UN PINGUINO SI È PERSO - Informazione Facile

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UN PINGUINO SI È PERSO - Informazione Facile
UN PINGUINO SI È PERSO
     Un pinguino si è perso.
     È un pinguino di Adelia.
     La sua specie vive solo in Antartide.

Pinguino di Adelia

     Una coppia ha invece trovato il pinguino su una spiaggia
     della Nuova Zelanda centrale.
     Questa spiaggia della Nuova Zelanda è a 3 mila
     chilometri dall’Antartide.
     Hanno chiamato il pinguino Pingu.
     La coppia ha chiamato un centro che si prende cura dei
     pinguini.
     Al ritrovamento sulla spiaggia, Pingu sembrava molto
     stanco.
     Probabilmente non mangiava e non beveva da tempo.
     Pingu stava però abbastanza bene.
     Gli operatori del centro hanno lasciato Pingu su una
     spiaggia della penisola di Banks (Nuova Zelanda).
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un pinguino si è perso Penisola Banks (Nuova Zelanda)

     Gli operatori sperano che dalla spiaggia il pinguino
     riesca a ritrovare la strada di casa.
     Non si sa come il pinguino sia riuscito ad arrivare così
     lontano d casa.
     In passato altri pinguini si erano persi.
     2 pinguini Adelia erano infatti arrivati sulle spiagge
     della Nuova Zelanda già nel 1962 e nel 1993.
     Secondo gli scienziati, la causa potrebbe essere il
     cambiamento negli ambienti degli oceani.
     A causa dei cambiamenti climatici, infatti, sempre più
     pinguini potrebbero perdersi.

un pinguino si è perso

LA CONFERENZA DEI GIOVANI SUL
CLIMA
     Oggi, 28 settembre, a Milano è iniziata               la
     Youth4Climate, la conferenza dei giovani sul clima.
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La Youth4Climate durerà 3 giorni, dal 28 al 30
     settembre.
     Il governo italiano ha organizzato questa conferenza.
     Qui potete trovare il programma della conferenza.
     Alla conferenza partecipano 400 giovani.
     2 giovani per ciascuno dei 197 Paesi dell’ONU.
     I giovani discuteranno sulla crisi climatica con degli
     esperti.
     I ragazzi, inoltre, lavoreranno a un trattato in vista
     della Cop26.
     La Cop26 è la Conferenza annuale dell’ONU sul clima.
     Quest’anno la Cop26 si terrà a Glasgow (Scozia) dal 31
     ottobre al 12 novembre.
     Tra i giovani, anche Greta Thunberg (Svezia) e Vanessa
     Nakate (Uganda) partecipano alla conferenza.
     Greta e Vanessa sono 2 giovani attiviste contro il
     cambiamento climatico molto famose.

Greta Thunberg Fonte: Instagram/ gretathunberg
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Vanessa Nakate. Fonte: Instagram/ vanessanakate1

     Ecco il discorso di Greta Thunberg all’apertura della
     conferenza:

La conferenza dei giovani sul clima

     Nel discorso, Greta Thunberg ha detto che:
           non c’è un altro pianeta.
           i politici devono smettere di parlare, di dire bla
           bla bla, senza agire.
           E’ necessario cambiare.
           La speranza è agire.

ISOLE FAROE. LA TRADIZIONALE
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CACCIA             A DELFINI E BALENE
UCCIDE             1500 ANIMALI IN 1
GIORNO
LE ISOLE FAR OER

     Il fatto che vi raccontiamo di seguito è accaduto nelle
     isole Far Oer.
     Le Isole Far Oer fanno parte del Regno di Danimarca.
     L’arcipelago delle isole Far Oer è formato da 18 isole.
     Si trovano tra il Mare di Norvegia e il Nord dell’Oceano
     Antlantico.

In rosso la posizione delle Isole Faroe
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Paesaggio delle Isole Faroe

IL FATTO.
     Il 15 settembre gli abitanti delle isole Far Oer hanno
     ucciso quasi 1500 delfini.
     Alcuni giorni dopo, il 23 settembre, hanno ucciso 52
     balene.
     La caccia di delfini e balene fa parte di una tradizione
     locale norvegese.
     Questa tradizione prende il nome di Grindadráp.
     Molti abitanti locali sono abituati ad assistere a
     questa caccia.
     Tuttavia, in genere le balene e i delfini uccisi sono
     molto meno numerosi.
     Gli abitanti delle isole, di solito, uccidon circa 600
     balene e 40 delfini all’anno.
     Ma quest’anno molti di loro sono rimasti stupiti dal
     numero di animali uccisi.
     In particolare, è molto elevato il numero di delfini
     uccisi.
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LA DENUNCIA DEL FATTO.
    Sea Shepherd   (pastore del mare, in inglese) è una ONG
    impegnata nella difesa del mare e degli animali marini.
    Gli attivisti di Sea Shepherd si impegnano da anni per
    fermare la caccia a mare aperto.
    Sea Sheperd denuncia già da anni la brutalità della
    tradizione della Grindadráp.
    In questo tipo di “pesca” gli animali sono trascinati a
    terra e poi uccisi con il coltello.
    Gli attivisti     hanno denunciato la morte dei 1428
    delfini tramite i social network.
    Secondo Sea Shepherd, è stata l’uccisione più grande
    della storia delle isole Far Oer.
    Inoltre, gli attivisti di hanno definito la caccia del
    15 settembre come ‘crudele e inutile’.
    Questo perché la caccia sarebbe stata effettuata senza
    le autorizzazioni necessarie e utilizzando un metodo
    sbagliato.
    Inoltre sarà impossibile consumare una cosi grande
    quantità di carne che sarà gettata via.
    Attivisti e abitanti delle Isole Far Oer hanno affermato
    che i delfini sono rimasti in agonia per molte ore prima
    di essere uccisi.
    Anche le persone che sostengono questa tradizione
    quest’anno sono sconvolte dall’accaduto.

Se volete approfondire l’argomento vi consigliamo
QUESTO VIDEO.

Vi avvertiamo che è molto violento e i minori non
possono guardarlo.
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I CAMBIAMENTI CLIMATICI IN
BREVE

I   CAMBIAMENTI   “METEO”                         E     I
CAMBIAMENTI CLIMATICI.
   Innanzi tutto spieghiamo la differenza tra cambiamenti
   meteo (meteorologici) e cambiamenti climatici.
   La meteorologia studia i cambiamenti del tempo
   atmosferico e descrive (e prevede) come è il tempo
   atmosferico, cioè se il cielo è sereno, o nuvolo,
   eccetera. Può anche prevedere il tempo che farà e
   l’intensità dei fenomeni atmosferici.
   il “meteo” si occupa di       cambiamenti   atmosferici
   nell’arco di 2/3 settimane.
   La climatologia, invece, si occupa dello studio
   del clima, cioè      “condizioni medie del tempo
   meteorologico in un periodo di tempo di almeno 20-30
   anni.

L’EFFETTO SERRA.
   L’effetto serra è un fenomeno naturale.
   Alcuni gas presenti nell’atmosfera, come l’anidride
   carbonica, trattengono parte del calore emesso dalla
   Terra.
   Questi gas sono chiamati gas- serra.
   In questo modo le temperature sul pianeta rendono la
   vita, come la conosciamo, possibile.
   Le attività umane hanno causato, però, un aumento
    emissioni di gas serra.
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Questo aumento delle emissioni coincide con l’inizio
   della Rivoluzione industriale (metà del Settecento).
   Da allora gli uomini hanno immesso miliardi e miliardi
   di tonnellate di anidride carbonica e altri gas serra
   nell’atmosfera.
   L’aumento della produzione dei gas serra causa un
   aumento della temperatura media globale.
   L’IPCC, il comitato sul cambiamento climatico dell’ONU,
   ha suddiviso le responsabilità per settori economici.
   La tabella indica la suddivisione così come era nel
   2010.

I CAMBIAMENTI CLIMATICI E 2 DATE.
   Il 1880 è il primo anno che fornisce, grazie a studi
   accurati, dati certi sulle temperatura sulla Terra.
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Dal 1880 a oggi la temperatura media della Terra è
    aumentata di 1,2 gradi centigradi.
    Come è ovvio non è un dato omogeneo.
    È importante sottolineare, ad esempio, che all’Artico
    le temperature sono aumentate di 2,2 gradi centigradi.
    Fino al 1957 gli scienziati pensavano che gli Oceani
    fossero in grado di assorbire e annullare l’aumento
    della produzione umana di gas serra.
    Il 75 per cento dei gas serra è anidride carbonica.
    Nel 1957, però, uno scienziato americano, Roger Revelle,
    dimostrò che gli oceani non sono in grado di assorbire
    tutta l’anidride carbonica che l’uomo produce.

I CAMBIAMENTI CLIMATICI E I MARI.
    Abbiamo visto che dal 1880 la temperatura media della
    Terra è aumentata di 1,2 gradi.
    Nell’Artico, però, l’aumento è di 2,2 gradi.
    Questo fatto comporta che nella stagione calda i
    ghiacciai di Artide , Antartide e Groenlandia si
    sciolgano di più di quanto riescano a ghiacciare di
    nuovo.

Ecco un video che illustra lo scioglimento dei
ghiacciai dell’Artico nell’arco di 30 anni.

    In questo modo il livello dei mari cresce e anche la sua
    temperatura: a causa di questi 2 fenomeni il livello del
    acqua dal 1900 ad oggi si è innalzato di 19 centimetri.
    L’innalzamento dei mari comporta che le fasce costiere
    del mondo possono diventare non abitabili.

I   CAMBIAMENTI CLIMATICI E MIGRANTI
CLIMATICI.
   Questo fatto aumenterebbe molto il numero di migranti
   per motivi climatici.
   Spesso i migranti “climatici” si spostano soltanto in
   altre zone del loro Paese di appartenenza.
   Il Centro di monitoraggio per gli sfollati interni
   (IDMC) ha calcolato che 23,9 milioni di persone hanno
   dovuto trasferirsi nel 2019 a causa di disastri connessi
   al cambiamento climatico.
   Le persone più esposte a questo rischio sono gli
   abitanti dei Paesi in via di sviluppo, quindi i Paesi
   meno responsabili dei cambiamenti del clima.
   Per approfondire il tema dei migranti climatici leggi:
   Chi sono i migranti climatici?
   Questo è il numero previsto di migranti climatici entro
   il 2050, se gli uomini non prenderanno decisioni
   coraggiose per ridurre i gas serra: 143 milioni di
   persone saranno costrette ad abbandonare la loro terra
   (quindi circa 1 abitante ogni 45 abitanti della Terra).
Illustrazione tratta Lifegate

I     CAMBIAMENTI    CLIMATICI                              E
L’ACCORDO DI PARIGI.
     Il 12 dicembre 2015 i delegati di 195 paesi che
     partecipano alla Conferenza mondiale sul clima, chiamata
     COp21, hanno firmato un accordo in cui si impegnano a
     ridurre le emissioni inquinanti in tutto il mondo.
     Ecco i punti principali dell’accordo:
        1. Mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2
           gradi, e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5
           gradi;
        2. Smettere di aumentare le emissioni di gas serra il
           prima possibile e raggiungere nella seconda parte
           del secolo il momento in cui la produzione di
            nuovi gas serra sarà sufficientemente bassa da
            essere assorbita naturalmente.
         3. Controllare i progressi compiuti ogni cinque anni,
            tramite nuove Conferenze.
4. Versare 100 miliardi di dollari ogni anno ai paesi
        più poveri per aiutarli a sviluppare fonti di
        energia meno inquinanti.
  La prossima riunione (Cop26) si svolgerà a Glasgow nel
  novembre 2021.

I   CAMBIAMENTI CLIMATICI                        E    IL
RAPPORTO DELL’ONU 2021.
  Il 9 agosto il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti
  climatici (IPCC) dell’ONU ha pubblicato il suo nuovo
  rapporto sul clima.
  Il rapporto è basato sull’analisi di più di 14mila
  articoli scientifici da parte di oltre 200 scienziati di
  tutto il mondo.
  Il rapporto dice che i cambiamenti climatici alla base
  dell’aumento della frequenza e dell’intensità di
  fenomeni meteorologici disastrosi, come piogge
  torrenziali e ondate di grande caldo, sono
  “inequivocabilmente” dovuti alle attività umane e sono
  “senza precedenti”.
  Secondo lo studio, gli ultimi 5 anni sono stati i più
  caldi che siano stati registrati dal 1850 a oggi, e
  probabilmente l’ultimo decennio è stato il periodo più
  caldo degli ultimi 125mila anni.
  Il rapporto considera un ulteriore aumento delle
  temperature (rispetto al periodo pre-industriale)
  inevitabile.
  Il  rapporto considera,  però, che l’aumento della
  temperatura non superiore a 1 grado e mezzo possa
  evitare eventi catastrofici.
  Se la temperatura, invece, dovesse aumentare di 2 gradi
  gli eventi catastrofici e le migrazioni aumenterebbero
  in modo non tollerabile per la qualità di vita.
  Il segretario generale dell’ONU, António Guterres, ha
  detto che il rapporto è un “codice rosso per l’umanità”.
La Terra ha già vissuto cambiamenti del clima
  catastrofici.
  Le cause, però, sono state :
        eruzioni vulcaniche,
        aumento dell’attività solare,
        l’impatto con un asteroide,
        modificazioni delle correnti oceaniche.
  Oggi nessun evento di questo tipo giustifica le
  catastrofi climatiche cui assistiamo in continuazione.
  Leggi anche:
        Germania. Maltempo morti e dispersi.
        Incendi in Grecia. Ma tutto il mondo brucia.
        Incendi in Algeria. Ma tutto il mondo brucia.

LE SPIAGGE ITALIANE SONO DEI
CITTADINI
  Le spiagge italiane sono proprietà dello Stato, cioè dei
  cittadini italiani.
  Lo Stato, infatti, non può vendere le spiagge.
  Può però darle in concessione agli stabilimenti.
  In questo articolo parleremo di:
        Gli stabilimenti balneari
        Quanto incassa lo Stato
        Come funzionano le concessioni
        Il mare rimane un bene di tutti
        La nuova indagine.
  Per saperne di più puoi leggere questo articolo del
  Post.
Tramonto in spiaggia. Di chi sono le spiagge italiane

GLI STABILIMENTI BALNEARI.
     Legambiente ha realizzato una relazione: “Spiagge 2021”.
     Secondo questa relazione,
           Gli stabilimenti balneari occupano il 46 per cento
           delle spiagge sabbiose.
           Gli stabilimenti inoltre occupano 70 per cento
           delle spiagge in Liguria e in Emilia-Romagna.
           In Campania occupano, invece il 67,7 per cento,
           mentre nelle Marche il 61,8 per cento.
           I dati sono molto diversi tra le Regioni anche in
           base alla conformazione delle coste.
     Questo significa che ci sono poche spiagge libere, dove
     le persone possono stare senza pagare.
     Un caso limite è il Comune di Gatteo, in provincia di
     Foggia, dove tutte le spiagge sono date in concessione.
     Altri casi: a Pietrasanta (Toscana) il 98.8 per cento
     delle spiagge è in concessione; a Laigueglia (Liguria)
il 92,5; a Rimini (Romagna) il 90 per cento.
     Casi positivi, invece sono Puglia e Sardegna
      Queste Regioni hanno stabilito il principio del diritto
     di accesso al mare per tutti.
     Hanno, infatti, fissato che il 60 per cento delle loro
     spiagge deve essere libero e, quindi, solo il 40 per
     cento può essere dato in concessione.

Gatteo: tutte le spiagge sono in concessione

QUANTO INCASSA LO STATO.
     Secondo i dati del 2019, le concessioni delle spiagge
     erano più di 29 mila.
     I canoni della maggioranza di queste concessioni erano
     inferiori a 2 mila e 500 euro all’anno.
     Nel 2019 lo Stato ha quindi incassato 115 milioni di
     euro.
     Questa cifra è molto bassa.
     Gli stabilimenti balneari, infatti, guadagnano nel
     totale molto di più, circa 15 miliardi di euro all’anno.
     Questa differenza tra incassi dello Stato e guadagni
     degli stabilimenti dura da anni.
     I canoni, infatti, continuano a rimanere gli stessi da
     anni.
I rinnovi delle      concessioni,    inoltre,   sono   quasi
   automatici.

COME FUNZIONANO LE CONCESSIONI.
   In   alcuni   casi   la   stessa   famiglia   gestisce   lo
   stabilimento dallo scorso secolo.
   In cambio delle concessioni e affitti bassi, gli
   stabilimenti avrebbero dovuto investire nelle spiagge e
   nel turismo.
   Oggi le coste sono ricche di servizi, ma i prezzi degli
   stabilimenti sono molto alti.
   La gestione delle concessioni è dei Comuni.
   I guadagni delle concessioni vanno, però, in gran parte
   allo Stato e in minima parte ai Comuni.
   Le regioni a statuto speciale (come la Sicilia e la
   Sardegna) invece trattengono quasi tutto il canone.
   Nel 2006 la Commissione Europea ha approvato la
   direttiva Bolkestein.
   La direttiva stabilIsce che le concessioni devono essere
   affidate attraverso gare con regole equilibrate e
   pubblicità internazionale.
   I governi italiani, però, non hanno mai applicato questa
   direttiva.
   L’applicazione della direttiva è stata rimandata fino al
   2033.
Stabilimenti balneari. di chi sono le spiagge italiane

IL MARE DEVE RIMANERE UN BENE DI
TUTTI.
     Il mare però deve rimanere un bene di tutti e va difeso.
     Negli ultimi anni, infatti, cittadini e associazioni
     hanno protestato contro gli stabilimenti che hanno
     costruito muri e cancelli.
     Questi ostacoli impediscono l’accesso al mare, mentre le
     spiagge sono dei cittadini.
     I Comuni possono intervenire per garantire il diritto di
     accesso alle spiagge.
     Un altro diritto, per esempio, è la battigia, la
     striscia di spiaggia dove arrivano le onde.
     La battigia è uno spazio libero.
     È infatti possibile sostare temporaneamente sulla
     battigia senza pagare.
     Le spiagge sono dei cittadini.
     Lo Stato può darle in concessione, ma in modo
     trasparente, in percentuali adeguate e con un giusto
     guadagno.
Spiaggia libera a Eboli: per saperne di più leggi QUI

  ORA SI INDAGHERÀ                      SU TUTTE LE
CONCESSIONI.
     Nel marzo del 2019 il Tribunale       sequestra i Bagni
     Liggia di Genova perché la concessione viola la
     direttiva europea (direttiva Bolkestein).
     Tutti gli stabilimenti balneari, però, violano la
     direttiva europea.
     Claudio Galli, gestore dei Bagni Liggia, presenta,
     quindi, una denuncia contro tutti i colleghi.
     Il 12 luglio 2021 Galli vince la causa.
     Ora i tribunali di tutta Italia hanno 6 mesi di tempo
     per capire se le 17.594 concessioni hanno rispettato la
     direttiva.
     Vedremo che cosa accadrà.
AUSTRALIA: I RAGNI COPRONO DI
UN VELO UN INTERO STATO
     Tutti conosciamo i ragni e le loro tele.

Una ragnatela con la rugiada

     L’immagine classica è un ragno che immobile e paziente
     tesse la tela e aspetta la preda.
     Ecco un ragno che con raffinata tecnica tesse la sua
     tela.

     Non tutti, però, sanno che i ragni usano i filamenti
     delle loro tele anche in un altro modo.
     Questo modo è molto più dinamico, infatti, prende il
     nome da mongolfiera (ballon in inglese) e si chiama
     balloning.
     Il balloning permette ai ragni di spostarsi nell’aria
     trainati dalla tela.
     Grazie alla loro tela i ragni riescono, quindi, a
     “volare”, raggiungendo perfino i 4 chilometri di altezza
     e a spostarsi per centinaia di chilometri.
Questo fenomeno in questo periodo ha dato un aspetto
particolare allo stato Victoria, in Australia.

In questo Stato, infatti, milioni di ragni hanno
cominciato a produrre le loro tele per spostarsi.
Il risultato è un velo fitto e resistente che copre
prati, cartelli stradali, animali.
Questo fenomeno è anche definito “capelli d’angelo” e
non è un evento molto raro in Australia, anche se non
sempre raggiunge queste dimensioni.
Australia: Alberi completamente ricoperti da tele di ragni

Ecco un cane coperto da ragnatela da Blasting news.
GIULIETTA PAPPAGALLO IN CERCA
DI COMPAGNIA
Gli Ara ararauna sono una specie di pappagalli dalle piume
gialle e blu.

     Sono uccelli molto tranquilli, docili e molto socievoli.
     Queste caratteristiche permettono all’ara giallo e blu
     di convivere serenamente con i propri simili ma anche
     con animali di altre specie.
     Ama vivere sugli alberi e quindi nelle boscaglie; non
     gli piace scendere a terra dove si muove in modo goffo.
     Sono uccelli molto tranquilli, docili e molto socievoli.
     Queste caratteristiche permettono all’ara giallo e blu
     di convivere serenamente con i propri simili ma anche
     con animali di altre specie.
     Per la sua docilità questo pappagallo è diventato un
     animale da compagnia.
Coppia di Ara in gabbia

I PAPPAGALLI A RIO DE JANEJRO.
     Rio de Janeiro è una città del Brasile con circa 7
     milioni di abitanti.
     Fino a pochi secoli fa a Rio, bastava guardare verso un
     qualsiasi albero della città brasiliana per vedere un
     pappagallo, ma oggi non è più così.
I pochi Ara ararauna che vivono in questa città,
     infatti, non sono liberi.
     Il gruppo più numeroso è nelle gabbie del Bioparco di
     Rio.

L’entrata del Bioparco di Rio de Janeiro

     C’è, però, un pappagallo femmina di questa specie che
     vive ancora libera.
     Ma soffre di solitudine e di mal d’amore.
     Orami da decenni i guardiani del Bioparco vedono questa
     “pappagalla” appollaiarsi sul tetto della gabbia in cui
     si trova la sua “storia d’amore proibita”.
     Per questo comportamento i guardiani l’hanno battezzata
     affettuosamente Giulietta.cGiulietta avrebbe dovuto
     trovare un compagno per tutta la vita molti anni fa.
     Il pappagallo, infatti, è un animale monogamo che vive
     tutta la vita con il compagno che si è scelto.
     Ma lei non si è accoppiata, non ha costruito un nido o
     ha avuto dei pulcini e si sente sola.
     Giulietta vola, quindi, sino alle gabbie per comunicare
     con i suoi simili.
     Ecco un video de La Presse dove si vede Giulietta,
     pappagallo innamorato.

     È molto probabile che Giulietta sia un pappagallo da
     compagnia che è scappato dalla casa dei suoi padroni.
     A Rio, infatti, l’ultimo avvistamento ufficiale di un
     ara libero risale al 1818.
     Fino al 2000 c’erano gli Ara di Spix, i pappagallini
     blu del cartone animato “Rio”.

     Ma anche questa specie si è estinta.
     Gli esperti pensano che Giulietta viva nella foresta di
     Tijuca.
     La buona notizia è che presto potrebbe avere compagnia.
Il progetto Re-fauna dovrebbe, infatti, liberare 20 20
     giovani pappagalli Ara ararauna educati per sopravvivere
     liberi.
     Giulietta, pappagallo innamorato, non sarà più sola!

Foresta di Tijuca

TEST DI COMPRENSIONE.
     Ecco una novità: alcuni testi di IF da oggi avranno un
     test di comprensione interattivo!

A proposito di storie di amore infelici tra pennuti leggi
anche: Nigel la triste storia del gabbiano innamorato.
L’ AUSTRALIA È INVASA DAI
TOPI E DA SERPENTI VELENOSI
   L’Australia    invasa da topi e serpenti velenosi:
   cerchiamo di capire perché.
   In Australia tra il 2019 e il 2020 ci sono stati incendi
   devastanti.
   In seguito ci sono state alluvioni e, come tutto il
   mondo, la pandemia di Covid.
   Le piogge d’estate e i raccolti molto abbondanti,
   quest’anno hanno causato nuovi danni.
   L’Australia, infatti, è invasa dai topi e dai serpenti.
   Perché accade questo?
   Perché i topi possono sopravvivere, a differenza di
   molti altri animali, alla siccità.
   Quando la siccità diminuisce e c’è di nuovo abbondanza
   di cibo e acqua i topi iniziano a riprodursi e
   moltiplicarsi molto rapidamente.

IL CICLO RIPRODUTTIVO DEI TOPI.
   Il ciclo riproduttivo dei topi è precoce: possono,
   infatti, iniziare a riprodursi a 6 settimane dalla
   nascita.

   Inoltre è veloce: la femmina del topo dà alla luce da 6
   a 10 cuccioli ogni 19-21 giorni, senza periodi di pausa
   tra una cucciolata e l’altra.
Gli Stati dell’Australia

     Lo   Stato   del Nuovo Galles del Sud (dove si trova
      Sydney) è stato tra i più colpiti da incendi, siccità e
     alluvioni.

     Oggi milioni di topi corrono nei campi coltivati,
     entrano nelle case, di giorno come di notte, divorano
     tutto il cibo che trovano, danneggiano i vestiti e
     mordono le persone, persino i pazienti nei letti di
     ospedale e hanno invaso le aule scolastiche.

     I topi, inoltre, provocano un’altra invasione, ancora
     più pericolosa: quella dei serpenti.

     I più pericolosi sono i velenosi serpenti marroni dell’
     Australia orientale.
L’abbondanza di topi ha bloccato il ciclo naturale di
     letargo invernale del rettile che è goloso di topi e sta
     circolando ovunque.

     Ci sono serpenti sulle strade, nelle abitazioni e nei
     negozi.

     Ben nutriti, i serpenti si starebbero riproducendo anche
     loro sempre più, facendo temere una nuova invasione nei
     prossimi mesi.

In questa foto si vede un serpente che si è nascosto in un
albero di Natale

     Per i cittadini questi situazione sta diventando un
     incubo.
     In ogni casa gli abitanti chiudono cibo e vestiti in
     scatole sigillate .
     Per evitare l’attacco notturno dei topi, i piedi dei
     letti vengono inseriti in secchi di acqua o di sabbia,
     con la speranza che il metodo repellente funzioni.
     In molte città, ormai, trappole e veleni sono
     introvabili.
I produttori di esche per topi hanno anche ricevuto il
     permesso di raddoppiare la dose di veleno dei loro
     prodotti.
     Questa scelta, però,          rischia di provocare
     l’avvelenamento anche di altri animali, a partire dagli
     stessi gatti, che mangiano i topi velenosi.
     Oltre ai danni materiali, comincia a preoccupare
     l’impatto emotivo e psicologico di quest’invasione che
     sembra non terminare mai.

Ecco il video che documenta l’invasione di topi in una
fattoria del Nuovo Galles del Sud.

IL 13 MAGGIO L’ITALIA HA
ESAURITO LE RISORSE TERRESTRI
A SUA DISPOSIZIONE: È IL SUO
“OVERSHOOT DAY”

Nell’articolo cerchiamo di spiegare in modo semplice

     Cos’è l’Overshoot day;
     Overshoot day in Italia;
     Come si calcola l’Overshoot day.

L’OVERSHOOT DAY.
     La Terra produce ogni anno risorse che è in grado, in
     quell’anno, di rinnovare.
     Per mantenere, quindi, la situazione equilibrata gli
     uomini devono consumare solo quanto la natura è in grado
di rigenerare.
     Da molto tempo, però, gli uomini consumano più risorse
     di quante la Terra è in grado di rigenerare.
     Il giorno in cui finiscono le risorse disponibili per
     quell’anno si chiama in inglese Overshoot day (giorno
     del sorpasso).
     Di qui in avanti chiameremo l’Overshoot day: “il giorno
     della fine delle risorse”.
     Le risorse che consumiamo sono:
           Suolo;
           Piante, boschi, foreste;
           Energia;
           Acqua;
           Animali.
     Il Global Footprint Network è un’organizzazione
     internazionale che propone un modo di vivere che riduca
     lo spreco di risorse.
     Questa organizzazione calcola il giorno della fine delle
     risorse.
     I suoi esperti calcolano
           Il giorno della fine delle risorse mondiali:

Una scena di Zombie, film di Romero. Gli Zombie vanno al
supermercato.
IL GIORNO ITALIANO DELLA FINE DELLE
RISORSE.
Il 13 maggio 2021 è per l’Italia Il giorno della fine delle
risorse.

     In Italia i 2 precedenti giorni della fine delle risorse
     sono stati:
     il 14 maggio 2020;
     il 15 maggio 2019.
     Negli ultimi 3 anni il giorno della fine delle risorse
     italiano si è avvicinato all’inizio dell’anno.
     Il giorno della fine delle risorse anticipa quando il
     consumo delle risorse aumenta.
     L’Italia è tra i primi Paesi del mondo a raggiungere il
     giorno della fine delle risorse.
     Secondo i calcoli l’Italia, con i suoi consumi e il suo
     inquinamento, avrebbe bisogno di 2,7 pianeta Terra per
     arrivare alla fine dell’anno.

Ulivi malati in Puglia
COME SI CALCOLA IL GIORNO DELLA
FINE DELLE RISORSE.
     Il giorno della finee delle risorse        si   calcola
     confrontando 2 misure:
     L’impronta ecologica degli abitanti;
     Biocapacità globale.
     Che cosa sono queste due misure?

IMPRONTA ECOLOGICA.
L’impronta   ecologica   misura     l’effetto    dell’uomo
sull’ecosistema terrestre.

     L’impronta ecologica misura il consumo umano di risorse
     naturali rispetto alla capacità della terra di
     rigenerare le risorse.
     L’unità di misura dell’impronta ecologica è l’ettaro
     globale.
     Per calcolare l’impronta globale si misurano i consumi
     della popolazione.
     Tutti i consumi hanno un effetto sulla superficie
     terrestre.
     La produzione di beni deriva dal consumo di:
           Terreni agricoli;
           Territorio per energia;
           Pascoli;
           Foreste;
           Superficie edificata;
           Acque.
     Questo calcolo permette di capire di quanti pianeta
     Terra servono agli uomini per mantenere i consumi di
     oggi.
BIOCAPACITÀ GLOBALE.
   La biocapacità globale è la misura di sostenibilità
   globale.
   La biocapacità è la possibilità della Terra di produrre
   i beni necessari agli uomini per vivere.
   Queste risorse servono per:
   Mangiare;
   Produrre energia;
   Assorbire tutto ciò che inquina.
   Anche l’unità di misura della biocapacità è l’ettaro
   globale.
   Quindi, quando confrontiamo i consumi dell’uomo con la
   capacità della Terra di produrre beni da consumare
   troviamo il giorno dell’anno in cui l’equilibrio tra le
   2 grandezze si spezza.
   Da quel giorno gli uomini cominciano a produrre debito
   di risorse.
   La biocapacità è difficilmente modificabile.
   L’uomo, quindi, se vuole tornare in una situazione di
   equilibrio con la Terra che lo ospita, deve modificare
   il suo stile di vita per ridurre i suoi consumi di
   risorse.
   È ovvio, infine, che i Paesi sviluppati consumano molte
   più risorse dei Paesi poveri.
Come ci si lava nei Paesi ricchi

Come ci si lava nei Paesi Poveri
LE GELATE NOTTURNE ROVINANO
VIGNETI E FRUTTETI
     Cerchiamo    di spiegare come i cambiamenti climatici
     rendono le   gelate notturne più pericolose.
     In questi    giorni sono apparse immagini molto belle e
     suggestive   di candele e falò accese di notte nei vigneti
     francesi e   italiani.

Candele e falò riscaldano i vigneti di notte

     Il motivo per cui i viticultori accendono questi fuochi,
     però non è positivo.
     Questi fuochi sono un tentativo disperato di non perdere
     il raccolto di uva di quest’anno.

CHE COSA STA ACCADENDO?
     I cambiamenti climatici stanno facendo anticipare i
     primi caldi primaverili.
Le piante sentono il tepore e iniziano a mettere fuori
   le gemme.
   I vegetali, infatti, hanno una specie di termometro
   interno che le porta al risveglio quando sentono il
   caldo.
   Purtroppo, però, il clima oggi porta del caldo precoce.
   A questo caldo precoce seguono spesso nuovi cali di
   temperatura.
   Le piante sono in quel momento in pieno risveglio e
   quindi piene di acqua.
   Quest’acqua, quando le temperature calano, ghiaccia
   aumentando di volume.
   In questo modo il ghiaccio danneggia in modo
   irreversibile i tessuti vitali della pianta.
   Così le gelate notturne oggi distruggono vigne          e
   frutteti.

COME SALVARE LE PRODUZIONI
   Anche molti viticoltori italiani, specialmente nel
   Cuneese e nel Trentino e in Toscana hanno copiato il
   metodo francese.
vigneti cinesi con i falò

     Un’altro metodo per proteggere i frutteti (specialmente
     meli e ciliegi) è coprirli con un sottile strato di
     brina che funziona da isolante.
     Perché questo metodo sia efficace è necessario che gli
     agricoltori siano avvisati in anticipo dell’arrivo di
     una gelata tardiva.
     Le regione e le associazioni di agricoltori hanno
     attivato stazioni di controllo che avvertano quando una
     gelata è in arrivo.
     Ecco un affascinante video che mostra i meleti trentini
     protetti dalla brina.

     Mentre le gelate notturno distruggono vigne e frutteti
     si studiano soluzioni.
     Gli agronomi stanno studiando come convivere con i
     cambiamenti climatici.
     Ad esempio la coltivazione delle vigne e, quindi, la
     produzione del vino si sta spostando a quote più alte.
La Sicilia potrebbe sfruttare i cambiamenti climatici
     per iniziare nelle sue terre la coltivazione di frutti
     tropicali.
     In attesa di soluzioni, la Confederazione italiana
     agricoltori (CIA)ha detto che , nel Nord e nel Centro
     Italia le gelate potrebbero aver causato una riduzione
     della produzione agricola del 50-70 per cento.

I    CORVI                     SONO              MOLTO
INTELLIGENTI
Vogliamo sottoporvi alcuni esperimenti che dimostrano in modo
semplice come i corvi sono animali capaci di risolvere con il
ragionamento problemi complessi.

     Parliamo in realtà dei corvidi, cioè una famiglia di
     uccelli.
     Fanno parte di questa famiglia i corvi propriamente
     detti, ma anche la gazza, la ghiandaia, la cornacchia e
     altre specie di uccelli.
Uccelli della famiglia dei corvidi

     I corvi, in particolare, forse per il loro colore nero
     sono considerati uccelli del malaugurio e sono collegati
     nella nostra immaginazione con la morte.
     Pensiamo ad esempio all’invasione di uccelli nel film di
     Alfred Hitchcock Gli uccelli.
     Ecco la scena dell’attacco a scuola.
I CORVI PARLANO.
   Anni di studi ci restituiscono un’immagine molto diversa
   di questi animali.
   Ad esempio i corvi sono animali molto socievoli che si
   scambiano informazioni con un gran numero di versi.
   Inoltre, proprio come gli uomini, parlano in modo
   diverso in base all’area geografica che abitano.
   Un corvo cinese, ad esempio, non capirebbe che cosa
   comunica un corvo italiano.
   I corvi, inoltre, sono molto bravi ad imitare il
   linguaggio umano, come fanno i pappagalli.

LA GAZZA E LO SPECCHIO.
   Un’altra prova della loro intelligenza: si riconoscono
   allo specchio.
   Durante un esperimento misero un cerotto sulle piume di
   una gazza.
   Questa gazza, guardandosi allo specchio, vide il cerotto
   e con il becco andò a colpo sicuro a rimuovere il
   cerotto.
   Aveva quindi capito che l’immagine nello specchio era la
   sua.

I CORVI E GLI STRUMENTI.
   Molti esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che i
   corvi sanno costruire strumenti: ad esempio sanno
   piegare un bastoncino formando un uncino per tirare
   fuori in bruco.
   Nell’esperimento del video il corvo deve raggiungere un
   bruco che è dentro un contenitore pieno d’acqua.
   Deve scegliere quale è la strategia migliore per
   aumentare il livello dell’acqua e prendere il bruco.
   Deve scegliere tra diversi contenitori.
   L’esperimento mostra che il corvo sceglie sempre la
strategia più efficace.
  Ecco la dimostrazione in questo video.

1. nel primo esperimento deve scegliere tra un contenitore
   pieno di sabbia o pieno di acqua;
2. nel secondo esperimento deve scegliere tra un oggetto
   pesante e un oggetto leggero da gettare nell’acqua;
3. nel terzo esperimento deve scegliere tra un oggetto
   intero e uno bucatoda gettare nell’acqua;
4. nel quarto esperimento deve scegliere tra un contenitore
   largo e uno stretto.
5. nel quinto esperimento deve scegliere tra un contenitore
   con il livello dell’acqua alto e uno con il livello
   dell’acqua basso;
6. nel sesto esperimento deve scegliere il tubo collegato
   con un altro.

  Un’altra buffa prova dell’intelligenza dei corvi è
  questa.
  Hanno imparato ad aspettare il semaforo rosso per
  gettare frutti con il guscio per strada.
  Hanno capito, infatti, che le auto passando sopra noci e
  nocciole frantumano il guscio e loro possono mangiare la
  parte commestibile.
  Come si vede nel video che segue hanno anche imparato a
  difendersi dal traffico delle auto.

  Alcuni studiosi hanno visto corvi che conservano monete
  e quando è possibile vanno a “comprare” cibo ai
  distributori automatici!
SE AMI UN CANE SAI                            AMARE
CHIUNQUE AL MONDO
  Keith Walker vive ad Atlanta, negli Stati Uniti.
  Da quando ha 13 anni Keith vive per strada.
  Oggi ha 53 anni e il suo compagno di vita è Bravo, un
  pitbull bianco e marrone.
  Tutte le sere Keith porta il suo cane in un rifugio per
  animali, perché possa – almeno lui – dormire al caldo.
  Gracie, la fondatrice del rifugio, conosce Keith e il
  suo amore per gli animali e gli concede quel piccolo
  privilegio.
  Una sera del dicembre scorso Keith era andato al rifugio
  per portare il suo cane a fare la passeggiatina serale.
  Nel rifugio era divampato un incendio; i vigili del
  fuoco si rifiutavano di salvare gli animali e
  aspettavano gli addetti della protezione animali.
  Keith non ci ha pensato due volte e si è precipitato a
  salvare cani e gatti.
  10 gatti e 6 cani, cioè tutti gli animali ospiti del
  rifugio, gli devono la vita.
  La televisione ha intervistato Keith che ha detto di
  aver avuto molta paura mentre affrontava il fuoco.
  Keith ha aggiunto: “Se ami un cane sai amare chiunque al
  mondo. Il mio cane è il mio migliore amico e non sarei
  qui senza di lui. Dovevo salvare anche gli altri”.

CHI VA CON LO ZOPPO IMPARA A
ZOPPICARE
     Russell Jones vive a Londra insieme alla moglie e al
     loro cane, un levriero.
     Un giorno Russell si rompe una caviglia.
     Va all’ospedale dove gli ingessano la gamba.
     Per camminare Russell deve usare le stampelle.
     Durante una passeggiata con il suo cane Russell si
     accorge che anche il suo animale zoppica vistosamente e
     non riesce ad appoggiare una zampa.
     Russell, preoccupato, corre dal veterinario.
     Il veterinario che visita il cane non riscontra nessun
     problema alla zampa ma il cane continua a zoppicare.
     Nuova visita da un nuovo veterinario.
     Per capire quale sia il problema del suo cane e aiutarlo
     Russell spende 300 sterline (340 euro) in visite e
     radiografie per il cane.
     Il problema si risolve quando un giorno la moglie di
     Russell vede il cane che è solo in giardino.
     Il cane corre beato e non ha alcun problema alla zampa!
     Russell e suo moglie capiscono allora che cosa è
     accatduto.
     Il cane stava benissimo e zoppicava per solidarietà
     verso il suo padrone in difficoltà.

Ecco il video di Russell e del suo cane affettuoso.

UN CANE INVENTA LO SLITTINO
     il video che vi proponiamo testimonia l’inventiva e la
     voglia di divertirsi di un giovane cane.
     Questo cane appartiene a un signore di Manchester nel
Regno Unito.
     Simon Hopkins, il padrone del cane, ha condiviso sui
     social le prodezze e la simpatia del suo cane.
     Il cane ha trovato il fondo di un contenitore di
     plastica molto leggero e ha inventato lo slittino.
     Con questo pezzo di plastica fa su e giù sulla neve
     muovendosi con grazia e abilità.

https://youtu.be/p4Iq5PWq1Mc

MAGAWA IL RATTO CORAGGIOSO

LE MINE IN CAMBOGIA.
     In Cambogia dal 1970 e per più di venti anni ci furono
     molti conflitti.
     Il risultato di questi conflitti è che oggi in Cambogia
     ci sono ancora 5 milioni di mine antiuomo.
     Inoltre, secondo un’indagine del Congresso degli Stati
     Uniti, in Cambogia ci sarebbero ancora molte bombe
      americane non esplose.
     Queste bombe sono state sganciate durante la Guerra del
     Viet-Nam.
Esiste un’ organizzazione umanitaria che si occupa
    della demilitarizzazione dei territori dopo la fine dei
   conflitti (Halo Trust).
   Quest’organizzazione ha calcolato che in Cambogia dal
   1979 almeno 64mila persone sono state ferite e oltre
   25mila hanno subito amputazioni a causa delle mine.
   Trovare e rendere inoffensive le mine è un lavoro molto
   lungo e pericoloso.

I RATTI AFRICANI E LE MINE.
   L’organizzazione belga APOPO si occupa di sminare i
   terreni infestati dalle mine.
   Ha lavorato in molti Paesi africani, come l’Angola e la
   Tanzania.
   Gli esperti di quest’associazione da anni usano il
    ratto gigante africano per trovare le mine.
   In genere per trovare le mine si usano metal detector o
   i cani.
   I ratti, però, a differenza dei metal detector sono in
   grado di distinguere tra mine che hanno ancora esplosivo
   e i rottami metallici.
   Nutrire i ratti, inoltre è meno costoso che nutrire
   cani; e poi i ratti sono abbastanza leggeri da passare
su una mina senza farla esplodere.
Soprattutto un ratto riesce controllare un’area grande
come un campo da tennis in 30 minuti, mentre una persona
con un metal detector ci mette quattro giorni.

APOPO ha spiegato che l’addestramento di un ratto dura
nove mesi.
Durante lo sminamento, il ratto è legato a delle corde
che vengono tenute da due sminatori che sono a distanza
di sicurezza.
Il ratto, quando annusa l’esplosivo delle mine, raschia
il terreno.
Gli sminatori    rendono innocua la mina e il ratto
ottiene un po’ di cibo come ricompensa.
IL PRIMO TOPO CHE RICEVE UNA MEDAGLIA.
   L’Associazione britannica veterinaria (PSDA), premia da
   diversi anni le imprese eroiche degli animali.
   Quest’anno il riconoscimento è stato a uno di questi
   ratti s-minatori.
   Il nome di questo ratto è Magawa.
   Negli ultimi quattro anni Magawa, ha scoperto 39 mine e
   28 ordigni inesplosI.
   Il direttore dell’associazione ha detto, durante la
   premiazione, che il ratto «salvato e cambiato le vite di
   uomini, donne e bambini».
RAVENNA: LA GUERRA DEI PAVONI
IL FATTO.
   Punta Marina è una località della Riviera Romagnola del
   comune di Ravenna.
   Punta Marina ha solo 3 mila residenti, ma è una località
   balneare e d’estate si riempie di villeggianti.

   Da qualche anno in questa località “risiedono” anche una
   trentina di pavoni.
   I 30 residenti pennuti si riproducono molto in fretta e
   la loro presenza inizia ad essere fonte di problemi e di
   discordia tra gli abitanti.
   Una parte dei cittadini vorrebbe, infatti, cacciare i
   pavoni.
   Un’altra fazione pensa che i pavoni potrebbero diventare
   un’attrazione turistica e vuole continuare ad ospitarli.

LE COLPE DEI PAVONI.
    Ricordiamo che un esemplare di pavone pesa circa 6
   chili ed è piuttosto goffo quando si sposta camminando.
   I cittadini che vogliono esiliare i pavoni si lamentano
   per diversi motivi.
   I pavoni, ad esempio, atterrano sui tetti spostano le
   tegole e causano danni.
Inoltre di notte emettono versi molto fastidiosi che
   disturbano chi ha il sonno leggero.
   Ai pavoni, poi, piace molto sostare sui cofani delle
   auto.
   Ma, lo sappiamo, i pavoni sono molto vanitosi e quando
   vedono la propria immagine riflessa su una carrozzeria
   lucida la riempiono di affettuose beccate rovinando la
   carrozzeria.
   Alcune mamme hanno riferito che i pavoni adocchiano in
   modo inquietante le merendine in mano ai loro
   figlioletti indifesi.

CHE FARE?
   Il Comune di Ravenna ha un assessore ai diritti degli
   animali che sta cercando una soluzione.
   Per il momento la soluzione più probabile è la
   “deportazione” dei pavoni in agriturismi o fattorie
   didattiche della zona.
   Nel frattempo     la colonia di pavoni, ignara delle
   discussioni provocate, continua girare indisturbata fra
   le case e il lungomare alla ricerca di cibo.
   L’immagine quI sotto dimostra che – in ogni modo – i
   pavoni di Punta Marina sono molto civili e rispettano il
   codice della strada!
L’INCONTRO FATALE TRA UN UOMO
E UNA GATTA

PEDALANDO VERSO UNA NUOVA VITA.
   Dean Nicholson è ex giocatore di rugby; vive in Scozia
   nella città di Dunbar, vicino ad Edimburgo.
   Per vivere fa il saldatore, ma il lavoro non lo
   entusiasma.
   Nell’autunno del 2018 ha trentuno anni e decide di dare
   una svolta alla sua vita.
   In sella alla sua bici si lascia le abitudini alle
   spalle e parte per un viaggio.
   La prima tappa è Amsterdam.
   Poi in Belgio, in Svizzera e poi in Italia.
   Qui un traghetto per la Croazia.
   In un primo momento Dean condivide quest’esperienza con
un amico, ma il rapporto di amicizia va in crisi e Dean
   si ritrova solo e deluso.

L’INCONTRO FATALE.
   In Montenegro l’incontro fatale: una gatta che lo
   sceglie come compagno di vita.
   Racconta Dean: «Ero nel Montenegro, e    mentre stavo
   pedalando ho sentito un miagolio – racconta – mi sono
   girato e ho visto una gattina che mi stava rincorrendo».
   Lei non voleva più andare via, e allora l’ha fatta
   salire a bordo».
   Dean va con la micia nella città più vicina per
   controllare   se aveva già un microchip e quindi una
   famiglia.
   La micia è una randagia, e allora Dean decide di
   adottarla e la chiama Nala.

LA NUOVA VITA.
   L’arrivo di Nala,ha modificato i piani di Dean e il suo
   modo di viaggiare.
   «Nala mi ha insegnato a rallentare e a godermi i piccoli
   momenti. Adesso ci fermiamo molto di più nelle nostre
   tappe, e amiamo giocare sulla spiaggia».
   La coppia ha viaggiato per oltre 16mila chilometri, e
   Nala adesso ha anche un passaporto.
   La presenza di Nala, in alcuni casi, ha imposto cambi di
   rotta.
   Ad esempio i due viaggiatori non vanno nei Paesi che non
   permetto ai gatti l’ingresso negli alberghi.
   Il sodalizio si è rivelato anche redditizio.
   La coppia di viaggiatori, infatti, ha ben 800 mila
   seguaci sui social e il loro canale su YouTube ha 150
   mila iscritti.
   I guadagni delle pubblicità pagano il viaggio alla
   strana coppia.
Dean ha trasformato questa esperienza in un libro: In
     viaggio con Nala, ora pubblicato anche in Italia.
     Dean ci spiega come l’incontro con Nala gli abbia
     insegnato a guardare la vita con altri occhi.
     Occhi forse più felini, ma in realtà molto più umani.
     Ecco un breve video di grande amore.

Ecco un breve test di avvenuta comprensione:
LA TRISTE STORIA DI NIGEL,
L’UCCELLO INNAMORATO
     Questa storia è avvenuta nel 2018, ma vale la pena di
     conoscerla.
     Il fatto è avvenuto sull’isola di Mana, in Nuova
     Zelanda.
     Indicata in rosso nella cartina possiamo vedere la Nuova
     Zelanda.

La Nuova Zelanda

     Qui invece una veduta dall’alto dell’isola di Mana.
Isola di Mana, Nuova Zelanda

     L’isola di Mana, come molte isole della Nuova Zelanda, è
     un paradiso terrestre ed è meta di turismo.

I TOPI E GLI UCCELLI MARINI.
     Quarant’anni fa i topi, che arrivavano a bordo delle
     navi europee, hanno invaso l’isola di Mana.
     I topi mangiavano le uova e i piccoli degli uccelli
     marini.
     Gli uccelli marini per questo motivo hanno abbandonato
     l’isola.
     Gli uccelli marini a Mana sono soprattutto Sule.
Esemplari di Sula

     Venti anni fa il governo cercò di risolvere la
     situazione.
     Per prima cosa gli esperti eliminarono le colonie di
     topi che avevano colonizzato l’isola.
     Poi ripopolarono l’isola con 80 statue di sula in
     cemento.
     Collocarono sull’isola anche altoparlanti alimentati a
     energia solare che riproducono versi di sule.
     Gli esperti pensarono che le sule che sorvolavano
     l’isola, vedendo le statue, sarebbero atterrati
     sull’isola in cerca di compagnia.
Ecco la colonia delle sule di cemento con un’addetta alla loro
manutenzione

NIGEL E L’AMORE IMPOSSIBILE.
     Sull’isola nel 2013 arrivò Nigel.
     Le copie di cemento lo avevano attratto.
     Nigel, purtroppo, si innamorò di una di queste sule di
     cemento.
     Ha trascorso i cinque anni seguenti a corteggiare questa
     replica: le puliva le “penne” col becco, le dedicava
     versi d’amore e aveva anche costruito un nido per loro
     due.
     Un amore che non poteva essere corrisposto perché “lei”
     aveva il cuore di pietra.
     Nel 2017 uno studioso di uccelli modificò il suono
     prodotto dagli altoparlanti.
     In seguito a questo cambiamento arrivarono 3 nuovi
     esemplari di sula.
Nigel, però, rimase fedele alla “sua” statua e non
instaurò relazioni con gli uccelli vivi.
Nel 2018 Nigel è morto.
Fin all’ultimo è rimasto fedele alla sua compagna di
cemento.
I volontari di Friends of Mana           hanno dedicato
all’uccello solitario una poesia.
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