8Foods - CIBO E BENESSERE con psoriasi e patologie infiammatorie Consigli e ricette per chi convive - APIAFCO
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CIBO E BENESSERE Consigli e ricette per chi convive con psoriasi e patologie infiammatorie 8 Fighter Foods
Fighter Foods © APIAFCO Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza Prima edizione Ottobre 2020 Tutti i diritti riservati Progetto grafico: Giovanni Bellavia APIAFCO Via Imola 10, 40128 - Bologna (Italy) segreteria@apiafco.org tel (+39) 051 - 322299 www.apiafco.org APIAFCO - Member of IFPA Con il contributo non condizionato di Grazie a 6
CIBO E BENESSERE Consigli e ricette per chi convive con psoriasi e patologie infiammatorie 8 Fighter Foods 7
INFORMAZIONI e AVVERTENZE Questo libro non è un libro di diete, ma un ten- tativo di alfabetizzazione alimentare, che for- nisce informazioni e suggerimenti utili su ciò che mangiamo. All’interno delle ricette si trova- no inoltre i valori nutrizionali orientativi divisi in macrocategorie. 8
SOMMARIO Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Alimenti funzionali . . . . . . . . . . . . . 14 Cibi amici . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Le ricette Fighter foods d’Autore Matteo Zonarelli . . . . . . . . . . . 26 Le uova . . . . . . . . . . . . . . . 60 Ricette dalla strada . . . . . . . . . . 72 Ringraziamenti e Curricula . . . . . . . . . 90 9
Superfood “Se guardiamo bene dentro ognuno di noi c’è un supereroe pron- to a spiccare il volo per imprese straordinarie” (Anonimo) Il superfood (o fighterfood, cibo per combattenti) è paragonabile a quello che in letteratura e nel cinema conosciamo come “pozione magica” o “elisir”. L’elisir di lunga vita (così come le varie bevande miracolose che rendono invincibili o curano le ferite) appartiene a un retaggio culturale così antico da essere entrato a far parte a buon diritto dell’immaginario collettivo. Ma più si va indietro nel tempo, più la Storia e il mito si in- trecciano: sappiamo, ad esempio, che nel 50 a.C. la Gallia era occupata dai Romani. Qui, un piccolo villag- gio dell’Armorica (l’odierna Breta- gna) resisteva all’invasore grazie alla forza sovrumana donata ai guerrieri dalla pozione magica del druido Pa- noramix. Purtroppo, la ricetta com- pleta di quel miracoloso intruglio è andata perduta, e di quel segreto noto solo ai druidi è rimasto soltan- to qualche ingrediente sparso: un ramoscello di vischio, un’anfora di vino e un pizzico d’oro. Si potrebbe provare ad aggiungere qual- che seme di goji, un paio di uova, un avocado, e chissà… È evidente che simili elisir e intrugli magici sono frutto della fanta- sia ed esistono solo nei libri. Tuttavia, se volessimo cercare la loro 10
traslitterazione nel mondo reale, potremmo trovarla negli integra- tori alimentari. Questi ultimi, se assunti correttamente, rappresen- tano la versione prosaica (e non miracolosa, s’intende) di un elisir. Secondo il Ministero della Salute, gli integratori alimentari sono “prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico, in particolare, ma non in via esclusiva, aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre ed estratti di origine vegetale, sia mo- nocomposti che pluricomposti, in forme predosate”. Quando si parla di integratori alimentari, è fortemente sconsiglia- to il “fai da te”. Facilmente reperibili in farmacia e in erboristeria (recentemente anche nei supermercati) vanno consumati sem- pre sotto consiglio di uno specialista e mai in maniera casuale e/o istintiva. Gli integratori possono infatti rivelarsi un potente alleato per il nostro benessere, ma anche generare diversi problemi se as- sunti in modo scorretto (ad esempio, potremmo essere intolleranti a qualcuna delle loro componenti senza saperlo). Come abbiamo detto, gli integratori alimentari sono tantissimi e rispondono alle più svariate esigenze, dall’abbassamento dello stress allo stimolo delle energie al sostegno della memoria e così via. Una categoria particolare è quella degli integratori a base di pro- teine derivate dal siero del latte, che un tempo erano relegati alla categoria degli amanti della palestra e dei bodybuilders, ma dei qua- li sono stati recentemente scoperti gli effetti benefici anche in altri ambiti. In Ca- nada, un team di scienziati della McMaster University ha tentato di combattere la sarcopenia (cioè il deterioramento della massa muscolare e della forza tipico del processo d’invecchiamento) attraverso un cocktail di proteine derivate dal siero del latte quali la creatina, la vitamina D, il calcio e 11
l’olio di pesce. Alcuni dei volontari che hanno partecipato all’espe- rimento hanno guadagnato ben 700 grammi di massa muscolare in soli 40 giorni. Sebbene non ci siano ancora suffi- cienti evidenze scientifiche per avvalorare pienamen- te la tesi dell’efficacia de- gli integratori alimentari, possiamo affermare che la strada intrapresa negli ulti- mi anni è quella giusta, po- sto che la prevenzione si fa prima di tutto attraverso un’alimentazione corretta e una regolare attività fisica. Il concetto di superfood o fighterfood è legato alla figura del supe- reroe e di personaggi come Popeye (Braccio di Ferro), il mingherli- no marinaio del fumetto statunitense a cui basta ingerire una dose di spinaci per acquisire una forza fisica straordinaria. In anni più recenti la figura del supereroe si è evoluta aggiudicandosi un ge- nere specifico nel cinema, sino a diventare un vero e proprio feno- meno sociale. Queste figure non hanno infatti la sola funzione di farci volare con l’immaginazione, ma, da Superman a Spiderman passando per Capitan Marvel e Wonder Woman, svolgono anche la funzione di una più o meno implicita e più o meno graffiante critica sociale, appena celata sotto la patina dei super poteri. Que- sti personaggi immaginari si fanno così portavoce di messaggi spesso complessi, capaci di mettere in crisi l’ipocrisia della società 12
borghese moderna e contemporanea. Il segreto di ogni supere- roe, però, non consiste nei suoi poteri, quanto nella sua “norma- lità”. La massima anonima citata all’inizio può allora essere letta anche all’opposto: in ogni supereroe c’è una persona comune in lotta per esprimere pienamente il proprio potenziale. In fondo, Spi- derman non era che un ragazzino emarginato dai suoi compagni, e Braccio di Ferro un marinaio pelle e ossa (per citarne solo due). Pozioni magiche, intrugli, radici e alimenti speciali accompagna- no questi personaggi al tempo stesso fantastici e profondamente umani. Così tanto umani da farci intravedere tra le righe delle loro avventure straordinarie, una metafora di noi stessi, delle nostre lot- te quotidiane e delle insidie tipiche del mondo che ci circonda. Da un’idea di Valeria, Maria Elena Gottarelli 13
ALIMENTI FUNZIONALI 14
Gli alimenti funzionali Negli ultimi anni il concetto di “cibo” ha subito una radicale trasforma- zione fino al punto da attribuire agli alimenti, oltre alle loro proprietà nutrizionali e sensoriali, anche un importante ruolo sul mantenimento della salute e sulla prevenzione di molte patologie. Tutti gli alimenti han- no a che fare con la nostra salute, ma gli alimenti funzionali (functional food) sono prodotti alimentari ideati per offrire, rispetto agli alimenti tradizionali, un beneficio in più nel migliorare il benessere psico-fisico e concorrere alla riduzione del rischio di alcune malattie. Si chiamano funzionali perché contengono componenti (naturalmente presenti o aggiunte) che interagiscono con una o più funzioni fisiologi- che dell’organismo continuando comunque a restare «alimenti» ( cioè non sono né pillo- le, né bustine e non sono integratori!). Gli alimenti funzio- nali rappresentano una categoria distin- ta da quelli definiti “fortificati” o “diete- tici” che sono pen- sati per l’alimenta- zione di persone con particolari patologie, talvolta anche sotto indicazione medica specifica, come accade per esempio per gli alimen- ti senza glutine, realizzati in modo specifico per i celiaci.. Gli alimenti funzionali possono contribuire al benessere dell’organismo con modalità di azione: - antiossidante - detossificante e antitumorale, - antimicrobica e antivirale, - antinfiammatoria, - ipocolesterolemica. 15
Non è però sufficiente che un alimento possieda qualcuna di queste proprietà per essere definito funzionale. Occorre che gli effetti benefici sulla salute e nella prevenzione delle malattie siano provati scientifica- mente da studi clinici e ricerche scientifiche. Ecco alcuni componenti “bioattivi” che possono rendere funzionale un cibo: - Probiotici Costituiti da microrganismi vivi come lattobacilli e bifido- batteri in grado di influenzare positivamente l’equilibrio della flora bat- terica intestinale e potenziare le difese immunitarie - Prebiotici Fibre solubili, come l’inulina, che possono svolgere un ruolo importante grazie alla loro capacità di migliorare la salute del microbio- ta (o flora batterica) intestinale - Fibre Solubili ed insolubili, come la crusca, utili per ridurre l’assorbi- mento del colesterolo e dei grassi a livello intestinale, per aumentare il volume del pasto e quindi la sazietà ed anche a migliorare il transito intestinale, contrastando la stitichezza - Grassi polinsaturi della serie omega 3, utili per il loro effetto antin- fiammatorio, fluidificante del sangue e utili per ridurre i fattori di rischio per le patologie a carico del sistema cardiovascolare mediante il con- trollo di colesterolemia e trigliceridemia - Estratti vegetali con funzione detossificante ed antiossidante Si tratta di principi attivi contenuti naturalmente negli alimenti di origine vegetale ma concentrati agli interni dell’estratto. Per esempio si posso- no aggiungere estratti ricchi in carotenoidi come beta-carotene, lutei- na e licopene, polifenoli, fitoestrogeni, fitosteroli, isotiocianati ecc... - Vitamine e Minerali Come vit. D, vit. E, vit. B12, calcio, selenio, zinco, magnesio ecc... Venendo alla nostra tavola, i più comuni alimenti funzionali che man- giamo, o potremmo mangiare, sono: l’olio extravergine di oliva, il tè verde, lo yogurt con fermenti lattici vivi, il kefir, i germogli e i fagioli di soia, le arance rosse, i mirtilli, i broccoli, le noci, il pesce azzurro, il melograno ed alcuni oli di semi, come quello di lino. 16
In sintesi, un alimento può essere definito funzionale se: - può essere utilizzato ogni giorno sulla nostra tavola, come parte di una normale dieta - ha effetti positivi, scientificamente dimostrati, su particolari funzioni dell’organismo e quindi può realmente migliorare il nostro stato di be- nessere e di salute Concludendo, gli alimenti funzionali possono davvero apportare benefici alla salute; è importante, però mantene- re una prospettiva equilibra- ta ed essere consapevoli del fatto che essi non rappresen- tano una soluzione magica ai problemi di salute e quindi non ha alcun senso abusar- ne. Per esempio, 30 grammi al giorno delle nostre noci hanno dimostrato effetti po- sitivi multipli sulla prevenzio- ne di molte malattie. Ma mangiare 1 Kg di noci al giorno è sbagliato e può causare uno sbilanciamento complessivo della dieta. Una alimen- tazione varia e ricca di vegetali (verdura fresca, frutta, legumi e frutta secca), resta il vero apportatore di prodotti con attività funzionale: è la dieta nel suo complesso che deve essere funzionale, e cioè ricca di tanti alimenti funzionali, ognuno nella giusta proporzione. Infine, dobbiamo ricordare che gli alimenti funzionali non possono sostituire uno stile di vita sano, con la giusta attività fisica quotidian A cura del Dott. Fabrizio Malipiero – Dietista Nutrizionista e Farmacista, Esperto in Educazione Alimentare, Nutrigenomica, Dietetica Preventiva e Anti-aging 17
CIBI AMICI 18
Avocado L’avocado, questo amatissimo superfood, vanta diverse proprietà bene- fiche e utili al nostro organismo. Il suo consumo aiuta infatti a prevenire malattie cardiovascolari, grazie alla presenza di fibre, grassi buoni, vita- mine del gruppo B, vitamina K, potassio, vitamina E, vitamina C. Origi- nario del Messico e del Centro America, è un alimento estremamente nutriente: 100 grammi di avocado contengono infatti 160 calorie. In cucina, l’avocado si utilizza quasi esclusivamente quando è maturo. Ha un sapore delicato e la sua consistenza burrosa rende sfiziosa qual- siasi ricetta. Si presta ad essere servito come salsa di accompagnamen- to, a pezzetti in fantasiose insalate, oppure come “ingrediente segreto” all’interno di un panino: in quest’ultimo caso, contribuirà a rendere più morbido e meno secco il ripieno. La cremosità di questo frutto è infatti imbattibile, al punto da essere un valido sostituto di maionesi o creme a base di formaggio. Con un pizzico di sale diventa uno spuntino salutare per il pomeriggio: tagliatelo ancora nella buccia, spolverate con un po’ di sale e limone e mangiatelo senza sporcare neanche un piatto. Forse non tutti sanno che l’avocado cresce spontaneamente anche in Italia. “Questi frutti crescono in Sicilia da secoli”, racconta Carlo Nicotra, siciliano, ricercatore e consulente di frutticoltura subtropicale di Avo- consult Associated Study. “Già dai primi del ‘900 c’erano tanti giardini con queste piante”, continua il ricercatore dal giardino del suo terreno che affaccia sul mar Ionio. Ormai da 30 anni, Nicotra coltiva in biologico ben 400 alberi di avocado sulle pendici dell’Etna. Eppure, fino a una decina d’anni fa, la produzione commerciale di avo- cado e di altri frutti tropicali in Italia non esisteva. Poi è arrivato il boom globale. Oggi, sostiene un report della Coldiretti, nel Paese sono oltre 500 gli ettari coltivati con frutti tropicali: nel giro di appena cinque anni sono aumentati di 60 volte. Si tratta di un mercato piccolo, ma in rapida espansione, la cui forza risiede nell’unione vincente tra la domanda dei consumatori e l’interesse dei produttori. 19
La produzione italiana di questi frutti esotici è comunque molto limi- tata se paragonata alla domanda internazionale. Basti pensare al fatto che in Italia nel 2018 sono state consumate 650 mila tonnellate di avo- cado, per un consumo annuo pro capite pari a 200 grammi: quindi, un avocado di media grandezza all’anno a testa. In Germania il consumo pro capite sale a 500 grammi: due avocado e mezzo per abitante. Negli USA questo rapporto schizza alle stelle, con addirittura 3,5 chili annui, cioè circa 17 avocado ognuno: il 400% in più rispetto a soli vent’anni fa. Dati simili dimostrano che il mercato di questo prodotto è molto proba- bilmente destinato a crescere in maniera esponenziale anche in Italia. Per questa ragione, gli aspiranti produttori non guardano più solo alla Calabria, la Sicilia e la Puglia, ma anche alla Sardegna e alla Liguria. Ed è proprio qui, in Liguria, che gli esperimenti di adattamento al clima dei frutti tropicali sono stati tramandati alla Storia grazie alle parole di Italo Calvino, il cui padre portò l’avocado da Cuba, insieme ad altre piante esotiche, negli anni ‘40. Nel suo libro autobiografico Eremita a Parigi Calvino scrive: “Ho vissuto coi miei genitori a Sanremo fino a vent’anni, in un giardino pieno di piante rare ed esotiche”. Fra le quali, appunto, l’avocado. In questo volume, troverete un gran numero di ricette per preparare l’avocado sfruttandone appieno tutte le straordinarie poten- zialità. 20
Oh, cavolo! Grazie alle sue straordinarie capacità nutritive e terapeutiche il cavolo è tra gli alimenti su cui si concentrano più aneddoti e storie interessanti. Già al tempo degli antichi Romani, Marco Catone e Apicio ne lodavano le qualità. “Nel cavolo cappuccio erano epilogate tutte le virtù e i sapori dell’altr’erbe; vale a dire che di questa foglia n’erano avidissimi anche gli antichi, siccome ne sono i moderni”. A scriverlo è il cuoco settecen- tesco Vincenzo Corrado nel suo ricettario Del cibo pitagorico, ovvero Erbaceo per uso de’ nobili e de’ letterati (Napoli, 1781). In effetti, Marco Porcio Catone (detto il Censore) fu un grandissimo estimatore e con- sumatore del cavolo, che considerava un ottimo rimedio contro diversi disturbi, tra i quali l’impotenza e l’ubriachezza. Gli effetti benefici delle brassicacee (o crucifere, la grande famiglia a cui appartengono diversi tipi di cavolo) venivano considerati uno dei segni più tangibili della su- periorità dei rimedi naturali romani rispetto alla medicina greca. Oggi il cavolo non gode di una buona fama, a causa del linguaggio cor- rente che lo utilizza in modo dispregiativo (da “giornata del cavolo” a “cavoli amari”, in gergo indica sempre qualcosa di spiacevole). Ma non è sempre stato così, anzi. Anche dopo gli antichi Romani, il cavolo conso- lidò la sua buona nomea grazie a dei particolari avvenimenti che lo fe- cero entrare, a buon diritto, nella Storia. Dopo la scoperta dell’America, ad esempio, fu l’alimento che rivoluzionò le scorte delle imbarcazioni oceaniche che si apprestavano alla grande traversata. Durante i primi viaggi, molti marinai si ammalarono gravemente a causa della malnu- trizione cui erano esposti stando tanti giorni in mare, con la dispensa ormai esaurita o andata a male. La carenza di vitamina C, se prolungata nel tempo, può infatti condurre a gravissimi danni all’apparato nervoso e gastrico, fino alla morte. Tuttavia si scoprì che quei sintomi potevano essere scongiurati semplicemente aggiungendo alla dieta dei marinai gli agrumi e, soprattutto, il cavolo (a quel tempo reperibile in grande quantità nei Paesi nordici). Da allora, questo ortaggio fu immancabil- mente presente nelle dispense delle navi che volgevano la prua ver- so l’Atlantico. Allo stesso modo, fu grazie alle scorte dei cavoli se tra il 1700 e il 1800 furono possibili le campagne di pesca lunghe mesi delle 21
baleniere che, malauguratamente, provocarono un vero e proprio ster- minio di foche e cetacei nel giro di poche decine di anni. Il cavolo è anche fortemente radicato nella tradizione popolare. In quan- to cibo “povero” e a buon mercato, si presta infatti a diverse preparazioni per zuppe e minestre, ottimo sia da solo che accompagnato ad altri in- gredienti come la carne di maiale (nella tipica ricetta lombarda, la cas- sœula). Ancora pochi decenni fa, il cavolo esercitava una valenza sim- bolica speciale nella cultura contadina, che assimilava le foglie centrali (cappuccio) alle parti intime femminili ed il gambo a quelle maschili. E’ da qui che proviene la credenza che i bambini nascano “sotto i cavoli”. Ma l’aneddoto più incredibile sulla brassica oleracea (denominazione ufficiale del cavolo) riguarda il salvataggio dell’arto di un fortunato car- rettiere originario di Mancenans (Doubs). A raccontarci la storia, che si svolge nell’Ottocento, è il dottor Jean Valnet (Francia, 1920-1995), il quale racconta come il pover’uomo cadendo da un veicolo si procurò delle gravissime ferite, dato che una delle ruote gli passò sopra la gamba. Visitato dai migliori medici della zona, ebbe il responso unanime che la gamba andava amputata, un rimedio all’epoca piuttosto comune per evitare la necrosi. Disperata, la madre dell’uomo decise di rivolgersi a un prete di Saint-Claude nei confronti del quale riponeva particolare fidu- cia, Liovat, il quale le disse di ricoprire tutta la gamba del paziente con delle foglie di cavolo (purtroppo non sappiamo di quale varietà). Pronta a tutto pur di dare una possibilità al figlio, la signora seguì il consiglio del prete. Il giorno dopo, quando il chirurgo venne al capezzale del ma- lato per eseguire la terribile operazione, seppe che il paziente era riusci- to a dormire per l’intera notte, non più assillato dal dolore, e che al suo risveglio riusciva addirittura a muovere la gamba. Nel giro di 8 giorni, grazie agli impacchi di cavolo, il carrettiere era completamente guarito. Questa storia è stata pubblicata su A. Blanc, Notice sur les propriétés médicinales de la feuille de chou et sur son mode d’emploi, 1881. Il libro è stato ristampato ed è disponibile in lingua francese sul sito delle Edi- tions Lacour. Ed è sempre Jean Valnet a riportarci le parole del medico Rembert Do- dens, dottore dell’imperatore di Germania nel 1550: “Il succo di cavolo ammorbidisce il ventre e fa andare di corpo. Pulisce e guarisce le vec- chie ulcere. Il succo di cavolo, mescolato al miele, dà uno sciroppo che 22
guarisce la raucedine e la tosse. Le foglie cotte e applicate sulle ulcere erose le modificano e guariscono. Quelle verdi triturate a lungo posso- no essere applicate su piaghe e tumori per guarirli”. Tra le mille preparazioni e i derivati del cavolo cappuccio, ricordiamo i crauti, un contorno tipico della cucina tedesca, sbarcati in Italia durante la dominazione asburgica. Per lungo tempo “snobbati” dalla borghesia e considerati alla stregua di un cibo “scadente”, hanno invece riscosso un grande successo nelle tavole popolari, in particolare in montagna dove la povera gente faticava a reperire verdure commestibili durante i mesi invernali: i crauti erano così considerati “cibo di sopravvivenza” insieme al maiale. Detti anche “cavoli acidi” o “cappucci acidi”, si otten- gono attraverso la fermentazione lattica del cavolo cappuccio. Per conoscere meglio questo alimento utilizzatissimo tanto in cucina quanto nel parlato, vediamo alcune delle sue tipologie più comuni, che si distinguono a seconda del tipo di foglie, colore, forma e gusto. Cavolo nero Il cavolo nero appartiene alla varietà dei cavoli “da foglia”, che a diffe- renza dei cavolfiori e dei broccoli non sviluppano una testa centrale. A seconda del clima in cui cresce può comportarsi come pianta annuale o biennale. Viene coltivato in diverse parti del mondo per via del valo- re nutritivo delle sue foglie. È possibile trovarlo in Portogallo, Spagna, Italia, Balcani, Stati Uniti, Brasile, ma anche nel nord dell’India e in va- rie zone dell’Africa. Vanta diverse proprietà: ricchissimo di antiossidanti, sali minerali e vitamine (la C in particolare), funge anche da antinfiam- matorio naturale, oltre ad essere in grado di rinforzare le difese immu- nitarie. Rappresenta un formidabile scudo naturale contro l’influenza. Cavolo riccio o kale Appartiene e alla varietà dei cavoli da foglia e possiamo trovarne diversi tipi a seconda che le sue foglie siano verdi o porpora, lisce o ricce. Fra le particolarità del cavolo riccio vi è quella di contenere pochi grassi, di cui molti sono omega-3, in particolare acido alfa linolenico. Dato il basso contenuto di calorie, il cavolo riccio è uno dei cibi più densi di nutrimento 23
esistenti, con un apporto vitaminico straordinario. Contiene il 206% della dose giornaliera raccomandata di vitamina A (da beta carotene), il 684% della vitamina K ed il 134% della vitamina C. E’ inoltre ricco di rame, potassio e magnesio. Broccoli Appartenenti alla famiglia delle crocifere al pari di cavoli, cavolfiori, verze e cavoletti di Bruxelles, i broccoli sono un vero toccasana. Se consuma- ti crudi, ne bastano 100 grammi per fare un pieno di vitamina C (150% della dose giornaliera raccomandata). Contengono inoltre sali minerali come lo zinco ed il ferro, vitamine del gruppo B e K e circa 2,8 grammi di proteine. Efficacissimi antiossidanti naturali, proteggono gli occhi e le ossa, sono ricchi di fibre e aiutano ad abbassare il colesterolo. Chi assu- me farmaci anticoagulanti dovrebbe valutare attentamente la quantità di broccoli da assumere nella propria dieta, in quanto l’elevata quantità di vitamina K integra l’azione dei suddetti medicinali. Appartengono alla famiglia dei broccoli il cavolo romano e i cavolini di Bruxelles. Cavolfiore Il cavolfiore (brassica oleracea var. botrytis) è una particolare varietà di cavolo, dotata di infiorescen- ze commestibili. È un alimento prezioso grazie ai suoi principi nutritivi: fra gli altri, potassio, calcio, fosforo, ferro, acido folico e vitamina C. Sono antibatterici, antinfiammatori, antiossidan- ti, depurativi, rimineralizzanti e favoriscono la rigenerazione dei tessuti. Stimolano il funziona- mento della tiroide e sono utili nell’alimentazione di chi soffre di colite ulcerosa. Cime di rapa Le cime di rapa sono una vera e propria colonna portante della nostra cucina tradizionale. In quanto appartenenti alla preziosa famiglia delle brassicacee, vengono spesso citate come protezione contro lo sviluppo di patologie severe grazie all’elevato contenuto di antiossidanti. 24
Vantano Inoltre un modesto apporto calorico, oltre ad elevate quantità di fibre, minerali, ferro, calcio, vitamine A, C, K e B magnesio. Sono inve- ce sconsigliate per chi ha problemi di iperuricemia e/o gotta. Verza o cavolo verza La verza è una pianta nota fin dall’antichità per le sue proprietà medi- cinali. I Romani la utilizzavano come antidoto o trattamento preventi- vo per l’ubriachezza e come disinfettante in caso di ferite sotto forma di impacco. Possiede anche proprietà lassative e diuretiche grazie al buon apporto di potassio e al basso contenuto di sodio. Funge anche da antiossidante naturale grazie all’elevata quantità di vitamina E e C. Contiene anche calcio, fosforo, magnesio, zinco, ferro e vitamina A. Alla vista è molto simile al cavolo cappuccio, ma a differenza di quest’ultimo possiede delle foglie grinzose. Cavolo rapa Il cavolo rapa è un ortaggio poco conosciuto, ma decisamente saporito. E’ composto da una sfera ampia e tonda (detta anche “testa”), grande poco più di una mela, su cui crescono foglie verdi, anch’esse commesti- bili. È ricco di fibre, vitamina C e antiossidanti. In natura vi sono tre tipi di cavolo rapa: bianco, verde chiaro e violetto. 25
LE RICETTE Fighter foods d’Autore Matteo Zonarelli 26
“Al giorno d’oggi si parla molto di prevenzione, soprattutto in ambito medico. Per questo motivo anche il focus sul cibo è inevitabilmente cambiato, iniziando ad essere considerato come la “medicina” che noi tutti assu- miamo quotidianamente. Nel mondo della ristorazione, noi cuochi siamo sempre più concentrati sull’impatto gustativo e visivo del piatto, ma grazie all’opportunità di lavorare a questo progetto ho guardato le cose da una diversa pro- spettiva. Quello che la natura ci offre, se viene lavorato con coscienza e amore, oltre che essere un’ottima cura per l’anima può portare grande bene- ficio anche alla nostra salute fisica. Penso sia necessario sfatare il mito che mangiare in maniera salutare significhi per forza mangiare male, o sacrificando il buon gusto. Mi auguro che in futuro il legame tra cibo e salute sia sempre più preso in considerazione, non solo da parte dei medici ma anche da parte di chi, come me, ha fatto dell’amore per il cibo il proprio lavoro”. Matteo Zonarelli 27
Fighter Foods d’Autore di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Ricciola, avocado e pinoli Pulire la ricciola privandola della pelle, metterla a marinare in acqua salata al 10% (1litro di acqua per 100 g di sale) e lasciarla riposare in frigo per 30 minuti. Tostare i pinoli a 160° in forno statico per circa 8 minuti, lasciarli raffreddare, frullarli con il triplo dell’acqua, e infine filtrarli. Pelare l’avocado, rimuovere il seme e tagliarlo a fettine sottili per il verso lun- go. Tagliare la ricciola optando per un taglio obliquo, cercando così di ottenere fette lunghe e sottili. Su un tagliere, alternare, scalandole orizzontalmente, una fetta di avocado a una di ricciola. Matteo Zonarelli, 28 anni, bolognese. Inizia la sua carriera giovanissimo sotto la guida del maestro Vissani, per poi spostarsi a Brescia due anni dopo presso il ristorante “Miramonti l’Altro”. È nel 2014 che decide di voler esplorare tra- dizioni diverse da quelle della sua amata Italia, partendo dalla Danimarca (ristorante “Studio”, Copenaghen). È poi il turno della Cina, al ristorante “otto e mezzo Bombana” (Macao) nel ruolo di ju- nior sous-chef. Nel 2016 vince il San Pellegrino Young chef per il Nord Asia. Nel 2017 sceglie come sua ultima tappa estera il ristorante Boragò a Santiago del Cile, come sous-chef di Rodolfo Guzmán. Torna in Italia un anno dopo, presso “Oste- ria francescana” con Massimo Bottura, dove lavora attualmente. 28
Con l’aiuto di un coppapasta della dimensione desiderata, coppare la compo- sizione in modo tale da ottenere un cerchio perfetto. Impiattamento: trasferire il cerchio su un piatto, versare intorno la salsa di pi- noli e guarnire con foglie di basilico. Per 4 persone Ingredienti 40 g Pinoli 120 g Acqua 150 g Ricciola pulita Sale q.b. 150 g Avocado Basilico VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 9g PROTEINE 22 g di cui ZUCCHERI 0g GRASSI 28 g FIBRA 6g di cui SATURI 3g 29
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Cavolfiore e curry Dal centro di ciascun cavolfiore tagliare 2 fette dello spessore di circa 5 cm. Usare alcune delle rosette rimaste per ottenere 6 fettine sottili (per porzione) da mettere in acqua e ghiaccio. Con il resto, creare una sorta di couscous di cavolfiore grattando la parte esterna con un coltellino e sbollentarlo 1 minuto in acqua salata. In una pentola mettere gli scarti del cavolfiore con il triplo di acqua e 5 g di curry, far bollire per circa 30 minuti. Terminata la cottura del cavolfiore, filtrare con un colino ottenendo un liquido. In un pentolino mettere il 15% del cavol- fiore bollito e aggiungere il liquido filtrato, far ridurre della metà, frullare il tutto ed infine filtrare nuovamente ottenendo così la salsa. Frullare il restante cavolfiore bollito fino ad ottenere una purea. In una padella mettere 20 cl di olio, le fette più spesse del cavolfiore e una spolverata di curry. Cuocere a fuoco lento senza mai girare la fetta per circa 10 minuti con coper- chio. Terminare la cottura per altri 3-4 minuti senza coperchio fino ad ottenere un risultato leggermente caramellato su un lato della fetta. Impiattamento: Posizionare la fetta caramellata del cavolfiore al centro del piatto. Creare dei puntini di purea sopra la fetta e appoggiarci le fettine sot- tili precedentemente lasciate in acqua e ghiaccio. Aggiungere su un angolo della fetta un cucchiaio abbondante di couscous di cavolfiore e dalla parte opposta formare una quenelle con la purea. Decorare infine il piatto con pun- tini di salsa. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 14 g PROTEINE 15 g di cui ZUCCHERI 11 g GRASSI 10 g FIBRA 10 g di cui SATURI 1g 30
Per 4 persone INGREDIENTI 2 Cavolfiori (1 kg l’uno) 10 g Curry Acqua 40 g Olio extravergine 31
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Alici, cipolla e goji Pulire le alici privandole della testa, interiora e spine, mantenendo i due filetti attaccati. Tenere da parte le spine. Pulire i filetti sotto l’acqua, ricoprirne 24 con sale fino, lasciando marinare in frigo per mezz’ora. Lavarli poi dal sale con acqua corrente, facendo attenzione a non rovinarli. Pulire la cipolla e tagliarla a julienne, cuocerla con 20 g di olio e l’aceto di vino, aggiungendo acqua di tanto in tanto per 30 minuti. Aggiungere poi le bac- che di goji e cuocere per altri 10 minuti. Tagliare i filetti rimanenti di acciughe in 3 e aggiungerli alla cipolla cuocendo il tutto per un ultimo minuto. Sciacquare sotto acqua corrente le spine delle alici, asciugarle e friggerle nell’olio di semi. Stendere su un foglio di pellicola unto con olio 6 filetti di acciuga sovrappo- nendoli negli estremi, riporre poi il foglio in una ciotola piccola, in modo che assuma una forma arrotondata. Inserire il composto di cipolla e creare un fagotto chiudendo la pellicola (ripe- tere per ciascuna porzione). Impiattamento: posizionare il fagottino capovolto al centro del piatto, inse- rendo le spine fritte e alcune foglie di finocchietto. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 13 g PROTEINE 39 g di cui ZUCCHERI 11 g GRASSI 34 g FIBRA 2g di cui SATURI 5g 32
Per 4 persone INGREDIENTI 500 g Alici (circa 30) 400 g Cipolla Giarratana 100 g Aceto di vino bianco 40 g Bacche di goji 40 g Olio extravergine Sale q.b. 20 g Finocchietto 100 g Olio di semi (per friggere) 33
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Tofu di mandorle e mousse di yogurt Far bollire la soia precedentemente ammollata in acqua con 500 g di acqua, successivamente frullare e filtrare, ottenendo circa 400 g di latte. Frullare il latte ottenuto con 150 g di acqua e le mandorle (sia quelle pelate che quelle non pelate), poi filtrare. Mettere il contenuto in un pentolino e portare a 85°. Trasferirlo poi in una bacinella di vetro, aggiungere il nigari precedentemente sciolto in poca acqua e il succo di limone. Mescolare per pochi secondi, coprirlo e lasciare riposare per 10 minuti circa a temperatura ambiente. Passati i 10 minuti versare in un colino foderato con un canovaccio pulito, e lasciare sgocciolare il siero ottenuto in una bacinella in frigorifero. Lasciare scolare lo yogurt greco in un colino foderato con un canovaccio puli- to, in modo che perda tutto il siero. Ammollare la gelatina in acqua fredda per qualche minuto. Unire gli albumi e lo zucchero e cuocere a bagnomaria fino a raggiungere la temperatura di 60°, mescolando con una frusta continuamente. Contemporaneamente sciogliere la gelatina anch’essa a bagnomaria. Trasferire gli albumi in una planetaria e montarli con una frusta aggiungendo a filo la gelatina sciolta. Unire la meringa ottenuta con lo yogurt scolato. Tostare le mandorle per 12 minuti a 150° in forno ventilato. Impiattamento: creare la forma desiderata con il tofu al centro del piatto. Co- prire con la mousse di yogurt utilizzando una sac à poche e infine inserire le mandorle tostate. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 19 g PROTEINE 18 g di cui ZUCCHERI 16 g GRASSI 20 g FIBRA 4g di cui SATURI 2g 34
Per 4 persone INGREDIENTI 50 g Soia (mettere a bagno per 10 ore) 100 g Mandorle pelate (mettere a bagno per 10 ore) 100 g Mandorle non pelate (mettere a bagno per 10 ore) 60 g Mandorle a scaglie 80 g Albume 100 g Zucchero di canna 1 foglio di colla di pesce 400 g Yogurt greco 3 g Sale di nigari (cloruro di magnesio) 650 g Acqua 15 g Succo di limone 35
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Zucchina “ripiena” Tritare finemente le teste del calamaro e condire con curcuma, erba cipollina tritata, un pizzico di sale e l’albume, mescolare bene e mettere in un sac à poche. Eliminare le estremità delle zucchine e tagliarle a fette per il lungo, ricavan- done circa 8 da ognuna. Stendere le fette su un piano e sovrapporre le estremità finali, (4 fette per porzione) salandole. Spalmare lungo le strisce di zucchine sovrapposte il contenuto del sac à po- che, livellando il tutto con una spatola. Arrotolare le strisce su loro stesse e chiuderle con lo spago. Tostare il sesamo in padella per 3 minuti, muovendolo sempre. Frullare 40 g di sesamo tostato con il miso e 50 g di acqua, infine filtrare (se risulta troppo densa, aggiungere un altro po’ di acqua). In una padella mettere l’amido di mais con 80 g di acqua e olio extravergine, addensare sul fuoco e traferire la girella di zucchina in padella, coprendola con un coperchio. Cuocere a fuoco medio per circa 5-6 minuti. Scottare in padella i tentacoli del calamaro, salandoli. Ultimata la cottura, cospargere la girella di zucchina con il resto del sesamo tostato. Impiattamento: mettere la girella sulla parte sinistra del piatto, su quella de- stra i tentacoli e la salsa di miso ed il sesamo sotto. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 15 g PROTEINE 57 g di cui ZUCCHERI 0g GRASSI 17 g FIBRA 1g di cui SATURI 1g 36
Per 4 persone INGREDIENTI 4 Calamari (600 g già puliti) 2 Zucchine (500 g) 80 g Sesamo 20 g Erba Cipollina 8 g Curcuma 20 g Olio extravergine 30 g Albume d’uovo 40 g Miso 10 g Amido di mais 37
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Merluzzo, cipollotto e limone bruciato Bruciare il limone in forno ventilato a 200° per un’ora e mezza circa, lasciarlo poi un’altra ora e mezza a 150°. Quando sarà completamente secco, frullarlo per ottenere una polvere. Tagliare 4 rettangoli dal filetto di merluzzo da circa 60 g l’uno e tenere da parte gli scarti. Tagliare grossolanamente la sogliola e tostarla in pentola con gli scarti di mer- luzzo, coprire poi con acqua e far bollire per un’ora. Filtrare il brodo ottenuto e far ridurre di circa la metà sul fuoco, lasciare poi raffreddare a temperatura ambiente. Montare il brodo ridotto con l’olio di semi, come fosse una maionese, regolan- do di sale. Tagliare il cipollotto (vedi foto), e cuocerlo in padella. Salare i rettangoli di merluzzo, cuocere in padella per 2/3 minuti su due lati con olio extravergine. Passare un solo lato nella polvere di limone bruciato. Impiattamento: posizionare il filetto di merluzzo sulla sinistra del piatto, il ci- pollotto in alto a destra, e la salsa in basso. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 4g PROTEINE 37 g di cui ZUCCHERI 1g GRASSI 29 g FIBRA 1g di cui SATURI 3g 38
Per 4 persone INGREDIENTI 500 g Filetto di merluzzo 120 g Cipollotti (4 pz) 1 Limone 1 sogliola da 300 g 80 g Olio di semi 40 g Olio extravergine di oliva 39
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Polipo e fagioli neri Mettere a bagno i fagioli per una notte. Cuocere i fagioli in acqua salata finché non saranno morbidi, scolarli e lasciarli asciugare, infine frullarli. Riempire una pentola di acqua e aggiungere sedano, carota, cipolla i grani di pepe e metà del prezzemolo, salare e mettere sul fuoco. Una volta raggiunto il bollore immergere per tre volte i tentacoli del polipo, inserirlo poi totalmente e lasciare cuocere per 40 minuti/1 ora (se si ha una pentola a pressione fare lo stesso procedimento e lasciare cuocere altri 20 minuti dopo il fischio). Sbollentare il restante prezzemolo per 2 minuti circa, frullarlo, e setacciarlo regolandolo di sale. Fare una leggera incisione sulla parte superiore dei pomodorini, sbollentare poi per 10 secondi e raffreddare in acqua e ghiaccio. Pelare i pomodorini, salare e zuccherare (usando lo zucchero di canna), semi- seccarli successivamente in forno ventilato a 120° per circa un’ora. Pulire l’aglio e privarlo dell’anima, portarlo a bollore per 4 volte partendo sem- pre da acqua fredda, infine frullarlo e regolare di sale. Scottare il polipo in padella. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 30 g PROTEINE 37 g di cui ZUCCHERI 6g GRASSI 2g FIBRA 9g di cui SATURI 0g 40
Per 4 persone INGREDIENTI 1 Polipo (500 g) 1 Aglio intero Pomodorini datterini (20 pz) 160 g Fagioli neri 1 Sedano 1 Carota 1 Cipolla 10 g Pepe nero 100 g Prezzemolo 10 g Zucchero di canna 41
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Linguine capesante, capperi e limone Per 4 persone INGREDIENTI 200 g Capesante (4 circa) 80 g Corallo di capesante (4 circa) 1 Limone 30 g Capperi (20 circa) 350 g di Linguine 1 Spicchio d’aglio 40 g Olio extravergine Sale q.b. Dividere le capesante dal corallo, tagliarle a piccoli cubetti, condirle con buc- cia di limone grattugiata, olio extravergine e sale. Setacciare il corallo. Cuocere le linguine in acqua bollente salata. In una padella insaporire 10 g d’olio con uno spicchio d’aglio, aggiungere un minuto dopo i capperi, e infine un po’ d’acqua di cottura della pasta. Scolare la pasta, terminando gli ultimi minuti di cottura nella padella con il resto degli ingredienti. Spegnere il fuoco e mantecare con la crema ottenuta dai coralli. Impiattamento: con l’aiuto di un coppapasta mettere alla base il crudo di ca- pesante, appoggiare sopra le linguine a nido e terminare con una grattata di buccia di limone. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 66 g PROTEINE 23 g di cui ZUCCHERI 4g GRASSI 11 g FIBRA 1g di cui SATURI 1g 42
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Fregola e cavolo riccio Per 4 persone INGREDIENTI 350 g Fregola 340 g Kale (cavolo riccio) 350 g Spinaci 150 g Prezzemolo 80 g Olio extravergine Sale q.b. Privare del gambo gli spinaci, 200 g di kale e il prezzemolo, e sbollentare le foglie per un minuto. Raffreddare subito con acqua e ghiaccio. Scolare le foglie e frullarle con acqua, che deve essere il doppio rispetto al peso delle foglie, infine filtrare. Seccare 60 g di kale in forno a 80°. Ripassare in padella 80 g di kale con 10 cl di olio e un pizzico di sale. Trattiamo la fregola come fosse riso partendo dalla tostatura per circa due minuti in pentola. Bagnare la fregola con il brodo verde ottenuto dalle foglie e portare a cottura (il tempo di cottura varia a seconda del tipo di fregola). Infine mantecare la fregola con 40 g di olio, parmigiano a piacere e il kale precedentemente spadellato. Impiattamento: riporre la fregola sul piatto inserendo in modo sparso le fo- glie di cavolo seccate in forno. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 80 g PROTEINE 18 g di cui ZUCCHERI 1g GRASSI 21 g FIBRA 5g di cui SATURI 9g 43
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Pollo e Porro Far ridurre sul fuoco il vino rosso di circa metà. Mettere le alette di pollo in una pentola, coprirle con acqua, aggiungere il vino ridotto e lasciare sobbollire per 2 ore. Filtrare e lasciar ridurre sul fuoco fino a che la salsa non sarà abbastanza den- sa. Avvolgere i porri nella carta stagnola e cuocerli in forno ventilato a 200° per un’ora. Inciderli per il lungo senza tagliare il cuore del porro, togliere la parte più interna (tenerla da parte) e gli strati più esterni. Aprire a foglio e tagliarli formando un rettangolo di circa 10 cm x 8 cm. Sa- lare, pepare e arrostire le cosce in una pentola, aggiungere la parte interna del porro che era stata messa da parte, coprire con acqua, e lasciar cuocere coperto per due ore a fuoco basso. Raffreddare, togliere la pelle e sfilacciare la carne. Condire con olio, sale, pepe, timo tritato e buccia di limone grattugiata. Formare dei cilindri con la carne, appoggiarli su foglio di porro e arrotolare su loro stessi. Tagliare dei cubetti di pane, tostarli in padella per 2 minuti. Tostare le nocciole a 160° in forno ventilato per 15 minuti, farle raffreddare e tagliarle grossolanamente. Togliere la pelle dai petti e tritare il filetto del petto unendolo al timo tritato, alle nocciole e ai cubetti di pane, albume salare e pepare. Cospargere la superfice del petto con il ripieno ottenuto, coprire con la pelle e conservare in frigorifero con un peso sopra. Riporlo su una padella con un po’ d’olio, sempre mantenendo un peso sopra, e cuocere a fuoco medio per 5 minuti fino a che la pelle non risulterà dorata e croccante. Spegnere il fuoco e girare il petto dalla parte opposta per un minuto. Riscaldare in forno il porro ripieno, spennellandolo con un po’ di riduzione a 200° per 5 minuti. Tagliare il petto a metà per il lungo. Impiattamento: disporre il petto sulla sinistra del piatto, il porro ripieno a de- stra e sotto un cucchiaio di salsa. 44
Per 4 persone INGREDIENTI VALORI NUTRIZIONALI 1 Pollo (1 kg) (PER 40 g) (salata) 2 Porri CARBOIDRATI 23 g 50 g Pane di cui ZUCCHERI 3g 20 g Timo FIBRA 3g 40 g Olio extravergine PROTEINE 66 g 40 g Nocciole GRASSI 29,5 g 1 kg Alette di pollo (se si desidera fare anche di cui SATURI 8g la salsa) 150 ml Vino rosso 1 Limone 30 g di Albume 45
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Barbabietola in consistenza Per 4 persone INGREDIENTI Barbabietola 1 kg (10 barbabietole medie) 40 g Olio extravergine Sale q.b. Timo limonato Rose secche Pelare 9 barbabietole tenendone una cruda da parte e infornarle a 165° per circa due ore (forno ventilato). Terminata la cottura tagliarne 4 in modo grossolano e condirle con olio e sale, come fosse una tartare. Tagliare 3 barbabietole a fette di 2 mm di spessore e asciugarle in forno a 100° per circa 25 minuti, girandole 2 volte, fino a che non risulteranno semisecche. Estrarre il succo delle ultime due barbabietole cotte, attraverso un estrattore, filtrare e aggiustare di sale (nel caso in cui non si abbia a disposizione l’estrat- tore si potrà comunque procedere frullando le barbabietole con il doppio dell’acqua). Pelare la barbabietola cruda e tagliarla a fette di 2 mm di spessore. Seccare le fette in forno ventilato a 80° per circa 30 minuti. Impiattamento: riporre al centro di un piatto fondo la tartare e ricoprirla alter- nando le fettine di barbabietola semisecche con quelle secche. Aggiungere alcune foglie di timo limonato e petali di rose secche. Servire con il succo di barbabietola. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 25 g PROTEINE 5g di cui ZUCCHERI 26 g GRASSI 9g FIBRA 0g di cui SATURI 1g 46
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Uova asparagi e alloro Per 4 persone INGREDIENTI 4 Uova 250 g Asparagi (circa 8) 30 g Foglie di alloro 30 g Olio extravergine Sale q.b. 40 g Parmigiano reggiano grattu- giato Tagliare 4 asparagi con un pelapatate per il lungo, e sbollentarli in acqua sa- lata per 5 secondi. Bardare i lati interni di un coppapasta rotondo della misura desiderata con parte delle fettine sbollentate e posizionarlo su un foglio di carta forno. Ripe- tere l’operazione per le altre tre porzioni. Pelare gli altri 4 asparagi e tagliarli grossolanamente a cubetti. Spadellare i cubetti ottenuti con un filo d’olio e salare. Dividere gli albumi dai tuorli. Montare gli albumi con 2 g di sale. Seccare le foglie di alloro in forno a 60° e frullarle fino ad ottenere una polvere. Riempire metà del coppapasta con parte dell’albume montato, aggiungere gli asparagi spadellati, il tuorlo e il parmigiano grattugiato. Ricoprire con l’al- bume montato. Scaldare la padella e mettere la carta da forno con sopra lo stampo a cuocere per circa 3-4 minuti con coperchio e fuoco al minimo. Impiattamento: Riporre lo stampo sul piatto con l’aiuto di una spatola, toglier- lo delicatamente e spolverare con la polvere di foglie di alloro. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 4g PROTEINE 22 g di cui ZUCCHERI 0g GRASSI 33 g FIBRA 4g di cui SATURI 9g 47
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Salmone e Finocchio Tagliare a metà i finocchi, incidere nel punto in cui i petali si collegano alla parte centrale, in modo tale da ottenere 5 petali di finocchio. Ricomporre i finocchi in padella e metterli a cuocere a fiamma media con metà dell’olio e sale fino a che non si formerà una crosta leggermente dorata. Mettere nella padella un dito di acqua, coprire e cuocere per 10 minuti. Toglie- re il coperchio e far restringere tutta l’acqua, infine lasciare raffreddare. Coprire il salmone con sale fino per 10 minuti, poi sciacquarlo con acqua cor- rente. Tagliare il salmone orizzontalmente cercando di ricavare dei fogli sottili. Scomporre nuovamente i finocchi, e alternare i petali con i fogli di salmone. Girarli su loro stessi e livellare l’eccesso di salmone con un coltello cercando di mantenere la struttura originaria del finocchio. Cuocere coperti con stagnola in forno ventilato a 250° per 4 minuti. Una volta cotti, tagliarli a metà per il lungo. Sbollentare il finocchietto per 2 minuti, raffreddare in acqua e ghiaccio. Frullarlo aggiungendo acqua, l’altra metà d’olio e sale ed infine filtrare tutto ottenendo la salsa. Impiattamento: mettere al centro del piatto le due metà di finocchio, una più in alto e una più in basso. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 4g PROTEINE 25 g di cui ZUCCHERI 2g GRASSI 26 g FIBRA 3g di cui SATURI 4g 48
Per 4 persone INGREDIENTI 500 g Salmone 2 Finocchi (300 g l’uno) 100 g Finocchietto 40 g Olio extravergine 49
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Raviolo verza e tuorlo marinato Coprire completamente due tuorli con sale fino e lasciar marinare per 20 ore in frigorifero. Impastare la farina con 2 uova e 3 tuorli e lasciare riposare l’impasto per una mezz’ora in frigo, coprendolo con pellicola. Staccare i primi tre strati delle foglie della verza cercando di mantenerne la forma e sbollentare per un minuto in acqua salata. Raffreddare la verza in acqua e ghiaccio e ricavare dei dischi dalle foglie uti- lizzando un coppapasta di 6 cm. Avvolgere metà delle restanti foglie in carta stagnola e cuocerle a 200° in for- no ventilato per un’ora. Una volta tolte dal forno, estrarre il succo delle foglie tramite un estrattore (se non si possiede un estrattore, usare un frullatore e la stessa quantità di acqua). Mettere il liquido estratto in un pentolino e far ridurre di circa la metà. Montare il liquido ridotto con l’olio extravergine tramite una frusta. Tagliare a julienne l’altra metà delle foglie e cuocere in pentola fino a cottura, salando (aggiungere un po’ d’acqua se necessario). Frullare le foglie cotte e mettere in un sac à poche. Stendere la pasta e dividerla in due parti. In una delle due parti creare dei buchi di 3 cm attraverso il coppapasta. Nell’altra adagiare il ripieno che era stato messo nel sac à poche (circa 5 gram- mi per ogni raviolo) e sopra a ciascuna pallina di ripieno appoggiare un disco di foglia di verza realizzato precedentemente. Sovrapporre il lato di pasta con i buchi sopra a quello con il ripieno e il disco di foglia. Pressare bene i contorni dei ravioli. Coppare con un coppapasta di 6 cm di diametro i ravioli. Lavare i tuorli marinati con acqua fredda eliminando il sale. Sovrapporre due fogli di pellicola trasparente e ungere la superfice con un po’ di olio, appoggiare sopra ad esso il tuorlo e coprirlo con un altro doppio strato di pellicola anch’esso leggermente unto. Piegare i vari lati su se stessi formando un quadrato di circa 12x12 cm e sten- derlo con il mattarello fino a che non risulterà fine (ripetere la procedura per tutti i tuorli). 50
Togliere lo strato superiore di pellicola e coppare con un coppapasta di 3 cm. Cuocere i ravioli in acqua bollente salata per 2 minuti. Spadellare i ravioli con parte della riduzione ottenuta precedentemente. Impiattamento: Posizionare per ogni porzione 4 ravioli sul piatto e appoggia- re su ognuno di essi il disco di tuorlo marinato. Versare infine la salsa ottenuta dalla riduzione completando il piatto. Per 4 persone VALORI NUTRIZIONALI (PER 40 g) (salata) INGREDIENTI CARBOIDRATI 63 g 300 g Farina 00 di cui ZUCCHERI 2g 4 Tuorli d’uovo FIBRA 10 g 2 Uova intere PROTEINE 20 g 1 kg Verza GRASSI 19 g 40 g Olio extravergine d’oliva Sale q.b. di cui SATURI 4g 51
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Uovo, sedano rapa e semi di lino Pelare il sedano rapa e tagliarlo dandogli una forma rettangolare, tenendo gli scarti da parte. Avvolgerlo nella carta stagnola e cuocerlo in forno a 200° per circa 1 ora e mezza. Una volta cotto il sedano rapa tagliare delle fette sottili (1-2 mm) di circa 10 cm per 10 cm. Frullare gli scarti delle fettine, regolando di sale e pepe fino ad ottenere una purea. Arrostire in forno per 20 minuti alla stessa temperatura le castagne e gli scarti di sedano rapa che si erano tenuti da parte nel primo passaggio. Sbucciare le castagne e unirle in una pentola con gli scarti di sedano rapa arrostito coprendo con acqua fredda. Portare a bollore e lasciare sobbollire per circa 30 minuti, poi filtrare e ridurre il brodo della metà su un pentolino. Unire il brodo ridotto al miso e glassare con esso le fettine di sedano rapa ste- se su una placca con carta forno con l’uso di un pennello. Cuocere in forno per circa 30 minuti a 150° girando e continuando a glassare le fette ogni 5 minuti. Portare a bollore 175 g di acqua e versarli sopra i semi di lino precedentemen- te uniti con l’amido di mais e mescolare fino a che non prenderà una consi- stenza solida e trasparente. Stendere sopra un silpat (o carta forno) e seccare in forno a 140° per 25-30 minuti. Scaldare l’olio a 100° in un pentolino e spegnere il fuoco, aggiungere i porcini secchi e coprire per 10 minuti. Frullare il tutto e filtrare con un panno. Cuocere le uova (intere e con guscio) con un roner a 64° per un’ora, raffred- dare in acqua e ghiaccio. Al momento del servizio rigenerare l’uovo a 60° per circa 30 minuti. Impiattamento: Posizionare un cucchiaio di purea di sedano rapa al centro del piatto. Aprire l’uovo, dividere il tuorlo dall’albume e posizionare il tuorlo sopra la pu- rea. Mettere attorno al tuorlo 5 fette di sedano rapa glassate e le chips di semi di lino. Completare con il brodo rimasto e qualche goccia di olio di porcini. 52
Per 4 persone INGREDIENTI VALORI NUTRIZIONALI 4 Uova (PER 40 g) (salata) 700 g Sedano rapa (circa 1pz) CARBOIDRATI 71 g 200 g Castagne di cui ZUCCHERI 13 g 30 g Porcini secchi FIBRA 30 g 50 g Olio extra vergine di oliva PROTEINE 30 g 20 g Miso GRASSI 30 g 50 g Semi di lino di cui SATURI 6g 10 g Amido di mais 175 g Acqua 53
Fighter Foods di Matteo Zonarelli “Osteria Francescana” - Modena Linguine capesante, capperi e limone Per 4 persone INGREDIENTI 300 g Riso Carnaroli 5 Carciofi 1 Carota 20 g Tè verde 30 g Punte di aghi di pino 50 g Olio extravergine Salvia Tagliare la carota a cubetti e soffriggere con poco olio (circa 10 grammi). Pulire i carciofi dalle foglie esterne e dalla barba centrale. Tagliarli in sei pezzi e metterli in padella con la carota. Salare e arrostire per 2/3 minuti, coprire poi con acqua e portare a cottura con coperchio, lasciando ridurre tutta l’acqua. Frullare e setacciare ottenendo una purea. Portare a bollore 1litro di acqua, mettere il tè in infusione per 3 minuti e infine filtrarlo. Frullare con 30 g di acqua il pino e filtrarlo. Tostare il riso per circa 2 minuti a fuoco medio, salandolo. Aggiungere a poco a poco il brodo di tè. A metà della cottura del riso aggiungere gradualmente la purea di carciofi. Quando il riso sarà cotto (circa 15 minuti) mantecare con olio e a piacere ag- giungere parmigiano reggiano. Impiattamento: versare al centro del piatto il riso, formare dei puntini con l’e- mulsione di pino, completare il piatto con qualche foglia di salvia. VALORI NUTRIZIONALI (PER PORZIONE) CARBOIDRATI 66 g PROTEINE 23 g di cui ZUCCHERI 4g GRASSI 11 g FIBRA 1g di cui SATURI 1g 54
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