Uomini e predatori È spesso vista come un pericolo ma la presenza di lupo e orso comporta pochi rischi e nutre la biodiversità. La coesistenza è ...
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Uomini e predatori È spesso vista come un pericolo ma la presenza di lupo e orso comporta pochi rischi e nutre la biodiversità. La coesistenza è possibile
GR A NDI CA R NI VOR I PICCOLI R ISCHI L Dalle Alpi agli Appennini, di Giulia Assogna illustrazione di Andrea Calisi lupi e orsi dividono l’opinione pubblica, o testimonia la cronaca degli ultimi mesi, influenzata dall’eco accompagnata da una forte eco mediatica. di alcuni casi di cattiva I grandi carnivori continuano a dividere l’o- pinione pubblica del nostro Paese, generan- coesistenza con l’uomo. do sentimenti contrastanti. Solo l’8 gennaio Ma la loro presenza scorso, a inaugurare il nuovo anno, la notizia ha impatti positivi dello scellerato inseguimento di un branco di lupi da parte di un suv sulla strada del sulle altre specie Passo Tre Croci, in provincia di Belluno, che e sugli habitat coinvolti ha riempito le pagine dei giornali. A luglio, invece, una sentenza storica della corte d’appello dell’Aquila aveva sancito l’obbligatorietà di un cospicuo risarcimento al Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise da parte di un uomo che aveva ucciso un orso marsicano nel 2014. Eppure la conservazione delle popolazioni di orso e lupo, animali caratteristici del territorio italiano, costituisce un contri- buto importante al mantenimento della biodiversità, anche per l’effetto “ombrello” che comporta, cioè l’impatto positivo che genera su altre specie e sugli habitat coinvolti. «Spesso però – spiega Antonio Nicoletti, responsabile Aree protet- te e biodiversità di Legambiente – miti e false credenze gli attribuiscono dei marchi indelebili, con una connotazione negativa a volte esagerata, se non del tutto infondata». Bruni d’Italia Nonostante sia considerato un grande carnivoro, l’orso bruno è a tutti gli effetti un onnivoro opportunista, e la nostra peni- sola ne ospita due sottospecie, inserite in contesti differenti: l’orso bruno eurasiatico (detto “comune”, Ursus arctos arctos) sulle Alpi e l’orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), endemico della regione storico-geografica della Marsica e icona di alcune regioni del Centro Sud. FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i Sull’arco alpino, alla fine del secolo scorso, l’orso bruno era stato considerato quasi estinto localmente, ne rimane- vano solo tre esemplari di sesso maschile. Nel 1999 il Parco Adamello Brenta, con la Provincia autonoma di Trento e il supporto dell’ex Istituto nazionale della fauna selvatica (ora Ispra), ha avviato il progetto di reintroduzione “Life Ursus”, fi- nanziato dall’Unione Europea per ricostituire un nucleo vitale di orsi nelle Alpi centrali tramite il rilascio di nove individui provenienti dalla Slovenia. «Il progetto è andato molto bene – racconta a Nuova Eco- logia Piero Genovesi, responsabile del coordinamento della fauna selvatica per Ispra – Oggi nell’area sono presenti più di cento individui, con una buona dinamica di popolazione». Il principale elemento che però determina la sopravvivenza dei grandi carnivori in un territorio è la coesistenza armo- nica con gli abitanti, resa difficile per l’orso da un dibattito acceso fra posizioni opposte e spesso estremizzate. Nell’area coinvolta, prima della reintroduzione, era stato condotto un sondaggio d’opinione con risultati positivi. Circa il 73% della popolazione si era dichiarato favore- vole al ritorno degli animali, purché si adottassero adeguate misure di mitigazione dei conflitti. Ma negli anni, a causa di alcuni casi critici, il livello di sopportazione dei residenti è calato fortemente. D’altronde, quando si ha a che fare con animali selvatici, i rischi non possono essere azzerati. «Una percentuale di pericolosità per l’uomo, seppur limitata, esiste, ma può e deve essere gestita – riprende il ricercatore – anche assumendo comportamenti corret- ti. Gli italiani hanno dimostrato un Grazie a norme più maggior livello di tolleranza rispet- stringenti adottate, to ad altri Paesi (Austria in primis) il lupo si è salvato e in effetti i casi critici sono stati da un’estinzione certa contenuti, vista la numerosità degli individui e l’alta densità abitativa La popolazione di lupi si è allargata e turistica delle zone interessate». I casi di rischio più frequenti sono dall’Aspromonte fino alle Alpi orientali rappresentati soprattutto da esem- plari che assumono comportamenti e oggi conta oltre 2.000 individui confidenti verso l’uomo e imparano a mangiare nei centri abitati o tra i rifiuti abbandonati. A volte, però, anche le femmine con cuccioli, per difenderli, possono diventare più aggressive. economico. «I locali sono abituati alla presenza dell’orso, un po’ come i romani all’ingombro del Colosseo – spiega Paolo Coesistenza secolare Ciucci, professore di Ecologia e gestione della fauna presso La situazione è diversa nell’Italia centrale, dove l’orso bruno “La Sapienza” di Roma – L’orso bruno marsicano è il risulta- marsicano trova da sempre un ambiente ottimale. Attual- to di almeno due millenni di isolamento dalle altre popola- mente la popolazione conta circa cinquanta individui, quasi zioni europee, quindi il suo assetto genetico è diverso. Uno tutti concentrati all’interno del Parco nazionale d’Abruzzo, degli aspetti che lo caratterizzano è la minore aggressività Lazio e Molise, con uno stato di conservazione allarmante nei confronti degli esseri umani, fattore che determina una a causa dell’esigua numerosità. «Un evento catastrofico – percezione di pericolo più lieve rispetto agli orsi delle zone avverte Genovesi – potrebbe bastare per mettere in pericolo settentrionali». Anche il bracconaggio assume dimensioni la popolazione». L’atteggiamento dei residenti sembra essere meno preoccupanti. A ogni modo, che si tratti di Alpi o aree più positivo rispetto all’area alpina, perché plasmato da una appenniniche, alcuni sporadici attacchi possono avvenire. coesistenza storica spesso valorizzata anche come volano «Anche se il danno economico è contenuto – aggiunge Ge- | FEBBRAIO 2021 FOTO: © SIRIO TESSITORE
DOMANDE E RISPOSTE I GRANDI CARNIVORI al centro della campagna Unfakenews di Legambiente e Nuova Ecologia contro le bufale ambientali Lupi e orsi aggrediscono le persone? Le aggressioni senza motivo sono leggende. Secoli di difficile coesistenza con l’uomo hanno plasmato il comportamento del lupo, che evita l’uomo se può. Non esistono infatti casi documentati, dal dopoguerra ad oggi, di attacchi di lupo se si eccettua uno recente di un animale problematico perché sin da cucciolo sottratto alla vita naturale. Anche per l’orso bruno l’uomo non rappresenta una preda né l’obiettivo di immotivata aggressività. Mai in Appennino centrale ci sono stati atteggiamenti di aggressione, mentre sulle Alpi l’unico caso è riferito a un disturbo provocato da un cane domestico al seguito. Il lupo, in Italia, è stato reintrodotto in territori in cui non era più segnalato da molti anni? Nessun lupo è stato mai catturato per essere poi liberato in altro luogo a scopo di ripopolamento. La sua espansione è frutto solo di dinamiche naturali, dell’incremento numerico, della diffusione delle sue prede selvatiche e delle politiche di conservazione intraprese a sua tutela. Anche se ha subito nella prima parte del ’900 una forte riduzione, non è mai scomparso. È vero che, dopo i recenti avvenimenti in Trentino con l’orso bruno e le predazioni sugli Appennini attribuite al lupo, è stata aperta la caccia per le due specie? Non è vero. Il lupo e l’orso bruno sono specie non cacciabili e particolarmente protette dalla normativa italiana, tutelate da direttive comunitarie e convenzioni internazionali. Per l’orso bruno, in Trentino, sono state solo emanate ordinanze di rimozione per casi puntuali (tramite riduzione in cattività o abbattimento), peraltro molto contestate. novesi – un attacco all’apiario o la predazione sul bestiame, Il numero di lupi e di orsi crescerà in modo per chi ne viene colpito, è un evento molto traumatico». Per esponenziale su scala locale? questo la compensazione dei danni è ormai una pratica di La natura, nella sua perfezione, non permette ciò. I grandi gestione ordinaria, che ha migliorato i rapporti con gli al- predatori, infatti, occupano il vertice della catena alimentare. Per levatori. Una soluzione comunque insufficiente, perché non questo, se diventassero troppo numerosi finirebbero per ridurre rimedia a carenze strutturali ed emotive che non possono in maniera eccessiva le prede a loro disposizione, minacciando essere minimizzate. così la propria stessa sopravvivenza. Un Paese nel branco La presenza di lupi e orsi è incompatibile con le La stessa considerazione vale anche per gli attacchi da parte attività antropiche? dei lupi, sebbene il contesto generale sia molto diverso e Falso. Il lupo preferisce le prede selvatiche. Può tuttavia questi non rappresentino un rischio per l’incolumità degli causare danni agli allevamenti, ma ciò si verifica soltanto dove esseri umani. «Gli indennizzi ricevuti passivamente non ba- è stata perduta la pratica della custodia dei capi al pascolo. stano. Anzi, possono creare effetti negativi – riprende Ciucci Le predazioni agli allevamenti non possono comunque – perché gli allevatori possono percepire la distanza delle essere sottovalutate: ci sono molti casi di allevatori, che con istituzioni e continuare a preferire le pratiche tradizionali un’opportuna custodia e con la ripresa delle pratiche tradizionali senza riconoscerne i limiti, soprattutto se non vedono una di montagna, non hanno subito danni al bestiame. guida solida in ambito amministrativo». Da quando sono sta- te adottate in Italia norme più stringenti per salvare il lupo (a cura di Stefano Raimondi, ufficio aree protette e biodiversità di Legambiente) da un’estinzione praticamente certa, la specie (Canis lupus Leggi il position paper di Legambiente su unfakenews.it italicus) ha colonizzato ogni tipo di habitat, anche quelli che FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i anni, ma anche motivo di conflitti radi- cati e difficili da risolvere. Le criticità più aspre si incontrano nelle zone dove il lupo è tornato recentemente, dopo essere scomparso per decine di anni, come nell’area della Lessinia, a nord di Verona. Dal 2012, quando si sono inse- diati i primi individui, si sono registrati diversi attacchi al bestiame con la per- dita di centinaia di capi. Non sempre, però, le parti sociali interessate hanno dialogato in maniera costruttiva per ri- solvere i problemi locali con il supporto di dati tecnico–scientifici. Intanto, in alcune zone rurali del Paese, da anni si susseguono avvele- namenti, impiccagioni, bracconaggio e abbattimenti illegali che sono causa di morte, ad esempio, del 20% degli esem- plari in Calabria. «Non abbiamo dati certi per quantificare questi episodi, molto frequenti – afferma l’esperto – ma sono espressione di un malcontento popolare importante, che non rappre- senta la soluzione ai problemi». Strategia per il futuro Con l’espansione del lupo, poi, è au- mentata anche l’ibridazione con i cani domestici. Un fenomeno pericoloso, da valutare e monitorare attentamente, generato dalla rottura della coesione sociale del branco a causa delle conti- nue uccisioni, che mette a rischio l’in- tegrità del patrimonio genetico della specie. Al momento è attivo un moni- Sull’arco alpino alla fine del secolo toraggio nazionale, guidato da Ispra, che mira a stimare la distribuzione e la scorso l’orso bruno era quasi estinto, consistenza del lupo in Italia. «Il piano d’azione per la conserva- ne rimanevano solo tre esemplari zione del lupo è scaduto nel 2007 – in- calza Ciucci – e non è più stato aggior- di sesso maschile nato nonostante la notevole espansione del lupo registrata in questi anni. La complessità sociale generata è impo- nente e ora manca una strategia coor- gli esperti ritenevano non idonei. Oggi il Paese ospita un pa- Per ripopolare dinata che dia strumenti e linee guida trimonio di lupi ragguardevole, circa il 17-18% a livello comu- le Alpi per la corretta gestione dei territori. nitario. La popolazione si è allargata a tutto il territorio na- di orsi è stato La fauna selvatica, ancora oggi, è sot- zionale, dall’Aspromonte fino alle Alpi orientali, e conta oltre fondamentale to la responsabilità delle Regioni. Ma duemila individui, suddivisi in due blocchi principali: la popo- il progetto “Life su specie come il lupo, che superano i lazione appenninica e quella alpina, originata da esemplari di Ursus”, finanziato confini regionali, è necessario avere un provenienza appenninica ma poi rinforzata grazie all’arrivo dall’Unione piano nazionale chiaro, con obiettivi di spontaneo di lupi europei da Est. Una grande espansione, Europea nel 1999 conservazione aggiornati e stabiliti con risultato positivo delle politiche di conservazione fatte negli processi decisionali condivisi». l | FEBBRAIO 2021 FOTO: © VALENTINO MASTRELLA
C ON O S C IA M OL I M E G L IO Habitat: boschi montani e appenninica. in branchi di dimensioni collinari, praterie. variabili. Tutti i membri del Abitudini alimentari: gruppo cooperano nella A reale di distribuzione: carnivoro. Si ciba in caccia, nell’allevamento dei indigeno della penisola prevalenza di fauna cuccioli e nella difesa del italiana e diffuso anche in selvatica (ungulati in territorio. buona parte della Francia, particolare) essendo un Svizzera e Spagna nord predatore generalista, ma Numero di individui in Italia: orientale. la sua dieta può variare oltre 2.000. molto con frutta, micro Situazione in Italia: la mammiferi, carcasse di Cause di mortalità: LUPO popolazione è strutturata animali morti e rifiuti di bracconaggio, veleni, nome scientifico in due componenti, origine antropica. trappole, malattie, Canis lupus italicus connesse biologicamente incidenti stradali. (Altobello, 1921) ma diverse sul piano Comportamento: è un ecologico e gestionale: animale dalle abitudini quella alpina e quella fortemente sociali che vive Habitat: aree montuose e mammiferi, nei pesci e temperature, sebbene foreste. talvolta in mammiferi non vada completamente più grandi la propria in ibernazione ma possa Areale di distribuzione: fonte primaria di carne, facilmente svegliarsi. Eurasia settentrionale. ricorrendo anche a Difficilmente riesce ad invertebrati. La parte adattarsi ai cambiamenti, Situazione in Italia: il nucleo preponderante della soprattutto quelli che di orso bruno presente propria dieta è fatta di l’uomo causa al suo sulle Alpi è ascrivibile a parti di piante, radici, ambiente. questa sottospecie, ed bacche, germogli, funghi e è a sua volta riferibile a anche miele. Numero di individui in due areali, il Trentino Italia: circa un centinaio, ORSO occidentale e le valli del Comportamento: in aumento numerico e in BRUNO Veneto e delle zone di prevalentemente notturno espansione geografica. nome scientifico confine tra Friuli-Venezia e solitario, durante la Ursus arctos arctos Giulia, Slovenia e Austria. stagione invernale tende Cause di mortalità: (Linnaeus, 1758) a cadere in letargo, a perdita di habitat idoneo, Abitudini alimentari: seconda delle condizioni bracconaggio, veleni, onnivoro, trova nei piccoli ambientali locali e delle malattie, incidenti stradali. Habitat: aree montuose, e non). Raramente assume in tane accuratamente faggete e quercete, aree di atteggiamenti predatori scelte, entrando in latenza fondovalle. verso mammiferi di per un periodo di tempo più grandi dimensioni variabile. Nel periodo estivo Areale di distribuzione: Italia (ungulati), non disdegna e autunnale si nutrono centrale. carcasse rinvenute e miele. abbondantemente per Situazione in Italia: immagazzinare riserve di Comportamento: schivo, questa sottospecie, grasso. notturno e territoriale. differnte geneticamente Alcuni individui possono Numero di individui in dall’orso alpino, si trova mostrare una certa Italia: 50-55 individui, con esclusivamente in Appenino, ORSO BRUNO con maggior densità nel confidenza con l’uomo popolazione stazionaria MARSICANO Parco nazionale d’Abruzzo. nel ricercare cibo in ma in leggera espansione stalle o zone abitate: i geografica. nome scientifico Abitudini alimentari: per oltre pochi orsi confidenti non Ursus arctos Cause di mortalità: l’80% la dieta è costituita hanno però mai mostrato marsicanus alcuna aggressività nei bracconaggio, investimenti da vegetali. Le proteine (Altobello, 1921) stradali e ferroviari, animali sono integrate con confronti dell’uomo. avvelenamento, infezioni piccoli animali (vertebrati Durante l’inverno vanno trasmesse dal bestiame. FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i COESISTENZA POSSIBILE O gni evento critico di- Competizione con i cacciatori per la fauna pende da molti fattori: selvatica, allevamenti mal custoditi, eccesiva le specie interessate, confidenza della popolazione e dei turisti. il comportamento de- gli animali, quello dei Fattori da analizzare per risolvere i conflitti, cittadini, le risorse di- senza ricette dall’alto sponibili e il contesto sociologico dell’area. Per affrontare in modo adeguato le controverse questioni sollevate dalla coesistenza fra umani e grandi carnivori, è necessario adottare un approccio dal basso, che analizzi ca- pillarmente caso per caso e trovi la solu- zione più adatta per le diverse situazioni. | FEBBRAIO 2021 FOTO: © SIRIO TESSITORE
Chi mantiene valori tradizionali dell’allevamento di montagna subisce pochi danni al bestiame le una vera vicinanza istituzionale, fatta allevatori che preferiscono recuperare la anche da tecnici che comprendano le di- vita produttiva dell’animale perso più che namiche di gestione, superando la fram- il valore economico corrispondente». Ep- mentazione amministrativa». Nel Parco pure, questa e altre soluzioni ottimali non della Maiella ci sono oltre cento lupi in possono essere applicate in aree esterne 75 chilometri quadrati. Una densità mol- al Parco. «Servono tavoli istituzionali che to elevata, sostenuta dalla grande abbon- siano disposti a creare le sinergie giuste danza di prede selvatiche rinvenibili sul fra enti, affinché tutti i casi abbiano una territorio, che compongono circa il 90% risposta unica, utile e tempestiva». della totalità della loro dieta. Anche nei casi di attacco da parte dell’orso, che provoca meno danni eco- Istituzioni necessarie nomici ma un maggiore impatto emotivo, «Il nostro lavoro ventennale – continua il gli indennizzi in molte aree sono desti- veterinario – ci ha permesso di capire che gli episodi di predazione su allevamenti domestici avvengono spesso da parte di giovani in dispersione, che non hanno il supporto del branco, spesso in casi in cui ci sono fragilità nel sistema di allevamen- to, come capi al pascolo non custoditi o recinzioni non funzionali. Difetti che van- no valutati e risolti». Molti allevatori che In Centro Italia, applicano un’opportuna custodia e che nel rapporto lavorano mantenendo valori tradizionali con gli orsi, dell’allevamento di montagna non sono c’è il problema stati interessati per anni da danni al be- opposto rispetto stiame, pur vivendo in zone densamente al Nord: troppa popolate da lupi. Nella maggioranza dei confidenza casi, però, le aziende di montagna iden- di abitanti e turisti tificano i loro problemi principali con altre difficoltà (la gestione zootecnica, la difficoltà di ricevere finanziamenti, la lontananza delle istituzioni). Il passaggio di lupi e orsi diventa spesso un punto di Nel caso del lupo, per esempio, il con- convergenza, il simbolo di una situazione nati solo a professionisti o a operatori flitto diretto è più forte in alcune zone esasperata, in cui si manifesta la perce- zootecnici. «C’è una grande confusione pedemontane e collinari, dove i cacciatori zione di uno Stato troppo concentrato sulla situazione dell’orso – spiega Roberta sono una presenza radicata e c’è il timore sulla grande distribuzione organizzata e Latini, responsabile Ufficio ricerche fau- che il lupo possa diminuire il carniere poco vicino alle comunità che inseguono nistiche del Parco nazionale d’Abruzzo, delle battute di caccia. O nelle zone in cui una difficile resilienza. Lazio e Molise – Circolano sempre più si è avuto un intenso sviluppo zootecnico «Nel territorio del nostro Parco – spesso notizie da fonti non verificate e quando il lupo non era presente, e dove aggiunge Angelucci – l’indennizzo eco- si è perso il valore della fauna selvatica». quindi mancano strategie adatte di tutela nomico dei danni è rapido e agevolato da Un panorama complesso, in cui bisogna e prevenzione dei rischi. «Le ricette una procedura standardizzata che mette trovare amministrazioni collaborative e generali, calate dall’alto, sono inutili e in comunicazione i tecnici e i carabinie- verificare l’effettiva qualità dell’interesse controproducenti – commenta Simone ri forestali. In più, abbiamo organizzato verso gli animali. «Nelle aree settentrio- Angelucci, responsabile veterinario del una modalità di restituzione degli animali nali, per motivi storici – riprende Lati- Parco nazionale della Maiella – Ci vuo- predati, le pecore per esempio, per quegli ni – la diffidenza verso gli orsi potrebbe FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i IN VIAGG IO C ON essere più marcata. In Centro Italia in- vece abbiamo il problema opposto, cioè un’eccessiva vicinanza degli abitanti, che A RVO poi si scontra con eventi critici difficil- Recuperato in Sila ferito, curato, rilasciato e ritrovato mente gestibili. E a ciò si somma la diffi- morto sul Pollino. Il suo percorso di 300 km conferma coltà di far adottare adeguate misure di l’importanza della rete ecologica dei Parchi al Sud prevenzione». È un’area in cui la fauna è sempre stata un attrattore turistico, ma negli ultimi anni l’offerta è cambia- Era la sera del primo gennaio 2020 quando, ai bordi ta per rispondere a una cultura metro- della strada statale 107 sulla Sila, in Calabria, due politana che vede il lupo e l’orso come automobilisti hanno notato un esemplare di lupo animali da visitare nei giorni di festa. appenninico gravemente ferito, vittima di un incidente «C’è una ricerca smodata – continua la stradale. A sua insaputa, l’incontro fortuito gli è poi valso la biologa – che a volte travalica il rispetto salvezza. I due passanti, infatti, hanno tempestivamente dei comportamenti corretti. Anche se informato i soccorsi, che non si sono fatti attendere. Il lupo, gli animali non rispondono con la fuga, denominato Arvo, come il lago situato poco distante dal alcuni fattori stressogeni hanno risposte luogo del suo ritrovamento, è stato curato in una clinica di non visibili all’esterno, come alti livelli di Cosenza e rilasciato dopo circa una settimana, cortisolo o un dimagrimento eccessivo». completamente guarito. Prima del rilascio, i tecnici del Inoltre, ci sono stati diversi casi di orsi Parco nazionale della Sila e gli esperti di Greenwood, che confidenti nei centri abitati, che hanno collaborano con Legambiente al progetto “Wolfnet Sila”, più probabilità di morire e di diventare hanno dotato l’animale di un radiocollare per monitorarne gli pericolosi per gli umani. «Non si avvici- spostamenti in maniera puntuale. «Quella di Arvo è una nano sempre in cerca di cibo, però sono storia particolare – racconta Giacomo Gervasio di molto intelligenti e se trovano da man- Greenwood – finita purtroppo in un modo meno felice di giare ci tornano». Una coesistenza è pos- quanto desiderassimo». Grazie al sistema di tracciamento sibile, ma dipende dal comportamento di tutti noi. (Giu. As.) l T U T T I PA ZZI PER A M A R ENA Una femmina di orso marsicano e i suoi cuccioli attraggono curiosi nel Parco nazionale d’Abruzzo. Un pellegrinaggio pericoloso per animali e uomini Una femmina di orso marsicano (Ursus arctos marsicanus) con ben quattro cuccioli nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un caso eccezionale, il primo in epoca recente di cui si abbia conferma ufficiale (mai si era andati oltre i tre cuccioli osservati). Poco dopo averla vista per la prima volta, la direzione del Parco ha deciso di rendere nota la presenza della mamma orsa, ribattezzata “Amarena”, per evitare un passaggio di informazioni non veritiere o un affollamento pericoloso alla ricerca dell’esclusiva. Tutto sommato, nei primi periodi di vita dei cuccioli (maggio 2020) non ci sono stati problemi, perché gli animali sono rimasti per lo | FEBBRAIO 2021
una settimana in luoghi a lui sconosciuti, probabilmente alla ricerca del suo branco di origine. Sono zone che noi conosciamo bene, perché già utilizzate da altri branchi presenti nell’area. È notevole il fatto che sia riuscito a “leggere” subito il territorio, imparando a esplorarlo e a sfruttare le piste migliori già utilizzate da altri». L’animale è stato seguito grazie alle tracce lasciate sulla neve (tecnica di snow-tracking) e con il supporto insostituibile dei dati satellitari e della radiotelemetria. Quando poi, dopo circa una settimana, Arvo è riuscito a ritrovare il suo branco, la storia sembrava aver trovato un lieto fine. Ma, in natura, tutti i lupi giovani si distaccano dal proprio branco, spinti dall’esigenza biologica di cercare un’area esclusiva e un partner per la riproduzione. Così, un paio di settimane più tardi, Arvo si è allontanato una seconda volta. Ha dovuto misurarsi con la frammentazione del suo habitat e ha attraversato ambienti di ogni genere, zone suburbane, l’autostrada, vaste aree montuose, raggiungendo in pochi satellitare, i tecnici del Parco nazionale della Sila, con il giorni il Parco nazionale del Cilento. Alla fine del suo supporto del Parco nazionale della Majella e degli esperti girovagare, sulla strada del ritorno, è stato trovato morto il di Legambiente, hanno avuto la possibilità di seguire il 5 marzo, all’interno del Parco del Pollino, e non si hanno vivace viaggio dell’animale lungo l’Appennino meridionale, notizie certe sulla causa della sua morte. fra Calabria, Basilicata e Campania. Il suo percorso, esteso Un viaggio intenso, durato poco più di sessanta giorni, per circa 300 km, ha confermato i movimenti già ipotizzati ma che ha fornito una grande quantità di informazioni utili per altri individui, dimostrando l’idoneità ambientale della per intervenire sulle infrastrutture stradali e per studiare rete ecologica dei Parchi nazionali del Sud Italia (Sila, il comportamento degli esemplari in fase di dispersione (i Pollino, Appennino Lucano e Cilento). «Dopo il rilascio dispersal), per i quali si registra un alto tasso di mortalità. – continua Gervasio – Arvo ha vagato confuso per circa Individui giovani, soli ed esposti a tanti pericoli. (Giu. As.) più nella porzione alta della montagna, difesi dalla madre l’attenzione per tentare di allontanare la folla dagli animali seppur visibili da alcuni centri abitati. Qualche tempo e dai luoghi di avvistamento. dopo, invece, gli animali hanno cominciato a scendere a Nel mese di giugno scorso, su richiesta dello stesso valle passando, fra gli altri, nei centri abitati di Villalago e Ente Parco, il Comune di Villalago ha anche vietato il Gioia dei Marsi, in provincia de L’Aquila. Da quel momento transito sulla pista forestale fra l’abitato e la località in poi non hanno più abbandonato la zona fino agli inizi Macchia di Rose. E poi molti inviti, rivolti tramite i profili del mese di ottobre. Questo evento, un concentrato di vita social del Parco, affinché i visitatori si mantenessero in tempi di pandemia, ha rappresentato un’attrattiva lontani dagli animali e dall’area interessata. «Non irresistibile per turisti, visitatori, appassionati, curiosi ed conoscendo esattamente quali siano gli effetti del disturbo escursionisti, tanto da provocare un nuovo – spiega la zoologa del Parco nazionale, Roberta Latini “pellegrinaggio” alla ricerca dell’orsa. Centinaia di – bisogna evitare il processo di “abituazione”. Dobbiamo persone sono accorse di continuo per tutta l’estate, in fare in modo che gli animali non si abituino a sentire alcuni casi dormendo addirittura in macchina, per tentare costantemente voci, odori, persone, altrimenti perdono un avvistamento alle prime luci dell’alba e ottenere lo la diffidenza verso contesti potenzialmente pericolosi». scatto più spettacolare. Una rincorsa eccessiva, un Questi quattro cuccioli ormai sono stati abituati alla affollamento fuori misura che ha destato non poca presenza umana in tutta la loro crescita e a maggio preoccupazione fra gli esperti del Parco, che da anni si verranno lasciati dalla loro madre. È molto probabile che occupano di proteggere i preziosi esemplari di questa continueranno a frequentare i centri abitati, se riusciranno specie endemica e di rispettare la loro natura libera e a sopravvivere da soli. «Saranno condizionati dalle selvaggia. persone, e la nostra grave preoccupazione – conclude Tutte le risorse disponibili sono state convogliate su Roberta Latini – è che vivranno da ingenui in luoghi questo caso, sul quale i tecnici hanno più volte richiamato antropizzati». (Giu. As.) FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i Lupi e orsi sono protagonisti di tanti libri e film, qui la versione cinematografica di Zanna Bianca LETTURE di Perrault e la rivisitazione dei Grimm di Cappuccetto rosso o le inglesi dei Tre porcellini, con il finale del lupo in pento- S E LVAT ICH E la, salvo varianti del quadrupede in fuga. Eppure, negli anni si è fatta spazio una visione dei lupi meno terrorifica. La voce dei naturalisti è diventata il contrappun- to di questo sguardo in cui all’animale segue per forza l’aggettivo “cattivo”. Una delle più recenti uscite è Italia selvatica. N Da Jack London a Gary di Roberto Carvelli Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cin- ghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un Snider, tanti scrittori castoro (Utet) del naturalista Daniele hanno reso giustizia essuno come lupi e orsi Zovi. Ma ci sono tanti libri da leggere alla natura non “cattiva” imprigiona il nostro sul tema. Non potranno sfuggire, in- immaginario ancestra- tanto, Zanna Bianca e Il richiamo della dei grandi carnivori. le in un terrore senza foresta di Jack London, pur dedicati a Un impegno spiegazioni. Forse solo i una versione “addomesticata” del lupo. mai abbandonato serpenti possono tanto. Un libro per tutti aiuterà a farci passare La prova è nelle tante dalla visione ancestrale a quella stori- dai naturalisti fiabe o racconti popolari associati ai lupi. ca: Storie di lupi famosi e di altri ani- Per noi convinti animalisti, la versione mali di Ernest Thompson Seton, usci- amata di questa tradizione timorosa è to nel 2017 per la piccola casa editrice quella di Pierino e il lupo di Prokovief, Tarka. Scrive l’autore inglese, morto con il lieto fine, piuttosto che le versioni nel 1946 e depositario di tanti raccon- FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i LUPUS IN FABULA da vedere L’orso (L’ours) Jean-Jacques Annaud (1988) Grizzly Man Werner Herzog (2005) Balla coi lupi Kevin Costner (1990) L’ultimo lupo Jean-Jacques Annaud (2015) Sopravvivere coi lupi Fuori dal primitivo terrore, il racconto Véra Belmont (2007) “dal vero” ci dice cose meno cliché da leggere James Oliver ti veri di lupi “non cattivi” ma “raffinati ne cinematografica firmata da Annaud. Curwood come dei cerbiatti. E ne conobbi altri Su Amazon Prime è disponibile la prima “L’orso” la cui caratteristica principale era una stagione di una serie, The Terror, che Castelvecchi vera e propria saggezza. […] Ne vidi mostra come l’orso polare possa diven- (originale 1916) io stesso, bruciati da un’appassionata tare, trasmutato, lo spirito dell’inacces- dedizione al loro diletto compagno; e sibilità dei luoghi e della ritorsione della James Oliver udii parlare di altri che strinsero con natura contro la hubris umana. Curwood animali assolutamente diversi da loro A ben vedere, il tema dei temi rimane “L’occhio del lupo” dei patti di fratellanza. Ma conobbi un sempre il rapporto con il selvatico, con Salani 2005 lupo che nutrì durante tutta la sua vita la wilderness. Molto di quello che ci fa una devozione profonda per la sua vec- soffrire si scioglie davanti alla scoperta Anna Sustersic e chia madre, cieca e indifesa”. Insomma, dell’inutilità del bisogno di controllarlo Filippo Zibordi fuori dal primitivo terrore, il raccon- e addomesticarlo. La nostra dovrebbe “Sulla via dell’orso. to “dal vero” ci dice cose meno cliché. essere la sfida del saperci convivere. Un racconto trentino Sdoganata la versione “ruba merende” Una liturgia efficace la troviamo nelle di uomini e natura” e anche quella in cui, grande e grosso, parole di un grandissimo poeta e sag- Idea Montagna 2016 subisce le sordide angherie di una bam- gista americano, Gary Snider, che per bina, racconto rinverdito da un carto- salutare questa difficile relazione avreb- Joe Wilkins on, l’orso è spesso raccontato come be detto: “Mi piacerebbe poter dire / Il Nella terra dei lupi portatore dell’incontrollata distruzio- coyote sarà per sempre / Dentro di voi Neri Pozza 2020 ne delle arnie, e dei tardivi rimborsi ai / Ma non è vero”. Tutto il nostro lavo- produttori. Anche qui il lavoro di tanti ro è salvare il coyote – e l’orso e il lupo Bill Bryson naturalisti molto ha potuto per abbat- come in una barzelletta logica – e quello Una passeggiata tere muri ideologici. Nell’immaginario si che rappresenta dentro di noi. Una sfida nei boschi saldano anche il libro The Grizzly King ancestrale, umana e spirituale, non sol- Guanda 2016 di James Oliver Curwood, con la versio- tanto naturalistica. l | FEBBRAIO 2021
FR A STORIA E FEDE Spesso presenti nel linguaggio quotidiano, raffigurati su stemmi e bandiere, legati ai miti fondatori di città e nazioni. Lupo e orso popolano da sempre la memoria collettiva L’ di Alessandro Michelucci orso e il lupo sono simbo- li di potenza e grandezza che hanno sempre eser- citato un grande fasci- no. Questo spiega perché hanno trovato ampio spa- zio nell’immaginario po- polare, con un’estensione geografica e temporale impressionante. La materia è talmente vasta che si può soltanto for- nire qualche esempio. Un dato centrale è il legame dei due grandi carnivori col territorio: un tempo erano molto diffusi e occupavano un posto di rilievo nella vita quotidiana. Ecco perché oggi, pur essendo creature distanti e poco nume- rose, rimangono legate a un immagi- nario popolare con radici antichissime. Entrambi gli animali ricorrono nel lin- guaggio quotidiano, generalmente lega- ti a situazioni difficili o pericolose: pela- re l’orso, vendere la pelle dell’orso prima di averlo ammazzato, lupo di mare, in bocca al lupo, un freddo da lupi... L’orso compare spesso in ambito rami di quercia e alloro, sormontato Nella foto, geografico e araldico. Berna e Berlino dalla corona della città. Animale stret- una statua lo esibiscono sul proprio stemma. Nel tamente connesso all’immaginario del- dell’orso simbolo 1950 la città tedesca ha sottolineato ul- le regioni nordiche, l’orso compare fra di Berlino teriormente la sua importanza istituen- l’altro sullo stemma della Danimarca do l’Orso d’oro, la statuetta in bronzo e della Groenlandia. Una delle saghe che premia il miglior film del festival più famose, il ciclo arturiano, contiene cinematografico. Un’altra città che lo numerosi riferimenti all’animale che ci raffigura sul proprio stemma è Pistoia: interessa. Il nome di re Arthur (in Ita- due orsi con la testa rivolta all’indietro lia noto come Artù) deriva dal gallese reggono uno scudo circondato da due arth, che significa orso. Questo legame FEBBRAIO 2021 |
STORIA DI COPERTINA u o mini e p re d a t o r i A MB IE N T E UROPA di Mauro Albrizio trova conferma nello spazio infinito: suoi vincitori. Oggi questa pratica Ricaricare le pile Arturo (dal greco antico arktouros, è meno diffusa, ma l’orso compare “guardiano dell’orso”) è la stella più sempre sui tamburi sciamanici, in- della transizione luminosa della costellazione del Bo- sieme a molte altre figure umane e varo, che si trova davanti al carro animali. ‘Bruxelles propone per il 2024 requisiti dell’Orsa. Altrettanto frequente e vario è il per le batterie immesse sul mercato’ Il plantigrado è stato oggetto di ruolo che il lupo gioca nell’immagi- un culto diffuso in varie parti del nario popolare. L’animale è presente La domanda di pile e batterie è in mondo: dalla Scandinavia ai Paesi nella simbologia delle religioni nor- rapido aumento: si prevede che entro il Baschi, dall’area baltica alle regioni diche precristiane, riconosciute uf- 2030 crescerà di 14 volte a livello globale, eurasiatiche settentrionali. Le varie ficialmente in Paesi come l’Islanda e trainata soprattutto dal trasporto elettrico. La confessioni cristiane hanno lottato a la Danimarca. Due lupi, Geri e Freki, sua crescita esponenziale farà aumentare lungo per sradicare queste creden- vengono raffigurati spesso accanto a nella stessa misura quella di materie prime. ze, in genere sostituendo le feste de- Odino. Nella religione autoctona dei Da qui la necessità di ridurne al minimo dicate all’orso con celebrazioni dei Sérèr, uno dei popoli del Senegal, il l’impatto ambientale e sociale. Per rispondere lupo è la prima creatura creata dal a questa sfida, la Commissione europea ha dio Roog. L’animale è un personaggio proposto l’adozione di un nuovo regolamento ricorrente nella narrativa popolare e su pile e batterie come prima iniziativa del in particolare della fiaba, dove viene Piano d’azione per l’economia circolare spesso identificato con il male. Basti previsto dal Green deal. Si tratta di una pensare a Fedro e a Esopo. In tempi profonda revisione della direttiva del 2006, meno remoti, questo ruolo si ritrova ora in vigore, per consentire l’autorizzazione nel lupo di Gubbio che compare nei sul mercato europeo, a partire da luglio Fioretti di San Francesco. 2024, solo di pile e batterie prodotte con il Il ricco patrimonio fiabesco del- minor impatto ambientale possibile, la regione baltica propone il lupo di utilizzando materiali ottenuti nel pieno ferro. Siamo in Lituania, all’inizio rispetto dei diritti umani e delle norme sociali. del XIV secolo. Dopo una battuta di Bruxelles propone requisiti obbligatori per caccia, il granduca Gediminas si ad- tutte le pile e le batterie (portatili, industriali, dormenta e sogna un lupo di ferro per autoveicoli e veicoli elettrici) immesse che ulula su una collina. Si tratta di sul mercato europeo: usare materie ottenute un segno, in seguito al quale il gran- in modo responsabile, restrizioni all’uso di duca fonda la città di Vilnius, capi- sostanze pericolose, contenuto minimo di tale della Lituania. Una lupa allattò materiali riciclati, diminuzione dell’impronta di carbonio, efficienza, durabilità ed Il plantigrado è stato oggetto etichettatura, rispetto degli obiettivi di raccolta e riciclaggio. Per aumentare la di un culto diffuso in varie parti raccolta e il riciclaggio delle pile portatili, l’attuale tasso di raccolta del 45% deve del mondo, dai Paesi Baschi all’Asia salire al 65% nel 2025 e al 70 nel 2030. Quelle di altro tipo devono invece essere raccolte al 100%. Pile e batterie devono essere riciclate ottenendo livelli elevati di santi. In certe regioni, dove il cri- Romolo e Remo, come narra il mito recupero, in particolare per cobalto, litio, stianesimo non si è imposto, il culto della fondazione di Roma. Il lupo di nichel e piombo. Il regolamento definisce è ancora vivo. In Giappone gli Ainu, il ferro è tuttora presente in vari sim- inoltre un quadro che faciliterà il cambio di popolo indigeno dell’arcipelago, ce- boli sportivi e militari lituani. Nel destinazione delle batterie dei veicoli elettrici lebrano lo Iyomande, un rito com- licantropo, protagonista di innume- per dar loro una seconda vita, ad esempio plesso dedicato a questo animale. revoli racconti e romanzi, la natura come risorse energetiche integrate nelle reti Anche nella cultura sami (lap- del lupo si fonde definitivamente con elettriche. La palla passa ora a Consiglio e pone) l’animale ha rivestito per quella umana. Parlamento, che nei prossimi mesi dovranno secoli una particolare importanza: Sia il lupo che l’orso sono infine concordare l’approvazione della proposta la sua uccisione rituale rafforzava animali ricorrenti nella simbologia della Commissione. gli uomini, perché si credeva che degli Inuit e degli Indiani nordame- i suoi poteri venissero trasferiti ai ricani. l | FEBBRAIO 2021
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