TORTA AL CIOCCOLATO CON CREMA AL LATTE - l'ombelico di Venere
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TORTA AL CIOCCOLATO CON CREMA AL LATTE Tanti auguri a ME.. è si oggi è il mio compleanno, compio ben 35 anni!! Cosa fare se non una torta, certo per me ogni motivo è buono per farne una e questa è di quelli migliori!! La torta giace sulla mai nuova alzatina regalatami da lui, mi sembrava un’ottima occasione per rinnovarla!! ps. scusatemi se in questi giorni sono poco presente nei vostri blog ma tra battesimi, piscina, compleanno e lavori a casa sono un pò impeganta!!!!
TORTA AL COCCOLATO CON CREMA DI LATTE per la torta (di Trish Deseine) 185 gr di cioccolato fondente 4 uova 180 gr di zucchero 90 gr di burro 100 gr di farina di mandorle 75 gr di farina 00 per torte 1 cucchiaino di lievito per dolci 1 cucchiaio di rum per la crema di latte 600 ml di latte 80 gr di maizena 170 gr di zucchero 250 gr di panna 5 gr di colla di pesce 1/2 bacca di vaniglia per la crema al ciccolato 75 ml di latte 35 gr di glucosio 25 gr di burro 125 gr di cioccolato fondente 150 gr di cioccolato al latte 10 ml di rum 40 ml di latte per farcire 1 pera grande 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaio di rum250 gr di panna 1 cucchiaio di zucchero a velo 1/2 cucchiaio di cacao La crema al cioccolato l’ho presa da un blog ma non ricordo qual’è quindi se qulcuno la riconoscesse mi faccia sapere, grazie!!
Per la base, sciogliete il cioccolato fondente assieme al burro e lasciate raffreddare. Montate i tuorli con lo zucchero e unite il composto di cioccolato, unite la farina setacciata col lievito, la farina di mandorle e il rum. Montate gli albumi e mescolatre delicatamente. Versate in una tortiera e cuocete per circa 40 minuti. Lasciate completamente raffreddare. Per la crema al cioccolato, scaldate i 75 ml di latte il burro e il glucosio facendo attenzione che non bolla. Togliete dal fuoco e unite il rimanente latte e il rum. Sciogliete i due cioccolati separatamente e uniteli uno alla volta al composto. Lasciate raffreddare e tenete in frigorifero per almeno 10 ore. Riprendete al crema e montatela con la frusta ffinchè risulterà gonfia.
Per la crema al latte, mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per almeno 10 minuti. In un tegame mettete la maizena e lo zucchero e la bacca della vaniglia aperta, versate il latte a filo e mescolate bene, mettete sul fuoco e portate a bollore sempre mescolando con una frusta, strizzate la colla di pesce e mettetela nella crema calda, mescolate bene e lasciate completamente raffreddare. Montate al panna e unitela delicatamente al composto, se la crema si fosse addensata molto mescolatela vigorosamente con la frusta poi unite la panna. Tagliate la pera a pezzetti e cuocetela in padella con lo zucchero e il rum, allungate con una tazzina d’acqua e fate rapprendere lo sciroppo che formerà cuocendo. Tagliate la torta in 3 strati. Mettete il primo strato sul fondo di un anello per torte. Farcite con la crema di cioccolato, mettete il secondo strato di torta distribuiteci sopra le pere con il loro sciroppo. Ricoprite con una strato di crema al latte, mettete l’ultimo strato di torta e decorate al parte sopra con la crema al latte. Lasciate rapprendere. Montate i 250 gr di panna con lo zucchero a velo, alla fine unite il cacao e mescolate. Decorate i lati della torta.
GNOCCHI SBIRRI Vi ho già parlato qui delle mie scorribande al supermercato sempre alla ricerca di prodotti nuovi o mai visti, uno dei miei reparti preferiti è quello dei formaggi, ci passo almeno 15 minuti, li prendo in mano tutti.. questa volta ha colpito la mia attenzione questo SBIRRO, formaggio alla birra, la prima volta l’ho osservato, annusato e lasciato, ma alla
seconda non ho potuto far altro che portarlo a casa. Pochi gironi dopo ho comprato delle birre artigianali che sono prodotte in Romagna, una bionda speciale, una bionda doppio malto, una rossa doppio malto e una ambrata doppio malto, ogniuna di esse è stata chiamata con il nome di un personaggio femminile del film Amarcord di Fellini, per questa ricetta ho scelto la bionda doppio malto, la Midòna. “La Midòna è la tipica figura femminile Italiana degli anni ’40. Donna sempre disponibile ed attenta alle richieste di chi la circonda. La sua bontà e generosità nasconde il carattere forte e deciso di chi ha vissuto una vita nel rispetto delle tradizioni.” dal web Anche dalla descrizione del personaggio mi sembrava perfetta per “interpretare” il mio piatto!! Signori e signore vanno ora in scena GLI GNOCCHI SBIRRI!!
GNOCCHI SBIRRI per 2 persone 300 gr di patate vecchie 100 gr di farina 70+20 gr di formaggio sbirro birra bionda doppio malto circa 100 gr di salsiccia burro salvia sale, pepe Bollite le patate, sbucciatele ancora calde e schiacciatele con l’apposito attrezzo. Unitevi la farina e impastate velocemente. Anche se l’impasto risultasse un po appiccicoso non aggiungete ulteriore farina altrimenti gli gnocchi avranno
meno sapore di patate. Nel frattempo che le patate cuociono, spezzettate la salsiccia e soffriggetela, tenetela da parte. Tagliate i 70 gr di formaggio a piccoli cubetti. Per formare gli gnocchi prendete una quantità di impasto un po più piccola di una noce, appoggiatela sulla mano infarinata e schiacciate al centro formando un incavo dove metterete un pezzetto di salsiccia e uno di formaggio. Richiudete lo gnocco e arrotolatelo tra le mani. Proseguite fino al termine dell’impasto. Fate bollire dell’acqua salata e versatevi gli gnocchi, quando saliranno in superfice scolateli e metteteli in una larga padella dove avrete fato fondere un mezzo cucchiaio di burro con 4-5 foglie di salvia, fate saltare poi unite 1/2 bicchiere di birra bionda doppio malto, fate un po rapprendere e unite i 20 gr di formaggio tritato, continuate a mescolare finchè il formaggio sarà sciolto. Si formerà una crema buonissima.
PANE DOLCE DEL SHABBAT Mi piacciono molto i lievitati ma li faccio poco perchè richiedono tempi lunghi e tante volte non ho il tempo necessario. Naturalmente quando si tratta della sfida mensile dell’MTC il tempo si tira fuori dal cilindro magico, così ieri, appena tornata dal lavoro, ho impastato tutto, dopo due
ore ho formato le tre parti, le ho farcite, ho intrecciato e me ne sono andata in piscina, son tornata dopo due ore esatte e ho infornato.. che incastri!!!! Ma parliamo di cose serie.. la farcitura.. volevo usare tre cose diverse, come prima ho pensato alla mia confettura di pere alla cannella e limone (qualcuno ricorderà la mia confettura di pere e pompelmo rosa) siccome ho notato che gli agrumi si abbinano molto bene a questo frutto, perchè ne equilibrano la dolcezza, ho pensato come secondo ingrediente di mettere le mie arance candite, poi è arrivato il cioccolato che sta benissimo con entrambi i frutti, son andata a frugare nella dispensa per leggermi gli ingredienti del fondente, perchè questa ricetta prevede che non ci siano tracce di latte, cosa vedo!!?? cioccolato fondente di Modica agli agrumi.. direi perfetto!! Ho fatto solo una treccia per motivi di consumo!! PS. non conoscevo questa tradizione ebraica e devo dire che è sempre interessante scoprire le usanze di altre culture!!! PANE DOLCE DEL SHABBAT per una treccia dalla ricetta di Eleonora 250 gr di farina 0
1 uovo 50 gr di zucchero 10 gr di lievito di birra 62 ml di acqua 62 ml di olio evo 5 gr di sale 1 tuorlo 1 cucchiaio d’acqua confettura di pere limone e cannella arance candite cioccolato fondente di Modica agli agrumi semi di lino Vi riporto il procedimento descritto da Eleonora: Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina. Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l’olio e per ultimo l’ uovo, fino alla sua incorporazione. Lavorare fino a che l’impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita. Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l’impasto e tagliarlo in tre parti. Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. In una parte disponete al centro la confettura di pere, nella seconda il cioccolato di Modica agli agrumi, e nella terza le arance candite tritate. Formate la treccia, sbattete il tuorlo con un cucchiaio di acqua, spennellate la treccia e distribuite sopra i semi di lino. Lasciate lievitare due ore e infornate a 200° in modalità statico, per circa 20-25 minuti.
con questa ricetta partecipo all’MTC di ottobre TORTINI DI PATATE E PECORINO CON PORCINI Quando una carissima collega ti omaggia di alcuni porcini freschissimi cosa puoi fare se non preparare immediatamente un piatto gustoso!?!? Oltretutto erano anche già puliti… quindi la sera stessa ho cucinato questi semplici ma deliziosi tortini. Pensate che fino a poco tempo fa non amavo i porcini sarà che al ristorante spesso quelli che servono sono viscidi e non riuscivo a mangiarli, questi invece sono rimasti sodi e saporiti quindi mi son piaciuti moltissimo!!
TORTINI DI PATATE E PECORINO CON PORCINI per 2 tortini 2 patate medie 2 uova 150 gr di pecorino 2 porcini medi timo 1 spicchio d’ aglio noce moscata vino bianco sale, pepe, olio evo a piacere aceto balsamico Pulite i porcini e tagliateli a fette non troppo sottili, in una padella mettete a soffriggere uno spicchio d’aglio in poco olio evo. Aggiungete i porcini, fate cuocere qualche minuto e sfumate col vino bianco, quando sarà evaporato allungate con poca acqua e salate e pepate a piacere. Pelate le patate e tagliatele a rondelle sottili, bollitele in acqua salata pochi minuti e scolate facendo attenzione a non romperle. Sbattete l’uovo con poca noce moscata, sale pepe e il timo tritato e 100 gr di pecorino grattugiato. Foderate con carta forno degli stampini per tortine monodose, sul fondo mettete uno strato di patate, poi qualche scaglia di pecorino e continuate così facendo tre strati, versate metà crema di uovo in ogni formina e cuocete in forno caldo a 180°
per circa 15 minuti. Servite con sopra i porcini e il restante pecorino a scaglie, a piacere mettete qualche goccia di aceto balsamico. ps. scusate per le foto, dopo averle “perse” tutte ho recuperato solo queste dal web con questa ricetta partecipo al contest di Ely nella categoria Grati Amo CUPCAKE PERE E NOCI Vi ho già parlato della mia amica, quella che cucina solo pizza, bene il suo ragazzo si è messo a dieta e lei è disperata perchè non può più farla, e sopratutto mangiarla, così ha pensato bene di invitare le amiche per rimettere le mani in pasta. Come ormai sapete bene io porto il dolce… Questa volta ho preparato una torta alle noci farcita con la mia confettura di pere e una crema alla ricotta. Era buonissima e alla fine della cena le mie “amichette” se la sono divisa un pezzetto a testa. Ho pensato di rifarla in versione cupcake riequilibrando gli ingredienti.
CUPCAKE PERA E NOCI CON FROSTING ALLA RICOTTA per 10-12 cupcake per i cupcake 150 gr di zucchero 90 gr di burro 2 uova 200 gr di farina 1 cucchiaino di lievito per dolci 1/2 cucchiaino di bicarbonato di sodio 1 pizzico di sale 70 gr di noci 2 pere Abate medie 1 cucchiaio di succo di limone 2 cucchiai di moscato 55 gr di latticello per il forsting 200 gr di ricotta 100 gr di panna 70 gr di zucchero 2 gr di colla di pesce
Per i cupcake, frullate a farina 40 gr di noci. Sbucciate le pere e prelevate 250 gr di polpa, frullatela con il succo di limone e due cucchiai di moscato. Montate lo zucchero con il burro finchè non diventerà una crema, unite le uova una alla volta e fate amalgamare bene. Mescolate assieme il lievito, il bicarbonato e il sale alla farina e setacciate. Unite il mix di farina e le noci frullate alla crema e mescolate lentamente, aggiungete la purea di pere, il latticello e terminate con le restanti noci tritate grossolanamente e la restante pera tagliata a piccoli pezzi. Per il frosting, mettete la colla di pesce in ammollo in acqua fredda per circa 10 minuti. Scaldate due cucchiai di panna e unitevi la colla di pesce. Mescolate con la frusta la ricotta con lo zucchero fino a farla diventare una crema liscia, unite la panna con la colla di pesce, montate la restante panna e unitela delicatamente al composto di ricotta, amalgamate delicatamente. Riempite gli appositi pirottini per mufffin e cuocete a 180° per 20-25 minuti. Quando saranno completamente raffreddati decorate con il frosting che nel frattempo sarà rassodato.
ps. scusate per le foto, dopo averle “perse” tutte ho recuperato solo queste dal web, appena possibile rifarò la ricetta e ne inserirò delle migliori. con questa ricetta partecipo al contest di Morena CAPPELLACCI DI CASTAGNE Stavo li ad aspettare il mio turno al banco dei salumi e come al solito guardavo incuriosita i vari piatti pronti, il mio sguardo si ferma su un vassoio di pasta fresca ripiena, ha una
forma “strana” o comunque mai vista. Mi succede di iniziare ad immaginare questo tortello gigante mentre si apre, ovvero l’azione opposta a quando viene realizzato, per capire con quale forma va tagliata la pasta, una “cosa” strana.. Davanti a me per fortuna avevo alcune persone, almeno ho avuto il tempo di studiare un po!! Addirittura per sicurezza, ho pensato di comprarne uno.. Eh si uno.. !! Credo mi avrebbero guardata strano!! Comunque avevo capito, non era poi così difficile, doveva solo arrivare il momento per prepararli, poi nella mente arriva un ricordo di una pasta fatta con farina di castagne condita con i porri e penso sia perfetto.. c’è solo un piccolo problema.. come dirlo a lui che la dovrà mangiare.. potrei dire che sono al cacao.. ma forse è peggio.. vada per la sincerità!! E’ andata bene!!
CAPPELLACCI DI CASTAGNE CON PORRI E SPEK per 4 persone (circa 24 pezzi) per la pasta 3 uova 200 gr di farina 00 100 gr di farina di castagne per il ripieno 200 gr di ricotta di mucca 150 gr di formaggio campagnolo 80 gr di pecorino per il condimento 3 porri piccoli 100 gr di speck 1 tazzina di panna fresca 10-15 gr di pecorino olio evo sale Per la pasta, sul tagliere mettete le due farine e formate un buco al centro nel quale metterete le uova, iniziate a lavorare l’impasto finchè non diventa lisco e omogeneo. Avvolgetelo nella pellicola e lasciate riposare almeno 15 minuti. Nel frattempo preparate il ripieno lavorando assieme i due formaggi con il pecorino frattugiato e tenete da parte. Stendete la pasta sottile e ricavate dei quadrati di rirca 9×9 mettete un cucchiaino molto abbondante in una metà del quandrato di pasta e girategli sopra l’altra metà, chiudete bene tutto attorno, avrete ottenuto un rettangolo, prendete le due estremità del rettangolo dalla parte dove il cappellaccio è chiuso e sovrapponetele. Mettete a bollire l’acqua salata. Lavate i porri e togliete la prima pelle, tagliate a rondelle sottili tutta la parte bianca, in uan padella fate scaldare un po di olio evo e mettete a cuocere i porri. Se necessario allungate con dell’acqua e salate. A cottura terminata metteteli in una ciotola, aggiungete il pecorino e la panna e con il frullatore ad immersione formate una crema (potete tenere da parte alcune rondelle di porri per decorare il piatto) Tagliate lo speck a striscioline sottili e rosolatelo in padella con poco olio evo. Cuocete la pasta, conditela con un filo d’olio, sul fondo del
piatto disponete due cucchiai di crema di porri, posizionate i cappellacci e terminate con lo speck.
con questa ricetta partecipo al contest di ESSENZA IN CUCINA e MY TASTE FOR FOOD I SABADONI Ricordo quando ero piccola, avevo circa 10 anni, che mio babbo arrivò a casa con un paio di pattini che sognavo da tanto,
erano neri con le allacciature sopra il piede e le ruote gialle, l’ho sempre associato al giorno più bello della mia vita! Li avevo sempre ai piedi e ci scorazzavo su e giù per il corridoio di casa, ricordo che mettevo in fila i tubi delle palline da tennis e cercavo di fare la gincana mentre con la radio accesa ascoltavo vecchie canzoni, quelle dei tempi di mia mamma, sarà che lei le cantava e alla fine mi piacevano. Quando ho letto il tema del contest del mese di Elisa sulla letteratura dialettale, la prima cosa che mi è saltata alla mente è stata L’UVA FOGARINA, perchè era proprio una di quelle canzoncine che mia mamma cantava sempre e che mi è rimasta più impressa, ai tempi la canticchiavo anch’io senza sapere bene cosa significasse e probabilmente sbagliando la metà delle parole. La Fogarina negli anni venti era un vitigno importante per l’Emilia-Romagna. Se avete voglia di una ventata di Romagna ascoltate qui. I Sabadoni sono dolci tipici Romagnoli, tipo ravioli ripieni, che si fanno nel perdiodo successivo alla vendemmia visto che si realizzano con la Saba e il Savor. Il ripieno viene preparato con il Savor miscelato alle purea di castagne, questo avveniva in collina, perchè una volta solo li disponevano di questo frutto, in pianura invece mettevano i fagioli, ad oggi in molte ricette si mettono entrambi. La Saba non è altro che il mosto dell’uva fatto bollire per almeno 10 ore, o almeno finchè non riduce il suo volume di due terzi e finchè non ha la consistenza di uno sciroppo, può conservarsi in bottiglie per anche dieci anni. Un tempo veniva usato come sciroppo per le granite fatte con la neve. Il Savor è una marmellata povera tipica della tradizione contadina Romagnola ed è legato alla preparazione della Saba. Un tempo la preparazione di questa ricetta partiva già in estate con la conservazione delle bucche di meloni e angurie che venivano fatte essiccare, inoltre si mettevano pezzi di zucca, agrumi, ma anche pesche o frutta secca come albicocche e fichi. Insomma gli ingredienti possono variare a seconda delle disponibilità. Il tutto viene bollito nella Saba a fuoco
lento. L’UVA FOGARIA Diridin din din, diridin din dìn diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din dinOh com’è bella l’uva fogarina oh com’è bello saperla vendemmiar a far l’amor con la mia ohi bella a far l’amore in mezzo al prà. Filar no la vol filar cusir non lo sa far il sol de la campagna il sol de la campagna Filar no la vol filar cusir non lo sa far il sol de la campagna la dis che’l ghe fa mal. Teresina imbriacona poca voeuja de lavorà la s’è tolta ona vestaja la gh’ha ancora da pagà.
Filar no la vol filar cusir non lo sa far il sol de la campagna il sol de la campagnaFilar no la vol filar cusir non lo sa far il sol de la campagna la dis che’l ghe fa mal. Oh com’è bella l’uva fogarina oh com’è bello saperla vendemmiar a far l’amor con la mia ohi bella a far l’amore in mezzo al prà. Diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din din diridin dín din, diridin din din diridin din din, diridin din din. traduzione testo Diridin din din, diridin din dìn diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din dinOh com’è bella l’uva fogarina oh com’è bello saperla vendemmiare a fare l’amore con la mia bella a far l’amore in mezzo al prato Filare non vuole filare a cucire non sa fare il sole della campagna il sole della campagna Filare non vuole filare a cucire non sa fare il sole della campagna dice che gli fa male Teresina ubriacona poca voglia di lavorare si è comprata una vestaglia
la deve ancora pagare Filare non vuole filare a cucire non sa fare il sole della campagna il sole della campagnaFilare non vuole filare a cucire non sa fare il sole della campagna dice che gli fa male Oh com’è bella l’uva fogarina oh com’è bello saperla vendemmiare a far l’amor con la mia ohi bella a far l’amore in mezzo al prato. Diridin din din, diridin din din diridin din din, diridin din din diridin dín din, diridin din din diridin din din, diridin din din. I SABADONI per circa 28 pezzi per la pasta 370 gr di farina per crostate 70 gr di zucchero semolato 75 gr di burro 1 uovo 1 cucchiaino di lievito per dolci latte q.b. circa 120 ml per il ripieno 150 gr di castagne (pesate già sbucciate) 8 gr di cacao amaro 5 cucchiai di Savor di Romagna* Saba** *SAVOR DI ROMAGNA 6 litri di mosto d’uva Sangiovese 3 pere cotogne 10-12 mele cotogne 15 prugne 5 pere william 15 noci scorza grattugiata di un limone
zucchero (se necessario) Se partite dall’uva, separate i chicchi dai gambi e passatela col passaverdure, otterrete così il mosto. Fate bollire il mosto finchè avrà più che dimezzato il suo volume, almeno 4-5 ore. Tagliate tutta la frutta a piccoli pezzi e aggiungetela al mosto con la buccia grattugiata del limone, fate bollire circa 6-7 ore, deve diventare un composto denso simile alla mostarda. P.S. Io non son riuscita a reperire il mosto di uva Sangiovese e avevo a disposizione solamente uva bianca quindi a metà cottura, ho dovuto aggiungere zucchero perchè rimaneva un po aspra, nel mio caso circa 600 gr. **SABA Fate bollire il mosto d’uva finchè avrà la consistenza di uno sciroppo, ci vorranno 10 ore. Per la pasta, amalgamare assieme tutti gli ingredienti aggiungendo il latte necessario per avere un’impasto morbido ma compatto. Lasciarlo riposare in frigo avvolto da pellicola per circa 30 minuti. Per il ripieno, cuocete le castagne in abbondante acqua bollente per circa 40 minuti, scolatele e sbucciatele. Schiacciatele con lo schiacciapatate e lasciate raffreddare. Unire il Savor e il cacao, il composto dovrà avere la consistenza di un purè sodo. Stendete la pasta abbastanza sottile e tagliate dei rettangoli di circa 8×8 al centro mettete un cucchiaino abbondante di
ripieno ripiegate un lato sopra il ripieno e successivamente sovrapponetegli il suo opposto. Sigillate bene i bordi laterali. Cuocete in forno 180° forno statico, finchè saranno leggermente dorati, circa 30 minuti. Versate la Saba in un piatto e passateci i sabadoni il tempo necessario perchè la pasta assorba lo sciroppo. ps. scusate per le foto, dopo averle “perse” tutte ho recuperato solo queste dal web con questa ricetta partecipo al contest di Elisa Contaminazioni
APPLE PIE Quando son partita per l’ America oltre naturalmente ai monumenti, le città, i parchi.. avevo alcuni obiettivi, dormire in più motel possibile (evitando gli hotel) anche in quelli un po trash.. da film, e mangiare più cose tipiche possibili in luoghi il più tipico possibile, per intenderci cercavo quei fast food con i pavimenti a scacchi bianchi e neri dove le cameriere col grembiulino ti servono il caffè in caraffa… In un fast food tra Chicago e St.Louis ho mangiato la famosissima apple pie, bella alta con la pallina di gelato sopra, e sono due anni che voglio provare a farla, per la ricetta ho preso spunto da questo sito che mi piace molto, rispetto all’originale ho usato meno burro nell’impasto e il latte al posto dell’acqua e devo dire che la pasta è buonissima, per il resto le dosi del ripieno le ho fatte un po a occhio e non ho seguito lo stesso procedimento. APPLE PIE per una tortiera da 22 cm per la pasta 350 gr di farina 00 170 gr di burro 30 gr di zucchero semolato 100 ml di latte freddo per il ripieno 6 mele 1 cucchiaio di farina 2 cucchiai di zucchero 2 cucchiai di succo di limone 1 cucchiaino raso di cannella 1 pizzico di noce moscata 6-7 noci Per la pasta, lavorate assieme la farina col burro freddo e lo zucchero, quando il burro si sarà amalgamato iniziate ad unire il latte freddo poco alla volta fino a formare un’impasto omogeneo, avvolgetelo nella pellicola e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 30 minuti.
Per il ripieno, sbucciate le mele e tagliateli a spicchi grossi, unite il succo di limone, lo zucchero, le noci tagliate grossolanamente, la cannella, la farina e un pizzico di noce moscata, mescolate il tutto. Dividete la pasta in due porzioni uguali, stendete una porzione piuttosto sottile, deve rimanere pochi millimetri, ungete la teglia e foderatela con la pasta, mettete il ripieno e livellatelo, bagnate con poca acqua tutto il bordo, stendete l’altra porzione di pasta e ricoprite la torta, schiacciate bene tutto attorno ed eliminate con le forbico la pasta in eccesso, ripiegate tutto il bordo creando un “cordone” di pasta. Con i ritagli di pasta formate delle foglie e decorate il pie, fate dei tagli a raggera in modo che il vapore possa fuoriuscire. Spennellate tutto con del latte e cospargete con qualche cucchiaio di zucchero semolato. Cuocete in forno statico a 180°-190° per 50-55 minuti. Servite tiepida con del gelato alla vaniglia. P.S. se volete fare un pie più alto, a cupola, dovrete aumentare le dosi per il ripieno.
ps. scusate per le foto, dopo averle “perse” tutte ho recuperato soloqueste dal web con questa ricetta partecipo al contest di ABOUT FOOD
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