CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO

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CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
I.C. Statale “VIA PARETO” di Milano

         Progetto Poetico Letterario
                prodotto da
         Alessandro Quasimodo
            Francesco Sicari
              Cosimo Dolce

           Dedicato a
     SALVATORE QUASIMODO
           Premio Nobel della Letteratura
Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte

                            dal Titolo

CAMMINANDO NEL CUORE
                      Associazione Culturale
                    LA MUSICA DEI POETI
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
Milano, 24 maggio 2019 - ore 11,00
       in via Sapri, 50 - I.C. Statale “VIA PARETO”

       Alessandro Quasimodo
                  Attore, regista e poeta
                               figlio di

Salvatore Quasimodo

                            Presenta

CAMMINANDO NEL CUORE
                       Associazione Culturale
                    LA MUSICA DEI POETI

 Istituto Comprensivo Statale “VIA PARETO” via Gallarate, 15 – via Sapri, 50
          INDIRIZZO MUSICALE cod. meccanografico: MIIC8C6006
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
Venerdì 24 maggio 2019, presso l’Istituto Comprensivo Statale
“VIA PARETO”, scuola secondaria di primo grado e primaria di Milano,
l’Associazione Culturale LA MUSICA DEI POETI, presenta il progetto
letterario CAMMINANDO NEL CUORE, con l’eccezionale partecipazione
dell’attore e regista Alessandro Quasimodo, figlio del grande poeta pre-
mio Nobel, che, attraverso la presentazione contenutistica letteraria, e
l’interpretazione delle sue poesie, tratte da varie raccolte composte in vari
periodi storici del ‘900, darà attraverso la sua voce, emozionanti momen-
ti sui temi affrontati dal grande poeta. Alcuni titoli delle sue più significa-
tive poesie: NEL GIUSTO TEMPO UMANO, ANCHE I MORTI STANNO
AD OCCHI APERTI, FORSE IL CUORE e 19 GENNAIO 1944, danno già il
senso del dramma di tutta la sua opera, scritta soprattutto nel periodo
della seconda guerra mondiale e post-bellico.

L’intervento dell’attore Alessandro Quasimodo sarà coadiuvato
musicalmente dal Maestro Francesco            Sicari    (Presidente
dell'Associazione LA MUSICA DEI POETI) e dal Docente di Musica
prof. Cosimo Dolce (Direttore Artistico dell’Associazione), con la
gentile partecipazione della Prof.ssa Germana Riccioli (Docente di
Lingue Straniere), presentatrice dell’evento.

                                              Salvatore Quasimodo nel suo studio
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
PROGRAMMA

Saluto di Benvenuto del Dirigente Scolastico
ANGELO LUCIO ROSSI
INTRODUZIONE ALLA POESIA DI ALESSANDRO
QUASIMODO CON LA RECITAZIONE DI ALCUNE
TRA LE PIU’ BELLE LIRICHE DEL POETA

NEL GIUSTO TEMPO UMANO
ORA CHE SALE IL GIORNO
LA TERRA IMPAREGGIABILE
LETTERA ALLA MADRE
FORSE IL CUORE
GIORNO DOPO GIORNO
19 GENNAIO 1944…

Alessandro Quasimodo reciterà due splendide poesie della madre,
Maria Cumani, moglie del grande poeta. Scrittrice, poetessa,
danzatrice, coreografa e attrice cinematografica.
Le poesie scelte per l’occasione sono:
L’ALTO VELIERO
NENJA.

INTERVERRANNO GLI ALUNNI DELL’ISTITUTO DI VIA GALLARATE E DI
VIA SAPRI CHE, CON I LORO DOCENTI, RECITERANNO ALCUNE POESIE
DI SALVATORE QUASIMODO:

Classe III A plesso via Gallarate, 15
(Allievi seguiti dai Maestri Cosimo Dolce e Francesco Sicari)

Giada Deangelis: Già la pioggia è con noi
Francesca Restelli: Ora che sale il giorno
Elisa Valsecchi: Ed è subito sera
Stefania Menteanu: Alle fronde dei salici
Nora Harchi: O conchiglia marina

Classe III F plesso via Sapri, 50
Catherine Cano: Unmerklich tanzt die Zeit (Nel giardino si fà rossa l’arancia)
Allieva della Prof.ssa Barbara Pagnin - Tedesco
Marco Saponaro: Imitation of joy (Imitazione della gioia)
Allievo della Prof.ssa Laura Tarabini - Inglese

Reciteranno due poesie di Salvatore Quasimodo:
Prof. Ruggiero Lopopolo: Milano, agosto 1943
Prof.ssa Ernestina Ricci Giardini: Le morte chitarre
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L'attività di traduzione è fondamentale nella letteratura per conferire internazionalità alla parola,
alla poesia, al racconto, e per condividere tra i popoli, tra noi individui, nella rete delle nostre
infinite identità culturali, i tesori del sentire umano, della sua creatività, della sua potenza
immaginativa.

Germana Riccioli

     Questa poesia verrà recitata da:
     Catherine Cano - Classe 3 F

     Nel giardino si fà rossa l’arancia…           Unmerklich tanzt die Zeit
     di Salvatore Quasimodo                        von Salvatore Quasimodo

     “Nel giardino si fa rossa                     Im Garten reift errötend
     l’arancia, impercettibile                     die Orange, unmerklich tanzt
     il tempo danza                                auf ihrer Haut die Zeit,
     sulla sua scorza,                             es bricht das Mühlenrad,
     la ruota del mulino si stacca                 wenn der Fluß steigt,
     alla piena dell’acqua                         doch kreist es weiter,
     ma continua il suo giro                       und knüpft eine Minute
     e avvolge un minuto                           an die vergangene Minute,
     al minuto passato                             oder die künftige. Die Zeit
     o futuro. Diverso il tempo                    wirkt anders hier auf dem Scheitel der Frucht,
     sul vortice del frutto;                       ohnmächtig gleitet sie von todgeweihtem Leib,
     indeclinabile sul corpo                       umschließt mit festem Griff den Geist
     che riflette la morte,                        und schreibt
     scivola contorto                              einen Lebensbeweis.
     chiude la presa
     alla mente, scrive
     una prova di vita.”                           Übersetzt von Thea Mayer
                                                   Tradotta da Thea Mayer

     Questa poesia verrà recitata da:
     Marco Saponaro - Classe 3 F

     Imitazione della gioia                        Imitation of Joy
     di Salvatore Quasimodo                        by Salvatore Quasimodo

     Dove gli alberi ancora                        Where the trees make evening
     abbandonata più fanno la sera,                even more abandoned,
     come indolente                                how languidly
     è svanito l’ultimo tuo passo                  your final step has vanished,
     che appare appena il fiore                    like the flower that scarce appears
     sui tigli e insiste alla sua sorte.           on the linden, insistent on its fate.

     Una ragione cerchi agli affetti,              You seek a motive for the feelings,
     provi il silenzio nella tua vita.             experience silence in your life.
                                                   Mirrored time reveals to me
     Altra ventura a me rivela                     a different destiny. Beauty flashing
     il tempo specchiato. Addolora                 now in other faces, saddens me
     come la morte, bellezza ormai                 like death.
     in altri volti fulminea.                      I have lost every innocent thing,
     Perduto ho ogni cosa innocente,               even in this voice, surviving
     anche in questa voce, superstite              to imitate joy.
     a imitare la gioia.
                                                   From Contemporary Italian Poetry
                                                   edited by Carlo Luigi Golino, 1962.
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Alessandro Quasimodo
La sua carriera teatrale ebbe inizio nel 1959 nel Piccolo Teatro di Milano in un corso perfezionamento sotto la
direzione del regista statunitense Lee Strasberg, fondatore del Actors Studio, al Festival dei Due Mondi di Spo-
leto dove ha debuttato in Motivo di Scandalo di Osborne con la regia di Puggelli. Nel 1972 ha lavorato nel
film Massacro a Parigi di Marlowe regia di Patrice Chéreau. Dal 1975 al 1978 ha partecipato a numerosi spetta-
coli al teatro Pierlombardo.

Ha collaborato con Ugo Tognazzi, Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini. Scrive poesie teatrali: l'Aminta del
Tasso (1984), Oreste di Alfieri (1985) e La città morta di D’Annunzio (1987-88) insieme a Franca Nu-
ti e Luciana Savignano. Ha scritto Fuori non ci sono che ombre, e cadono (2003), dedicato a suo padre
Salvatore e sua madre Maria Cumani. Inoltre ha lavorato nella Rai di cui ha curato 27 trasmissioni della poe-
sia italiana con titolo Saltimbanchi dell'anima. Ha collaborato con la radio svizzera. Dal 1979 si è dedicato
esclusivamente alla poesia facendo tournée per l'Europa e in America.

Dal 2017 è Cittadino Onorario di Roccalumera, luogo d'origine della sua famiglia dove oggi ha sede il
Parco letterario Salvatore Quasimodo.

Filmografia
Milano nera, regia di Gian Rocco e Pino Serpi (1961)

Whisky a mezzogiorno, regia di Oscar De Fina (1962)

Una storia milanese, regia di Eriprando Visconti (1962)

Le avventure di Laura Storm - serie TV, 3 episodi (1966)
                                                                                        Alessandro Quasimodo
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)

Il fischio al naso, regia di Ugo Tognazzi (1967)

Caravaggio - miniserie TV, 1 episodio (1967)

Roma, regia di Federico Fellini (1972)

•   Ein Fall für Männdli - serie TV, 1 episodio (1973)
Tutto a posto e niente in ordine, regia di Lina Wertmüller (1974)

Il romanzo di un giovane povero, regia di Cesare Canevari (1974)

5 donne per l'assassino, regia di Stelvio Massi (1974)

Doppia indagine - miniserie TV, 1 episodio (1978)

La commediante veneziana - miniserie TV, 3 episodi (1979)

Nella città perduta di Sarzana - film TV (1980)

L'esclusa - miniserie TV, 1 episodio (1980)

La donna in bianco - miniserie TV, 3 episodi (1980)

Storia di Anna - miniserie TV, 5 episodi (1980)

Piccolo mondo antico - miniserie TV, 2 episodi (1983)

Aquero, regia di Elisabetta Valgiusti (1994)

Fuori dal mondo, regia di Giuseppe Piccioni (1999)

Questo è il giardino, regia di Giovanni Davide Maderna (1999)
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
Salvatore Quasimodo
Salvatore Quasimodo nasce a Modica, in provincia di Ragusa il 20 agosto 1901 e
trascorre gli anni dell'infanzia in piccoli paesi della Sicilia seguendo il padre Gaeta-
no, capostazione delle Ferrovie dello Stato. Dopo il tremendo terremoto del 1908
si trasferisce a Messina dove il padre è chiamato per riorganizzare la locale stazio-
ne: inizialmente sono i vagoni ferroviari la loro dimora, come accaduto per molti
altri superstiti. Questa esperienza di dolore tragica e precoce lascerà un profondo
segno nell'animo del poeta. Nella città dello Stretto Salvatore Quasimodo compie
gli studi fino al conseguimento del diploma nel 1919 presso l'Istituto Tecnico "A. M.
Jaci", sezione fisico-matematica. A quell'epoca risale un evento di fondamentale
importanza per la sua formazione umana e artistica: l'inizio del sodalizio con Sal-
vatore Pugliatti e Giorgio La Pira, che durerà poi tutta la vita. Negli anni messinesi
Quasimodo comincia a scrivere versi che pubblica su riviste simboliste locali. Con-
seguito il diploma, appena diciottenne, Quasimodo lascia la Sicilia con cui manter-
rà un legame edipico, e si stabilisce a Roma. In questo periodo continua a scrivere
versi e studia il latino e il greco presso monsignor Rampolla del Tindaro, nello stato
del Vaticano. Nel 1926 viene assunto al Ministero dei Lavori Pubblici e assegnato al
Genio Civile di Reggio Calabria. L'attività di geometra, per lui faticosa e del tutto
estranea ai suoi interessi letterari, sembra però allontanarlo sempre più dalla poe-
sia e, forse per la prima volta, deve considerare naufragate per sempre le proprie
ambizioni poetiche. Tuttavia il riavvicinamento alla Sicilia, i contatti ripresi con gli
amici messinesi della prima giovinezza e soprattutto il rinvigorirsi dell'amicizia con
Salvatore Pugliatti, insigne giurista e fine intenditore di poesia, volgono a riaccen-
dere la volontà sopita e a far sì che Quasimodo riprenda i versi del decennio roma-
no, per rivederli e aggiungerne di nuovi. Nasce così nel contesto messinese il primo
nucleo di "Acque e terre". Nel 1929 si reca a Firenze dove il cognato Elio Vittorini lo
introduce nell'ambiente di "Solaria", facendogli conoscere i suoi amici letterati: da
Alessandro Bonsanti ad Arturo Loira, a Gianna Manzini ed Eugenio Montale, che
intuiscono presto le doti del giovane siciliano. Proprio per le edizioni di
"Solaria" (che aveva pubblicato alcune liriche di Quasimodo) esce nel 1930 "Acque
e terre", il primo libro della storia poetica di Quasimodo, accolto con entusiasmo
dai critici, che salutano la nascita di un nuovo poeta. Nel 1932 Quasimodo vince il
premio dell'Antico Fattore, patrocinato dalla rivista e nello stesso anno, per le edi-
zioni di "circoli", esce "Oboe sommerso". Nel 1934 si trasferisce a Milano, città che
segnerà una svolta particolarmente significativa nella sua vita, non solo artistica.
Accolto nel gruppo di "corrente" si ritrova al centro di una sorta di società lettera-
ria, di cui fanno parte poeti, musicisti, pittori, scultori. Nel 1936 pubblica con G.
Scheiwiller "Erato e Apòllion" con cui si conclude la fase ermetica della sua poesia.
Nel 1938 lascia il suo lavoro presso il Genio Civile e inizia l'attività editoriale come
segretario di Cesare Zavattini, il quale più tardi lo farà entrare nella redazione del
settimanale "Il Tempo". Nel 1938 esce la prima importante raccolta antologica
"Poesie", con un saggio introduttivo di Oreste Macrì, che rimane tra i contributi
fondamentali della critica quasimodiana. Il poeta intanto collabora alla principale
rivista dell'ermetismo, la fiorentina "letteratura".              Nel biennio 1939-40
Quasimodo mette a punto la traduzione dei Lirici greci che esce nel 1942 che, per il
suo valore di originale opera creativa, sarà poi ripubblicata e riveduta più volte.
Sempre nel 1942 esce "Ed è subito sera".
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
Nel 1941 gli viene concessa, per chiara fama, la cattedra di Letteratura Italiana pres-
so il Conservatorio di musica "Giuseppe Verdi" di Milano. Quasimodo insegnerà
fino all'anno della sua morte. Durante la guerra, nonostante mille difficoltà,
Quasimodo continua a lavorare alacremente: mentre continua a scrivere versi, tra-
duce parecchi Carmina di Catullo, parti dell'Odissea, Il fiore delle Georgiche, il Van-
gelo secondo Giovanni, Epido re di Sofocle (lavori che vedranno la luce dopo la li-
berazione). Quasimodo porterà avanti questa attività di traduttore anche negli an-
ni successivi, parallelamente alla propria produzione e con risultati eccezionali,
grazie alla raffinata esperienza di scrittore. Tra le sue numerosissime traduzio-
ni: Ruskin,      Eschilo, Shakespeare, Molière, e ancora Cummings, Neruda,
Aiken, Euripide, Eluard (quest'ultima uscita postuma). Nel 1947 esce la sua prima
raccolta del dopoguerra, "Giorno dopo giorno", libro che segna una svolta nella poe-
sia di Quasimodo. La poesia di Quasimodo supera quasi sempre lo scoglio del-
la retorica e si pone su un piano più alto rispetto all'omologa poesia europea di que-
gli anni. Il poeta, sensibile al tempo storico che vive, accoglie temi sociali ed etici e
di conseguenza varia il proprio stile. La poesia simbolo di questa svolta, che inoltre
apre la raccolta. è "Alle fronde dei salici". Nel 1949 esce "La vita non è un sogno",
ancora ispirato al clima resistenziale. Nel 1950 Quasimodo riceve il premio San Ba-
bila e nel 1953 l'Etna-Taormina insieme a Dylan Thomas. Nel 1954 esce "Il falso e
vero verde", un libro di crisi, con cui inizia una terza fase della poesia di Quasimo-
do, che rispecchia un mutato clima politico. Dalle tematiche prebelliche e postbelli-
che si passa a poco a poco a quelle del consumismo, della tecnologia, del neocapita-
lismo, tipiche di quella "civiltà dell'atomo" che il poeta denuncia mentre si ripiega
su se stesso e muta ancora una volta la sua strumentazione poetica. Il linguaggio ri-
diventa complesso, più scabro e suscita perplessità in quanti vorrebbero il poeta
sempre uguale a se stesso. Segue nel 1958 un antologia della Poesia italiana del do-
poguerra; nello stesso anno compie un viaggio in URSS nel corso del quale venne
colpito da infarto, cui segue una lunga degenza all'ospedale Botkin di Mosca. La sua
ultima opera, "Dare e avere" è del 1966: si tratta di una raccolta che è un bilancio
della propria vita, quasi un testamento spirituale (il poeta sarebbe morto appena
due anni dopo). Nel 1967 è l'Università di Oxford a conferirgli la laurea honoris cau-
sa. Colpito da ictus ad Amalfi, dove si trovava per presiedere un premio di poesia,
Quasimodo muore il 14 giugno 1968, sull'auto che lo sta accompagnando a Napoli.
Il 10 dicembre 1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo riceve il premio Nobel per
la Letteratura. Al Nobel seguirono moltissimi scritti e articoli sulla sua opera, con
un ulteriore incremento delle traduzioni. Nel 1960 l'Università di Messina gli
conferisce la laurea honoris causa oltre alla cittadinanza onoraria dallo stesso
comune.
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
«Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo.»
(Salvatore Quasimodo, da Uomo del mio tempo)
La prima raccolta di Quasimodo, Acque e terre (1930), è incentrata sul tema della sua terra natale, la Sici-
lia, che l'autore lasciò già nel 1919: l'isola diviene l'emblema di una felicità perduta cui si contrappone l'a-
sprezza della condizione presente, dell'esilio in cui il poeta è costretto a vivere (così in una delle liriche più
celebri del libro, Vento a Tindari). Dalla rievocazione del tempo passato emerge, spesso, un'angoscia esi-
stenziale che, nella forzata lontananza, si fa sentire in tutta la sua pena. Questa condizione di dolore in-
sopprimibile assume particolare rilievo quando il ricordo è legato ad una figura femminile, come nella
poesia Antico inverno, oppure a ritmi e motivi più antichi, di origine anche popolare.
In questa prima raccolta Quasimodo appare legato a modelli abbastanza riconoscibili
(soprattutto D'Annunzio, del quale viene ripresa la tendenza all'identificazione con la natura); in Oboe
sommerso (1932) ed Erato e Apollion (1936) il poeta raggiunge la piena e personale maturità espressiva.
La ricerca della pace interiore è affidata a un rapporto con il divino che è, e resterà, tormentato; la Sicilia
si configura come terra del mito, terra depositaria della cultura greca: non a caso Quasimodo pubblicò,
nel 1940, una notissima traduzione dei Lirici greci. In particolare, nel libro del 1936 vengono celebra-
ti Apollo - il dio del sole e anche il dio cui sono legate le Muse, quindi la stessa creazione poetica che è resa
dolorosa dalla distanza fisica dell'isola - ed Ulisse, l'esule per eccellenza.

È in queste raccolte che si può cogliere appieno la suggestione dell'ermetismo, di un linguaggio che ricor-
re spesso all'analogia e tende ad abolire i nessi logici tra le parole: importante è, in questo senso, l'uso fre-
quente dell'articolo indeterminativo e degli spazi bianchi, che, all'interno della lirica, sembrano rimanda-
re, continuamente, a una serie di significati nascosti, che non possono trovare una piena espressione.
Nelle Nuove poesie (pubblicate insieme alle raccolte precedenti nel volume Ed è subito sera del 1942 e
scritte a partire dal 1936), il ritmo diventa più disteso, grazie anche all'uso più frequente dell'endecasilla-
bo o di altri versi lunghi (anche doppi[22]): il ricordo della Sicilia è ancora vivissimo ma si avverte, nel poe-
ta, un'inquietudine nuova, la voglia di uscire dalla sua solitudine e confrontarsi con i luoghi e le persone
della sua vita attuale.

In alcune liriche compare, infatti, il paesaggio lombardo, esemplificato dalla «dolce collina d'Ardenno»
che porta all'orecchio del poeta «un fremere di passi umani» (La dolce collina).

Questa volontà di dialogo si fa evidente nelle raccolte successive, segnate da un forte impegno civile e po-
litico, sollecitato dalla tragedia della guerra; la poesia rarefatta degli anni giovanili lascia il posto a un lin-
guaggio più comprensibile, dai ritmi più ampi e distesi. Così avviene in Giorno dopo giorno (1947) dove le
vicende belliche costituiscono il tema dominante. La voce del poeta, annichilita di fronte alla barbarie
(«anche le nostre cetre erano appese», afferma in Alle fronde dei salici), non può che contemplare la mi-
seria della città bombardata, o soffermarsi sul dolore dei soldati impegnati al fronte, mentre affiorano alla
memoria delicate figure femminili, simboli di un'armonia ormai perduta (S'ode ancora il mare). L'unica
speranza di riscatto è allora costituita dalla pietà umana (Forse il cuore).

In La vita non è sogno (1949) il Sud è cantato come luogo di ingiustizia e di sofferenza, dove il sangue
continua a macchiare le strade (Lamento per il Sud); il rapporto con Dio si configura come un dialogo
serrato sul tema del dolore e della solitudine umana.

Il poeta sente l'esigenza di confrontarsi con i propri affetti, con la madre che ha lasciato quand'era ancora
un ragazzo (e che continua a vivere la sua vita semplice, ignara dell'angoscia del figlio, ormai adulto), o
con il ricordo della prima moglie Bice Donetti.
Nella raccolta Il falso e vero verde (1956) dove lo stesso titolo è indicativo di un'estrema incertezza esi-
stenziale, un'intera sezione è dedicata alla Sicilia, ma nel volume trova posto anche una sofferta medita-
zione sui campi di concentramento che esprime «un no alla morte, morta ad Auschwitz» (Auschwitz).

La terra impareggiabile (1958) mostra un linguaggio più vicino alla cronaca, legato alla rappresentazione
della Milano simbolo di quella «civiltà dell'atomo» che porta a una condizione di devastante solitudine e
conferma, nel poeta, la voglia di dialogare con gli altri uomini, fratelli di dolore. L'isola natìa è luogo mi-
tizzato, «terra impareggiabile» appunto, ma è anche memoria di eventi tragici come il terremoto di Mes-
sina del 1908 (Al padre).
L'ultima raccolta di Quasimodo, Dare e avere, risale al 1966 e costituisce una sorta di bilancio della pro-
pria esperienza poetica e umana: accanto a impressioni di viaggio e riflessioni esistenziali molti testi
affrontano, in modo più o meno esplicito, il tema della morte, con accenti di notevole intensità lirica.
CAMMINANDO NEL CUORE SALVATORE QUASIMODO - Alessandro Quasimodo Francesco Sicari Cosimo Dolce - ICS Via PARETO
Raccolte di poesie
Acque e terre, Firenze, sulla rivista Solaria, 1930.
Oboe sommerso, Genova, sulla rivista Circoli, 1932.
Odore di eucalyptus ed altri versi, Firenze, Antico Fattore, 1933.
Erato e Apòllìon, Milano, Scheiwiller, 1936.
Nuove Poesie, Milano, Primi Piani, 1938.
Ed è subito sera, 1942.
La vita non è sogno, Milano, A. Mondadori, 1949.
Il falso e vero verde (1949-1955), Milano, Schwarz, 1956.
La terra impareggiabile, Milano, A. Mondadori, 1958.
Dare e avere. 1959-1965, Milano, A. Mondadori, 1966.
Traduzioni:
Lirici greci, Milano, Edizioni di Corrente, 1940; maggio 1944, Mondadori.
Virgilio, Il Fiore delle Georgiche, Milano, Edizioni della Conchiglia, 1942. -
                                   Milano, Gentile, 1944; Milano, Mondadori, 1957.
Catulli Veronensis, Carmina, Milano, Edizioni di Uomo, 1945. - Milano, Mondadori, 1955.
Omero, Dall'Odissea, Milano, Rosa e Ballo, 1945.
Sofocle, Edipo re, Milano, Bompiani, 1946.
•    Il Vangelo secondo Giovanni, Milano, Gentile, 1946.
John Ruskin, La Bibbia di Amiens, Milano, Bompiani, 1946.
William Shakespeare, Romeo e Giulietta, Milano, Mondadori, 1948.
Eschilo, Le Coefore, Milano, Bompiani, 1949.
•   William Shakespeare, Riccardo III, Milano, Edizioni del Piccolo Teatro, 1950. - Milano, Mondadori, 1952.
Pablo Neruda, Poesie, Torino, Einaudi, 1952.
•   William Shakespeare, Macbeth, Torino, Einaudi, 1952.
•   Sofocle, Elettra, Milano, Mondadori, 1954.
•   William Shakespeare, La Tempesta, Torino, Einaudi, 1956.
Molière, Il Tartufo, Milano, Bompiani, 1958.
Fiore dell'Antologia Palatina, Parma, Guanda, 1958.
Edward Estlin Cummings, Poesie scelte, Milano, Scheiwiller, 1958.
Ovidio, Dalle Metamorfosi, Milano, Scheiwiller, 1959.
•   William Shakespeare, Otello, Collana Lo Specchio, Milano, Mondadori, 1959.
Euripide, Ecuba, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1962.
Conrad Aiken, Mutevoli pensieri, Milano, Scheiwiller, 1963.
•   Euripide, Eracle, Urbino, Armando Argalìa Editore, 1964.
•    William Shakespeare, Antonio e Cleopatra, Milano, Mondadori, 1966.
Tudor Arghezi, Poesie, Milano, Mondadori, 1966.
Yves Lecomte, Il gioco degli astragali, Edizioni Moneta, 1968.
Curatele:
Lirici minori del XIII e XIV secolo, a cura di S. Quasimodo e Luciano Anceschi,
                                         Milano, Edizioni della Conchiglia, 1941.
•    Lirica d'amore italiana, dalle origini ai nostri giorni, 1957.
Poesia italiana del dopoguerra, 1958.
Altri scritti:

•   Petrarca e il sentimento della solitudine, Milano, Garotto, 1945.

•   Scritti sul teatro, 1961.

•   L'amore di Galatea libretto per musica, 1964
Il poeta e il politico e altri saggi, Milano, Schwarz, 1967.
Leonida di Taranto, Milano, Guido Le Noci ed., 1968; Manduria, Lacaita, 1969.
•   Lettere d'amore di Quasimodo, post., 1969
•   Poesie e discorsi sulla poesia, post., 1971.
•   Marzabotto parla. Con scritti di Salvatore Quasimodo, Giuseppe Dozza, post., 1976
A colpo omicida e altri scritti, post., 1977.
Manoscritto originale di Salvatore Quasimodo
Maria Cumani Quasimodo
Danzatrice attiva dalla metà degli anni trenta fu una delle maggiori interpreti della moderne-dance, ispirandosi alla
grande Isadora Duncan. Geniale autrice di coreografie, decise molto presto di danzare interpretando solo composi-
zioni di sua creazione.

Decisivo per la sua esistenza fu l'incontro, nel giugno del 1936, con il poeta Salvatore Quasimodo - il quale si innamo-
rò tanto della sua elegante bellezza quanto del suo vivace ingegno artistico - da cui ebbe un figlio, Alessandro. Dopo
travagliate ed alterne vicende, la Cumani convolò a nozze con il poeta nel 1948. Maria Cumani fu essenzialmente
la Musadel poeta, e soprattutto una preziosa collaboratrice: avrebbe aiutato Quasimodo nella traduzione dei Lirici
greci ma soprattutto delle poesie di Neruda. Dopo una complessa e tormentosa vita matrimoniale, i due si separaro-
no legalmente nel 1960. Il figlio Alessandro, allora minorenne, venne affidato alla madre.

Fu molto attiva come attrice cinematografica. Partecipò a pellicole come Giulietta degli spiriti (1965), di Federico
Fellini, Medea (1969), di Pier Paolo Pasolini, L'inquilina del piano di sopra (1978) di Ferdinando Baldi, e ad altri im-
portanti film diretti da registi come Lina Wertmüller, i fratelli Taviani e Roberto Rossellini. Nonostante fosse separa-
ta da lungo tempo dal marito, usò in molti casi il cognome Quasimodo.

Nel 1981 uscì un suo saggio critico sulla danza, seguito da una raccolta di poesie Improvviso un vento (Rari Nantes
editore). Dopo una lunga pausa artistica, in cui si dedicò all'insegnamento, la Cumani tornò a danzare: nel 1986 fu
prima danzatrice nell'opera Fedora di Umberto Giordano, messa in scena da Giancarlo Cobelli al Teatro Filarmonico
di Verona.

Nel 1995, pochi mesi prima della sua scomparsa, uscì edito da Spirali un volume che raccoglie pagine di diario, lettere
dirette a Quasimodo e poesie della Cumani con il titolo L'arte del silenzio. La danza. La poesia. L'immagine. Infine
nel 2003, grazie al figlio Alessandro, uscì postuma, presso l'editore Nicolodi, una sua raccolta di poesie, dal titolo O
forse tutto non è stato.

Filmografia
Frenesia dell'estate, regia di Luigi Zampa (1964)
Giulietta degli spiriti, regia di Federico Fellini (1965)
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
Play-Boy, regia di Enzo Battaglia (1967)
I sovversivi, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1967)
La notte è fatta per... rubare, regia di Giorgio Capitani (1968)
Io non perdono... uccido, regia di Joaquín Luis Romero Marchent (1968)
Galileo, regia di Liliana Cavani (1968)
Atti degli apostoli miniserie TV, 1 episodio (1969)
Medea, regia di Pier Paolo Pasolini (1969)
Veruschka, poesia di una donna, regia di Franco Rubartelli (1971)
Tutti i colori del buio, regia di Sergio Martino (1972)
Colpiscono senza pietà, regia di Mike Hodges (1972)
Le monache di Sant'Arcangelo, regia di Domenico Paolella (1973)
Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima gemella, regia di Nando Cicero (1973)
Cuore, regia di Renzo Scavolini (1973)
Tutto a posto e niente in ordine, regia di Lina Wertmüller (1974)                                        Maria Cumani
Prigione di donne, regia di Brunello Rondi (1974)
5 donne per l'assassino, regia di Stelvio Massi (1974)
Porgi l'altra guancia, regia di Franco Rossi (1975)
Il tempo dell'inizio, regia di Luigi Di Gianni (1974)
Babysitter - Un maledetto pasticcio, regia di René Clément (1975)
Interno di un convento, regia di Walerian Borowczyk (1978)
L'inquilina del piano di sopra, regia di Ferdinando Baldi (1978)
Caligola, regia di Tinto Brass (1979)
Con gli occhi dell'occidente - miniserie TV, 1 episodio (1979)
Dance music, regia di Vittorio De Sisti (1984)
She, regia di Avi Nesher (1984)
Nosferatu a Venezia, regia di Augusto Caminito (1988)
La casa del sortilegio - film TV (1989)
Aquero, regia di Elisabetta Valgiusti (1994)
Partecipano all'evento in qualità di collaboratori:
Prof. Angelo Lucio Rossi - Dirigente scolastico         M° Francesco Sicari
                                                        Musicista Compositore
                                                        Presidente dell’Associazione Culturale
                                                        LA MUSICA DEI POETI

Prof.ssa Rossella Viaconzi - Vice preside

                                                                                 M° Cosimo Dolce,
                                                                             Direttore Artistico
                                                                        dell’Associazione Culturale
Prof.ssa Germana Riccioli
(presentatrice)                                                         LA MUSICA DEI POETI
Docente di lingue straniere

                  Prof.ssa Ernestina Ricci Giardini
                                   Docente di Musica

Gli alunni delle Terze A , F

I Tecnici del suono e luci:
Vito Dolce          Giuseppe Leo Alfredo Dolce

                                                        Prof. Ruggero Lopopolo
                                                                Docente di musica

Editor: Luigi Petruccelli - Francesco Sicari - Cosimo Dolce - Germana Riccioli
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