di Gestione – p. 14/55
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