Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009

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Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
Culturæ in Forte
       Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009

Torri e forti dell’Argentario
         Mostra fotogra fic a

            Porto S. Stefano
           Fortezza Spa gnola
            24-31 luglio 2009
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
CENTRO CULTURALE PRESIDIOS
                                 Piazzale dei Rioni 10
                             58019 Monte Argentario (GR)
                                   www.presidios.it

             Le informazioni sulle fortificazioni sono tratte dal volume

          GUALTIERO DELLA MONACA, DOMENICO ROSELLI, GIUSEPPE TOSI
Fortificazioni e torri costiere dell’Argentario, Giglio e Giannutri. Cronaca, storia ed
                                  aspetti architettonici
                                Pitigliano, Laurum, 1996

                              CURATORE DELLA MOSTRA
                                   Giulia Giovani
con il prezioso contributo di Monica Baglioni, Maurizio Broccati e Fabrizio Lubrano

 Il materiale fotografico è coperto da copyright, per l’acquisto di singole immagini
 rivolgersi ai fotografi Marco Solari (www.fotocontroluce.com) e Andrea de Maria
                              (www.andreademaria.it).
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1. Torre dell’Argentiera            16. Rocca Aldobrandesca
2. Torre della Peschiera di Nassa   17. Forte Filippo
3. Torre di S. Liberata             18. Forte S. Caterina
4. Fortezza Spagnola                19. Torre del Mulinaccio
5. Torre di Lividonia
6. Torre della Cacciarella
7. Torre di Cala Grande
8. Torre di Cala Moresca
9. Torre di Cala Piccola
10. Torre di Capo d’Uomo
11. Torre della Maddalena
12. Torre delle Cannelle
13. Torre Ciana
14. Torre Avvoltore
15. Forte Stella
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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                     T ORRE D ELL’ A R GEN TIERA
                           –   FOTO   ANDREA DE MARIA –

La torre, costruita in epoca medievale quando l'intero territorio era
controllato dagli Aldobrandeschi, si trovava al centro di un’area racchiusa
dalle cortine murarie di un fortifizio esterno. Passata successivamente alla
Repubblica di Siena, venne in larga parte ricostruita nel 1442, pur
conservando alcuni degli elementi architettonici preesistenti.
Nella seconda metà del Cinquecento, con il passaggio del Monte Argentario
nello Stato dei Presidi, la fortificazione divenne un punto di avvistamento
di secondaria importanza nel sistema difensivo del promontorio ideato
dagli Spagnoli, tanto che in alcuni documenti e mappe risalenti al Seicento
la torre viene spesso definita abbandonata oppure non viene affatto
menzionata.
La precoce dismissione della struttura difensiva determinò il lento ma
inesorabile degrado a cui andò incontro l'intero complesso, determinando
l'inevitabile perdita del fortilizio esterno nel corso del tempo.

Posizione:
42°25’ 06.66’’ N 11°07’ 37.90’’E

Come raggiungerla:
Da Porto S. Stefano si percorre la
S.P. 161 e si raggiunge, dopo 1,4 km
il bivio per il Pozzarello. Si gira a
destra e si percorre una strada
asfaltata per 300 metri, quindi si
gira a destra al km 1,7 dove inizia
una strada sterrata in salita che
conduce alla torre.
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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            T ORRE DELLA P ESCHIERA DI NASSA
                           –   FOTO   MARCO SOLARI –

La torre costiera fu costruita in epoca medievale con funzioni difensive e
di avvistamento sul canale di accesso alla Laguna di Orbetello e sul vicino
Tombolo della Giannella. La sua costruzione risale quasi certamente al
periodo in cui gli Aldobrandeschi controllavano i centri di Porto Ercole e
Talamone, e più in generale l’intera area attorno al promontorio
dell’Argentario.
Durate il Quattrocento la struttura difensiva fu riqualificata dai Senesi,
per migliorare il sistema difensivo costiero della zona che, in quell’epoca,
vide anche la costruzione di altre torri. Dopo un assalto condotto con
successo nel 1552 dalle truppe francesi, la torre entrò a far parte del
territorio dello Stato dei Presidi, divenendo uno dei punti strategici per il
sistema difensivo dell’Argentario. Durante l’assedio di Orbetello del 1646,
la fortificazione fu teatro di una battaglia tra soldati francesi e spagnoli.
Nelle epoche successive, la torre continuò a svolgere le proprie funzioni
difensive che furono notevolmente rafforzate agli inizi dell’Ottocento; nel
1802 vi fu costruita anche la cappella della Madonna di Loreto.
La definitiva dismissione della Torre, alla fine dell’Ottocento, comportò un
inesorabile periodo di abbandono che ha determinato in seguito il crollo
della parte superiore dell’edificio.
Originariamente la struttura si sviluppava su tre livelli, culminando con
una merlatura sommitale che delimitava la terrazza dalla quale le
sentinelle svolgevano le funzioni di avvistamento sia verso il mare aperto
che verso la laguna.

Posizione:
42° 2558.4N, 11° 924.5E

Come raggiungerla:
La torre è situata all’interno di un
terreno privato; i suoi resti sono
ben      visibili    dalla    strada,
all’incrocio tra la S.P. 36 (Tombolo
di Giannella) e la S.P. 161.
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                    T ORRE DI S ANTA L IBER ATA
                           –   FOTO   ANDREA DE MARIA –

La torre fu costruita dagli Spagnoli poco dopo la metà del Cinquecento
(prime testimonianza della volontà/necessità di costruire la torre risalgono
al 1552) quando l'intera zona apparteneva oramai allo Stato dei Presidi.
Come luogo di ubicazione fu scelta un'area in cui sono venuti alla luce
numerosi reperti e resti archeologici di epoca romana, tra i quali spicca su
tutti una villa, nota soprattutto per i suoi mosaici.
Nel 1739 la struttura difensiva costiera venne ulteriormente armata, per
aumentare la sicurezza sul canale che permetteva l'accesso all'interno
della Laguna di Orbetello alle imbarcazioni provenienti dal mare.
Ulteriori rafforzamenti della fortificazione costiera furono effettuati
durante il periodo napoleonico, quando dalla torre fu respinto un attacco
condotto da navi britanniche.
Nel corso dell'Ottocento, la torre costiera passò temporaneamente al
Granducato di Toscana prima dell'Unità d'Italia, evento che consegnò la
struttura difensiva alla Guardia di Finanza, che ne fece la sede della
dogana.
Nella prima metà del secolo scorso la torre fu dismessa e venduta a
privati, divenendo in seguito la residenza degli scrittori Guelfo Civinini
prima e Corrado Alvaro poi. Durante la seconda guerra mondiale, più
precisamente nel 1944, la torre venne minata dai Tedeschi in ritirata,
comportando la perdita dell'intera parte superiore dell'edificio.

Posizione:
42°26’ 09.05’’ N 11°09’ 05.80’’ E

Come raggiungerla:
La torre è situata all’interno di un
terreno privato; si trova a 500
metri dalla Torre della Peschiera
di Nassa, sulla S.P. 161, in
direzione Porto S. Stefano.
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                         F ORTEZZA S PA GNOLA
                                –   FOTO   MARCO SOLARI –

Il complesso della Fortezza che ospita in questi giorni la presente mostra
venne costruito dagli Spagnoli tra la fine del Cinquecento e gli inizi del
Seicento, dopo che Porto Santo Stefano entrò a far parte dello Stato dei
Presidi. Il luogo eletto per la costruzione della struttura fortificata
difensiva era già stato scelto dai Senesi per la realizzazione della Torre di
Santo Stefano durante il periodo quattrocentesco.
Della preesistente torre, demolita dagli spagnoli perché non ritenuta
all’altezza del più efficiente sistema difensivo costiero in fase di
realizzazione, furono utilizzati alcuni materiali edilizi. I lavori di
costruzione del complesso difensivo avanzarono molto a rilento
(terminando soltanto nel 1636) con alcune modifiche migliorative apportate
dopo l'elaborazione di un successivo progetto migliorativo dell'ingegnere
militare Pedro Alvarez. La fortificazione svolse efficacemente per secoli le
sue funzioni difensive, riuscendo in varie circostanze a resistere e a
respingere attacchi ed incursioni nemiche provenienti dal mare.
All'inizio dell'Ottocento i Francesi potenziarono la struttura difensiva per
resistere ad eventuali assalti di navi britanniche durante il periodo
napoleonico. In seguito, l'intero territorio entrò a far parte del Granducato
di Toscana e i Lorena effettuarono alcuni interventi di restauro delle
pavimentazioni. Dopo l'Unità d'Italia, la fortezza continuò a svolgere le
funzioni militari divenendo un presidio strategico durante la prima
guerra mondiale, mentre dopo la seconda guerra mondiale furono aggiunti
i due corpi di fabbrica sulla terrazza più elevata, per ospitare
temporaneamente gli uffici comunali a seguito dei pesanti bombardamenti
che avevano interessato l'intero abitato.

Posizione:
42°26’15.40’’N 11°07’05.61’’E

Come raggiungerla:
La Fortezza Spagnola è situata nel
centro abitato di Porto S. Stefano,
in Piazza del Governatore. Ospita
la mostra permanente “Memorie
sommerse” ed è visitabile nei fine
settimana invernali e tutti i giorni
in estate (dalle 18 alle 24).
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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                          T ORRE DI L IVIDONIA
                      –   FOTO   GUALTIERO DELLA MONACA –

La torre costiera fu fatta costruire dagli Spagnoli nella seconda metà del
Cinquecento per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi,
con funzioni di avvistamento verso nord e verso ovest. Il progetto per la
realizzazione della torre è da attribuire all'ingegnere militare Francesco
De Marchi, che ebbe l'incarico nel 1548, conferitogli dal governo della
Repubblica di Siena proprio negli ultimi anni in cui l'intero territorio era
controllato dai Senesi.
La fortificazione ha svolto funzioni militari fino ai primi decenni
dell'Ottocento, quando è iniziata la progressiva dismissione a seguito
dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana. Nel 1814 la
torre subì una incursione piratesca e, alcuni anni dopo, vi fu un progetto
per la realizzazione di un faro proprio presso la preesistente struttura
difensiva costiera, che però non venne mai attuato. Nel 1867, dopo essere
stata completamente dismessa dalle originarie funzioni militari, la torre fu
venduta a privati e, durante il secolo scorso, si è ritrovata addossata a
nuovi edifici abitativi.

Posizione:
42°26’42.20’’N 11°06’26.60’’E

Come raggiungerla:
Percorrere la S.P. 65 (strada
panoramica) per 1,5 Km, poi
svoltare a sinistra. Dopo circa 300
metri la torre, situata in una
proprietà privata, è visibile dalla
strada.
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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                   T ORRE D ELLA C A CCI ARELL A
                          –   FOTO   ANDREA DE MARIA –

La torre fu costruita poco dopo la metà del Cinquecento dagli spagnoli,
quando oramai l’intero territorio apparteneva allo Stato dei Presidi.
Poco dopo la sua costruzione, la struttura difensiva costiera subì un
tentativo di assalto condotto dal pirata Aydin Rais, che però venne
contenuto dalle guarnigioni che vi prestavano servizio.
La struttura conservò praticamente intatti gli originari elementi
architettonici fino all’Ottocento, epoca in cui furono effettuati alcuni
interventi di ristrutturazione, che culminarono nel 1825 con la costruzione
di una cappella annessa e di un’altra struttura con funzioni di
avvistamento. Il complesso difensivo venne abbandonato alla fine del
medesimo secolo a seguito della sua dismissione.

Posizione:
42°26’14.50’’N 11°05’48.50’’E

Come raggiungerla:
La Torre e la cala omonima si
trovano al secondo km della
Strada Panoramica. La torre è
invisibile dalla strada.
Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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                      T ORRE DI C ALA G RANDE
                       –   FOTO   GUALTIERO DELLA MONACA–

La torre fu costruita dai Senesi nel Quattrocento, con funzioni difensive e
di avvistamento. Originariamente, era denominata Torre di Poggio de'
Porri e fu ristrutturata in epoca tardo cinquecentesca dagli Spagnoli, per
implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi e proteggere le
coste più occidentali dell’Argentario. Nel 1739 e nel 1779 la Torre venne
ulteriormente armata con un intervento di ristrutturazione; le venne, così,
conferito un aspetto maggiormente fortificato.
Nel periodo ottocentesco fu costruita presso la torre la cappella della
Madonna del Rosario, in seguito perduta. Il complesso nell’Ottocento passò
al Ministero della Difesa e, a seguito dell’Unità d’Italia, fu profondamente
modificato e trasformato in un faro, la cui gestione fu affidata alla Marina
Militare. Nella seconda metà del secolo scorso venne dismesso anche il faro;
il complesso fu venduto a privati e trasformato in edificio abitativo.

Posizione:
42°25’43.35’’N 11°05’18.85’’E

Come raggiungerla:
Al    km    2400    della   Strada
Panoramica si trova il bivio per
raggiungere     la   Torre,    non
visitabile poiché situata in una
proprietà privata.
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                      T ORRE DI C ALA MORESCA
                           –    FOTO   ANDREA DE MARIA–

La Torre fu costruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento
per rafforzare il sistema difensivo lungo la costa dello Stato dei Presidi.
Rispetto ad altre strutture difensive presenti lungo il promontorio, per
cause incerte questa torre assunse un ruolo sempre più marginale nel corso
del tempo, tanto che in alcune mappe di epoca settecentesca viene
completamente omessa. Proprio sul finire di quel secolo la torre risultava
già abbandonata, tanto che la cala sottostante risultò essere un punto
debole durante alcune incursioni piratesche negli anni seguenti.
Il rapido degrado della struttura è stato reso inesorabile anche dalla piena
esposizione del luogo ai venti che hanno contribuito a determinare rapidi
fenomeni erosivi delle strutture edilizie.

Posizione:
42°25’13.50’’N 11°05’18.88’’E

Come raggiungerla:
I ruderi della Torre di Cala
Moresca si trovano all’interno del
Residence omonimo che può essere
raggiunto        dalla      strada
panoramica, al Km 5,2.
Nell’impossibilità di entrare nel
residence, continuare percorrere
la strada panoramica per 1500
metri; la torre è visibile dalla
strada.
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                      T ORRE DI C ALA P I CCOLA
                          –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

Nota anche come Torre di Cala Piatti, fu costruita dai Senesi nel corso del
Quattrocento e fungeva da punto di riferimento per il sistema difensivo del
tratto costiero meridionale della Repubblica di Siena. L’attuale
fortificazione costiera fu ricostruita dagli Spagnoli nella seconda metà del
Cinquecento, per potenziarla e renderla più funzionale alle attività di
avvistamento e difesa attiva e passiva, nell’ambito del sistema difensivo
costiero dello Stato dei Presidi.
La torre continuò a svolgere le proprie funzioni originarie anche
nell’Ottocento, quando entrò a far parte temporaneamente del Granducato
di Toscana. Dopo l’Unità d’Italia fu decisa la sua dismissione e venduta a
privati nel 1867.

Posizione:
42°24’28.20’’N 11°05’39.40’’E

Come raggiungerla:
Al km 6 della Strada Panoramica si
trova, sulla destra, il bivio per
l’Hotel di Cala Piccola. Percorrendo
la strada per circa 1200 metri si può
vedere da vicino la Torre, situata
nella proprietà dell’Hotel.
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                      T ORRE DI C APO D’ UOMO
                          –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

La torre è situata a circa 350 metri sul livello del mare, sulla vetta
dell’omonimo poggio. Fu costruita in epoca medievale, molto probabilmente
dagli Aldobrandeschi, prima che gran parte dei loro territori entrasse a
far parte della Repubblica di Siena (ove venne inglobato l’intero
promontorio dell’Argentario). Nella seconda metà del Cinquecento la torre
divenne un riferimento fondamentale per il sistema difensivo dello Stato
dei Presidi, potendo inviare segnalazioni luminose alla Torre di Cala
Piccola e alla Torre della Maddalena, tra loro impossibilitate a comunicare
visivamente.
La torre continuò a svolgere per secoli le originarie funzioni di
avvistamento a cui era adibita, venendo definitivamente dismessa soltanto
in epoca ottocentesca. La sua posizione in un luogo impervio e difficilmente
accessibile, la particolare esposizione all’azione dei venti, ha fatto sì che
l’antica struttura difensiva andasse incontro ad un rapido degrado.

Posizione:
42°23’45.40’’N 11°06’13.20’’E

Come raggiungerla:
La Torre di Capo d’Uomo è ben visibile dalla Strada Panoramica ma,
volendola raggiungere, è necessario percorrere la strada fino al km 7;
arrivati ad un bivio voltare a destra e proseguire per ulteriori 900 metri.
Qui è necessario parcheggiare il proprio mezzo ed avventurarsi a piedi su
di una strada sterrata situata sulla
destra. Dopo circa 350 metri
bisogna avventurarsi in un campo
sulla sinistra (creandosi un proprio
sentiero) e salire per circa 500
metri in direzione della torre. La
fatica per raggiungere il punto
panoramico sarà ben ripagata
dalla vista che si gode dalla Torre.
Sarà possibile vedere l’Isola del
Giglio, di Giannutri, le Torri di
Cala Piccola e della Maddalena,
buona parte delle coste del Monte
Argentario.
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                    T ORRE DELLA MADDALENA
                           –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

Ubicata su un poggio a picco sul mare, la struttura fortificata costiera fu
costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento. Il luogo permetteva di
svolgere funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il
tratto di mare ad ovest del Promontorio.
Nella seconda metà del Cinquecento, il complesso passò agli Spagnoli che
effettuarono lavori di ristrutturazione ed ampliamento, conferendo alla
preesistente struttura un aspetto ulteriormente fortificato, adattando la
torre al più imponente sistema difensivo dello Stato dei presidi. La Torre
della Maddalena poteva comunicare con quella delle Cannelle, a est, e con
la Torre di Capo d’Uomo, a nord. La fortificazione svolse le sue funzioni
fino agli inizi dell’Ottocento, quando l’Argentario entrò a far parte del
Granducato di Toscana. Nel 1834 fu decisa la sua definitiva dismissione
dalle originarie funzioni militari e, nel 1867, venne venduta a privati.

Posizione:
42°23’17.00’’N 11°07’22.20’’E

Come raggiungerla:
Proseguendo per ulteriori 600
metri dal bivio per Capo d’Uomo si
raggiunge un bivio. Se possibile,
accostate lungo la strada e
affacciatevi dal piccolo varco che
si trova sulla strada che prosegue
a sinistra. Da lì è possibile vedere
la Torre della Maddalena, situata
in     proprietà    privata.     Per
raggiungere la torre successiva è
necessario proseguire la strada
sulla sinistra.
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                     T ORRE DELLA C ANNELLE
                                –   FOTO   MARCO SOLARI–

Costruita nel Quattrocento su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio
Martini, la torre sorse come luogo con funzioni di avvistamento e difesa
passiva e attiva per la Repubblica di Siena.
La struttura difensiva costiera fu rafforzata dagli Spagnoli nella seconda
metà del Cinquecento, con lo scopo di farla diventare uno dei punti
inespugnabili dal sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi, vista
una precedente incursione piratesca che ebbe come obietti la torre nel 1514.
La Torre divenne temporaneamente presidio napoleonico e, passata al
Granducato di Toscana, vennero migliorate alcune strutture preesistenti.
La decisione della definitiva dismissione avvenne quando oramai era stata
raggiunta l’Unità d’Italia. La Torre venne, in seguito, venduta a privati.

Posizione:
42°22’34.60’’N 11°08’36.00’’E

Come raggiungerla:
Al km 21,5 si raggiunge un
cancello che conduce alla spiaggia
delle Cannelle dalla quale è ben
visibile la Torre, situata in
proprietà privata.
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                                T ORRE C IANA
                          –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

La struttura difensiva costiera fu costruita dai Senesi nel Quattrocento,
probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini. Nella seconda
metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di riferimento per il
sistema difensivo dello Stato dei Presidi e la struttura venne ulteriormente
fortificata.
La torre subì gravi danni in seguito di una violenta incursione piratesca,
avvenuta nel 1740. Dopo aver ripreso le sue funzioni divenne un
temporaneo presidio napoleonico agli inizi dell’Ottocento, per poi passare
nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana. Definitivamente
dismessa dopo l’Unità d’Italia, nel 1877 fu venduta a privati.

Posizione:
42°21’45.00’’N 11°09’14.30’’E

Come raggiungerla:
A 4,2 km dal cancello per le
Cannelle, si trova il bivio per
Torre Ciana. La struttura, di
proprietà privata, è visibile dalla
strada.
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                     T ORRE DELL’A VVOLTORE
                      –   FOTO   GUALTIERO DELLA MONACA–

La torre fu costruita dagli Aldobrandeschi in epoca medievale, come punto
strategico di avvistamento verso sud. Successivamente entrò a far parte
della Repubblica di Siena, continuando a svolgere le originarie funzioni e
furono proprio i Senesi, nel 1459, a ricostruire interamente la struttura
difensiva, conferendole l’attuale aspetto fortificato.
Dalla seconda metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di
riferimento del sistema difensivo dello Stato dei Presidi e nel 1566 furono
effettuati una serie di lavori di riqualificazione e potenziamento del
complesso. La Torre poteva comunicare visivamente con il Forte Stella a
est (la Torre dell’Acqua risultava già abbandonata) e con Torre Ciana a
ovest.
La Torre venne gradualmente dismessa nella prima metà dell’Ottocento,
dopo l’annessione del Monte Argentario al Granducato di Toscana. La sua
definitiva chiusura e vendita a privati avvenne dopo l’Unità d’Italia. I
restauri effettuati durante il secolo scorso hanno permesso di conservare
integralmente l’antica fortificazione costiera.

Posizione:
42° 220.27N, 11° 113.43E

Come raggiungerla:
Dopo 4 km di strada sterrata si
raggiunge il bivio per la Torre
dell’Avvoltore, visibile dalla strada
panoramica.      Un     masso    sulla
strada       segnala     un     bivio;
percorrendo la strada sulla destra
si raggiunge il cancello che porta
alla    Torre    dell’Avvoltore,    in
proprietà privata. Vale la pena
salire fino al cancello poiché è da lì
visibile un panorama mozzafiato
dell’Isolotto di Porto Ercole, Forte
Stella, la Rocca, forte Filippo, la
spiaggia della Feniglia e la collina
di Ansedonia.
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                            F ORTE S TELLA
                           –   FOTO   MARCO SOLARI–

La fortificazione venne edificata dagli Spagnoli nella seconda metà del
Cinquecento, quando l’intera zona entrò a far parte dello Stato dei Presidi.
Il Forte poteva comunicare visivamente con la Torre dell’Avvoltore a
ovest, la Rocca aldobrandesca di Porto Ercole e la Torre di San Pancrazio
sul promontorio di Ansedonia, a est. Il luogo scelto per la costruzione della
della struttura difensiva era quello in cui sorgeva il Forte Avvoltojo, di
origini rinascimentali, che rappresentava uno dei capisaldi del
preesistente sistema difensivo della parte sud-orientale del promontorio
dell'Argentario: parte di esso fu incorporato nella parte centrale della
nuova fortificazione, riadattandolo ad essa.
I lavori di costruzione furono effettuati dopo la realizzazione del Forte
Filippo e dopo la ristrutturazione e riqualificazione della più antica Rocca
aldobrandesca. Gli Spagnoli, per la costruzione del nuovo complesso
fortificato, si rivolsero a Cosimo I de' Medici che affidò la direzione dei
lavori agli architetti Bernardo Buontalenti e Giovanni Camerini, che
elaborarono il progetto per la struttura difensiva nel 1558; la parte
centrale preesistente, di epoca rinascimentale, fu realizzata probabilmente
su progetto dell'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini.
La realizzazione dell'imponente fortificazione richiese moltissimo tempo,
tanto che i due architetti incaricati del progetto direttamente da Re
Filippo II di Spagna non riuscirono mai a vederla terminatata. Sembra,
infatti, che il completamento dell'opera sia concluso soltanto nella seconda
metà del Seicento, pur essendo stato seguito fino in fondo il progetto
elaborato nel secolo precedente. In una raffigurazione del 1646 la struttura
fortificata risultava ancora incompleta, apparendo ancora con una
planimetria diversa da quella del progetto.
Le funzioni svolte in passato dalla fortezza erano prevalentemente quelle
di avvistamento, grazie alla possibilità di un'ottima osservazione lungo un
tratto di costa che spazia dalla sponda meridionale dell'Argentario fino al
promontorio di Capo Linaro oltre la città di Civitavecchia. La sua graduale
dismissione avvenne nel corso dell'Ottocento, quanto l'intera zona passò
prima temporaneamente al Granducato di Toscana e poi al Regno d'Italia.
Proprio negli anni successivi all'Unità d'Italia, fu decisa la sua definitiva
dismissione dalle originarie funzioni militari.
Rimasta di proprietà demaniale, l'intera struttura fortificata è stata
oggetto di restauri effettuati negli anni novanta del secolo scorso, che
l'hanno riportata agli antichi splendori, permettendo un ottimo stato di
conservazione.
Posizione:
42° 2321.21N, 11° 1242.97E

Come raggiungerla:
Percorrendo la S.P. 161 si trovano
le indicazioni per raggiungere
Porto Ercole. A 3 km dal bivio
una strada segnalata a destra
conduce al Forte, visitabile nei
mesi estivi.
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                    R O CCA A LDOBR ANDES CA
                            –   FOTO   MARCO SOLARI–

La fortificazione sorse in epoca medievale come possedimento dell'Abbazia
delle Tre Fontane di Roma. Nel corso del Duecento divenne proprietà della
famiglia Aldobrandeschi che iniziò ad ampliare la preesistente struttura,
conferendo ad essa un aspetto fortificato, tipico di tutte le altre rocche
sotto il loro controllo.
Con la conquista di Porto Ercole da parte dei Senesi nel corso del
Quattrocento e la conseguente annessione alla Repubblica di Siena, la
Rocca venne ristrutturata ed ulteriormente ampliata fino ad assumere
l'aspetto attuale. Sempre sotto il dominio senese, furono effettuati altri
lavori di riqualificazione. In questo lungo periodo la rocca costituiva un
punto di riferimento per il sistema difensivo del litorale meridionale della
Repubblica di Siena, svolgendo funzioni di avvistamento, di difesa e di
offesa, oltre a poter comunicare attraverso segnalazioni luminose con il
Forte Avvoltojo a ovest, che sorgeva nel luogo del Forte Stella, e con il
Forte Sant'Ermo a nord, che sorgeva dove in seguito fu costruito il Forte
Filippo.
La struttura venne ulteriormente fortificata quando, nella seconda metà
del Cinquecento, l’intera area dell’Argentario entrò a far parte dello Stato
dei Presidi; venne potenziato il fortilizio esterno bastionato e le garitte per
le sentinelle, furono realizzati anche cunicoli sotterranei attraverso i quali
era stata messa in collegamento la struttura difensiva al Palazzo dei
Governanti.
In epoca ottocentesca la rocca divenne temporaneamente un avamposto
difensivo del Granducato di Toscana, per poi passare definitivamente al
Regno d'Italia. Proprio dopo l'Unità d'Italia iniziò la graduale dismissione
della struttura militare, mentre nel 1862 fu costruito il faro di Porto
Ercole, a pianta circolare, all'angolo della rocca prossimo alla punta del
promontorio. Alla fine dell'Ottocento la rocca fu trasformata in carcere.
Dopo la seconda guerra mondiale la rocca venne definitivamente chiusa e
venduta a privati, che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in
residenze abitative.
Posizione:
42° 2321.21N, 11° 1242.97E

Come raggiungerla:
All’interno    di   Porto    Ercole
percorrere     per   intero    Via
Caravaggio       e   seguire     le
indicazioni     per   la    strada
panoramica. Poco prima del bar
“Le Viste” girare a sinistra. Dopo
500 metri si raggiunge la Rocca.
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                           F ORTE F ILIPPO
                           –   FOTO   MARCO SOLARI–

L'attuale fortificazione venne costruita dall'architetto Giovanni Camerini
poco nel 1558 per implementare e migliorare il sistema difensivo dello Stato
dei Presidi, nel luogo dove sorgeva una struttura di avvistamento di epoca
precedente. Il luogo scelto dagli Spagnoli per la costruzione del complesso
difensivo era già sede del Forte Sant'Ermo, opera difensiva realizzata dai
Senesi nel corso del Quattrocento per potenziare il sistema difensivo lungo
il tratto litoraneo meridionale del territorio allora amministrato dalla
Repubblica di Siena. Con il passaggio dell'intera zona nello Stato dei
Presidi, la preesistente fortificazione senese non era ritenuta idonea per
integrarsi nel nuovo sistema difensivo: fu così decisa la sua demolizione
per lasciare posto all'attuale struttura fortificata che venne realizzata nel
1558. La denominazione fu scelta in onore di re Filippo II di Spagna che
incaricò direttamente il Camerini di eseguire i lavori.
La fortificazione alla moderna così realizzata iniziò a svolgere le sue
funzioni di avvistamento e all'occorrenza anche di difesa ed offesa, con la
possibilità di un'integrazione attiva con la vicina Torre del Mulinaccio;
vista la sua posizione sulla vetta di un poggio impervio difficilmente
raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile e, in
caso di attacchi nemici, diveniva la sede dello Stato Maggiore.
Tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento furono effettuati
vari interventi di ristrutturazione, dai Francesi durante il periodo
napoleonico e dai Lorena dopo il passaggio dell'intero territorio nel
Granducato di Toscana. Proprio in quest'epoca fu decisa la realizzazione
della cappella di San Nicola al posto di quella preesistente
tardocinquecentesca.
Dopo l'Unità d'Italia il complesso fu gradualmente dismesso dalle
originarie funzioni militari, per essere poi trasformato in carcere alla fine
dell'Ottocento e, durante la seconda guerra mondiale, divenne luogo di
rifugio per la popolazione durante i numerosi bombardamenti che
colpirono la zona.
Nella seconda metà del secolo scorso il complesso fu ceduto a privati, in
seguito restaurato e riportato agli antichi splendori; i fabbricati situati
all'interno del fortilizio, che in passato erano adibiti a funzioni militari,
sono stati trasformati in edifici abitativi.
Posizione:
42° 2352.33N, 11° 1221.67E

Come raggiungerlo:
Percorrendo la S.P. 161 si trovano
le indicazioni per raggiungere
Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è
necessario svoltare a sinistra, sulla
strada S. Rocco. Tenendo la destra,
dopo 1 km, si raggiunge il Forte.
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                     FORTE S ANTA C ATERINA
                         –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

La fortificazione venne costruita nella prima metà del Settecento dagli
Spagnoli, nel luogo in cui sorgeva, probabilmente, una preesistente
struttura difensiva perduta; divenne un luogo specializzato negli attacchi
contro eventuali imbarcazioni nemiche che si avvicinassero a questo tratto
di costa dello Stato dei Presidi. La sua costruzione, vicino al Forte Filippo,
fu voluta per il controllo dell'insenatura in cui attualmente sorge il porto
di Cala Galera, una volta che venne decisa la trasformazione della non
lontana Torre del Mulinaccio in un mulino a vento.
Le funzioni di guardia e di offesa caratterizzarono questa struttura fino
agli inizi dell'Ottocento; con l'annessione dell'intero territorio al
Granducato di Toscana, la fortificazione venne progressivamente dismessa.
Alla fine del secolo, la struttura svolse il ruolo di infermeria per i
prigionieri che venivano detenuti al Forte Filippo. Durante il secolo scorso
la fortificazione venne venduta a privati e trasformata in abitazione
privata.

Posizione:
42° 2353.9N, 11° 1239.22E

Come raggiungerla:
Percorrendo la S.P. 161 si trovano
le indicazioni per raggiungere
Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è
necessario svoltare a sinistra, sulla
strada S. Rocco. Dopo pochi metri
prendere, sulla sinistra, Via di S.
Caterina. Una strada sterrata di 1
km vi condurrà al Forte.
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                     T ORRE D EL M ULINA CCIO
                           –   FOTO   ANDREA DE MARIA–

La torre fu costruita dagli Spagnoli nel tardo Cinquecento, con lo scopo
iniziale di controllare l'insenatura in cui oggi sorge il porto di Cala Galera,
non visibile in toto dal sito in cui sorge il vicino Forte Filippo. In seguito,
attorno alla struttura difensiva fu realizzata una cortina muraria di
forma poligonale a sua completa protezione.
Considerata la sua posizione sul promontorio e la sua ubicazione tra lo
strapiombo a nord e la più imponente fortezza a sud, da dove era
pienamente visibile, fu decisa la sua trasformazione in un mulino a vento
(che le ha conferito la denominazione), che risultava in piena attività
durante il periodo settecentesco. Da allora, le funzioni di avvistamento si
svolsero all'interno dell'area all'aperto racchiusa dalla cortina muraria di
cinta.
Il mulino a vento venne definitivamente dismesso nel corso dell'Ottocento
e, da allora, la struttura fu abbandonata.
La struttura turriforme, sotto forma di ruderi, si presenta a pianta
circolare, con strutture murarie rivestite in pietra e in laterizio. Seppur di
modesta altezza, presenta la parte alta quasi interamente crollata, a
seguito del definitivo abbandono del mulino a vento che vi venne costruito.
La trasformazione dell'originaria struttura difensiva costiera in mulino
comportò, tuttavia, già all'epoca una modifica degli originari elementi
architettonici che la caratterizzavano.

Posizione:
42° 2359N, 11° 1225E

Come raggiungerla:
Percorrendo la S.P. 161 si trovano
le indicazioni per raggiungere
Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è
necessario svoltare a sinistra, sulla
strada S. Rocco. Tenendo la destra,
dopo 1 km, si raggiunge il monte
Filippo, dove la torretta è ubicata.
Figura 1. Torre dell’Argentiera (foto Andrea de Maria)

Figura 2. Torre della Peschiera di Nassa (foto Marco Solari)

   Figura 3. Torre di S. Liberata (foto Andrea de Maria)
Figura 4. Fortezza Spagnola (foto Marco Solari)

Figura 5. Torre di Lividonia (foto Gualtiero Della Monaca)

 Figura 6. Torre della Cacciarella (foto Andrea de Maria)
Figura 7. Torre di Cala Grande (foto Gualtiero Della Monaca)

  Figura 8. Torre di Cala Moresca (foto Andrea de Maria)

   Figura 9. Torre di Cala Piccola (foto Andrea de Maria)
Figura 10. Torre di Capo d’Uomo (foto Andrea de Maria)

Figura 11. Torre della Maddalena (foto Andrea de Maria)

   Figura 12. Torre delle Cannelle (foto Marco Solari)
Figura 13. Torre Ciana (foto Andrea de Maria)

Figura 14. Torre dell’Avvoltore (foto Gualtiero Della Monaca)

         Figura 15. Forte Stella (foto Marco Solari)
Figura 16. La Rocca (foto Marco Solari)

Figura 17. Forte Filippo, con veduta della Rocca (foto Marco Solari)

       Figura 18. Forte S. Caterina (foto Andrea de Maria)
Figura 19. Torre del Mulinaccio (foto Andrea de Maria)
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