CETIF FINTECH LIGHTHOUSE OUTLOOK 2019
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Il valore dell’informazione economica e anagrafica al servizio del portafoglio RC Auto
CeTIF FinTech
Lighthouse Outlook
2019
1Il valore dell’informazione economica e anagrafica al servizio del porta Strategia, innovazione e finanza. Questi i tre elementi fondanti le attività del CeTIF Il Centro di Ricerca su Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari (CeTIF) dal 1990 realizza studi e promuove ricerche sulle dinamiche di cambiamento strategico e organizzativo nei settori finanziario, bancario e assicurativo. Ogni anno CeTIF attiva più di 15 strutture di ricerca, quali Competence Centre e Osservatori, cui possono partecipare gli oltre 20.000 professionisti che sono parte del network e organizza oltre 10 workshop dedicati a banche assicurazioni e aziende non finanziarie con l’obiettivo di favorire fra i partecipanti lo scambio di esperienze e l’adozione di pratiche innovative. Le attività di ricerca si focalizzano principalmente sugli effetti dello sviluppo di nuove strategie, sull’innovazione normativa, sull’approfondimento di prassi organizzative e di processo e sugli effetti dell’introduzione dell’innovazione tecnologica. Tra i partner istituzionali di CeTIF figurano: Banca d’Italia, IVASS, ABI, ANBP, ANIA, AIPB e CONSOB. In seno a CeTIF è stato costituito il CEFIRS - Centre for European Financial Regulations Studies - un Osservatorio Permanente sulla regolamentazione nel settore finanziario, bancario e assicurativo. Inoltre è presente la struttura CeTIF Academy, scuola di Alta Formazione Universitaria, che si pone l'obiettivo di trasferire ai top e middle manager le conoscenze sviluppate in oltre vent’anni di ricerca. Il CeTIF è, inoltre, socio fondatore del FIT: l’Associazione europea dei centri di ricerca sulla finanza e l’Information Technology. CeTIF - Università Cattolica Via Olona, 2 - 20123 Milano Tel. +39 02 7234.2590 Fax +39 02 7234.8340 E-mail: cetif@unicatt.it www.cetif.it
CeTIF FinTech Lighthouse Outlook
2019
CeTIF FinTech
Lighthouse Outlook
AUTORI:
Federico Rajola
Chiara Frigerio
Antonio Sorrentino
Carlo La Rosa
Elias Sannicolò
Pubblicato nel mese di Marzo 2020
Copyright © CeTIF. Tutti i diritti riservati.
Ogni utilizzo o riproduzione anche parziale
del presente documento non è consentita senza
previa autorizzazione di CeTIF.
DISCLAIMER: CeTIF assicura che il presente documento è stato realizzato
con la massima cura e con tutta la professionalità acquisita nel corso della sua
lunga attività. Tuttavia, stante la pluralità delle fonti d’informazione e
nonostante il meticoloso impegno da parte di CeTIF affinché le informazioni
contenute siano esatte al momento della pubblicazione, né CeTIF né i suoi
collaboratori possono promettere o garantire (anche nei confronti di terzi)
esplicitamente o implicitamente l'esattezza, l'affidabilità o la completezza di
tali informazioni. CeTIF, pertanto, declina qualsiasi responsabilità per eventuali
danni, di qualsiasi tipo, che possano derivare dall'uso delle informazioni
contenute nel presente rapporto.
Si evidenzia, inoltre, che il presente rapporto potrebbe contenere proiezioni
future o altre dichiarazioni in chiave prospettica, circostanza che comporta
rischi e incertezze. Si avvisano pertanto i lettori che tali affermazioni sono
solamente previsioni e potrebbero quindi discostarsi in modo considerevole
dagli effettivi riscontri ed eventi futuri. CeTIF declina fin d’ora qualsiasi
responsabilità e garanzia in relazione a tali proiezioni.
3CeTIF FinTech Lighthouse Outlook
INDICE DEI 1. INTRODUZIONE …………………………………………………….
1.1 IL CONTESTO 5
CONTENUTI 1.2 IL FINTECH NEL MONDO 7
1.3 IL FINTECH IN ITALIA 9
2. IL CETIF FINTECH LIGHTHOUSE ………………………………..
2.1 COS’E’ IL CeTIF FINTECH LIGHTHOUSE 11
2.2 TIPOLOGIA DELLE FINTECH ANALIZZATE 12
2.3 L’AMBITO DELLE FINTECH 14
2.4 IL SETTORE DELLE FINTECH 15
2.5 L’AMBITO DELLE INSURTECH 18
2.6 IL SETTORE DELLE INSURTECH 19
2.7 L’AMBITO DELLE REGTECH 22
2.8 IL SETTORE DELLE REGTECH 23
2.9 LA TECNOLOGIA UTILIZZATA 24
2.10 TIPOLOGIA DI SOCIETA’ 25
2.11 STAGE DI CRESCITA 26
2.12 IL MODELLO DI BUSINESS 28
3. THE LIGHTHOUSE SELECTION …………………………………
3.1 INTERNAZIONALIZZAZIONE 29
3.2 DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI SERVIZI OFFERTI 30
3.3 ANNO DI FONDAZIONE 31
3.4 CAPITALE SOCIALE 33
3.5 INCUBATORI/UNIVERSITA’ 34
3.6 COLLABORAZIONE CON LE ISTITUZIONI FINANZIARIE 35
3.7 BREVETTI SPECIFICI ALL’OPERATIVITA’ 36
3.8 NORMATIVE 37
4. FINTECH LIGHTHOUSE EXAMPLES………………….……. 38
5. CONCLUSIONE …………………………………………………. 47
4 Rapporto di Ricerca • Copyright © CeTIF 2019. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale del presente documentoCeTIF FinTech Lighthouse Outlook
1. INTRODUZIONE
1.1 IL CONTESTO
La “rivoluzione” FinTech sta rimodellando l’intero ecosistema finanziario.
La Digital Transformation è passata dall’essere una priorità a una necessità. Tutti i
mercati vengono attraversati da impulsi di evoluzione tecnologica, che li rendono aperti a
nuovi prodotti, servizi e alla nascita di nuove realtà innovative che fanno della tecnologia
la propria value proposition. Al pari del settore dei media, che è stato rivoluzionato dai
social-media, quello finanziario, forse con qualche anno di ritardo rispetto ad altri
mercati per via delle sue rigide regolamentazioni, è riuscito a diventare un terreno fertile
e stabile per questa innovazione. Un innovazione incrementale e non radicale che parte
spesso da piccole realtà.
L’inizio dei fenomeni FinTech, InsurTech e RegTech, nato come risposta alla
disillusione delle aspettative dei clienti dopo la crisi finanziaria del 2008, oggi viene
percepita come un’evoluzione fondamentale all’interno del panorama finanziario per la sua
evoluzione e per la sua efficienza.
A conferma di questa visione che da una luce positiva, possono essere analizzati alcuni
aspetti:
• le FinTech, le InsurTech e le RegTech, che per prime hanno tentato di
ascoltare e assecondare gli interessi reali dei clienti sempre più evoluti sia nell’uso
della tecnologia sia dei bisogni (come i Millennials), hanno ormai conquistato la
fiducia degli stessi, riuscendo a interpretare in maniera efficace e concreta le nuove
esigenze del mercato e, dunque ad offrire soluzioni che permettono una migliore
accessibilità alla maggior parte dei servizi finanziari. In questo contesto, la strada
di una più efficace customer centricity può essere l’unica percorribile, per soddisfare
i nuovi clienti “digitali” e le loro esigenze. Un modello di business costruito
intorno al cliente, una rivoluzione importantissima nel settore finanziario, il quale
essendo stato per molto tempo chiuso e con un focus interno, si trova oggi a
dover affrontare nuove sfide sempre più specifiche in un contesto in rapido
cambiamento.
5• l’atteggiamento maggiormente costruttivo delle Autorità di Regolamentazione
e Vigilanza, sia italiane sia europee, Direttive comunitarie come la PSD2, che si
pongono alla base dello sviluppo dei rapporti tra le FinTech e le Istituzioni per la
tutela della clientela e della stabilità del mercato volte ad assicurare la stabilità
dei singoli soggetti su cui le autorità vigilano e dell’intero sistema. Tutto ciò
tutelando la trasparenza e la correttezza dei rapporti con i clienti, la concorrenza
nel mercato e sviluppando level playing field tra i diversi operatori;
• dopo l’exploit dei sistemi di pagamento, questo processo di evoluzione
tecnologica che pone al centro il cliente sta incidendo in altri settori della catena
del valore, come quelli dei prestiti e dei mutui, attraverso le
piattaforme/marketplace, che permettono ai clienti di prestare o ricevere
denaro, in maniera più efficiente e in alcuni casi “disintermediando” di fatto gli
istituti di credito. La rapida ascesa delle piattaforme di Invoice Trading, cariche
dei record appena raggiunti, appare come un reale ampliamento dei servizi di
credito tradizionali.
Infatti la crescita esponenziale avvenuta nei primi stadi di vita di alcune FinTech, InsurTech
e RegTech, descritta dai critici come l’inizio di una bolla, oggi si è attestata e stabilizzata
portando alcune startup finanziarie a raggiungere un’alta maturità e stabilità
economico/finanziaria, un esempio concreto è Revolut, il quale si è aggiudicato una quota
di mercato molto importante andando (in questo caso) in diretta concorrenza con grandi
banche fruitrici di servizi simili ma meno vantaggiosi.
L’insieme di questi eventi ha reso gli Incumbent sempre più coscienti e predisposti nei
confronti di queste realtà innovative, considerate spesso non più come competitor, o
semplicemente irrilevanti, ma come dei possibili partner abilitatori e acceleratori del
processo innovativo in corso. In modo particolare, sviluppata nell’ottica di abbattere i
limiti di collaborazione e mettere il cliente al centro, la PSD2 – in auge dal 14 settembre
2019 - riconosce che i dati raccolti dalle banche sono di proprietà degli utenti che, di
conseguenza, possono richiedere alle stesse di fornire l’accesso alle informazioni che li
riguardano, a TPPs (soggetti terzi), tramite API (application programming
interface). Questo cambio di paradigma, recepito a livello legislativo e regolamentare,
che si pone alla base delle strategie di Open Banking, permetterà dunque a soggetti come
le FinTech di accedere al patrimonio informativo delle Istituzioni per offrire,
nell’interesse del cliente finale, prodotti e servizi personalizzati.
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Questo processo di stabilizzazione ha portato ad un significativo aumento di iniziative di
partnership e collaborazioni tra le stesse FinTech e tra Incumbent e le FinTech, nello
sviluppo di quello che può essere definito come il moderno eco-sistema finanziario.
1.2 IL FINTECH NEL MONDO
Alla luce di questi nuovi paradigmi che hanno portato ad una maggiore crescita per le
realtà FinTech, InsurTech e RegTech, questo mercato è diventato sempre più appetibile
per gli investitori, soprattutto per le Banche e le Compagnie di Assicurazione per poi
andare a stabilizzarsi col tempo. Si analizza una decrescita del valore globale degli
investimenti in realtà innovative che ha raggiunto nel primo semestre del 2019 la somma
di 37 miliardi di dollari, cifra molto inferiore ai 61,1 miliardi di dollari investiti nel primo
semestre del 2018.
Ciò nonostante l’attività delle FinTech a livello globale continua a crescere sensibilmente:
Goldman Sachs ha previsto che nei prossimi anni quasi 660 miliardi di dollari di
investimenti in FinTech potrebbero migrare dai tradizionali servizi alle nuove proposte
di servizi finanziari, operati attraverso piattaforme digitali innovative1. Oggi, le FinTech nel
mondo sono oltre 12.0002, distribuite in 70 paesi, 5779 nelle Americhe, 3584 in Europa e
2849 in Asia e nell’area del Pacifico. Dal 2010 al 2019 nel settore sono stati investiti oltre
400 miliardi di dollari, con un numero totale di oltre 6000 deal (figura 1).
In modo particolare, come evidenziato dal grafico, a livello mondiale, dopo la “corsa”
all’investimento nel FinTech nel biennio 2014/15, seguita dalla contrazione del 2016 e del
2017, nel 2018 si è generato un vero picco di investimenti che ha superato le previsioni
precedenti seguita da una contrazione sostanziosa nel 2019. Nonostante l’aumento
generale, sia dei numeri che dei valori, dei round di finanziamento avvenuti in Europa –
guidati da Revolut ($250 milioni), e N26 ($160 milioni) – anche quest’anno i finanziamenti
record sono stati registrati negli USA, con l’acquisizione di WorldPay da parte di Vantiv
per $12,9 miliardi, e in Asia, con il più alto valore raggiunto dalla raccolta di capitali di
AntFinancial di $14 miliardi.
1The Future of Finance Part 3: The Socialization of finance, Goldman Sachs Global Investment Research, 13
Marzo 2015.
2 Number of Fintech startups worldwide as of February 2019-Statista
7Figura 1 – Gli investimenti nel FinTech (VC, PE e M&A) 2014-2Q/2019 – $ MLD
Fonte: The Pulse of FinTech, KPMG International 2019
Numerosi sono gli elementi che possono giustificare la decrescita di investimenti
nell’ultimo anno, primo tra tutti la sua stabilizzazione. Tra i principali player globali
analizzati è possibile notare una customer base superiore a quella di molti Incumbent. Ad
esempio, la neo-bank tedesca N26, già citata in precedenza, ha raggiunto più di 3 milioni
di clienti; la controparte inglese Revolut oltre 8 milioni di clienti, ma i valori maggiori
vengono raggiunti da FinTech attive nel mercato del trasferimento di denaro, tra cui
TransferWise (con 4 milioni di clienti), Square (7 milioni) e Coinbase (con la cifra
record per l’Occidente di 30 milioni di utenti attivi3). Numeri che, per quanto in crescita
ed estremamente rilevanti per USA e EU, risultano molto contenuti rispetto all’Asia, che
registra il valore record di 870 milioni di clienti con Alipay4 e con una proiezione di oltre
un miliardo nei prossimi due anni.
3 Coinbase, info 2019.
4 Dicembre, 2019, Wikipedia, Alipay
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1.3 IL FINTECH IN ITALIA
Sebbene il trend degli investimenti stia diminuendo, la base clienti di realtà FinTech,
InsurTech e RegTech è in costante crescita, ogni mercato nazionale sta registrando diversi
stimoli e resistenze differenti a questo fenomeno. L’Italia, oltre ad essere il mercato di
riferimento per questo percorso di ricerca, risulta essere, per quest’anno anche un punto
di incontro particolarmente attrattivo per i clienti alla ricerca di realtà e servizi innovativi
nel settore finanziario.
Il trend europeo degli investimenti in FinTech è in diminuzione rispetto agli anni
precedenti con un totale di $38 miliardi nel primo semestre del 2019, valore trainato
dall’Inghilterra con il 61% del totale investiti. Alla luce di questi valori di investimenti nel
mercato globale in decrescita, è stato possibile notare come anche l’Italia (pur ereditando
dai recenti anni valori di investimento e di attrazione di investimenti in FinTech inferiori
rispetto alla media dei mercati simili) stia seguendo questo trend.
Nonostante ciò nel 2019 vi sono comunque stati investimenti sostanziali che hanno
interessato alcune realtà italiane di spicco tra cui Satispay, che ha per prima alzato
l’asticella raccogliendo €42 milioni5 e ora sta contrattando con gli investitori un round C
di €50 milioni6, Oval Money che ha incassato un nuovo round di investimento da parte
di Eurizon sgr (società di asset management del gruppo Intesa Sanpaolo), Soldo con un
finanziamento di €61 milioni7 e Prima Assicurazioni, un broker assicurativo fondato
dall’ex fondatore di Facile.it, che ha poco tempo dopo infranto ogni record
aggiudicandosi finanziamenti guidati da Goldman Sachs e Blackstone per €100 milioni8.
Diventano sempre più incoraggianti anche i valori delle risorse finanziarie gestite e
intermediate dalle realtà FinTech, ad esempio è stato stimato che il mercato dei
finanziamenti di PMI italiane sia di 1,2 miliardi di euro. Questo risultato è la somma di una
serie di servizi e prodotti di finanziamento che negli ultimi anni è stato determinato
dall’ingresso di nuovi servizi di raccolta fondi e anticipo fatture come il crowdfunding e
l’invoice trading.9
5 Corriere della Sera, 22 settembre 2018.
6 Il sole 24 ore, 5 febbraio 2019
7 Forbes 8 luglio 2019
8 EconomyUp, 12 ottobre 2018.
9 Rielaborazione de Il sole 24: “Pmi, dalla finanza «alternativa» arrivano risorse per 1,2 miliardi”.
9Questo dimostra che il potenziale di crescita è molto ampio. Nell’analisi effettuata è
stato osservato come le principali differenze rispetto all’estero non dipendono da
mancanze di competenze e/o tecnologie ma che, anzi, nel nostro Paese sono presenti
molte eccellenze di alto livello che crescono insieme ad una maggiore inclinazione
all’imprenditorialità (uno dei focus formativi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore).
L’insieme di queste situazioni ha molto aumentato la qualità dell’ecosistema, sviluppando
un terreno fertile alla nascita e alla crescita delle realtà FinTech, InsurTech e RegTech.
In Italia, quindi, sempre più Incumbent e clienti finali assistono all’ampliamento del mercato
finanziario, grazie ai nuovi stimoli portati da queste realtà che si stanno attestando sia per
quote di mercato che di investimento.
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2. IL CETIF FINTECH
LIGHTHOUSE
2.1 COS’È IL CeTIF FINTECH LIGHTHOUSE
CeTIF rafforza il suo ruolo di acceleratore dell’innovazione grazie al FinTech
Lighthouse, un’iniziativa che sviluppa il mercato FinTech, InsurTech e RegTech
all’interno del moderno ecosistema finanziario. Ponendosi l’obiettivo di rispondere alle
necessità di collaborazione e contaminazione tra Incumbent e questi nuovi player per la
crescita e la competitività del mercato italiano nello scenario internazionale.
Gli strumenti e i processi utilizzati per la riuscita e il raggiungimento di questo obiettivo
sono racchiusi nel Research Funnel, ossia un percorso di ricerca formato da una serie
di attività guidate da pratiche e driver differenti volte a mappare, analizzare e
selezionare le migliori FinTech Italiane dal punto di vista sinergico e presentarle ai
principali decision maker delle Istituzioni partner del Centro.
Osservatorio di CeTIF che ha l’obiettivo di studiare e analizzare il
mercato finanziario e tecnologico italiano e internazionale per valutare e
certificare le migliori realtà FinTech, InsurTech e RegTech
Community di innovatori delle Istituzioni Partner del CeTIF e delle
realtà emergenti nella Financial Services Industries (FSI) per i quali vengono
organizzati eventi collegiali e incontri one-to-one.
Partendo da questo tipo di visione sul settore delle FinTech, il CeTIF FinTech Lighthouse
ha organizzato degli eventi monotematici chiamati Aperi-FinTech, nei quali si sono trattati
argomenti attuali e di spiccato interesse nel contesto di questo nuovo settore finanziario.
A fine di Ogni Aperi-FinTech vi è stato un momento di knowledge-sharing e di networking
informale. E’ stato possibile invitare come ospiti agli Aperi-FinTech nel corso del 2019, 3
realtà molto interessanti e promettenti nel mercato italiano, ognuna focalizzata su uno
specifico servizio o prodotto finanziario. In ordine temporale abbiamo avuto come ospiti
Giuseppe Di Marco Country Manager Italia di Soldo, Pamela Romaniello Business
Development Manager di SisalPay e Mariano Spalletti Country Manager Italia di
Qonto.
112.2 TIPOLOGIA DI FINTECH ANALIZZATE
Per analizzare i trend del settore italiano, il team di ricerca del CeTIF FinTech Lighthouse
ha individuato un totale di 221 realtà del nostro Paese suddivise in quattro cluster in
base alle macro-categorie di appartenenza, di cui 167 sono emerse come puramente
riconducibili ai settori FinTech, InsurTech e RegTech:
1. FinTech: 127
2. InsurTech: 30
3. RegTech: 10
Figura 2 – Il campione di FinTech, InsurTech e RegTech analizzato
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
L’ampliamento dello spettro di analisi a molte più realtà e il rimodellamento dei
driver di analisi, rispetto all’anno precedente, hanno permesso non solo di aumentare
il campione di realtà studiate portando il numero di FinTech, InsurTech e RegTech
studiate (da 57 a 221 realtà) ma anche di poter avere una visione più ampia e
approfondita della composizione del mercato italiano.
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Nell’analizzare queste realtà, si è fatta particolare attenzione ai seguenti parametri:
• Team e struttura di funding: approfondendo il curriculum e le precedenti
esperienze dei CEO, la struttura e le competenze del team e le strategie di crescita
e operatività perseguite con un focus particolare agli economics e alla struttura di
funding.
• Solidità del business model e del business plan, intendendo con questo
indicatore l’efficacia del modello di generazione di revenue, la sua sostenibilità nel
lungo periodo e le possibilità di essere competitivi a livello internazionale.
• Stadio di sviluppo, ossia in quale fase del ciclo di vita di un’azienda si trova la
realtà (concept, early, growth e financial institution 10).
• Sinergie con il mondo finanziario, compreso il livello di integrabilità del
modello di business e della tecnologia e la propensione della FinTech allo sviluppo
di partnership.
• Innovazione tecnologica e usabilità, l’utilizzo di tecnologie innovative in
ambiti quali: Artificial Intelligience (A.I.), Blockchain, Advanced Analytics, Big Data e
Cyber security. Viene fatta attenzione anche sull’esperienza e la facilità di utilizzo
del servizio che ne deriva, rispetto ai modelli tradizionali.
10 Per le realtà che, vigilate dalle Autorità, necessitano di strutture patrimoniali e operative particolari.
132.3 L’AMBITO DELLE FINTECH
Figura 3 – L’ambito delle FinTech
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
È stato possibile suddividere le FinTech in 4 macro aree, le quali integrano altrettanti
settori di cui parleremo in seguito. Si è voluta fare questa distinzione per apprendere più
nello specifico verso che direzione si sta muovendo il mercato delle FinTech.
Le quattro macro aree sono caratterizzate da elementi di omogeneità ben precisi, esse si
suddividono in:
• Finance
FinTech che si occupano degli strumenti finanziari, in particolare degli investimenti
e del risparmio. Fanno parte quindi quelle società che offrono servizi ad alto livello
finanziario come ad esempio Oval Money oppure Credimi.
• Payments
FinTech che operano nell’ambito dei pagamenti elettronici come ad esempio
Plick, grazie alla PSD2 è stato possibile vedere un incremento decisivo rispetto
agli anni passati.
• Marketplace
FinTech che distribuiscono prodotti o servizi finanziari di terzi tramite la loro
piattaforma, come MutuiOnline.it.
• Automation
Riguarda i processi interni, si tratta di FinTech che utilizzano una tecnologia grazie
alla quale le procedure e i processi vengono eseguiti con il minimo ricorso alle
risorse umane, e quindi con la minima assistenza (Artificial Intelligence). Un
esempio è LoanXchain che sfrutta una tecnologia basata su blockchain.
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2.4 IL SETTORE DELLE FINTECH
All’interno dello scenario italiano, il settore FinTech risulta essere quello che registra il
più alto numero di realtà operanti ma anche una maggiore maturità delle strutture e
dei servizi e prodotti offerti. Come emerge dalla frammentazione del panel esposto
precedentemente, le FinTech in Italia rappresentano il 77% del campione analizzato.
All’interno di questo insieme di FinTech si assiste a un’estrema eterogeneità di servizi e
prodotti offerti, peculiarità dovuta ad una pluralità di fattori. Tra i più importanti vi è la
relativa giovinezza, sia delle aziende sia dei membri dei team, che permette alle
FinTech che si trovano all’interno di un contesto complesso e competitivo di essere più
agili, ma anche un limite dovendo concentrare tutte le risorse che hanno nel rendere
efficace ed efficiente la propria Value Proposition.
Per riuscirci, queste realtà tendono a specializzarsi su un determinato servizio o
prodotto finanziario, su cui costruire un modello di business più efficiente rispetto a quello
utilizzato dalle banche. Il secondo motivo che dà un ulteriore visione su questa
frammentazione, è rappresentata dall’ampiezza dell’offerta e di conseguenza dalla
value chain bancaria che abbraccia una moltitudine servizi, dalla gestione dei conti
correnti all’emissione di crediti, fino a quelli più specifici di consulenza, sia degli
investimenti dei principali servizi di interesse per i clienti, persone e aziende. L’ampiezza
di quest’offerta determina per le FinTech il campo su cui poter lavorare e dunque
specializzarsi.
15Figura 4 – Overview della frammentazione dei servizi offerti dalle FinTech in Italia
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Nonostante la frammentarietà di servizi e prodotti offerti dalle FinTech, risultano esserci
segmenti maggiormente rappresentati rispetto ad altri.
Ad esempio, nell’ambito delle 127 FinTech analizzate, il valore più rilevante è
rappresentato dalle piattaforme di crowdfunding (31,71%). All’interno di queste realtà
vi è una suddivisione sulla tipologia di servizi o prodotti offerti: il 37% delle piattaforme
di Crowdfunding è specializzata nel far incontrare la domanda e l’offerta di Prestiti
(Lending-Crowdfunding); il 14% si è specializzato nel rendere più efficiente la
compravendita di anticipi su fatture (Invoice Trading) e uno speculare 14% nella
collocazione di quote di capitale di startup e PMI (Equity-Crowdfunding), mentre il
restante 35% è distribuito nel finanziamento di progetti di varia natura (Product/Service-
Based) e altri servizi.
Inoltre, risulta sempre più in crescita il settore dei service provider, ovvero quelle
imprese che erogano servizi di vario tipo come ad esempio consulenze, telefonia, logistica,
pagamenti, e appartenenti al settore finanziario, come la nota Jiffy, Domec e Satispay.
Esse rappresentano il 12,2% del campione di FinTech italiane analizzate mentre quello
degli Aggregator (5,7%) sta subendo in maniera preponderante gli impatti della nuova
direttiva sui pagamenti (PSD2).
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Infatti i servizi di questo tipo risultano essere anche quelli più diffusi ed utilizzati (non
sorprende che la maggior parte dei maxi-finanziamenti nel 2019 siano avvenuti i questo
settore). Ma le stime sono in forte crescita, visto lo stimolo che porterà la PSD2 dando,
ad esempio, la possibilità ai player di offrire ai clienti il servizio di aggregare su un'unica
interfaccia le informazioni di tutti i conti e posizioni di investimento aperte presso
le varie banche di cui si è clienti, prima tra tutte a livello globale la stessa Revolut (valore
dall’impatto non ancora misurabile vista la non attuale operatività della Direttiva).
172.5 L’AMBITO DELLE INSURTECH
Figura 5 – L’ambito delle InsurTech
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Esattamente come per le FinTech, anche le InsurTech sono state divise in ambiti specifici
per una maggiore comprensione, essi sono:
• Automation
Tecnologie emergenti come la Machine Learning, Soluzioni AI, Software Robotics,
offrono sempre di più una maggiore automazione per compagnie di assicurazione,
così facendo incrementano sensibilmente i profitti trasformando la Customer
Experience. Un esempio è Claider oppure RiskApp.
• Marketplace
InsurTech che offrono su una piattaforma online un bouquet di offerte sia per
bisogni finanziari che non, questi bouquet sono altamente modellabili sulle scelte
dei clienti e sui loro bisogni. In Italia possiamo classificare Mioassicuratore come
una InsurTech in ambito Marketplace.
• Product & Distribution
Sviluppo di nuovi prodotti e la loro distribuzione nel mercato assicurativo
odierno, come Axieme o Neosurance.
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2.6 IL SETTORE DEL INSURTECH
Il secondo settore analizzato è stato quello delle InsurTech, ossia di aziende che
attraverso le più innovative tecnologie offrono prodotti e servizi assicurativi.
Partendo da un’analisi dell’articolo 1882 del Codice Civile: “L'assicurazione è il contratto
col quale l'assicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l'assicurato, entro i
limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una
rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana”, sono stati analizzati e
clusterizzati tutti i componenti della catena del valore Assicurativa (tentando di
mettere a fattor comune le strutture con una clientela B2B con quelle B2C):
1 product design e development – l’insieme di processi di: analisi dei bisogni della
clientela potenziale, analisi dati di carattere macroeconomico e lo sviluppo del prodotto
dal punto di vista contrattuale;
2 pricing e underwriting – intesa come la fase di sviluppo economico del
prodotto/servizio composta dall’insieme di tutte le analisi svolte sulla sostenibilità
finanziaria del singolo contratto e dei portafogli in cui viene inserito fino alla definizione
del premio;
3 marketing e communication – area che raggruppa l’insieme delle attività svolte dalle
Compagnie per promuovere i propri prodotti sul mercato e per aumentare e migliorare
i rapporti con la clientela finale;
4 distribution & sales – l’insieme di tutti processi che vengono svolti dalla Compagnia di
Assicurazione per distribuire e vendere i propri prodotti, sia direttamente sia tramite
intermediari;
5 claims e fraud – quest’ultima area racchiude tutte le attività che vengono utilizzate dalla
Compagnia Assicuratrice per liquidare i sinistri denunciati e individuare le frodi per potersi
tutelare e nel caso rivalere.
19Figura 6 – Value Chain assicurativa e servizi InsurTech
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Successivamente, sono stati analizzati i servizi offerti dalle InsurTech e, di conseguenza,
ricondotti alle categorie sopracitate. Dalla ricerca svolta, emerge come il 32% delle
InsurTech si posiziona nello sviluppo di nuovi prodotti che vengono declinati in P2P
Insurance, Instant Insurance, Micro Insurance e On-Demand Insurance. La
particolarità di questi nuovi prodotti/servizi è che sono stati totalmente progettati sulle
esigenze del cliente e sui quali, successivamente, sono stati implementati i modelli di
business. Situazione che aumenta l’esposizione di alcuni rischi, ad esempio, potendosi
assicurare da un determinato tipo di rischio nel momento scelto dall’assicurato, risulta
evidente che il cliente svilupperà una predilezione nell’assicurarsi nei momenti che si
percepiscono come più rischiosi.
Questo tipo di inclinazione, naturale in ogni cliente finale, espone gli assicuratori a rischi
come il rischio morale (comportamento negligente o doloso compiuto dal cliente per
ottenere un beneficio economico piuttosto che una copertura dal rischio) e quello di
selezione avversa (selezione nella platea di assicurati più rischiosi rispetto a quelli
target). Per evitare, o comunque arginare, questi rischi le InsurTech che offrono questi
nuovi prodotti e servizi si basano su innovativi modelli di analisi e raccolta dei dati.
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Il 13% delle InsurTech studiate si occupa dell’offerta a terzi di nuovi modelli di analisi e
gestione dei rischi, andando dunque ad arricchire i modelli attuariali tradizionali basati
solo su alcune fonti dati. In queste realtà è connaturato l’utilizzo di dati anche non
strutturati, come quelli sui comportamenti, provenienti da fonti esterne ad esempio social-
network. L’utilizzo così massivo dei dati e di modelli avanzati di analisi crea un cambio di
paradigma rispetto ai processi tradizionali di risk analysis e risk management. Questo
tipo di evoluzione operativa, oltre che tecnica e tecnologica, risulta fondamentale per le
InsurTech non solo per aumentare l’efficacia dei nuovi prodotti e servizi assicurativi, ma
anche e soprattutto per offrirne di più efficienti agli Incumbent.
Il 21% del campione si occupa di ridisegnare e gestire i processi distributivi e il
contatto con il cliente finale. Per ottenere una migliore efficacia ed efficienza, rispetto
ai modelli tradizionali, le InsurTech basano il proprio modello di servizio sull’utilizzo dei
dati generati e condivisi dal cliente per poi utilizzarli per sviluppare nuovi modi di relazione.
Un esempio di questo processo è l’utilizzo di Chatbot evoluti, che possono essere
contattati e offrire supporto ai clienti 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Uno dei processi chiave di ogni mercato assicurativo è quello della distribuzione e vendita
dei prodotti e dei servizi. In Italia il settore assicurativo è un mercato basato su un
rapporto personale tra il cliente e gli intermediari 11 ma negli ultimi anni, soprattutto nel
2019, assistiamo ad un rilevante numero di InsurTech (17% del campione) che si pongono
come nuovi canali di distribuzione sviluppando piattaforme, che permettono al
cliente finale di interagire direttamente, o con un supporto digitalizzato, con la
Compagnia Assicurativa per poterne acquistare i prodotti e i servizi, rendendo il
processo più rapido e meno costoso.
Da ultimo, sia come posizione che per dimensione del campione, il 17% delle InsurTech
si incardina nell’anello della catena del valore assicurativo definita Claims & Fraud. Queste
realtà hanno sviluppato, attorno ad una strategia data-driven, processi innovativi di
analisi e gestione dei sinistri volti a rendere più agile per il cliente l’interazione con la
compagnia in caso di sinistri. Viceversa, per la Compagnia, risulteranno sempre più
semplificate le attività operative sia dal punto di vista attuariale che liquidativo. Un
secondo effetto positivo portato da questi nuovi processi digitalizzati è quello di rendere
più agile per la Compagnia stessa l’identificazione dei frodatori e la tutela dagli stessi.
11 Il 76,3% delle polizze nel settore danni è stato venduto attraverso il canale agenziale e il 61,3% delle
polizze vita è distribuito attraverso gli sportelli bancari. Ania, 2018. L’assicurazione italiana in cifre.
212.5 L’AMBITO DELLE REGTECH
Il RegTech (da “regulation” e “technology”), da alcuni anni a questa parte ha avuto una
rilevanza sempre più forte nel settore della tecnofinanza.
Il RegTech impiega strumenti tecnologici a supporto delle procedure di adeguamento,
conformità, rispetto di norme, regolamenti, leggi, reportistica. La sinergia tecnologia-
regolamentazione sta diventando sempre più importante all’aumentare dei livelli di
regolamentazione.
Il RegtTech Council12, il not-for profit think-tank, ha condotto molteplici ricerche nel
settore bancario e ha rilevato che in media gli istituti bancari spendono all’incirca il 4%
delle loro entrate in attività legate alla regolamentazione della compliance. Si stima che
questi dati cresceranno entro il 2022 fino ad arrivare al 10%. Una gestione della
compliance tramite RegTech potrebbe far diminuire gli esborsi monetari del settore
bancario e diminuire i tempi. Esso può anche garantire un aiuto ferreo alle imprese e alle
organizzazioni per essere sempre in regola con le varie normative vigenti. Da non
sottovalutare questo aspetto.
Le RegTech in Italia sono numericamente inferiori rispetto alle FinTech e alle InsureTech,
l’ambito di competenza è pressoché lo stesso per tutte le 10 RegTech selezionate ovvero
l’Automation ad esempio SocialNation.
Figura 7 – L’ambito delle RegTech
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
12 RegTech Council of 2018
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2.8 IL SETTORE DELLE REGTECH
Figura 8 – Il settore delle RegTech
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Le RegTech sono le tipologie di FinTech meno note e in numero minore, ciò nonostante
esse costituiscono una colonna portante di questa nuova rivoluzione del settore
finanziario. Impiegando strumenti tecnologici a supporto delle procedure di adeguamento,
conformità, rispetto di norme, regolamenti , leggi e reportistica, si è potuto notare come
esse offrano servizi con elementi di omogeneità, i quali sono raggruppabili in 6 macro
gruppi: Compliance, Customer, OnBoarding, Documentation, Smart Contract,
Reporting.
Con un incidenza maggiore del 25%, le RegTech con focus sul settore Customer
dominano il panorama italiano offrendo servizi B2C molto specifici. Menzione d’onore alle
RegTech nel settore della Compliance (12%), le quali offrono specifici servizi per aiutare
società eterogenee a ottenere determinate regolamentazioni come per esempio PSD2 o
GDPR inoltre, aiutano le Istituzioni Finanziare a diminuire i costi derivanti dalla
compliance.
Infatti l’incremento della complessità normativa e delle sanzioni, impartite alle Incumbent
sia a livello nazionale che globale, ha determinato un forte spinta all’utilizzo di processi
sempre più automatici e di nuove tecnologie (Blockchain), che sono in grado di ridurre
radicalmente i crescenti costi di compliance che le Istituzioni Finanziarie sono chiamate ad
affrontare.
232.9 LA TECNOLOGIA UTILIZZATA
Figura 9 – La tecnologia utilizzata
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Dalle più recenti analisi effettuate dal CeTIF FinTech Lighthouse, è stato possibile notare
come molte delle nuove società entranti in questo ecosistema spesso rigido, usino una
tecnologia innovativa e disruptive rispetto a ciò che il mercato era abituato.
La tecnologia più utilizzata è la Blockchain (31%), ovvero una struttura di dati condivisa
e immutabile nel tempo. Un massivo registro digitale le cui informazioni sono raggruppate
in blocchi (da questo il nome), concatenati l’uno con l’altro in ordine cronologico e
assicurati tramite la crittografia.
Grazie ad essa è possibile operare con un paradigma completamente diverso da ciò che
fino ad oggi si è utilizzato, andando a creare un nuovo settore, il quale, in questo momento,
è in una fase di crescita e non più di sviluppo. La Blockchain porta vantaggi a tutti,
soprattutto per chi deve gestire una moltitudine di dati in continua evoluzione.
Il secondo ambito tecnologico è la Data Analytics (28%), ovvero un processo
sistematico di ispezione, pulizia, trasformazione e modellazione di dati con il fine di
evidenziare determinate informazioni che generino output e di seguito supportino le
decisioni strategiche/organizzative aziendali. Il panorama che il settore finanziario sta
affrontando diventa anno dopo anno sempre più articolato e complesso, con una
moltitudine di dati i quali, essendo così eterogenei e numerosi, celano informazioni
importanti che, se acquisite in tempo, possono portare un’azienda e una banca ad acquisire
vantaggi competitivi. Diventa quindi di massima importanza l’analisi dei dati al fine di
primeggiare tra i competitors.
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2.10 TIPOLOGIA DI SOCIETA’
Figura 10 – Tipologia di società
19%
3%
10%
68%
S.r.l. S.p.a. S.r.l.s. Internazionali
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Dall’analisi sviluppata sulle principali caratteristiche aziendali emerge come oltre il 68%
del campione di FinTech, InsurTech e RegTech abbia optato di operare sotto forma di
società a responsabilità limitata (S.r.l.).
Questo primo dato rappresenta il primo cambio di paradigma rispetto ai player
istituzionali che invece, essendo regolamentati, devono avere delle strutture societarie
ben più complesse con norme e vincoli ad hoc. Questo elemento però rimane comune
per le società costituite come società per azioni (S.p.a.) o fondate in seguito che
rappresentano il 19% del campione, poiché hanno scelto questa forma societaria in quanto
espressamente previsto dalla normativa vigente, come ad esempio per gli Istituti di
pagamento e di Moneta Elettronica.
Infine è stato possibile rilevare come il 3% del campione di FinTech analizzato siano PMI,
mentre l’11% startup, iscritte rispettivamente nel registro delle PMI e delle startup
innovative ovvero società ad alto valore tecnologico. Le imprese dotate dei requisiti di
startup innovativa infatti possono contare su un vasto complesso di agevolazioni, quali
semplificazioni ed esenzioni regolamentari, incentivi fiscali, facilitazioni nell’accesso al
credito e al capitale di rischio, e nuovi programmi di finanziamento: misure che hanno
l’obbligo di incidere sull’intero ciclo di vita dell’azienda, dall’avvio alla fasi di espansione e
maturità13.
13 Ministero dello sviluppo economico
252.11 STAGE DI CRESCITA
Figura 11 – Stage di crescita
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Grazie all’attenta ricerca del CeTIF FinTech Lighthouse è stato possibile ricavare
informazioni di grande interesse sullo stage di crescita delle FinTech.
Per stage di crescita si intende le fasi di evoluzione di una società (startup) nel mercato.
Abbiamo individuato 4 livelli:
• CONCEPT
Può essere tradotta come fase iniziale di un progetto, dove viene sviluppato un
framework con tutte le informazioni utili per iniziare la fase di sviluppo. Si divide
a sua volta in tre fasi, una di esplorazione dove si evidenzia la consumer insight
(esigenze dei clienti), la main benefit e infine la reason why. La seconda fase è
quella di sperimentazione, definizione delle strategie di marketing, e focus sulla
compliance. Infine l’ultima fase che è quella di predisposizione al lancio dove si
effettuano test di mercato per vedere come esso reagisce.
Si può notare come in Italia nel 2019 vi sia una netta disparità tra il Concept (8%)
e gli altri livelli, probabilmente dato dall’avanzare della maturità del settore
e quindi dalla sempre maggiore concentrazione settoriale.
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• SEED
La Seed è la fase successiva al Concept, può essere tradotta come fase di
introduzione del servizio nel mercato, spesso attuata da startup appena nate o da
nuovi progetti da parte di Incumbent. È una fase importantissima poiché denoterà
l’evoluzione futura del progetto. In Italia, tra le FinTech analizzate, è stato possibile
constatare come il 14% di esse si trovino in questa prima fase evolutiva. Un
esempio lampante di questa fase è Revolut nel 2015, la quale è stata denominata
“Unicorn” poiché è riuscita, grazie ai servizi offerti, ad aggiudicarsi una quota di
mercato considerevole e a creare un immagine ben precisa nelle risposte cognitive
della gente.
• EARLY
Terzo livello del ciclo di vita di un progetto/società/startup è l’Early, può essere
tradotto come la fase di “crescita iniziale”, dove si incomincia a raggiungere una
determinata visibilità e dove la competizione si fa sempre più accesa. Chi è riuscito
nella fase precedente ad aggiudicarsi un vantaggio competitivo, riuscirà a
sopravvivere in questa fase, che tra tutte, è quella più difficile da superare. In Italia
circa il 28% delle FinTech appartiene a questa categoria.
• GROWTH
Ultimo fase è quella della maturità, dove l’azienda riesce a superare la crescita
iniziale andando a competere a livello sempre più ampio offrendo sempre più
servizi specifici per i clienti. La maturità non è sinonimo di staticità, infatti la
crescita è continua e spesso più che proporzionale che nella fase “Early”, questo
poiché non ci saranno i costi d’investimento iniziale a pesare sugli investimenti in
nuovi progetti.
In Italia il 50% delle FinTech analizzate si trova in questa fase, questo dato anche
se elevato rispetto agli altrinon tiene conto di quante in passato non ci siano
riuscite e siano fallite.
272.12 IL MODELLO DI BUSINESS
Figura 12 – Il modello di business
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse- 2019
Il modello di generazione di revenue varia estremamente in funzione al modello di business
e dell’ambito in cui operano le FinTech, InsurTech e RegTech. Innanzitutto, dall’ analisi
emerge come il 39% delle realtà prese in considerazione adotti un modello di business
unicamente rivolto al B2B, mentre il 34% opta per un modello B2C. Il 27% ha diversi
prodotti rivolti ad entrambi i mercati o utilizzano un modello B2B2C.
Inoltre diventa sempre più rilevante la presenza di un modello di business/distributivo
definito di Peer-to-peer (P2P), che trae origine dal settore informatico come scambio
di informazioni tra sogetti paritetici, e viene trasposto nel mercato finanziario sfruttando
piattaforme digitali per permettere lo scambio e la divisione di beni e servizi tra soggetti
paritetici (tra cui non vi sono differenti poteri contrattuali). Le realtà che sfruttano questo
paradigma rappresentano il 15% del campione e offrono innovativi servizi creditizi (P2P
Lending), assicurativi (P2P Insurance) e pagamenti (P2P Payments).
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3. FOCUS ON SPECIFIC
DATA
3.1 INTERNAZIONALIZZAZIONE
Figura 13 – Internazionalizzazione
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse- 2019
Si può notare come la maggior parte delle FinTech analizzate abbia un focus nazionale,
questo è dovuto a una serie di motivi, i quali possono essere:
• Difficolta nell’approcciarsi ad un mercato più ampio, mancanza di competenze e
di networking.
• Difficolta da un punto di vista regolamentare, infatti in diversi stati vigono leggi o
regolamentazioni estremamente diverse rispetto all’Italia, un esempio è Malta e le
sue regolamentazioni agevolate rispetto al resto dell’EU in ambito di Blockchain.
• Fase di crescita non avanzata o impossibilità di internazionalizzare determinati
servizi, spinge le FinTech piuttosto che a scegliere un focus internazionale, a
specializzarsi in una determinata nicchia di clienti a livello nazionale
(FattureInCloud per esempio).
293.2 DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI SERVIZI OFFERTI
Figura 14 – Distribuzione geografica dei servizi offerti dalle aziende selezionate
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse- 2019
Dalle analisi effettuate è stato possibile delineare una mappatura della distribuzione dei
servizi da parte delle FinTech operanti a livello nazionale. Si può notare immediatamente
il marcato divario che sussiste tra Nord, Centro e Sud, questo perché l’area finanziaria del
paese è situata nell’area tra Torino e Milano.
Ciò nonostante è stato registrato un lieve aumento rispetto agli anni precedenti sia per
quanto riguarda la distribuzione nell’area Sud e Centro, sia per quanto riguarda l’estero,
che presagisce un evoluzione dei servizi offerti dalle FinTech, anche se non
proporzionalmente, in zone diverse dal nord.
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3.3 ANNO DI FONDAZIONE
Figura 15 – Anno di fondazione
40 aziende tra
quelle selezionate,
sono nate nel 2015
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Un dato molto interessante per capire l’evoluzione del settore FinTech in Italia è l’anno
di fondazione. Conoscendo quando le varie società sono state iscritte nel registro delle
imprese, è possibile tracciare approssimatamente un grafico evolutivo capendo le
dinamiche macroeconomiche che lo hanno influenzato. Da una prima analisi si può notare
come esso non segua un andamento rettilineo e proporzionale all’avanzare degli anni, ma
anzi abbia una dinamica esponenziale condizionata da una serie di fattori esterni.
1. Quattro sono i momenti salienti da analizzare, Il primo è compreso tra il 1990 e
il 2007 anche chiamato “periodo Pre-FinTech”, un periodo di transizione dove
l’internet era in una fase ancora embrionale così come i computer e gli elaboratori
di dati. In questa fase il settore Pre-FinTech non era popolato e, spesso chi vi
operava non sapeva neanche di farvici parte non essendoci una vera e propria
definizione a riguardo. Le aziende registrate durante questi anni offrivano servizi
tutt’oggi non considerati effettivamente “tecnologicamente innovativi” sotto un
punto di vista finanziario, ma negli anni a suguire sono riuscite tramite innovazioni
incrementali (diverse da quelle radicali che vedremo dopo) ad adattarsi e ad
allinearsi al settore FinTech.
312. Il secondo momento da considerare è quello compreso tra il 2007 e il 2011.
Si può notare come già poco prima della crisi economica modiale del 2008, il
settore delle FinTech in Italia si stava evolvendo in maniera esponenziale ma ha
avuto una battuta d’arresto per via della difficolta imprenditoriale connessa
all’instabilità protratta dalla crisi finanziaria.
La svolta si ha a livello mondiale nel 2008, in Italia invece due/tre anni più tardi,
nel 2011, la crisi finanziaria difatti ha portato una radicale separazione tra
consumatori e incumbent, va in crisi il modello universale di banca. Viene
considerato proprio quest’anno come l’anno della nascita delle FinTech, la
nuova fisionomia della finanza.
3. È l’inizio del terzo momento saliente nel mercato finanziario italiano, compreso
tra 2011 al 2015. Potremmo considerare questa fase come l’apice delle
FinTech, il momento di massima espansione. Nascono infatti, una moltitudine di
nuove startup con servizi caratterizzati da innovazioni radicali, protratte grazie
alle nuove regolamentazioni bancarie definite post crisi. Si viene a creare un
settore frammentato composto da un numero eterogeneo di società le quali però
inizialmente non riescono a conquistare una quota di mercato rilevante, nessuna
riesce quindi a essere leader del settore.
4. L’ultimo momento da tenere in considerazione è quello compreso tra il 2015 ed
oggi. Si può notare dal grafico come vi sia stato prima un picco nel 2015 e poi un
involuzione sempre maggiore, ciò non è dato dalla scarsa profittabilità del settore
anzi, ma è dato dalle barriere in entrata poste in essere dalle “Unicorn” ovvero
da quelle startup nate tra inizio 2011 e fine 2015 che sono riuscite negli ultimi anni
a capire gli elementi che avrebbero portato il settore frammentato in cui si
trovavano a una maggiore concentrazione. È proprio la maggiore concentrazione
(poche società con quote di mercato molto elevate, esempio Revolut) che ha
portato a una diminuzione delle imprese entranti in questo settore.
Il FinTech Lighthouse ha analizzato il mercato con una visione prospettica, si stima che nei
prossimi anni l’involuzione rallenterà soffermandosi su una quota di nuovi entrati stabile,
ciò potrebbe cambiare nel momento in cui vengano emanate nuove normative che
permetteranno al mercato finanziario di essere più flessibile.
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3.4 CAPITALE SOCIALE
Una ricerca più approfondita su un numero limitato di società ha evidenziato l’importo
dei capitali sociali delle varie FinTech analizzate facenti parte dell’ecosistema CeTIF
FinTech Lighthouse. Informazioni molto importanti per capire la struttura delle società
appartenenti a questo nuovo ecosistema.
Figura 16 – Capitale sociale
Fonte: CeTIF FinTech Lighthouse - 2019
Come si può notare vi è una concentrazione elevata di società con un capitale sociale
nell’intervallo 0-10.000 euro, ciò denota che la maggior parte delle FinTech sono di piccole
dimensioni, spesso startup iscritte nel registro delle imprese come S.r.l oppure S.r.l.s. Al
cresere della struttura e della reddittività vi sarà un aumento del fabbisogno finanziario, lo
si nota per quelle società che sono riuscite a raggiungere una quota di mercato elevata
che le rende leader nel loro settore.
Come già visto in precedenza le S.r.l. sono il 68% del campione analizzato, mentre le S.p.a.
il 19%. L’incidenza delle società iscritte come società per azioni nel registro delle imprese
aumenta all’aumentare del capitale sociale. Circa il 20% delle società analizzate ha un
capitale sociale maggiore di 200'000 euro, e la maggiorparte di esse sono iscritte come
S.p.a.
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