Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro
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Alitalia, pubblicato il bando per la cessione del marchio: prezzo base di gara 290 milioni di euro Lo storico marchio Alitalia, con i suoi oltre cinquant’anni di storia, è ufficialmente in vendita. L’atteso bando per la cessione del brand è stato infatti pubblicato dai commissari straordinari, che hanno fissato le modalità, i termini e le condizioni della gara. I tempi sono stretti, con l’avvio delle richieste di accesso alla data room già da oggi, le offerte vincolanti entro il 4 ottobre e la cessione entro fine anno, e fissa un prezzo di partenza pari a 290 milioni. Saranno possibili rilanci e vincerà l’offerta con il prezzo più alto. Tra i soggetti intenzionati a farsi avanti, come più volte ribadito, c’è ITA, che in vista del decollo del 15
ottobre lavora anche a chiudere le trattative con i sindacati per il personale. Il bando, annunciato con un avviso su diversi quotidiani (anche in inglese sul Financial Times), è stato pubblicato in mattinata sul sito dell’amministrazione straordinaria: un documento di 10 pagine, firmato dai commissari Gabriele Fava, Giuseppe Leogrande e Daniele Santosuosso, che definisce le regole con cui si svolgerà la gara. Oggetto della procedura è l’iconico marchio Alitalia, disegnato nel 1969 (precedentemente, il primo logo della compagnia, presente per i primi 22 anni nella livrea degli aerei, includeva la ‘Freccia alata’) con la A stilizzata con i colori del tricolore, rimasta immutata anche nei successivi lievi restyling e poi diventata negli anni icona dell’italianità. “Il marchio Alitalia rappresenta un patrimonio valoriale e culturale storico, radicato nell’immaginario condiviso italiano”, affermano i commissari, sottolineando che “questa operazione si prefigge di tutelare la persistenza del nome e del logo nel panorama del trasporto aereo”. A questo fine, infatti, il governo è intervenuto attraverso il decreto infrastrutture per far sì che sia una compagnia aerea a potersi aggiudicare il bando. Il prezzo base di gara è fissato in 290 milioni (oltre Iva e oneri fiscali ai sensi di legge): una cifra superiore al valore di 150 milioni indicato nei mesi scorsi dal commissario Leogrande. Il brand passerà nelle mani dell’aggiudicatario “entro il 31 dicembre 2021”. Anche dopo la cessione, comunque, i commissari potranno, utilizzare la denominazione ‘Alitalia in amministrazione straordinaria’ (ma non il logo di Alitalia) fino alla fine dell’amministrazione straordinaria. Anche la società Alitalia Loyalty potrà mantenere il nome fino al 30 giugno 2022. La gara entra subito nel vivo. Già dalle 12 di oggi e fino alla mezzanotte del 30 settembre, i soggetti interessati (sono ammesse imprese “di qualsiasi nazionalità” con un patrimonio
“non inferiore a 200 milioni” e titolari di licenze di trasporto aereo o certificazioni di operatore aereo) potranno fare richiesta di ammissione alla data room, che verrà aperta il 20 settembre. Dopodiché si potrà procedere con le offerte vincolanti, attese entro il 4 ottobre. Per l’aggiudicazione sono previste due fasi: nella prima saranno ammesse soltanto offerte vincolanti uguali o superiori al prezzo di gara; se questa andasse deserta, si aprirà una seconda fase che ammetterà offerte a prezzo inferiore. Per entrambe le fasi, qualora arrivassero più offerte valide, sarà possibile fare un rilancio, offrendo almeno 10 milioni in più della migliore offerta vincolante. Il brand verrà aggiudicato, sia nella prima che nella seconda fase, all’offerta col prezzo più elevato. L’ultima parola spetta comunque al Ministero dello sviluppo economico, che valuterà gli esiti della procedura e darà il via libera finale tenendo conto anche della “congruità del prezzo offerto”. Al brand Alitalia punta soprattutto ITA, i cui vertici hanno già più volte ribadito l’intenzione di partecipare alla gara. La società, intanto, quando manca poco meno di un mese al decollo, ha convocato sindacati e sigle professionali per lunedì per chiudere il confronto sulle 2.800 assunzioni. Sempre lunedì proseguirà al Ministero del lavoro il confronto azienda-sindacati sulla proroga di un altro anno della cassa per oltre 7 mila lavoratori (numeri che potrebbero aumentare per comprendere tutta parte aviation). I rappresentanti dei lavoratori però chiedono garanzie sull’intero arco di piano di Ita, cioè fino al 2025, e su questo attendono l’apertura di un tavolo al Ministero del lavoro.
Lavoro, dall’Ilva all’Alitalia: tutti in piazza. Caos capitolino Manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil in piazza Santi Apostoli a Roma, la prima delle tre iniziative indette unitariamente che apre “la settimana di mobilitazione per il lavoro”. E in cui oggi confluisce anche la protesta dei lavoratori metalmeccanici dell’ex Ilva, in sciopero per 24 ore negli stabilimenti siderurgici del gruppo ArcelorMittal e nell’indotto. Attesi numerosi pullman da Taranto con lavoratori e delegati sindacali. Nel complesso, attesi in piazza “qualche migliaio” di operai, secondo gli stessi sindacati. La manifestazione-assemblea di oggi è infatti incentrata sui temi della crescita, delle crisi aziendali, dello sblocco di cantieri e infrastrutture e dello sviluppo
del Mezzogiorno Previsti gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, ma anche di sei delegati aziendali a portare la propria voce sulle vertenze aperte (Almaviva, Alitalia, Mercatone/Conad, Ilva, indotto Ilva, settore edile). Le altre due iniziative sindacali sono in programma giovedì 12 dicembre, sempre in piazza Santi Apostoli, con al centro il tema del rinnovo dei contratti pubblici e privati e delle assunzioni nella Pubblica amministrazione. L’ultima martedì 17 dicembre sulla rivalutazione delle pensioni, la riforma fiscale e la legge sulla non autosufficienza. E’ in corso dalle 23 di ieri e terminerà domani alle ore 7 lo sciopero dei lavoratori diretti e dell’indotto di ArcelorMittal proclamato da Fim, Fiom e Uilm di Taranto e in maniera autonoma dall’Usb. Contestano il nuovo piano industriale della multinazionale, che ha chiesto ulteriori 4.700 esuberi entro il 2023 e il mancato rientro al lavoro dei 1.600 lavoratori attualmente in capo all’Ilva in As. A Taranto l’Usb ha promosso inoltre un presidio alle portinerie e a seguire un sit-in davanti alla direzione, a cui hanno aderito anche rappresentanti di associazioni ambientaliste che invocano la chiusura della fabbrica, la bonifica con reimpiego degli operai e la riconversione economica del territorio. Partiti da Taranto ieri sera con una ventina di bus, oltre 1.000 lavoratori dell’ex Ilva e dell’indotto hanno raggiunto Roma insieme ai delegati di Fim, Fiom e Uilm, per la manifestazione nazionale #futuroallavoro organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
Alitalia, nessun rinvio: proposta entro il 15 ottobre Nessun rinvio per la formazione della cordata che dovrà rilanciare Alitalia: la data resta quella del 15 ottobre. A una settimana esatta dalla scadenza del termine per presentare le offerte vincolanti e dare finalmente il via alla cordata che dovrà salvare e rilanciare l’azienda, la situazione non sembra avviata a una soluzione. L’incontro del presidente del Consiglio Giuseppe Conte nelle scorse ore con i vertici di Atlantia non ha sciolto i nodi ancora presenti. Ieri c’è stato l’incontro tra i commissari di Alitalia e il ministro Stefano Patuanelli al termine del quale ha detto chiaramente che la data non slitta. “Oggi ho incontrato la struttura commissariale di Alitalia. È stata esaminata la situazione complessiva della compagnia, convenendo sul fatto che ci sono le condizioni affinché entro il 15 di ottobre possa giungere una proposta vincolante da parte del consorzio acquirente”, ha evidenziato il ministro aggiungendo che “quella su Alitalia è stata infatti sin dal principio un’operazione di mercato per rilanciare la compagnia e nulla hanno a che fare con essa altre rivendicazioni”.
Il riferimento del ministro è chiaramente alla lettera di Atlantia nella quale la holding legava il suo intervento al futuro delle concessioni autostradali. La settimana scorsa infatti la holding dei Benetton ha mandato una lettera al governo in cui scriveva che il piano così come era non andava bene sottolineando inoltre che nel caso in cui l’esecutivo fosse andato avanti nella procedura di revoca delle concessioni autostradali (Autostrade per l’italia e’ controllata da Atlantia) la società non si sarebbe potuta impegnare “in un’operazione onerosa e di complessa gestione ed elevato rischio” come quello del rilancio di Alitalia. Ma a preoccupare i commissari e il ministro anche la liquidità presente nelle casse della compagnia scesa a fine settembre sotto i 300 milioni di euro. Ieri intanto c’è stato il botta e risposta tra Fs e Atlantia, i soci privati che insieme a Delta e a Mef dovrebbero dar vita alla newco per il rilancio. Atlantia chiede un ruolo maggiore di Alitalia nella alleanza Blue Skies e una quota di ricavi maggiori sulle rotte verso il Nord America. Intanto oggi è previsto lo sciopero del personale che costringerà la compagnia a cancellare quasi 200 voli. Crisi Alitalia, Montino preoccupato: “I liquidatori non hanno lavorato in alcun modo per incidere sulle spese
strutturali” “Sembrava che la crisi di Alitalia avesse imboccato un binario complesso, ma tuttavia percorribile. Purtroppo dalle notizie che emergono dalla stampa tornano a destare grande preoccupazione”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. “Il dato più eclatante è che Alitalia è uscita dall’alleanza con Delta sulle rotte intercontinentali, soprattutto sul Nord America, e questo dà un duro colpo sulle prospettive future dell’azienda – prosegue il sindaco -. Teniamo conto che
Alitalia ha in cassa, in questo momento, circa 100 milioni di euro ed è sopravvissuta grazie alla campagna di prevendita dei biglietti per la stagione estiva. Ma il momento di picco degli incassi, che è la primavera, ha subito lasciato il posto al momento di picco di spesa, che è appunto l’estate in cui si incrementano i voli. La situazione è, dunque, molto preoccupante”. “Questo soprattutto alla luce del fatto che i liquidatori non hanno lavorato in alcun modo per incidere sulle spese strutturali – sottolinea ancora Montino -. Il leasing continua a costare circa il 40-45% in più dei prezzi di mercato, il carburante viene pagato di più rispetto alle altre compagnie, la manutenzione è del tutto esternalizzata con costi elevatissimi, i servizi non sono razionalizzati. In sostanza, le grandi voci di spesa sono rimaste inalterate. Alitalia, oggi, è un’azienda che vivacchia e non ce lo possiamo permettere. Con queste premesse è inevitabile aspettarsi, da settembre, una situazione di fermo e, quindi, di ulteriore crisi. Per di più, sembra che ci siano movimenti da parte delle società di leasing per rientrare in possesso degli aerei al momento in uso ad Alitalia. Si tratta di quasi il 90% dell’intera flotta della compagnia. Un ulteriore aspetto allarmante”. “Serve una stretta definitiva sulla cordata che si è proposta per il salvataggio di Alitalia – incalza il primo cittadino -. Bisogna portare avanti un’adeguata azione su Delta per implementare e consolidare l’alleanza e si deve chiudere, immediatamente, un’ipotesi di piano industriale con gli operatori e i partner più affidabili che si sono fatti avanti. Entro settembre serve un serio piano di rilancio: non si può aspettare oltre. E nessuno pensi di cogliere l’occasione per svendere l’azienda”. “La crisi di governo in atto non può bloccare la risoluzione delle crisi aziendali, perché le aziende operano anche in tempo di instabilità politica – conclude -. Tra queste, anche
Alitalia. E per noi sarebbe insopportabile un’ulteriore crisi che coinvolgerebbe 12 mila persone di cui circa la metà, tra diretto e indotto, gravitano sul territorio di Fiumicino. Il governo faccia i passi necessari per procedere velocemente alla risoluzione”. Alitalia, Atlantia partner di Delta Airlines Il cda di Fs, valutate le conferme di interesse pervenute, ha individuato Atlantia quale partner da affiancare a Delta airlines e al Mef per l’operazione Alitalia. Lo fa sapere Ferrovie dello Stato. Fs Italiane – si legge nella nota del Gruppo – inizierà a lavorare quanto prima con i partners individuati per condividere un Piano industriale e gli altri elementi dell’eventuale offerta. La scelta del consiglio di amministrazione di Fs, che ha
individuato Atlantia quale partner per l’operazione Alitalia, esclude di fatto le altre tre offerte pervenute ieri, ovvero quelle del Gruppo Toto, di Claudio Lotito e del patron Avianca German Efremovich. “Sia chiara una cosa però: niente e nessuno cancellerà i 43 morti del Ponte Morandi. Niente e nessuno cancellerà il dolore delle loro famiglie. Sulla revoca della concessione ad Autostrade non indietreggiamo di un solo centimetro! Andiamo avanti. Meno parole, più fatti!”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook, in merito al fatto che il consiglio di amministrazione di Fs abbia scelto Atlantia per andare avanti nell’operazione Alitalia. “Nessun pregiudizio, già lo avevo detto, anche perché lo Stato continuerà ad avere la maggioranza assoluta dell’azienda e quindi anche il controllo della newco. Era questo l’obiettivo che si era fissato il governo”. Lo scrive il vicepremier Luigi Di Maio in un post su Facebook, in merito alla scelta fatta dal cda di Fs sul partner per l’operazione Alitalia: “Il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, che è autonomo, ha scelto Atlantia come quarto partner del consorzio della nuova Alitalia. Erano arrivate altre offerte, ma hanno scelto Atlantia”, scrive. “Un grande risultato raggiunto dopo settimane di lavoro intenso. Mentre qualcuno oggi si prendeva un caffè al tavolo e recitava la solita parte, qui abbiamo fatto la differenza”: lo sottolinea su Fb Di Maio. Alitalia, problematica “Mille
Miglia”: Federconsumatori chiede un tavolo urgente di confronto Il programma Mille Miglia di Alitalia, che consente di accumulare punti ogni volta che si acquista un biglietto aereo e di utilizzarli poi per volare pagando solo le tasse, conta circa cinque milioni di iscritti. L’edizione di Mille Miglia, iniziata l’1 gennaio 2013, è arrivata alla fine, “in ottemperanza alla legislazione italiana che stabilisce una durata massima di 5 anni per le operazioni a premio”. La nuova è iniziata il primo gennaio 2018 e, per agevolare i soci nell’utilizzo delle miglia accumulate fino al 31 dicembre 2017, Alitalia aveva deciso di estendere dal 31 gennaio al 31 marzo 2018 il periodo entro il quale spenderle in biglietti premio, validi per volare entro il 31 marzo 2019. Ma proprio questa ulteriore scadenza ha suscitato numerose segnalazioni e reclami
che Federconsumatori riferisce di aver ricevuto Nel dettaglio le denunce lamentavano “in misura differente ed in giorni diversi, a partire dai primi del mese di marzo, estenuanti attese telefoniche, su numeri a pagamento, senza che nessuno rispondesse per fornire indicazioni e/o spiegazioni.” In pratica gli utenti coinvolti si sono ritrovati nella condizione di non riuscire a comunicare con gli operatori telefonici addetti e, allo stesso tempo, hanno rilevato che l’operatività della sezione del sito ufficiale Alitalia, riservato a questo tipo di operazioni, era completamente fuori uso. La conseguenza è che il termine del 31 marzo 2018 è scaduto l Lasciati moltissimi utenti senza risposta e senza la possibilità di utilizzare le miglia accumulate, grazie all’acquisto di biglietti costati migliaia di euro e spesso a tariffe meno convenienti di quelle di compagnie concorrenti. Federconsumatori afferma di capire che i Commissari nominati dal governo uscente hanno preso le redini di un’azienda disastrata, finita due volte in amministrazione straordinaria in meno di un decennio con due privatizzazioni fallite alle spalle e nessuna prospettiva per il futuro, ma che stanno svolgendo un lavoro molto positivo. I tre Commissari stanno guidando infatti un’impresa in ripresa, sia pure ancora in perdita. La gestione commissariale sta dimostrando che, se ben gestita, Alitalia funziona e si potrebbe risanare. E certo, in una situazione difficile come quella di Alitalia il problema delle carte mille miglia potrebbe sembrare di poco conto, tuttavia è necessario un risanamento che deve far ritrovare fiducia nelle persone che hanno viaggiato e continuano a viaggiare con Alitalia. Pertanto Federconsumatori ha chiesto che venga velocemente aperto un tavolo di confronto con le
Associazioni dei Consumatori sulla problematica Mille Miglia, al fine di dare risposte concrete agli utenti coinvolti ed interessati che ancora non hanno alcuna notizia di dove siano disperse le miglia accumulate. Del resto è opportuno specificare che Alitalia Loyalty, la società che gestisce il Programma MilleMiglia ed appartiene al 75% a Etihad, è in attivo e il 25% detenuto dalla compagnia di bandiera è valutato circa 30 milioni di euro. Gianfranco Nitti Alitalia, fondo Usa interessato alla compagnia FIUMICINO (RM) – Il fondo statunitense Cerberus Capital
Management ha manifestato ad Alitalia l’interesse di acquistare l’intera compagnia, ma non ha presentato alcuna offerta all’interno del bando di gara, considerando i termini dello stesso troppo restrittivi. Così si legge sul Financial Times online,secondo il quale il fondo Usa, al momento quindi fuori dalla contesa,sarebbe disposto ad acquistare Alitalia se questa venisse ristrutturata profondamente. Intanto Lufthansa conferma il suo interesse solo per una “nuova Alitalia”. Il fondo Usa avrebbe presentato la sua proposta ai commissari giorni fa, intenzionata ad investire tra i 100 e i 400 milioni di dollari e questo al fine di ottenere il controllo di tutto il business sia per le attività di volo che per quelle di terra a patto di poter avviare una “ristrutturazione” seria di tutto il perimetro societario. M5S su Alitalia: si parla di crisi con un transito di 36 milioni di passeggeri solo a Fiumicino
di Fabiola Velli – M5s Fiumicino FIUMICINO (RM) – Nel pomeriggio di Giovedi 4 Maggio si è tenuto il Consiglio Comunale Straordinario sulla crisi Alitalia presso la Sala Mensa di Alitalia all’aeroporto L.Da Vinci. Come gia’ nel precedente Consiglio Comunale Straordinario che aveva avuto luogo nel mese di Aprile al Terminal 5, sono intervenute le rappresentanze delle forze politiche di tutti i livelli istituzionali, per sostenere il Sindaco e il Consiglio Comunale tutto, nel richiedere a gran voce l’intervento dello Stato per salvare quella che era la nostra compagnia di bandiera e che nonostante tutto viene ancora percepita come il simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo. E’ importante tenere alta l’attenzione di tutti sulla questione, per evitare che la dismissione e svendita di un’altra importante fetta del nostro patrimonio nazionale avvenga nel silenzio e nell’indifferenza dei politici. dei media e dei cittadini he non sono direttamente coinvolti. L’alienazione del nostro vettore aereo nazionale ad
investitori esteri avrebbe ripercussioni economiche pesantissime, in primis per il Comune di Fiumicino che fra l’impiego diretto e l’indotto vede coinvolta la maggioranza della popolazione, e in secondo luogo ma non meno rilevante, per tutta l’economia nazionale che andrebbe a perdere una delle aziende piu importanti di tutto il Centro Sud, oltre che la capacita’ di gestire in modo indipendente i propri rapporti politici economici e commerciali con il resto del mondo. Secondo il comunicato stampa di Omniroma del 3 maggio, nella riunione congiunta delle Commissioni Parlamentari Lavoro e Trasporti alla Interrogazione dei portavoce 5 Stelle Romano e Crippa il ministro Calenda avrebbe risposto: 'Mi sono più volte espresso sulla responsabilità del management operativo di ALITALIA e non vi è dubbio che l'idea di gestire da Abu Dhabi la Compagnia sia stato un gravissimo errore'. Se il fallimento di ALITALIA è da attribuire al management imposto da Etihad, questo significa che non solo una grande e storica azienda come ALITALIA, con 40.000 dipendenti tra diretti ed indiretti, rischia la chiusura per colpa di un management inadeguato e predatore, ma l'intero Paese rischia di rimanere senza vettore aereo, principale motore della nostra industria aeronautica, con effetti destabilizzanti per diversi settori della nostra economia. Ora che l’azienda è stata commissariata, per quale ragione il ministro Calenda , che si è espresso più volte sulla responsabilità dei manager, ha accettato che fosse nominato commissario Enrico Laghi, uno dei principali responsabili di questo disastro quando faceva parte del management di Alitalia insieme a Montezemolo? Visto che ai Commissari compete il potere di avviare l'azione di responsabilità verso chi ha determinato questo disastro, un buco di bilancio di 600 milioni di euro solo nel 2016, come possiamo pensare che Enrico Laghi possa avviare un'azione contro se stesso e i suoi sodali, in primis Montezemolo che ha avuto la grande idea di rinnovare le livree e le poltroncine degli aerei di ALITALIA pur sapendo che l'azienda fosse in
profondo rosso? Ci sembra che il disegno si ripeta sempre uguale ogni volta che si vuole svendere un’azienda, e cioè si procede a eliminare i costi del personale per poter vendere il marchio e le strutture liberi dal peso delle persone e quindi molto piu’ appetibili. Del resto parlare di crisi con un transito di 36 milioni di passeggeri solo a Fiumicino ed il settore in crescita è una teoria talmente assurda da non essere piu’ credibile per nessuno. Quello che urge davvero è un Piano nazionale programmato che serva da rilancio per tutta l’economia di settore e che ci porti a riprendere a livello mondiale la posizione di prestigio ed eccellenza che ci spetta. A troppi farebbe comodo una Italia debole e disastrata, facile da sottomettere e poco competitiva, ma noi non abbiamo nessuna intenzione di cedere il passo e arrenderci, a partire da Fiumicino. Martedi pomeriggio andremo in Commissione Trasporti al Senato e come sempre vi aggiorneremo sugli sviluppi. Alitalia commissariata: nominati Gubitosi, Laghi e Paleari
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha disposto con decreto l'ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria in base al decreto legge Marzano. Con il decreto di ammissione di Alitalia all'amministrazione straordinaria è stato nominato un collegio commissariale composto da Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. "Il governo è intervenuto non solo su esplicita richiesta da parte dell'assemblea soci ma da parte nostra è un atto di responsabilità di chi deve assicurare alcuni servizi fondamentali". Così il premier Paolo Gentiloni al termine del consiglio dei ministri. "Deve essere chiaro – ha detto ancora Gentiloni – che gli obiettivi che ispirano in questa decisione di assicurare un ponte di continuità attraverso un prestito oneroso sono quelli di rispondere alle esigenze di continuità e mantenimento di un patrimonio, ma certamente non quelli di immaginare una possibilità di rinazionalizzazione" di Alitalia. Il premier ha sottolineato che la
"rinazionalizzazione di Alitalia è stata "esclusa fin dal primo momento e la escludiamo oggi". Il prestito ponte per Alitalia sarà di 600 milioni di euro per sei mesi, ha detto il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. "Questi 600 milioni" di prestito ponte da parte dello Stato "sono il massimo che oggi sia possibile prevedere e fare", ha spiegato Calenda al termine del cdm dicendo che il mandato ai commissari è "molto chiaro: nel giro breve tempo dovranno aprire a potenziali acquirenti, cercando da un lato di avere servizi, rotte e personale in un regime il più possibile di garanzia e dall'altro di far spendere meno possibile soldi pubblici". Oggi era arrivato il via libera unanime dal Cda al commissariamento di Alitalia. Riunitosi al termine dell'assemblea, ha deciso all'unanimità di presentare l'istanza di ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria come disposto dalla legge. "I soci avevano condizionato la disponibilità alla ripatrimonializzazione e al rifinanziamento ad un accordo con le organizzazioni sindacali, venuto meno con l'esito del referendum tra i dipendenti", si legge in una nota della linea aerea. I voli e le operazioni non subiranno alcuna modifica e continueranno secondo la programmazione prevista, si legge in una nota diffusa al termine del cda della compagnia. Rammaricati, "abbiamo fatto tutto quanto in nostro potere per supportare Alitalia in qualità di azionista di minoranza, ma è chiaro che la compagnia ha bisogno di una ristrutturazione profonda e su vasta scala per sopravvivere e crescere in futuro". E' quanto afferma James Hogan, numero uno di Etihad in una nota, precisando che "senza il supporto di tutti gli stakeholder a questo processo di ristrutturazione, non potremo continuare ad investire. Per questo, appoggiamo la decisione del cda di richiedere l'ammissione all'amministrazione straordinaria".
"La strategia inizialmente sviluppata da Alitalia all'epoca dell'investimento di Etihad e implementata dal 2015 ha portato a miglioramenti significativi", ha detto in una nota il Ceo e presidente di Etihad James Hogan, ed "i nostri investimenti, insieme a quelli degli altri azionisti, hanno aiutato a proteggere migliaia di posti di lavoro negli ultimi tre anni". E precisa che: "l'Italia rimane per noi un mercato importante, e continueremo a lavorare con Alitalia come partner commerciale, in aggiunta alla nostra presenza diretta in Italia". Alitalia, bocciato il Piano: si avvicina il commissariamento
I lavoratori di Alitalia, chiamati ad esprimersi con il referendum, dicono NO al preaccordo per il salvataggio, aprendo così la strada al commissariamento della compagnia. Il "no" al preaccordo per il salvataggio di Alitalia vince nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 sì, vale a dire con il 67%. Lo riferiscono i sindacati comunicando il dato finale della consultazione. A Palazzo Chigi, intanto, il premier, Paolo Gentiloni ha incontrato i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. "Rammarico e sconcerto per l'esito del referendum Alitalia che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia". E' quanto dichiarano in un comunicato congiunto i ministri dello Sviluppo Carlo Calenda, dei Trasporti Graziano Delrio e del Lavoro Giuliano Poletti. "A questo punto l'obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i
cittadini italiani e per i viaggiatori". La vittoria del No apre uno scenario complesso. Oggi si dovrebbe riunire il Cda, per deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. Probabile la contestuale uscita dei soci per consegnare di fatto 'le chiavi' dell'azienda al governo. Formalizzata la richiesta, il ministero dello Sviluppo Economico procederebbe con la nomina di uno o più commissari (fino a 3). Senza acquirenti o nuovi finanziatori al commissario non resterebbe infine che chiedere il fallimento della compagnia, con la conseguente dichiarazione di insolvenza da parte del Tribunale. Il curatore fallimentare inizierebbe la procedura liquidatoria, con 2 anni di cassa integrazione, Naspi e quindi disoccupazione per i lavoratori, contestualmente la cessione 'spezzatino' degli asset della compagnia. Alitalia: il futuro è appeso a un filo
Nessun'altra soluzione possibile, nessuna alternativa, nessuna possibilità di nazionalizzazione. A poche ore dal termine del referendum con il quale i lavoratori di Alitalia devono esprimersi sul verbale d'intesa tra azienda e sindacati per il futuro della compagnia, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio rinnova l'appello lanciato ieri dal presidente del Consiglio e sottolinea che "bisogna seguire con coraggio la strada iniziata".Il ministro interviene per mettere la parola fine alle speculazioni su un possibile intervento dello Stato per il salvataggio della compagnia nel caso di una vittoria del no all'accordo. Una soluzione invocata dai sindacati di base mentre a scendere in campo in prima persona a favore del sì al preaccordo ieri sono anche i leader di Cisl, Uil e dell'Ugl. Intanto l'affluenza al voto è stata altissima, 12.500 i lavoratori aventi diritto. I nove seggi tra Roma e Milano saranno aperti fino alle 16, poi lo spoglio. In caso di vittoria del no, secondo quanto si apprende, un cda si terrebbe già domani, martedì 25, per avviare la procedura di
amministrazione straordinaria. La prospettiva è quella del commissariamento e il rischio, "concretissimo", secondo il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda è quello di una liquidazione della compagnia. L'ipotesi che circola è quella di uno spezzatino. Nel caso della vittoria del sì è previsto un cda mercoledì per sbloccare la ricapitalizzazione, 2 miliardi di equity di cui 900 milioni di nuova cassa. Sul fronte dei tagli il preaccordo prevede un calo degli esuberi del personale a tempo indeterminato da 1.338 a 980, e un taglio degli stipendi del personale di volo dell'8%. "Alitalia morirà se verrà bocciato il piano. I lavoratori di Alitalia hanno ora in mano il destino della loro azienda" afferma Annamaria Furlan, ricordando che "non c'è oggi una alternativa concreta al piano industriale di sviluppo e di ricapitalizzazione", facendo "appello al senso di responsabilità dei lavoratori di Alitalia". "Ora bisogna salvare il lavoro e non rendere vani i sacrifici fatti dai lavoratori", sostiene anche il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo che ricorda come poi "bisognerà puntare a un'effettiva discontinuità aziendale e a un sistema di partecipazione nelle scelte che dia un futuro certo all'Alitalia".
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