CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
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I.C. Statale “VIA PARETO” di Milano Progetto Poetico Letterario prodotto da Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce Dedicato a SALVATORE QUASIMODO Premio Nobel della Letteratura Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte dal Titolo CAMMINANDO NEL CUORE Associazione Culturale LA MUSICA DEI POETI
Milano, 24 maggio 2019 - ore 11,00 in via Sapri, 50 - I.C. Statale “VIA PARETO” Alessandro Quasimodo Attore, regista e poeta figlio di Salvatore Quasimodo Presenta CAMMINANDO NEL CUORE Associazione Culturale LA MUSICA DEI POETI Istituto Comprensivo Statale “VIA PARETO” via Gallarate, 15 – via Sapri, 50 INDIRIZZO MUSICALE cod. meccanografico: MIIC8C6006
Venerdì 24 maggio 2019, presso l’Istituto Comprensivo Statale “VIA PARETO”, scuola secondaria di primo grado e primaria di Milano, l’Associazione Culturale LA MUSICA DEI POETI, presenta il progetto letterario CAMMINANDO NEL CUORE, con l’eccezionale partecipazione dell’attore e regista Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta pre- mio Nobel, che, attraverso la presentazione contenutistica letteraria, e l’interpretazione delle sue poesie, tratte da varie raccolte composte in vari periodi storici del ‘900, darà attraverso la sua voce, emozionanti momen- ti sui temi affrontati dal grande poeta. Alcuni titoli delle sue più significa- tive poesie: NEL GIUSTO TEMPO UMANO, ANCHE I MORTI STANNO AD OCCHI APERTI, FORSE IL CUORE e 19 GENNAIO 1944, danno già il senso del dramma di tutta la sua opera, scritta soprattutto nel periodo della seconda guerra mondiale e post-bellico. L’intervento dell’attore Alessandro Quasimodo sarà coadiuvato musicalmente dal Maestro Francesco Sicari (Presidente dell'Associazione LA MUSICA DEI POETI) e dal Docente di Musica prof. Cosimo Dolce (Direttore Artistico dell’Associazione), con la gentile partecipazione della Prof.ssa Germana Riccioli (Docente di Lingue Straniere), presentatrice dell’evento. Salvatore Quasimodo nel suo studio
PROGRAMMA Saluto di Benvenuto del Dirigente Scolastico ANGELO LUCIO ROSSI INTRODUZIONE ALLA POESIA DI ALESSANDRO QUASIMODO CON LA RECITAZIONE DI ALCUNE TRA LE PIU’ BELLE LIRICHE DEL POETA NEL GIUSTO TEMPO UMANO ORA CHE SALE IL GIORNO LA TERRA IMPAREGGIABILE LETTERA ALLA MADRE FORSE IL CUORE GIORNO DOPO GIORNO 19 GENNAIO 1944… Alessandro Quasimodo reciterà due splendide poesie della madre, Maria Cumani, moglie del grande poeta. Scrittrice, poetessa, danzatrice, coreografa e attrice cinematografica. Le poesie scelte per l’occasione sono: L’ALTO VELIERO NENJA. INTERVERRANNO GLI ALUNNI DELL’ISTITUTO DI VIA GALLARATE E DI VIA SAPRI CHE, CON I LORO DOCENTI, RECITERANNO ALCUNE POESIE DI SALVATORE QUASIMODO: Classe III A plesso via Gallarate, 15 (Allievi seguiti dai Maestri Cosimo Dolce e Francesco Sicari) Giada Deangelis: Già la pioggia è con noi Francesca Restelli: Ora che sale il giorno Elisa Valsecchi: Ed è subito sera Stefania Menteanu: Alle fronde dei salici Nora Harchi: O conchiglia marina Classe III F plesso via Sapri, 50 Catherine Cano: Unmerklich tanzt die Zeit (Nel giardino si fà rossa l’arancia) Allieva della Prof.ssa Barbara Pagnin - Tedesco Marco Saponaro: Imitation of joy (Imitazione della gioia) Allievo della Prof.ssa Laura Tarabini - Inglese Reciteranno due poesie di Salvatore Quasimodo: Prof. Ruggiero Lopopolo: Milano, agosto 1943 Prof.ssa Ernestina Ricci Giardini: Le morte chitarre
L'attività di traduzione è fondamentale nella letteratura per conferire internazionalità alla parola, alla poesia, al racconto, e per condividere tra i popoli, tra noi individui, nella rete delle nostre infinite identità culturali, i tesori del sentire umano, della sua creatività, della sua potenza immaginativa. Germana Riccioli Questa poesia verrà recitata da: Catherine Cano - Classe 3 F Nel giardino si fà rossa l’arancia… Unmerklich tanzt die Zeit di Salvatore Quasimodo von Salvatore Quasimodo “Nel giardino si fa rossa Im Garten reift errötend l’arancia, impercettibile die Orange, unmerklich tanzt il tempo danza auf ihrer Haut die Zeit, sulla sua scorza, es bricht das Mühlenrad, la ruota del mulino si stacca wenn der Fluß steigt, alla piena dell’acqua doch kreist es weiter, ma continua il suo giro und knüpft eine Minute e avvolge un minuto an die vergangene Minute, al minuto passato oder die künftige. Die Zeit o futuro. Diverso il tempo wirkt anders hier auf dem Scheitel der Frucht, sul vortice del frutto; ohnmächtig gleitet sie von todgeweihtem Leib, indeclinabile sul corpo umschließt mit festem Griff den Geist che riflette la morte, und schreibt scivola contorto einen Lebensbeweis. chiude la presa alla mente, scrive una prova di vita.” Übersetzt von Thea Mayer Tradotta da Thea Mayer Questa poesia verrà recitata da: Marco Saponaro - Classe 3 F Imitazione della gioia Imitation of Joy di Salvatore Quasimodo by Salvatore Quasimodo Dove gli alberi ancora Where the trees make evening abbandonata più fanno la sera, even more abandoned, come indolente how languidly è svanito l’ultimo tuo passo your final step has vanished, che appare appena il fiore like the flower that scarce appears sui tigli e insiste alla sua sorte. on the linden, insistent on its fate. Una ragione cerchi agli affetti, You seek a motive for the feelings, provi il silenzio nella tua vita. experience silence in your life. Mirrored time reveals to me Altra ventura a me rivela a different destiny. Beauty flashing il tempo specchiato. Addolora now in other faces, saddens me come la morte, bellezza ormai like death. in altri volti fulminea. I have lost every innocent thing, Perduto ho ogni cosa innocente, even in this voice, surviving anche in questa voce, superstite to imitate joy. a imitare la gioia. From Contemporary Italian Poetry edited by Carlo Luigi Golino, 1962.
Alessandro Quasimodo La sua carriera teatrale ebbe inizio nel 1959 nel Piccolo Teatro di Milano in un corso perfezionamento sotto la direzione del regista statunitense Lee Strasberg, fondatore del Actors Studio, al Festival dei Due Mondi di Spo- leto dove ha debuttato in Motivo di Scandalo di Osborne con la regia di Puggelli. Nel 1972 ha lavorato nel film Massacro a Parigi di Marlowe regia di Patrice Chéreau. Dal 1975 al 1978 ha partecipato a numerosi spetta- coli al teatro Pierlombardo. Ha collaborato con Ugo Tognazzi, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini. Scrive poesie teatrali: l'Aminta del Tasso (1984), Oreste di Alfieri (1985) e La città morta di D’Annunzio (1987-88) insieme a Franca Nu- ti e Luciana Savignano. Ha scritto Fuori non ci sono che ombre, e cadono (2003), dedicato a suo padre Salvatore e sua madre Maria Cumani. Inoltre ha lavorato nella Rai di cui ha curato 27 trasmissioni della poe- sia italiana con titolo Saltimbanchi dell'anima. Ha collaborato con la radio svizzera. Dal 1979 si è dedicato esclusivamente alla poesia facendo tournée per l'Europa e in America. Dal 2017 è Cittadino Onorario di Roccalumera, luogo d'origine della sua famiglia dove oggi ha sede il Parco letterario Salvatore Quasimodo. Filmografia Milano nera, regia di Gian Rocco e Pino Serpi (1961) Whisky a mezzogiorno, regia di Oscar De Fina (1962) Una storia milanese, regia di Eriprando Visconti (1962) Le avventure di Laura Storm - serie TV, 3 episodi (1966) Alessandro Quasimodo Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966) Il fischio al naso, regia di Ugo Tognazzi (1967) Caravaggio - miniserie TV, 1 episodio (1967) Roma, regia di Federico Fellini (1972) • Ein Fall für Männdli - serie TV, 1 episodio (1973) Tutto a posto e niente in ordine, regia di Lina Wertmüller (1974) Il romanzo di un giovane povero, regia di Cesare Canevari (1974) 5 donne per l'assassino, regia di Stelvio Massi (1974) Doppia indagine - miniserie TV, 1 episodio (1978) La commediante veneziana - miniserie TV, 3 episodi (1979) Nella città perduta di Sarzana - film TV (1980) L'esclusa - miniserie TV, 1 episodio (1980) La donna in bianco - miniserie TV, 3 episodi (1980) Storia di Anna - miniserie TV, 5 episodi (1980) Piccolo mondo antico - miniserie TV, 2 episodi (1983) Aquero, regia di Elisabetta Valgiusti (1994) Fuori dal mondo, regia di Giuseppe Piccioni (1999) Questo è il giardino, regia di Giovanni Davide Maderna (1999)
Salvatore Quasimodo Salvatore Quasimodo nasce a Modica, in provincia di Ragusa il 20 agosto 1901 e trascorre gli anni dell'infanzia in piccoli paesi della Sicilia seguendo il padre Gaeta- no, capostazione delle Ferrovie dello Stato. Dopo il tremendo terremoto del 1908 si trasferisce a Messina dove il padre è chiamato per riorganizzare la locale stazio- ne: inizialmente sono i vagoni ferroviari la loro dimora, come accaduto per molti altri superstiti. Questa esperienza di dolore tragica e precoce lascerà un profondo segno nell'animo del poeta. Nella città dello Stretto Salvatore Quasimodo compie gli studi fino al conseguimento del diploma nel 1919 presso l'Istituto Tecnico "A. M. Jaci", sezione fisico-matematica. A quell'epoca risale un evento di fondamentale importanza per la sua formazione umana e artistica: l'inizio del sodalizio con Sal- vatore Pugliatti e Giorgio La Pira, che durerà poi tutta la vita. Negli anni messinesi Quasimodo comincia a scrivere versi che pubblica su riviste simboliste locali. Con- seguito il diploma, appena diciottenne, Quasimodo lascia la Sicilia con cui manter- rà un legame edipico, e si stabilisce a Roma. In questo periodo continua a scrivere versi e studia il latino e il greco presso monsignor Rampolla del Tindaro, nello stato del Vaticano. Nel 1926 viene assunto al Ministero dei Lavori Pubblici e assegnato al Genio Civile di Reggio Calabria. L'attività di geometra, per lui faticosa e del tutto estranea ai suoi interessi letterari, sembra però allontanarlo sempre più dalla poe- sia e, forse per la prima volta, deve considerare naufragate per sempre le proprie ambizioni poetiche. Tuttavia il riavvicinamento alla Sicilia, i contatti ripresi con gli amici messinesi della prima giovinezza e soprattutto il rinvigorirsi dell'amicizia con Salvatore Pugliatti, insigne giurista e fine intenditore di poesia, volgono a riaccen- dere la volontà sopita e a far sì che Quasimodo riprenda i versi del decennio roma- no, per rivederli e aggiungerne di nuovi. Nasce così nel contesto messinese il primo nucleo di "Acque e terre". Nel 1929 si reca a Firenze dove il cognato Elio Vittorini lo introduce nell'ambiente di "Solaria", facendogli conoscere i suoi amici letterati: da Alessandro Bonsanti ad Arturo Loira, a Gianna Manzini ed Eugenio Montale, che intuiscono presto le doti del giovane siciliano. Proprio per le edizioni di "Solaria" (che aveva pubblicato alcune liriche di Quasimodo) esce nel 1930 "Acque e terre", il primo libro della storia poetica di Quasimodo, accolto con entusiasmo dai critici, che salutano la nascita di un nuovo poeta. Nel 1932 Quasimodo vince il premio dell'Antico Fattore, patrocinato dalla rivista e nello stesso anno, per le edi- zioni di "circoli", esce "Oboe sommerso". Nel 1934 si trasferisce a Milano, città che segnerà una svolta particolarmente significativa nella sua vita, non solo artistica. Accolto nel gruppo di "corrente" si ritrova al centro di una sorta di società lettera- ria, di cui fanno parte poeti, musicisti, pittori, scultori. Nel 1936 pubblica con G. Scheiwiller "Erato e Apòllion" con cui si conclude la fase ermetica della sua poesia. Nel 1938 lascia il suo lavoro presso il Genio Civile e inizia l'attività editoriale come segretario di Cesare Zavattini, il quale più tardi lo farà entrare nella redazione del settimanale "Il Tempo". Nel 1938 esce la prima importante raccolta antologica "Poesie", con un saggio introduttivo di Oreste Macrì, che rimane tra i contributi fondamentali della critica quasimodiana. Il poeta intanto collabora alla principale rivista dell'ermetismo, la fiorentina "letteratura". Nel biennio 1939-40 Quasimodo mette a punto la traduzione dei Lirici greci che esce nel 1942 che, per il suo valore di originale opera creativa, sarà poi ripubblicata e riveduta più volte. Sempre nel 1942 esce "Ed è subito sera".
Nel 1941 gli viene concessa, per chiara fama, la cattedra di Letteratura Italiana pres- so il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano. Quasimodo insegnerà fino all'anno della sua morte. Durante la guerra, nonostante mille difficoltà, Quasimodo continua a lavorare alacremente: mentre continua a scrivere versi, tra- duce parecchi Carmina di Catullo, parti dell'Odissea, Il fiore delle Georgiche, il Van- gelo secondo Giovanni, Epido re di Sofocle (lavori che vedranno la luce dopo la li- berazione). Quasimodo porterà avanti questa attività di traduttore anche negli an- ni successivi, parallelamente alla propria produzione e con risultati eccezionali, grazie alla raffinata esperienza di scrittore. Tra le sue numerosissime traduzio- ni: Ruskin, Eschilo, Shakespeare, Molière, e ancora Cummings, Neruda, Aiken, Euripide, Eluard (quest'ultima uscita postuma). Nel 1947 esce la sua prima raccolta del dopoguerra, "Giorno dopo giorno", libro che segna una svolta nella poe- sia di Quasimodo. La poesia di Quasimodo supera quasi sempre lo scoglio del- la retorica e si pone su un piano più alto rispetto all'omologa poesia europea di que- gli anni. Il poeta, sensibile al tempo storico che vive, accoglie temi sociali ed etici e di conseguenza varia il proprio stile. La poesia simbolo di questa svolta, che inoltre apre la raccolta. è "Alle fronde dei salici". Nel 1949 esce "La vita non è un sogno", ancora ispirato al clima resistenziale. Nel 1950 Quasimodo riceve il premio San Ba- bila e nel 1953 l'Etna-Taormina insieme a Dylan Thomas. Nel 1954 esce "Il falso e vero verde", un libro di crisi, con cui inizia una terza fase della poesia di Quasimo- do, che rispecchia un mutato clima politico. Dalle tematiche prebelliche e postbelli- che si passa a poco a poco a quelle del consumismo, della tecnologia, del neocapita- lismo, tipiche di quella "civiltà dell'atomo" che il poeta denuncia mentre si ripiega su se stesso e muta ancora una volta la sua strumentazione poetica. Il linguaggio ri- diventa complesso, più scabro e suscita perplessità in quanti vorrebbero il poeta sempre uguale a se stesso. Segue nel 1958 un antologia della Poesia italiana del do- poguerra; nello stesso anno compie un viaggio in URSS nel corso del quale venne colpito da infarto, cui segue una lunga degenza all'ospedale Botkin di Mosca. La sua ultima opera, "Dare e avere" è del 1966: si tratta di una raccolta che è un bilancio della propria vita, quasi un testamento spirituale (il poeta sarebbe morto appena due anni dopo). Nel 1967 è l'Università di Oxford a conferirgli la laurea honoris cau- sa. Colpito da ictus ad Amalfi, dove si trovava per presiedere un premio di poesia, Quasimodo muore il 14 giugno 1968, sull'auto che lo sta accompagnando a Napoli. Il 10 dicembre 1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo riceve il premio Nobel per la Letteratura. Al Nobel seguirono moltissimi scritti e articoli sulla sua opera, con un ulteriore incremento delle traduzioni. Nel 1960 l'Università di Messina gli conferisce la laurea honoris causa oltre alla cittadinanza onoraria dallo stesso comune.
«Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.» (Salvatore Quasimodo, da Uomo del mio tempo) La prima raccolta di Quasimodo, Acque e terre (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sici- lia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l'a- sprezza della condizione presente, dell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più celebri del libro, Vento a Tindari). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un'angoscia esi- stenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore in- sopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella poesia Antico inverno, oppure a ritmi e motivi più antichi, di origine anche popolare. In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili (soprattutto D'Annunzio, del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in Oboe sommerso (1932) ed Erato e Apollion (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva. La ricerca della pace interiore è affidata a un rapporto con il divino che è, e resterà, tormentato; la Sicilia si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicò, nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebra- ti Apollo - il dio del sole e anche il dio cui sono legate le Muse, quindi la stessa creazione poetica che è resa dolorosa dalla distanza fisica dell'isola - ed Ulisse, l'esule per eccellenza. È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricor- re spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso fre- quente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimanda- re, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione. Nelle Nuove poesie (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume Ed è subito sera del 1942 e scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasilla- bo o di altri versi lunghi (anche doppi[22]): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poe- ta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone della sua vita attuale. In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'Ardenno» che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina). Questa volontà di dialogo si fa evidente nelle raccolte successive, segnate da un forte impegno civile e po- litico, sollecitato dalla tragedia della guerra; la poesia rarefatta degli anni giovanili lascia il posto a un lin- guaggio più comprensibile, dai ritmi più ampi e distesi. Così avviene in Giorno dopo giorno (1947) dove le vicende belliche costituiscono il tema dominante. La voce del poeta, annichilita di fronte alla barbarie («anche le nostre cetre erano appese», afferma in Alle fronde dei salici), non può che contemplare la mi- seria della città bombardata, o soffermarsi sul dolore dei soldati impegnati al fronte, mentre affiorano alla memoria delicate figure femminili, simboli di un'armonia ormai perduta (S'ode ancora il mare). L'unica speranza di riscatto è allora costituita dalla pietà umana (Forse il cuore). In La vita non è sogno (1949) il Sud è cantato come luogo di ingiustizia e di sofferenza, dove il sangue continua a macchiare le strade (Lamento per il Sud); il rapporto con Dio si configura come un dialogo serrato sul tema del dolore e della solitudine umana. Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha lasciato quand'era ancora un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice, ignara dell'angoscia del figlio, ormai adulto), o con il ricordo della prima moglie Bice Donetti. Nella raccolta Il falso e vero verde (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di un'estrema incertezza esi- stenziale, un'intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma nel volume trova posto anche una sofferta medita- zione sui campi di concentramento che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz). La terra impareggiabile (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato alla rappresentazione della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta a una condizione di devastante solitudine e conferma, nel poeta, la voglia di dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo mi- tizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici come il terremoto di Mes- sina del 1908 (Al padre). L'ultima raccolta di Quasimodo, Dare e avere, risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della pro- pria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
Raccolte di poesie Acque e terre, Firenze, sulla rivista Solaria, 1930. Oboe sommerso, Genova, sulla rivista Circoli, 1932. Odore di eucalyptus ed altri versi, Firenze, Antico Fattore, 1933. Erato e Apòllìon, Milano, Scheiwiller, 1936. Nuove Poesie, Milano, Primi Piani, 1938. Ed è subito sera, 1942. La vita non è sogno, Milano, A. Mondadori, 1949. Il falso e vero verde (1949-1955), Milano, Schwarz, 1956. La terra impareggiabile, Milano, A. Mondadori, 1958. Dare e avere. 1959-1965, Milano, A. Mondadori, 1966. Traduzioni: Lirici greci, Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori. Virgilio, Il Fiore delle Georgiche, Milano, Edizioni della Conchiglia, 1942. - Milano, Gentile, 1944; Milano, Mondadori, 1957. Catulli Veronensis, Carmina, Milano, Edizioni di Uomo, 1945. - Milano, Mondadori, 1955. Omero, Dall'Odissea, Milano, Rosa e Ballo, 1945. Sofocle, Edipo re, Milano, Bompiani, 1946. • Il Vangelo secondo Giovanni, Milano, Gentile, 1946. John Ruskin, La Bibbia di Amiens, Milano, Bompiani, 1946. William Shakespeare, Romeo e Giulietta, Milano, Mondadori, 1948. Eschilo, Le Coefore, Milano, Bompiani, 1949. • William Shakespeare, Riccardo III, Milano, Edizioni del Piccolo Teatro, 1950. - Milano, Mondadori, 1952. Pablo Neruda, Poesie, Torino, Einaudi, 1952. • William Shakespeare, Macbeth, Torino, Einaudi, 1952. • Sofocle, Elettra, Milano, Mondadori, 1954. • William Shakespeare, La Tempesta, Torino, Einaudi, 1956. Molière, Il Tartufo, Milano, Bompiani, 1958. Fiore dell'Antologia Palatina, Parma, Guanda, 1958. Edward Estlin Cummings, Poesie scelte, Milano, Scheiwiller, 1958. Ovidio, Dalle Metamorfosi, Milano, Scheiwiller, 1959. • William Shakespeare, Otello, Collana Lo Specchio, Milano, Mondadori, 1959. Euripide, Ecuba, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1962. Conrad Aiken, Mutevoli pensieri, Milano, Scheiwiller, 1963. • Euripide, Eracle, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1964. • William Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Milano, Mondadori, 1966. Tudor Arghezi, Poesie, Milano, Mondadori, 1966. Yves Lecomte, Il gioco degli astragali, Edizioni Moneta, 1968. Curatele: Lirici minori del XIII e XIV secolo, a cura di S. Quasimodo e Luciano Anceschi, Milano, Edizioni della Conchiglia, 1941. • Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni, 1957. Poesia italiana del dopoguerra, 1958. Altri scritti: • Petrarca e il sentimento della solitudine, Milano, Garotto, 1945. • Scritti sul teatro, 1961. • L'amore di Galatea libretto per musica, 1964 Il poeta e il politico e altri saggi, Milano, Schwarz, 1967. Leonida di Taranto, Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969. • Lettere d'amore di Quasimodo, post., 1969 • Poesie e discorsi sulla poesia, post., 1971. • Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo, Giuseppe Dozza, post., 1976 A colpo omicida e altri scritti, post., 1977.
Manoscritto originale di Salvatore Quasimodo
Maria Cumani Quasimodo Danzatrice attiva dalla metà degli anni trenta fu una delle maggiori interpreti della moderne-dance, ispirandosi alla grande Isadora Duncan. Geniale autrice di coreografie, decise molto presto di danzare interpretando solo composi- zioni di sua creazione. Decisivo per la sua esistenza fu l'incontro, nel giugno del 1936, con il poeta Salvatore Quasimodo - il quale si innamo- rò tanto della sua elegante bellezza quanto del suo vivace ingegno artistico - da cui ebbe un figlio, Alessandro. Dopo travagliate ed alterne vicende, la Cumani convolò a nozze con il poeta nel 1948. Maria Cumani fu essenzialmente la Musadel poeta, e soprattutto una preziosa collaboratrice: avrebbe aiutato Quasimodo nella traduzione dei Lirici greci ma soprattutto delle poesie di Neruda. Dopo una complessa e tormentosa vita matrimoniale, i due si separaro- no legalmente nel 1960. Il figlio Alessandro, allora minorenne, venne affidato alla madre. Fu molto attiva come attrice cinematografica. Partecipò a pellicole come Giulietta degli spiriti (1965), di Federico Fellini, Medea (1969), di Pier Paolo Pasolini, L'inquilina del piano di sopra (1978) di Ferdinando Baldi, e ad altri im- portanti film diretti da registi come Lina Wertmüller, i fratelli Taviani e Roberto Rossellini. Nonostante fosse separa- ta da lungo tempo dal marito, usò in molti casi il cognome Quasimodo. Nel 1981 uscì un suo saggio critico sulla danza, seguito da una raccolta di poesie Improvviso un vento (Rari Nantes editore). Dopo una lunga pausa artistica, in cui si dedicò all'insegnamento, la Cumani tornò a danzare: nel 1986 fu prima danzatrice nell'opera Fedora di Umberto Giordano, messa in scena da Giancarlo Cobelli al Teatro Filarmonico di Verona. Nel 1995, pochi mesi prima della sua scomparsa, uscì edito da Spirali un volume che raccoglie pagine di diario, lettere dirette a Quasimodo e poesie della Cumani con il titolo L'arte del silenzio. La danza. La poesia. L'immagine. Infine nel 2003, grazie al figlio Alessandro, uscì postuma, presso l'editore Nicolodi, una sua raccolta di poesie, dal titolo O forse tutto non è stato. Filmografia Frenesia dell'estate, regia di Luigi Zampa (1964) Giulietta degli spiriti, regia di Federico Fellini (1965) Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966) Play-Boy, regia di Enzo Battaglia (1967) I sovversivi, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1967) La notte è fatta per... rubare, regia di Giorgio Capitani (1968) Io non perdono... uccido, regia di Joaquín Luis Romero Marchent (1968) Galileo, regia di Liliana Cavani (1968) Atti degli apostoli miniserie TV, 1 episodio (1969) Medea, regia di Pier Paolo Pasolini (1969) Veruschka, poesia di una donna, regia di Franco Rubartelli (1971) Tutti i colori del buio, regia di Sergio Martino (1972) Colpiscono senza pietà, regia di Mike Hodges (1972) Le monache di Sant'Arcangelo, regia di Domenico Paolella (1973) Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella, regia di Nando Cicero (1973) Cuore, regia di Renzo Scavolini (1973) Tutto a posto e niente in ordine, regia di Lina Wertmüller (1974) Maria Cumani Prigione di donne, regia di Brunello Rondi (1974) 5 donne per l'assassino, regia di Stelvio Massi (1974) Porgi l'altra guancia, regia di Franco Rossi (1975) Il tempo dell'inizio, regia di Luigi Di Gianni (1974) Babysitter - Un maledetto pasticcio, regia di René Clément (1975) Interno di un convento, regia di Walerian Borowczyk (1978) L'inquilina del piano di sopra, regia di Ferdinando Baldi (1978) Caligola, regia di Tinto Brass (1979) Con gli occhi dell'occidente - miniserie TV, 1 episodio (1979) Dance music, regia di Vittorio De Sisti (1984) She, regia di Avi Nesher (1984) Nosferatu a Venezia, regia di Augusto Caminito (1988) La casa del sortilegio - film TV (1989) Aquero, regia di Elisabetta Valgiusti (1994)
Partecipano all'evento in qualità di collaboratori: Prof. Angelo Lucio Rossi - Dirigente scolastico M° Francesco Sicari Musicista Compositore Presidente dell’Associazione Culturale LA MUSICA DEI POETI Prof.ssa Rossella Viaconzi - Vice preside M° Cosimo Dolce, Direttore Artistico dell’Associazione Culturale Prof.ssa Germana Riccioli (presentatrice) LA MUSICA DEI POETI Docente di lingue straniere Prof.ssa Ernestina Ricci Giardini Docente di Musica Gli alunni delle Terze A , F I Tecnici del suono e luci: Vito Dolce Giuseppe Leo Alfredo Dolce Prof. Ruggero Lopopolo Docente di musica Editor: Luigi Petruccelli - Francesco Sicari - Cosimo Dolce - Germana Riccioli
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