UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SALERNO - FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

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UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SALERNO - FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO
        FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA

 CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE

                    TESI DI LAUREA IN
                       SEMIOTICA

            “Storia versus Meccanismo:
            D&G Time e Kenzo Amour”

RELATORE:                           CANDIDATO:
Ch. ma Prof.ssa:                    Giulia Sonderegger
Anna Cicalese                       Matr. n. 0310400199

CORRELATORE:
Ch. mo Prof.:
Guelfo Tozzi

                ANNO ACCADEMICO 2007/2008
Introduzione

La presente tesi analizza due spot televisivi: D&G Time e Kenzo Amour,

due tipologie di pubblicità totalmente differenti tra di loro. La principale

differenza che verrà trattata è la presenza/assenza di una storia alla base

dello spot, Annamaria Testa sostiene che: “L’elemento fondamentale degli

spot costruiti su una storia è il che cosa succede (tant’è vero che se chiedete a

qualcuno di riassumervi un commercial di questo tipo vi dirà in breve che

cosa è successo), la base degli spot costruiti su una non storia è il come succede

qualcosa (e se domandate alla stessa persona di riassumervi un commercial di

quest’altro tipo, molto probabilmente vi descriverà come era fatto)”1. Al fine di

poter mostrare la differenza tra i due spot ho ritenuto opportuno

suddividere tale lavoro in quattro capitoli. Il primo ha un’impostazione

teorica sulla semiotica del testo, sono state trattate alcune teorie: di Propp,

l’approccio generativo di Greimas e l’approccio interpretativo di Eco. Il

secondo capitolo mostra strumenti di analisi applicabili ad uno spot anche in

caso di mancata narrazione. È suddiviso a sua volta, in quattro paragrafi: il

quadrato di Jean - Marie Floch, che analizza i valori di consumo della marca,

il montaggio cinematografico, l’utilizzo dei colori con i diversi significati e

la stimolazione dei sensi. Nel terzo capitolo è analizzato lo spot D&G
1
    A. Testa, 2000, p.199.

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Time, utilizzando i metodi di analisi testuale e pubblicitaria, per verificare se

è possibile che una pubblicità possa risponde ai canoni del testo. Nel quarto

capitolo è trattato lo spot Kenzo Amour, al quale sono applicati i metodi di

analisi esposti nel secondo capitolo. Nella conclusione della tesi sono

riportati gli esiti delle relative analisi paragonando il testo alla pubblicità e

comparando i due spot tra di loro.

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Semiotica narrativa e pubblicità
Introduzione e concetti generali

La pubblicità è il più diffuso mezzo di comunicazione che riesca ad imporre

al mondo immagini, parole, pensiero. Dispone di un carattere ideologico

utilizzato per invogliare il destinatario ad acquistare un determinato

prodotto, inoltre è anche un forte strumento estetico. La dimensione

estetica ed antropologica del racconto pubblicitario ha una straordinaria

influenza, fino ad invadere la nostra vita sociale. Infatti, oltre a provocare

una disposizione favorevole all’azione di acquisto, tale attività di

comunicazione provoca anche conseguenze su chi la guarda, dal momento

che contribuisce a modificare lo stile di vita delle persone. Si pensi alle

teenagers che voglio essere sempre più simili alle modelle presenti nelle

pubblicità o ai giovani vestiti con una determinata marca, solo perché è

sponsorizzata da un calciatore.

La pubblicità è altro rispetto al suo oggetto e si realizza in un tempo e in

uno spazio che sono terzi, poiché non appartengono né alla merce, né al

consumatore, né alla produzione, né all’acquisto, e crea uno spazio e un

tempo che sono artificiali, narrativi dove può proporsi come un’immagine

vera della realtà, fornendo informazioni sul prodotto, oppure può

raccontare storie fantastiche o, ancora, creare impressioni sensoriali e

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psicologiche sul suo valore.2 La pubblicità comporta l’uso predominante e

programmato di testi, in quanto deve essere scelto in precedenza, a seconda

dell’emittente, l’oggetto da pubblicizzare, il mezzo di comunicazione e la

tipologia di linguaggio da utilizzare. Essa, infatti, agisce sempre attraverso

testi e ottiene i suoi risultati mediante l’influenza realizzata con la

produzione e distribuzione di testi appositamente concepiti.

L’approccio semiotico spinge l’identificazione del testo oltre la sua

codificazione verbale. Divengono testi quelli musicali, quelli visivi, quelli

pittorici, quelli fotografici, quelli architettonici, quelli filmici in cui esistono

transcodifiche3 da un codice linguistico scritto (romanzo o anche la

necessaria sceneggiatura) ad un sincretismo di codici (visivi, audio,

cromatici, posturali, filmici ecc.)4

Il testo funziona secondo un preciso linguaggio, per poterlo comprendere

bisogna possedere un’adeguata conoscenza di quel linguaggio. Essendo il

lettore che va “incontro” al testo, Eco l’ha denominato «macchina pigra»5

perché fornisce al suo lettore solo una parte delle informazioni che intende

usare, giacché si affida alla competenza (o enciclopedia) di quest’ultimo per

completare il proprio lavoro, attraverso la sua attività interpretativa. Nel

2
  U. Volli, 2003
3
  Transcodifiche: trasferimento di un messaggio da un codice a un altro, o da un sistema ad un altro (cit.
De Mauro).
4
  A. Cicalese, 2004, p. 229.
5
  U. Eco, 1979, p.24

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completamento            il destinatario mostra le sue competenze e attese in

relazione al testo, ed a quelle che sono le proprie competenze storico,

culturali e sociali. Come si è evidenziato il testo nasce da un’interazione tra

autore e lettore, quindi da una creazione di segni (da parte del mittente) e

dalla loro interpretazione (da parte del destinatario). Quest’aspetto del testo

pubblicitario ci permette di analizzare la sua struttura attraverso l’utilizzo

della semiotica.

La semiotica, tradizionalmente definita come scienza dei segni, nel corso dei

suoi decenni ha esteso e reso più complesso il suo oggetto d’analisi

qualificandosi come una disciplina che non si accontenta di guardare la

superficie del testo, ma mira alla sua costituzione profonda, cioè a quelle

forme di organizzazione del senso che costituiscono la sintassi e la

semantica del testo6. Studia i fenomeni di significazione e di comunicazione.

La semiotica quindi per analizzare la pubblicità, focalizza la propria

attenzione sulla dimensione testuale dell’attività pubblicitaria, applicandovi

le proprie conoscenze e teorie sul funzionamento dei testi in generale, e

analizzandola nei suoi diversi aspetti, articolazioni e                         livelli. Riuscire a

comprendere i testi pubblicitari vuol dire anche valutare il loro impatto

politico e ideologico, e altresì cogliere i grandi mutamenti della vita sociale.

6
  Sintassi: modo di organizzare le parole in frasi, l’insieme di regole formali per la scrittura di
programmi in un linguaggio, che dettano le modalità per costruire frasi corrette nel linguaggio stesso.
Semantica del testo: l’insieme dei significati da attribuire alle frasi costruite nel linguaggio.

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Basti pensare alle varie pubblicità censurate, come D&G Time               (vedi

capitolo 3), e alle pubblicità (ad esempio la nuova fiat 500) dove sono

mostrati i cambiamenti e gli eventi storici della nostra nazione. Il semiologo

francese Roland Barthes diede un apporto molto importante all’analisi

pubblicitaria, nel 1964 col saggio “Retorica dell’immagine”7, applica i suoi

studi all’analisi del manifesto della pasta Panzani. Egli vuole capire se la

rappresentazione analogica (com’è un’immagine) è in grado di produrre veri

e propri sistemi di segni, oppure se mantiene sempre qualcosa d’ineffabile,

tanto da essere considerata scarsamente articolata e semanticamente povera.

Per poter affrontare e risolvere questo problema teorico, Barthes decide di

analizzare un’immagine pubblicitaria perché, secondo il suo pensiero, in

pubblicità il significato dell’immagine è sempre intenzionale: i significati del

messaggio pubblicitario vengono formati a priori da alcuni attributi del

prodotto e devono essere comunicati nel modo più chiaro possibile. Al

termine dell’analisi Barthes sostiene di aver individuato una maggiore

difficoltà nell’analisi dell’immagine rispetto ad un’analisi del linguaggio. Egli

sostiene che all’interno di un’immagine possono esserci due tipologie di

messaggio: uno denotativo ed uno connotativo. Il livello denotativo

rappresenta l’immagine stessa (un non codice), il livello connotativo è il

modo in cui attraverso la propria cultura e storia si legge l’immagine, è
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    R. Barthes, 1985.

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