Dal Circuito Madonita alla Catania-Etna, l'automobilismo sportivo elemento di attrattività e di fruizione del territorio

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Elena Di Blasi, Alessandro Arangio

Dal Circuito Madonita alla Catania-Etna,
l’automobilismo sportivo elemento di attrattività
e di fruizione del territorio*

Summary: “DAL CIRCUITO MADONITA ALLA CATANIA-ETNA”, MOTOR RACING AS ELEMENT OF TERRITORIAL ATTRACTIVENESS AND USE
“Dal Circuito Madonita alla Catania-Etna” is an initiative promoted by the Scuderia Targa-Florio in 2014, with the aim
to rediscover two high profile car races held in Sicily. The former, the so-called Targa Florio, was designed by Vincenzo
Florio in 1906 over a track of 92 miles in the Madonie Mountains, also with the purpose of making more visible Sicily
abroad. The latter, the Catania-Etna race, inaugurated in 1939 over a curvy and uphill track of 26 miles that started
from Piazza Duomo in Catania and finished at the Rifugio Sapienza on the Etna volcano, was one of the hardest race
in the world. The new event promoted by the Scuderia Targa Florio and sponsored by the Madonie Natural Park and the
Etna Park is of course an important marketing instrument to promote tourism in Sicily.
Keywords: Targa Florio, Catania-Etna Race, Sport Tourism.

1. Premessa                                                    del volante”, che gareggiavano a bordo dei più im-
                                                               portanti marchi automobilistici (Itala, Berliet, Fiat,
   Il 6 maggio 1906 è una data indelebile nella me-            Lorraine Dietrich, Lancia, Ford, Aquila Italiana,
moria degli sportivi e in particolare di quelli sicilia-       Overland, Minerva, Renault, Ferrari, Mercedes,
ni; aveva inizio, infatti, una delle gare automobilisti-       Maserati, Alfa Romeo e altri ancora). Nel 1977, in
che più esaltanti a livello mondiale: la mitica “Targa         seguito a un incidente che coinvolse alcuni spetta-
Florio”, ideata e progettata da Vincenzo Florio, ar-           tori, la gara, nel frattempo diventata “leggenda”,
matore, produttore di vini e appassionato di auto-             venne sospesa e a partire dal 1978 per ragioni di
mobilismo, che, a Parigi, durante una conversazione            sicurezza fu trasformata in rally, naturale evoluzio-
con Henry Desgranges, a quel tempo direttore della             ne, su un percorso molto simile all’antico circuito,
testata sportiva “l’Auto”, ne tracciò il percorso.             al quale sono state ammesse anche le auto storiche
   La gara si articolava lungo il tracciato impervio           e dal 2007 anche le vetture ecologiche per la cosid-
delle Madonie, attraversando i centri di Cerda,                detta “Green Prix-Targa Florio”.
Caltavuturo, Petralia, Geraci, Castelbuono, Isnel-                Nel 1939 venne ideata un’altra “sfida” automo-
lo, Collesano, Campofelice (rettifilo del Buonfor-             bilistica: la “Catania-Etna”, una gara in salita su
nello), dove vennero realizzate le tribune in legno            un tracciato, tra i più difficoltosi, che iniziava a
per gli spettatori.                                            piazza Duomo, punto nodale storico della città
   Vincenzo Florio, con questa competizione che                di Catania, si snodava lungo un sentiero stretto
divenne presto nota agli sportivi e che interessò              con tornanti e curve pericolose1, solo per questo
ancor più i componenti delle più potenti casate                motivo i piloti che riuscivano a completare il giro
nobiliari dell’epoca, raggiunse anche l’obiettivo              potevano considerarsi vincitori, e si concludeva,
di veicolare l’immagine della Sicilia in tutto il              a quota 1919 m, al Rifugio Sapienza sull’Etna. La
mondo. Inoltre, grazie a Donna Franca Florio, co-              competizione venne svolta sino al 1965, successi-
gnata di Vincenzo, nota per la sua bellezza, il bon            vamente non più realizzata, anche se non man-
ton e per il senso di accoglienza, l’evento divenne            carono tentativi di riproporla, poiché attraversava
anche “una passerella di moda” senza precedenti.               centri urbani nel frattempo divenuti popolosi per
   Dal 1906 la Targa Florio, di cui ancora oggi                la diffusa urbanizzazione.
vengono trasmesse le immagini di repertorio in                    Questa corsa, rimasta nel ricordo della popola-
bianco e nero, venne organizzata ogni anno, con                zione etnea, che la seguiva lungo i bordi della SP
l’interruzione delle due guerre mondiali, e rappre-            192, ha veicolato l’immagine di Catania e dell’af-
sentava un appuntamento di rilievo per “gli eroi               fascinante paesaggio dell’Etna nel mondo.

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Nell’ottobre 2014 la “Scuderia Targa Florio” ha         pressoché costante con la compensazione dei va-
proposto un evento evocativo, unendo parte del             lori positivi e negativi, nel periodo 1950-1980 ha
percorso della Targa Florio e della Catania-Etna:          vissuto il destino comune a tutte le località delle
“Dal Circuito Madonita alla Catania-Etna”. A que-          aree interne. È stata, infatti, caratterizzata da un
sta manifestazione hanno partecipato due grandi            processo di emigrazione cominciato negli anni
piloti presenti nel passato, Ninni Vaccarella e Ar-        ’50 e continuato fino al 1980, grazie al miracolo
turio Merzario. È stata definita dagli organizza-          economico che interessava l’Italia settentrionale
tori non una competizione, ma un “concorso di              e l’Europa. Negli anni ’50 e ’60 si registrarono i
eleganza dinamico”, per il piacere di fare sfilare         maggiori valori negativi, dovuti al richiamo dei
quelle auto un tempo guidate da piloti famosi, i           congiunti da parte dei capi famiglia, precedente-
cui nomi riempivano le pagine delle testate inter-         mente emigrati, e dalla certezza del lavoro. Questo
nazionali, e far rivivere così le antiche emozioni,        fenomeno ha avuto conseguenze negative nelle
richiamando gli appassionati anche per fruire              aree di provenienza come: l’invecchiamento della
di due ambienti unici: le Madonie e l’Etna, oggi           popolazione, gli alti tassi di mortalità e la caduta
riconosciuta dall’Unesco “Patrimonio dell’Uma-             della natalità.
nità”. Un’iniziativa promossa, quindi, con il coin-           Nel decennio 1970-1980 gli stessi centri furono
volgimento del Parco delle Madonie e del Parco             interessati da un flusso migratorio verso le aree co-
dell’Etna, animata dalla convinzione che lo sport,         stiere, proprio perché queste ultime costituivano
al pari di altre manifestazioni, rappresenti un ele-       “aree di valorizzazione” in contrapposizione alla
mento di attrattività per queste due realtà territo-       inaccessibilità e alla marginalità delle aree inter-
riali con milieu diversi, ma altrettanto significativi,    ne (Agostaro, 1995). Campofelice di Roccella ad
da (ri)scoprire e valorizzare (Gursoy, Kim e Uysal,        esempio, negli anni ’70, divenne un polo illusorio
2004, pp. 171-181).                                        di crescita che, in una prima fase, richiamò mo-
                                                           derati flussi di manodopera dalle aree interne,
                                                           successivamente, cessati, con la riconversione di
2. Le Madonie: arcaismi e nuove prospettive                questo centro in località di turismo balneare per
                                                           le comunità locali. Negli anni ’80 lo spopolamento
   Il massiccio montuoso delle Madonie occupa la           subì una battuta d’arresto per variegati motivi: il
parte orientale della provincia di Palermo, confina        rientro degli emigrati, tassi di natalità più vivaci,
con le province di Messina, Enna e Caltanissetta           interventi governativi assistenziali, come assun-
e insieme ai Peloritani e ai Nebrodi costituisce il        zioni a termine presso l’ANAS o presso i centri
secondo asse orografico dopo l’Etna.                       dell’Autorità Forestale, ecc., che se da un lato han-
   La regione madonita, compresa nel Parco delle           no avuto un effetto “tampone” sul trend migrato-
Madonie, si sviluppa ad ovest e ad est tra le valli        rio, dall’altro non hanno innescato validi processi
dell’Imera settentrionale e del Pollina, dove si col-      di sviluppo. Nel periodo successivo si è registrata
lega con i Nebrodi, e confina a nord con la fascia         una ripresa dell’emigrazione non solo per i moti-
costiera tirrenica, mentre a sud, non potendosi            vi caratterizzanti le aree interne, ma, anche per-
individuare confini naturali, le vette digradano           chè il sempre più elevato tasso di scolarizzazione
bruscamente in coincidenza della SS 120, che le            (diplomati e laureati) ha orientato i giovani verso
separa dagli altopiani delle aree interne.                 un’occupazione consona al titolo di studio conse-
   Nel voler delimitare l’area si incontrano difficol-     guito, trovando collocazione sui mercati del lavoro
tà sia per la mancanza di criteri precisi sia per l’esi-   lontani, in assenza di un’offerta locale, fra l’altro,
genza di riassumere una regione segnata da “forti          in regressione per la mancanza di investimenti, di
contrasti ambientali” (Agostaro, 1995). L’antico cir-      iniziative economiche e di servizi di livello supe-
cuito della Targa Florio includeva i centri di Cal-        riore (Sciuto, 2005, p. 275).
tavuturo, Geraci e Petralia nelle alte Madonie; di            L’economia madonita, a tutt’oggi, è basata sull’a-
Castelbuono, Isnello e Collesano nelle basse Mado-         gricoltura, che rappresenta l’unica fonte di reddi-
nie; di Cerda, tra l’Imera settentrionale e il Torto,      to per il 30% della popolazione. Fino agli anni ’50
e di Campofelice sulla fascia costiera. Attualmente,       le attività agricolo-pastorali erano connesse alla lo-
a causa del grave dissesto idrogeologico, che rende        gica del latifondo e alle coltivazioni di tipo estensi-
impercorribile la tratta da Cerda a Caltavuturo, la        vo; il latifondo, infatti, ha caratterizzato per secoli
manifestazione avviene a Cerda, all’autodromo di           lo “schema sociale”, non solo in merito alle attività
Pergusa per concludersi a Nicolosi.                        e all’organizzazione degli insediamenti, ma anche
   La dinamica demografica di questi centri, se nei        nel modello di pensiero (Giacomarra, 2000, pp.
primi cinquant’anni del Novecento si è mantenuta           187-188).

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È solo dopo il secondo conflitto mondiale che       sociali ed economici, tipici di una comunità che
il “comune sentire” cambia orientamento sotto la        basava le proprie risorse sul settore primario, agri-
spinta della riforma agraria, della lenta diffusione    coltura e allevamento, mostra nuovi segnali, fuori
dei mezzi meccanici e di una timida trasformazio-       dal contesto degli arcaismi consolidati, ma di na-
ne del modello culturale, che comunque non rie-         tura autoctona. Una sorta di sviluppo “auto centra-
sce ad innescare reali processi di sviluppo. Basti      to”, che risiede nella capacità di sfruttare le risorse
considerare che circa il 70% delle aziende agricole     locali, naturali e culturali, con un percorso evolu-
occupa forza lavoro familiare e il ricorso alla ma-     tivo orientato alla sostenibilità (Marinelli, 2001).
nodopera esterna è di tipo stagionale e “in nero”;          Dal punto di vista ambientale e paesaggistico,
risulta quindi evidente la difficoltà a generare        infatti, l’area in esame vanta un grande patrimo-
nuovi posti di lavoro nel settore, anche perché i       nio, oggi tutelato dall’azione del Parco delle Ma-
nuovi modelli di agricoltura che utilizzano i mezzi     donie. A questo patrimonio si aggiunge una varie-
meccanici, “inidonei alle caratteristiche fondia-       gata offerta di centri storici, con palazzi, conventi
rie dell’area” (Scimeni, 1984), determinerebbero        e chiese, di architetture rurali, di una profonda
un’ulteriore contrazione occupazionale, per l’in-       cultura contadina e di tradizioni (Carnevale,
capacità a mantenere volumi di produzione in            1977). Questi elementi dovrebbero generare una
grado di generare redditi sufficienti a sostenere la    domanda di turismo, associando itinerari cultura-
stessa azienda e ad accantonare le risorse da in-       li e naturalistici, attività peraltro richieste dai “tu-
vestire in innovazioni tecnologiche e colturali. Il     risti della cultura”, per soggiorni più lunghi o dai
modello di sviluppo dell’area madonita dovrebbe,        “turisti domenicali”. Questa domanda richiede,
quindi, orientarsi verso produzioni di qualità, di      quindi, strutture e servizi di qualità e in partico-
tipo biologico e ciò consentirebbe l’incremento         lare un’adeguata attività di promozione, per veico-
dell’occupazione non solo di manodopera poco            lare l’immagine della regione all’esterno, eviden-
qualificata, ma anche di figure specializzate.          ziando le attrattive delle singole località.
    Insieme all’agricoltura anche l’allevamento ha          Il Parco delle Madonie, pur avviando numerose
rappresentato una delle principali attività dell’am-    iniziative di promozione, non ha ancora innesca-
biente montano madonita, dove i pascoli “erano          to un reale sviluppo turistico. Il Parco, secondo in
assicurati dagli incolti di alta montagna o dalle       Sicilia, dopo quello dell’Etna, è stato istituito nel
coltivazioni estensive del latifondo collinare” (Gia-   1989 con finalità di tutela dell’integrità ambien-
comarra, 1983). Questo settore che, agli inizi degli    tale che presenta un ecosistema ben conservato e
anni ’70 del Novecento, presentava segnali di svi-      poco alterato; di recupero delle aree “in emergen-
luppo e di valorizzazione, non è riuscito a innesca-    za ambientale” a causa del dissesto idrogeologico,
re processi evolutivi, ciò per la presenza di azien-    conseguenza dell’opera di disboscamento; della
de solo di piccolissime dimensioni, poco inclini a      valorizzazione delle tradizioni e dell’artigianato
realizzare strutture di tipo consortile; l’assenza di   locale; della promozione delle attività legate alla
specie animali selezionate; l’organizzazione d’im-      produzione agricola e dell’allevamento (agrituri-
presa obsoleta rispetto ai nuovi processi di produ-     smi, centri di equitazione, ecc.); della promozione
zione.                                                  di iniziative idonee a rivalutare le risorse naturali-
    La superficie a foraggio è ancora insufficiente,    stiche e paesaggistiche.
ciò soprattutto a seguito dell’istituzione del Parco        Fino a questo momento il Parco ha vigilato sul
delle Madonie, che vieta il pascolo nella zona A, di    rispetto dell’ambiente e qualche segno positivo
riserva integrale e, parzialmente nella zona B, di      proviene dalle collaborazioni realizzate dall’Ente
riserva generale, riducendo le superfici destinabili    Parco e dal PIT per la creazione di un sistema turi-
al pascolo brado.                                       stico diffuso e sostenibile.
    Questi elementi hanno rafforzato la comple-
mentarietà, tra allevamento e coltivazione, nelle
aziende con pratiche colturali in “associazione” o      3. L’Etna: dinamismo naturale e antropico
in forma “combinata” “per meglio sfruttare i ter-
reni più fertili dell’azienda”, in altri casi si sono     La regione etnea comprende un territorio
realizzate forme di compartecipazione tra azien-        delimitato a est dal mare Ionio, a nord e a sud-
de allevatrici, prive di terreno agrario, e aziende     ovest dai fiumi Alcantara e Simeto, presenta una
agricole, con lo scopo di sfruttare al massimo le       morfologia variegata, caratterizzata da numerosi
potenzialità produttive e ridurre i costi di gestione   coni avventizi e dal massiccio vulcanico dell’Etna
(Grillotti Di Giacomo, 1992).                           che domina la città di Catania con un’altezza di
    La realtà madonita, pur risentendo di schemi        3350 m.

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Quest’area presenta una singolare fisionomia               L’area etnea, inoltre, è stata interessata da un
dal punto di vista economico e funzionale: il clima        caotico processo di “villettizzazione”, dovuto all’e-
e la fertilità dei suoli consentono colture agrarie        stendersi della moda della “seconda casa” e ai flus-
di alto reddito e la diffusione dell’industria, del        si monetari connessi all’edilizia, motore di cresci-
commercio e del turismo; l’organizzazione terri-           ta di questa zona, che ha provocato, però, pesanti
toriale presenta gerarchie urbane incardinate su           danni all’ambiente e la decadenza del settore pri-
attività terziarie di livello elevato, flussi e intera-    mario (Di Bella, 1974).
zioni spaziali con reti di collegamento efficienti.            Una discreta importanza assumono anche l’in-
    La natura vulcanica ha sempre impegnato gli            dustria estrattiva e del legno; per quanto riguarda
studiosi nel campo della prevenzione e della mi-           la prima, sono note le lave etnee per la loro utiliz-
tigazione del “rischio vulcanico”, anche se l’Etna         zazione in calcestruzzi, sottofondi stradali e per
presenta eruzioni di tipo effusivo, ragion per cui         la realizzazione di elementi architettonici, anche
mette in pericolo le opere dell’uomo, ma non la            se bisogna fare un distinguo tra “cave da taglio”,
vita della sua popolazione (Di Blasi, 2000, p. 117).       utilizzate per le manifatture artigiane e “cave per
    La distribuzione degli ordinamenti coltura-            frantumazione”, slegate dall’ambiente etneo. L’in-
li, organizzata per fasce altimetriche, è un altro         dustria del legno, invece, diffusa tra Milo-Fornaz-
elemento peculiare di questo territorio, dove un           zo e Trecastagni, è legata alla presenza di seghe-
tempo la viticoltura rappresentava l’attività agri-        rie per la lavorazione del legno di castagno per
cola principale mentre attualmente, pur essendo            scale, cassette e infissi.
presente nei diversi versanti, essa risulta ridotta.           Il settore terziario, invece, ha avuto una forte
Rimangono presenti quattro fasce di vegetazione:           crescita in tutti i comuni montani, soprattutto nel
agrumeti sino a 500 m; vigneti fino a 1200 m; frut-        decennio 1971-1981, contenendo i flussi migrato-
teti fino a 1600 m; boschi fino a 2000 m; vegetazio-       ri. Nell’ambito del terziario la regione etnea pre-
ne spontanea fino a 2500 m; terreni lavici sterili         senta anche notevoli potenzialità turistiche colle-
sino alla parte sommitale del vulcano. Le colture          gate agli aspetti peculiari dell’ambiente naturale
di maggiore pregio, grazie alla fertilità dei suoli, e     e culturale e al suo genius loci: l’Etna, con attrez-
quindi più redditizie hanno garantito, nel tempo,          zature ricettive, tuttavia, inadeguate e senza razio-
la regolarità e la varietà delle produzioni.               nali piani di sviluppo. L’acquisto della “seconda
    Dal secondo dopoguerra la regione etnea è sta-         casa” ha, infatti, sconvolto l’economia della zona,
ta caratterizzata da movimenti di popolazione ini-         fino a quel momento a vocazione agricola, trasfor-
ziati nel 1950 e continuati, in modo sempre meno           mando negativamente il paesaggio e aumentan-
incisivo, fino agli inizi degli anni ’80. I maggiori       do il divario tra il versante sud-orientale e quello
decrementi demografici si sono rilevati nel ver-           nord-occidentale. Fenomeno che si è esaurito con
sante nord-orientale (Castiglione di Sicilia, Lin-         la moda del “mare”, oggi, principale elemento di
guaglossa, Milo e Sant’Alfio), che ha perso fino           attrattività.
al 33,4% della popolazione, e in quello nord-occi-             Il “turismo residenziale” dell’Etna, fortemente
dentale (Bronte, Maletto e Randazzo), con valori           in declino, è stato sostituito, solo in minima par-
fino al 17,9%.                                             te, da quello della “neve”; infatti, negli anni ’70
    Al contrario, alcuni centri del versante sud-          sono stati realizzati gli impianti di risalita a Nico-
orientale (Belpasso, Nicolosi, Pedara, Trecastagni         losi e a Linguaglossa, attirando flussi di turisti da
e Zafferana Etnea) hanno registrato un aumento             Catania e dalla Sicilia orientale, ma le strutture
di popolazione fino al 30%. Lo stesso fenomeno,            sono sorte in modo disordinato e il turismo dello
anche se più contenuto, è avvenuto nei comuni              sci non ha sortito un reale sviluppo, rimanendo
del versante sud-occidentale (Adrano, Biancavil-           “mordi e fuggi”.
la, Ragalna).                                                  L’istituzione del Parco dell’Etna nel 1987 ha po-
    Fanno eccezione i comuni di Gravina di Ca-             sto fine allo scempio del paesaggio e la program-
tania, Mascalucia, Misterbianco, San Giovanni              mazione ha tenuto conto dell’utilizzo di quest’a-
La Punta, San Gregorio, Sant’Agata Li Battiati,            rea in termini di salvaguardia dell’ambiente,
Tremestieri e Valverde che hanno raggiunto va-             attraverso obiettivi miranti alla tutela degli ecosi-
lori positivi impressionanti: l’898,8% nel caso di         stemi e del paesaggio naturale, alla promozione
Sant’Agata Li Battiati. Un vero e proprio decen-           delle attività tradizionali (agricoltura, pastorizia,
tramento o una concentrazione di popolazione               artigianato), alla razionalizzazione dello sviluppo
proveniente dai comuni montani che ha preferito            turistico, alla promozione della ricerca scientifica
stabilirsi nei centri più piccoli per gli analoghi stili   e della didattica naturalistica. Il conseguimento
di vita (Sciuto, 1994, p. 142).                            di questi obiettivi, all’inizio, ha incontrato non

  42                                                                                   AGEI - Geotema, 54
poche resistenze da parte delle comunità locali            la cultura locale, di nuove pratiche organizzative
per l’imposizione dei vincoli di tutela, resistenze        (Harrison-Hill, Chalip, 2005, pp. 302-320).
che si sono attenuate con una capillare e lunga                L’evento “Dal Circuito Madonita alla Catania-
opera di sensibilizzazione.                                Etna” ha preso avvio nell’ottobre 2014, riscuoten-
   Il Parco dell’Etna risulta costituito da una            do un notevole interesse, infatti sono stati nume-
“zona A”, di riserva integrale, che coincide con           rosi i visitatori, che hanno assistito alla sfilata del-
un’area poco antropizzata (deserto lavico e pre-           le auto dei più prestigiosi marchi mondiali, spesso
senza del faggio, betulla, pino laricio e quercia),        guidate dai grandi piloti del passato. Il percorso
per la salvaguardia dell’ambiente naturale, nella          unisce l’Etna e le Madonie, due ambienti di gran-
quale è consentito l’escursionismo solo su appositi        de pregio naturalistico e storico, in alcune zone
sentieri; da una “zona B”, di riserva generale, che        rimasti ancora integri, che permettono al visitato-
si colloca sopra i centri etnei, caratterizzata dal-       re di compiere a ritroso un tour sportivo, con una
la presenza di aree naturali e agricole di grande          fisionomia moderna, in un’atmosfera che ripren-
valore culturale e si pone l’obiettivo di integrare        de i luoghi del passato, per alcuni tratti rimasti
gli ambienti naturali con il recupero delle attività       uguali.
agricole tradizionali e la funzione turistico-sporti-          Attraverso questo evento sportivo, infatti, si do-
va; da una “zona C”, che si divide in altomontana          vrebbe attuare la promozione delle aree interne
e pedemontana: nella prima sono stati realizzati           delle Madonie da un lato e del territorio etneo
gli insediamenti turistico-sportivi e nella seconda        dall’altro, anche se quest’ultimo appare più dina-
il Parco deve garantire la conservazione dell’am-          mico e sicuramente più attraente. Ciò viene con-
biente, consentendo la realizzazione di nuove              fermato dalle statistiche dell’Osservatorio pro-
costruzioni e la trasformazione dei terreni, solo          vinciale per il turismo che riportano una mag-
se finalizzate alla valorizzazione delle finalità del      giore presenza di turisti, concentrata a Nicolosi,
Parco; infine da una “zona D”, che rappresenta la          quindi, nella parte finale della gara. Mettendo,
fascia più antropizzata, in cui è possibile svolgere       infatti, a confronto i dati dell’ottobre 2013 (316
attività agricole, silvo-pastorali, artigianali, ricrea-   arrivi dalla Sicilia, 9684 dall’Italia e 617 stranieri)
tive e sportive nel rispetto dell’ambiente.                e dell’ottobre 2014, primo anno della gara (1036
                                                           dalla Sicilia, 12591 dall’Italia e 796 stranieri), ri-
                                                           sulta evidente un incremento di presenze sul ter-
4. Considerazioni conclusive                               ritorio2.
                                                               La maggiore concentrazione a Nicolosi dipen-
   I circuiti della Targa Florio e della Catania-Et-       de anche dalla maggiore accessibilità, dalla pre-
na hanno da sempre veicolato l’immagine di quei            senza di infrastrutture, da una migliore ricettività
territori nel mondo. L’idea di aver voluto ripren-         turistica, dal fascino esercitato dal vulcano e dal
dere una tradizione del passato e riproporla in            mare, ma, in questo caso, perché questo centro
chiave moderna sicuramente serve a reinterpre-             continua a portare avanti la sua tradizione di città
tare lo sport come elemento di attrattività, non           legata ai “motori”. Infatti, nel 2010, è entrato a far
solo legato all’evento specifico, ma a proiettarlo         parte dell’Associazione Nazionale “Città dei Mo-
in una dimensione diversa, in cui risulta possibile        tori”, nell’ambito del progetto di marketing nazio-
coniugare la competizione sportiva con le speci-           nale dell’ANCI per la promozione dello sviluppo
ficità che le aree in oggetto offrono (Pigeassou,          e dell’immagine attraverso le tipicità locali, pro-
1997).                                                     prio perchè a Nicolosi molte imprese, a più livelli,
   Il “Concorso di eleganza dinamico”, ripropo-            svolgono attività in campo motoristico.
sto dalla Scuderia Targa Florio, in sinergia con il            L’Ente Parco dell’Etna ha, anche, autorizzato
Parco dell’Etna e delle Madonie, che ribattezza le         alcune case automobilistiche a girare set sull’Et-
antiche gare sportive, permette, infatti, ai visita-       na, è il caso della pubblicità dell’ultima Ferrari
tori di scoprire gli elementi identitari materiali e       California e della Jeep, ma anche di Peugeot che
immateriali dei luoghi in cui si svolge la compe-          utilizza il paesaggio del vulcano per pubblicizzare
tizione ed ha come obiettivo ultimo quello di in-          auto ecosostenibili, una di queste, infatti, è stata
crementare lo sviluppo turistico (Ritchie, Adair,          data in comodato d’uso all’Ente Parco, quindi,
2002, pp. 1-6). Turismo e sport rappresentano,             uno stimolo ulteriore al rispetto dell’ambiente.
infatti, un vantaggio per le comunità di apparte-          L’ecosostenibilità è l’obiettivo prioritario e l’En-
nenza in termini di coesione, di miglioramento             te Parco orienta a gare di tipo ciclistico, lungo i
dell’immagine del territorio, di opportunità di            sentieri del vulcano, che risultano più efficaci in
relazioni tra i residenti e i visitatori, di tutela del-   tema di sostenibilità, attraverso il contatto diretto

        AGEI - Geotema, 54                                                                                    43
con l’ecosistema Etna. Da ricordare, inoltre, che          e i “Wine Bus” accompagneranno gli (eno) turi-
anche a Belpasso, altro centro dell’area etnea,            sti presso le cantine, nelle contrade del wine-tour,
dal 1978 si svolge il “Motoraduno Internazionale           illustrando le peculiarità del territorio. Il viaggio
dell’Etna-Sicily”, giunto alla 39° edizione, che of-       si concluderà a Castiglione di Sicilia, dove, tra l’al-
fre l’opportunità di conoscere i luoghi anche oltre        tro, si trova il noto campo da golf “Il Picciolo”, con
la realtà comunale. Una gara di settore che ormai          la visita ai basalti colonnari delle suggestive Gole
è diventata un punto di riferimento nazionale e in-        dell’Alcantara. L’obiettivo ultimo, infatti, è quello
ternazionale, che attrae numerosi turisti. È inoltre       di trattenere il visitatore nei luoghi, superando la
da segnalare che Zafferana Etnea (versante sud-            logica dell’escursione “mordi e fuggi” e attrarre
est) è un punto di riferimento a livello nazionale         flussi anche dall’estero.
per i pezzi di ricambio delle auto d’epoca.                   Il fenomeno turistico “Nicolosi”, non si verifi-
   L’evento “Dal Circuito Madonita alla Catania-Et-        ca nell’area madonita, dove l’evento sportivo non
na” è stato realizzato, con notevole successo, anche       riesce ad attrarre flussi turistici, ad eccezione di
nel 2015; per il 2016, in occasione del centenario         curiosi e appassionati locali. Diverse le motivazio-
della Targa Florio, è prevista una manifestazione,         ni: sicuramente le Madonie, avendo caratteristiche
con una nuova formula che coniugherà il mondo              comuni alle aree interne, presentano problemi di
delle “Super Car” con quello del XXVIII Concorso           accessibilità, ma soprattutto, ad eccezione di alcu-
nazionale “Ragazza per il cinema”. In questa oc-           ne aree come Piano Battaglia, affermata località
casione le concorrenti sfileranno a bordo di auto          sciistica, pur comprendendo un patrimonio natu-
prestigiose (Ferrari, Porsche, Lamborghini, ecc.)          ralistico, artistico e monumentale di grande pre-
e parteciperà all’evento anche la vincitrice del           gio, rappresentano un territorio poco noto.
concorso “Miss European Tourism World Bikini                  A questo proposito, infatti, sono stati avviati al-
Model 2016”. È prevista, inoltre, la collaborazione        cuni progetti per la valorizzazione e la promozio-
con il Gran Prix di Malta, che darà, in occasione          ne del turismo in quest’area, che spaziano dal tu-
della propria manifestazione, ospitalità, ai parteci-      rismo balneare, in cui Cefalù, dovrebbe avere un
panti, nella vecchia capitale Mdina. Questo connu-         ruolo di centralità e proporsi come anello di con-
bio di eventi produrrà un maggiore impulso alla            giunzione tra il mare e le aree interne, al turismo
gara automobilistica con una conoscenza a livello          termale e del benessere, si pensi a Sclafani Bagni
nazionale e oltre, grazie alla presenza della TV.          e Geraci Siculo, ovviamente un turismo wellness-
Questa idea vuole essere, nell’immaginario degli           oriented; dal turismo religioso allo sport, inteso
organizzatori, una reazione alla crisi, che ancora         nell’accezione più ampia: equitazione, ciclo-turi-
una volta e per motivi diversi la popolazione etnea        smo, orienteering, ecc.
vuole superare, riproponendo tradizioni sentite e             Ogni tipologia di turismo dovrà essere orientata
radicate sul territorio, come le mitiche gare auto-        all’ecoturismo e permettere al visitatore di immer-
mobilistiche di riferimento, svanite, di fatto, nella      gersi nella realtà dei luoghi e vivere un’esperienza
realtà, ma non nella memoria.                              unica, attraverso la scoperta dell’“autentico” e dei
   L’evento richiamerà non solo gli appassionati,          paesaggi culturali, un ritorno, quindi, ad antiche
ma vuole proiettarsi in un’ottica di più ampio re-         tradizioni per cogliere “il senso dei luoghi”.
spiro attirando turisti con varie motivazioni, che            Un viaggio “all-inclusive” destinato alle diffe-
avranno la possibilità di fruire e scoprire l’inesti-      renti tipologie di turisti, per questo motivo nel feb-
mabile valore del patrimonio culturale e naturale          braio 2016 è stato presentato il progetto Distretto
dell’area etnea, dal barocco catanese, alle aree pae-      Turistico di Cefalù e Parchi delle Madonie e di Hi-
saggistiche dei diversi versanti del vulcano, inclusa      mera, che, grazie all’utilizzazione del “Social me-
la possibilità di estendere il viaggio in realtà vicine,   dia Travelling” e delle tecnologie più innovative,
come Taormina a nord e Siracusa e gli Iblei a sud          permetterà ai visitatori, attraverso l’immediatezza
e riscoprire i percorsi (eno)gastronomici. Per la          di internet, di compiere un “tour virtuale” di forte
migliore realizzazione a partire dal 30 aprile sarà        impatto visivo e acquisire la conoscenza dei luoghi,
attivo il “treno del vino”, un’iniziativa presentata       per programmare il viaggio reale. Un’area dall’of-
alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano,           ferta variegata: la “Strada dei vini”(Contea di Scla-
in sinergia tra i comuni etnei, i produttori e gli enti    fani Doc e Igt Fontanarossa) proprio sul tracciato
preposti, per la promozione della “Strada del Vino         della Targa Florio, caratterizzato dalla presenza di
dell’Etna” e l’Enoteca Regionale Siciliana - Sicilia       memorie storiche, come le tribune di Cerda (Flo-
Orientale. Gli utenti fruiranno dello storico treni-       riopoli) che, ancora oggi, nonostante siano state
no della Circumetnea, che si fermerà nei centri in         ricostruite, costituiscono elemento di attrazione
cui si produce il vino dell’Etna, fino a Randazzo          per il turismo sportivo. L’itinerario comprende i

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centri di Cefalù, Campofelice di Roccella, Scla-            L’evento, infatti, che già ha dato segnali positivi
fani Bagni, Caltavuturo, Valladolmo, Vallelunga         in termini di attrazione, proiettato nel tempo, in-
Pratameno ed è di grande interesse storico per i        nescherebbe processi di sviluppo con nuove possi-
numerosi monumenti: dalla Cattedrale di Cefalù          bilità di lavoro, e rafforzerebbe le reti relazionali
all’area archeologica dell’Imera e per la presenza      della comunità locale. Sicuramente tanto più una
di numerose architetture rurali. A questi centri si     manifestazione sportiva si svolge in ambienti na-
uniscono quelli di Isnello, Collesano (dove è stato     turali, tanto più è slegata dai livelli professiona-
realizzato il museo della Targa Florio), Scillato,      li, ma si tratta di un’offerta che, andando oltre la
Polizzi Generosa, Castellana Sicula, Petralia Sot-      specificità, comprenderebbe il leisure (Pioletti,
tana, Petralia Soprana, Geraci Siculo e Castelbuo-      2014, pp. 19-20). L’iniziativa, infatti, dopo due
no, per la presenza di numerosi siti storico monu-      anni dalla sua ripresa, già protende in ambiti ben
mentali ed esempi di archeologia rurale, che ne         più ampi, infatti nell’edizione di settembre 2016,
identificano il paesaggio.                              si collegherà con il Concorso nazionale “Una ra-
   Questi luoghi, inoltre, si completano con altri      gazza per il cinema” e si avvarrà della collabora-
di grande interesse naturalistico, come il Bosco        zione del Gran Prix di Malta.
di Favara, Granza e San Calogero. A questo pro-             La competizione “Dal Circuito Madonita alla
posito è stata determinante l’istituzione del Parco     Catania-Etna” si identifica perfettamente con
delle Madonie che, per la sua posizione geografi-       la volontà di riscatto e di (ri)valorizzazione e
ca, rappresenta la “porta” di ingresso per l’intero     (ri)scoperta di aree di grande interesse, come
sistema regionale e cerniera con le aree interne        quella etnea e madonita, e dovrà essere suppor-
(Pinzello, 2004).                                       tata da una grande azione di marketing e dalla
   Un territorio, quindi, che presenta una fisio-       convinzione che il forte coinvolgimento della
nomia complessa, un grande contenitore, al cui          comunità di appartenenza, con un’inversione di
interno è possibile rilevare i differenti “paesaggi     tendenza rispetto al passato, che crede nelle an-
madoniti”: della biodiversità, della civiltà pastora-   tiche tradizioni, possa stimolare le istituzioni in
le, dei castelli e dei borghi medievali, dei borghi     una sinergia costruttiva, proprio perché lo sport,
marinari e dei feudi, dell’acqua e dei mulini, della    al pari di altre iniziative, rappresenta un forte ele-
ceramica, della Targa Florio, del sacro, della scrit-   mento di attrattività in un’ottica che comprende
tura e delle narrazioni e del grande patrimonio         anche la fruizione del territorio, che oggi compe-
immateriale, grazie al Registro delle Eredità Im-       te con altre realtà in modo più incisivo rispetto a
materiali (REI), istituito nel 2005. Un complesso       ieri (Dansero, Pioletti e Puttilli, 2011).
sistema insediativo quasi sempre di epoca medio-
evale, con torri e castelli con funzioni difensive e
di controllo ed un paesaggio rurale articolato in       Bibliografia
ville, masserie, mulini, chiese ed eremi, collegati     Agostaro I., La comunità montana delle Madonie, in Caldo C. (a
tra loro da una fitta rete di percorsi (Cannarozzo,        cura di), I comuni della Sicilia. Problemi sul riassetto territoriale
2001).                                                     comunale e intercomunale, Palermo, Istituto di Scienze An-
   Questi luoghi insieme ai numerosi siti archeo-          tropiche e Geografiche, Università di Palermo, 1995, pp.
                                                           33-58.
logici, pressoché inesplorati, concentrati nel Par-     Cannarozzo T., Storia e cultura del territorio nelle mappe disegnate
co Archeologico Regionale di Himera, e alla ri-            per la riforma del Catasto siciliano», in Caruso E., Nobili A., (a
qualificazione, da parte del Parco delle Madonie,          cura di), Le mappe del Catasto Borbonico di Sicilia, Palermo,
delle ex cave di Portella Colla a Polizzi Generosa         Regione Siciliana, 2001.
                                                        Carnevale M., Speciale Madonie, Ambiente 2000, Palermo, 1997,
e della ex miniera salina di Raffo, che potrebbero
                                                           n. 35-36, p. 3.
diventare poli museali, costituiscono un valore ag-     Dansero E., Pioletti A.M., Puttilli M., Eventi sportivi, turismo e
giunto all’area madonita.                                  territorio: temi e prospettive di ricerca, in Adamo F. (a cura di),
   Indubbiamente la riproposizione della gara da           Qualità Italia. Contributi per l’analisi delle risorse turistiche, Bo-
parte della Scuderia Targa Florio con la collabo-          logna, Pàtron, 2011.
                                                        Di Bella S., Il turismo nella regione collinare etnea. Il fenomeno della
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to di piccole dimensioni, è un’opportunità per le          ania, 1974, pp. 235-282.
comunità locali, che hanno accolto di buon gra-         Di Blasi E., Politiche di prevenzione e organizzazione territoriale
do l’iniziativa, e si propone come elemento rige-          della Protezione Civile nella Regione Etnea», Annali della Facoltà
neratore della cultura locale, dell’immagine dei           di Economia e Commercio dell’Università di Catania, Catania,
                                                           2000, pp. 31-177.
luoghi, come stimolo a migliorare la qualità della      Giacomarra M., Comunità in transizione. Aspetti del mutamento
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Ritchie B., Adair D., The Growing Recognition of Sport Tourism, in       successivamente la partenza fu spostata alle porte di Catania
   Current Issues in Tourism, vol. 5, n. 1, 2002, pp. 1-6.               (ai cosiddetti “Due Obelischi”), con un percorso che includeva
Scimeni G.B., Proposta per il Parco delle Madonie, Assessorato al        Gravina di Catania, Mascalucia e Nicolosi. Più tardi furono in-
   Sciuto G., La dinamica demografica della montagna madonita,           teressati anche i centri di Sant’Agata Li Battiati, San Giovanni
   Annali della Facoltà di Economia dell’Università di Catania, Cat-     La Punta, Trecastagni, Pedara e Nicolosi. Dal 1969 il percorso
   ania, 2005, pp. 255-283.                                              fu drasticamente ridotto e la gara divenne di fatto una Nicolosi-
Sciuto G., Variazioni demografiche e nuove prospettive di sviluppo       Etna. Infine nel 1973 ci fu il trasferimento all’autodromo di
   della montagna etnea, in Bernardi R., Salgaro S., Smiraglia C.        Pergusa.
   (a cura di), L’evoluzione della Montagna italiana fra tradizione e    2
                                                                           Dati forniti dall’Osservatorio Provinciale del Turismo di Ca-
   modernità, Bologna, Pàtron, 1994, pp. 131-160.                        tania 2013; 2014.

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