UNA RISORSA DA PROTEGGERE - LA POSIDONIA DI PROCIDA - Attività di citizen science nell'ambito del progetto - Marevivo
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LA POSIDONIA DI PROCIDA UNA RISORSA DA PROTEGGERE Attività di citizen science nell’ambito del progetto “Blue Activities”
INDICE Prefazione Raimondo Ambrosino - Sindaco di Procida Giuditta Lubrano Lavadera – Assessore Ambiente Comune di Procida Introduzione Rosalba Giugni - Presidente Marevivo Biologia, ecologia e tutela La Posidonia oceanica: una pianta marina Sara Fioretti – Anton Dohrn Ischia Le praterie di Posidonia: zonazione e protezione Antonino Miccio – direttore AMP “Regno di Nettuno” Caterina Iacono - AMP “Regno di Nettuno” La Posidonia oceanica: legislazione e tutela Calogero Carapezza - Capitaneria di Porto Procida Cittadinanza attiva L’insegnamento delle scienze e la sua ricaduta sull’educazione ambientale Rossella Salzano - Dir. Scolastico I.C. Capraro – Procida Tradizione storica, detti, fiabe, leggende nell’isola di Procida Docenti e alunni I.C. Capraro – Procida Le attività dell’Istituto Caracciolo Maria Saletta Longobardo - Dir. Scolastico I.I.S.S. ITN “F. Caracciolo” – IM “G. da Procida” “Adottiamo la spiaggia della Lingua” Clara Giannetti – I.I.S.S. ITN “F. Caracciolo” – IM “G. da Procida” La ricerca scientifica “Egagropili: guardarle dentro” Paolo Monti – Associazione Marevivo
Non c’è Mediterraneo senza isole… Non c’è isola senza mare intorno: mare “ Il mare per un’isola è il come confine naturale e come limite, mare anche come ponte, come porta e approdo. primo ed essenziale bene È indubbio che questo tempo ci pone da- vanti alla grande sfida di ridisegnare il rap- comune ” porto tra l’essere umano ed il pianeta che lo ospita. Un rapporto finora basato sul- lo sfruttamento del secondo a vantaggio esclusivo del primo, del suo benessere e su cui l’amministrazione punta per la costruzione felicità. Un rapporto che manifesta ormai gravi se- del futuro dell’isola. gnali di crisi, al punto da essere posto in discussio- Il mare per un’isola è il primo ed essenziale “bene ne – a livello globale – sin dalle sue fondamenta. comune” inteso come appartenente a tutti ed a La cultura della prevalenza ad ogni costo dei bi- ciascuno: come tale lo dobbiamo conoscere per sogni umani ha prodotto effetti deleteri, anzitutto poi preservare e tutelare. per l’ambiente. Sfruttamento intensivo ed indiscri- Se conosciamo profondamente una cosa, essa ci minato delle risorse naturali, incremento smisurato appartiene, ci sentiamo legati e ce ne prendiamo dell’industria, consumi illimitati e pari produzione di cura, la teniamo in conto ogni volta che facciamo rifiuti hanno caratterizzato l’ultimo secolo portan- qualcosa. Ci assumiamo la responsabilità del suo do con sé l’alterazione di un originario equilibrio tra bene e non accettiamo che altri la trattino con mi- le specie. nore rispetto. Avvertiamo il bisogno di un cambio di passo, di una Possiamo dire di aver fatto un grande passo in rivoluzione ecologica da combattere con l’arma questa direzione grazie a Marevivo ed alle forze del cambiamento culturale. attive dell’isola! Le piazze di tutto il mondo sono il campo di batta- glia. Le accademie, i luoghi dove si formano le co- scienze e gli spiriti dei combattenti sono e saranno le scuole. La scuola di Procida è prima agenzia educativa e formativa (non solo di conoscenza ma principal- mente di sensibilità) ed ha risposto prontamente all’invito di Marevivo a scendere in campo per se- minare e trasmettere conoscenza, passione e cul- tura ambientale. Il Sindaco Il Progetto Blue Activities ha aperto agli studen- Dr. Raimondo Ambrosino ti uno scrigno di informazioni e di esperienze che rimarrà nel bagaglio di ciascuno, contribuendo a L’assessore all’ambiente formarne la coscienza civica, la cittadinanza attiva Avv. Giuditta Lubrano Lavadera 4
“Conosci, ama e difendi”: questo è il motto di Marevivo fin dalla sua nascita, avvenuta oltre trent’anni fa. L’educazione, l’informazione e la sensibi- “Conosci, ama lizzazione sono gli strumenti indispensabili per la costruzione di una partecipazione informata delle comunità e per favorire un e difendi ” processo di cambiamento dei comporta- menti verso uno stile di vita sostenibile. Alcune delle attività svolte all’interno del percorso di “Blue Activities” rientrano nell’ambito della co- Trasmettere la cultura e la conoscenza delle siddetta citizen science, un approccio alla ricerca risorse locali è di fondamentale importanza per scientifica che riconosce e valorizza la partecipa- promuovere quel senso civico di appartenenza al zione di cittadini ad attività condotte secondo gli territorio che è una delle finalità del progetto “Blue standard messi a punto dalla comunità scientifica. Activities”, all’interno del quale si pone questa Ma soprattutto il filo conduttore di tutto il proget- pubblicazione esplicativa delle attività svolte to è il mare, minacciato da cambiamenti climatici, sull’isola di Procida, una delle più belle e conosciute overfishing, inquinamento. Per contrastarne gli ef- dell’Arcipelago Campano, caratterizzata da fetti devastanti è fondamentale avviare programmi ecosistemi preziosissimi come le praterie di per aumentare la consapevolezza che non ci resta Posidonia. più molto tempo per agire. Sappiamo che come l’uomo è la causa, l’uomo può essere anche la so- Elemento caratterizzante del progetto di Marevi- luzione, per questo con i nostri progetti vogliamo vo è il concetto di educazione “non formale” che alleare istituzioni, imprenditori, scuole e cittadini in avviene cioè in luoghi diversi da quelli più consueti una battaglia a difesa del mare e del territorio. come la famiglia e le aule di una scuola, utilizzan- do spazi in natura o all’aperto, dove organizzare Il Presidente di Marevivo spunti didattici che privilegiano l’operatività, la Rosalba Giugni condivisione e la socializzazione. 5
La Posidonia verticale (rizoma ortotropo). La crescita dei rizo- mi in entrambi i sensi fa sì che, insieme alle radi- ci, al sedimento e ai detriti che si intrappolano in oceanica: una questo intreccio, si formi uno strato molto spesso definito “matte”. La matte diventa una sorta di barriera contro cui si infrange il moto ondoso atte- pianta marina nuando così l’erosione delle coste. Questa barriera cresce lentamente di anno in anno; si accresce di circa 1 metro al secolo, ma se ne può distrugge- Dott.ssa Sara Fioretti re una parte in pochi minuti quando, per esempio, Stazione Zoologica Anton Dohrn si getta l’ancora sulla prateria di Posidonia e la si tira su strappando foglie, rizomi e radici. Le foglie sono organizzate in ciuffi, ognuno dei quali com- C’era una volta, circa 120 milioni di anni fa, una posto almeno da 6-7 foglie distribuite a ventaglio: pianta terrestre che piano piano ha conquistato le più vecchie, più lunghe, si trovano all’esterno del l’ambiente marino! Si è adattata alla vita sottoma- fascio, mentre le più giovani, più corte, si trovano rina modificando alcune sue caratteristiche, fino nella parte interna. Le foglie hanno una larghez- a quando si è trovata tanto bene in queste nuove za di circa 1 cm e possono raggiungere anche un condizioni da iniziare anche a riprodursi! Oggi lun- metro di lunghezza, hanno l’apice arrotondato e un go le coste del mar Mediterraneo è comunemente caratteristico colore verde intenso. presente, basta immergere la testa e a pochi me- tri di profondità ci si può perdere in una bellissima foresta verde sottomarina. Questa pianta straordi- naria e importantissima per il nostro mare è la Po- sidonia oceanica. Nonostante il nome faccia pensare a un organi- smo che vive negli oceani, la Posidonia oceanica è invece tipica ed esclusiva del mar Mediterraneo. Ma come ha fatto una pianta ad adattarsi alla vita marina? Ha iniziato piano piano a spostarsi verso ambienti dove la marea si alza e si abbassa, sop- portando brevi immersioni in mare e adattando- si infine a restare del tutto sommersa. Ha dovuto adottare delle modifiche strutturali e fisiologiche, tali da consentire la vita in acqua salata e ha do- vuto elaborare un buon sistema radicale per anco- rarsi al substrato e contrastare il moto ondoso e le Prateria di Posidonia oceanica correnti. Tutti questi adattamenti non hanno però Ogni foglia è caratterizzata da una base e un lem- modificato la sua essenza di pianta: la Posidonia, bo, la parte in grado di compiere la fotosintesi, così come le sue cugine terrestri, presenta radici, separati da una linea concava, la “ligula”, in cor- fusto, foglie e fiori. Attenzione, però, a non confon- rispondenza della quale la foglia stessa si stacca dere la regina del nostro mare con un’alga! La pa- nel periodo autunnale. Quando le foglie si stac- rola “pianta” non è sinonimo di “alga”! Sono due cano perdono la clorofilla e da verde diventano organismi completamente diversi. Le piante hanno marrone, proprio come avviene per le foglie delle una struttura più complessa delle alghe, anche se piante terrestri. Il limite di profondità massima alla ciò non significa che queste ultime siano meno im- quale si ritrova la Posidonia è di circa 40-50 metri, portanti per l’ecosistema marino. Sia le alghe sia le la profondità alla quale riesce ancora ad arrivare piante sono in grado di fare la fotosintesi, fornisco- la luce sufficiente per mettere in atto la fotosintesi. no ossigeno al mare, e possono ospitare degli or- La Posidonia può avere riproduzione sia asessuata, ganismi più piccoli tra le loro strutture, offrendo loro mediante stolonizzazione (accrescimento di nuovi un habitat (cibo e rifugio). Per questa loro caratte- rizomi), che sessuata, con la formazione di fiori e ristica di creare delle strutture marine tridimensio- frutti. Nel periodo autunnale, tra i ciuffi è possibi- nali, piante marine e alghe sono definite “ingegneri le vedere l’infiorescenza con dei fiorellini bianchi. Il degli ecosistemi marini”. In particolare la Posidonia frutto della Posidonia è noto come “oliva di mare”, oceanica crea delle vere e proprie praterie, delle proprio perché la forma ricorda un’oliva ed è anche foreste sottomarine. commestibile; ha la caratteristica di essere gal- Con le radici la Posidonia è in grado di assorbire leggiante e può essere trasportato dalle correnti nutrienti e ancorarsi al substrato. Il fusto è defini- in modo da rilasciare il seme lontano dalla pianta to rizoma e presenta due tipi di accrescimento: in madre e aumentare le aree di colonizzazione. senso orizzontale (rizoma plagiotropo) e in senso 8
de valore economico! Ecologia ed economia sono due parole che non a caso hanno la stessa radice: “eco” che deriva dal termine greco “oikos”, casa o dimora. L’unione delle parole “oikos” + “logia” indi- ca lo studio della nostra casa, intesa come am- biente; l’insieme “oikos” + “nomia” esprime lo studio delle leggi che rendono possibile la gestione della “casa”. Non si può considerare solo una delle due cose, non è possibile gestire l’ambiente (in questo Nel periodo invernale, quando le mareggiate sono caso il mare e in particolare l’ecosistema Posido- più frequenti, è comune ritrovare sulle nostre spiag- nia) senza avere le conoscenze fondamentali sul ge foglie secche di Posidonia, olive di mare, rizo- suo funzionamento. Considerando tutte le carat- mi ed egagropili, delle particolari palline di colore teristiche ecologiche delle praterie di Posidonia, è marrone formate dal moto ondoso con filamenti di stato calcolato che un ettaro di prateria potrebbe foglie, radici e rizomi intrecciati tra loro. avere un valore che oscilla tra 284 e 514 € per et- Le praterie di Posidonia costituiscono un ecosiste- taro/anno. Com’è possibile definirne il valore eco- ma importantissimo per il nostro mare, per questo nomico? Occorre tener presente che gli ecosistemi motivo la Posidonia oceanica merita l’appellativo offrono a noi esseri umani dei servizi: i servizi ecosi- di regina del mar Mediterraneo. Come le piante stemici. Tra quelli forniti dagli ecosistemi marini vi è terrestri, produce tantissimo ossigeno e materia or- la fornitura di cibo e più in generale di beni primari; ganica, fondamentali per la vita di molti organismi il benessere psicofisico (che proviamo per esempio marini. Le varie parti della pianta ospitano diversi nel fare un bagno in un mare cristallino); l’economia tipi di organismi, proprio come in un bosco terre- legata al settore terziario (se gli stabilimenti balne- stre dove ci sono alcuni animali e piante che vivono ari non avessero più spiaggia a disposizione, per nel sottobosco ed altri animali che si trovano più su via dell’erosione costiera, o se il mare fosse sempre tra fusti e rami; ogni abitante con caratteristiche sporco, come farebbero a lavorare?); la regolazio- proprie e con un ruolo ben preciso nelle catene ali- ne del clima (il mare è il polmone blu della terra, mentari. All’interno della matte della Posidonia (tra assorbe anidride carbonica dall’atmosfera ridu- radici, rizomi, sedimento e detrito) vivono organismi cendo l’effetto serra e produce tantissimo ossige- molto piccoli che generalmente si nutrono di foglie no). In particolare, le praterie di Posidonia offrono in decomposizione degradandole; organismi filtra- servizi ecosistemici tra i quali la fornitura di cibo: tori che si nutrono di particelle organiche presenti molte specie di pesci che peschiamo e che man- in acqua; organismi che non amano la luce come i giamo sono legate a questa pianta, sia in modo ricci. Molti pesci, invece, trovano habitat ideale tra diretto (vivono essi stessi all’interno della prateria) le foglie della Posidonia: per esempio il pesce ago, sia in modo indiretto (predano gli abitanti della la donzella, il pesce pavone, le castagnole e la sal- prateria). La Posidonia fa la fotosintesi, rilascia os- pa, che è tra i pochi pesci in grado di mangiare sigeno utilizzando anidride carbonica ed è quindi direttamente le foglie lasciando un tipico segno coinvolta nel servizio ecosistemico della regolazio- a semicerchio del morso. Altri organismi di grandi ne del clima. Inoltre grazie alla particolare struttura dimensioni ospitati in questo ambiente sono mol- che è alla base della prateria, la matte, protegge luschi, come polpi, seppie, gasteropodi e bivalvi, le coste dall’erosione costiera fungendo proprio da oltre a crostacei e stelle di mare. Molti organismi barriera in cui si infrange il moto ondoso. utilizzano le praterie come siti di nursery, luogo per In definitiva la Posidonia oceanica è un vero e deporre le uova e dove far accrescere le forme proprio dono del nostro mare, sia per gli organi- giovanili. Inoltre, a tutti i livelli della pianta si tro- smi marini sia per noi che ne godiamo i benefici vano piccoli organismi epifiti, per esempio piccole nell’ambiente esterno. Valorizziamola e rispettia- spugne, briozoi e alghe, che vivono sulla superficie mola sempre, trattandola come una regina! dei rizomi o delle foglie. Spesso le foglie più anziane appaiano di un colore marroncino biancastro in- vece che verde, proprio perché sono ricoperte di epifiti. Il gran numero di specie che vivono a tutti i livelli della prateria di Posidonia la rendono un eco- sistema molto importane, ricco di biodiversità! In definitiva, la prateria di Posidonia oceanica rap- presenta un ecosistema con un immenso valore ecologico. Spesso non si pensa, però, a quanto l’ambiente che ci circonda sia fondamentale per il nostro sostentamento e la nostra economia; non si pensa al fatto che l’ambiente ha anche un gran- La Posidonia oceanica, regina del mar Mediterraneo (Isabella, classe terza elementare) 9
Le praterie Zoologica Anton Dohrn di Napoli lo studio di fatti- bilità che fu consegnato al Ministero dell’Ambiente nel gennaio 2001. Da allora partì la fase di istrutto- di Posidonia: ria tecnica e di concertazione politica per mettere a punto la perimetrazione e la zonazione dell’area che si concluse, appunto, alla fine del 2007. zonazione Dallo studio di fattibilità della Stazione Zoologica emerse l’importanza quanti-qualitativa del posi- donieto presente nell’area, le cui prime osservazio- e protezione ni reperibili in studi relativi alle isole Flegree risalenti al 1927 (Funk) e al 1956 (Parenzan) sono state imple- mentate dal Laboratorio di Ecologia del Benthos (stazione Zoologica) dal 1975, fornendo una mole Dott. Antonino Miccio di dati su questa pianta marina frutto di ricerche Dott.ssa Caterina Iacono Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” ecosistemiche ed eco-fisiologiche, genetico-mo- lecolari ed integrate contenute in oltre 200 lavori scientifici prodotti che possono essere considerati sintetizzati a grandi linee nello studio di fattibilità L’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, istituita e nella successiva pubblicazione delle risultanze con D.M. 27/12/2007 per la tutela e la valorizzazio- (Gambi et al., 2003). Nello studio di fattibilità della ne del mare che circonda le isole di Ischia Vivara stazione Zoologica viene definita la distribuzione e e Procida, comprende una importante varietà di tipologia delle praterie, la biodiversità e la distribu- ambienti, in particolare, aree di coralligeno ed una zione ed ecologia dei popolamenti vegetali e ani- estesa prateria di Posidonia oceanica che circon- mali ad esse associate. La prima mappatura delle da per decine di chilometri quadrati le isole (zona praterie di P. oceanica (Fig.1), è stata effettuata, B e C). La presenza di questo habitat di interesse tuttavia, nel 1979 (Colantoni et al., 1982), ed è stata Fig. 1: Mappa delle isole Flegree con indicata la distribuzione delle praterie di Posidonia oceanica (in verde) da Colantoni et al., 1982. utilizzata come studio di base per le considerazioni prioritario, ai sensi della Direttiva Europea 92/43/ dello studio della Stazione Zoologica essendo sta- CEE “Habitat”, è stato uno dei motivi cardine dell’i- ta riscontrata una distribuzione sostanzialmente stituzione dell’Area Marina Protetta. simile anche se con l’aggiunta di nuove aree e la La storia dell’AMP ha inizio nel 1991, quando le iso- modifica di aree considerate in regressione a cau- le Flegree furono identificate nella lista delle aree sa di impatti antropici. marine di reperimento all’Art.36 della Legge n. Sulla base di tali studi preliminari, la zonizzazione 394/91, “Legge Quadro sulle Aree Protette”, come dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno è sta- area marina protetta integrata denominata “Re- ta strutturata in modo da garantire il giusto grado gno di Nettuno”. Nel 1999 fu affidato alla Stazione 10
Fig. 2: Area Marina Protetta “Regno di Nettuno” con evidenziate le diverse zone di protezione del parco marino, elencate in legenda. di protezione soprattutto alle estese praterie di P. scenza delle caratteristiche dei fondali della AMP, oceanica che ne caratterizzano i fondali, per cui, fra essi, recentemente (2019) è stata pubblicata la le zone di protezione sono state posizionate e de- “Mappa Bionomica del Regno di Nettuno” (Fig.3) finite così come riportato nella rielaborazione gra- che rappresenta la prima mappatura pubblica fica delle carte n.009 e 010 dell’Istituto Idrografico completa ed aggiornata degli habitat marini dei della Marina allegate al Decreto Istitutivo, da cui fondali di Ischia e Procida, ed è frutto di uno stu- si evince che l’AMP si suddivide in cinque zone di dio relativo al monitoraggio dell’ambiente marino protezione denominate come segue (Fig.2): costiero per la redazione della mappa delle bio- cenosi bentoniche nell’Area Marina Protetta Regno • Zona A di tutela integrale; di Nettuno effettuato dal CoNISMa e dall’Università • Zona B n.t. di riserva generale speciale; degli Studi di Napoli Parthenope. • Zona B di riserva generale; Tale studio conferma, a grandi linee, la conserva- • Zona C di riserva parziale; zione delle condizioni di distribuzione delle praterie • Zona D di tutela dei mammiferi marini. di P. oceanica degli studi precedenti oltre ad inte- grare più in dettaglio le iterazioni fra i diversi habi- Per la presenza delle estese praterie di P. oceanica, tat che caratterizzano i fondali della AMP. molteplici rilevanze ecologiche e per altre partico- Gli studi effettuati sono propedeutici per la pro- larità di enorme interesse, non solo naturalistico, grammazione delle azioni di tutela e salvaguardia racchiuse all’interno del suo perimetro, il Regno di che la AMP svolge per conto del Ministero dell’Am- Nettuno, che con i suoi 11.256 Ha di superficie risulta biente e della Tutela del Territorio e del Mare e sono la più estesa AMP della Campania, presenta nella basilari nelle attività volte a diffondere l’importanza sua zonizzazione delle particolarità rispetto alle al- della tutela delle risorse naturali per la valorizza- tre AAMMPP italiane. La zonizzazione, infatti, com- zione del territorio con l’obiettivo di stimolare cam- prende due zone di tutela aggiuntive alle canoni- biamenti nel comportamento dei cittadini rispetto che zona A (di tutela integrale), zona B (di riserva all’ambiente e di promuoverne un uso sostenibile. generale) e zona C (di riserva parziale) individuate In una pubblicazione in merito (Carrada et al., nelle zone B n.t. (di riserva generale speciale) “No 2005) viene infatti definito che: “la restituzione car- Take” e nella zona D (di tutela dei mammiferi ma- tografica della distribuzione delle comunità ben- rini). toniche è di fondamentale importanza soprattut- Fra i suoi compiti istituzionali la AMP realizza, in col- to in aree soggette a regimi di protezione come le laborazione con istituti scientifici, Università, asso- Aree Marine Protette, poiché oltre a consentire di ciazioni e operatori del territorio, programmi di mo- conoscere la localizzazione e l’estensione dei di- nitoraggio e ricerca nei settori dell’ecologia della versi tipi di habitat permette di valutare e localiz- biologia marina e dell’archeologia subacquea con zare possibili criticità sulle quali poter intervenire l’obiettivo di favorire la conoscenza del territorio attraverso adeguati interventi di conservazione, costiero. che comprendono sia il restauro ambientale, sia Sono molti gli studi effettuati negli ultimi anni che politiche di tutela sostenibile”. hanno consentito l’approfondimento della cono- 11
Fig. 3: Mappa bionomica dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno e delle 12
zone immediatamente limitrofe, CoNISMa - Università di Napoli Parthenope. 13
La Posidonia spetto alla precedente versione del 1976, segna una netta inversione di tendenza poiché riesce a creare, attraverso 7 Protocolli attuativi1, una nor- oceanica: mativa di dettaglio chiara, attraverso la quale di- venta possibile per le Parti, sviluppare una politica ambientale capace di soddisfare, anche sul piano legislazione operativo, le esigenze di tutela del mare. La nuova Convenzione 1995 supera quindi il tradi- zionale approccio delle Convenzioni, ancorato al e tutela vecchio sistema di enunciazione di principi, dive- nendo strumento operativo. In Italia, invece il primo intervento del legislatore si Dott. Calogero Carapezza concretizza nel 1982 con la L. 979/82 “Disposizioni Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera Procida per la difesa del mare” frutto della sensibilità inter- nazionale dimostrata in ambito UNEP – MAP, le cui In linea generale il primo sistema di tutela del Me- “Linee guida per la protezione dell’ambiente mari- diterraneo viene alla luce con la presa di coscien- no dall’inquinamento di origine terrestre” recitano: za della comunità internazionale sulla necessità “(...) gli Stati devono prendere tutte le misure ap- di una coesa azione di protezione dell’ambiente, propriate, come l’istituzione di riserve e santuari emersa dalla Conferenza delle Nazioni Unite per marini, per proteggere al massimo grado possibile l‘Ambiente Umano tenutasi a Stoccolma nel 1972, determinate aree dall’inquinamento”. che porta alla creazione dell’UNEP (Programma Il passo successivo si concretizza nella realizzazione delle Nazioni Unite per l‘Ambiente). delle aree marine protette, introdotte in Italia dalla Tre anni più tardi, dopo una lunga serie di in- legge per la difesa del mare (979/1982), cui è segui- contri, la Comunità Europea e 16 Paesi dell’area ta la legge quadro sulle aree protette (394/1991). Mediterranea adottano il “M.A.P.” (Piano d’A- Le disposizioni per la difesa del mare (L. 979/82) e zione per la Protezione del Mediterraneo) ap- la legge quadro sulle aree protette (L. 394/91), con provato ed inserito nel quadro giuridico dalla le successive modifiche ed integrazioni (L. 344/97, Convenzione di Barcellona del 1976 che, nelle in- L. 426/98, L. 388/2000, L. 93/2001, L. 147/2013), tenzioni, doveva costituirne lo strumento operativo. hanno, ad oggi, individuato complessivamente Si giunge quindi alla “Convenzione di Barcellona 51 aree marine di reperimento, dove sussistono per la protezione del Mediterraneo dagli inqui- i requisiti per l’istituzione di aree marine protette. namenti” firmata nel 1976, ed entrata in vigore nel Di queste: 29 sono state istituite come aree marine 1978 (l’Italia la ratifica con la legge 25 gennaio 1979, protette, 2 parchi sommersi, 2 parchi nazionali con n.30). perimetrazione a mare ed un Santuario interna- Tuttavia questa prima Convenzione si dimostra zionale per la tutela dei cetacei. inefficace per garantire la necessaria protezione In tale articolato quadro giuridico - operativo va del mare. ad inquadrarsi anche la tutela della Posidonia Infatti, già nel 1985, nel corso di una riunione tra i oceanica, sulla quale gli strumenti normativi vi- paesi aderenti al M.A.P. per valutare i progressi genti agiscono su due diversi ambiti, “di specie” e conseguiti nel corso della prima decade del pro- “di prateria”, convergenti tra loro. gramma, emergeva che nessuna azione concreta La Posidonia oceanica come “specie”: era stata adottata. • è inserita nell’Allegato 1 della Convenzione di Trascorsi ulteriori 10 anni, in occasione della Confe- Berna (82/72/CE del 3 dicembre 1981), ratificata renza dei plenipotenziari tenutasi a Barcellona il 9 con Legge n. 503 del 5 agosto 1981; e il 10 giugno 1995, viene adottato dalle Parti con- • nell’ambito del protocollo relativo alle Zone Spe- traenti un nuovo strumento: il Piano d’Azione per la cialmente Protette e alla Biodiversità nel Mediter- Protezione dell’Ambiente Marino e per lo Sviluppo raneo, è protetta dalla Convenzione di Barcellona Sostenibile delle Zone Costiere del Mediterraneo. (16.02.1976), ratificata in Italia con la Legge n. 175 Nella stessa occasione anche l’originaria Conven- del 27 maggio 1999; zione di Barcellona (1976) viene modificata sulla • è considerata un buon indicatore della qualità base dei risultati della Conferenza di Rio del 1992 delle acque ai sensi della Direttiva Quadro euro- (UNCED) e delle innovazioni nel diritto marittimo in- pea sulle acque 2000/60/CE (recepita con il D. Lgs ternazionale introdotte dalla Convenzione di Mon- 152/2006 e s.m.i.). tego Bay del 1982 (UNCLOS). Mentre, come “prateria”: Nasce così la nuova Convenzione di Barcellona • la Direttiva Habitat 1992/43/CEE (recepita con il del 1995 entrata in vigore nel 2004; evoluta dal suo D.P.R. 357/1997 e s.m.i.), la qualifica come habitat focus originale sull’inquinamento marino ad un ap- prioritario inserito nell’allegato I (la cui conserva- proccio più ampio sullo sviluppo sostenibile. zione richiede la designazione di aree speciali di Nei fatti, la nuova Convenzione di Barcellona, ri- 14
conservazione). Ne consegue che la presenza di praterie implica l’istituzione di Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che costituiscono, unitamente alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) (Direttiva Uc- celli), i Siti della cd. “Rete Natura 2000”; ovvero un sistema di aree naturali protette, istituite dalla Co- munità Europea, aventi lo scopo di tutelare lo stato di conservazione di specie ed habitat che necessi- tano di mirate azioni di protezione; • invece la Direttiva Quadro europea Strategia Marina (2008/56/CE), recepita con D.Lgs 190/2010, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino, impone lo sviluppo di strategie necessarie a con- seguire o mantenere il “buono stato ambientale”2 delle acque marine - inclusi fondali e sottosuolo (e quindi anche in favore della Posidonia Oceanica) - su cui il Paese esercita giurisdizione3. A livello nazionale, invece, tra gli strumenti di pro- In termini pratici, il problema rappresentato dalla tezione delle praterie di Posidonia oceanica vanno gestione del materiale naturale spiaggiato si pone sicuramente annoverate le leggi 426/1998 (Nuovi solo nel momento in cui le Autorità decidono di interventi in campo ambientale) e 93/2001 (Dispo- provvedere alla sua rimozione (raccolta e traspor- sizioni in campo ambientale) contenenti specifiche to) per motivi che, come detto, possono essere turi- disposizioni finanziarie per la realizzazione di studi stico/balneari piuttosto che igienico/sanitari. e di programmi per la protezione e la cartografia Inoltre, le effettive modalità di raccolta sono condi- delle praterie italiane, che rappresentano il pre- zionate dal materiale spiaggiato che può: supposto essenziale per la determinazione locale • presentarsi frammisto ad altri rifiuti; delle misure di tutela quali i “Decreti istitutivi delle • comportare asportazione più o meno consisten- Aree Marine Protette” ed i “Regolamenti di esecu- te di sabbia. zione delle AA.MM.PP”. In tale contesto, rilevandosi l’assenza di una speci- fica normativa, la questione è stata ricondotta alla Un altro aspetto afferente la Posidonia oceanica, vigente disciplina generale sui rifiuti di cui al D.lgs recentemente emerso, riguarda la gestione delle 152/2006 “testo Unico Ambientale”(T.U.A) nonché al cd. Banquette: accumuli lungo le coste antistanti suo allineamento alla Direttiva Quadro sui rifiuti (Di- praterie di posidonie di foglie morte. rettiva 2008/98/CE) occorso con il D.lgs.205/2010. Infatti nel periodo invernale, la Posidonia, come Ciò posto, seppur da un punto di vista giuridico le avviene per altre specie vegetali anche terrestri, alghe spiaggiate sono ascrivibili alla categoria dei perde le foglie che si raccolgono in cumuli che, per rifiuti urbani, non può sottacersi il ruolo che assu- effetto del moto ondoso, si spiaggiano. mono nel mantenimento degli equilibri biologici e Ebbene questi accumuli, pur essendo costituiti da fisici del sistema costiero. Posidonia morta, non smettono di assumere un Il Ministero dell’Ambiente, con riferimento al feno- rilevante ruolo ecologico consentendo all’ecosi- meno della “banquette”, ha quindi inteso interveni- stema, per effetto della loro degradazione, di re- re4 proponendo tre possibili tipologie di intervento cuperare nutrienti per la formazione e lo sviluppo gestionale: della vegetazione dunale agendo anche in chiave di protezione delle coste dagli effetti erosivi delle 1. mantenimento in loco delle banquettes - solu- mareggiate. zione prioritaria da perseguire laddove non in con- flitto con le esigenze di balneazione e fruizione del- Fino al secolo scorso le Banquette venivano man- le spiagge o in siti costieri dove il fenomeno erosivo tenute in situ: costituivano e venivano da tutti con- sia particolarmente accentuato. È la soluzione au- siderate parte del paesaggio naturale. spicabile nei siti delle aree marine protette; Oggi, però, gli accumuli di masse vegetali, nono- stante l’indubbio ruolo ecologico, rappresenta- 2. spostamento temporaneo degli accumuli (in situ no un ostacolo alla fruizione turistica del litorale e ovvero ex situ)- La biomassa può essere stoccata quindi un problema di difficile gestione per le au- a terra, all’asciutto, trasportata in zone appartate torità costiere chiamate a conciliare la tutela eco- della stessa spiaggia dove si è accumulata, spo- logica ed economica del sito. stata su spiagge poco accessibili o non frequen- 15
tate da bagnanti o su spiagge particolarmente oggetto di scrupolosa rimozione del materiale an- esposte all’erosione. Lo spostamento può anche tropico frammisto. Laddove all’interno dell’arenile essere stagionale, con rimozione della Posidonia non si riescano ad individuare aree idonee pres- in estate e suo riposizionamento in inverno sull’a- so cui interrare le biomasse spiaggiate è possibile renile di provenienza. Le località interessate dallo prevedere l’interramento in zone limitrofe purché spostamento e le modalità dello stesso dovran- all’interno della stessa unità fisiografica; no essere oggetto di apposito provvedimento, da adottarsi da parte degli Enti Parco o dalla Regione Trasferimento degli accumuli presso impianti di competente, sentiti i Comuni interessati; riciclaggio - I residui di Posidonia al pari di altro materiale organico possono essere utilmente im- 3. rimozione permanente e conferimento in di- piegati presso impianti di compostaggio ai sensi scarica - Le banquettes possono essere rimosse del decreto legislativo 29 aprile 2010, n. 75; e trattate come rifiuti urbani per lo smaltimento in discarica secondo la normativa vigente, laddove Reimmissione in ambiente marino - operazione di sussistano oggettive condizioni di incompatibilità smaltimento, contemplata dalla normativa comu- (fenomeni putrefattivi in corso, mescolamento dei nitaria e nazionale che necessita di specifica au- detriti vegetali con rifiuti). torizzazione. In particolare, l’articolo 195 del T.U.A., stabilisce che tale autorizzazione venga rilasciata Seguendo lo schema concettuale del sopracita- dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territo- to intervento, il competente Dicastero, sulla base rio e del mare su proposta dell’autorità marittima dei diversi interventi normativi che sull’argomento nella cui zona di competenza si trova il porto più si sono nel tempo succeduti, ha inteso fornire5 in- vicino al luogo dello smaltimento ovvero quello da dicazioni aggiuntive volte a sottolineare che la ge- cui parte la nave con il carico di rifiuti da smaltire. stione degli accumuli spiaggiati deve avere quale Tale operazione appare adeguata dal punto di vi- priorità primaria il riguardo degli aspetti connes- sta ecologico in quanto ripristina il ciclo naturale si alla protezione degli ecosistemi costieri e del- delle biomasse vegetali. Chiaramente, anche in le spiagge anche in relazione ai fenomeni erosivi, questo caso, la reimmissione richiede che le ban- considerando le esigenze socio economiche cor- quettes siano preventivamente sottoposte ad un relate alle attività turistico-ricreative, ma sempre in processo di vagliatura per rimuovere eventuali ri- un’ottica di riduzione della produzione di rifiuti. fiuti presenti; Infatti, indipendentemente dalla modalità di ge- Trasferimento in discarica degli accumuli - solu- stione prescelta, è in capo alle Amministrazioni co- zione culturalmente meno evoluta, da ritenersi re- munali od al concessionario/gestore della spiag- siduale alle altre soluzioni descritte. gia rimuovere qualunque rifiuto di origine antropica presente tra e sopra gli accumuli delle biomasse Vi è, sulla questione, una ulteriore considerazione vegetali spiaggiate. La separazione di tali rifiuti sulla gestione degli accumuli antropici che riguar- dalla Posidonia (che dovrà essere gestita secon- da quelle situazioni in cui lo spostamento tem- do quanto previsto dal d.lgs 152/06) potrà essere poraneo delle biomasse vegetali spiaggiate, ha effettuata manualmente o, in caso di tratti litorali generato formazioni mineralizzate che, per effetto molto estesi, mediante l’ausilio di mezzi meccani- del tempo e degli agenti atmosferici, si presenta- ci leggeri dotati di griglie in grado di consentirne no come ammassi di materiale prevalentemente la vagliatura ed impedire quanto più possibile, l’a- sabbioso frammisto a materiale antropico. Questi sportazione di sedimento escludendo quindi l’uso “accumuli antropici” sono spesso impiegati dal- di mezzi meccanici cingolati. le amministrazioni per il ripascimento degli arenili: possibilità che andrà opportunamente valutata8, Oggi, dopo ben 13 anni, anche alla luce degli ap- caso per caso, dalle competenti autorità locali. profondimenti specifici contenuti nel progetto BARGAIN6 in tema di spiaggiamenti di Posidonia In tale contesto, ampiamente trattato, le norme ed utilizzo della stessa come risorsa e non come di legge che si sono susseguite nel tempo, hanno rifiuto di cui disfarsi, sono state introdotte nuove individuato il Corpo delle Capitanerie di Porto – possibili metodologie di gestione quali7: Guardia Costiera9, quale organizzazione operativa impegnata nella salvaguardia dell’ambiente mari- Interramento in sito - può essere intrapreso qualora no e costiero, che esercita attraverso la sua orga- ricorrano le condizioni di cui all’art. 39, comma 11 del nizzazione periferica svariate funzioni di vigilanza e d.lgs. 205\2010. Tale azione non dovrà in ogni caso controllo tra le quali anche sorveglianza nelle aree alterare la naturale conformazione e consistenza marine protette e sulle aree di reperimento10 non- della spiaggia oggetto di intervento. Il materiale ché, più in generale, salvaguardia delle specie di spiaggiato, prima dell’interramento, dovrà essere flora e fauna marine, degli ecosistemi e dei cetacei. 16
Note: 1 I 7 Protocolli della Convenzione di Barcellona sono: - Dumping Protocol (protocol for the prevention of pollution in the Mediterranean Sea by dumping from ships and aircraft); - Prevention and Emergency Protocol (protocol concerning cooperation in preventing pollution from ships and, in cases of emergency, combat- ting pollution of the Mediterranean Sea); - LBS Protocol (protocol for the protection of the Mediterranean Sea against pollution from land-based sources and activities); - SPA and Biodiversity Protocol (protocol concerning specially protected areas and biological diversity in the Mediterranean); - Offshore Protocol (protocol for the protection of the Mediterranean Sea against pollution resulting from exploration and exploitation of the continental shelf and seabed and its subsoil; - Hazardous Wastes Protocol (protocol on the protection of pollution of the Mediterranean Sea by transboundary movements of hazardous wa- stes and their disposal); - ICZM Protocol (protocol on integrated coastal zone management in the Mediterranean). 2 Per “buono stato ambientale” s’intende lo stato degli ambienti marini che consenta di preservare la diversità ecologica e la vitalità di mari e oceani puliti, sani e produttivi, e l’utilizzo dell’ambiente marino ad un livello sostenibile.(https://www.naturaitalia.it). 3 Include, oltre l’estensione delle acque territoriali, la zona economica esclusiva, le zone di pesca protette, la piattaforma continentale, le zone di protezione ecologica. 4 Circolare DPN n. 8123 del 17 marzo 2006. 5 Circolare n. 8838 del 20/5/2019. 6 “Banquette di Posidonia: integrare le conoscenze e promuovere un modello di spiaggia ecologica a gestione responsabile” progetto, frutto di una collaborazione tra organismi pubblici di ricerca presenti sul territorio regionale (ISPRA Roma (Capofila), ENEA Casaccia e Università di Tor Ver- gata) si propone di coniugare le esigenze di fruizione delle spiagge con la salvaguardia degli ecosistemi costieri in un modello pilota di SPIAGGIA ECOLOGICA, esportabile su scala nazionale/internazionale. 7 La Spiaggia Ecologica: gestione sostenibile della banquette di Posidonia oceanica sugli arenili del Lazio – Maggio 2020 (Manuale 192/2020) edito da ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. 8 Ai sensi del comma 3 dell’art. 185 del d.lgs. 152/2006 “…Fatti salvi gli obblighi derivanti dalle normative comunitarie specifiche, sono esclusi dall’ambito di applicazione della Parte Quarta del presente decreto i sedimenti spostati all’interno di acque superficiali o nell’ambito delle perti- nenze idrauliche ai fini della gestione delle acque e dei corsi d’acqua o della prevenzione di inondazioni o della riduzione degli effetti di inonda- zioni o siccità o ripristino dei suoli se è provato che i sedimenti non sono pericolosi ai sensi della decisione 2000/532/CE della Commissione del 3 maggio 2000, e successive modificazioni.” 9 Il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, dipende funzionalmente dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ai sensi dell’articolo 8, della Legge 8 luglio 1986, n. 349 e dell’articolo 3, della Legge 28 gennaio 1994, n. 84. 10 Ai sensi dell’articolo 19, della Legge 6 dicembre 1991, n. 394. 17
Cittadinanza attiva
L’insegnamento Il coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi e l’im- pegno e la dedizione con i quali si sono dedica- ti alla Ricerca-Azione che il progetto richiedeva, delle scienze e sono stati davvero emozionanti e mi hanno resa davvero orgogliosa di farne parte. L’impegno che hanno profuso nella realizzazione di la sua ricaduta lavori grafici, di ricerca storica e di raccolta e cata- logazione dei cosiddetti “egagropili” è stato esem- plare! sull’educazione Gli alunni dell’I.C. “Capraro”, guidati dagli esperti di Marevivo e dai loro docenti, hanno iniziato le atti- vità con lo studio delle coste dell’isola, visitando sia ambientale i litorali sabbiosi che quelli più discontinui. Le prime uscite hanno permesso ai ragazzi di raccogliere, secondo una metodologia standard, diverso ma- Rossella Salzano teriale spiaggiato. Il materiale è stato poi studiato Dirigente Scolastica dell’I.C. 1° C.D. “A. Capraro” – Procida approfonditamente in sede laboratoriale scolasti- Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono ca. aperti nel mare, non mi è stato più possibile vede- Nella terza serie di incontri laboratoriali sono stati re, pensare, vivere come prima. analizzati i campioni raccolti nelle precedenti usci- (Jacques-Yves Cousteau) te, per studiare gli ecosistemi marini presenti sull’i- sola. Il tutto supportato da filmati naturalistici e La prima riflessione che vorrei condividere con materiali didattici appositamente creati. Le uscite chiunque leggerà questa pubblicazione è la se- sono sempre guidate da esperti e biologi. guente: la differenza sulla metodologia dell’inse- gnamento delle Scienze qualche decennio fa e Il progetto portato avanti da Marevivo ricade quello che viene realizzato oggi. nell’ambito dei cosidetti “Sustainable Develop- ment Goals” (SDGs), 17 obiettivi comuni da realiz- La mia esperienza di liceale mi riporta con la men- zare su un insieme di questioni importanti che sono te alle “interrogazioni” dei professori che ci richie- alla base dell’Agenda 2030, un programma d’azio- devano una conoscenza di tipo nozionistico con ne per le persone, il pianeta e la prosperità, sotto- pochissime esperienze laboratoriali del tipo “guar- scritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi dare senza toccare”. Nonostante tutto, la curiosità, membri dell’ONU, e il fatto che bambini e ragazzi che è la forza motrice di qualsiasi processo cogni- siano coinvolti, sarà la chiave di volta affinché pos- tivo, mi ha portato all’Università per approfondire sano realizzarsi nel migliore dei modi. tutto ciò che avevo guardato solo da lontano, e poi a finire in un centro di ingegneria genetica, nel La pandemia non ci ha consentito di rispettare quale ho provato davvero emozione nel portare del tutto la progettazione ma, anche se distanti, avanti progetti di ricerca dai risultati tangibili e con siamo riusciti a realizzare un obiettivo, ovvero l’o- ricadute sulla vita e sulla salute delle persone. biettivo più importante possibile: educare bambini e ragazzi alla bellezza della Natura ed alla consa- Ho insegnato Scienze per tanti anni, ma quando pevolezza che, anche piccoli gesti, possano ave- sono arrivata a Procida, mi sono resa conto di tro- re una ricaduta importantissima sulla sostenibilità varmi di fronte ad una modalità molto diversa, una ambientale e soprattutto nella coscienza di quella modalità coinvolgente e con immense ricadute “Cittadinanza Attiva” che sarà la leva principale nei più svariati settori; una progettazione estre- per dare una svolta diretta ad affrontare il futuro mamente attiva sulle tematiche ambientali, rivolta con la speranza e la vivacità che si sprigiona dagli non solo allo studio dell’ambiente naturale, ma vol- occhi dei nostri alunni e che rappresentano il no- ta a promuovere cambiamenti negli atteggiamenti stro volano per cercare di realizzare sempre di più delle persone sia a livello del singolo che a livello di quella che io chiamo la “Scuola che vorrei”. comunità. Ho trovato, da parte di tutte le componenti della comunità procidana, un’attenzione vivissima alla sostenibilità ambientale, volta soprattutto a con- solidare un legame fortissimo con il territorio e con uno sguardo volto al passato affinché non venisse persa la traccia delle tradizioni e della particolare storia millenaria di questa splendida isola. 20
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Le attività della Scuola Capraro Gestione Il Progetto biennale “Blue Activities - Procida: un te- soro di Isola” ha coinvolto le classi terze, quarte e scenze sull’ecosistema marino e hanno realizzato composizioni creative e originali, pubblicate sul sito delle banquettes quinte della Scuola Primaria e le classi prime e se- della Scuola e inviate al Referente del Progetto, il dr. conde della Secondaria di 1° Grado, per un totale Paolo Monti. di 544 alunni. Il percorso di lavoro ha rappresentato Le attività hanno rappresentato per gli studenti l’oc- per l’Istituto Comprensivo “1° C.D. - Capraro” di Pro- casione per documentarsi, attraverso le testimo- cida una significativa opportunità di scoperta e di nianze della Gente di mare, sui cambiamenti nella conoscenza del territorio. distribuzione della prateria di Posidonia oceanica Gli alunni sono stati guidati in percorsi didattici sui fondali dell’isola; per scoprire aneddoti relativi volti a promuovere una maggiore consapevolez- all’utilizzo di questa pianta acquatica e per creare za e responsabilità, per la salvaguardia e la tutela racconti che si fondessero con le nostre tradizioni. dell’ambiente. Inoltre, gli alunni si sono attivamente impegnati L’itinerario si è articolato in varie sequenze: nel nella raccolta delle egagropili su tutte le spiagge mese di ottobre del 2019, le classi hanno effettuato dell’isola, necessarie alla ricerca delle meso-plasti- uscite programmate sulle spiagge dell’isola con gli che per il Progetto “Egagropili: guardarle dentro”. esperti del progetto, per lo studio dei litorali sab- Il Percorso “Blue Activities - Procida: un tesoro di biosi e rocciosi. In quelle occasioni sono stati rac- Isola” apre uno sguardo attento al futuro, dove il colti campioni di organismi marini, con i quali ogni mare rivestirà sempre un ruolo importante: la sua classe ha realizzato la propria “Scatola del Mare”, salvaguardia è fondamentale e la nostra coscien- che ha permesso di continuare il lavoro laborato- za non può restare indifferente. In tale ottica, ogni riale in aula. alunno ha compreso l’importanza di adottare com- Con il DPCM del 9 marzo 2019, che interrompeva le portamenti responsabili che, iniziando da piccoli attività in presenza, attivando la DaD, l’itinerario gesti, conducano verso uno stile di vita sostenibile, operativo è proseguito mediante videolezioni. Gli nel rispetto del nostro “polmone blu”. allievi hanno potuto approfondire le proprie cono-
I racconti respiri alla Posidonia, che li avevi trasformati nella capacità di produrre ossigeno. Ancora oggi, que- ste minuscole bollicine, vengono rilasciate per do- e i disegni nare speranza e vita al mondo. Angelo 3 A Secondaria di 1° Grado Un dono meraviglioso Era giunto di nuovo l’inverno nella piccola isola di Procida: le strade lastricate risuonavano del pro- fondo tonfo degli stivali dei pescatori e il buio si poteva accarezzare. Le stelle erano l’unica cosa ad accompagnarti dove solo l’animo dei vecchi riusciva a camminare, per raggiungere il porto o rifugiarsi in una taverna a bagnarsi i baffi di vino novello. Disegno di Angelo Quella sera Totore non era a casa, ma la cande- Oltre le apparenze la era accesa, come sempre, davanti alla piccola foto in bianco e nero della moglie Teresa, rovinata C’era una volta, in un fondale mediterraneo, una e ingiallita dal tempo, con il profumo degli asfodeli, piccola pianta di Posidonia oceanica di nome Ire- i suoi fiori preferiti. ne, che viveva insieme alla sua famiglia. Aveva po- Ogni sera, quando nel cielo si stagliava la luna chi amici: l’alga gialla Adele, il cucciolo di tartaruga e il canto dei grilli risuonava nel silenzio, Toto- Tommaso e lo scorfano Carmine. re infilava gli scarponi, indossava la pesante Erano molto uniti, ma esclusi dalle altre specie ma- giacca e, velocemente, si dirigeva verso la bar- rine. L’alga Adele veniva derisa perché era gialla, ca color papavero, battezzata anni prima “Ma- al contrario delle altre, tutte di un colore verde rina” dalla figlia, la quale ormai già maggio- smeraldo; le dicevano sempre: «Non potevi esse- renne si trovava in Inghilterra in cerca di lavoro. re semplicemente verde come tutte noi? Ah, ah si Dopo un lieve sospiro, il vecchio raggiungeva la vede che non eri all’altezza di questo colore, per- barca e salpava con il “ piccolo guscio” che inevi- ciò il grande dio del mare ti ha creata gialla!» Ogni tabilmente stava invecchiando insieme a lui, mo- volta Adele se ne andava via singhiozzando verso strando le cicatrici di una vita difficile. casa. Ogni notte Totore pescava silente fra i drappi del Il tartarughino Tommaso era nato con una pinna mare, stremato dalla vita e dalle sue sfide… in meno, perciò tutti lo prendevano in giro dicendo Mentre si accingeva faticosamente a tirare le reti, che, oltre a una zampa, gli mancava anche qual- sentì un fioco canto di mille voci, che penetrò nel che “rotella”. profondo del suo cuore: i suoi occhi si illuminarono Poi c’era Carmine, lo scorfano, la cui specie non per lo spavento, ma anche per il fascino delle emo- era tra le più affascinanti. Soffriva molto per il suo zioni di quella melodia. aspetto e, nonostante i suoi amici e la sua fami- All’improvviso la chiglia della barca si arenò su una glia gli ripetessero ogni giorno che la vera bellezza prateria immensa, fatta da lunghe foglie nastrifor- fosse quella interiore, lui non riusciva ad accettarsi. mi e piccoli frutti galleggianti... lui con una mano le Infatti, ogni volta che si rispecchiava nel vetro delle accarezzò delicatamente pensando: “Sicuramen- bottiglie che gli umani lanciavano in mare, scop- te questo è un bene prezioso, un magico dono del piava in lacrime e si allontanava velocemente. mare, più di quanto l’uomo possa immaginare…” Infine c’era Irene, la piccola piantina, così fragile Da quel giorno, Totore non mancò mai di visitare esternamente ma così forte nel carattere. Anche lei quei prati, dando loro il nome di “Posidonia” (in ono- soffriva molto la solitudine, perché le meduse, più re del dio del mare Poseidone). Ormai non poteva velenose di tutte le vipere del mondo, la canzona- farne più a meno: quel paesaggio quasi incantato vano continuamente: «Se non sei un’alga perché gli dava la forza di andare avanti, gli liberava la sei qui nel nostro mare? Perché non te ne torni nel mente dalla malinconia che accompagnava le sue mondo terrestre, piccolo alberello?» giornate. Erano queste le parole che Irene era costretta a Una notte però “Marina” restò ancorata e la foto sopportare ogni giorno, cercando di non dar loro di Teresa continuò ad ingiallire, in compagnia degli troppo peso... Una mattina, però, decise di reagire. asfodeli ormai secchi. Totore, ormai alla fine del- Era andata con il suo gruppo di amici nella “Scuola la sua esistenza, aveva lasciato la sua possente marina” ed era in attesa dell’arrivo del Maestro Tar- energia di pescatore, le sue perenni fatiche e i suoi 24
taruga. La medusa Maria aveva iniziato a sputare nisti non aspettavano altro che correre tra le loro veleno: «Oh, ma guarda, arriva l’alberello con il suo braccia. «Perché siete scappati? Avete idea dello gruppetto di mostri! Oggi hai qualcosa di diverso, spavento che ci avete fatto prendere? Siamo corsi sai Irene. Sarà la corteccia che inizia a crescere? E qui, pur sapendo che presto il nostro villaggio sarà tu piccolo storpietto, sei stato veloce ad arrivare, privo di ossigeno!» disse tra le lacrime la mamma sei sicuro di avere tutte le zampette? Ah, dimen- di Irene. «Ci dispiace molto per la fuga, ma vole- ticavo Adele: cara, oggi sei così raggiante! Come vamo dimostrare che ognuno è indispensabile per si chiama questo colore, schifo-totale? Carmine… l’ecosistema… Però hai ragione! Dobbiamo ritorna- non c’è bisogno di commenti su di te, perché…» re presto a casa, altrimenti i nostri amici saranno Tutti avevano incassato i colpi a testa bassa, ma spacciati!» In tutta fretta, si fecero trasportare dal- non Irene, non lei. Ormai aveva deciso che non le correnti fino al loro incantevole fondale. avrebbero dovuto più sopportare le prepotenze Da allora, nessuno prese più in giro i nostri corag- di quella odiosa, quindi le disse: «Sai, magari sarò giosi e tenaci personaggi: tutti avevano imparato anche un alberello, ma almeno la mia famiglia e io una lezione importantissima. contribuiamo alla vita di questo ecosistema! Car- Lucia 3 A Secondaria di 1° Grado mine, Adele e Tommaso sono troppo dolci per ri- sponderti per le rime, ma io no. Adesso BASTA! Da oggi smetterai di prenderci di mira, conversazioni del genere non si ripeteranno più, hai capito?» E se ne andò con i suoi amici al seguito e un sorrisino compiaciuto sulle labbra. «E chi ti dice che ti ascolterò, alberello?» le urlò Ma- ria. «Oh, lo farai, lo farai eccome!» rispose con un sussurro la piantina. Finite le lezioni, i quattro amici si riunirono a casa di Irene, impauriti da eventuali minacce della perfida medusa. Fu allora che Irene espose minuziosamen- te il suo piano: sarebbero fuggiti e le loro famiglie, preoccupate, si sarebbero messe sulle loro tracce. A quel punto, abbandonando il loro ecosistema, si Disegno di Erica sarebbe verificato un effetto domino, che avrebbe provocato una notevole riduzione di ossigeno. La pianta dell’amore La meta del loro allontanamento era la Calabria: la comitiva arrivò dopo un giorno, stremata, in un Tutti conoscono il romanzo di Alphonse de Lamar- villaggio di pesci. Una ricciola, dall’aria anziana, li tine, che trae ispirazione dal suo primo viaggio in accolse meravigliata: «Che ci fanno quattro pic- Italia, nell’Ottocento. Giunto sull’isola di Procida a coli esseri da queste parti, vi siete smarriti?» Irene causa di una tempesta, l’autore conosce Graziella, era quella con più fiato in gola, così rispose «No figlia di un pescatore. I due si innamorano perdu- signora, siamo di passaggio, dove potremmo ripo- tamente e vivono alcuni mesi felici l’uno accanto sarci un po’?» Il pesce assunse un’espressione ac- all’altra. Purtroppo il poeta deve partire improvvi- cogliente e si offrì di ospitarli, così i quattro si avvia- samente per la Francia e lascia la sua amata con rono verso la casa dell’anziana. una promessa: sarebbe ritornato presto da lei. Nel- Intanto, nel loro villaggio, le famiglie degli scom- la lunga attesa Graziella si ammala e, prima di mo- parsi si erano riunite per partire alla ricerca di Irene, rire, spedisce ad Alphonse una lettera contenente Adele, Tommaso e Carmine. Il sindaco, un caval- una treccia dei suoi capelli. Lui conserverà quello luccio marino, aveva invitato tutte le piante di Po- scritto per tutta la vita, insieme al ricordo di quell’a- sidonia ad accompagnarle, per proteggerle con le more profondo. loro lunghe foglie. Non tutti sanno che, secondo una leggenda, la L’assenza della prateria di Posidonia, però, ben giovane procidana, con la speranza di incontrare presto iniziò a farsi sentire: l’ossigeno scarseggia- per un’ultima volta il suo amato, si recò al porto di va e l’ecosistema era in pericolo. La medusa Maria Marina Grande. Non vedendolo arrivare, disperata, singhiozzava e pensava: «Aveva proprio ragione guardò il mare e lo implorò di conservare il suo ri- l’alberello, la Posidonia è davvero importante come cordo. Allora Poseidone, impietosito dai suoi occhi diceva! Vorrei non averla derisa così duramente!» così tristi, la abbracciò e le disse «Ogni volta che Nel frattempo, Irene e i suoi amici, avevano co- Alphonse ritornerà a Procida, potrà ritrovarti qui, nosciuto meglio la ricciola Rita, che li stava ac- sugli splendidi fondali di questo mare, perché tu da compagnando a visitare il villaggio. All’improvviso oggi sarai eterna: io ti trasformerò in Posidonia». sentirono un gran baccano provenire dalla piazza: Da allora la Posidonia, colma di questo dono, di- le loro famiglie erano giunte lì e i nostri protago- ventò il rifugio degli animali marini e, come Graziel- 25
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