Milano da Oscar, fashion green è glamour

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Milano da Oscar, fashion green è glamour
Milano da Oscar, fashion green è
glamour

                                            MILANO – Green è glamour al
Teatro alla Scala di Milano, dove la settimana della moda si chiude in
bellezza con la prima edizione degli Oscar della sostenibilità,
il Green Carpet Fashion Award a cui erano presenti Giorgio Armani e
Lauren Hutton, Pierpaolo Piccioli e Gisele Bundchen, Alessandro
Michele e Dakota Johnson, Miuccia Prada e Colin Firth, le
supertopmodels Naomi Campbell, Amber Valletta e Bianca Balti:

Una cerimonia aperta dai saluti del padrone di casa Alexander Pereira,
sovrintendente alla Scala, e anticipata da un green carpet degno della
notte degli Oscar. In piazza della Scala trasformata in un giardino
sfilano tutti i più bei nomi del made in Italy, rappresentanti delle
istituzioni come il sottosegretario Scalfarotto, il sindaco Sala,
celebrities internazionali come l’attore Andrew Garfield, protagonista
di “Spiderman“.

                                          C’è   la  supertopmodel
brasiliana Gisele Bundchen, premiata per il suo impegno per
l’Amazzonia, bellissima in un abito verde di Stella McCartney: “Sono
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felice di tornare a Milano dove tutto è iniziato, ma – racconta – le
passerelle non mi mancano, ora il mio impegno è un altro e sono
soddisfatta di questo nuovo capitolo della mia vita“. Più concreta la
collega Amber Valletta, anche lei sempre bellissima in Missoni, che
ricorda che “la moda è la seconda industria al mondo, il green è
business”.

Sarà anche un affare, ma bisogna metterci il cuore come fa Livia
Firth, promotrice della serata insieme alla Camera Nazionale della
Moda Italiana, che spiega saggiamente che “se vuoi andare veloce devi
andare solo, se vuoi andare lontano devi andare insieme“. Le dà
ragione Pierpaolo Piccioli, che sale a ricevere un premio da Annie
Lennox con il camice da sarto e insieme alle petites mains del suo
atelier perché “quando parliamo di etica – dice lo stilista della
maison Valentino – parliamo di persone”. Persone che fanno piccole
scelte ogni giorno, come Bianca Balti, questa sera in vintage “perché
sono stata educata a riciclare e a non comprare troppo“. E persone che
fanno scelte che dettano la linea come Giorgio Armani, che ha fatto
sua la causa animalista, abolendo le pellicce dalle sue collezioni.

 “Un tempo ci si chiudeva nel proprio mondo e si ignorava il mondo, ma
il mondo oggi è cambiato – spiega Armani, che con Lauren Hutton forma
la coppia più fotografata della serata – è diventato piccolo, tutti ci
rendiamo conto di ciò che succede e ciò ci mette in condizione di
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dover fare la nostra parte”. Chi più chi meno, chi è qui stasera ha
già iniziato: lo stilista Marco de Vincenzo, accompagnato da Tina
Kunakey, felice di esser passato alle pellicce ecologiche, Alberta
Ferretti fiera del suo abito sostenibile.

E chi è già un pezzo avanti nel percorso, come Brunello Cucinelli,
premiato da Colin Firth, che invita i giovani a sostituire la parola
paura con ‘speranza’. Tra i premiati anche Marco Bizzarri di Gucci,
che riceve il premio da Arizona Muse, in un abito di Stella McCartney
fatto con tessuti riciclati, e Paolo Zegna insignito da Alessandro
Roja. A consegnare il premio intitolato a Franca Sozzani arriva Naomi
Campbell, che fa emozionare Tiziano Guardini, vincitore di una
mentorship che lo porterà a poter sfilare il prossimo febbraio sulle
passerelle di Milano Moda Donna.

Chiusura con tutto il pubblico in piedi per una standing ovation con
Colin Firth che premia Miuccia Prada, Giorgio Armani, Alessandro
Michele e Pierpaolo Piccioli.

Anche il Comune di Milano ha fatto la sua parte di sostenibilità. Il
giardino lussureggiante che è stato allestito davanti al Teatro alla
Scala in occasione della serata, come spiegato dall’Assessore Cristina
Tajani, oltre a restare fruibile per tutti i cittadini e turisti, alla
fine della Settimana della Moda sarà completamente recuperato e
riutilizzato nelle aree verdi del Comune.

La moda internazionale ricorda a
Milano la scomparsa di Franca
Sozzani
I nomi più importanti che hanno scritto la storia della moda italiana
ed internazionale hanno reso omaggio a Franca Sozzani, scomparsa lo
scorso 22 dicembre. Un mondo di affetti, di amici, di stima, rispetto
e business. Di idee e di sfide, estetiche ed editoriali. Di tanti anni
di lavoro passati insieme a parlare e “fare” la moda. A celebrare il
rito di suffragio Monsignor Gianantonio Buorgonuovo, Arciprete del
Duomo, con le voci della Cappella Musicale del Duomo di Milano diretta
da Don Claudio Burgio. Nel silenzio rigoroso ed ancora oggi affranto,
partecipato,     tutto il mondo della moda internazionale si è
stretto intorno alla famiglia ed a sua sorella Carla Sozzani . Una
messa classica, senza discorsi dei familiari all’americana, ma con i
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passi delle scritture letti dal figlio Francesco Carozzini, e dalla
nipote Sara Maino che hanno letto in chiesa le epistole e le lettere
scelte dalla famiglia.

In prima fila il direttore di VOGUE USA Anna Wintour con la figlia Bee
Shaffer che è fidanzata con Francesco Carozzini, il figlio di Franca
Sozzani, e con loro il sindaco di Milano Giuseppe Sala e l’ex
presidente del consiglio Matteo Renzi,         il sottosegretario al
Ministero dello Sviluppo Economico Ivan Scafarotto in rappresentanza
del Governo, accompagnato dal consigliere Marco Nardella Romagnoli, il
CEO di Condè Nast International Jonathan Newhouse , il CEO del Gruppo
LVMH   Bernard Arnault,     il presidente della Camera della Moda
Italiana Carlo Capasa .
Milano da Oscar, fashion green è glamour
da destra Anna Wintour e la figlia, Carla Sozzani e Francesco
Carrozzini figlio di Franca Sozzani

Nella cattedrale del Duomo di Milano, c’erano davvero quasi tutti gli
stilisti, i giornalisti di settore, le modelle e i fotografi con i
quali Franca Sozzani ha costruito e fatto crescere per anni e anni la
grandezza     made in Italy. Da Giorgio Armani a            Donatella
Versace arrivata con Naomi Campbell e suo fratello Santo Versace, la
stilista Maria Grazia Chiuri nuovo direttore creativo di Christian
Dior arrivata da Parigi con Sidney Toledano, amministratore delegato e
presidente della maison di moda francese, Silvia Venturini Fendi
presidente di AltaRoma , Miuccia Prada ed il marito Patrizio
Bertelli, Fulvia Visconti Ferragamo, i fratelli Diego e Andrea Della
Valle di Tod’s , Ermanno Scervino, Valentino e Giancarlo Giammetti,
Beppe Modenese, Mario Boselli presidente onorario della Camera
Nazionale della Moda Italiana , lo stilista Azzedine Alaia, Alberta
Ferretti, Anna Molinari, Agostino Poletto, Massimiliano Bizzi, Sarah
Burton direttore creativo di Alexander McQueen, Stefano Pilati, Rosita
e Angela Missoni, Victoria Beckham, Paolo Zegna. Non sono mancate le
top model, da    Naomi Campbell a     Carla Bruni, Kate Moss,      Eva
Herzigova, Mariacarla Boscono, Nadège, i fotografi Giovanni Gastel e
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Bruce Weber ed il regista di sfilate Sergio Salerni, le attrici
Valeria Golino e Isabella Ferrari,

La messa in suffragio della giornalista Franca Sozzani

Leonardo Del Vecchio corona il suo
sogno: fusione da 50 miliardi tra
Luxottica e la francese Essilor.

nella foto Leonardo del Vecchio

La Luxottica di Leonardo Del Vecchio (uno degli imprenditori
 candidatosi con la sua holding Delfin, nella cordata pronta rilevare
l’ ILVA di Taranto) convola a nozze con la francese Essilor,
realizzando così una fusione da 50 miliardi di euro. La notizia,
anticipata nella notte tra domenica e lunedì dal Financial Times, è
stata poi confermata prima dell’apertura dei mercati dalle società
coinvolte, facendo volari ali al titolo Luxottica , che a Piazza
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Affari ha faticato a fare prezzo in avvio di giornata salvo poi
registrare fortissimi ordini d’acquisto .

Come ha evidenziato il quotidiano finanziario inglese , dalla
fusione prende corpo un leader mondiale nel settore degli occhiali.
Dall’unione delle sue società sarà Leonardo Del Vecchio il maggiore
azionista della nuova società, diventando il primo socio di un
colosso con oltre 140.000 dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi.
Sulla base dei risultati annuali del 2015 delle due società, la
semplice loro somma dà vita a una realtà da ricavi netti per oltre 15
miliardi e un margine operativo netto combinato di circa 3,5 miliardi.
Per Delfin, la cassaforte di Del Vecchio, verrà garantita una quota
tra il 31% e il 38 per cento.

Ad incrementare e sostenere le vendite è il cambiamento demografico,
soprattutto nei mercati asiatici. Su 7,3 miliardi di persone al mondo,
il 63% ha bisogno di lenti correttive ma solo 1,9 miliardi ha già
acquistato occhiali, lenti o si è sottoposto a interventi chirurgici.
Secondo le previsioni stimate dagli analisti, circa 2,6 miliardi di
persone hanno bisogno di occhiali , in particolare in Asia, Africa e
America Latina.

Essilor e Luxottica avevano già valutato un accordo tre anni fa,
quando Sagnieres aveva contattato Luxottica. Le trattative però non
erano decollate per lo scetticismo di Del Vecchio. Essilor si è
sottoposta da quel momento ad una ristrutturazione, grazie alla quale
è divenuta una società più rivolta ai consumatori e, come scrive il
Financial Times, più “adatta” agli interessi della Luxottica. Gli
analisti finanziati   da tempo ritenevano positiva una fusione fra
Essilor e Luxottica , che considerati i 20 anni di differenza di età
fra Del Vecchio e Sagnieres. avrebbe offerto un piano di successione
per il gruppo,

“Con questa operazione si concretizza il mio sogno di dare vita ad un
campione nel settore dell’ottica totalmente integrato ed eccellente in
ogni sua parte – ha detto Del Vecchio – Sapevamo da tempo che questa
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era la soluzione giusta ma solo ora sono maturate le condizioni che
l’hanno resa possibile“. L’operazione seguita da   Mediobanca da 4
anni come unico advisor di Del Vecchio, mentre per Essilor il
consulente è stata Banca Rothschild con gli americani della Citigroup,
mentre si sono occupati della parte legale rispettivamente gli studi
BonelliErede, Bredin Prat e Cleary Gottlieb ). “Finalmente, dopo
cinquanta anni di attesa, due parti naturalmente complementari,
montature e lenti, verranno progettate, realizzate e distribuite sotto
lo stesso tetto“, ha aggiunto ancora Leonardo Del Vecchio garantendo
che “continueremo ad investire in Italia e in Francia, vogliamo essere
un campione europeo che mantenga forte le sue radici”.

Sagniéres: «Rete d’avanguardia». “Il nostro progetto si basa su una
motivazione semplice: rispondere meglio ai bisogni di un’immensa
popolazione mondiale relativi alla correzione e alla protezione della
vista, unendo due grandi società, una dedicata alle lenti e l’altra
alle montature — ha commentato a sua volta Hubert Sagnières,
presidente e amministratore delegato di Essilor —. Con straordinario
successo, Luxottica ha creato marchi prestigiosi, supportati da una
catena di approvvigionamento e da una rete distributiva
all’avanguardia nel settore. Essilor porta 168 anni di innovazione ed
eccellenza industriale nella progettazione, fabbricazione e
distribuzione di lenti oftalmiche e da sole. Unendo oggi le loro
forze, questi due player internazionali possono adesso accelerare la
loro espansione globale, a beneficio di clienti, dipendenti e
azionisti, e dell’intero settore”. Essilor Luxottica, ha spiegato
 Sagniéres durante una conference call, diventerà una holding company
quotata a Parigi con una capitalizzazione da circa 50 miliardi di
euro. Controllerà Essilor al 100% e Luxottica con una quota tra il 62%
e il 100%, in base alle adesioni all’Ops (l’Offerta pubblica di
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scambio).

Il gruppo Luxottica ha un portafoglio importante, con marchi di
proprietà come Ray-Ban, Oakley, Vogue Eyewear, Persol, Oliver Peoples
e Alain Mikli, e licenze — definite sul sito web del gruppo «di grande
attrattiva e prestigio» — come Giorgio Armani, Burberry, Bulgari,
Chanel, Dolce&Gabbana, Michael Kors, Prada, Ralph Lauren, Tiffany &
Co., Versace e Valentino. Inoltre può contare su una rete di circa
7.400 negozi: le catene LensCrafters e Pearle Vision in Nord America,
Opsm e LensCrafters in Asia-Pacifico, Gmo in America Latina e Sunglass
Hut in tutto il mondo. Gli occhiali, riporta il sito web, “sono
progettati e realizzati in sei stabilimenti in Italia, tre in Cina,
uno in Brasile e uno negli Stati Uniti. In India, un impianto di
minori dimensioni serve il mercato locale“.

nella foto da sx, Leonardo Del Vecchio e Hubert Sagnières

Resteranno due società operative indipendenti . Lo annuncia una nota
in cui si precisa che Delfin sarà il primo socio con una quota tra il
31% e il 38 per cento. Del Vecchio e Sagniéres manterrebbero le
rispettive cariche di presidente di Luxottica e di presidente e
amministratore delegato di Essilor. Il nuovo gruppo prevede di
generare nel medio termine progressivamente sinergie di ricavi e di
costi per un ammontare tra i 400 milioni e i 600 milioni, con
un’accelerazione nel lungo termine.

Sarà Leonardo Del Vecchio   il presidente esecutivo della società,
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mentre Hubert Sagnieres attuale amministratore delegato di Essilor,
 sarà il vice presidente esecutivo. La società sarà quotata a Wall
Street New York. L’accordo è in grado di cambiare la dinamica
dell’industria degli occhiali, un mercato da 90 miliardi di euro,
considerato uno dei settori a più forte crescita. Secondo gli
analisti, le prospettive per l’industria sono infatti ”ottimistiche”,
con il settore previsto in crescita di oltre il 2% fino al 2020.

È morta Franca Sozzani, la vera
“signora” della moda italiana.
di Antonello de Gennaro

Franca Sozzani la direttrice dell’edizione italiana diVogue era senza
alcun dubbio la persona più importante nella moda italiana ed
una delle persone più influenti nel settore al mondo, è morta ieri a
Milano all’eta di 66 anni splendidamente portati.Avrebbe compiuto 67
anni il 20 prossimo gennaio.

La Sozzani era malata da tempo di cancro. Direttore di Vogue Italia
dal 1988, aveva reso il suo magazine uno dei più influenti al mondo
subito dopo l’ edizione americana diretta dalla sua amica Anna
Wintour. Ma Franca Sozzani rappresentava tutto per la casa editrice
 Condè Nast Italia, e non a caso era diventata responsabile di tutte
le riviste che ruotano attorno a Vogue, finendo per influenzare con
grande polso ma signorilità e raffinatezza il mondo della
moda, valorizzando e facendo diventare delle vere e proprie stars
internazionali non pochi importanti stilisti e creatori italiani, a
partire da Gianni Versace a Giorgio Armani, di cui era stata anche
molto amica, e lanciato topmodelle e nuovi stilisti emergenti.
Franca Sozzani “era” Vogue Italia e cioè la moda italiana da 28 anni,
esattamente come Anna Wintour è Vogue America, anche se vedendole
sedute vicine, l’ultima volta in occasione del pranzo di inaugurazione
delle sfilate milanesi alla presenza del premier Matteo Renzi, capivi
immediatamente quanto fossero diverse. Entrambe uniche.      Gli occhi
azzurrissimi di Franca Sozzani emanavano sempre solarità,
e contrastavano con il caschetto scolpito della Wintour il cui sguardo
si nasconde da sempre dietro i suoi occhiali neri. Lavorava nella moda
ma ne aveva un’opinione così alta dicendo che “la moda non è soltanto
cultura, ma sopratutto un business” e sosteneva che tanta visibilità
dovesse essere messa al servizio di qualcosa di importante. Come la
lotta all’Aids, che lei ha sempre sostenuto affiancando
l’Anlaids nella raccolta fondi della manifestazione “Convivio”
organizzata dopo la tragica morte dell’ideatore Gianni Versace. Ma
anche la lotta al cancro, per cui aveva accettato dal 2013 la carica
di presidente della Fondazione Ieo, la Fondazione Istituto Europeo di
Oncologia e Centro Cardiologico Monzino che ha reso noto la notizia
della scomparsa della giornalista. Quel male maledetto contro cui ha
lottato in silenzio, con grande dignità e che alla fine l’ha portata
via in silenzio. In punta di piedi. Pochissimi infatti erano a
conoscenza del suo male, in molti mormoravano con un rigoroso silenzio
di rispetto umano. Che la Sozzani non stesse bene, che avesse qualcosa
di serio era evidente da tempo.

Lo stile? ”Oggi non ce n’e’ uno. Secondo me le persone dovrebbero
comprare piu’ specchi che abiti per vedersi prima di uscire: per
inseguire la moda c’e’ gente disposta a tutto ma io penso che bisogna
corrispondere con gli abiti alla propria personalita’, questo e’ lo
stile. Se devo diventare la testimonial di firme, una specie di
prototipo di qualcun altro, allora che mi paghino”. Questa sua frase
ricordata dall’ ANSA, parla molto della personalità di Franca Sozzani.

Prima di scrivere questo ricordo, ho riflettuto a lungo, incredulo,
smarrito, confuso, scioccato. Ho fatto dei flash-back nel mio passato
milanese, circa 10 anni, in cui mi sono occupato di moda e non c’era
occasione in cui non ricordassi il suo sorriso, i suoi occhi
azzurri che sprizzavano un energia contagiosa.
Ho conosciuto Franca Sozzani nel 1998.
Me la presentò fissandomi un appuntamento con lei, nel suo ufficio di
piazza Castello, una comune amica e collega barese Anna Dello Russo
che era diventata la sua “pupilla” a cui mi ero rivolto per
conoscerla. Volevo parlarle, presentarle un mio progetto editoriale
nel settore.

Quando mi trovai al suo cospetto, dopo qualche attimo di normale
emozione e tensione, lei mi venne incontro dandomi la mano e dicendomi
semplicemente “Ciao, sono Franca Sozzani“

            Mentre le parlavo di quello che stavo per realizzare e
cioè il Fashion Book Italia, la prima ed unica directory della moda
italiana, il suo telefono squillava ininterrottamente. La cercavano
tutti i grandi del “made in Italy”: Gianfranco Ferrè, Valentino,
Giorgio Armani, Gianni Versace e lei scusandosi ogni volta con me con
il suo sorriso per quel benedetto telefono che squillava in
continuazione, rispondeva affettuosamente a tutti, a partire dalla sua
segretaria, con una semplicità disarmante. Fu grazie al suo consenso,
al sostegno pubblicitario che dispose immediatamente agli uffici
pubblicitari della Condè Nast che il mio progetto decollò. Quando
parlavo con gli altri direttori delle più importanti riviste italiane
di moda edite dal Gruppo Mondadori, del Gruppo Rizzoli, tutte mi
facevano la stessa domanda: “C’è Vogue Italia ? Cè la Sozzani“. Al mio
“Si” si accodarono ed aderirono tutti alla mia iniziativa.

Qualche anno dopo in occasione della presentazione a Roma del suo
progetto “Who is on the next” un vero e proprio contest con scouting
di giovani stilisti emergenti, ideato realizzato dalla Sozzani con
Altaroma, ebbi con lei un forte attrito e scontro dialettico, a causa
di opinioni diverse sulla deontologia giornalistica, quasi sempre
calpestata nei giornali di moda. Incredibilmente la gente mi fermava e
diceva “ma come ti sei messo contro la Sozzani ? ” quasi come se fossi
un pazzo o un marziano.

Ma lei, Franca, era troppo intelligente, e quando sei mesi dopo,
rendendomi conto di aver sbagliato ed esagerato,     mi avvicinai al
termine di una sfilata per chiederle pubblicamente scusa, lei mi
guardò con i suoi occhi dolci e maliziosi. e mi disse “ma perchè mi
chiedi scusa, è forse successo qualcosa…? “. E ritornammo amici.
Franca Sozzani, ad un certo punto nella sua vita, si
innamorò del giornalista-scrittore Alain Elkan imparentato con l’
avvocato Agnelli, ed iniziò a frequentare Roma durante i fine
settimana. Un pomeriggio     in primavera la incontrai a piazza San
Lorenzo in Lucina, una delle piazze adiacenti al Parlamento. era con
il suo fidanzato e con un collega , Roberto Arditti che era diventato
proprio in quei giorni direttore del quotidiano romano IL TEMPO. La
Sozzani appena mi vide, si alzò, anticipandomi e mi venne a salutare
dicendomi “ciao, come stai ? ora ho capito perchè te ne sei venuto a
vivere a Roma !“. E li capii la sua educazione, la grandezza della sua
ironia, e sopratutto la sua signorilità, la sua semplicità.

“Franca: Chaos and Creation” era il film-testamento che suo figlio
Francesco Carrozzini, superstar della fotografia di moda, per cui
stravedeva, le aveva dedicato e presentato con successo alla 73ma
Mostra Cinematografica Venezia, rivelando molti gli aspetti meno noti
di sua madre. La Sozzani già alla Mostra del cinema era debilitata e
sofferente ma aveva fatto giurare a tutte le persone coinvolte per il
documentario di non far uscire alcuna notizia del suo malessere in
alcun modo. Non voleva danneggiare e far soffrire il figlio

Non si definiva una donna di potere, anche se in realtà lo era era:
”Sono una donna che lavora e lavora parecchio e si e’ battuta per cose
che ha voluto, anche rischiando, per tre volte mi stavano licenziando,
ma se fai un lavoro in cui credi e hai la fortuna che ti riconoscono
le cose che hai fatto si forse a quel punto hai potere, che vuol dire
che hai vinto tu nell’esporre le tue idee”.

Questo il video del 5 dicembre scorso a Londra durante la premiazione
durante i Fashion Awards a Londra dello Swarovski for Positive Change.
La moda, l’ Italia, con la scomparsa di Franca Sozzani perde una delle
sue “icone” più prestigiose. L’informazione perde il vero “leader” nel
settore. Ed io non incontrerò più i suoi occhi azzurri ed il suo
sorriso dolce-amaro. Le devo molto e non la dimenticherò mai.

Grazie di quello che hai fatto per me, e di avermi insegnato tante
cose. Avevi ragione tu. La moda, come l’informazione, non è solo
cultura. E’ anche business.

Ciao Franca ti ho voluto bene, a modo mio.
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