Georges-Louis Leclerc de Buffon - A cura di Marco Moietta (elaborazione da Wikipedia) - Biblioteche di Scienze della Natura
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Università degli Studi di Torino - Biblioteca storica Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi Immagini e testi dalle opere: Historiæ Naturalis di John Jonston, e Histoire Naturelle Générale et Particulière avec la description du Cabinet du Roy di Georges-Louis Leclerc de Buffon e Louis-Jean-Marie Daubenton Georges-Louis Leclerc de Buffon A cura di Marco Moietta (elaborazione da Wikipedia) Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon (Montbard, 7 settembre 1707 – Parigi, 16 aprile 1788), è stato un naturalista, biologo, zoologo, matematico e cosmologo francese. Esponente del movimento scientifico legato all'Illuminismo, le sue teorie avrebbero influito sulle generazioni successive di naturalisti, in particolare sugli evoluzionisti Jean-Baptiste Lamarck e Charles Darwin. Nato - come George-Louis Leclerc, signore di Digione e di Montbard - da una famiglia della piccola nobiltà, assunse il titolo di Conte di Buffon, con il quale è conosciuto universalmente, solo nel 1773. La località eponima Buffon, nella Côte-d'Or, vicino al suo luogo di nascita, fu la signoria della famiglia Buffon. Buffon. Biografia Georges-Louis Leclerc nacque a Montbard (Côte-d'Or). Suo padre, Benjamin Leclerc, era consigliere al parlamento di Digione. Dopo il collegio dei gesuiti di Digione, Georges-Louis studiò diritto. Preferendo la scienza, partì per studiare zoologia, botanica e cosmologia ad Angers. Coinvolto in un duello, si vide costretto a lasciare l'università. Viaggiò allora in Italia e in Inghilterra, finché il nuovo matrimonio del padre lo fece rientrare per badare alla sua eredità. Successivamente, all’Università di Parigi, studiò oltre che matematica, anche cosmologia e cosmogonia, conseguendo il diploma nel 1729. I suoi primi lavori sono orientati verso la matematica. In Sur le jeu du franc-carreau, introdusse per la prima volta il calcolo differenziale e il calcolo integrale in probabilità. È in questo periodo che tenne una corrispondenza con il matematico svizzero Gabriel Cramer e che provò l'esistenza degli specchi ustori di Archimede. In seguito si dedicò anima e corpo alle scienze biologiche a causa del suo desiderio di svelare, grazie ai suoi studi accademici, i segreti che si 1
celavano dietro le infinite forme viventi animali e vegetali, che riteneva argomento di studio enormemente più complesso della matematica e della fisica. Avendo una formazione autodidatta di zoologo e botanico, Buffon aveva una visione molto più ampia su quelle che sono le manifestazioni vitali rispetto ai colleghi matematici e fisici, i quali tentando di studiare fenomeni biologici si trovavano in difficoltà insormontabili per la totale ignoranza della fauna e della flora. Visse anche a Parigi dove conobbe Voltaire ed altri intellettuali, entrando poi all'Accademia delle scienze francese all'età di 26 anni. Ma l’evento che cambiò radicalmente la sua vita avvenne nel 1739, quando fu nominato intendente del Jardin du Roi (oggi Jardin des Plantes) di Parigi. Eccellente amministratore, egli trasformò il Jardin du Roi in centro di ricerca e in museo, ampliando considerevolmente il parco e facendo piantare alberi di ogni provenienza. Da quel momento si consacrò completamente alla storia naturale. Buffon: acquarello di Louis Carrogis detto Carmontelle (1717 – 1806). Parigi, Bibliothèque Nationale. Illustrazione tratta dal volume III, Il Settecento, della Storia del pensiero filosofico e scientifico a cura di Ludovico Geymonat, Garzanti 1971 La sua Histoire Naturelle, i cui primi volumi apparvero nel 1749, l'occupò per il resto della sua vita. Buffon ottenne per quest'opera ogni tipo di ricompensa e di onore: venne eletto membro dell'Académie Française nel 1733. 2
Le sue relazioni con gli scienziati del tempo furono spesso difficili e lo portarono frequentemente a scontri, tra i quali quelli con Réaumur e Linneo, di cui contestò il metodo di classificazione. Accolse anche con scetticismo i lavori di Lazzaro Spallanzani e di Charles Bonnet. Si sposò nel 1752; sua moglie morì nel 1769. Buffon intrattenne relazioni molto buone con re Luigi XV che gli permise in particolare, alla morte di Réaumur, di conferire le collezioni ornitologiche molto ricche di quest'ultimo (considerate tra le più grandi di Francia) al Gabinetto del re nonostante Réaumur le avesse lasciate all'Accademia delle Scienze. Divenne conte di Buffon nel 1773. Prima di morire, poté vedere la sua statua posta all'ingresso del museo di storia naturale con questa iscrizione: Majestati Naturæ par ingenium. Morì a Parigi nel 1788. Buffon. Le opere “È per mezzo di esperimenti fini, ragionati e seguiti, che si forza la natura per scoprirne il segreto; tutti gli altri metodi non hanno mai funzionato... Le raccolte di esperimenti e di osservazioni sono quindi gli unici libri che possono aumentare le nostre conoscenze” 1 Il frontespizio del tomo primo dell’Histoire Naturelle Buffon tradusse Vegetable Staticks di Stephen Hales, Method of Fluxions di Isaac Newton, e compose diverse memorie e brani tra cui si ricorda il Discours sur le style, che pronunciò per la sua ammissione all'Académie Française (1733): vi forniva egli stesso la teoria del suo stile, e mostrava che lo stile è l'uomo stesso. 1 Buffon nella sua prefazione alla traduzione della Statique des végétaux di Stephen Hales. 3
L’ Histoire Naturelle Générale et Particulière Buffon è soprattutto famoso per la sua opera maggiore, l'Histoire Naturelle, générale et particulière, in 36 volumi apparsi dal 1749 al 1789, di cui 8 postumi grazie al lavoro di Bernard Lacépède. Buffon vi incluse tutto il sapere dell'epoca nel campo delle scienze naturali. È in quest'opera che Buffon rilevò le somiglianze tra l'uomo e la scimmia e la possibilità di una genealogia comune. L'attenzione che Buffon accordava all'anatomia interna lo pone tra i primi cultori dell'anatomia comparata. Ci si accorda universalmente a guardare gli scritti di Buffon come il più bel modello della nobiltà e dell'armonia dello stile; si riconosce anche che egli descrisse con fedeltà ammirevole gli usi e i tratti caratteristici degli animali, che egli fece fare dei progressi alla storia naturale, sia attraverso la novità delle viste, sia tramite la moltitudine delle sue ricerche, e che egli rese un grande servizio riunendo moltissimi materiali sparsi e diffondendo in Francia il gusto per lo studio della natura. Ma malgrado il suo impatto e il ruolo che giocò nella diffusione delle conoscenze scientifiche, l'opera soffre di molte lacune. Prima di tutto, Buffon non è un sistematico, cosa che lo porta a presentare i gruppi in modo rudimentale. Inoltre si dilunga in particolare sulle specie più conosciute e non nomina che di sfuggita le altre specie. Gli si rimprovera di aver disdegnato o addirittura escluso le classificazioni scientifiche senza le quali non c'è né ordine né chiarezza. Non è un osservatore molto affidabile, cosa che lo porta a numerosi errori come quello di confondere il caprimulgo con una rondine o che i rondoni sono “essi stessi delle vere rondini e, a ben guardare, più rondini delle rondini stesse”. Buffon e i suoi collaboratori saccheggiano le opere dei loro predecessori da Aristotele a Plinio, da Belon a Gessner... anche se le nuove informazioni, spesso provenienti da corrispondenti lontani, gli forniscono delle osservazioni spesso inedite. Infine, gli autori privilegiano formulazioni adatte a attirare un pubblico di neofiti. Sempre con lo scopo di attrarre il pubblico, le specie poco carismatiche sono ignorate. Gli si rimprovera soprattutto di aver avanzato delle ipotesi azzardate (in particolare nelle sue Époques de la nature): suppone che la Terra sia stata staccata dal Sole dall'impatto di una cometa, attribuisce agli animali un senso interiore materiale, ipotesi ancora meno chiara di quella a cui era ricorso Cartesio. In definitiva, il suo ruolo è stato significativo soprattutto nel diffondere l'interesse dello studio scientifico (un po' come fece, nello stesso periodo, lo Spectacle de la nature dell'abate Pluche). Georges Cuvier, per citare solo un esempio, si appassionò alla storia naturale grazie alla lettura di Buffon. La contrapposizione tra il sistema di Linneo e l’etologia di Buffon nell’Histoire Naturelle Buffon, insieme a Lamarck che successivamente appoggerà molte delle sue teorie, è stato il primo, cento anni prima di C. Darwin, a dare un’impronta dinamica alla teoria degli organismi viventi e delle manifestazioni vitali. 4
Inoltre, la sua preparazione naturalistica gli ha permesso di collezionare piante ed animali e di poterli catalogare introducendo un nuovo metodo di classificazione detto Binomiale che, contrariamente a quanto si pensa, fu proposto inizialmente da Buffon e poi migliorato da Linneo. Buffon classifica per similitudine, mentre Linneo assume un numero maggiore di caratteri morfologici e zoogeografici in esame. Nella nomenclatura binomiale, il primo nome indica il genere, il secondo è un epiteto che definisce la specie all'interno di quel genere. Ad esempio il Leone è Panthera leo, il genere è "Panthera" e la specie "Panthera leo"; lo stesso per i vegetali, ad esempio la Rosa canina: il genere è "Rosa", la specie "Rosa canina". Introduce anche il concetto di Classe, Ordine e Famiglia, arricchendo la tassonomia zoologica e botanica. Oltre che al Regno vegetale e animale, Buffon applica un simile approccio anche al Regno minerale. Linneo 2 (1707 – 1777) propugna la descrizione circostanziata delle specie e da questa trae il nome del genere e della specie; classifica prima tutte le specie botaniche e poi le specie zoologiche. Nell’individuazione delle specie botaniche, Linneo individua caratteri legati principalmente alla respirazione, all’alimentazione e alla riproduzione. Ma nella zoologia si trovano maggiori difficoltà a procedere dal sistema di respirazione all’apparato digerente, riproduttore e così via, in quanto ci si scontra con una maggiore complessità dell’organismo, e anche del suo comportamento, e dei diversi ambienti di vita. “Fine della storia naturale è [tuttavia] per Buffon la contemplazione della ricchezza della natura, non l’erezione di un’arida e astrusa nomenclatura che, oltretutto, allontana il vasto pubblico (e le opere di Buffon e dei buffoniani, se col passare del tempo saranno sempre più oggetto di critiche da parte dei membri della comunità scientifica, godranno di un enorme e duraturo successo presso il grande pubblico)” 3 Illustrazione della Sarigue femelle dal Tomo decimo dell’Histoire Naturelle Buffon “non critica solo le insufficienze del sistema linneano, ma ogni sistema in quanto tale. Quando uno vede un serpente, scrive, vede un serpente, non un anfibio; e così i crostacei e le conchiglie sono crostacei e conchiglie, non insetti e vermi, come vuole Linneo. Secondo Linneo la 2 Vedi anche, sulla diatriba tra Buffon e Linneo, il capitolo dedicato nel presente lavoro. 3 SSMC 1988 p. 792. 5
volpe e il lupo sono una specie di cane, il ratto una specie di castoro, l’elefante una specie di rinoceronte, l’asino una specie di cavallo, e tutto questo perché vi è qualche relazioncina (quelques petit rapports) fra il numero delle mammelle e dei denti di questi animali.” 4 Secondo Buffon tutti gli animali potrebbero essere considerati come formanti un’unica famiglia, “e anche … tutti gli animali non sono venuti che da un solo animale che, nella successione del tempo, ha prodotto, perfezionandosi o degenerando, tutte le razze degli altri animali.” 5 Nello stesso brano Buffon afferma peraltro che ciò non può essere vero, poiché egli crede nella creazione da parte di Dio di alcune specie iniziali che si sono mantenute pressappoco invariate fino ai nostri giorni. Questo fissismo avvicina Buffon a Linneo. In riferimento al concetto di specie, Buffon è inizialmente nominalista, afferma cioè che la specie non esiste ma esiste l’individuo; ma successivamente pensa che la specie è semmai la successione temporale degli individui; che “la Natura è un continuo fluire”. Non possono esistere dei raggruppamenti superiori alla specie, esistono però delle “specie maggiori” da cui si sono dipartite per “degenerazione” delle “specie minori”. “Le specie non discendono le une dalle altre, ma sorgono (per generazione spontanea?) quando se ne presentano le condizioni.” 6 La natura è in un movimento di flusso continuo: ed è importante per l’uomo gettare qualche sguardo indietro e in avanti per cercare di intravedere quanto un tempo poteva essere e quanto potrà avvenire. Illustrazione dello scheletro della Sarigue, tomo decimo dell’ Histoire Naturelle 4 SSMC 1988 p. 792. 5 Perrier 1884 p. 61. 6 SSMC 1988, p. 794. 6
Tuttavia Buffon non è da considerare un precursore di Darwin, perché è determinista riguardo al clima, ossia pensa che condizioni climatiche analoghe concorrano alla generazione di stesse identiche specie. “Bisogna considerare… che l’avanzare della natura si faccia per sfumature…spesso impercettibili…; che più le specie sono elevate, meno esse sono numerose, e più gli intervalli delle sfumature che le separano sono grandi; che le piccole specie, al contrario, sono molto numerose e contemporaneamente più vicine le une alle altre, in modo che si è più tentati di confonderle insieme in una stessa “famiglia”… Ma non bisogna dimenticare che queste “famiglie” sono opera nostra, che noi non le abbiamo fatte che per il sollievo del nostro spirito; che, se non si può comprendere la sequenza reale di tutti gli esseri, è nostra mancanza e non quella della natura, che non conosce le pretese famiglie e non contiene, in effetti, che degli individui.” 7 La classificazione ha un senso solo se si considera la natura secondo il trasformismo; col fissismo di Linneo invece non ha una giustificazione, non è che un “artificio”. Comparando le faune dei due continenti, Buffon è condotto a credere alla variabilità delle specie, contro la quale si era dapprima sollevato. Buffon intuì quindi in un secondo momento che tutte le specie, sia vegetali che animali, non sono fisse nella forma e nella funzione (e in ciò andava contro la teoria Fissista), ma in realtà, nel momento in cui una determinata specie vegetale o animale ha dato origine a una forma migliorata (si dirà con Darwin "evoluta", termine che all'epoca di Buffon non esisteva ancora), la precedente versione della medesima scompare. Per Buffon le variazioni tra specie sono dovute a degenerazioni. A partire dal quarto volume dell’Histoire Naturelle, Buffon descrive prima gli animali domestici, poi gli animali selvatici d’Europa, gli animali selvatici del Vecchio Continente e infine quelli del Nuovo Continente. In altri termini, quando non ci sono motivi di fare altrimenti, egli procede per faune; la sua attenzione è così richiamata…sulla distribuzione geografica degli animali e delle cause che l’hanno determinata; là, Buffon ha meritato di essere considerato come il fondatore della geografia zoologica. R Raffigurazione del Formichiere, fauna del Nuovo Mondo, dal tomo decimo dell’ Histoire Naturelle di Buffon 7 Perrier 1884 p. 62 7
Problemi con la Chiesa All’inizio del quarto volume (1753) dell’Histoire Naturelle è riportata la corrispondenza intercorsa tra Buffon e i Deputati della Facoltà di Teologia di Parigi a proposito della teoria dell’origine della Terra, corrispondenza nella quale si evince che Buffon arretra nei suoi concetti e rinnega quanto già esposto e pubblicato nei primi tre volumi della stessa Histoire Naturelle, ottenendo con ciò il permesso di proseguire nella sua opera. In Les époques de la nature, supplemento all’Histoire Naturelle pubblicato nel 1778, Buffon tratta nuovamente le origini del sistema solare, ipotizzando che i pianeti siano stati creati da comete entrate in collisione con il Sole. Suggerisce anche che l'età della Terra debba essere ben maggiore dei 6000 anni dichiarati dalla Chiesa. Basandosi sul tasso di raffreddamento del ferro calcola l'età della Terra in 75.000 anni. 8
L’ Histoire Naturelle Générale et Particulière [di Buffon e Daubenton] Presentazione del Tomo IV Thierry Hoquet Traduzione di Alessandra Fenoglio Apparso nel 1753, il Tomo Quarto è un volume essenziale che presenta differenti aspetti fondamentali dell’Histoire Naturelle. Il suo sommario restituisce tre divisioni principali: • Testi dalla Sorbona legati alla censura dei tre primi volumi (…); • Testi generali che espongono la concezione che Buffon fa della natura animale (Discorso sulla Natura degli Animali) e dell’azione dell’uomo sulla natura selvatica per la domesticazione (gli Animali domestici); • Le prime tre monografie, che danno la Storia naturale dei tre primi animali non-umani (il Cavallo, l’Asino e il Bue). Numerosi elementi sono da notare qui. All’inizio, il fatto che il Quarto volume si apra con la censura della Facoltà di Teologia getta un’ombra sospetta sull’insieme dei testi contenuti in questo volume e pone difficili problemi d’interpretazione. Di fronte alla censura, Buffon ottiene la sua tranquillità facendo ammenda onorevole: egli accorda tutto, ritira tutto ciò che gli si chiede. È qui un’attitudine ben differente da quella adottata per esempio da Montesquieu, che dalla sua parte si lancia in una Difesa dello Spirito delle Leggi. Buffon non tenta niente di simile: egli si sottomette, senza condizioni e di buona grazia. Questa attitudine ha suscitato numerose letture contraddittorie: si è condannato il lassismo del grand’uomo, svelata l’ambizione del giovane arrivista pronto a tutti i compromessi pur di riuscire, riso del cinismo e della disinvoltura con i quali Buffon si sbarazza infine dei suoi avversari. Una sottomissione di facciata, fosse essa completa, non impegna infine a nulla. Se si ritiene questa ultima lettura (Buffon materialista ipocrita, adepto di un’arte di scrivere, che si giocherebbe tanto più facilmente della censura cui egli dichiara di sottomettersi), allora non si sa più come si deve leggere il testo di Buffon. 9
Illustrazioni dell’Asino e del Bue dal quarto tomo dell’Histoire Naturelle In particolare, un testo nell’opera ha suscitato i numerosi interrogativi dei critici: è il testo dell’Asino, ove Buffon formula con chiarezza un’ipotesi: e se l’asino non fosse che un cavallo “degenerato”? Si noti, egli formula questa ipotesi, ma egli la fornisce anche di ampi sviluppi, cosicché si sia potuta vedere qui l’immagine di un Buffon trasformista ante – Lamarck, precursore di Darwin. In effetti, l’importante è che la Storia naturale dell’Asino propone un concetto trasformista della specie: e pazienza se alla fine egli la rigetta, e che l’ipotesi sia delle più rivoluzionarie e che Buffon le attribuisca grande evidenza. L’argomento dell’ipocrisia di Buffon ricade dunque sulla lettura che si è potuta fare dell’Asino: il rigetto della degenerazione originaria dal cavallo in asino non sarà qui che una facciata, destinata ad assopire i dottori della Sorbona. Infine, si trovano in questi primi testi di Buffon differenti punti che meritano di essere sottolineati. Ci si può interrogare sul fatto che Buffon cominci dagli Animali Domestici: perché tra essi egli piazzi in testa il Cavallo; o ancora perché nell’Histoire Naturelle come nella Natività di Gesù Cristo, l’Asino e il Bue vadano fianco a fianco – tutti questi punti si prestano a differenti letture. 8 Buffon appare ugualmente come un descrittore preciso e quasi pomposo dell’aspetto degli animali, uno stilista antropocentrico: in particolare, per il chiarificatore inizio della Storia naturale del Cavallo, e per la descrizione del portamento di questo animale. 8 Hoquet 2003 10
Gli Animali domestici 9 Estratto a cura di Alessandra Fenoglio La storia di un animale selvatico è … limitata a un piccolo numero di fatti emanati dalla semplice Natura, …[mentre] la storia di un animale domestico è complicata da tutto quello che si impiega per addomesticarlo o per soggiogarlo. … il fine di un Naturalista deve essere di osservarli [gli animali domestici] abbastanza per poter distinguere i fatti che dipendono dall’istinto, da quelli che non vengono che dall’educazione (HN 1749-1789, T. 4, p. 169). È per superiorità di Natura che l’uomo regna e comanda, pensa, e da ciò egli è signore degli esseri che non pensano affatto (HN 1749-1789, T. 4, p. 170). … il suo impero sugli animali non è … assoluto, quante specie sanno sottrarsi al suo potere … e infine quanti ce ne sono che, ben lontani dal riconoscere il loro sovrano, lo attaccano a viso aperto! Senza parlare di … tante altre bestie immonde, scomode, inutili, che sembrano non esistere che per formare la sfumatura tra il male e il bene, e far sentire all’uomo quanto, dopo la sua caduta, egli è poco rispettato. È che bisogna distinguere l’impero di Dio dal dominio dell’uomo …tutto passa, si sussegue, si succede, (HN 1749-1789, T. 4, p. 171) si rinnova e si muove per una Potenza irresistibile; l’uomo, trascinato lui stesso dalla corrente dei tempi, non può niente per la sua propria durata … egli è forzato a subire la legge comune, egli obbedisce alla stessa Potenza, e, come tutto il resto, egli nasce, cresce e perisce. Ma il raggio divino di cui l’uomo è animato, lo nobilita e lo eleva al di sopra di tutti gli esseri materiali … … l’uomo, divenuto criminale e feroce, era poco adatto ad addomesticarli [gli animali], è occorso tempo per avvicinarli, per domarli, è occorso che fosse civilizzato lui stesso per sapere istruire e comandare, e l’impero sugli animali, come tutti gli altri imperi, non è stato fondato che dopo la società. (HN 1749-1789, T. 4, p. 172) Ma allorché col tempo la specie umana si è estesa, moltiplicata, espansa, e che col favore delle arti e della società l’uomo ha potuto camminare in forza per conquistare l’Universo, egli ha fatto indietreggiare poco a poco le bestie feroci … egli è pervenuto a mettersi in sicurezza, e a stabilire un impero che non è limitato che da luoghi inaccessibili. (HN 1749-1789, T. 4, p. 173). 9 Georges Louis Leclerc de Buffon, Histoire Naturelle, Générale et Particulière, avec la description du Cabinet du Roy, Tomo Quarto 11
La comparazione delle specie. Ordine e metodo nell’Histoire Naturelle10 Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio La questione dell’ordine dell’Histoire Naturelle invita a cercare di comprendere perché, dal 1744, l’opera comincia da una Théorie de la terre, completata per la prima, prima pubblicata, e per la quale Buffon manifesta un interesse costante. (p. 364) …L’uomo … non è il primo argomento ad essere trattato, ma la sua storia naturale viene solo dopo un volume di considerazioni su la Manière dont il faut étudier et traiter l'histoire naturelle, l'Histoire et Théorie de la Terre, le Preuves de la Théorie de la Terre, così come una storia generale degli animali che dettaglia i meccanismi della generazione. (p. 368) L’Histoire Naturelle comincia dalla natura inerte prima di trattare della natura animata; in seguito, l’ordine degli animali non-umani procede secondo una doppia divisione, da una parte dal familiare all’esotico o dagli animali domestici agli animali selvatici, e d’altra parte, trattando separatamente degli animali del Vecchio e del Nuovo Continente; tra gli animali in generale, non è il cavallo, ma l’uomo che apre la serie; infine, tra gli animali domestici e familiari, è il cavallo che è trattato per primo.(p. 369) “Se quindici volumi dell’Histoire Naturelle costituiscono il corpo iniziale, la cui apparizione perdura dal 1749 al 1767, essi non formano il tutto dell’opera appena compiuta. L’Histoire Naturelle è da riprendere e da completare; il quindicesimo volume si conclude con una Notice de quelques animaux dont il n'a pas été fait mention expresse dans le cours de cet ouvrage; comincia subito la serie dei Suppléments, volta a volta complementi e correzioni, informazioni nuove e più fini…”(p. 363) Nell’Avvertissement del volume XII dell’Histoire Naturelle poi, Buffon tiene a giustificare l’inserimento, nell’insieme delle storie naturali e relative descrizioni del Cabinet du Roi, di alcuni piccoli saggi di ordine generale, per la necessità di spezzare la monotonia della trattazione e il suo metodo rigido: egli sostiene infatti che questo escamotage riesce a mantenere alta l’attenzione ai piccoli dettagli, la quale richiede, nella stesura, una pazienza fredda e del tutto esclusiva di colpi di genio. (p. 364) “Il primo animale descritto da Buffon è il cavallo. Questa priorità sembra dovuta al posto imprescindibile che gli deriva dall’economia domestica del XVIII secolo. Si potrebbe dire che il cavallo è l’animale senza il quale la società sprofonderebbe, che esso gioca il ruolo maggiore nel sistema di produzione.” “Se Buffon sente il dovere di cominciare dal più nobile, tra gli esseri posto al grado più alto della scala ontologica che egli disegna, allora è naturale che il cavallo sia posto a fianco dell’uomo” (p. 367) “Le categorie buffoniane dell’utile e del familiare si riformulano con Daubenton in quelle dell’animale meglio conosciuto, cioè a dire quello che dispone di una bibliografia abbondante. Tra le differenti opere citate, il riferimento principale è senza dubbio quello a La vraie connaissance du cheval, avec l’anatomie de Ruini (Parigi, 1647). L’opera di Ruini fa in effetti da riferimento per tutto quel che concerne l’anatomia del cavallo, e costituisce il cuore di un corpo abbondante di 10 Hoquet, Thierry, La comparaison des espèces: ordre et méthode dans l'Histoire naturelle de Buffon. Corpus. Revue de philosophie, 2003, n°43, p. 355-416. 12
letteratura, che dispiega il ventaglio di tutte le funzioni sociali e i valori culturali del cavallo nella società del XVIII secolo 11.(p. 403) Bisogna dire che la familiarità con il cavallo, che ha dato origine a una vasta serie di osservazioni e ricerche, ha prodotto necessariamente un linguaggio e una nomenclatura propri: lo sperone, il morso, il manège sono termini dedicati al cavallo e fanno parte integrante della sua storia naturale. (p. 403) Per il solo fatto dei termini speciali adottati per il cavallo, per le parti del suo corpo come per i colori del suo mantello, possiamo dire che il cavallo riveste un interesse particolare per l’uomo (p. 405) Il cavallo nel tomo quarto dell’ Histoire Naturelle * “L’ordine di presentazione seguito da Buffon non è di tipo scientifico, bensì morale: egli privilegia su tutto l’utilità, e per questo descrive in primis l’uomo e il cavallo, e l’ordine degli animali non è che un ordine decrescente per utilità secondo un aristocratico europeo”.(p. 369) L’Histoire Naturelle ha avuto numerose riedizioni fin dal XVIII secolo, nelle quali si è avuto già un notevole riordinamento. Buffon da ragione del suo ordinamento nell’indice delle materie nel tomo quindicesimo, ma lo fa solo a riguardo del volume primo. (p. 355) 11 Solleysel, Le véritable et parfait maréchal, Paris, 1672, p. 261 et 280 ; M. de Garsault, Le Nouveau parfait maréchal, Paris, 1746, p. 280 et 298, 315 ; M. de la Guérinière, L’École de Cavalerie, Paris, 1751, p. 280 ; M. de la Fosse, maréchal du Roi, Traité sur le véritable siège de la morve des chevaux, Paris, 1749 ; Mémoires de l’Académie royale des Sciences, 1746 (sui danni causati dai vermi dello stomaco), p, 314-315, et 1751-1752 (sull’hippomanès e l’allantoïde), p. 331. 13
“Gli editori di Buffon hanno deformato il testo di Buffon in virtù di tre principi. Si tratta … di correggere Buffon nel nome di Linneo; di fare sparire la distinzione tra i quindici volumi de l’Histoire Naturelle générale et particulière e la serie dei Suppléments: di mettere così Buffon faccia a faccia alle sue contraddizioni.” (p. 357) René Richard Castel 12 constata: «Lo stesso ordine portato nel regno animale fece emergere maggiormente i difetti del piano che aveva adottato Buffon. Più si stimavano le opere del naturalista francese, più si rimpiangeva l’assenza del metodo svedese” (p. 357) “Secondo Flourens 13, Buffon ha organizzato le storie particolari degli animali “secondo i loro rapporti di utilità o di vicinato relativamente all’uomo”. Buffon comincia da quello che conosce di più e che egli descrive meglio: inizialmente il cavallo, poi l’asino e tutti gli animali domestici, poi gli animali semi-domestici (come il gatto), poi gli animali selvatici e carnivori dei nostri climi, poi quelli dei climi stranieri, dove Buffon separa le due faune, del Vecchio e del Nuovo Continente. Avendo Buffon disdegnato il metodo ordinario dei naturalisti, vale a dire la classificazione per organi, questo sdegno del metodo lo dirotta, …, nella distinzione delle specie per provenienza; e questa nuova distinzione gli svela la legge della distribuzione degli esseri viventi sul globo. Flourens rispetta dunque l’ordine definito da Buffon in quanto che esso è la strada deviata che non ha impedito al naturalista di fare delle grandi scoperte.” (p. 359) “Si possono rilevare quattro ostacoli maggiori all’illusione di un ordine nell’opera di Buffon: la prossimità del modello epistemologico proposto dall’Histoire Naturelle e dell’idea di catalogo; il carattere inesaustivo dell’informazione presentata; la pluralità dei livelli di senso del testo di Buffon; il legame intimo di tutto l’ordine alla nozione di classificazione (linneana)”. (p. 360) Volendo ora parlare dei capitoli delle descrizioni del Cabinet du Roi, essi seguono sistematicamente i singoli capitoli in cui è suddivisa l’ Histoire Naturelle, e consistono nella descrizione accurata di campioni animali sovente vivi, e quindi visti nella loro interezza (e naturalezza, come li ha colti nelle tavole l’illustratore Jacques De Sève); ma anche, nella descrizione (corredata da illustrazione) di organi interni degli stessi campioni, e infine nella descrizione dello scheletro, anche in questo caso in corrispondenza alle tavole annesse. Queste descrizioni riguardano anche altri pezzi sciolti conservati nel Cabinet. Questo lavoro onesto e delicato è stato demandato da Buffon al suo collaboratore Daubenton, implicando con ciò che questa fosse un’attività secondaria rispetto al racconto narrato dallo stesso Buffon nelle storie naturali dei singoli animali. Le descrizioni anatomiche di Daubenton partono dal tomo terzo, in relazione alla descrizione dell’uomo come primo essere animale degno di considerazione: Daubenton inserisce, dopo la storia naturale dell’uomo, la “descrizione della parte del Cabinet che ha rapporto con la storia naturale dell’uomo”. Nel tomo secondo, ove si trova invece la Théorie de la terre, a cui Buffon acclude una serie di diciannove prove, non si fa nessun riferimento a oggetti presenti nel 12 René Richard Castel (ed.), Histoire naturelle de Buffon classée par ordres, genres et espèces. d'après le système de Linné, Paris. Crapelet-Déterville, anno VII, 26 vol. (notata infra. Histoire naturelle, ed. Castel). Il tomo I contiene la Théorie de la terre et ses Preuves, così come l’inizio delle Époques de la Nature, continuate nel tomo II. Il tomo III contiene dei discorsi generali su l'Histoire naturelle (le due Vues, il discorso sugli animali domestici, il discorso sugli animali carnivori). Il tomo IV si apre con l'Histoire naturelle de l'homme. Poi i volumi dal IV al X contengono i quadrupedi, i volumi dall’ XI al XXVI spiegano gli uccelli. 13 Pierre-Marie-Jean Flourens (ed.). OEuvres complètes de Buffon, avec la nomenclature linnéenne et la classification de Cuvier, revues sur l'édition in-quarto de l'Imprimerie Royale, et annotées par M. Flourens, Paris. Garnier Frères, 1853-1855. 12 vol. (notata infra Histoire naturelle, ed. Flourens) 14
Cabinet du Roi. Daubenton nella descrizione del Cabinet sull’uomo si esprime sia su come deve avvenire una buona gestione di un Cabinet, sia sull’ordinamento della presentazione degli animali: essi vanno descritti raggruppandoli per somiglianze, secondo il genere e la specie. Questa logica però non è quella dell’Histoire Naturelle di Buffon: Daubenton stesso la giudica arbitraria, raccomandando di seguire invece l’avanzare della Natura. (p. 362) Ma per Buffon non è possibile che l’uomo riesca a trovare un ordine naturale, è troppo lo scarto tra l’avanzare della Natura e il procedere delle idee dell’uomo, egli non potrà mai farsene traduttore. (p. 371) “Le analisi di Michèle Duchet, che partono dal problema dell’informazione dei filosofi e dell’analisi della diffusione del sapere (principalmente antropologica) dai racconti e le collezioni di viaggi, tendono a interpretare l’Histoire Naturelle in una tale prospettiva 14. L’ordine è problematico, incerto, sempre rivedibile, perché la letteratura di viaggio è un genere sottomesso agli imperativi della scoperta e al culto dell’informazione novella.” (p. 363) Per quanto riguarda le figure che i naturalisti adottano per rappresentare astrattamente l’ordine naturale, ossia la figura della scala degli esseri teorizzata nel rinascimento 15, Buffon la sostituisce con quella della carta geografica o mappa, ossia una struttura bidimensionale; poi con altri studiosi (Peter Simon Pallas) adotta l’idea dell’albero, tridimensionale; introduce infine il concetto della quarta dimensione, il tempo, come genealogia delle specie 16. (p. 372) L’attenzione ai lettori è grande in Buffon: egli immagina si tratti non solo di specialisti, ma soprattutto di ricchi proprietari terrieri e di aristocratici, appassionati di cavalli e di caccia. È significativo che nella trattazione del cavallo Buffon si soffermi sulle tecniche di contrasto alle malattie e sulle cure dell’allevamento: poiché il cavallo è meglio conosciuto e frequentato del montone o del bue da parte del padrone, che abbandona facilmente questi ultimi al fattore 17. (p. 376) L’Histoire Naturelle ha molti legami con la cultura venatoria: le immagini della stessa risalgono alla storia dell’arte su temi di caccia. I dipinti che sono stati fatti per le dimore dei re Luigi XIV e Luigi XV e che rappresentano cervi, cani, cavalli, hanno contribuito di fatto all’arricchimento della letteratura sulla caccia. (p. 379) “La pittura animalista del XVII e XVIII secolo è all’inizio una pittura di caccia. Alexandre- François Desportes (1661 – 1742) dipinge i cani favoriti di Luigi XIV per decorare i sopraporta e le anticamere al castello di Marly. Egli sarà ricevuto all’Accademia in qualità di pittore di animali. Jean-Baptiste Oudry, sotto Luigi XV, rimpiazza Bachelier per rappresentare i trofei o massacri del 14 Michèle Duchet, Anthropologie et histoire au siècle des Lumières, Paris, Maspero. 1971 (rééd. Paris, Albin Michel, Bibliothèque de l'évolution de l'humanité. 1995). 15 Cf. Giulio Barsanti, La Scala, la mappa, l'albero. Immagini e classificazioni della natura fra sei e ottocento, Firenze, Sansoni. 1992, e soprattutto « Buffon et l'image de la nature : de l'échelle des êtres à la carte géographique et à l'arbre généalogique », in Jean Gayon (éd.), Buffon 88, pli. 255-296. 16 Arthur O. Lovejoy, The Great chain of being (1936). New York, Harper and Row, 1960, p. 184 ; Henri Daudin, De Linné à Jussieu : Méthodes de classification et idée de série en botanique et en zoologie (1740-1790) e Cuvier et Lamarck. Les classes zoologiques et l'idée de série animale (1790-1830). Paris, Alcan,1926. 17 Jacques Roger, Buffon, Un Philosophe au Jardin du roi, Paris, Fayard, 1989, p. 354 15
Re (un massacro è un pezzo di cranio ornato da corna). Oudry, che collabora all’Histoire Naturelle disegnando solo il cavallo in piedi che figura nel tomo Quarto, incontra specialmente un gran successo nei salotti del 1753 con La Lice allaitant ses petits (la lice è una cagna da caccia destinata alla riproduzione). Questa tradizione prosegue con le tavole di Pierre–François Vitry figlio, come le Chien en arrêt sur des perdreaux (1778) nelle collezioni del Museo della Caccia e della Natura, a Parigi 18.» (p. 379) Alexandre-François Desportes, Caccia al cervo, 1729 “La predilezione di Buffon per alcuni animali e in particolare per i quadrupedi è dovuta al fatto che essi gli parlano dell’uomo, ed egli li tratta con sensibilità e intelligenza: [ecco anche perché] Buffon non intraprenderà mai un lavoro di botanica, e abbandonerà rettili e pesci a Lacépède 19.” (p. 377) Christian Licoppe 20 precisa che Buffon ha sempre dato la maggiore importanza all’utilità: il cane, il cavallo e il bue sono incommensurabilmente più utili anche rispetto all’elefante e al dromedario, e quindi la descrizione dei primi sarà più ricca di dettagli. (p. 377) L’utilità, secondo Licoppe, è stata il motore dell’ordine dei volumi nell’Histoire Naturelle. Ordinare la trattazione iniziando dagli animali domestici, poi proseguire con gli animali selvatici e la selvaggina “è un mezzo per fare passare criteri culturali ed ecologici per delle divisioni ontologiche”. (p. 378) L’utilità, soprattutto in termini culinari, dice Licoppe, è stata considerata da Belon, Gesner e Olaüs Magnus. 21 Secondo Lorelai Kury22 per Buffon l’uomo è signore dell’Universo. Quindi la trattazione della Natura deve rendere conto essenzialmente delle elaborazioni prodotte dallo stesso. Nonostante 18 Cfr. Madeleine Pinault. Le Peintre et l'Histoire naturelle, Paris, Flammarion, 1990. 19 Jacques Roger, Buffon, Un Philosophe au Jardin du roi, Paris, Fayard, 1989 20 Christian Licoppe, La Formation de la pratique scientifique, Paris, La Découverte, 1996 21 Cf. Paul Delaunay, La Zoologie du XVIe siècle, Paris. Hermann, 1962, cap. XVIII, « La taxinomie et ses modalités », pp. 191-200. 22 Lorelai Kury, Histoire naturelle et voyages scientifiques, Paris, L'Harmattan, 2001, p. 42 16
la grande differenza di fondamenti, l’Histoire Naturelle si avvicina all’opera di Pluche, lo Spectacle de la Nature 23, ove grande importanza viene data alle tecniche dell’agricoltura e alle macchine agricole. Se consideriamo anche un altro punto di vista laico come quello dell’Encyclopedie, queste tre grandi opere convergono sul predominio del concetto di utilità della cultura naturalista del XVIII secolo, “verso la piena appropriazione del mondo naturale da parte dell’uomo”. (p. 380) L’Abbé Noёl-Antoine Pluche (1688-1761) In realtà, la letteratura botanica sorpassa di gran lunga quella zoologica; quindi si dovrebbe affermare la centralità della botanica (p. 379) François Dagognet 24 stabilisce che l’importanza della botanica trae origine da una società del XVIII secolo basata sull’impiego del legno e delle piante. Robinet 25 appoggia questa tesi della priorità della botanica: “Il regno vegetale è stato più studiato di qualunque altro”. “Buffon non avrebbe dovuto cominciare dalle piante, proposto un’altra maniera di studiare la botanica? Non sarebbe stato allora più coerente con la polemica lanciata contro i nomenclatori nel Discours de la Manière? Inoltre, relativamente al regno animale stesso, bisogna riconoscere che l’Histoire Naturelle non è né un trattato di caccia (vénérie), né un saggio di tecniche di ferratura (art du maréchal-ferrant), né un manuale di agricoltura e di allevamento.” (p. 380) È soprattutto Jacques Roger che sviluppa una concezione di “ordine di dignità decrescente” a partire dall’uomo 26. Michèle Duchet 27 e Jacques Roger sottolineano che la superiorità dell’uomo si appoggia non più su degli argomenti teologici ma su degli argomenti di fatto (il linguaggio, la domesticazione, ecc.) …Ma bisogna notare che il ricorso ai fatti è costume dei teologi … (p. 383) 23 Noël-Antoine Pluche, Le Spectacle de la Nature, ou entretiens sur les particularités de l'histoire naturelle, Première partie, Paris. Vve Étienne-Desaint, 1732. 24 François Dagognet, Le Catalogue de la vie: étude méthodologique sur la taxinomie, Paris, PUF, 1970. p. 17 25 Jean-Baptiste Robinet, De la Nature, Amsterdam, E. van Harrewelt, 1761, t. I, p. 38. 26 Cf. Jacques Roger. Les Sciences de la vie dans la pensée française au XVIIIe siècle, Paris, Albin Michel, 1993. pp. 527-536, in particolare p.531. 27 Michèle Duchet, Anthropologie et histoire, op. cit., p. 230. 17
Per risolvere lo spinoso problema dell’organizzazione degli argomenti, si deve andare al tomo XV dove Buffon così la definisce: “ordine nel quale si deve considerare le produzioni della natura” (p. 385) L’elefante e il dromedario dal tomo XI dell’Histoire Naturelle Buffon è inizialmente strettamente nominalista. L’ordine è “puramente arbitrario”, e i metodi sono come “dei segni su cui si è convenuto per intendersi” 28 … bisogna seguire ciò che si è comunemente ricevuto. (p. 385). Ma questo non significa che Buffon si riconduca a un sapere popolare … le buone divisioni, quelle che bisogna seguire, sono descritte da Buffon nel loro legame con la storia delle nostre idee … Egli stabilisce anche che noi acquistiamo le nostre idee per una affermazione progressiva delle nostre sensazioni. (p. 386) Le idee si affermano per reiterazione di sensazioni, vale a dire che passano da uno statuto strettamente particolare a un livello più generale, da una sensazione confusa a una distinzione più facile e più netta. (p. 387) Buffon procede per divisioni e non invece seguendo un ordine: esse valgono, in particolar modo in funzione della familiarità e dell’utilità. Più che quest’ultima, è essenziale la familiarità. L’ordine sarà il seguente: locale/domestico, selvaggio, esotico. “Così, è notevole che i due animali “esotici” evocati dal De la Manière al seguito degli animali selvatici dei nostri climi, siano l’elefante e il dromedario, due animali la cui domesticità congiunge le due prospettive, l’utilità e la familiarità.” Se l’utilità determina l’intensità della trattazione, la familiarità ha influenza sull’ordine. (p. 388) Il concetto dell’utilità si riconduce anche al modo di trattare la Storia Naturale degli Antichi: mentre Bacone lo critica, Buffon loda il modo degli Antichi che trascura lo studio dei dettagli o dei piccoli animali non legati alla stretta utilità, così come disprezza le nozioni dovute alla pura curiosità, e l’erudizione che ne discende. Inoltre Buffon deplora che nel suo secolo si sia messa da parte la filosofia per far posto alle arti che si vuole chiamare scientifiche: egli sta dalla parte della scienza pura, “una scienza generale degli effetti generali, da dove si possa dedurre l’insieme degli effetti particolari”. Come egli lo dice del tutto chiaramente in conclusione alla Histoire du Beuf, “la storia naturale deve finire dove comincia la storia delle arti”. (p. 389) 28 Buffon, De la Manière, Histoire Naturelle, Tomo I, p. 23. 18
Ma l’utilità immediata che si può trarre dagli animali interessa meno Buffon che non lo studio delle trasformazioni operate dall’uomo sull’animale: alle creature di Dio bisognerebbe affiancare anche quelle ottenute dall’uomo. (p. 391) Buffon occupa il territorio dell’antropofinalismo che è l’animale domestico. (p. 392) Buffon da un ordine alle serie degli animali che si evidenzia nelle rappresentazioni syntagmatiques, le illustrazioni sintetiche poste al principio dei capitoli delle varie specie. (p. 399) Il cavallo e la scimmia saranno i due termini estremi di riferimento per la descrizione di tutti gli altri animali, poiché il primo differisce al massimo e la seconda assomiglia al massimo al corpo umano: quindi i termini usati saranno di comparazione con il corpo del cavallo per alcuni animali, e invece gli stessi del corpo umano nel caso degli animali che somigliano più da vicino alla scimmia. (p. 404) Un ordine progressivo da zero a uno si istituisce nei volumi XIV e XV dell’Histoire Naturelle, ove gli animali vengono inseriti per progressiva somiglianza all’uomo, prima i quadrupedi poggianti sulle quattro zampe, poi i quadrupedi via via più equilibrati in una postura quasi verticale (i cebi [sapajous], l’atele [coaita]). Si parte dal bradipo [aï] del volume XIII (fig. 3). In detto volume si rappresenta la tendenza alla verticalità: si noti la mangusta (fig. 1) ed il tarsio [tarsier] (fig. 4). Gli scheletri sono rappresentati a quattro zampe poggianti, ma non nel babbuino [papion] e nel macaco [aigrette] (figg. 5 e 6). La distinzione dei due Continenti spiega il raggruppamento delle scimmie del tomo XIV – babbuini, cercopiteci [guenon], del Vecchio Continente – e quello del tomo XV – cebi [sapajous], e uistitì [sagoin] del Nuovo Mondo. La differenza tra questi grandi gruppi risiede anche su caratteristiche anatomiche e non solo nella diversa taglia. Lo scorrere delle specie nei tomi XIV e XV rivela una differenza crescente rispetto alla conformazione umana: l’orang-utang [jocko], che si presenta per primo, è la scimmia più somigliante all’uomo. (p. 406). 19
Le illustrazioni dell’Histoire Naturelle Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio “Le incisioni di De Sève nell’ Histoire Naturelle presentano gli animali studiati sulle loro quattro zampe posate su un piedistallo e inserite in un decoro di fantasia. Nella figura 1, una sfinge infonde un riflesso mitico all’animale; la costruzione, ispirata alla piramide di Cestius a Roma, collega la rappresentazione all’universo delle incisioni di rovine, favolose e atemporali, più che all’ideale scientifico dell’inserzione della specie nel suo contesto ecologico”. (p. 408) La Mangusta (fig. 1) e il Pipistrello (fig. 2), tomo XIII dell’Histoire Naturelle “Nessun animale sfugge alla presentazione su quattro zampe. Il caso dei pipistrelli (fig. 2) è esemplare del lavoro intrapreso attraverso l’Histoire Naturelle: la riconduzione dell’informe alla sua forma, avvicinata per via di comparazione. La rappresentazione di due campioni (che aggiunge un ritratto di faccia al profilo ordinario) permette di rendere conto del nome dell’animale.” (p. 409) Il corpo del bradipo (fig. 3) è interamente teso in uno sforzo verticale. Si tratta qui semplicemente di un artificio impiegato dal disegnatore De Sève per suggerire la lunghezza delle membra anteriori?” (p. 410) La Il Bradipo (fig. 3) e il Tarsio (fig. 4), tomo XIII dell’ Histoire Naturelle 20
“Sorprendentemente, il bradipo sembra inaugurare al tomo XIII l’apparizione di forme non riconducibili alla stazione quadrupede. Se lo si vede in seguito a delle forme orizzontali (in specie la mangusta o il pipistrello fer-de-lance), il tarsio [tarsier] (fig. 4) non è da meno, per la libertà della sua posa e l’instabilità dei suoi appoggi, un’irruzione sorprendente e fugace della verticalità nell’ordine delle incisioni.” (p. 411) NI Illustrazione di scheletri di Babbuino (fig. 5) e Macaco (fig. 6), tomo XIV dell’ Histoire Naturelle La tensione verso la verticalità ricade nelle incisioni degli ultimi animali rappresentati nell’ Histoire Naturelle. In particolare gli scheletri del babbuino [papion] e del macaco [aigrette] (figg. 5 e 6) presentano delle posture via via più umanizzate. (p. 412) 21
Il pensiero di Buffon nei confronti della teoria di Linneo Thierry Hoquet Estratti a cura di Alessandra Fenoglio Linneo (1707 – 1777) è il “legislatore della storia naturale”: stabilisce per primo la gerarchia specie – genere – ordine – classe; istituzionalizza il sistema binomiale, attribuendolo a tutte le piante e agli animali, superando la confusione tra denominazione e descrizione, e razionalizzando quest’ultima. “La classificazione linneana è un sistema gerarchico di gruppi, inclusi in [altri] gruppi via via più ampi e comprensivi…L’unità fondamentale è il genere…Il genere…è per Linneo il pilastro non solo della botanica ma dell’ordine universale. Ritratto di Karl von Linné ripreso da Google.it Linneo propugna la descrizione circostanziata delle specie e da questa trae il nome del genere e della specie; egli classifica prima tutte le specie botaniche e poi le specie zoologiche. Nell’individuazione delle specie botaniche, Linneo individua caratteri legati principalmente alla respirazione, all’alimentazione e alla riproduzione. Ma nella zoologia si trovavano maggiori difficoltà a procedere dal sistema di respirazione all’apparato riproduttore e così via, in quanto ci si scontrava con una maggiore complessità dell’organismo, e anche del suo comportamento, e dei diversi ambienti di vita. …Il valore dell’opera di Linneo come sistematico consiste…nell’avere esteso a tutti i livelli tassonomici i criteri di determinazione di questa entità indiscutibilmente naturale: presenza o assenza, numero, figura, proporzione e posizione delle sette parti che formano il fiore (corolla, calice, stami, pistillo) e il frutto (pericarpo, seme, ricettacolo): vi sono in natura tanti generi quante diverse disposizioni geometriche si danno delle “parti della fruttificazione” ”(SSMC 1988 p.788). Per quanto riguarda gli animali, “seguendo Aristotele, Willis e Ray, Linneo privilegia il cuore, poi il sangue, quindi i sistemi respiratorio e riproduttivo, sulla base dei quali stabilisce quattro classi di “animali con sangue rosso” (Mammiferi, Uccelli, Anfibi, Pesci) e due di “animali con sangue bianco” (Insetti e Vermi)… Nella prima edizione del Systema Naturæ (1735), le classi sono suddivise secondo l’apparato masticatorio, gli organi di senso, il tegumento e le appendici. Nei Mammiferi (…i “quadrupedi”) i primi sei ordini si basano sulla dentatura, il settimo (i Cetacei) sui “piedi” (SSMC 1988 p. 790). 22
Ma la parte zoologica del Systema Naturæ attira critiche, nonostante molti siano gli ammiratori e i prosecutori dell’opera di Linneo. “Sul “sistema sessuale” e sulle controversie che, in nome del “metodo naturale”, portarono la comunità scientifica a spaccarsi in due… preme sottolineare che Linneo si rifà alla tradizione, prevalentemente botanica, dell’”analisi essenziale” dei corpi viventi tipica di un Cesalpino, mentre il suo grande rivale Georges-Louis Leclerc de Buffon si rifà alla tradizione, prevalentemente zoologica, dell’approccio globale alla natura tipica di un Aldrovandi. Nella prima metà del Settecento questa seconda tradizione era certamente minoritaria, ma ancora vitale.” 29(SDSNV 1993 p.368-370) Frontespizio del Systema Naturae di Linneo, edizione del 1758 Andrea Cesalpino (1519-1603) Ulisse Aldrovandi (1622-1605) “Al contrario di quanto avvenne per la classificazione dei vegetali, per quella degli animali il naturalista svedese ricevette … solo le critiche (ma furono le più radicali) di coloro che ai dati morfologico-anatomici volevano affiancare anche quelli fisiologici, ambientali e comportamentali. Tuttavia “non bisogna svalutare come puramente artificiale il sistema di Linneo: il metodo indicato, egli precisa, è giusto; il sistema che ne è risultato è imperfetto per l’incompletezza delle nostre conoscenze, non per erroneità dei principi. Gli studi futuri faranno conoscere nuovi organismi e colmeranno le lacune, confermando il principio di continuità della natura (Natura non facit saltus). Non che Linneo creda che gli esseri viventi possano essere disposti in modo da formare una serie unilineare continua: egli sembra piuttosto concepire il sistema naturale completo come una rete o una mappa, in cui ogni organismo è connesso, attraverso le sue caratteristiche, non a due soli altri organismi, di cui uno lo precede e uno lo segue come una catena, ma a moltissimi altri, in un vero e proprio groviglio di affinità: “tutte le piante presentano affinità da una parte e dall’altra, come un territorio su una carta geografica” ”(SSMC 1988 p. 789). 29 Ad esempio, “René-Antoine Ferchault de Réaumur pubblicò, fra il 1734 e il 1742, dei Mémoirs pour servir à l’histoire des insectes che sono giustamente considerati fondamentali nella storia dell’entomologia, e il cui carattere saliente era quello di trattare con particolare attenzione le specie più utili all’uomo, e di descriverle e classificarle anche sulla base del loro ambiente nonché (e soprattutto) del loro comportamento. 23
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