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www.autistici.org/cam - www.myspace.com/lab_scossa Negli ultimi giorni un grido di rabbia e dolore è uscito dal C..P.T. di Modena. Nonostante l’inaccessibilità per chiunque all’interno delle mura del carcere, non è difficile capire cos’è successo: la ribellione autonoma dei reclusi contro la condizione di segregazione è stata sedata con una brutale violenza, che ha prodotto per ora due morti, decine di feriti e danni alla struttura per migliaia d’euro. Domenica 21 Ottobre un presidio in loro solidarietà davanti al carcere razziale ha scoperto che, oltre alla violenza fisica, è stata adottata un’arma meno visibile ma altrettanto letale per sedare la rivolta: nella campana per la raccolta del vetro davanti all’ingresso erano depositati centinaia e centinaia di flaconi contenenti psicofarmaci!! Non si può più tacere in questo momento storico in cui la guerra per l’espropriazione delle risorse e l’asservimento delle popolazioni si vengono sempre più a delineare anche sul fronte interno, con l’identificazione del Nemico nel migrante, nel povero e nel ribelle. Mentre i veri criminali e terroristi proseguono nel saccheggio armato di interi continenti, nella costruzione di mura (dalla Palestina al Messico) e galere, le nostre città vengono sempre più modellate come luoghi in cui l’unica libertà concessa è quella ai movimenti di capitali. La Fortezza Europa continua a fortificarsi, e le nuove politiche securitarie iniziano a far sentire pesantemente i loro effetti sulla vita quotidiana: i quartieri sempre più militarizzati e controllati con l’ausilio delle telecamere, i centri storici svuotati dalle persone per essere usati come vetrine, la repressione brutale di qualsiasi forma di insubordinazione, l’attacco a qualsiasi forma di stato sociale e di diritto conquistati nel passato, vengono appoggiati dalla propaganda mass- mediatica che cerca di identificare i problemi reali nei soggetti più poveri, per i quali nessun senso assume il confine fra legalità e illegalità, perché quando la legalità fa morire di fame o di freddo e la giustizia reprime, la resistenza è un atto legittimo e necessario.
Diffondere paura come forma di modificare l’esistente, di agire potenza performativa sul reale. controllo Il sogno del capitale di giungere ad una fluida estrazione di lavoro vivo senza ostacoli né E’ da ormai molti anni che si sta insinuando resistenze sembra a tratti realizzarsi nelle nelle pieghe sociali un sempre più subdolo e nostre città, dove la solitudine e l’estrema pervasivo modello di disciplinamento che, individualizzazione ed atomizzazione sta dalla costante repressione di ogni minimo producendo mondi sociali paralleli spesso tentativo di ribellione, al controllo sempre non in grado di comunicare, ambienti sociali più asfittico di strade, piazze e vite con la asettici attraversati da flussi di persone tecnologia (dalle onnipresenti telecamere, indirizzate nel loro agire unicamente dalla alle intercettazioni) e col rendere abitudinaria produzione e dal consumo. Il tanto decantato anche visivamente l’invasiva presenza di post-fordismo sta rendendo sempre più polizia, al continuo depotenziamento di impercettibile lo scarto fra tempo di lavoro e qualsiasi immaginario con prospettive di tempo di vita, i processi di valorizzazione si cambiamento, mira ad una stretta espandono progressivamente verso tutti gli fortemente autoritaria della vita sociale, per ambiti, gli spazi e i tempi, concedendo come rispondere alla crisi strutturale del capitalismo unica possibilità di autonomia individuale la globale. creatività lavorativa e la non-scelta fra In questo periodo di assestamento degli l’alienazione di fabbrica e quella delle nuove assetti geo-politici globali, si è assistito nei mansioni, creando processi di formazione nostri territori alla proposizione di una permanente di una forza lavoro che deve strategia di guerra interna ed esterna, i cui i essere sempre pronta a modellarsi con due fronti del conflitto non possono far altro estrema flessibilità alle esigenze padronali che compenetrarsi ed influenzarsi perdendo qualsiasi possibilità di separare la reciprocamente. La voracità con la quale le vita dal lavoro, di rifiutare il lavoro, di praticare esigenze sistemiche stanno forzosamente autonomia come individui e come classe. imponendo l’apertura di nuovi mercati e Il C.p.t. è l’emblema della nuovo paradigma dando vita ad una sorta di riedizione di governamentale: un violento disciplinamento un’accumulazione originaria, è direttamente in ruoli standardizzati e predefiniti di ogni connessa ai grandi flussi migratori che stanno soggettività, passando dall’internamento attraversando le nostre città; così come, coatto per mancanza di un documento (ed dall’Iraq, alla Palestina, all’Afghanistan, alla essendo il permesso di soggiorno legato Somalia ecc.. lo sfruttamento assume sempre all’avere un lavoro, risulta evidente come in più connotati di inclusione forzosa nel mercato realtà la questione sia la totale negazione del lavoro mondiale, pena la distruzione fisica della possibilità di movimento e di di vite culture città natura, nell’occidente migrazione autonoma e la volontà di utilizzare capitalistico è in atto uno sforzo di inclusione i flussi migratori solo come bacino di mano differenziale, un tentativo di massimizzare il d’opera a basso costo, fortemente ricattabile, profitto sussumibile da ciascun individuo da utilizzare come arma per abbassare i costi minimizzandone i costi in termini di rischi e le garanzie del nostro mercato del lavoro; il sociali e disarticolando costantemente la tutto ovviamente inscindibile dal parallelo composizione di classe riplasmandola su un attacco a tutte le modalità di welfare state), modello di azienda globale minima che vuole alla differenziazione e privatizzazione delle utilizzare la forza lavoro come fosse energia carceri, ed all’utilizzo dell’istituzione elettrica. repressiva più come spauracchio, come Questo meccanismo, negli anni, ha prodotto forma in primis di autodisciplinamento, che una distruzione soggettiva della capacità di come effettivo strumento di risoluzione dei riconoscersi e di conseguenza di agire come conflitti. entità collettiva, come parte in grado di Negli ultimi anni, con l’avvento del centro sinistra al governo, stiamo assistendo ad un pagina 2
www.autistici.org/cam - www.myspace.com/lab_scossa ulteriore inasprimento dell’offensiva della nostra società, stiamo assistendo alla capitalistica: dal livello amministrativo periodica rotazione di figure sociali mostrate cittadino (con sindaci come Cofferati, quali distruttive per il benessere, parlando di Leonardi, Zanonato e Chiamparino che volta in volta di rom, ultras, graffitari, centri sempre più chiedono poteri di polizia e sociali, rumeni, stupratori migranti (quando si criminalizzano ogni forma di riappropiazione sa che l’80% delle violenze sulle donne è di reddito e di dissenso), a quello compiuto in ambiti casalinghi, e in questo parlamentare (con il ministro dell’interno oscuramento è evidente il ruolo che anche il Amato e il pacchetto sicurezza in primis e la nuovo corso della Chiesa ratzingeriana sta continua creazione e proroga di leggi giocando nel fornire strumenti per speciali), alla sempre maggior quest’ondata di normalizzazione e forzosa intraprendenza criminale della polizia (che, pacificazione) ecc.. e creando una dopo le brutalità di piazza di Napoli e contrapposizione fra società legittima ed Genova, si è creata un’impunità che ha illegittima. condotto alla morte di Federico Aldrovandi, Questo giochino sta aprendo le strade per Gabriele Sandri e tanti altri), ad una praticare in maniera pervasiva le politiche magistratura che sperimenta nuove forme securitarie –le quali, esattamente come che escono dallo stato di diritto per eliminare precedentemente detto per i C.p.t., hanno un la possibilità dell’agire dal basso (dai teoremi ruolo eminentemente simbolico e di sull’eversione di Giovagnoli, alla legittimazione della guerra ai poveri e alla devastazione e saccheggio chiesta per possibilità di insorgenza; più che avere Genova, Milano e Torino, al processo di effettualità immediata aprono lo spazio per Cosenza..); inoltre una dialettica sempre più una gestione flessibile delle posscibili crisi continuativa fra istituzioni, potenti e mass che si possono presentare-, appiattendo media sta creando spettacoli mediatici che definitivamente sul concetto di legalità –che indicano sempre più frequentemente nemici sappiamo da sempre non essere un concetto pubblici, riportando le esigenze, i bisogni ed né di destra né di sinistra, bensì un concetto i desideri non garantiti/garantibili dal sistema di potere- le nostre libertà: o si accettano od incompatibili con esso, ad un piano passivamente le condizioni nelle quali ci psichiatrico, cercando cioè di far apparire i troviamo immersi, le esigenze del capitale, o frutti dei conflitti sociali come un problema di non resta altro che carcere e repressione. pura devianza o malattia/patologia, cercando Questo clima sta oltretutto aprendo di minare alla base la legittimità del conflitto inquietanti spazi di agibilità politica alle sociale; prospettandone l’eliminazione come destre neofasciste, sempre praticanti il ruolo metastasi di un corpo sociale puro. Dopo di braccio anni egemonizzati dallo spauracchio del armato delle terrorista arabo come pericolo primo esigenze pagina 3
padronali nei pestaggi ai migranti e agli omosessuali, nelle aggressioni e negli incendi di centri sociali. Il tema della sicurezza è il più grande velo di maya dietro al quale si stanno celando i propositi delle elites di potere: quando nel vissuto di ciascun* è concreto come l’insicurezza sia causata dalla mancanza di prospettive e di continuità di reddito del lavoro, dall’erosione dei servizi sociali, dalla presenza di polizia dappertutto, dalle migliaia di morti l’anno sul lavoro, dalla mancanza di case, dalla precarietà esistenziale che sempre più ci avvolge; si cerca invece di far passare il problema sicurezza come una banale questione di microcriminalità. Ma ad ogni manovra di potere corrisponde sempre una forma di resistenza, e stiamo assistendo ad un aumento quantitativo e qualitativo di risposte a queste politiche, pur mancando ancora un passaggio da conflitti ad antagonismi, dalla resistenza come reazione vitale alla creazione di contropotere: da chi combatte contro gli invasori dall’Africa al Medio-oriente, a chi si rivolta ed evade dai C.p.t., a chi attraversa illegalmente le frontiere, a tutte quelle forme di resistenze individuali -dal non pagare i biglietti all’infrangere la proprietà privata intellettuale scaricando cultura e fotocopiando libri..- e autorganizzate a livello di base –sui posti di lavoro o nei quartieri-, si stanno aprendo nuove prospettive di movimento, per intercettare le quali anche la nostra città necessita di autorganizzazione e di spazi per praticarla e diffonderla. Vogliono rendere i nostri territori dei C.p.t. a cielo aperto!! La rassegnazione è un suicidio, ribellarsi a tutto questo è giusto e necessario. Partendo dalla chiusura immediata di tutti i lager etnici, riappropriamoci direttamente dei nostri bisogni per costruire i nostri desideri. “ i cpt sono diventati sempre più uno spauracchio che incombe sulla vita di uno straniero....questa legge (bossi-Fini, semplice perfezionamento della precedente Turco-Napolitano) e questi strumenti di carcerazione vera e propria, servono per frammentare in modo terribile il mercato del lavoro all’unico scopo di abbassare il prezzo medio del lavoro anche nel nostro paese ........... i programmi di flessibilizzazione, del resto, fanno si che esistano diverse persone che svolgono mansioni simili, ma che hanno situazioni di diritto e di contratto completamente diverse. Questo impedisce ai lavoratori di coalizzarsi per la difesa dei propri diritti e lascia mano libera ai padroni di disporre a piacimento della cosiddetta forza lavoro.” Le parole riportate sopra sono tratte da un articolo del nostro primo numero di Gridalo forte anno l n° 1, un articolo che trattava dei CPT. Lo stralcio scelto mette sinteticamente in luce il significato che queste strutture rappresentano per un migrante che lavora e non nel nostro paese. La maggior parte della popolazione non sa cosa c’è dietro e che cosa spinge una persona a migrare dal proprio paese verso un altro, anzi molto probabilmente questo problema non se lo pone neanche. Da sempre i paesi capitalisti hanno invaso i paesi più poveri alla ricerca delle materie prime per alimentare il loro capitale andando ad impoverire questi paesi e portandoli costantemente alla fame e in conflitto permanente. Da qui si è creato un meccanismo che ha portato e porta tuttora la gente più povera ad emigrare verso questi stessi paesi con l’illusione di un mondo migliore. Parallelamente con la caduta del muro di Berlino, risaliamo a 20 anni fa, e con la restaurazione del capitalismo nell’est europeo, si è verificato un ulteriore flusso migratorio, conseguenza del forte impoverimento della popolazione a fronte di un elevato arricchimento di pochi. Uno dei paesi che ha avuto e sta vivendo un forte flusso migratorio è l’Italia, la stessa Italia che, per riprendere il discorso iniziale, sin dai primi del pagina 4
www.autistici.org/cam - www.myspace.com/lab_scossa 900 si è distinta per le sue terribili guerre spese militari. Ricordiamo che l’ENI fa parte coloniali, poco conosciute e poco studiate nei di quel gruppo di multinazionali che hanno risvolti tragici che quelle guerre hanno concorso all’abbassamento del prezzo del determinato. petrolio da parte del nuovo governo irakeno Del resto la storia di illustri antifascisti che filo-occidentale che rappresenta la minaccia hanno promosso guerre coloniali, non risale più concreta a qualsiasi possibilità di certo alla campagna Afghana: basti pensare ricostruzione di un’economia irakena a Giovanni Amendola che da ministro delle indipendente. Per non parlare di quanto colonie nel 1922 apre una specie di avviene nel delta del Niger, in cui la nostra riconquista delle posizioni perdute in Libia e schifosa multinazionale collabora a da quell’anno fino al 1931 si protrarrà una perpetuare uno dei peggiori crimini che feroce guerra di repressione - a tal punto l’umanità ricordi, con il beneplacito dei nostri violenta e sanguinaria da essere tutt’oggi politicanti. prepotentemente inserita in ogni revisione E’ strano che nessuno riesca ad accettare il storica della storia nazionale libica – che si fatto che le stesse persone che vengono conclude con la cattura dell’Omar Imuctal, il lasciate in povertà migrino anche in Italia. “Garibaldi” della resistenza libica, il quale Alla luce del sole, chi non accetta i migranti viene processato e poi impiccato come sono anche le persone comuni che hanno traditore dello Stato Italiano, di cui la Libia semplicemente paura di chi è “diverso” da faceva ormai parte. loro, anche grazie ad una propaganda (vedi: http://www.casadellacultura.it/site/ martellante su ogni strumento di materiali/archivio/storia/ comunicazione di massa che non permette 005_colonialismo_italia.html ) mai di chiedersi chi sono le persone che Passando molto velocemente all’oggi, emigrano, da dove sono venute e del perché arriviamo allo sfruttamento delle multinazionali sono venute. Semplicemente c’è questa come l’ ENI, che sfrutta i paesi più poveri paura che viene sempre più spesso continuando a mantenerli in povertà: questa promossa affinché l’odio razziale e è una responsabilità che i diversi governi che l’indifferenza verso i migranti permetta alle si sono succeduti non hanno minimamente classi al comando di meglio gestire i scalfito, dimostrando una continuità che è subordinati. Questi ultimi, infatti, faticano stata ribadita con l’aumento costante delle sempre di più a riconoscersi in quanto pagina 5
affratellati dall’appartenenza alle classi sfruttate e su questo chi governa e sfrutta trova il suo brodo di coltura naturale per promuovere politiche repressive e securitarie, che servono sempre e solo a promuovere il controllo ed il comando su coloro che producono la ricchezza di cui si appropriano in pochi. In realtà tutto questo flusso di migranti è ben accetto da chi è a capo della nostra società capitalista: infatti se magari è vero che i viaggi dei famosi barconi non sono organizzati direttamente da italiani (ma chi può dirlo?) poi appena i barconi sbarcano sul nostro territorio, c’è chi è pronto a mostrare la faccia misericordiosa ed a porli sotto un’apparente ala protettiva finché sono sotto i riflettori delle telecamere; appena questi si spengono i migranti passano alla catena dello sfruttamento, con padroni che sempre più spesso li tratteranno come animali per aumentare i loro guadagni. Lo ripetiamo: i CPT nascono grazie alla legge Turco-Napolitano, secondo una indicazione dell’Unione Europea per fronteggiare i flussi migratori e diventano un vero spauracchio per i migranti anche grazie alla legge Bossi- Fini che lega il permesso di soggiorno in Italia al posto di lavoro. Si ha diritto a stare qui, nella misura in cui si è funzionali al sistema produttivo: non si è persone, ma solo “strumenti”. Per assurdo, un migrante che dopo anche 10 anni perde il posto di lavoro e in sei mesi non ne trova un altro, rischia di finire dentro a un CPT che ricordiamo non “accoglie” chi fa reati ma solo chi non viene riconosciuto dalle istituzioni italiane. Grazie a questa legge, che l’attuale governo di centro sinistra non ha ancora abolito e crediamo non lo farà mai, si è creato un subdolo meccanismo che porta al ricatto dei migranti con il puro fine dell’abbassamento del costo del lavoro. Il gioco è semplice: il migrante viene assunto e, di conseguenza, gli viene “concesso” il permesso di soggiorno che, di fatto, è nelle mani del padrone: il migrante, con la paura di diventare irregolare, spesso si abbassa a qualsiasi condizione lavorativa, andando ad annullare i propri diritti lavorativi e umani. Con questo meccanismo, oltre a favorire i guadagni del padrone, nelle fabbriche si vanno a vanificare tutti i tentativi di lotta e rivendicazione per i diritti perché i lavoratori, invece di focalizzarsi per risolvere questi problemi e per far si che tutti possano lavorare meglio con diritti intatti, si perdono dando la colpa dei loro problemi ai migranti, vedendoli come persone che rubano il posto di lavoro e lavorano a costi bassi. Ovviamente tutto questo è una manovra dei padroni che considerano ognuno di noi non-esseri umani ma numeri e quando non gli serviamo più dobbiamo essere scaricati con le conseguenza descritte in precedenza. NOI DOBBIAMO IMPEDIRE CHE SI CHIUDA IL CERCHIO: RILANCIARE LA SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI E’ IL PRIMO PASSO PER RILANCIARE IL PRINCIPIO DI SOLIDARIETA’ DI CLASSE , AL FINE DI INDIVIDUARE I VERI NEMICI CHE SONO I PADRONI DI SEMPRE, CONTORNATI DAI LORO POLITICI-LACCHE’, GLI STESSI CHE OGNI SERA SI ESIBISCONO COME GIULLARI NEI SALOTTI BUONI DELLA TELEVISIONE DI STATO. IL PROLETARIATO NON HA NAZIONE: L’UNICA STRADA E’ IL RILANCIO DELL’INTERNAZIONALISMO E IL RICOMINCIARE A METTERE ALL’ORDINE DEL GIORNO UNA RIVOLUZIONE CHE CAMBI DALLE FONDAMENTA QUESTO SISTEMA SOCIALE INIQUO! pagina 6
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