Finanziamento delle PMI e dell'imprenditorialità 2014 - OECD.org
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Finanziamento delle PMI e dell’imprenditorialità 2014 Scoreboard OCSE La traduzione per estratto della sintesi e della scheda Paese è stata curata dalla Sezione linguistica italiana. Titolo originale: OECD (2014), Financing SMEs and Entrepreneurs 2014, an OECD Scoreboard, OECD Publishing doi: http://dx.doi.org/10.1787/fin_sme_ent-2014-en
Studi dell’OCSE sulle PMI e sull’imprenditorialità © OECD 2015 Sintesi La pubblicazione dell’OCSE «Finanziamento delle PMI e dell’imprenditorialità - edizione 2014» fornisce uno «Scoreboard» sull’andamento dell’accesso ai finanziamenti delle PMI e degli imprenditori in 31 Paesi nel periodo 2007-2012 attingendo a dati provenienti dalle banche centrali e dagli istituti di statistica nazionali. Lo studio presenta i principali indica- tori riguardanti debito, capitale netto e condizioni generali del mercato per il finanziamento delle PMI e dell’imprenditorialità, corredati da informazioni sulle iniziative pubbliche e pri- vate a sostegno. Nel loro complesso tali indicatori costituiscono un quadro di riferimento omnicomprensivo per i decisori e le altre parti interessate a valutare i fabbisogni finanziari delle PMI e a determinare se è stato possibile rispondervi. Il presente rapporto rappresenta inoltre un utile strumento atto a supportare la formulazione e la valutazione delle misure di intervento pubblico nonché a monitorare gli effetti delle riforme finanziarie sull’accesso al credito e sulle condizioni di finanziamento per le PMI. Nella presente edizione sono presentate schede Paese dettagliate per Austria, Belgio, Canada, Cile, Colombia, Corea, Danimarca, Federazione Russa, Finlandia, Francia, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Serbia, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Tailandia, Turchia, Ungheria. Le principali conclusioni del rapporto sono le seguenti: Nel 2012 le PMI hanno continuato a far fronte alla duplice sfida di una ripresa non uniforme e di una riduzione della disponibilità del credito bancario. In un difficile contesto macroeconomico, caratterizzato dal rallentamento della crescita e della domanda, le PMI hanno visto gli utili diminuire e ridursi la disponibilità di finanziamenti interni. Allo stesso tempo, il settore finanziario ha continuato a portare avanti il processo di riduzione del debito avviato in seguito alla crisi, con i tentativi, da parte delle banche, di conformarsi ai requisiti introdotti da Basilea III in materia di capitale e di rapporto di indebitamento facendo ricorso ad una combinazione di diminuzione patrimoniale e aumento di capitale. In alcuni Paesi la crisi del debito sovrano ha aumentato l’insufficiente adeguatezza del capitale. Tale situazione ha ridotto la disponibilità di credito da parte dell’intero sistema bancario, ma con un maggiore impatto sulle PMI rispetto alle grandi imprese. Le PMI e gli imprenditori hanno dovuto continuare a fronteggiare una maggiore vulnerabilità rispetto alle condizioni del mercato creditizio, essendo molto dipendenti dal credito bancario. Nonostante l’allentamento monetario, nel 2012 l’accesso al credito ha rappresentato un fattore di criticità per le PMI. In questo stesso anno le condizioni del mercato finanziario sono state caratterizzate da un notevole grado di incertezza, con notevoli inversioni di tendenza da un trimestre all’altro, e alcuni sviluppi positivi alla fine del 2012 e all’inizio del 2013. Nel 2012 sono state introdotte altre misure di allentamento monetario in risposta alla crisi finanziaria ed economica e alle turbolenze dei mercati finanziari. Nella maggior parte 1
SINTESI dei Paesi, però, tali misure non hanno incoraggiato le istituzioni finanziarie ad accrescere i flussi di credito in direzione del settore privato ed in particolare quelli destinati alle PMI. In seguito alla debole ripresa verificatasi nel 2010-2011, invece, l’importo dei prestiti da rimborsare è diminuito in alcuni Paesi ed è aumentato a un ritmo più lento in altri, in par- ticolare nelle economie emergenti dove si era assistito a una notevole crescita del credito alle imprese nel 2010-2011. Inoltre, nella seconda metà del 2012, si è registrato un deterioramento della percezione delle PMI in merito alla disponibilità creditizia, un fattore spesso più importante per queste ultime rispetto al costo del credito stesso. Le condizioni di credito sono rimaste più stringenti per le PMI rispetto alle grandi imprese. Mentre, nel 2012, i tassi di interesse nominali sono calati in 18 Paesi su 31, nella maggior parte dei casi il differenziale dei tassi di interesse tra piccole e grandi imprese è aumentato. Sempre nel 2012, inoltre, nella maggior parte dei Paesi che figurano nello Score- board dell’OCSE, sono aumentati i requisiti di garanzia a causa di una maggiore avversione al rischio da parte delle banche. Per la maggioranza dei Paesi presi in considerazione nello Scoreboard, nel 2012 si è continuato a registrare un aumento dei ritardi nei pagamenti e dei fallimenti. La sud- detta tendenza è riconducibile a vari fattori: restrizione di flussi monetari, insufficiente disponibilità di fondi nelle aziende, restrizione di liquidità tra i clienti, imprese in stato di insolvenza o di cessazione dell’attività. Nei Paesi colpiti dalla crisi del debito sovrano si è registrato un aumento notevole del numero di imprese insolventi. Le fonti alternative di finanziamento per le PMI e gli imprenditori sono state limitate e volatili, sebbene si siano riscontrati segni di ripresa nei livelli di finanziamento delle quote di capitale d’impresa. I capitali sociali delle imprese sono stati gravemente colpiti dalla crisi finanziaria, in particolar modo gli investimenti nelle fasi iniziali dell’attività imprendi- toriale. Nel 2012, tuttavia, in molti Paesi il finanziamento del capitale sociale era risalito ai livelli precedenti la crisi, in parte grazie a misure programmatiche mirate. Ciò nonostante, i prestiti bancari rappresentano sempre la fonte di finanziamento esterna più diffusa per molte PMI e imprenditori, anche per quanto riguarda le imprese innovative e quelle a forte crescita. Il capitolo tematico del presente rapporto verte sugli strumenti di finanziamento non generatori di debito, in particolar modo il «finanziamento mezzanino» (mezzanine finance) che associa debito e quote di capitale sociale. Questo tipo di finanziamento risulta particolarmente adatto nelle circostanze attuali, poiché consente alle imprese di rafforzare la struttura del capitale, di essere meno vulnerabili in caso di stress e di ridurre la dipen- denza rispetto al settore bancario, consentendo alle imprese di passare alla fase successiva di sviluppo dell’azienda. Questo tipo di finanziamento, tuttavia, non si addice a molte PMI e la maggior parte delle imprese che scelgono il finanziamento mezzanino dovranno sempre fare ricorso al finanziamento basato sul debito e sulle quote di capitale. Molti Governi hanno potenziato le misure di sostegno finanziario alle PMI e adottato nuovi strumenti. Le garanzie pubbliche per garantire prestiti bancari alle PMI hanno conti- nuato a rappresentare la misura più utilizzata. Ad alcuni di questi programmi, inoltre, sono stati aggiunti nuovi elementi, come la semplificazione amministrativa e tempi più rapidi per la concessione di garanzie (express guarantees); inoltre sono stati creati altri strumenti che esulano dal contesto tradizionale dei programmi di garanzia. Tra gli altri interventi pubblici a sostegno del finanziamento delle PMI e dell’imprenditorialità si possono citare: prestiti diretti; microcrediti; garanzie all’esportazione; sostegno al finanziamento tramite capitale di rischio (equity), sotto forma di cofinanziamento, agevolazioni fiscali per gli investitori, promozione del finanziamento partecipativo e finanziamento mezzanino. 2 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SINTESI Nel 2013-14, le condizioni di finanziamento per le PMI e gli imprenditori saranno ancora difficili nella maggior parte dei Paesi. In linea generale, la domanda debole, la diminuzione in atto del credito fornito dalle banche e il deterioramento della qualità del capitale potreb- bero ostacolare maggiormente l’accesso al credito per le PMI, nonostante l’attuale ripresa. D’altra parte, un certo numero di interventi dedicati alle PMI potrebbero potenzialmente incoraggiare i prestiti destinati a queste ultime e renderli più utilizzabili. Sarà quindi essenziale continuare a monitorare gli indicatori utilizzati nel presente rapporto, nonché le misure di policy e i loro effetti sulla concessione di credito alle PMI. Se si vuole facilitare l’analisi intertemporale e comparata delle tendenze riguardanti il finanziamento delle PMI e degli imprenditori sarà necessario migliorare le procedure di raccolta dei dati. Dati migliori consentono di migliorare la comprensione dei fabbisogni di finanziamento delle imprese e rappresentano una solida base di discussione per formulare politiche documentate. Per consentire di effettuare in futuro una raccolta di dati più tem- pestiva e una migliore analisi comparata tra Paesi, è necessario che questi ultimi facciano progressi per quanto riguarda l’armonizzazione dei dati e la standardizzazione dei metodi di raccolta. I miglioramenti metodologici suggeriti sono i seguenti: distinzione tra le aziende con dipendenti e senza dipendenti; rendicontazione sia di dati di stock che di flusso in materia di prestiti; maggiori informazioni sulla composizione dei crediti; armonizzazione delle definizioni del capitale di rischio rispetto alle diverse fasi di sviluppo dell’impresa. È necessario continuare a perseguire attivamente gli obiettivi di lungo termine in mate- ria di tempestività, comparabilità, trasparenza e armonizzazione dei dati. Nello specifico, si consiglia di richiedere alle istituzioni finanziarie di fornire informazioni tempestive alle autorità di regolamentazione su: prestiti alle PMI, tassi di interesse, requisiti di garanzia e prestiti alle PMI sostenuti dal Governo, adottando la definizione nazionale di PMI basata sulla dimensione dell’impresa. Le autorità internazionali, regionali e nazionali, così come le associazioni di imprese, dovrebbero collaborare per effettuare e armonizzare indagini quantitative sulla domanda, con lo scopo di integrare le informazioni sull’offerta oggi disponibili. STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 3
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Italia Le PMI nel tessuto economico italiano Le PMI rappresentano il 99,9% delle imprese italiane e occupano l’80% della forza lavoro nel settore industriale e dei servizi. Questo settore è caratterizzato da una presenza rela- tivamente importante di imprese di piccole dimensioni: la percentuale di microimprese è più elevata rispetto alla media dell’Unione Europea, mentre la quota percentuale di piccole e medie imprese è inferiore alla media europea (Eurostat, 2011). I dati riguardanti i debiti sono disponibili soprattutto per la maggior parte delle imprese con meno di 20 dipendenti, che rappresentano quasi l’intero universo. Tabella 16.1. Distribuzione delle imprese in Italia, 2010 Classe dimensionale (dipendenti) Numero di imprese % Totale imprese 3 867 813 100.0 PMI (0-249) 3 864 582 99.9 Microimprese (0-9) 3 660 256 94.6 Piccole imprese (10-49) 184 925 4.8 Medie imprese (50-249) 19 401 0.5 Grandi imprese (250+) 3 231 0.1 Nota: escluse le imprese del settore finanziario e assicurativo. Incluse le imprese senza dipendenti. Fonte: OECD, Entrepreneurship at a Glance, 2013. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933014099 Domanda di credito delle PMI In Italia la crisi del 2007-2008 ha avuto un impatto meno grave sul sistema bancario nazionale grazie a un solido modello di intermediazione che favorisce la concessione diretta di prestiti rispetto alle transazioni sui mercati dei capitali. Questo sistema ha portato a una minore esposizione agli asset tossici legati ai CDO (Collateralised Debt Obligation). Nella seconda metà del 2011 il Paese è stato colpito da una nuova recessione. A causa delle tensioni relative all’aumento del debito pubblico, aggravatesi nell’estate di quell’anno, le banche hanno avuto maggiori difficoltà a raccogliere fondi sui mercati. Ciò nonostante, le istituzioni finanziarie italiane hanno ulteriormente innalzato il proprio patrimonio tramite importanti aumenti di capitale e, in misura minore, tramite autofinanziamento. Nel 2012 i mercati finanziari erano sempre caratterizzati da una situazione di fragilità, anche se a volte hanno beneficiato dalla diminuzione degli spread del debito sovrano. Sono state adot- tate ulteriori misure per aumentare la capitalizzazione del sistema bancario e assicurare una maggiore resistenza del sistema di fronte al prolungarsi della crisi. 4 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Le due recessioni verificatesi nel giro di pochi anni hanno inciso negativamente sull’an- damento del credito. Il totale dei prestiti alle imprese è diminuito in termini assoluti nel 2009 mentre si è registrato un aumento di breve termine nei due anni seguenti. Tali prestiti sono diminuiti nettamente nel 2012, quando le dinamiche del credito sono state correlate, in larga parte, alla rischiosità dei prenditori così come percepita dagli operatori. La precaria congiuntura economica, protrattasi per anni, è stata all’origine di un netto deterioramento della redditività delle imprese e ha inciso negativamente sulle loro riserve finanziarie. Nella seconda metà del 2008 i tassi di crescita dei prestiti alle PMI sono calati netta- mente, ricominciando poi ad aumentare leggermente fino alla seconda metà del 20111. In seguito alla nuova recessione che ha colpito il Paese a metà del 2011, il rallentamento del credito ha pesato maggiormente sulle PMI che non sulle grandi aziende. Alla fine dell’anno si è quindi registrato un tasso di crescita negativo in materia di prestiti alle PMI per la prima volta dall’inizio della crisi. A partire dalla seconda metà del 2012 il netto declino dei prestiti ha riguardato in particolar modo le grandi aziende. Di conseguenza, la percentuale dei prestiti alle PMI sul totale dei prestiti alle imprese è aumentata leggermente nel 2012 rispetto all’anno precedente. Va sottolineato, però, che le grandi aziende hanno maggiore accesso a fonti alternative di finanziamento e possono compensare parzialmente la con- trazione di crediti bancari emettendo titoli di debito. I prestiti a breve termine alle PMI hanno registrato un rallentamento marcato in seguito all’intensificarsi della crisi finanzia- ria, all’inasprirsi delle condizioni di credito e alla diminuzione delle richieste di credito da parte delle imprese. La percentuale di prestiti a breve termine sul totale dei prestiti alle PMI è calata dal 33,9% nel 2007 al 26,6% nel 2012. Figura 16.1. Prestiti alle imprese in Italia, 2005-13 Dati mensili, variazione percentuale su 12 mesi Piccole imprese (meno di 20 dipendenti) Medie e grandi imprese (almeno 20 dipendenti) 20 15 10 5 0 -5 -10 r. 6 r. 5 Lu -05 Ot -05 G e 05 Lu -06 Ot -06 Ap -07 Lu -07 Ot -07 Ge -07 Ap . -08 Lu -08 Ot -08 Ge -08 Ap . -09 Lu -09 Ot -09 G e 09 r. 0 Lu -10 Ot -10 Ge -10 Ap . -11 Lu -11 Ot -11 Ge -11 Ap -12 Lu -12 Ot -12 Ge -12 Ap . -13 3 Ge -06 A p -0 A p . -1 -1 A p . -0 - - g t. t. n. g t. n. r. g r. g t. r. g t. g t. r. g t. n. r. g t. r. n n n n n n Ge Nota: Le variazioni percentuali sono calcolate tenendo conto degli effetti delle riclassificazioni. Fonte: Banca d’Italia. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933015980 Incidenza dei prestiti contratti sui prestiti autorizzati per le PMI La percentuale di prestiti contratti rispetto a quelli autorizzati è aumentata dal 79,7% nel 2007 all’85,7% nel 2012, e tale aumento conferma l’accresciuto fabbisogno di liquidità. Da un’analisi più approfondita (disaggregando i dati per tipo di prestito) emerge in realtà STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 5
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA che il ricorso al credito per far fronte a scoperti di conto è aumentato in maniera significa- tiva nel 2012, raggiungendo il 69,1%, quasi sette punti percentuali in più rispetto all’anno precedente. Da ciò si deduce che le imprese hanno soddisfatto il fabbisogno di liquidità facendo maggior ricorso a linee di credito a breve termine. Condizioni di credito In un contesto caratterizzato da turbolenze dei mercati finanziari registrate a metà del 2007 e dal fallimento della banca Lehman Brothers nell’autunno del 2008, le banche italiane partecipanti all’indagine trimestrale sul credito bancario nell’area dell’euro (Bank Lending Survey - BLS) hanno rilevato un irrigidimento dei criteri di erogazione dei prestiti e di apertura di linee di credito alle imprese. Nella seconda metà del 2011, le tensioni sul mercato dei debiti sovrani si sono tradotte in un progressivo irrigidimento delle condizioni di credito soprattutto a causa delle diffi- coltà delle banche nel reperire fondi e del peggioramento delle condizioni di liquidità. Le tensioni si sono allentate nel 2012 in seguito alle operazioni di rifinanziamento a lungo termine della BCE, sebbene gli effetti della recessione sulla qualità del credito si siano tradotti nell’inasprimento delle condizioni creditizie per tutto l’anno. Figura 16.2. Condizioni di accesso al credito per le PMI e le grandi aziende in Italia, 2005-13 Percentuali nette PMI Grandi imprese 120 100 80 60 40 20 0 -20 -40 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Nota: PMI con un fatturato annuo netto fino a 50 milioni di EUR. Fonte: Bank Lending Survey, indagine realizzata nell’area dell’euro. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933015999 Nell’autunno del 2008 i clienti degli istituti bancari hanno cominciato a beneficiare della riduzione dei tassi di interesse ufficiali. I tassi di interesse applicati alle PMI sono calati dal 6,3% nel 2008 al 3,6% nel 2009. Durante la crisi del debito sovrano l’aumento dei tassi di interesse è stato maggiore per le PMI che non per le grandi aziende. Alla fine del 2011, il tasso medio applicato alle PMI era del 5% e lo spread con il tasso d’interesse appli- cato alle grandi aziende era di 1,7 punti percentuale in più. L’andamento è stato lo stesso nel 2012, quando il tasso d’interesse ha raggiunto il 5,6% e lo spread l’1,8%. L’approccio basato sulla rischiosità che le banche hanno adottato nel determinare il prezzo dei prestiti 6 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA alle PMI è evidenziato dall’allargamento del differenziale tra i tassi medi applicati alle PMI e alle grandi aziende, che ha raggiunto il valore massimo dall’inizio della crisi. Tra il 2008 e il 2009 si è assistito a una diminuzione delle richieste di garanzia in seguito all’adozione di un approccio diverso che ha introdotto l’abbassamento della soglia di segnalazione della Centrale dei Rischi e l’inclusione di prestiti di minor entità e con minori garanzie. Alla fine del 2010 le richieste di garanzie hanno cominciato ad aumentare. Il peggioramento delle condizioni di credito concesse alle PMI è stato anche confermato dall’indagine della BCE sull’accesso al credito delle PMI nell’area dell’euro che segnalava un aumento delle richieste di garanzie. Nella seconda metà del 2012 le PMI hanno richiesto più garanzie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si è assistito poi a un ulteriore peggioramento della qualità creditizia. Le nuove sofferenze in rapporto ai prestiti, su base annua e con correzione delle variazioni stagionali, sono aumentate in maniera marcata. Per quanto riguarda le PMI, tale indicatore ha raggiunto il livello massimo di questi ultimi anni, pari al 4,2%, a metà del 2013. Va notato, tuttavia, che le banche italiane calcolano il tasso di crediti deteriorati (NPL - non performing loans) e il tasso di copertura in base alla normativa prudenziale definita dalla Banca d’Italia, determinando i crediti deteriorati in funzione del merito creditizio del prenditore senza tener conto delle garanzie collaterali o di altri tipi di garanzia. Inoltre, in Italia le procedure giudiziarie di recupero dei crediti sono particolarmente lunghe, accrescendo il periodo in cui i crediti deteriorati restano nei bilanci delle banche e facendo aumentare ulteriormente i tassi di crediti deteriorati. A causa di queste due caratteristiche del sistema italiano, che differisce da quanto avviene per le principali banche europee, in Italia i tassi di non performing loans sono notevol- mente più alti e i tassi di copertura molto più bassi rispetto alle banche europee (Banca d’Italia, 2013b). Figura 16.3. Nuove sofferenze in rapporto ai prestiti in Italia, 2005-13 Percentuale del flusso trimestrale di sofferenze sullo stock di crediti alla fine del trimestre precedente Piccole imprese (meno di 20 dipendenti) Medie e grandi imprese (almeno 20 dipendenti) 6 5 4 3 2 1 0 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Banca d’Italia. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933016018 Finanziamento del capitale sociale Il totale degli investimenti in capitale di rischio ed expansion capital è diminuito drasticamente tra il 2008 e il 2009, per poi aumentare nel 2010 (ma non per le PMI). Gli inve- STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 7
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA stimenti in capitale di rischio ed expansion capital nel settore delle PMI sono aumentati del 65% nel 2011, contro un aumento del 12,5% per quanto riguarda il totale degli investimenti di questo tipo. La tendenza al rialzo per il comparto delle PMI si è confermata nel 2012, anche se la maggior parte degli aumenti di questo tipo di investimenti è stata destinata alle grandi aziende. Per incoraggiare l’accesso delle PMI a fonti alternative di finanziamenti, nel 2012 sono state introdotte specifiche agevolazioni fiscali per gli investimenti di avvio e della fase iniziale dell’attività imprenditoriale nelle imprese innovative. Le misure introdotte dal Governo comprendevano la creazione di un fondo di private equity con un capitale di 1,2 miliardi di EUR destinato a migliorare la capitaliz- zazione e il consolidamento di imprese con un fatturato compreso tra 10 e 250 milioni di EUR. Promosso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in collaborazione con le principali istituzioni finanziarie e industriali italiane, questo fondo è diventato opera- tivo alla fine del 2010. Fino all’aprile del 2013 il fondo aveva concesso l’approvazione a operazioni di investimenti diretti per l’acquisizione di quote minoritarie per un totale di 310 milioni di EUR, mentre l’approvazione in materia di investimenti indiretti in fondi gestiti da terze parti era stata concessa per un ammontare totale di 350 milioni di EUR. Altri indicatori Il calo delle vendite e l’inasprirsi delle condizioni di credito hanno contribuito al dete- rioramento dei flussi di cassa delle PMI che in parte si sono anche tradotti nell’aumento dei ritardi di pagamento. Inoltre, dopo l’inizio della crisi, si è assistito alla richiesta di pagamenti più rapidi da parte dei fornitori. Per le PMI i ritardi di pagamento sono passati da 19 giorni nel 2008 a 22 giorni nel 2009. Si è poi registrata una tendenza alla diminuzione dei ritardi di pagamento nel 2010-2011. La nuova recessione economica manifestatasi a metà del 2011, però, ha provocato un netto aumento di tale indicatore che è passato a 18 giorni nel 2012. Tabella 16.2. Investimenti nella fase iniziale dell’attività imprenditoriale e nell’expansion capital in Italia, 2006-12 Migliaia di EUR Numero di dipendenti 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 0-9 36 445 110 472 111 349 98 746 141 424 95 247 155 927 10-19 8 310 39 433 120 667 29 592 23 626 34 585 28 668 20-99 82 048 79 615 243 437 136 044 113 223 181 820 326 372 100-199 49 173 113 513 56 684 65 459 72 644 211 564 62 477 200-249 6 466 17 554 23 602 28 089 1 500 58 674 65 218 Subtotale PMI 182 442 360 587 555 739 357 930 352 417 581 890 638 662 250-499 16 525 52 353 98 015 18 524 26 960 23 879 49 566 500-999 62 260 113 900 65 411 25 787 11 533 48 286 123 179 1 000-4 999 283 488 180 468 27 050 66 419 267 710 99 574 205 162 > 5 000 496 866 0 164 853 0 13 600 2 560 44 262 Totale 1 041 581 707 308 911 068 468 660 672 220 756 189 1 060 831 Fonte: aiFi-pwc. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933014118 8 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Il tasso di fallimenti su 10.000 imprese è aumentato, passando da 11,2 nel 2007 a 17,1 nel 2009. A causa della debole ripresa economica del 2010 non si è registrato un significa- tivo miglioramento delle condizioni finanziarie delle imprese, come testimonia un netto aumento di tale indicatore (20,3 su 10.000 imprese). L’incidenza delle insolvenze ha conti- nuato ad aumentare, anche a causa di una nuova recessione, facendo registrare un tasso di 22,0 su 10.000 imprese nel 2012. Figura 16.4. Ritardi di pagamenti in Italia, 2008-13 Numero di giorni, in media Totale imprese Grandi imprese PMI 35 30 25 20 15 10 5 0 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 Q3 Q4 Q1 Q2 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Cerved Group, in base ai dati di Payline. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933016037 Misure pubbliche di sostegno In un contesto caratterizzato dal persistere di una debole congiuntura economica, negli ultimi anni sono state adottate varie iniziative per facilitare l’accesso al credito da parte delle PMI e fornire sostegno al loro fabbisogno di liquidità. A fronte di un’incertezza ancora marcata in merito all’andamento della ripresa economica, le misure di sostegno già esistenti sono state potenziate e ne sono state introdotte nuove. Il Fondo Centrale di Garanzia facilita l’accesso al credito delle PMI fornendo garanzie pubbliche e controgaranzie. La garanzia può essere richiesta da banche o istituzioni finanziarie iscritte ad un apposito registro. Le controgaranzie e garanzie solidali possono essere richieste dai Confidi (Consorzio di garanzia collettiva dei fidi) e da altri fondi di garanzia. Operativo da più di un decennio, il Fondo Centrale di Garanzia è stato, durante la crisi, lo strumento principale per allentare la stretta creditizia sulle PMI. Tra il 2009 e il 2012 ha concesso oltre 16 miliardi di EUR di garanzie per un ammontare di prestiti pari a 31 miliardi di EUR. L’aumento delle risorse a disposizione di tale Fondo e la concessione di una garanzia di sostegno pubblica, che riduce o azzera i requisiti patrimoniali delle banche per i prestiti coperti dal Fondo, hanno contribuito all’espansione delle sue attività. Tra gli altri interventi adottati per risolvere i problemi di liquidità delle imprese vanno ricordate le due moratorie sui debiti, firmate nel 2009 e nel 2012, che hanno permesso alle PMI (senza crediti inesigibili, crediti ristrutturati o pignoramenti in corso) di sospendere per un anno il rimborso del capitale su alcune forme di prestiti contratti, nonché misure destinate a ridurre il servizio del debito. Tali misure erano applicabili alle imprese con STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 9
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA meno di 250 dipendenti, con un fatturato su base annua non superiore ai 50 milioni di EUR e/o un bilancio su base annua non superiore ai 43 milioni di EUR. Fino a marzo 2013 sono state accettate oltre 310.000 domande ed è stato differito il pagamento di debiti per una somma di 19 miliardi di EUR. Dalla valutazione della prima fase della moratoria sui debiti delle PMI è emerso che tale misura è servita ad aiutare le imprese, limitando i rischi di forbearance (esposizioni oggetto di concessione in seguito alle difficoltà finanziarie del debitore). Nel luglio del 2013 è stata sottoscritta una nuova moratoria sui debiti avente le stesse caratteristiche della precedente. I criteri di eleggibilità per questa nuova moratoria sono più rigorosi di quelli necessari per beneficiare della prima moratoria del 2009, con l’effetto di limitare ulteriormente i rischi di forbearance. Va notato, però, che l’inclusione dei prestiti che hanno beneficiato della prima moratoria - e che sono stati esclusi dalla seconda - amplia il numero delle potenziali posizioni debitorie per le quali ci si può avva- lere della misura sottoscritta nel 2013. Un’altra misura destinata a favorire l’accesso al credito delle PMI è costituita dalla messa a disposizione del sistema bancario da parte di Cassa Depositi e Prestiti di fondi con vincolo di destinazione attinti al risparmio postale con tassi di interesse ridotto. Dopo una prima tranche di 8 miliardi di EUR, di cui hanno beneficiato 53.000 imprese, nel 2012 la CDP ha messo a disposizione delle PMI ancora 10 miliardi di EUR: di questa seconda tranche, meno di 2 miliardi di EUR era stata assorbita dal sistema bancario nell’aprile 2013. Nel 2012 sono state introdotte varie misure destinate a risolvere i problemi di flussi di cassa risultanti dai ritardi di pagamento della pubblica amministrazione. Le risorse messe a disposizione delle imprese, tuttavia, si sono rivelate piuttosto modeste. Nell’aprile del 2013 è stata approvata una nuova misura riguardante il pagamento dei debiti arretrati della pubblica amministrazione, soprattutto debiti commerciali, per un ammontare di 40 miliardi di EUR nel periodo 2013-14. Per favorire la diversificazione della struttura del capitale delle imprese e limitare la loro vulnerabilità rispetto a shock avversi in materia di offerta di prestiti bancari, il Governo ha introdotto misure volte a disciplinare l’emissione di strumenti di debito a breve e medio termine da parte di società non quotate in borsa, a esclusione di banche e microimprese. Ad oggi si sono avvalse di tale misura solo poche grandi aziende. Le iniziative summenzionate, dirette principalmente alle PMI, si prefiggevano di favorire l’accesso al credito, soddisfare il fabbisogno di liquidità e facilitare l’accesso ai finanziamenti di mercato. Alcune di queste iniziative hanno avuto un’influenza non trascu- rabile. Tra il 2009 e il 2012, le risorse finanziarie alle quali le imprese hanno potuto accedere grazie alle moratorie sul debito, agli interventi del Fondo Centrale di Garanzia e della Cassa Depositi e Prestiti sono state pari a quasi 60 miliardi di EUR. Per quanto riguarda il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione, i miglioramenti in materia dipenderanno dalla maniera in cui le risorse finanziarie saranno utilizzate dalle imprese, e se queste le destineranno a piani di investimento o alla tesaurizzazione a scopo precauzionale. Se le imprese decidessero di rimborsare i debiti nei confronti degli istituti bancari, si avrebbe un calo dei tassi di insolvenza e, di conseguenza, ciò porterebbe a un migliore accesso al mercato del credito. 10 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Riquadro 16.1. Definizione di PMI nello Scoreboard sul finanziamento delle PMI e dell’imprenditoria in Italia Definizione secondo l’ISTAT In linea con la definizione di Eurostat, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, le piccole e medie imprese sono aziende con meno di 250 dipendenti. Le microimprese hanno meno di 10 dipendenti e le piccole imprese un numero di dipendenti compreso tra 10 e 49. Le medie imprese hanno, invece, un organico compreso tra 50 e 249 dipendenti. Definizione di PMI utilizzata dalle istituzioni finanziarie La Banca d’Italia classifica i dati sul credito alle imprese in base alle dimensioni dell’a- zienda: le piccole imprese sono società in accomandita semplice, società in nome collettivo, società semplici, società di fatto e imprese individuali con meno di 20 dipendenti. La disag- gregazione di dati effettuata secondo questi criteri è utilizzata per la maggior parte degli indicatori sul debito. Fonte: Banca d’Italia. Tabella 16.3. Finanziamento delle PMI e dell’imprenditoria Scoreboard Italia, 2007-12 Indicatori Unità 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Debito Prestiti alle imprese, PMI Milioni di EUR 186 699 190 628 192 856 205 637 201 682 198 649 Prestiti alle imprese, totale Milioni di EUR 994 469 1 063 053 1 052 639 1 083 758 1 099 721 1 080 562 Prestiti alle imprese, PMI % del totale prestiti 18.8 17.9 18.3 19.0 18.3 18.4 Prestiti a breve termine, PMI Milioni di EUR 59 026 56 335 51 607 49 984 47 532 46 471 Prestiti a lungo termine, PMI Milioni di EUR 114 912 120 437 124 801 136 284 132 867 128 453 Prestiti a breve termine, PMI % del tot. prestiti alle PMI a 33.9 31.9 29.3 26.8 26.3 26.6 breve e lungo termine Crediti con intervento pubblico di garanzia, Miliardi di EUR, flussi, 2.3 2.3 4.9 9.1 8.4 8.2 Fondo Centrale di Garanzia Prestiti diretti concessi dal Governo Miliardi di EUR, flussi, 354 373 255 276 272 252 Rapporto prestiti contratti/autorizzati, PMI % 79.7 80.7 80.7 82.8 83.6 85.7 Crediti deteriorati, totale Milioni di EUR 44 546 50 122 65 744 80 238 93 700 110 140 Crediti deteriorati, PMI Milioni di EUR 12 760 13 857 16 449 19 368 21 283 23 725 Crediti deteriorati, grandi imprese Milioni di EUR 31 786 36 265 49 295 60 870 72 417 86 415 Tasso di interesse medio PMI % 6.28 6.34 3.59 3.66 5.00 5.60 Spread del tasso d'interesse (tra il tasso % 0.64 1.36 1.39 1.46 1.70 1.80 medio per PMI e grandi aziende) Garanzie, PMI % prestiti garantiti 54.4 54.3 51.9 53.0 54.4 54.9 Capitale netto Capitale di rischio e expansion capital, Milioni di EUR 707 911 469 672 756 1 061 Capitale di rischio ed expansion capital Milioni di EUR 361 556 358 352 582 639 Capitale di rischio e expansion capital, PMI Tasso di crescita su base annua, % 97.6 54.1 -35.6 -1.5 65.3 9.8 Vari Ritardo dei pagamenti, totale Numero di giorni, in media ·· 23.6 24.6 20.0 18.6 20.2 Ritardo dei pagamenti, PMI Numero di giorni, in media ·· 19.4 22.1 19.0 16.9 17.9 Ritardo dei pagamenti, grandi imprese Numero di giorni, in media ·· 26.2 27.1 22.1 21.0 23.5 Fallimenti, totale Numero di imprese 6 165 7 521 9 429 11 289 12 180 12 535 Incidenza dei fallimenti, totale Su 10.000 imprese 11.2 13.8 17.1 20.3 21.6 22.0 Fonte: vedi tabella 16.4. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933014137 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 11
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Figura 16.5. Andamenti dei finanziamenti alle PMI e agli imprenditori in Italia, 2007-12 A. Prestiti alle PMI e prestiti totali alle imprese, 2007-12 B. Prestiti alle PMI a breve e lungo termine, 2007-12 Prestiti imprese, PMI Prestiti imprese, totale Prestiti a lungo termine, PMI Prestiti a breve termine, PMI Su base annua, milioni di EUR Su base annua, percentuale dei prestiti alle PMI a breve e lungo termine 1 200 000 100 1083 758 1099 721 1080 562 1063 053 1052 639 994 469 90 1 000 000 80 70 800 000 66.1 68.1 70.7 73.2 73.7 73.4 60 600 000 50 40 400 000 30 186 699 190 628 192 856 205 637 201 682 198 649 20 200 000 33.9 31.9 29.3 26.8 26.3 26.6 10 0 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2007 2008 2009 2010 2011 2012 C. Tasso d'interesse e spread, 2007-12 D. Crediti deteriorati, 2007-12 Spread del tasso d'interesse Crediti deteriorati, PMI Tasso d'interesse medio applicato alle PMI Crediti deteriorati, grandi imprese Su base annua, tasso di interesse per le PMI e spread tra i tassi Su base annua, in milioni di EUR per le PMI e le grandi imprese 100 000 7 86 415 6.28 6.34 90 000 6 5.60 80 000 72 417 5.00 70 000 5 60 870 60 000 4 3.59 3.66 49 295 50 000 3 40 000 36 265 31 786 1.80 30 000 23 725 2 1.46 1.70 19 368 21 283 1.36 1.39 16 449 20 000 12 760 13 857 1 0.64 10 000 0 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2007 2008 2009 2010 2011 2012 E. Investimenti in capitale di rischio e expansion capital, 2007-12 F. Totale fallimenti, 2007-12 Capitale di rischio e expansion capital, PMI Fallimenti, totale Capitale di rischio e expansion capital, totale Tasso di fallimenti Su base annua, milioni di EUR Su base annua, numero di fallimenti e fallimenti su 10.000 imprese (a destra) 1 200 20 000 25 1 061 21.6 22.0 18 000 20.3 1 000 911 16 000 20 17.1 756 14 000 800 12 170 12 535 707 13.8 672 12 000 11 289 15 639 556 582 11.2 9 429 600 10 000 469 7 521 8 000 10 400 361 358 352 6 165 6 000 4 000 5 200 2 000 0 0 0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: grafici A, B, c e D: Banca d’Italia. Grafico E: AIFI – Associazione Italiana del Private Equity e Venture capital. Grafico F: Cerved Group. 12 http://dx.doi.org/10.1787/888933016056 12 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Tabella 16.4. Definizioni e fonti per gli indicatori dello Scoreboard Italia Indicatori Definizione Fonte Debito Prestiti alle imprese, PMI Consistenza (stock) dei crediti in bonis e deteriorati (crediti inesigibili) Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i concessi da banche e altre istituzioni finanziarie. Per i prestiti bancari: crediti prestiti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; i crediti inesigibili non da intermediari finanziari non bancari; in base alla comprendono il factoring solo a partire dal quarto trimestre 2008. Per i prestiti soglia di segnalazione: dal gennaio 2009 la soglia di concessi da intermediari finanziari non bancari: crediti in bonis (compresi i segnalazione per prestiti e garanzie, precedentemente REPO) e escluso il factoring; crediti inesigibili comprendenti il factoring. fissata a 75.000 EUR, è stata abbassata a 30.000 EUR; non esiste nessuna soglia di segnalazione per i crediti A partire dal giugno 2012, i prestiti comprendono i crediti cartolarizzati inesigibili); serie di dati riguardanti l’offerta di credito. o ceduti che non si qualificano per la derecognition, in base allo IAS 39 (International Accounting Standard). Prestiti alle imprese, totale Consistenza (stock) dei crediti in bonis e deteriorati (crediti inesigibili) Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti concessi da banche e altre istituzioni finanziarie. Per i prestiti bancari: crediti bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; i crediti inesigibili non intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia comprendono il factoring solo a partire dal quarto trimestre 2008. Per i prestiti di segnalazione). concessi da intermediari finanziari non bancari: crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; crediti inesigibili comprendenti il factoring. A partire dal giugno 2012, i prestiti comprendono i crediti cartolarizzati o ceduti che non si qualificano per la derecognition, in base allo IAS 39 (International Accounting Standard). Prestiti a breve termine, Crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; durata fino a 12 mesi Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti PMI (fino a 18 mesi per i dati provenienti dalle segnalazioni di vigilanza fino al terzo bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da trimestre del 2008 e fino al primo trimestre del 2009 per i dati provenienti intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia dalla Centrale dei Rischi) di segnalazione). Prestiti a lungo termine, Crediti in bonis (compresi i REPO) e escluso il factoring; durata fino a 12 mesi Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i prestiti PMI (oltre 18 mesi per i dati provenienti dalle segnalazioni di vigilanza fino al terzo bancari) e Centrale dei Rischi (per i prestiti da trimestre del 2008 e fino al primo trimestre del 2009 per i dati provenienti intermediari finanziari non bancari; in base alla soglia dalla Centrale dei Rischi) di segnalazione Crediti con intervento Crediti alle PMI (imprese con meno di 250 dipendenti) con intervento pubblico Fondo Centrale di Garanzia– MedioCredito Centrale pubblico di garanzia, FCG di garanzia da parte del Fondo Centrale di Garanzia. (MCC) Prestiti diretti concessi dal Ammontare dei prestiti diretti concessi alle PMI (imprese con meno di 250 Ministero dello Sviluppo Economico governo alle PMI dipendenti) dal governo italiano. Prestiti autorizzati, PMI Ammontare delle linee di credito concesse ai prenditori da tutti gli intermediari Banca d’Italia, Centrale dei Rischi (in base alla soglia che inviano segnalazioni alla Centrale dei Rischi di segnalazione) Prestiti contratti, PMI Ammontare delle linee di credito effettivamente erogate ai prenditori da tutti Banca d’Italia, Centrale dei Rischi (in base alla soglia gli intermediari che inviano segnalazioni alla Centrale dei Rischi. di segnalazione) Crediti deteriorati, totale Crediti inesigibili di banche e altri intermediari. Per i crediti inesigibili delle Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 2008; escluso il inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i factoring a partire dal quarto trimestre del 2008. Per gli altri intermediari crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). finanziari, i crediti inesigibili comprendono il factoring. I crediti inesigibili si definiscono come il totale dei crediti in corso concessi a prenditori che sono stati dichiarati insolventi o che si trovano in una situazione sostanzialmente equiparabile. Crediti deteriorati, PMI Crediti inesigibili di banche e altri intermediari. Per i crediti inesigibili delle Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 2008; escluso il inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i factoring a partire dal quarto trimestre del 2008. Per gli altri intermediari crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). finanziari, i crediti inesigibili comprendono il factoring. Crediti deteriorati, grandi Crediti deteriorati di banche e altri intermediari. Per i crediti deteriorati delle Banca d’Italia, Segnalazioni di vigilanza (per i crediti imprese banche: è compreso il factoring fino al terzo trimestre del 2008; escluso il inesigibili delle banche) e Centrale dei Rischi (per i factoring a partire dal quarto trimestre del 2008. Per gli altri intermediari crediti inesigibili degli altri intermediari finanziari). finanziari, i crediti deteriorati comprendono il factoring. Tasso d’interesse medio Tasso annuo effettivo globale (comprese spese e commissioni) dei nuovi Banca d’Italia, rilevazione sui tassi d’interesse. La concesso alle PMI prestiti a termine. rilevazione si riferisce ai tassi applicati a clienti di intermediari non bancari per le seguenti transazioni: crediti concessi, crediti a termine, crediti revocabili, purché il totale delle summenzionate forme di finanziamenti concesse o contratte e segnalate alla Centrale dei Rischi sia pari o superiore a 75.000 EUR Spread del tasso di Spread tra il tasso d’interesse medio applicato alle PMI e alle grandi aziende. Banca d’Italia, rilevazione sui tassi d’interesse interesse (tra il tasso medio Cifre annue desunte dal quarto trimestre dell’anno rispettivo. per PMI e grandi aziende) STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 13
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA Tabella 16.4. Definizioni e fonti per gli indicatori dello Scoreboard Italia (continua) Indicatori Definizione Fonte Garanzie, PMI Percentuale dei prestiti bancari e non bancari concessi alle PMI con garanzie Centrale dei Rischi, in base alla soglia di segnalazione reali. Capitale netto Capitale di rischio e Investimenti riguardanti tutte le imprese. I dati comprendono il finanziamento AIFI – Associazione Italiana del Private Equity e expansion capital, totale della fase iniziale dell’attività imprenditoriale e il finanziamento all’espansione Venture Capital (indagine sull’offerta di credito) (expansion), ma non il turnaround, il buy out o il replacement. Capitale di rischio e Ammontare degli investimenti nelle PMI (imprese con meno di 250 AIFI – Associazione Italiana del Private Equity e expansion capital, PMI dipendenti). I dati comprendono il finanziamento della fase iniziale dell’attività Venture Capital (indagine sull’offerta di credito) imprenditoriale e il finanziamento all’espansione (expansion), ma non il turnaround, il buy out o il replacement. Vari Ritardi nei pagamenti, Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali Cerved Group, in base ai dati di Payline senza distinzione tra imprese, senza distinzione d’impresa d’impresa Ritardi nei pagamenti, PMI Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali Cerved Group, in base ai dati di Payline tra imprese, riguardanti le PMI (imprese con un fatturato non superiore ai 50 milioni di EUR) Ritardi nei pagamenti, Ritardo di pagamenti medio, espresso in giorni, per le relazioni commerciali Cerved Group, in base ai dati di Payline grandi imprese tra imprese, riguardanti le grandi aziende (imprese con un fatturato superiore ai 50 milioni di EUR). Fallimenti, totale Procedura giudiziaria attraverso la quale il patrimonio di un imprenditore Cerved Group insolvente viene sottratto alla sua disponibilità e liquidato per soddisfare i creditori. La chiusura del fallimento viene dichiarata con decreto motivato del tribunale su istanza del curatore o del creditore ovvero d’ufficio. Contro il decreto di chiusura è ammesso reclamo da parte di ogni creditore dichiarato presso la Corte d’Appello entro 15 giorni. Dati riguardanti tutte le imprese. Nota 1. Si veda riquadro 16.1. per la definizione di PMI utilizzata nel rapporto. Bibliografia Bank of Italy (2013a), Annual Report for 2012, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. https:// www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel12/rel12en/en_rel_2012.pdf Banca d’Italia (2013b), “Rapporto sulla stabilità finanziaria, aprile 2013”, Roma. http://www. bancaditalia.it/pubblicazioni/rapporto-stabilita/2013-5/rapporto_stabilita_finanziaria_5_2012. pdf Bank of Italy (2012), Annual Report for 2011, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. https:// www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel11/rel11en/en_rel_2011.pdf Bank of Italy (2011), Annual Report for 2010, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. https:// www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel10/rel10en/en_rel_2010.pdf Bank of Italy (2010), Annual Report for 2009, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. https:// www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel09/rel09en/en_rel_2009.pdf Bank of Italy (2009), Annual Report for 2008, Ordinary Meeting of Shareholders, Roma. https:// www. bancaditalia.it/pubblicazioni/relann/rel08/rel08en/Text%20book_internet.pdf Banca d’Italia (2013), Bollettino economico, varie pubblicazioni, Roma. Bank of Italy (year), Bank Lending Survey, Roma. http://www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/ bls;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=en Bank of Italy (2013), Survey of Industrial and Service Firms, Roma. http://www.bancaditalia.it/ statistiche/indcamp/indimpser/boll_stat;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=en Bank of Italy (year), Business Outlook Survey of Industrial and Service Firms http://www.bancaditalia. it/statistiche/indcamp/sondaggio;internal&action=_setlanguage.action?LANGUAGE=en Bartiloro, L., L. Carpinelli, P. Finaldi Russo e S. Pastorelli (2012), Access to credit in times of crisis: measures to support firms and households, Bank of Italy, Occasional papers, n. 111, gennaio, Roma. 14 STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015
SCHEDA PAESE SUL FINANZIAMENTO DELLE PMI E DELL’IMPRENDITORIA 2007-12: ITALIA De Mitri, S., A. de Socio, P. Finaldi Russo e V. Nigro (2013), Micro-enterprises in Italy: A first analysis of economic and financial conditions, Bank of Italy, Occasional papers, n. 162, Aprile, Roma. ECB (2013), Survey on the access to finance of SMEs in the euro area, varie pubblicazioni, Frankfurt am Main. Eurostat (2011), Key figures on European Business 2011, European Union. http://epp.eurostat. ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-ET-11-001/EN/KS-ET-11-001-EN.PD OECD (2013), Entrepreneurship at a Glance, OECD publishing, Parigi. doi: http://dx.doi.org/10.1787/ entrepreneur_aag-2013-en STUDI DELL’OCSE SULLE PMI E SULL’IMPRENDITORIALITÀ © OECD 2015 15
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