UN PINGUINO SI È PERSO - Informazione Facile
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UN PINGUINO SI È PERSO Un pinguino si è perso. È un pinguino di Adelia. La sua specie vive solo in Antartide. Pinguino di Adelia Una coppia ha invece trovato il pinguino su una spiaggia della Nuova Zelanda centrale. Questa spiaggia della Nuova Zelanda è a 3 mila chilometri dall’Antartide. Hanno chiamato il pinguino Pingu. La coppia ha chiamato un centro che si prende cura dei pinguini. Al ritrovamento sulla spiaggia, Pingu sembrava molto stanco. Probabilmente non mangiava e non beveva da tempo. Pingu stava però abbastanza bene. Gli operatori del centro hanno lasciato Pingu su una spiaggia della penisola di Banks (Nuova Zelanda).
un pinguino si è perso Penisola Banks (Nuova Zelanda) Gli operatori sperano che dalla spiaggia il pinguino riesca a ritrovare la strada di casa. Non si sa come il pinguino sia riuscito ad arrivare così lontano d casa. In passato altri pinguini si erano persi. 2 pinguini Adelia erano infatti arrivati sulle spiagge della Nuova Zelanda già nel 1962 e nel 1993. Secondo gli scienziati, la causa potrebbe essere il cambiamento negli ambienti degli oceani. A causa dei cambiamenti climatici, infatti, sempre più pinguini potrebbero perdersi. un pinguino si è perso LA CONFERENZA DEI GIOVANI SUL CLIMA Oggi, 28 settembre, a Milano è iniziata la Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima.
La Youth4Climate durerà 3 giorni, dal 28 al 30 settembre. Il governo italiano ha organizzato questa conferenza. Qui potete trovare il programma della conferenza. Alla conferenza partecipano 400 giovani. 2 giovani per ciascuno dei 197 Paesi dell’ONU. I giovani discuteranno sulla crisi climatica con degli esperti. I ragazzi, inoltre, lavoreranno a un trattato in vista della Cop26. La Cop26 è la Conferenza annuale dell’ONU sul clima. Quest’anno la Cop26 si terrà a Glasgow (Scozia) dal 31 ottobre al 12 novembre. Tra i giovani, anche Greta Thunberg (Svezia) e Vanessa Nakate (Uganda) partecipano alla conferenza. Greta e Vanessa sono 2 giovani attiviste contro il cambiamento climatico molto famose. Greta Thunberg Fonte: Instagram/ gretathunberg
Vanessa Nakate. Fonte: Instagram/ vanessanakate1 Ecco il discorso di Greta Thunberg all’apertura della conferenza: La conferenza dei giovani sul clima Nel discorso, Greta Thunberg ha detto che: non c’è un altro pianeta. i politici devono smettere di parlare, di dire bla bla bla, senza agire. E’ necessario cambiare. La speranza è agire. ISOLE FAROE. LA TRADIZIONALE
CACCIA A DELFINI E BALENE UCCIDE 1500 ANIMALI IN 1 GIORNO LE ISOLE FAR OER Il fatto che vi raccontiamo di seguito è accaduto nelle isole Far Oer. Le Isole Far Oer fanno parte del Regno di Danimarca. L’arcipelago delle isole Far Oer è formato da 18 isole. Si trovano tra il Mare di Norvegia e il Nord dell’Oceano Antlantico. In rosso la posizione delle Isole Faroe
Paesaggio delle Isole Faroe IL FATTO. Il 15 settembre gli abitanti delle isole Far Oer hanno ucciso quasi 1500 delfini. Alcuni giorni dopo, il 23 settembre, hanno ucciso 52 balene. La caccia di delfini e balene fa parte di una tradizione locale norvegese. Questa tradizione prende il nome di Grindadráp. Molti abitanti locali sono abituati ad assistere a questa caccia. Tuttavia, in genere le balene e i delfini uccisi sono molto meno numerosi. Gli abitanti delle isole, di solito, uccidon circa 600 balene e 40 delfini all’anno. Ma quest’anno molti di loro sono rimasti stupiti dal numero di animali uccisi. In particolare, è molto elevato il numero di delfini uccisi.
LA DENUNCIA DEL FATTO. Sea Shepherd (pastore del mare, in inglese) è una ONG impegnata nella difesa del mare e degli animali marini. Gli attivisti di Sea Shepherd si impegnano da anni per fermare la caccia a mare aperto. Sea Sheperd denuncia già da anni la brutalità della tradizione della Grindadráp. In questo tipo di “pesca” gli animali sono trascinati a terra e poi uccisi con il coltello. Gli attivisti hanno denunciato la morte dei 1428 delfini tramite i social network. Secondo Sea Shepherd, è stata l’uccisione più grande della storia delle isole Far Oer. Inoltre, gli attivisti di hanno definito la caccia del 15 settembre come ‘crudele e inutile’. Questo perché la caccia sarebbe stata effettuata senza le autorizzazioni necessarie e utilizzando un metodo sbagliato. Inoltre sarà impossibile consumare una cosi grande quantità di carne che sarà gettata via. Attivisti e abitanti delle Isole Far Oer hanno affermato che i delfini sono rimasti in agonia per molte ore prima di essere uccisi. Anche le persone che sostengono questa tradizione quest’anno sono sconvolte dall’accaduto. Se volete approfondire l’argomento vi consigliamo QUESTO VIDEO. Vi avvertiamo che è molto violento e i minori non possono guardarlo.
I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN BREVE I CAMBIAMENTI “METEO” E I CAMBIAMENTI CLIMATICI. Innanzi tutto spieghiamo la differenza tra cambiamenti meteo (meteorologici) e cambiamenti climatici. La meteorologia studia i cambiamenti del tempo atmosferico e descrive (e prevede) come è il tempo atmosferico, cioè se il cielo è sereno, o nuvolo, eccetera. Può anche prevedere il tempo che farà e l’intensità dei fenomeni atmosferici. il “meteo” si occupa di cambiamenti atmosferici nell’arco di 2/3 settimane. La climatologia, invece, si occupa dello studio del clima, cioè “condizioni medie del tempo meteorologico in un periodo di tempo di almeno 20-30 anni. L’EFFETTO SERRA. L’effetto serra è un fenomeno naturale. Alcuni gas presenti nell’atmosfera, come l’anidride carbonica, trattengono parte del calore emesso dalla Terra. Questi gas sono chiamati gas- serra. In questo modo le temperature sul pianeta rendono la vita, come la conosciamo, possibile. Le attività umane hanno causato, però, un aumento emissioni di gas serra.
Questo aumento delle emissioni coincide con l’inizio della Rivoluzione industriale (metà del Settecento). Da allora gli uomini hanno immesso miliardi e miliardi di tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera. L’aumento della produzione dei gas serra causa un aumento della temperatura media globale. L’IPCC, il comitato sul cambiamento climatico dell’ONU, ha suddiviso le responsabilità per settori economici. La tabella indica la suddivisione così come era nel 2010. I CAMBIAMENTI CLIMATICI E 2 DATE. Il 1880 è il primo anno che fornisce, grazie a studi accurati, dati certi sulle temperatura sulla Terra.
Dal 1880 a oggi la temperatura media della Terra è aumentata di 1,2 gradi centigradi. Come è ovvio non è un dato omogeneo. È importante sottolineare, ad esempio, che all’Artico le temperature sono aumentate di 2,2 gradi centigradi. Fino al 1957 gli scienziati pensavano che gli Oceani fossero in grado di assorbire e annullare l’aumento della produzione umana di gas serra. Il 75 per cento dei gas serra è anidride carbonica. Nel 1957, però, uno scienziato americano, Roger Revelle, dimostrò che gli oceani non sono in grado di assorbire tutta l’anidride carbonica che l’uomo produce. I CAMBIAMENTI CLIMATICI E I MARI. Abbiamo visto che dal 1880 la temperatura media della Terra è aumentata di 1,2 gradi. Nell’Artico, però, l’aumento è di 2,2 gradi. Questo fatto comporta che nella stagione calda i ghiacciai di Artide , Antartide e Groenlandia si sciolgano di più di quanto riescano a ghiacciare di nuovo. Ecco un video che illustra lo scioglimento dei ghiacciai dell’Artico nell’arco di 30 anni. In questo modo il livello dei mari cresce e anche la sua temperatura: a causa di questi 2 fenomeni il livello del acqua dal 1900 ad oggi si è innalzato di 19 centimetri. L’innalzamento dei mari comporta che le fasce costiere del mondo possono diventare non abitabili. I CAMBIAMENTI CLIMATICI E MIGRANTI
CLIMATICI. Questo fatto aumenterebbe molto il numero di migranti per motivi climatici. Spesso i migranti “climatici” si spostano soltanto in altre zone del loro Paese di appartenenza. Il Centro di monitoraggio per gli sfollati interni (IDMC) ha calcolato che 23,9 milioni di persone hanno dovuto trasferirsi nel 2019 a causa di disastri connessi al cambiamento climatico. Le persone più esposte a questo rischio sono gli abitanti dei Paesi in via di sviluppo, quindi i Paesi meno responsabili dei cambiamenti del clima. Per approfondire il tema dei migranti climatici leggi: Chi sono i migranti climatici? Questo è il numero previsto di migranti climatici entro il 2050, se gli uomini non prenderanno decisioni coraggiose per ridurre i gas serra: 143 milioni di persone saranno costrette ad abbandonare la loro terra (quindi circa 1 abitante ogni 45 abitanti della Terra).
Illustrazione tratta Lifegate I CAMBIAMENTI CLIMATICI E L’ACCORDO DI PARIGI. Il 12 dicembre 2015 i delegati di 195 paesi che partecipano alla Conferenza mondiale sul clima, chiamata COp21, hanno firmato un accordo in cui si impegnano a ridurre le emissioni inquinanti in tutto il mondo. Ecco i punti principali dell’accordo: 1. Mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi, e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi; 2. Smettere di aumentare le emissioni di gas serra il prima possibile e raggiungere nella seconda parte del secolo il momento in cui la produzione di nuovi gas serra sarà sufficientemente bassa da essere assorbita naturalmente. 3. Controllare i progressi compiuti ogni cinque anni, tramite nuove Conferenze.
4. Versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai paesi più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di energia meno inquinanti. La prossima riunione (Cop26) si svolgerà a Glasgow nel novembre 2021. I CAMBIAMENTI CLIMATICI E IL RAPPORTO DELL’ONU 2021. Il 9 agosto il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) dell’ONU ha pubblicato il suo nuovo rapporto sul clima. Il rapporto è basato sull’analisi di più di 14mila articoli scientifici da parte di oltre 200 scienziati di tutto il mondo. Il rapporto dice che i cambiamenti climatici alla base dell’aumento della frequenza e dell’intensità di fenomeni meteorologici disastrosi, come piogge torrenziali e ondate di grande caldo, sono “inequivocabilmente” dovuti alle attività umane e sono “senza precedenti”. Secondo lo studio, gli ultimi 5 anni sono stati i più caldi che siano stati registrati dal 1850 a oggi, e probabilmente l’ultimo decennio è stato il periodo più caldo degli ultimi 125mila anni. Il rapporto considera un ulteriore aumento delle temperature (rispetto al periodo pre-industriale) inevitabile. Il rapporto considera, però, che l’aumento della temperatura non superiore a 1 grado e mezzo possa evitare eventi catastrofici. Se la temperatura, invece, dovesse aumentare di 2 gradi gli eventi catastrofici e le migrazioni aumenterebbero in modo non tollerabile per la qualità di vita. Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha detto che il rapporto è un “codice rosso per l’umanità”.
La Terra ha già vissuto cambiamenti del clima catastrofici. Le cause, però, sono state : eruzioni vulcaniche, aumento dell’attività solare, l’impatto con un asteroide, modificazioni delle correnti oceaniche. Oggi nessun evento di questo tipo giustifica le catastrofi climatiche cui assistiamo in continuazione. Leggi anche: Germania. Maltempo morti e dispersi. Incendi in Grecia. Ma tutto il mondo brucia. Incendi in Algeria. Ma tutto il mondo brucia. LE SPIAGGE ITALIANE SONO DEI CITTADINI Le spiagge italiane sono proprietà dello Stato, cioè dei cittadini italiani. Lo Stato, infatti, non può vendere le spiagge. Può però darle in concessione agli stabilimenti. In questo articolo parleremo di: Gli stabilimenti balneari Quanto incassa lo Stato Come funzionano le concessioni Il mare rimane un bene di tutti La nuova indagine. Per saperne di più puoi leggere questo articolo del Post.
Tramonto in spiaggia. Di chi sono le spiagge italiane GLI STABILIMENTI BALNEARI. Legambiente ha realizzato una relazione: “Spiagge 2021”. Secondo questa relazione, Gli stabilimenti balneari occupano il 46 per cento delle spiagge sabbiose. Gli stabilimenti inoltre occupano 70 per cento delle spiagge in Liguria e in Emilia-Romagna. In Campania occupano, invece il 67,7 per cento, mentre nelle Marche il 61,8 per cento. I dati sono molto diversi tra le Regioni anche in base alla conformazione delle coste. Questo significa che ci sono poche spiagge libere, dove le persone possono stare senza pagare. Un caso limite è il Comune di Gatteo, in provincia di Foggia, dove tutte le spiagge sono date in concessione. Altri casi: a Pietrasanta (Toscana) il 98.8 per cento delle spiagge è in concessione; a Laigueglia (Liguria)
il 92,5; a Rimini (Romagna) il 90 per cento. Casi positivi, invece sono Puglia e Sardegna Queste Regioni hanno stabilito il principio del diritto di accesso al mare per tutti. Hanno, infatti, fissato che il 60 per cento delle loro spiagge deve essere libero e, quindi, solo il 40 per cento può essere dato in concessione. Gatteo: tutte le spiagge sono in concessione QUANTO INCASSA LO STATO. Secondo i dati del 2019, le concessioni delle spiagge erano più di 29 mila. I canoni della maggioranza di queste concessioni erano inferiori a 2 mila e 500 euro all’anno. Nel 2019 lo Stato ha quindi incassato 115 milioni di euro. Questa cifra è molto bassa. Gli stabilimenti balneari, infatti, guadagnano nel totale molto di più, circa 15 miliardi di euro all’anno. Questa differenza tra incassi dello Stato e guadagni degli stabilimenti dura da anni. I canoni, infatti, continuano a rimanere gli stessi da anni.
I rinnovi delle concessioni, inoltre, sono quasi automatici. COME FUNZIONANO LE CONCESSIONI. In alcuni casi la stessa famiglia gestisce lo stabilimento dallo scorso secolo. In cambio delle concessioni e affitti bassi, gli stabilimenti avrebbero dovuto investire nelle spiagge e nel turismo. Oggi le coste sono ricche di servizi, ma i prezzi degli stabilimenti sono molto alti. La gestione delle concessioni è dei Comuni. I guadagni delle concessioni vanno, però, in gran parte allo Stato e in minima parte ai Comuni. Le regioni a statuto speciale (come la Sicilia e la Sardegna) invece trattengono quasi tutto il canone. Nel 2006 la Commissione Europea ha approvato la direttiva Bolkestein. La direttiva stabilIsce che le concessioni devono essere affidate attraverso gare con regole equilibrate e pubblicità internazionale. I governi italiani, però, non hanno mai applicato questa direttiva. L’applicazione della direttiva è stata rimandata fino al 2033.
Stabilimenti balneari. di chi sono le spiagge italiane IL MARE DEVE RIMANERE UN BENE DI TUTTI. Il mare però deve rimanere un bene di tutti e va difeso. Negli ultimi anni, infatti, cittadini e associazioni hanno protestato contro gli stabilimenti che hanno costruito muri e cancelli. Questi ostacoli impediscono l’accesso al mare, mentre le spiagge sono dei cittadini. I Comuni possono intervenire per garantire il diritto di accesso alle spiagge. Un altro diritto, per esempio, è la battigia, la striscia di spiaggia dove arrivano le onde. La battigia è uno spazio libero. È infatti possibile sostare temporaneamente sulla battigia senza pagare. Le spiagge sono dei cittadini. Lo Stato può darle in concessione, ma in modo trasparente, in percentuali adeguate e con un giusto guadagno.
Spiaggia libera a Eboli: per saperne di più leggi QUI ORA SI INDAGHERÀ SU TUTTE LE CONCESSIONI. Nel marzo del 2019 il Tribunale sequestra i Bagni Liggia di Genova perché la concessione viola la direttiva europea (direttiva Bolkestein). Tutti gli stabilimenti balneari, però, violano la direttiva europea. Claudio Galli, gestore dei Bagni Liggia, presenta, quindi, una denuncia contro tutti i colleghi. Il 12 luglio 2021 Galli vince la causa. Ora i tribunali di tutta Italia hanno 6 mesi di tempo per capire se le 17.594 concessioni hanno rispettato la direttiva. Vedremo che cosa accadrà.
AUSTRALIA: I RAGNI COPRONO DI UN VELO UN INTERO STATO Tutti conosciamo i ragni e le loro tele. Una ragnatela con la rugiada L’immagine classica è un ragno che immobile e paziente tesse la tela e aspetta la preda. Ecco un ragno che con raffinata tecnica tesse la sua tela. Non tutti, però, sanno che i ragni usano i filamenti delle loro tele anche in un altro modo. Questo modo è molto più dinamico, infatti, prende il nome da mongolfiera (ballon in inglese) e si chiama balloning. Il balloning permette ai ragni di spostarsi nell’aria trainati dalla tela. Grazie alla loro tela i ragni riescono, quindi, a “volare”, raggiungendo perfino i 4 chilometri di altezza e a spostarsi per centinaia di chilometri.
Questo fenomeno in questo periodo ha dato un aspetto particolare allo stato Victoria, in Australia. In questo Stato, infatti, milioni di ragni hanno cominciato a produrre le loro tele per spostarsi. Il risultato è un velo fitto e resistente che copre prati, cartelli stradali, animali. Questo fenomeno è anche definito “capelli d’angelo” e non è un evento molto raro in Australia, anche se non sempre raggiunge queste dimensioni.
Australia: Alberi completamente ricoperti da tele di ragni Ecco un cane coperto da ragnatela da Blasting news.
GIULIETTA PAPPAGALLO IN CERCA DI COMPAGNIA Gli Ara ararauna sono una specie di pappagalli dalle piume gialle e blu. Sono uccelli molto tranquilli, docili e molto socievoli. Queste caratteristiche permettono all’ara giallo e blu di convivere serenamente con i propri simili ma anche con animali di altre specie. Ama vivere sugli alberi e quindi nelle boscaglie; non gli piace scendere a terra dove si muove in modo goffo. Sono uccelli molto tranquilli, docili e molto socievoli. Queste caratteristiche permettono all’ara giallo e blu di convivere serenamente con i propri simili ma anche con animali di altre specie. Per la sua docilità questo pappagallo è diventato un animale da compagnia.
Coppia di Ara in gabbia I PAPPAGALLI A RIO DE JANEJRO. Rio de Janeiro è una città del Brasile con circa 7 milioni di abitanti. Fino a pochi secoli fa a Rio, bastava guardare verso un qualsiasi albero della città brasiliana per vedere un pappagallo, ma oggi non è più così.
I pochi Ara ararauna che vivono in questa città, infatti, non sono liberi. Il gruppo più numeroso è nelle gabbie del Bioparco di Rio. L’entrata del Bioparco di Rio de Janeiro C’è, però, un pappagallo femmina di questa specie che vive ancora libera. Ma soffre di solitudine e di mal d’amore. Orami da decenni i guardiani del Bioparco vedono questa “pappagalla” appollaiarsi sul tetto della gabbia in cui si trova la sua “storia d’amore proibita”. Per questo comportamento i guardiani l’hanno battezzata affettuosamente Giulietta.cGiulietta avrebbe dovuto trovare un compagno per tutta la vita molti anni fa. Il pappagallo, infatti, è un animale monogamo che vive tutta la vita con il compagno che si è scelto. Ma lei non si è accoppiata, non ha costruito un nido o ha avuto dei pulcini e si sente sola. Giulietta vola, quindi, sino alle gabbie per comunicare con i suoi simili. Ecco un video de La Presse dove si vede Giulietta, pappagallo innamorato. È molto probabile che Giulietta sia un pappagallo da compagnia che è scappato dalla casa dei suoi padroni. A Rio, infatti, l’ultimo avvistamento ufficiale di un ara libero risale al 1818. Fino al 2000 c’erano gli Ara di Spix, i pappagallini blu del cartone animato “Rio”. Ma anche questa specie si è estinta. Gli esperti pensano che Giulietta viva nella foresta di Tijuca. La buona notizia è che presto potrebbe avere compagnia.
Il progetto Re-fauna dovrebbe, infatti, liberare 20 20 giovani pappagalli Ara ararauna educati per sopravvivere liberi. Giulietta, pappagallo innamorato, non sarà più sola! Foresta di Tijuca TEST DI COMPRENSIONE. Ecco una novità: alcuni testi di IF da oggi avranno un test di comprensione interattivo! A proposito di storie di amore infelici tra pennuti leggi anche: Nigel la triste storia del gabbiano innamorato.
L’ AUSTRALIA È INVASA DAI TOPI E DA SERPENTI VELENOSI L’Australia invasa da topi e serpenti velenosi: cerchiamo di capire perché. In Australia tra il 2019 e il 2020 ci sono stati incendi devastanti. In seguito ci sono state alluvioni e, come tutto il mondo, la pandemia di Covid. Le piogge d’estate e i raccolti molto abbondanti, quest’anno hanno causato nuovi danni. L’Australia, infatti, è invasa dai topi e dai serpenti. Perché accade questo? Perché i topi possono sopravvivere, a differenza di molti altri animali, alla siccità. Quando la siccità diminuisce e c’è di nuovo abbondanza di cibo e acqua i topi iniziano a riprodursi e moltiplicarsi molto rapidamente. IL CICLO RIPRODUTTIVO DEI TOPI. Il ciclo riproduttivo dei topi è precoce: possono, infatti, iniziare a riprodursi a 6 settimane dalla nascita. Inoltre è veloce: la femmina del topo dà alla luce da 6 a 10 cuccioli ogni 19-21 giorni, senza periodi di pausa tra una cucciolata e l’altra.
Gli Stati dell’Australia Lo Stato del Nuovo Galles del Sud (dove si trova Sydney) è stato tra i più colpiti da incendi, siccità e alluvioni. Oggi milioni di topi corrono nei campi coltivati, entrano nelle case, di giorno come di notte, divorano tutto il cibo che trovano, danneggiano i vestiti e mordono le persone, persino i pazienti nei letti di ospedale e hanno invaso le aule scolastiche. I topi, inoltre, provocano un’altra invasione, ancora più pericolosa: quella dei serpenti. I più pericolosi sono i velenosi serpenti marroni dell’ Australia orientale.
L’abbondanza di topi ha bloccato il ciclo naturale di letargo invernale del rettile che è goloso di topi e sta circolando ovunque. Ci sono serpenti sulle strade, nelle abitazioni e nei negozi. Ben nutriti, i serpenti si starebbero riproducendo anche loro sempre più, facendo temere una nuova invasione nei prossimi mesi. In questa foto si vede un serpente che si è nascosto in un albero di Natale Per i cittadini questi situazione sta diventando un incubo. In ogni casa gli abitanti chiudono cibo e vestiti in scatole sigillate . Per evitare l’attacco notturno dei topi, i piedi dei letti vengono inseriti in secchi di acqua o di sabbia, con la speranza che il metodo repellente funzioni. In molte città, ormai, trappole e veleni sono introvabili.
I produttori di esche per topi hanno anche ricevuto il permesso di raddoppiare la dose di veleno dei loro prodotti. Questa scelta, però, rischia di provocare l’avvelenamento anche di altri animali, a partire dagli stessi gatti, che mangiano i topi velenosi. Oltre ai danni materiali, comincia a preoccupare l’impatto emotivo e psicologico di quest’invasione che sembra non terminare mai. Ecco il video che documenta l’invasione di topi in una fattoria del Nuovo Galles del Sud. IL 13 MAGGIO L’ITALIA HA ESAURITO LE RISORSE TERRESTRI A SUA DISPOSIZIONE: È IL SUO “OVERSHOOT DAY” Nell’articolo cerchiamo di spiegare in modo semplice Cos’è l’Overshoot day; Overshoot day in Italia; Come si calcola l’Overshoot day. L’OVERSHOOT DAY. La Terra produce ogni anno risorse che è in grado, in quell’anno, di rinnovare. Per mantenere, quindi, la situazione equilibrata gli uomini devono consumare solo quanto la natura è in grado
di rigenerare. Da molto tempo, però, gli uomini consumano più risorse di quante la Terra è in grado di rigenerare. Il giorno in cui finiscono le risorse disponibili per quell’anno si chiama in inglese Overshoot day (giorno del sorpasso). Di qui in avanti chiameremo l’Overshoot day: “il giorno della fine delle risorse”. Le risorse che consumiamo sono: Suolo; Piante, boschi, foreste; Energia; Acqua; Animali. Il Global Footprint Network è un’organizzazione internazionale che propone un modo di vivere che riduca lo spreco di risorse. Questa organizzazione calcola il giorno della fine delle risorse. I suoi esperti calcolano Il giorno della fine delle risorse mondiali: Una scena di Zombie, film di Romero. Gli Zombie vanno al supermercato.
IL GIORNO ITALIANO DELLA FINE DELLE RISORSE. Il 13 maggio 2021 è per l’Italia Il giorno della fine delle risorse. In Italia i 2 precedenti giorni della fine delle risorse sono stati: il 14 maggio 2020; il 15 maggio 2019. Negli ultimi 3 anni il giorno della fine delle risorse italiano si è avvicinato all’inizio dell’anno. Il giorno della fine delle risorse anticipa quando il consumo delle risorse aumenta. L’Italia è tra i primi Paesi del mondo a raggiungere il giorno della fine delle risorse. Secondo i calcoli l’Italia, con i suoi consumi e il suo inquinamento, avrebbe bisogno di 2,7 pianeta Terra per arrivare alla fine dell’anno. Ulivi malati in Puglia
COME SI CALCOLA IL GIORNO DELLA FINE DELLE RISORSE. Il giorno della finee delle risorse si calcola confrontando 2 misure: L’impronta ecologica degli abitanti; Biocapacità globale. Che cosa sono queste due misure? IMPRONTA ECOLOGICA. L’impronta ecologica misura l’effetto dell’uomo sull’ecosistema terrestre. L’impronta ecologica misura il consumo umano di risorse naturali rispetto alla capacità della terra di rigenerare le risorse. L’unità di misura dell’impronta ecologica è l’ettaro globale. Per calcolare l’impronta globale si misurano i consumi della popolazione. Tutti i consumi hanno un effetto sulla superficie terrestre. La produzione di beni deriva dal consumo di: Terreni agricoli; Territorio per energia; Pascoli; Foreste; Superficie edificata; Acque. Questo calcolo permette di capire di quanti pianeta Terra servono agli uomini per mantenere i consumi di oggi.
BIOCAPACITÀ GLOBALE. La biocapacità globale è la misura di sostenibilità globale. La biocapacità è la possibilità della Terra di produrre i beni necessari agli uomini per vivere. Queste risorse servono per: Mangiare; Produrre energia; Assorbire tutto ciò che inquina. Anche l’unità di misura della biocapacità è l’ettaro globale. Quindi, quando confrontiamo i consumi dell’uomo con la capacità della Terra di produrre beni da consumare troviamo il giorno dell’anno in cui l’equilibrio tra le 2 grandezze si spezza. Da quel giorno gli uomini cominciano a produrre debito di risorse. La biocapacità è difficilmente modificabile. L’uomo, quindi, se vuole tornare in una situazione di equilibrio con la Terra che lo ospita, deve modificare il suo stile di vita per ridurre i suoi consumi di risorse. È ovvio, infine, che i Paesi sviluppati consumano molte più risorse dei Paesi poveri.
Come ci si lava nei Paesi ricchi Come ci si lava nei Paesi Poveri
LE GELATE NOTTURNE ROVINANO VIGNETI E FRUTTETI Cerchiamo di spiegare come i cambiamenti climatici rendono le gelate notturne più pericolose. In questi giorni sono apparse immagini molto belle e suggestive di candele e falò accese di notte nei vigneti francesi e italiani. Candele e falò riscaldano i vigneti di notte Il motivo per cui i viticultori accendono questi fuochi, però non è positivo. Questi fuochi sono un tentativo disperato di non perdere il raccolto di uva di quest’anno. CHE COSA STA ACCADENDO? I cambiamenti climatici stanno facendo anticipare i primi caldi primaverili.
Le piante sentono il tepore e iniziano a mettere fuori le gemme. I vegetali, infatti, hanno una specie di termometro interno che le porta al risveglio quando sentono il caldo. Purtroppo, però, il clima oggi porta del caldo precoce. A questo caldo precoce seguono spesso nuovi cali di temperatura. Le piante sono in quel momento in pieno risveglio e quindi piene di acqua. Quest’acqua, quando le temperature calano, ghiaccia aumentando di volume. In questo modo il ghiaccio danneggia in modo irreversibile i tessuti vitali della pianta. Così le gelate notturne oggi distruggono vigne e frutteti. COME SALVARE LE PRODUZIONI Anche molti viticoltori italiani, specialmente nel Cuneese e nel Trentino e in Toscana hanno copiato il metodo francese.
vigneti cinesi con i falò Un’altro metodo per proteggere i frutteti (specialmente meli e ciliegi) è coprirli con un sottile strato di brina che funziona da isolante. Perché questo metodo sia efficace è necessario che gli agricoltori siano avvisati in anticipo dell’arrivo di una gelata tardiva. Le regione e le associazioni di agricoltori hanno attivato stazioni di controllo che avvertano quando una gelata è in arrivo. Ecco un affascinante video che mostra i meleti trentini protetti dalla brina. Mentre le gelate notturno distruggono vigne e frutteti si studiano soluzioni. Gli agronomi stanno studiando come convivere con i cambiamenti climatici. Ad esempio la coltivazione delle vigne e, quindi, la produzione del vino si sta spostando a quote più alte.
La Sicilia potrebbe sfruttare i cambiamenti climatici per iniziare nelle sue terre la coltivazione di frutti tropicali. In attesa di soluzioni, la Confederazione italiana agricoltori (CIA)ha detto che , nel Nord e nel Centro Italia le gelate potrebbero aver causato una riduzione della produzione agricola del 50-70 per cento. I CORVI SONO MOLTO INTELLIGENTI Vogliamo sottoporvi alcuni esperimenti che dimostrano in modo semplice come i corvi sono animali capaci di risolvere con il ragionamento problemi complessi. Parliamo in realtà dei corvidi, cioè una famiglia di uccelli. Fanno parte di questa famiglia i corvi propriamente detti, ma anche la gazza, la ghiandaia, la cornacchia e altre specie di uccelli.
Uccelli della famiglia dei corvidi I corvi, in particolare, forse per il loro colore nero sono considerati uccelli del malaugurio e sono collegati nella nostra immaginazione con la morte. Pensiamo ad esempio all’invasione di uccelli nel film di Alfred Hitchcock Gli uccelli. Ecco la scena dell’attacco a scuola.
I CORVI PARLANO. Anni di studi ci restituiscono un’immagine molto diversa di questi animali. Ad esempio i corvi sono animali molto socievoli che si scambiano informazioni con un gran numero di versi. Inoltre, proprio come gli uomini, parlano in modo diverso in base all’area geografica che abitano. Un corvo cinese, ad esempio, non capirebbe che cosa comunica un corvo italiano. I corvi, inoltre, sono molto bravi ad imitare il linguaggio umano, come fanno i pappagalli. LA GAZZA E LO SPECCHIO. Un’altra prova della loro intelligenza: si riconoscono allo specchio. Durante un esperimento misero un cerotto sulle piume di una gazza. Questa gazza, guardandosi allo specchio, vide il cerotto e con il becco andò a colpo sicuro a rimuovere il cerotto. Aveva quindi capito che l’immagine nello specchio era la sua. I CORVI E GLI STRUMENTI. Molti esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che i corvi sanno costruire strumenti: ad esempio sanno piegare un bastoncino formando un uncino per tirare fuori in bruco. Nell’esperimento del video il corvo deve raggiungere un bruco che è dentro un contenitore pieno d’acqua. Deve scegliere quale è la strategia migliore per aumentare il livello dell’acqua e prendere il bruco. Deve scegliere tra diversi contenitori. L’esperimento mostra che il corvo sceglie sempre la
strategia più efficace. Ecco la dimostrazione in questo video. 1. nel primo esperimento deve scegliere tra un contenitore pieno di sabbia o pieno di acqua; 2. nel secondo esperimento deve scegliere tra un oggetto pesante e un oggetto leggero da gettare nell’acqua; 3. nel terzo esperimento deve scegliere tra un oggetto intero e uno bucatoda gettare nell’acqua; 4. nel quarto esperimento deve scegliere tra un contenitore largo e uno stretto. 5. nel quinto esperimento deve scegliere tra un contenitore con il livello dell’acqua alto e uno con il livello dell’acqua basso; 6. nel sesto esperimento deve scegliere il tubo collegato con un altro. Un’altra buffa prova dell’intelligenza dei corvi è questa. Hanno imparato ad aspettare il semaforo rosso per gettare frutti con il guscio per strada. Hanno capito, infatti, che le auto passando sopra noci e nocciole frantumano il guscio e loro possono mangiare la parte commestibile. Come si vede nel video che segue hanno anche imparato a difendersi dal traffico delle auto. Alcuni studiosi hanno visto corvi che conservano monete e quando è possibile vanno a “comprare” cibo ai distributori automatici!
SE AMI UN CANE SAI AMARE CHIUNQUE AL MONDO Keith Walker vive ad Atlanta, negli Stati Uniti. Da quando ha 13 anni Keith vive per strada. Oggi ha 53 anni e il suo compagno di vita è Bravo, un pitbull bianco e marrone. Tutte le sere Keith porta il suo cane in un rifugio per animali, perché possa – almeno lui – dormire al caldo. Gracie, la fondatrice del rifugio, conosce Keith e il suo amore per gli animali e gli concede quel piccolo privilegio. Una sera del dicembre scorso Keith era andato al rifugio per portare il suo cane a fare la passeggiatina serale. Nel rifugio era divampato un incendio; i vigili del fuoco si rifiutavano di salvare gli animali e aspettavano gli addetti della protezione animali. Keith non ci ha pensato due volte e si è precipitato a salvare cani e gatti. 10 gatti e 6 cani, cioè tutti gli animali ospiti del rifugio, gli devono la vita. La televisione ha intervistato Keith che ha detto di aver avuto molta paura mentre affrontava il fuoco. Keith ha aggiunto: “Se ami un cane sai amare chiunque al mondo. Il mio cane è il mio migliore amico e non sarei qui senza di lui. Dovevo salvare anche gli altri”. CHI VA CON LO ZOPPO IMPARA A
ZOPPICARE Russell Jones vive a Londra insieme alla moglie e al loro cane, un levriero. Un giorno Russell si rompe una caviglia. Va all’ospedale dove gli ingessano la gamba. Per camminare Russell deve usare le stampelle. Durante una passeggiata con il suo cane Russell si accorge che anche il suo animale zoppica vistosamente e non riesce ad appoggiare una zampa. Russell, preoccupato, corre dal veterinario. Il veterinario che visita il cane non riscontra nessun problema alla zampa ma il cane continua a zoppicare. Nuova visita da un nuovo veterinario. Per capire quale sia il problema del suo cane e aiutarlo Russell spende 300 sterline (340 euro) in visite e radiografie per il cane. Il problema si risolve quando un giorno la moglie di Russell vede il cane che è solo in giardino. Il cane corre beato e non ha alcun problema alla zampa! Russell e suo moglie capiscono allora che cosa è accatduto. Il cane stava benissimo e zoppicava per solidarietà verso il suo padrone in difficoltà. Ecco il video di Russell e del suo cane affettuoso. UN CANE INVENTA LO SLITTINO il video che vi proponiamo testimonia l’inventiva e la voglia di divertirsi di un giovane cane. Questo cane appartiene a un signore di Manchester nel
Regno Unito. Simon Hopkins, il padrone del cane, ha condiviso sui social le prodezze e la simpatia del suo cane. Il cane ha trovato il fondo di un contenitore di plastica molto leggero e ha inventato lo slittino. Con questo pezzo di plastica fa su e giù sulla neve muovendosi con grazia e abilità. https://youtu.be/p4Iq5PWq1Mc MAGAWA IL RATTO CORAGGIOSO LE MINE IN CAMBOGIA. In Cambogia dal 1970 e per più di venti anni ci furono molti conflitti. Il risultato di questi conflitti è che oggi in Cambogia ci sono ancora 5 milioni di mine antiuomo. Inoltre, secondo un’indagine del Congresso degli Stati Uniti, in Cambogia ci sarebbero ancora molte bombe americane non esplose. Queste bombe sono state sganciate durante la Guerra del Viet-Nam.
Esiste un’ organizzazione umanitaria che si occupa della demilitarizzazione dei territori dopo la fine dei conflitti (Halo Trust). Quest’organizzazione ha calcolato che in Cambogia dal 1979 almeno 64mila persone sono state ferite e oltre 25mila hanno subito amputazioni a causa delle mine. Trovare e rendere inoffensive le mine è un lavoro molto lungo e pericoloso. I RATTI AFRICANI E LE MINE. L’organizzazione belga APOPO si occupa di sminare i terreni infestati dalle mine. Ha lavorato in molti Paesi africani, come l’Angola e la Tanzania. Gli esperti di quest’associazione da anni usano il ratto gigante africano per trovare le mine. In genere per trovare le mine si usano metal detector o i cani. I ratti, però, a differenza dei metal detector sono in grado di distinguere tra mine che hanno ancora esplosivo e i rottami metallici. Nutrire i ratti, inoltre è meno costoso che nutrire cani; e poi i ratti sono abbastanza leggeri da passare
su una mina senza farla esplodere. Soprattutto un ratto riesce controllare un’area grande come un campo da tennis in 30 minuti, mentre una persona con un metal detector ci mette quattro giorni. APOPO ha spiegato che l’addestramento di un ratto dura nove mesi. Durante lo sminamento, il ratto è legato a delle corde che vengono tenute da due sminatori che sono a distanza di sicurezza. Il ratto, quando annusa l’esplosivo delle mine, raschia il terreno. Gli sminatori rendono innocua la mina e il ratto ottiene un po’ di cibo come ricompensa.
IL PRIMO TOPO CHE RICEVE UNA MEDAGLIA. L’Associazione britannica veterinaria (PSDA), premia da diversi anni le imprese eroiche degli animali. Quest’anno il riconoscimento è stato a uno di questi ratti s-minatori. Il nome di questo ratto è Magawa. Negli ultimi quattro anni Magawa, ha scoperto 39 mine e 28 ordigni inesplosI. Il direttore dell’associazione ha detto, durante la premiazione, che il ratto «salvato e cambiato le vite di uomini, donne e bambini».
RAVENNA: LA GUERRA DEI PAVONI
IL FATTO. Punta Marina è una località della Riviera Romagnola del comune di Ravenna. Punta Marina ha solo 3 mila residenti, ma è una località balneare e d’estate si riempie di villeggianti. Da qualche anno in questa località “risiedono” anche una trentina di pavoni. I 30 residenti pennuti si riproducono molto in fretta e la loro presenza inizia ad essere fonte di problemi e di discordia tra gli abitanti. Una parte dei cittadini vorrebbe, infatti, cacciare i pavoni. Un’altra fazione pensa che i pavoni potrebbero diventare un’attrazione turistica e vuole continuare ad ospitarli. LE COLPE DEI PAVONI. Ricordiamo che un esemplare di pavone pesa circa 6 chili ed è piuttosto goffo quando si sposta camminando. I cittadini che vogliono esiliare i pavoni si lamentano per diversi motivi. I pavoni, ad esempio, atterrano sui tetti spostano le tegole e causano danni.
Inoltre di notte emettono versi molto fastidiosi che disturbano chi ha il sonno leggero. Ai pavoni, poi, piace molto sostare sui cofani delle auto. Ma, lo sappiamo, i pavoni sono molto vanitosi e quando vedono la propria immagine riflessa su una carrozzeria lucida la riempiono di affettuose beccate rovinando la carrozzeria. Alcune mamme hanno riferito che i pavoni adocchiano in modo inquietante le merendine in mano ai loro figlioletti indifesi. CHE FARE? Il Comune di Ravenna ha un assessore ai diritti degli animali che sta cercando una soluzione. Per il momento la soluzione più probabile è la “deportazione” dei pavoni in agriturismi o fattorie didattiche della zona. Nel frattempo la colonia di pavoni, ignara delle discussioni provocate, continua girare indisturbata fra le case e il lungomare alla ricerca di cibo. L’immagine quI sotto dimostra che – in ogni modo – i pavoni di Punta Marina sono molto civili e rispettano il codice della strada!
L’INCONTRO FATALE TRA UN UOMO E UNA GATTA PEDALANDO VERSO UNA NUOVA VITA. Dean Nicholson è ex giocatore di rugby; vive in Scozia nella città di Dunbar, vicino ad Edimburgo. Per vivere fa il saldatore, ma il lavoro non lo entusiasma. Nell’autunno del 2018 ha trentuno anni e decide di dare una svolta alla sua vita. In sella alla sua bici si lascia le abitudini alle spalle e parte per un viaggio. La prima tappa è Amsterdam. Poi in Belgio, in Svizzera e poi in Italia. Qui un traghetto per la Croazia. In un primo momento Dean condivide quest’esperienza con
un amico, ma il rapporto di amicizia va in crisi e Dean si ritrova solo e deluso. L’INCONTRO FATALE. In Montenegro l’incontro fatale: una gatta che lo sceglie come compagno di vita. Racconta Dean: «Ero nel Montenegro, e mentre stavo pedalando ho sentito un miagolio – racconta – mi sono girato e ho visto una gattina che mi stava rincorrendo». Lei non voleva più andare via, e allora l’ha fatta salire a bordo». Dean va con la micia nella città più vicina per controllare se aveva già un microchip e quindi una famiglia. La micia è una randagia, e allora Dean decide di adottarla e la chiama Nala. LA NUOVA VITA. L’arrivo di Nala,ha modificato i piani di Dean e il suo modo di viaggiare. «Nala mi ha insegnato a rallentare e a godermi i piccoli momenti. Adesso ci fermiamo molto di più nelle nostre tappe, e amiamo giocare sulla spiaggia». La coppia ha viaggiato per oltre 16mila chilometri, e Nala adesso ha anche un passaporto. La presenza di Nala, in alcuni casi, ha imposto cambi di rotta. Ad esempio i due viaggiatori non vanno nei Paesi che non permetto ai gatti l’ingresso negli alberghi. Il sodalizio si è rivelato anche redditizio. La coppia di viaggiatori, infatti, ha ben 800 mila seguaci sui social e il loro canale su YouTube ha 150 mila iscritti. I guadagni delle pubblicità pagano il viaggio alla strana coppia.
Dean ha trasformato questa esperienza in un libro: In viaggio con Nala, ora pubblicato anche in Italia. Dean ci spiega come l’incontro con Nala gli abbia insegnato a guardare la vita con altri occhi. Occhi forse più felini, ma in realtà molto più umani. Ecco un breve video di grande amore. Ecco un breve test di avvenuta comprensione:
LA TRISTE STORIA DI NIGEL, L’UCCELLO INNAMORATO Questa storia è avvenuta nel 2018, ma vale la pena di conoscerla. Il fatto è avvenuto sull’isola di Mana, in Nuova Zelanda. Indicata in rosso nella cartina possiamo vedere la Nuova Zelanda. La Nuova Zelanda Qui invece una veduta dall’alto dell’isola di Mana.
Isola di Mana, Nuova Zelanda L’isola di Mana, come molte isole della Nuova Zelanda, è un paradiso terrestre ed è meta di turismo. I TOPI E GLI UCCELLI MARINI. Quarant’anni fa i topi, che arrivavano a bordo delle navi europee, hanno invaso l’isola di Mana. I topi mangiavano le uova e i piccoli degli uccelli marini. Gli uccelli marini per questo motivo hanno abbandonato l’isola. Gli uccelli marini a Mana sono soprattutto Sule.
Esemplari di Sula Venti anni fa il governo cercò di risolvere la situazione. Per prima cosa gli esperti eliminarono le colonie di topi che avevano colonizzato l’isola. Poi ripopolarono l’isola con 80 statue di sula in cemento. Collocarono sull’isola anche altoparlanti alimentati a energia solare che riproducono versi di sule. Gli esperti pensarono che le sule che sorvolavano l’isola, vedendo le statue, sarebbero atterrati sull’isola in cerca di compagnia.
Ecco la colonia delle sule di cemento con un’addetta alla loro manutenzione NIGEL E L’AMORE IMPOSSIBILE. Sull’isola nel 2013 arrivò Nigel. Le copie di cemento lo avevano attratto. Nigel, purtroppo, si innamorò di una di queste sule di cemento. Ha trascorso i cinque anni seguenti a corteggiare questa replica: le puliva le “penne” col becco, le dedicava versi d’amore e aveva anche costruito un nido per loro due. Un amore che non poteva essere corrisposto perché “lei” aveva il cuore di pietra. Nel 2017 uno studioso di uccelli modificò il suono prodotto dagli altoparlanti. In seguito a questo cambiamento arrivarono 3 nuovi esemplari di sula.
Nigel, però, rimase fedele alla “sua” statua e non instaurò relazioni con gli uccelli vivi. Nel 2018 Nigel è morto. Fin all’ultimo è rimasto fedele alla sua compagna di cemento. I volontari di Friends of Mana hanno dedicato all’uccello solitario una poesia.
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