INSTANT BOOK Start PMI Agosto 2019 - E-book gratuito - Start Press | Nativi ...

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INSTANT BOOK Start PMI Agosto 2019 - E-book gratuito - Start Press | Nativi ...
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                  E-book gratuito

                  Start PMI
                INSTANT BOOK
                 Agosto 2019
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                           INSTANT BOOK Agosto 2019

                                                INDICE

            1. Per una Cultura sostenibile: innovazioni e pratiche – rapporto di
                Fondazione Symbola: Io sono Cultura 2019 – 13 Agosto 2019 –
                Estratto
            2. Al via la consultazione sulla Strategia nazionale per l'Intelligenza
                artificiale – Ministero dello sviluppo economico – 19 agosto 2019
            3. Fiducia dei consumatori e delle imprese – ISTAT – agosto 2019
            4. Crisi governo e incognita iva alimentano incertezza – Confcommercio –
                Comunicato stampa – 28 agosto 2019
            5. Congiuntura Confcommercio – Ufficio Studi Confcommercio – agosto
                2019
            6. Congiuntura Flash – Centro Studi Confindustria – agosto 2019
            7. MPS Capital Service: 24,5 Milioni per le energie rinnovabili – Monte
                dei Paschi di Siena – Comunicato stampa – 22 agosto 2019
            8. Bollettino economico n. 5 – BCE – Sintesi – 8 agosto 2019

Il procedimento denominato Project Mirror Intelligence – elaborato dal gruppo Tusci@network – ha
l’obiettivo di fornire al navigatore una selezione ragionata di informazioni di natura economico–statistica in
grado di riflettere la situazione contingente del “Sistema–Italia”.
L’Instant Book “Start PMI” ha cadenza mensile.
I dati contenuti in questo numero sono aggiornati al 31/7/2019.
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1. Per una Cultura sostenibile: innovazioni e pratiche – rapporto di Fondazione Symbola: Io
sono Cultura 2019 – 13 Agosto 2019 – Estratto
Il cambiamento climatico non è più una questione che riguarda in maniera esclusiva il mondo della
scienza o dell’attivismo sociale, ma anche il mondo della cultura ha l’opportunità — e la
responsabilità — di giocare un ruolo in prima linea per salvare noi stessi e il nostro pianeta.
Di fronte all’emergenza legata all’insostenibilità del modello di sviluppo in atto, il mondo della
cultura ha l’opportunità — e la responsabilità — di giocare un ruolo in prima linea. È necessario
promuovere un cambiamento di sistema per modificare il corso delle cose, attraverso una
trasformazione culturale profonda. Per questo l’apporto delle ICC è fondamentale sotto diversi
punti di vista. Non solo l’arte è strumento di promozione di una cultura sostenibile (il contenuto
artistico di un’opera o il processo con cui quest’opera viene realizzata può veicolare messaggi che
responsabilizzano sui temi ambientali), ma istituzioni e imprese culturali possono agire come vere e
proprie piattaforme di comunicazione ambientale capaci di sensibilizzare i loro pubblici e la
cittadinanza. Allo stesso tempo, sempre più imprese culturali e creative, a livello europeo e
nazionale, stanno cogliendo i vantaggi derivanti dalla riduzione dell’impatto ambientale, in termini
di efficienza e di innovazione, grazie all’introduzione di iniziative sostenibili e investimenti in
tecnologie pulite, capaci di generare nuovi posti di lavoro e servizi. Infine, ragionare in termini di
sostenibilità ambientale ed economica, consente alle imprese del settore di rinsaldare le
collaborazioni tra soggetti della filiera, di dialogare con altri settori economici, fino a influenzare le
politiche pubbliche nei casi più virtuosi.
Ma cosa possono fare le organizzazioni culturali, gli artisti e gli operatori del settore per costruire
sistemi artistico-culturali capaci di leggere l’attuale crisi ecologica e climatica e farsi veicolo di
soluzioni? Ci sono diverse strade da percorrere per la filiera delle ICC nel cammino verso la
sostenibilità.
In primis, l’apporto che il mondo dell’arte svolge attraverso la ricerca di nuove idee e significati
finalizzata ad ottenere una maggiore sensibilizzazione e coinvolgimento della società civile a questi
temi è fondamentale, sia nella ricerca di soluzioni possibili che nella loro attuazione. Un approccio
che va in questa direzione oggi in crescita è, ad esempio, quello del movimento dell’arte costruttiva
che pone domande originali, per aprire strade innovative. Il progetto Le quattro stagioni alla deriva,
dell’artista olandese Merlijn Twaalfhoven offre attraverso la musica, ad esempio, un’esperienza
intima e affettiva dei dati freddi e astratti sul cambiamento climatico. Allo stesso modo, il progetto
di danza-scienza Courage di Gloria Benedikt e Mimmo Miccolis rivitalizza i format dei dibattiti
scientifici, introducendo processi artistici che facilitano la partecipazione del pubblico. Inoltre, la

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commedia dell’artista francese Chantal Bilodeau Forward, ispirata alla ricerca che l’autrice ha
svolto nell’Artico norvegese, esplora i concetti di complessità e interconnessione in relazione ai
cambiamenti climatici e li presenta attraverso narrazioni personali, avvicinandoli alla vita
quotidiana delle persone. Il valore che molte esperienze culturali e creative di questo tipo mettono
in campo ha a che fare con la creazione di “comunità di saperi”: spazi fisici e intellettuali che
propongono esperienze innovative di educazione comunitaria e condivisione di saperi culturali ed
ecologici.
In secondo luogo, le istituzioni culturali possono agire come piattaforme di comunicazione
ambientale capaci di informare e sensibilizzare i propri pubblici. Con questo intento, ad esempio,
l’anno scorso a New York è nato il Museo del Clima, che invita le persone ad avvicinarsi al
problema del cambiamento climatico per rendere omaggio a ciò che è andato perduto e impegnarsi
attivamente nel trovare soluzioni condivise con i cittadini. I musei rappresentano, di fatto, dei
potenti strumenti per costruire l’impegno civico e l’attenzione necessaria, poiché offrono
opportunità di apprendimento fisico, emotivo e sociale. Tra le altre realtà museali attive da questo
punto di vista c’è, ad esempio, il Museo delle Belle Arti di Valencia, che ha collaborato con
l’Associazione Amici del Museo per realizzare un documentario il cui obiettivo è sensibilizzare i
pubblici sulla necessità di rallentare il cambiamento climatico per proteggere il patrimonio del
museo, simbolo dell’identità degli abitanti di Valencia. Oppure, tornando dall’altra parte
dell’Atlantico, in Brasile, troviamo il nuovissimo Museo do Amanhà di Rio de Janeiro, ospitato in
una struttura quasi completamente auto sostenibile, che esplora le opportunità e le sfide che
l’umanità dovrà affrontare nei prossimi decenni dal punto di vista della sostenibilità ambientale e
della convivenza. Un museo che aiuta le persone ad ampliare le proprie conoscenze e trasformare il
modo di pensare e di agire.
Oltre al lavoro di promozione di una cultura sostenibile presso i propri pubblici e la cittadinanza, un
numero crescente di istituzioni e imprese culturali e creative in Europa stanno adottando misure
concrete per ridurre il loro impatto ambientale e coglierne i vantaggi in termini di efficienza e di
innovazione. Per ridurre il loro consumo di energia, ad esempio, sempre più realtà stanno
installando luci a LED combinate con sensori di movimento e regolando la climatizzazione dei
locali tenendo conto di caratteristiche e possibilità strutturali. Altre realtà stanno promuovendo il
riutilizzo e il riciclo dei materiali per la conservazione, l’imballaggio e il trasporto degli oggetti
artistici, adottando i principi dell’eco-design, in modo che tutta la produzione temporanea sia
riutilizzabile o riciclabile. Altre ancora favoriscono l’utilizzo di prodotti ecologici per la cura e
manutenzione delle proprie strutture (dalle vernici green ai prodotti per la pulizia, ecc.). Gran parte

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di loro, hanno puntato sulla sensibilizzazione e formazione del personale, il cui comportamento può
fare una grande differenza nell’adozione di misure di sostenibilità. Nei casi più virtuosi, si agisce su
più fronti, come per l’etichetta musicale inglese Ninja Tune, che sta portando avanti una strategia di
sostenibilità in tutta la filiera produttiva: dal lancio di nuove confezioni di carta piuttosto che di
plastica, all’utilizzo di un fornitore di energia elettrica pulita per la sede di Londra, fino ad un
fornitore di server certificato in energia rinnovabile negli Stati Uniti.
Per accompagnare le organizzazioni culturali in questo processo di innovazione green, caso
esemplare su tutti è quello dell’organizzazione londinese Julie’s Bicycle, tra le prime in Europa ad
essersi affermata nel campo delle consulenze ambientali per il settore culturale, che da anni lavora
in stretta sinergia con l’Arts Council England (ACE). L’ACE, agenzia pubblica che gestisce le
sovvenzioni al settore dell’arte e della cultura in Inghilterra, nel 2012 ha compiuto un passo politico
innovativo includendo la clausola della sostenibilità nelle norme che disciplinano le sovvenzioni.
Questo processo ha innescato profondi cambiamenti che hanno portato, in soli 5 anni, ad
un’impressionante riduzione delle emissioni di gas a effetto serra da parte del settore creativo
britannico, grazie alla risposta di centinaia di organizzazioni artistiche e culturali, tra cui alcune
delle più importanti del Regno Unito. I risultati ottenuti stanno incoraggiando una trasformazione
profonda nell’economia del settore, con un risparmio di 11 milioni di sterline in termini di
efficienza energetica, ottenuto grazie a iniziative sostenibili e investimenti in tecnologie pulite.
Inoltre, questa politica ha generato nuovi posti di lavoro, servizi e prodotti e ha trasformato le
relazioni e le partnership tra le istituzioni culturali stesse.
Grazie a queste azioni, infatti, in Gran Bretagna stanno nascendo nuove collaborazioni che aiutano a
rinsaldare i rapporti di filiera. Tra le più significative risposte collettive di rilievo nazionale c’è
l’iniziativa Season for Change, che si propone di raccontare il futuro del nostro pianeta attraverso
spettacoli, mostre, conferenze, proiezioni di film, workshop ed eventi e ha già ottenuto l’adesione di
più di 200 organizzazioni, tra cui alcune istituzioni emblematiche, come il National Theatre e la
Royal Albert Hall. A livello locale, invece, ci sono realtà come il Manchester Arts Sustainability
Team (MAST), fondato nel 2010 da una trentina di organizzazioni artistiche e culturali della città,
per contribuire all’ambizioso progetto del Comune Un futuro Certo. Tra le iniziative di MAST
troviamo la pianificazione di eventi e corsi di formazione che aiutano i membri del network a
ridurre le emissioni e ad attivare processi collettivi per l’approvvigionamento energetico da fonti
rinnovabili. Sempre a livello locale, ma con una focalizzazione sul settore delle performing arts, c’è
Il London Theatre Consortium, fondato nel 2011 per aderire all’iniziativa lanciata dal Sindaco di
Londra di ridurre del 60% le emissioni entro il 2025. I teatri che partecipano a questa iniziativa sono

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piccole realtà che hanno deciso di rendere più efficienti i loro edifici. Già nel 2015–2016 le loro
azioni avevano ridotto le emissioni di energia del 15%, con un risparmio di 265.000 sterline,
investendo in un migliore isolamento della struttura e in elettrodomestici ad alta efficienza
energetica. Fuori dai confini della Gran Bretagna, altro evento di respiro nazionale per stimolare
l’azione collettiva all’interno della filiera culturale e creativa attorno al tema della sostenibilità è
quello organizzato dalla spagnola, che da tre anni realizza le Giornate Sostenibilità e istituzioni
culturali, offrendo strumenti per comprendere il contesto internazionale e la responsabilità della
cultura come veicolo di questi valori.
Negli ultimi anni, anche nel nostro Paese assistiamo ad interessanti esperienze che coniugano i
principi della sostenibilità ambientale alla produzione culturale e artistica come elementi fondanti di
una ineludibile trasformazione delle sensibilità dei pubblici. Ciò che manca, sia in Italia sia a livello
globale, è un sistema che le censisca, le organizzi e le aiuti a fare networking. Di fatto, per il settore
delle industrie creative e culturali non esistono ancora dei Criteri Comuni Europei. Ugualmente, nel
nostro Paese non esistono dei Criteri Ambientali Minimi a cui fare riferimento per promuovere il
Green Public Procurement nel settore. Con un’attenzione alle vocazioni territoriali e tradizionali, le
iniziative sviluppate in Italia hanno assunto caratteristiche estremamente ricche e diversificate per
dimensione ed impatto. Alcune di esse sono iniziative nate dalla necessità di rendere i processi
produttivi poco impattanti attraverso partnership con grossi player economici, come il progetto che
il Fai ha attivato dal 2015 in collaborazione con Edison: un percorso di efficientamento energetico
dei propri edifici per la riduzione del 15% in dieci anni delle emissioni di CO₂. Il piano di
monitoraggio dei consumi ha imposto la sostituzione di alcune caldaie inefficienti con nuovi
impianti e oltre 1200 lampadine con moderne lampadine LED. Il percorso attivato sarà
ulteriormente rafforzato riducendo la spesa della bolletta energetica ben oltre il 15%, fino anche al
30%17. Altre iniziative nascono da piccole realtà che vedono oggi nella lotta al cambiamento
climatico e nel sostegno di modelli di produzione e consumo più sostenibili, una grossa opportunità
di rilancio culturale e imprenditoriale. Tra queste, ad esempio, c’è il Gruppo Jobel e la sua Sartoria
Circolare, un laboratorio di costumi teatrali per bambini, ragazzi e produzioni professionali,
realizzati quasi totalmente con materiali di recupero, in alcuni casi provenienti dagli scarti di
produzione di grandi produzioni teatrali che dismettono i materiali inutilizzati. E, a proposito di
teatro, la creatività sa trarre bellezza anche da eventi tragici: gli abeti friulani sradicati dalla
tempesta Vaia hanno dato vita alla scenografia della tragedie Le troiane di Euripide, in scena al
Teatro greco di Siracusa. L’intervento è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra che, oltre al
teatro, ha visto il coinvolgimento della Filiera Legno FVG, all’architetto Stefano Boeri e dal Teatro

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greco di Siracusa – Fondazione Inda. Altre interessanti esperienze sono quelle di Ecofest, agenzia
pugliese che organizza eventi a impatto zero e misura l’impronta ecologica delle iniziative artistiche
e GreenFest, progetto della Fondazione Ecosistemi, che valuta l’intera filiera coinvolta nella
realizzazione degli eventi e si occupa della formazione degli amministratori locali.
Questi esempi dimostrano quanto il mondo della cultura possa scegliere di guardare oltre i propri
confini utilizzando tutto il suo potenziale per diventare leader di una trasformazione improrogabile.
Il cambiamento climatico non è più una questione che riguarda in maniera esclusiva il mondo della
scienza o dell’attivismo sociale e le sinergie tra settori, le soluzioni condivise, diventano l’unica via
per salvare noi stessi e il nostro pianeta.

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2. Al via la consultazione sulla Strategia nazionale per l'Intelligenza artificiale – Ministero
dello sviluppo economico – 19 agosto 2019
E’ stata avviata oggi la consultazione pubblica della Strategia nazionale per l’Intelligenza
Artificiale, elaborata dal Ministero dello Sviluppo economico con il supporto del gruppo di esperti
che erano stati incaricati di redigere il piano.
Come aveva indicato il Ministro Di Maio subito dopo il suo insediamento al MiSE, nel corso della
presentazione delle linee programmatiche in Parlamento, l'intelligenza artificiale rappresenta una
delle tecnologie chiave per supportare e favorire la transizione digitale della società e del sistema
produttivo.
L’Italia è impegnata nello sviluppo di questa tecnologia e la Strategia nazionale per l'intelligenza
Artificiale è un altro importante tassello messo in campo dal Governo per diventare un Paese
europeo all’avanguardia nelle tecnologie digitali. L’elaborazione della Strategia nazionale
all’interno del Piano Europeo Coordinato sull'IA, costituisce infatti il contributo italiano ad
un’azione sinergica tra i Paesi membri della Ue.
Il documento è il risultato di un confronto tecnico portato avanti a partire dallo scorso mese di
gennaio da un gruppo di esperti selezionati dal MiSE e coordinati dal Sottosegretario Andrea Cioffi.
Il documento sulla Strategia nazionale sull'Intelligenza Artificiale è composto da un capitolo
iniziale in cui si parla della visione italiana, seguito poi da nove capitoli che corrispondono ognuno
a nove obiettivi che la strategia si propone di raggiungere: incrementare gli investimenti pubblici e
privati, potenziare l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, sostenere l’adozione delle
tecnologie digitali, porre l’Intelligenza Artificiale al servizio della forza lavoro, sfruttare il
potenziale dell’economia dei dati, consolidare il quadro normativo etico, promuovere la
consapevolezza e la fiducia nell'intelligenza artificiale tra i cittadini, rilanciare la pubblica
amministrazione e rendere più efficienti le politiche pubbliche, favorire la cooperazione europea ed
internazionale per un’intelligenza artificiale responsabile e inclusiva.
“Da un confronto ampio con tutte le parti interessate, cittadini e imprese, stakeholder del settore e
non, emergeranno spunti utili per una efficace implementazione della Strategia nazionale attraverso
strumenti ed interventi mirati dello Stato" – ha dichiarato il Sottosegretario Cioffi.
Durante il periodo di consultazione pubblica, dal 19 agosto 2019 al 13 settembre 2019, potranno
essere presentate nella specifica sezione per la consultazione osservazioni, suggerimenti e spunti di
approfondimento per ciascuno dei nove obiettivi della Strategia nazionale, sia di carattere tecnico
che formale.

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Contesto
Con il termine "intelligenza artificiale" (IA) si intendono quei sistemi che mostrano un
comportamento intelligente analizzando il proprio ambiente e compiendo azioni, con un certo grado
di autonomia, per raggiungere obiettivi specifici. Lo sviluppo di questa tecnologia, che oggi è
considerata tra le più importanti del 21° secolo, è stata favorita dall’aumento della potenza di
calcolo, della disponibilità dei dati e dal progresso negli algoritmi.
La Cina e gli Stati Uniti stanno effettuando enormi investimenti in questo campo e la loro
concorrenza contribuisce alla proliferazione di nuove applicazioni basate sull'IA in tutto il mondo.
Di conseguenza l'IA sta introducendo notevoli cambiamenti in tutti i settori industriali e nelle nostre
vite, esprimendo il suo potenziale in maniera trasversale. I paesi membri dell'Unione europea (UE)
non riuscirebbero da soli a competere con la Cina e gli Stati Uniti avendo spesso hanno difficoltà a
reperire talenti ed esperti in IA.
Per questi motivi, nell'aprile 2018, 25 Stati europei hanno firmato una dichiarazione di
cooperazione per l'IA. Parallelamente la Commissione europea ha pubblicato la strategia europea
per l'IA in un documento dal titolo "L’intelligenza artificiale per l’Europa". In questo documento
viene data una prima definizione di intelligenza artificiale e si raccomanda all’UE di adottare un
approccio coordinato che permetta di sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’IA e di
affrontare le nuove sfide che essa comporta.
In seguito, la Commissione europea ha pubblicato il Piano coordinato sull'intelligenza artificiale
(vedi anche il documento annesso), avviando una Alleanza europea per l'Intelligenza artificiale e
istituendo un Gruppo di esperti di alto livello sull'IA. Quest'ultimo è un gruppo indipendente di 52
esperti a cui è stato affidato il compito di definire gli orientamenti etici e le politiche di
investimento sull'IA in Europa, esposti nei seguenti documenti:
          "A definition of AI: Main capabilities and scientific Disciplines"
          "Ethics Guidelines for Trustworthy AI"
          "Policy ad Investment Recommendations for Trustworthy AI"
Nel Piano coordinato europeo tutti gli Stati membri sono stati invitati a sviluppare le loro strategie
nazionali per l’IA, delineando i livelli di investimento e le misure di attuazione. L'Italia ha
provveduto in tal senso istituendo presso il Ministero dello Sviluppo Economico un gruppo di 30
esperti che, tra gennaio e giugno 2019, ha elaborato un documento di Proposte per una strategia
italiana per l‘intelligenza artificiale. Da queste proposte il Ministero ha sintetizzato la Strategia
nazionale per l'intelligenza artificiale che è stata inviata agli altri ministeri interessati per le
opportune valutazioni.

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Contemporaneamente i due documenti sono posti in consultazione pubblica dal 19 agosto 2019 al
13 settembre 2019, al fine di raccogliere osservazioni e suggerimenti per un raffinamento della
strategia. Al termine del periodo di consultazione il Governo completerà la redazione del
documento definitivo della strategia nazionale per l'intelligenza artificiale.

Messaggio del sottosegretario di Stato Andrea Cioffi
"Il Governo Italiano è impegnato nella definizione di piani strategici per lo sviluppo e la diffusione
di tecnologie digitali che, una volta attuati, porteranno ad una maggiore digitalizzazione delle
imprese e della pubblica amministrazione e ad un conseguente guadagno in termini di competitività
per il nostro Paese.
L'Intelligenza Artificiale (IA) è ritenuta, sia dal Governo Italiano che dall'Unione Europea, una
delle tecnologie chiave per una nuova rivoluzione industriale guidata dalla transizione digitale. Per
questo l'Italia si è impegnata ad elaborare una Strategia nazionale per l'IA, inserita nel quadro del
Piano Coordinato Europeo sull'IA, che costituisce il contributo italiano ad un’azione sinergica tra i
paesi membri dell’Unione europea.
Gli obiettivi che si pone la nostra strategia nazionale sono ambiziosi e possono essere raggiunti
grazie al grande potenziale di innovazione che ha l'Italia, oltre all’originalità del Made in Italy
riconosciuta in tutto il mondo.
Sono convinto che, con lo sviluppo e l'adozione di tecnologie basate sull’IA, l'Italia saprà cogliere
un'opportunità di crescita sostenibile attraverso innovazioni di prodotto e di processo nelle industrie,
introducendo nuovi metodi gestionali nelle aziende, nonché grazie all'adeguamento dei servizi
offerti dalla PA alle imprese e ai cittadini.
La Strategia nazionale per l’IA è presentata dal Ministero dello Sviluppo Economico che si occupa
di politiche industriali, competitività ed innovazione delle imprese. L'attuazione di questa strategia
nazionale avrà un impatto trasversale in tutti i settori produttivi e della ricerca. Per questo motivo è
necessaria questa fase di consultazione pubblica durante la quale le pubbliche amministrazioni, le
imprese ed i singoli cittadini potranno partecipare attivamente alla revisione del piano strategico
inviando osservazioni e proposte relativamente ai diversi argomenti trattati nel piano strategico.
Ritengo che da un confronto ampio con tutte le parti interessate emergeranno spunti utili per una
efficace implementazione della strategia attraverso strumenti ed interventi mirati dello Stato, e
auspico che questa strategia sia il punto di partenza per una affermazione dell’Italia come paese
europeo all’avanguardia nelle tecnologie digitali."

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3. Fiducia dei consumatori e delle imprese – ISTAT – agosto 2019
           Ad agosto 2019 si stima una flessione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori da
           113,3 a 111,9; anche per l’indice composito1 del clima di fiducia delle imprese si registra un
           calo (da 101,2 a 98,9).
           La diminuzione dell’indice di fiducia dei consumatori è generalizzata ma presenta intensità
           diverse tra le sue componenti: la componente economica e quella futura registrano le
           flessioni più marcate passando, rispettivamente, da 129,6 a 127,8 e da 117,4 a 115,4. Si
           rileva un calo più contenuto per il clima personale (da 108,0 a 107,0) e per quello corrente
           (da 111,1 a 110,0).
           Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia diminuisce in tutti i comparti con l’unica
           eccezione rappresentata dal commercio al dettaglio dove rimane sostanzialmente stabile (da
           110,0 a 109,9). In particolare, il settore delle costruzioni e quello dei servizi subiscono il
           calo più marcato (rispettivamente, da 142,8 a 140,4 e da 100,0 a 97,4) mentre il
           deterioramento è più contenuto nella manifattura (da 100,1 a 99,7).
           Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia delle imprese, nell’industria
           manifatturiera si rileva un peggioramento delle attese di produzione e dei giudizi sulle
           scorte; invece, i giudizi sugli ordini sono in lieve miglioramento. Nelle costruzioni la
           dinamica negativa dell’indice è essenzialmente dovuta al marcato peggioramento dei giudizi
           sugli ordini; le attese sull’occupazione rimangono sostanzialmente stabili.
           Nel comparto dei servizi si segnala il deterioramento di tutte le variabili che compongono
           l’indice di fiducia. Nel commercio al dettaglio il recupero dei giudizi sulle vendite e sulle
           scorte si unisce ad un deciso calo delle attese sulle vendite future. Si evidenzia che tali
           dinamiche sono diffuse solo alla grande distribuzione, dove l’indice di fiducia registra un
           aumento, mentre decisamente peggiore risulta il quadro relativo alla distribuzione
           tradizionale.

Il commento
Ad agosto 2019 il clima di opinione segna una flessione che segue il forte incremento rilevato a
luglio. I livelli degli indici di fiducia destagionalizzati tornano in linea con quelli medi rilevati da
inizio anno sia per le imprese sia per i consumatori. Per quanto riguarda le imprese, si conferma un
quadro di elevata incertezza; in particolare, i livelli di fiducia nella manifattura e nei servizi di
mercato sono i più bassi da inizio anno. Con riferimento ai consumatori, l’indice di fiducia torna a
diminuire, mantenendosi leggermente al di sopra del livello registrato a maggio 2019.

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4. Crisi governo e incognita iva alimentano incertezza – Confcommercio – Comunicato
stampa – 28 agosto 2019
E’ Il deterioramento rilevato ad agosto nel sentiment di famiglie ed imprese, dopo il rimbalzo di
luglio, è l'ulteriore sintomo del permanere di una situazione di difficoltà.
Alla debolezza del quadro economico interno ed internazionale, che rende particolarmente incerte le
prospettive nel breve periodo, si è associata la crisi politica che ha contribuito ad alimentare le
preoccupazioni sulle scelte che verranno fatte nella prossima legge di bilancio.
In quest'ottica occorre dare rapidamente risposte sia alle famiglie, sia agli operatorie economici
soprattutto sull'aumento dell'Iva, ipotesi che avrebbe un pesantissimo contraccolpo sull'economia e
sulla società italiana. Questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio sui dati Istat di oggi
sul clima di fiducia.

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5. Congiuntura Confcommercio – Ufficio Studi Confcommercio – agosto 2019
Sono ancora le famiglie attraverso i consumi a mantenere sopra lo zero il tasso di variazione del
PIL. Non un grande impulso, certo, ma dopo un pessimo mese di maggio, causa meteo, giugno
mostra un rimbalzo anche nelle vendite al dettaglio.
L’Icc, mese su mese, cresce di poco a luglio ma flette ad agosto. Nel complesso il confronto
tendenziale resta favorevole causa livelli particolarmente depressi l’anno scorso. Queste dinamiche
vengono replicate per il PIL: +0,1% la previsione della variazione congiunturale per il terzo quarto
che implica +0,2% tendenziale. Non si conferma, quindi, uno scenario recessivo. Piuttosto,
l’economia resta del tutto bloccata. Un risultato profondamente insoddisfacente. Nessun
miglioramento in prospettiva di breve termine. Il 2019 probabilmente chiuderà a +0,1%.

PIL MENSILE
Dopo un giugno sostanzialmente positivo i principali indicatori sono tornati ad evidenziare
dinamiche meno favorevoli, segnalando un avvio problematico del terzo trimestre. A luglio la
produzione industriale è tornata a ridursi dello 0,7% congiunturale e dello 0,5% su base annua.
L’occupazione del mese di luglio ha mostrato una leggera contrazione (-0,1%) rispetto al mese
precedente, pur risultando in crescita (0,8%) nel confronto annuo. I segnali del permanere di una
situazione di debolezza dell’economia sono stati confermati ad agosto dall’ulteriore riduzione della
fiducia di famiglie e imprese.
La contrazione per il sentiment delle famiglie è stata dell’1,2% congiunturale, mentre per le imprese
la flessione è stata del 2,3%. Su base annua il tendenziale di entrambi gli indicatori ha continuato a
ridursi fortemente con -2,8% per le famiglie e -4,4% per le imprese.
A settembre, la stima del Pil mensile presenta una variazione congiunturale nulla, con una modesta
crescita
(0,3%) rispetto allo stesso mese del 2018. La stima del terzo trimestre resta ferma a +0,1%
congiunturale, con un miglioramento sul tendenziale dello 0,2%.

ICC (INDICATORE CONSUMI CONFCOMMERCIO)
Ad agosto 20191 l’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) è tornato a segnalare un
rallentamento, con una diminuzione in termini congiunturali dello 0,4% ed una variazione del
+0,4% nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi si osserva,
comunque, una modesta tendenza al miglioramento, dato condizionato in larga parte
dall’andamento particolarmente positivo di giugno.

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LE DINAMICHE CONGIUNTURALI
La diminuzione dello 0,4% registrata in termini congiunturali dall’ICC nel mese di agosto è sintesi
di un deterioramento sia della domanda relativa ai servizi (-0,3%) sia di quella per i beni (-0,4%).
Il dato è espressione di una generalizzata tendenza al peggioramento delle diverse macro-funzioni
di spesa. Solo per i beni e i servizi ricreativi si rileva una stazionarietà. Le diminuzioni più
consistenti hanno interessato i beni e i servizi per la mobilità (-0,6% su luglio), gli alberghi, i pasti e
le consumazioni fuori casa (-0,5%), l’abbigliamento e le calzature (-0,5%) e gli alimentari le
bevande ed i tabacchi (-0,5%). Più modesta è risultata la riduzione e per i beni ed i servizi per le
comunicazioni (-0,3%), per i beni ed i servizi per la casa (-0,1%) e per i beni e servizi per la cura
della persona (-0,1%).

LE DINAMICHE TENDENZIALI
Ad agosto 2019 l’ICC ha mostrato, nel confronto annuo, un aumento dello 0,4%, in deciso
rallentamento rispetto al bimestre precedente. Il dato dell’ultimo mese è derivato da una crescita
dello 0,8% della domanda per i servizi e dello 0,2% per i beni.
Nel confronto con agosto del 2018 il segmento più dinamico si conferma quello relativo alla spesa
effettuata dalle famiglie per i beni e i servizi per le comunicazioni (+6,3%), al cui interno i beni per
l’ICT continuano, nonostante la minore dinamicità degli ultimi mesi, ad evidenziare tassi di crescita
particolarmente sostenuti. Anche la domanda per i beni e i servizi per la casa ha continuato a
risentire, positivamente, della preferenza delle famiglie per gli acquisti dei prodotti di elettronica di
consumo e di elettrodomestici, segnalando un incremento dell’1,0% su base annua. Più contenuto è
risultato, nel confronto con agosto del 2018, l’aumento della domanda per gli alberghi i pasti e le
consumazioni fuori casa (+0,8%) e per i beni ed i servizi ricreativi (+0,3%).
Riduzioni, nel confronto annuo, si sono registrate per i beni e i servizi per la mobilità (-0,9%), per
l’abbigliamento e le calzature (-0,5%) e per gli alimentari le bevande e i tabacchi (-0,5%). Per
questi ultimi due segmenti il dato di agosto segnala il ritorno in territorio negativo, dopo un
bimestre di parziale recupero.

PREZZI: LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei
prezzi al consumo, per il mese di settembre 2019 si stima, in termini congiunturali, una diminuzione
dello 0,3%. Nel confronto con lo stesso mese del 2018, i prezzi crescerebbero dello 0,7%, in
moderato aumento rispetto agli ultimi mesi.

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6. Congiuntura Flash – Centro Studi Confindustria – agosto 2019
In Italia si conferma la crescita zero, con qualche segnale di miglioramento nel secondo semestre
L’economia italiana non cresce. Nel 2° trimestre il PIL in Italia è rimasto fermo, come atteso. Ha
pesato la dinamica negativa del settore industriale: produzione in calo e indice PMI (Purchasing
Managers’ Index) in area di contrazione. Per l’occupazione, invece, l’andamento è stato positivo
(+0,5%), ma ciò può indicare che è in corso la creazione di posti di lavoro di basso valore nei
servizi.
In prospettiva, qualche luce... L’Italia ha iniziato il 3° trimestre con alcuni segnali di miglioramento,
che si affiancano a diversi dati ancora negativi. Il primo segnale è che nei servizi il PMI è tornato in
area di espansione (50,5), mentre nell’industria il CSC stima una produzione ancora in discesa a
luglio (-0,6%).
… calano i tassi sovrani... Il secondo dato positivo è che a luglio si è accentuata la discesa del tasso
sul BTP decennale (di oltre sei decimi, all’1,66%). Negli altri paesi dell’Eurozona il calo è stato
minore, perché i rendimenti erano già scesi molto a giugno. Ma i rendimenti italiani restano troppo
alti: Francia e Belgio sono entrate nel club dei tassi negativi, con Irlanda e Germania (-0,36%); la
Spagna è poco sopra (0,36%). Il parziale riallineamento dell’Italia al trend calante dei tassi europei,
innescato dalla BCE, riflette l’aver evitato la procedura di infrazione per il debito e dati recenti
migliori delle attese. Questo potrebbe aiutare la competitività delle aziende italiane, penalizzate
dalla stretta sul credito originata dai tassi alti: ciò ha portato in calo i prestiti (-0,2% annuo a
maggio), anche se il costo è ai minimi (1,4%).
… schiarita per i consumi. Terzo, la fiducia delle famiglie è risalita nettamente a luglio, ai valori di
gennaio, per il maggiore ottimismo su economia e bilancio familiare. Inoltre, gli ordini interni dei
produttori di beni di consumo hanno recuperato a giugno-luglio, pur su livelli bassi. Il 2° trimestre
invece era stato debole, con vendite al dettaglio in calo (-0,8% a maggio), anche per i beni
alimentari.
Ma investimenti in peggioramento... Continuano a diminuire marcatamente a luglio gli ordini
interni dei produttori di beni strumentali e la fiducia delle imprese manifatturiere è in ulteriore calo.
Ciò preannuncia un andamento negativo degli investimenti nel 3° trimestre. Invece, la fiducia è
salita per le imprese di costruzioni, indicando che l’attività nel settore potrebbe migliorare nei mesi
estivi.
… e crescita fragile dell’export... A maggio le vendite italiane sono cresciute (+1,3%) e a giugno
risultano robuste le extra-UE, favorite da euro debole e fattori specifici (accordo commerciale con il
Giappone, dazi USA sui beni cinesi). Migliorato anche l’export nei mercati UE. Tali buoni dati

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sono stati trainati dai beni di consumo (alimentari, farmaceutici, abbigliamento). Tuttavia, le
indicazioni per i mesi estivi sono negative: gli ordini manifatturieri esteri segnalano, infatti, un
indebolimento della domanda.
… frenato da scambi fermi... A pesare sul nostro export è lo stallo del commercio (-0,3% tra marzo
e maggio), a causa dell’elevata incertezza geo-economica, tornata ai massimi a giugno. Le
indicazioni a breve sono negative: gli ordini esteri nel PMI globale sono in area di contrazione (49,1
a giugno).
… e industria europea in affanno. In particolare, nell’area euro si prospetta un 3° trimestre debole,
come già il 2° (+0,2%). Ciò per il peggioramento nell’industria (specie Germania e settore auto): la
fiducia delle imprese è calata ancora a luglio, il PMI è caduto a 46,4. Il settore dei servizi è più
resiliente e l’occupazione totale cresce, anche se ciò non alimenta la fiducia delle famiglie, piatta da
inizio 2019.
Mercati pro-crescita. L’euro non mostra una direzione precisa (1,11 dollari a fine luglio), ma si
mantiene su livelli favorevoli all’export dell’area. Anche il prezzo del petrolio continua a oscillare,
su valori contenuti (64 dollari al barile a luglio). Le Borse hanno messo a segno un altro mese di
lievi recuperi, dopo quelli di giugno; non in Italia, dove le quotazioni restano compresse, specie le
bancarie.
Brexit: aumenta il rischio “no deal”. Il 23 luglio Boris Johnson è divenuto Premier del Regno Unito,
dichiarando di voler ultimare la Brexit il 31 ottobre, lasciando poco tempo alle trattative. In ogni
caso, è prioritario ridurre le incertezze, che danneggiano l’economia: sterlina svalutata del 12% dai
livelli pre-Brexit, fiducia dei consumatori ai minimi, PMI in calo, con le costruzioni al valore più
basso dal 2009.
Economia USA resiliente. Il PIL nel 2° trimestre ha sorpreso al rialzo, pur frenando, ma la
produzione industriale è stata piatta a giugno. Buoni segnali da vendita di beni durevoli e settore
immobiliare, con fiducia dei consumatori in calo ma elevata. Importante l’accordo al Congresso sul
bilancio pubblico che evita un “default”, con aumento della spesa di 320 miliardi in 2 anni e
sospensione del tetto del debito.
Emergenti in stallo. Dalla Cina lievi segnali di frenata, con l’indice PMI manifatturiero a 49,4 a
giugno. I PMI si riducono anche in India, Indonesia e Russia; il Brasile è l’unico con un
miglioramento (51,0). A fronte di tale fase di stallo, non stupisce che i mercati azionari in questi
paesi si mostrino.

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Margini d’impresa in calo. E con il salario minimo?
Margini operativi bassi e calanti... La redditività delle imprese industriali italiane è in diminuzione,
su livelli molto contenuti. Misurata dal margine operativo lordo (in percentuale del valore aggiunto,
dati ISTAT) è caduta al 33,0% a inizio 2019, dal 35,4% nel 2017, quando si era registrato un
discreto recupero. Con tale caduta, il MOL è di nuovo sceso molto sotto i valori pre-crisi (35,7% nel
2007), anche se resta sopra il minimo toccato nel 2013.
...frenano gli investimenti. Margini operativi così ridotti per le imprese rappresentano un freno ai
nuovi progetti di investimenti produttivi. Infatti, il rendimento che le imprese possono attendersi,
nel medio-lungo termine, da un ampliamento dell’attività può non essere sufficiente a coprire i
costi. Inoltre, margini compressi significano meno risorse interne per auto-finanziamento, proprio
mentre il credito bancario è divenuto più selettivo. Contribuendo al calo degli investimenti, ciò tiene
bassa la crescita dell’economia italiana.
Mark-up in caduta dal 2018. L’erosione del MOL va di pari passo con quella dei margini unitari sui
costi. Nella manifattura il mark-up è in netto ribasso dal 2° trimestre 2018, con un calo dell’1,0%
annuo a inizio 2019 (dati ISTAT). La crescita dei costi unitari variabili delle imprese (+1,9%),
specie per il lavoro ma anche per le commodity, infatti, sta sopravanzando il lento aumento dei
prezzi di vendita (+0,9%), la cui dinamica è frenata dalla debolezza dei consumi domestici.
L’erosione dei margini delle imprese riguarda l’intera economia italiana, a ritmi analoghi a quelli
registrati nel settore industriale.
Fino al 2017, redditività discreta in media… Elaborazioni effettuate da Cerved e CSC, su dati di
bilancio disponibili fino al 2017, confermano che i proventi della gestione operativa delle imprese
manifatturiere italiane, al netto dei costi per lavoro, materie prime, servizi, erano risaliti in tale anno
a un livello vicino a quello pre-crisi (7,9% del fatturato, da 8,0% nel 2007). Dunque, il flusso della
redditività, per la media delle aziende, era tornato su livelli quasi “normali”, dopo la fase di forte
difficoltà affrontata dal 2008 al 2013.
… ma piccole imprese già in difficoltà. L’analisi dei dati di bilancio evidenzia, però, una notevole
eterogeneità negli andamenti della redditività, a seconda della dimensione di impresa. Per le
piccole, i proventi netti operativi erano molto ridotti nel 2017 rispetto ai già bassi valori pre-crisi.
Anche per le grandi aziende erano sotto i valori del 2007, ma su livelli sempre più alti rispetto alle
piccole. Le medie, invece, erano riuscite ad accrescere i proventi in modo marcato, avvicinandosi ai
livelli delle grandi. L’erosione partita nel 2018, quindi, non fa che aggravare la situazione delle
piccole imprese, che partivano da livelli di redditività già esigui.

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E l’introduzione del salario minimo... A fronte di tale compressione della redditività delle imprese
già in atto, suscita preoccupazione la proposta, in esame in Parlamento, di introduzione di una
retribuzione lorda minima oraria, fissata a 9 euro. Tale livello sarebbe pari a oltre l’80% della
retribuzione mediana oraria italiana, in netto disallineamento rispetto a ciò che accade nei 22 paesi
UE in cui esiste già un salario minimo legale, dove esso rappresenta, mediamente, appena il 45%
del salario mediano.
… eroderebbe ancor più i margini... Un livello di salario minimo così elevato in Italia rischia di
avere ampi effetti negativi su occupazione e crescita economica. Esso causerebbe, infatti, un forte
aggravio di costo per le imprese che, se non traslato sui prezzi finali (come probabile, nel debole
contesto attuale), si tradurrebbe in un’ulteriore compressione del MOL dell’1,6%, secondo stime
ISTAT riferite al settore privato non agricolo. L’impatto sui margini, peraltro, potrebbe essere pari a
oltre il doppio di tale valore, stando a stime INPS.
… specialmente per le piccole imprese. Gli effetti negativi del salario minimo potrebbero essere più
ampi per realtà aziendali meno produttive, quali mediamente sono le imprese di piccole dimensioni
e quelle localizzate nel Mezzogiorno. Basti pensare che 9 euro orari rappresentano quasi il 90%
della retribuzione mediana delle imprese fino a 9 dipendenti e di quelle localizzate

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7. MPS Capital Service: 24,5 Milioni per le energie rinnovabili – Monte dei Paschi di Siena –
Comunicato stampa – 22 agosto 2019
La società del Gruppo Montepaschi ha perfezionato un’operazione di finanziamento per tre impianti
fotovoltaici del gruppo tedesco Encavis AG in Toscana e Piemonte Firenze, 21 agosto 2019 - MPS
Capital Services Banca per le Imprese, la corporate ed investment bank del Gruppo Montepaschi, ha
perfezionato un finanziamento di circa 24,5 milioni di euro a favore di tre impianti fotovoltaici di
potenza complessiva pari a 12,5 MW collocati in Toscana (un impianto a Sansepolcro, Arezzo) e in
Piemonte (due impianti a Poirino, Torino) riconducibili al gruppo tedesco Encavis AG (sponsor).
MPS Capital Services nell’ambito dell’operazione svolge, oltre all’incarico di lead arranger e unico
lender, anche il ruolo di banca agente e banca depositaria.
L’operazione è stata attuata attraverso la sottoscrizione da parte di tre differenti veicoli societari di
un contratto di finanziamento a medio-lungo termine su basi project finance senza rivalsa sullo
sponsor, ovvero facendo esclusivo affidamento sui flussi di cassa derivanti dal progetto.
Gli asset finanziati, rappresentati da impianti in esercizio da alcuni anni, hanno complessivamente
una produzione annuale attesa di circa 16 milioni di KWh, evitando l’emissione di circa 8 milioni di
Kg di CO2 all’anno, pari indicativamente al consumo di energia elettrica di 5mila famiglie.
Encavis AG, quotata nello SDAX di Francoforte, è uno fra i maggiori players europei del mercato
dell’energia elettrica da fonte rinnovabile con una potenza installata in Europa superiore di 1,5 GW,
rappresentata da 160 parchi fotovoltaici e 60 centrali eoliche in Germania, Italia, Francia e Regno
Unito. MPS Capital Services Banca per le Imprese è la società del Gruppo Montepaschi
specializzata nell’offerta di servizi bancari e consulenziali alla clientela corporate, istituzionale, enti
e pubblica amministrazione. Tramite la propria struttura specializzata di project finance è presente
oltre che nel sostegno finanziario dei progetti relativi alla produzione di energia elettrica, in
particolare da fonti rinnovabili, anche nel finanziamento delle operazioni di partenariato pubblico
privato per la realizzazione di opere pubbliche.

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8. Bollettino economico n. 5 – BCE – Sintesi – 8 agosto 2019
Sintesi
Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la riunione del Consiglio direttivo degli inizi di
giugno indicano che, se da un lato gli ulteriori incrementi dell’occupazione e le retribuzioni in
aumento continuano a sostenere la capacità di tenuta dell’economia, dall’altro l’attenuazione della
dinamica della crescita mondiale e la debolezza del commercio internazionale continuano a gravare
sulle prospettive per l’area dell’euro. Inoltre, il perdurare di incertezze connesse a fattori geopolitici,
alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti sta indebolendo
il clima di fiducia, in particolare nel settore manifatturiero.
In tale contesto, le spinte inflazionistiche sono rimaste contenute e gli indicatori delle aspettative di
inflazione hanno evidenziato un calo. Permane quindi la necessità di un grado significativo di
stimolo monetario per assicurare il persistere di condizioni finanziarie molto favorevoli a sostegno
dell’espansione dell’area dell’euro, dell’accumulo di pressioni interne sui prezzi e, di conseguenza,
della dinamica dell’inflazione complessiva nel medio periodo.
Il Consiglio direttivo ha pertanto adeguato le sue indicazioni prospettiche sui tassi di interesse di
riferimento, sottolineando la propria determinazione a intervenire se le prospettive di inflazione a
medio termine continueranno a essere inferiori all’obiettivo prefissato.
Gli indicatori congiunturali segnalano una prosecuzione dell’indebolimento dell’attività economica
a livello internazionale nel secondo trimestre del 2019 e il calo registrato a giugno nell’indice
mondiale dei responsabili degli acquisti riferito ai servizi aumenta il rischio di un deterioramento
più generalizzato delle prospettive di crescita su scala mondiale. La crescita delle importazioni
mondiali è tornata in territorio positivo in aprile dopo quattro mesi di protratta flessione, ma
permangono intense tensioni commerciali. A maggio l’inflazione a livello mondiale è diminuita,
principalmente per effetto di un indebolimento dei prezzi dei beni energetici.
Dalla riunione del Consiglio direttivo di giugno 2019, i tassi a lungo termine privi di rischio
dell’area dell’euro hanno subito un calo coerente con le aspettative di mercato sul protrarsi di una
politica monetaria accomodante. I differenziali di rendimento dei titoli sovrani sono rimasti
sostanzialmente stabili, seppur con un ampio calo dei differenziali dei titoli italiani. I corsi azionari
sono aumentati, sostenuti dai bassi tassi di interesse privi di rischio, e i differenziali delle
obbligazioni societarie sono diminuiti. Sui mercati dei cambi, l’euro si è deprezzato moderatamente
su base ponderata per l’interscambio.
Nel primo trimestre del 2019, dopo un incremento dello 0,2% nel quarto trimestre del 2018, il PIL
in termini reali dell’area dell’euro è aumentato sul periodo precedente dello 0,4 per cento. I nuovi

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dati sull’andamento economico e le informazioni ricavate dalle indagini continuano a segnalare
tassi di crescita leggermente inferiori nel secondo e nel terzo trimestre. Ciò riflette soprattutto la
protratta debolezza del commercio internazionale in un contesto influenzato dal prolungarsi delle
incertezze su scala mondiale, che gravano in particolare sul settore manifatturiero dell’area
dell’euro. Allo stesso tempo, l’attività nel settore dei servizi e in quello delle costruzioni
evidenziano una buona capacità di tenuta e il mercato del lavoro continua a migliorare. In
prospettiva, l’espansione dell’area dell’euro seguiterà a essere sostenuta da condizioni di
finanziamento favorevoli, da ulteriori incrementi dell’occupazione e da un aumento delle
retribuzioni, nonché dall’orientamento moderatamente espansivo delle politiche di bilancio
nell’area e dal perdurare della
crescita dell’attività mondiale, seppure a un ritmo lievemente inferiore.
Nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi misurata sullo IAPC è aumentata all’1,3 per cento lo
scorso giugno, dall’1,2 di maggio, poiché l’incremento dell’inflazione al netto dei beni alimentari
ed energetici ha più che compensato la minore inflazione sui beni energetici. Sulla base dei prezzi
correnti dei contratti future sul petrolio, l’inflazione complessiva dovrebbe scendere nei prossimi
mesi, per poi tornare a salire verso la fine dell’anno. Al di là della recente volatilità, dovuta a fattori
temporanei, le misure dell’inflazione di fondo restano in generale contenute. Gli indicatori delle
aspettative di inflazione hanno mostrato un calo. Se da un lato le pressioni sul costo del lavoro sono
diventate più forti e generalizzate a fronte dell’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e
di condizioni più tese nei mercati del lavoro, dall’altro lato la trasmissione delle pressioni di costo
sull’inflazione impiega più tempo del previsto. Nel medio periodo ci si attende un aumento
dell’inflazione di fondo, sostenuta dalle misure di politica monetaria, dal protrarsi dell’espansione
economica e dalla più vigorosa dinamica salariale. La dinamica monetaria ha continuato a mostrare
una buona capacità di tenuta nonostante sia venuto meno il contributo positivo apportato dagli
acquisti netti mensili nell’ambito del programma di acquisto di attività (PAA) e nonostante
l’indebolimento della crescita economica nell’area dell’euro. Il credito al settore privato è rimasto la
principale fonte di creazione di moneta e anche l’apporto delle attività nette sull’estero è rimasto
consistente. Il tasso di incremento dei prestiti alle società non finanziarie (SNF) è rimasto
relativamente vigoroso, grazie ai tassi sui prestiti bancari, che hanno raggiunto nuovi minimi storici,
e alle condizioni favorevoli del credito bancario, nonostante un certo inasprimento dei criteri di
concessione del credito alle SNF nel secondo trimestre dell’anno. A maggio 2019, dopo quattro
mesi consecutivi di attività di emissione sostenuta, l’emissione netta di titoli di debito da parte delle
SNF dell’area dell’euro si è ridotta. I costi di finanziamento per le SNF

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mediante emissione di debito sul mercato continuano a essere molto favorevoli.
In tale contesto generale, il Consiglio direttivo ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di
riferimento della BCE e si attende che si mantengano sui livelli correnti o su livelli inferiori almeno
fino alla prima metà del 2020, e in ogni caso finché necessario per assicurare che l’inflazione
continui stabilmente a convergere sul livello previsto nel medio termine.
Il Consiglio direttivo ha ribadito che l’Eurosistema continuerà a reinvestire integralmente il capitale
rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivo
alla data in cui i tassi di interesse di BCE Bollettino economico riferimento della BCE verranno
innalzati, e in ogni caso finché necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un
ampio grado di accomodamento monetario.
Il Consiglio direttivo ha altresì posto in risalto la necessità di un orientamento di politica monetaria
altamente accomodante per un prolungato periodo di tempo, poiché i tassi di inflazione, sia nella
realtà sia nelle proiezioni, si sono collocati costantemente al di sotto di livelli in linea con il valore
previsto. Di conseguenza, se le prospettive di inflazione a medio termine continueranno a essere
inferiori al valore previsto, il Consiglio direttivo è determinato a intervenire, in linea con l’impegno
ad adottare un approccio simmetrico nel perseguimento dell’obiettivo di inflazione.
Il Consiglio direttivo è quindi pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti, nella maniera che riterrà
opportuna, per assicurare che l’inflazione si diriga stabilmente verso il livello previsto. In questo
contesto, il Consiglio direttivo ha incaricato i comitati competenti dell’Eurosistema di valutare
alcune possibilità, fra cui modalità di rafforzamento delle indicazioni prospettiche in merito ai tassi
di interesse di riferimento, misure di attenuazione, quali l’elaborazione di un sistema a più livelli
per la remunerazione delle riserve, e alcune possibili opzioni riguardanti la dimensione e la
composizione di eventuali nuovi acquisti netti di attività.

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