Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro

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Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
Alitalia, pubblicato il bando
per la cessione del marchio:
prezzo base di gara 290
milioni di euro

Lo storico marchio Alitalia, con i suoi oltre cinquant’anni di
storia, è ufficialmente in vendita. L’atteso bando per la
cessione del brand è stato infatti pubblicato dai commissari
straordinari, che hanno fissato le modalità, i termini e le
condizioni della gara. I tempi sono stretti, con l’avvio delle
richieste di accesso alla data room già da oggi, le offerte
vincolanti entro il 4 ottobre e la cessione entro fine anno, e
fissa un prezzo di partenza pari a 290 milioni.

Saranno possibili rilanci e vincerà l’offerta con il prezzo
più alto. Tra i soggetti intenzionati a farsi avanti, come più
volte ribadito, c’è ITA, che in vista del decollo del 15
Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
ottobre lavora anche a chiudere le trattative con i sindacati
per il personale.

Il bando, annunciato con un avviso su diversi quotidiani
(anche in inglese sul Financial Times), è stato pubblicato in
mattinata sul sito dell’amministrazione straordinaria: un
documento di 10 pagine, firmato dai commissari Gabriele Fava,
Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso, che definisce le
regole con cui si svolgerà la gara. Oggetto della procedura è
l’iconico    marchio    Alitalia,    disegnato    nel   1969
(precedentemente, il primo logo della compagnia, presente per
i primi 22 anni nella livrea degli aerei, includeva la
‘Freccia alata’) con la A stilizzata con i colori del
tricolore, rimasta immutata anche nei successivi lievi
restyling e poi diventata negli anni icona dell’italianità.
“Il marchio Alitalia rappresenta un patrimonio valoriale e
culturale storico, radicato nell’immaginario condiviso
italiano”, affermano i commissari, sottolineando che “questa
operazione si prefigge di tutelare la persistenza del nome e
del logo nel panorama del trasporto aereo”. A questo fine,
infatti, il governo è intervenuto attraverso il decreto
infrastrutture per far sì che sia una compagnia aerea a
potersi aggiudicare il bando.

Il prezzo base di gara è fissato in 290 milioni (oltre Iva e
oneri fiscali ai sensi di legge): una cifra superiore al
valore di 150 milioni indicato nei mesi scorsi dal commissario
Leogrande. Il brand passerà nelle mani dell’aggiudicatario
“entro il 31 dicembre 2021”. Anche dopo la cessione, comunque,
i commissari potranno, utilizzare la denominazione ‘Alitalia
in amministrazione straordinaria’ (ma non il logo di Alitalia)
fino alla fine dell’amministrazione straordinaria. Anche la
società Alitalia Loyalty potrà mantenere il nome fino al 30
giugno 2022.

La gara entra subito nel vivo. Già dalle 12 di oggi e fino
alla mezzanotte del 30 settembre, i soggetti interessati (sono
ammesse imprese “di qualsiasi nazionalità” con un patrimonio
Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
“non inferiore a 200 milioni” e titolari di licenze di
trasporto aereo o certificazioni di operatore aereo) potranno
fare richiesta di ammissione alla data room, che verrà aperta
il 20 settembre. Dopodiché si potrà procedere con le offerte
vincolanti, attese entro il 4 ottobre. Per l’aggiudicazione
sono previste due fasi: nella prima saranno ammesse soltanto
offerte vincolanti uguali o superiori al prezzo di gara; se
questa andasse deserta, si aprirà una seconda fase che
ammetterà offerte a prezzo inferiore. Per entrambe le fasi,
qualora arrivassero più offerte valide, sarà possibile fare un
rilancio, offrendo almeno 10 milioni in più della migliore
offerta vincolante.

Il brand verrà aggiudicato, sia nella prima che nella seconda
fase, all’offerta col prezzo più elevato. L’ultima parola
spetta comunque al Ministero dello sviluppo economico, che
valuterà gli esiti della procedura e darà il via libera finale
tenendo conto anche della “congruità del prezzo offerto”.

Al brand Alitalia punta soprattutto ITA, i cui vertici hanno
già più volte ribadito l’intenzione di partecipare alla gara.
La società, intanto, quando manca poco meno di un mese al
decollo, ha convocato sindacati e sigle professionali per
lunedì per chiudere il confronto sulle 2.800 assunzioni.
Sempre lunedì proseguirà al Ministero del lavoro il confronto
azienda-sindacati sulla proroga di un altro anno della cassa
per oltre 7 mila lavoratori (numeri che potrebbero aumentare
per comprendere tutta parte aviation). I rappresentanti dei
lavoratori però chiedono garanzie sull’intero arco di piano di
Ita, cioè fino al 2025, e su questo attendono l’apertura di un
tavolo al Ministero del lavoro.
Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
Lavoro,           dall’Ilva
all’Alitalia:    tutti   in
piazza. Caos capitolino

Manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in piazza Santi
Apostoli a Roma, la prima delle tre iniziative indette
unitariamente che apre “la settimana di mobilitazione per il
lavoro”. E in cui oggi confluisce anche la protesta dei
lavoratori metalmeccanici dell’ex Ilva, in sciopero per 24 ore
negli stabilimenti siderurgici del gruppo ArcelorMittal e
nell’indotto. Attesi numerosi pullman da Taranto con
lavoratori e delegati sindacali. Nel complesso, attesi in
piazza “qualche migliaio” di operai, secondo gli stessi
sindacati. La manifestazione-assemblea di oggi è infatti
incentrata sui temi della crescita, delle crisi aziendali,
dello sblocco di cantieri e infrastrutture e dello sviluppo
Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
del Mezzogiorno

Previsti gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e
Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo,
ma anche di sei delegati aziendali a portare la propria voce
sulle vertenze aperte (Almaviva, Alitalia, Mercatone/Conad,
Ilva, indotto Ilva, settore edile). Le altre due iniziative
sindacali sono in programma giovedì 12 dicembre, sempre in
piazza Santi Apostoli, con al centro il tema del rinnovo dei
contratti pubblici e privati e delle assunzioni nella Pubblica
amministrazione. L’ultima martedì 17 dicembre sulla
rivalutazione delle pensioni, la riforma fiscale e la legge
sulla non autosufficienza.

E’ in corso dalle 23 di ieri e terminerà domani alle ore 7 lo
sciopero dei lavoratori diretti e dell’indotto di
ArcelorMittal proclamato da Fim, Fiom e Uilm di Taranto e in
maniera autonoma dall’Usb. Contestano il nuovo piano
industriale della multinazionale, che ha chiesto ulteriori
4.700 esuberi entro il 2023 e il mancato rientro al lavoro dei
1.600 lavoratori attualmente in capo all’Ilva in As. A Taranto
l’Usb ha promosso inoltre un presidio alle portinerie e a
seguire un sit-in davanti alla direzione, a cui hanno aderito
anche rappresentanti di associazioni ambientaliste che
invocano la chiusura della fabbrica, la bonifica con reimpiego
degli operai e la riconversione economica del territorio.
Partiti da Taranto ieri sera con una ventina di bus, oltre
1.000 lavoratori dell’ex Ilva e dell’indotto hanno raggiunto
Roma insieme ai delegati di Fim, Fiom e Uilm, per la
manifestazione nazionale #futuroallavoro organizzata da Cgil,
Cisl e Uil.
Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
Alitalia,    nessun   rinvio:
proposta entro il 15 ottobre

Nessun rinvio per la formazione della cordata che dovrà
rilanciare Alitalia: la data resta quella del 15 ottobre.

A una settimana esatta dalla scadenza del termine per
presentare le offerte vincolanti e dare finalmente il via alla
cordata che dovrà salvare e rilanciare l’azienda, la
situazione non sembra avviata a una soluzione. L’incontro del
presidente del Consiglio Giuseppe Conte nelle scorse ore con i
vertici di Atlantia non ha sciolto i nodi ancora presenti.
Ieri c’è stato l’incontro tra i commissari di Alitalia e il
ministro Stefano Patuanelli al termine del quale ha detto
chiaramente che la data non slitta.
“Oggi ho incontrato la struttura commissariale di Alitalia. È
stata esaminata la situazione complessiva della compagnia,
convenendo sul fatto che ci sono le condizioni affinché entro
il 15 di ottobre possa giungere una proposta vincolante da
parte del consorzio acquirente”, ha evidenziato il ministro
aggiungendo che “quella su Alitalia è stata infatti sin dal
principio un’operazione di mercato per rilanciare la compagnia
e nulla hanno a che fare con essa altre rivendicazioni”.
Il riferimento del ministro è chiaramente alla lettera di
Atlantia nella quale la holding legava il suo intervento al
futuro delle concessioni autostradali. La settimana scorsa
infatti la holding dei Benetton ha mandato una lettera al
governo in cui scriveva che il piano così come era non andava
bene sottolineando inoltre che nel caso in cui l’esecutivo
fosse andato avanti nella procedura di revoca delle
concessioni autostradali (Autostrade per l’italia e’
controllata da Atlantia) la società non si sarebbe potuta
impegnare “in un’operazione onerosa e di complessa gestione ed
elevato rischio” come quello del rilancio di Alitalia.

Ma a preoccupare i commissari e il ministro anche la liquidità
presente nelle casse della compagnia scesa a fine settembre
sotto i 300 milioni di euro.

Ieri intanto c’è stato il botta e risposta tra Fs e Atlantia,
i soci privati che insieme a Delta e a Mef dovrebbero dar vita
alla newco per il rilancio. Atlantia chiede un ruolo maggiore
di Alitalia nella alleanza Blue Skies e una quota di ricavi
maggiori sulle rotte verso il Nord America. Intanto oggi è
previsto lo sciopero del personale che        costringerà   la
compagnia a cancellare quasi 200 voli.

Crisi    Alitalia,   Montino
preoccupato: “I liquidatori
non hanno lavorato in alcun
modo per incidere sulle spese
strutturali”

“Sembrava che la crisi di Alitalia avesse imboccato un binario
complesso, ma tuttavia percorribile. Purtroppo dalle notizie
che emergono dalla stampa tornano a destare grande
preoccupazione”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino
Montino.

“Il dato più eclatante è che Alitalia è uscita dall’alleanza
con Delta sulle rotte intercontinentali, soprattutto sul Nord
America, e questo dà un duro colpo sulle prospettive future
dell’azienda – prosegue il sindaco -. Teniamo conto che
Alitalia ha in cassa, in questo momento, circa 100 milioni di
euro ed è sopravvissuta grazie alla campagna di prevendita dei
biglietti per la stagione estiva. Ma il momento di picco degli
incassi, che è la primavera, ha subito lasciato il posto al
momento di picco di spesa, che è appunto l’estate in cui si
incrementano i voli. La situazione è, dunque, molto
preoccupante”.

“Questo soprattutto alla luce del fatto che i liquidatori non
hanno lavorato in alcun modo per incidere sulle spese
strutturali – sottolinea ancora Montino -. Il leasing continua
a costare circa il 40-45% in più dei prezzi di mercato, il
carburante viene pagato di più rispetto alle altre compagnie,
la manutenzione è del tutto esternalizzata con costi
elevatissimi, i servizi non sono razionalizzati. In sostanza,
le grandi voci di spesa sono rimaste inalterate. Alitalia,
oggi, è un’azienda che vivacchia e non ce lo possiamo
permettere. Con queste premesse è inevitabile aspettarsi, da
settembre, una situazione di fermo e, quindi, di ulteriore
crisi. Per di più, sembra che ci siano movimenti da parte
delle società di leasing per rientrare in possesso degli aerei
al momento in uso ad Alitalia. Si tratta di quasi il 90%
dell’intera flotta della compagnia. Un ulteriore aspetto
allarmante”.

“Serve una stretta definitiva sulla cordata che si è proposta
per il salvataggio di Alitalia – incalza il primo cittadino -.
Bisogna portare avanti un’adeguata azione su Delta per
implementare e consolidare l’alleanza e si deve chiudere,
immediatamente, un’ipotesi di piano industriale con gli
operatori e i partner più affidabili che si sono fatti avanti.
Entro settembre serve un serio piano di rilancio: non si può
aspettare oltre. E nessuno pensi di cogliere l’occasione per
svendere l’azienda”.

“La crisi di governo in atto non può bloccare la risoluzione
delle crisi aziendali, perché le aziende operano anche in
tempo di instabilità politica – conclude -. Tra queste, anche
Alitalia. E per noi sarebbe insopportabile un’ulteriore crisi
che coinvolgerebbe 12 mila persone di cui circa la metà, tra
diretto e indotto, gravitano sul territorio di Fiumicino. Il
governo faccia i passi necessari per procedere velocemente
alla risoluzione”.

Alitalia, Atlantia partner di
Delta Airlines

Il cda di Fs, valutate le conferme di interesse pervenute, ha
individuato Atlantia quale partner da affiancare a Delta
airlines e al Mef per l’operazione Alitalia. Lo fa sapere
Ferrovie dello Stato.

Fs Italiane – si legge nella nota del Gruppo – inizierà a
lavorare quanto prima con i partners individuati per
condividere un Piano industriale e gli altri elementi
dell’eventuale offerta.

La scelta del consiglio di amministrazione di Fs, che ha
individuato Atlantia quale partner per l’operazione Alitalia,
esclude di fatto le altre tre offerte pervenute ieri, ovvero
quelle del Gruppo Toto, di Claudio Lotito e del patron Avianca
German Efremovich.

“Sia chiara una cosa però: niente e nessuno cancellerà i 43
morti del Ponte Morandi. Niente e nessuno cancellerà il dolore
delle loro famiglie. Sulla revoca della concessione ad
Autostrade non indietreggiamo di un solo centimetro! Andiamo
avanti. Meno parole, più fatti!”. Lo scrive il vicepremier
Luigi Di Maio su Facebook, in merito al fatto che il consiglio
di amministrazione di Fs abbia scelto Atlantia per andare
avanti nell’operazione Alitalia.

“Nessun pregiudizio, già lo avevo detto, anche perché lo Stato
continuerà ad avere la maggioranza assoluta dell’azienda e
quindi anche il controllo della newco. Era questo l’obiettivo
che si era fissato il governo”. Lo scrive il vicepremier Luigi
Di Maio in un post su Facebook, in merito alla scelta fatta
dal cda di Fs sul partner per l’operazione Alitalia: “Il
consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, che è
autonomo, ha scelto Atlantia come quarto partner del consorzio
della nuova Alitalia. Erano arrivate altre offerte, ma hanno
scelto Atlantia”, scrive.

“Un grande risultato raggiunto dopo settimane di lavoro
intenso. Mentre qualcuno oggi si prendeva un caffè al tavolo e
recitava la solita parte, qui abbiamo fatto la differenza”: lo
sottolinea su Fb Di Maio.

Alitalia, problematica “Mille
Miglia”:   Federconsumatori
chiede un tavolo urgente di
confronto

Il programma Mille Miglia di Alitalia, che consente di
accumulare punti ogni volta che si acquista un biglietto aereo
e di utilizzarli poi per volare pagando solo le tasse, conta
circa cinque milioni di iscritti. L’edizione di Mille Miglia,
iniziata l’1 gennaio 2013, è arrivata alla fine, “in
ottemperanza alla legislazione italiana che stabilisce una
durata massima di 5 anni per le operazioni a premio”. La nuova
è iniziata il primo gennaio 2018 e, per agevolare i soci
nell’utilizzo delle miglia accumulate fino al 31 dicembre
2017, Alitalia aveva deciso di estendere dal 31 gennaio al 31
marzo 2018 il periodo entro il quale spenderle in biglietti
premio, validi per volare entro il 31 marzo 2019.

Ma proprio questa ulteriore scadenza ha
suscitato numerose segnalazioni e reclami
che Federconsumatori riferisce di aver
ricevuto
Nel dettaglio le denunce lamentavano “in misura differente ed
in giorni diversi, a partire dai primi del mese di marzo,
estenuanti attese telefoniche, su numeri a pagamento, senza
che nessuno rispondesse per fornire indicazioni e/o
spiegazioni.” In pratica gli utenti coinvolti si sono
ritrovati nella condizione di non riuscire a comunicare con
gli operatori telefonici addetti e, allo stesso tempo, hanno
rilevato che l’operatività della sezione del sito ufficiale
Alitalia, riservato a questo tipo di operazioni, era
completamente fuori uso.

La conseguenza è che il termine del 31
marzo 2018 è scaduto l
Lasciati moltissimi utenti senza risposta e senza la
possibilità di utilizzare le miglia accumulate, grazie
all’acquisto di biglietti costati migliaia di euro e spesso a
tariffe meno convenienti di quelle di compagnie concorrenti.
Federconsumatori afferma di capire che i Commissari nominati
dal governo uscente hanno preso le redini di un’azienda
disastrata, finita due volte in amministrazione straordinaria
in meno di un decennio con due privatizzazioni fallite alle
spalle e nessuna prospettiva per il futuro, ma che stanno
svolgendo un lavoro molto positivo. I tre Commissari stanno
guidando infatti un’impresa in ripresa, sia pure ancora in
perdita. La gestione commissariale sta dimostrando che, se ben
gestita, Alitalia funziona e si potrebbe risanare. E certo, in
una situazione difficile come quella di Alitalia il problema
delle carte mille miglia potrebbe sembrare di poco conto,
tuttavia è necessario un risanamento che deve far ritrovare
fiducia nelle persone che hanno viaggiato e continuano a
viaggiare con Alitalia. Pertanto Federconsumatori ha chiesto
che venga velocemente aperto un tavolo di confronto con le
Associazioni dei Consumatori sulla problematica Mille Miglia,
al fine di dare risposte concrete agli utenti coinvolti ed
interessati che ancora non hanno alcuna notizia di dove siano
disperse le miglia accumulate. Del resto è opportuno
specificare che Alitalia Loyalty, la società che gestisce il
Programma MilleMiglia ed appartiene al 75% a Etihad, è in
attivo e il 25% detenuto dalla compagnia di bandiera è
valutato circa 30 milioni di euro.

Gianfranco Nitti

Alitalia,     fondo      Usa
interessato alla compagnia

FIUMICINO (RM) – Il fondo statunitense Cerberus Capital
Management ha manifestato ad Alitalia l’interesse di
acquistare l’intera compagnia, ma non ha presentato alcuna
offerta all’interno del bando di gara, considerando i termini
dello stesso troppo restrittivi. Così si legge sul Financial
Times online,secondo il quale il fondo Usa, al momento quindi
fuori dalla contesa,sarebbe disposto ad acquistare Alitalia se
questa venisse ristrutturata profondamente. Intanto Lufthansa
conferma il suo interesse solo per una “nuova Alitalia”.

Il fondo Usa avrebbe presentato la sua proposta ai commissari
giorni fa, intenzionata ad investire tra i 100 e i 400 milioni
di dollari e questo al fine di ottenere il controllo di tutto
il business sia per le attività di volo che per quelle di
terra a patto di poter avviare una “ristrutturazione” seria di
tutto il perimetro societario.

M5S su Alitalia: si parla di
crisi con un transito di 36
milioni di passeggeri solo a
Fiumicino
di Fabiola Velli – M5s Fiumicino

FIUMICINO (RM) – Nel pomeriggio di Giovedi 4 Maggio si è
tenuto il Consiglio Comunale Straordinario sulla crisi
Alitalia presso la Sala Mensa di Alitalia all’aeroporto L.Da
Vinci. Come gia’ nel precedente Consiglio Comunale
Straordinario che aveva avuto luogo nel mese di Aprile al
Terminal 5, sono intervenute le rappresentanze delle forze
politiche di tutti i livelli istituzionali, per sostenere il
Sindaco e il Consiglio Comunale tutto, nel richiedere a gran
voce l’intervento dello Stato per salvare quella che era la
nostra compagnia di bandiera e che nonostante tutto viene
ancora percepita come il simbolo dell’eccellenza italiana nel
mondo.

E’ importante tenere alta l’attenzione di tutti sulla
questione, per evitare che la dismissione e svendita di
un’altra importante fetta del nostro patrimonio nazionale
avvenga nel silenzio e nell’indifferenza dei politici. dei
media e dei cittadini he non sono direttamente coinvolti.
L’alienazione del nostro vettore aereo nazionale ad
investitori esteri avrebbe ripercussioni economiche
pesantissime, in primis per il Comune di Fiumicino che fra
l’impiego diretto e l’indotto vede coinvolta la maggioranza
della popolazione, e in secondo luogo ma non meno rilevante,
per tutta l’economia nazionale che andrebbe a perdere una
delle aziende piu importanti di tutto il Centro Sud, oltre che
la capacita’ di gestire in modo indipendente i propri rapporti
politici economici e commerciali con il resto del mondo.
Secondo il comunicato stampa di Omniroma del 3 maggio, nella
riunione congiunta delle Commissioni Parlamentari Lavoro e
Trasporti alla Interrogazione dei portavoce 5 Stelle Romano e
Crippa il ministro Calenda avrebbe risposto:
'Mi sono più volte espresso sulla responsabilità del
management operativo di ALITALIA e non vi è dubbio che l'idea
di gestire da Abu Dhabi la Compagnia sia stato un gravissimo
errore'.
Se il fallimento di ALITALIA è da attribuire al management
imposto da Etihad, questo significa che non solo una grande e
storica azienda come ALITALIA, con 40.000 dipendenti tra
diretti ed indiretti, rischia la chiusura per colpa di un
management inadeguato e predatore, ma l'intero Paese rischia
di rimanere senza vettore aereo, principale motore della
nostra industria aeronautica, con effetti destabilizzanti per
diversi settori della nostra economia.
Ora che l’azienda è stata commissariata, per quale ragione il
ministro Calenda , che si è espresso più volte sulla
responsabilità dei manager, ha accettato che fosse nominato
commissario Enrico Laghi, uno dei principali responsabili di
questo disastro quando faceva parte del management di Alitalia
insieme a Montezemolo?
Visto che ai Commissari compete il potere di avviare l'azione
di responsabilità verso chi ha determinato questo disastro, un
buco di bilancio di 600 milioni di euro solo nel 2016, come
possiamo pensare che Enrico Laghi possa avviare un'azione
contro se stesso e i suoi sodali, in primis Montezemolo che ha
avuto la grande idea di rinnovare le livree e le poltroncine
degli aerei di ALITALIA pur sapendo che l'azienda fosse in
profondo rosso?
Ci sembra che il disegno si ripeta sempre uguale ogni volta
che si vuole svendere un’azienda, e cioè si procede a
eliminare i costi del personale per poter vendere il marchio e
le strutture liberi dal peso delle persone e quindi molto piu’
appetibili.
Del resto parlare di crisi con un transito di 36 milioni di
passeggeri solo a Fiumicino ed il settore in crescita è una
teoria talmente assurda da non essere piu’ credibile per
nessuno.
Quello che urge davvero è un Piano nazionale programmato che
serva da rilancio per tutta l’economia di settore e che ci
porti a riprendere a livello mondiale la posizione di
prestigio ed eccellenza che ci spetta.
A troppi farebbe comodo una Italia debole e disastrata, facile
da sottomettere e poco competitiva, ma noi non abbiamo nessuna
intenzione di cedere il passo e arrenderci, a partire da
Fiumicino.
Martedi pomeriggio andremo in Commissione Trasporti al Senato
e come sempre vi aggiorneremo sugli sviluppi.

Alitalia    commissariata:
nominati Gubitosi, Laghi e
Paleari
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha disposto
con decreto l'ammissione di Alitalia all'amministrazione
straordinaria in base al decreto legge Marzano. Con il decreto
di ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria è
stato nominato un collegio commissariale composto da Luigi
Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari.

"Il governo è intervenuto non solo su esplicita richiesta da
parte dell'assemblea soci ma da parte nostra è un atto di
responsabilità di chi deve assicurare alcuni servizi
fondamentali". Così il premier Paolo Gentiloni al termine del
consiglio dei ministri. "Deve essere chiaro – ha detto ancora
Gentiloni – che gli obiettivi che ispirano in questa decisione
di assicurare un ponte di continuità attraverso un prestito
oneroso sono quelli di rispondere alle esigenze di continuità
e mantenimento di un patrimonio, ma certamente non quelli di
immaginare una possibilità di rinazionalizzazione" di
Alitalia.     Il   premier    ha    sottolineato     che    la
"rinazionalizzazione di Alitalia è stata "esclusa fin dal
primo momento e la escludiamo oggi".

Il prestito ponte per Alitalia sarà di 600 milioni di euro per
sei mesi, ha detto il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda.
"Questi 600 milioni" di prestito ponte da parte dello Stato
"sono il massimo che oggi sia possibile prevedere e fare", ha
spiegato Calenda al termine del cdm dicendo che il mandato ai
commissari è "molto chiaro: nel giro breve tempo dovranno
aprire a potenziali acquirenti, cercando da un lato di avere
servizi, rotte e personale in un regime il più possibile di
garanzia e dall'altro di far spendere meno possibile soldi
pubblici".

Oggi   era   arrivato   il   via   libera   unanime   dal   Cda   al
commissariamento di Alitalia. Riunitosi al termine
dell'assemblea, ha deciso all'unanimità di presentare
l'istanza di ammissione alla procedura di amministrazione
straordinaria come disposto dalla legge. "I soci avevano
condizionato la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al
rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali,
venuto meno con l'esito del referendum tra i dipendenti", si
legge in una nota della linea aerea.

I voli e le operazioni non subiranno alcuna modifica e
continueranno secondo la programmazione prevista, si legge in
una nota diffusa al termine del cda della compagnia.

Rammaricati, "abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per
supportare Alitalia in qualità di azionista di minoranza, ma è
chiaro che la compagnia ha bisogno di una ristrutturazione
profonda e su vasta scala per sopravvivere e crescere in
futuro". E' quanto afferma James Hogan, numero uno di Etihad
in una nota, precisando che "senza il supporto di tutti gli
stakeholder a questo processo di ristrutturazione, non potremo
continuare ad investire. Per questo, appoggiamo la decisione
del cda di richiedere l'ammissione all'amministrazione
straordinaria".
"La strategia inizialmente sviluppata da Alitalia all'epoca
dell'investimento di Etihad e implementata dal 2015 ha portato
a miglioramenti significativi", ha detto in una nota il Ceo e
presidente di Etihad James Hogan, ed "i nostri investimenti,
insieme a quelli degli altri azionisti, hanno aiutato a
proteggere migliaia di posti di lavoro negli ultimi tre anni".
E precisa che: "l'Italia rimane per noi un mercato importante,
e continueremo a lavorare con Alitalia come partner
commerciale, in aggiunta alla nostra presenza diretta in
Italia".

Alitalia, bocciato il Piano:
si        avvicina        il
commissariamento
I lavoratori di Alitalia, chiamati ad esprimersi con il
referendum, dicono NO al preaccordo per il salvataggio,
aprendo così la strada al commissariamento della compagnia. Il
"no" al preaccordo per il salvataggio di Alitalia vince
nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 sì, vale
a dire con il 67%. Lo riferiscono i sindacati comunicando il
dato finale della consultazione.

A Palazzo Chigi, intanto, il premier, Paolo Gentiloni ha
incontrato i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio,
e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. "Rammarico e
sconcerto per l'esito del referendum Alitalia che mette a
rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia". E'
quanto dichiarano in un comunicato congiunto i ministri dello
Sviluppo Carlo Calenda, dei Trasporti Graziano Delrio e del
Lavoro Giuliano Poletti. "A questo punto l'obiettivo del
Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci
di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i
cittadini italiani e per i viaggiatori".

La vittoria del No apre uno scenario complesso. Oggi si
dovrebbe riunire il Cda, per deliberare la richiesta di
amministrazione straordinaria speciale. Probabile la
contestuale uscita dei soci per consegnare di fatto 'le
chiavi' dell'azienda al governo.

Formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo
Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari
(fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori al
commissario non resterebbe infine che chiedere il fallimento
della compagnia, con la conseguente dichiarazione di
insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare
inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa
integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori,
contestualmente la cessione 'spezzatino' degli asset della
compagnia.

Alitalia: il futuro è appeso
a un filo
Nessun'altra soluzione possibile, nessuna alternativa, nessuna
possibilità di nazionalizzazione. A poche ore dal termine del
referendum con il quale i lavoratori di Alitalia devono
esprimersi sul verbale d'intesa tra azienda e sindacati per il
futuro della compagnia, il ministro delle Infrastrutture
Graziano Delrio rinnova l'appello lanciato ieri dal presidente
del Consiglio e sottolinea che "bisogna seguire con coraggio
la strada iniziata".Il ministro interviene per mettere la
parola fine alle speculazioni su un possibile intervento dello
Stato per il salvataggio della compagnia nel caso di una
vittoria del no all'accordo. Una soluzione invocata dai
sindacati di base mentre a scendere in campo in prima persona
a favore del sì al preaccordo ieri sono anche i leader di
Cisl, Uil e dell'Ugl.

Intanto l'affluenza al voto è stata altissima, 12.500 i
lavoratori aventi diritto. I nove seggi tra Roma e Milano
saranno aperti fino alle 16, poi lo spoglio. In caso di
vittoria del no, secondo quanto si apprende, un cda si
terrebbe già domani, martedì 25, per avviare la procedura di
amministrazione straordinaria. La prospettiva è quella del
commissariamento e il rischio, "concretissimo", secondo il
ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda è quello di
una liquidazione della compagnia. L'ipotesi che circola è
quella di uno spezzatino. Nel caso della vittoria del sì è
previsto un cda mercoledì per sbloccare la ricapitalizzazione,
2 miliardi di equity di cui 900 milioni di nuova cassa. Sul
fronte dei tagli il preaccordo prevede un calo degli esuberi
del personale a tempo indeterminato da 1.338 a 980, e un
taglio degli stipendi del personale di volo dell'8%.

"Alitalia morirà se verrà bocciato il piano. I lavoratori di
Alitalia hanno ora in mano il destino della loro azienda"
afferma Annamaria Furlan, ricordando che "non c'è oggi una
alternativa concreta al piano industriale di sviluppo e di
ricapitalizzazione", facendo "appello al senso di
responsabilità dei lavoratori di Alitalia". "Ora bisogna
salvare il lavoro e non rendere vani i sacrifici fatti dai
lavoratori", sostiene anche il segretario generale della Uil,
Carmelo Barbagallo che ricorda come poi "bisognerà puntare a
un'effettiva discontinuità aziendale e a un sistema di
partecipazione nelle scelte che dia un futuro certo
all'Alitalia".
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