Torri e forti dell'Argentario - Culturae in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009
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Culturæ in Forte Porto S. Stefano, 24-31 luglio 2009 Torri e forti dell’Argentario Mostra fotogra fic a Porto S. Stefano Fortezza Spa gnola 24-31 luglio 2009
CENTRO CULTURALE PRESIDIOS Piazzale dei Rioni 10 58019 Monte Argentario (GR) www.presidios.it Le informazioni sulle fortificazioni sono tratte dal volume GUALTIERO DELLA MONACA, DOMENICO ROSELLI, GIUSEPPE TOSI Fortificazioni e torri costiere dell’Argentario, Giglio e Giannutri. Cronaca, storia ed aspetti architettonici Pitigliano, Laurum, 1996 CURATORE DELLA MOSTRA Giulia Giovani con il prezioso contributo di Monica Baglioni, Maurizio Broccati e Fabrizio Lubrano Il materiale fotografico è coperto da copyright, per l’acquisto di singole immagini rivolgersi ai fotografi Marco Solari (www.fotocontroluce.com) e Andrea de Maria (www.andreademaria.it).
1. Torre dell’Argentiera 16. Rocca Aldobrandesca 2. Torre della Peschiera di Nassa 17. Forte Filippo 3. Torre di S. Liberata 18. Forte S. Caterina 4. Fortezza Spagnola 19. Torre del Mulinaccio 5. Torre di Lividonia 6. Torre della Cacciarella 7. Torre di Cala Grande 8. Torre di Cala Moresca 9. Torre di Cala Piccola 10. Torre di Capo d’Uomo 11. Torre della Maddalena 12. Torre delle Cannelle 13. Torre Ciana 14. Torre Avvoltore 15. Forte Stella
1 T ORRE D ELL’ A R GEN TIERA – FOTO ANDREA DE MARIA – La torre, costruita in epoca medievale quando l'intero territorio era controllato dagli Aldobrandeschi, si trovava al centro di un’area racchiusa dalle cortine murarie di un fortifizio esterno. Passata successivamente alla Repubblica di Siena, venne in larga parte ricostruita nel 1442, pur conservando alcuni degli elementi architettonici preesistenti. Nella seconda metà del Cinquecento, con il passaggio del Monte Argentario nello Stato dei Presidi, la fortificazione divenne un punto di avvistamento di secondaria importanza nel sistema difensivo del promontorio ideato dagli Spagnoli, tanto che in alcuni documenti e mappe risalenti al Seicento la torre viene spesso definita abbandonata oppure non viene affatto menzionata. La precoce dismissione della struttura difensiva determinò il lento ma inesorabile degrado a cui andò incontro l'intero complesso, determinando l'inevitabile perdita del fortilizio esterno nel corso del tempo. Posizione: 42°25’ 06.66’’ N 11°07’ 37.90’’E Come raggiungerla: Da Porto S. Stefano si percorre la S.P. 161 e si raggiunge, dopo 1,4 km il bivio per il Pozzarello. Si gira a destra e si percorre una strada asfaltata per 300 metri, quindi si gira a destra al km 1,7 dove inizia una strada sterrata in salita che conduce alla torre.
2 T ORRE DELLA P ESCHIERA DI NASSA – FOTO MARCO SOLARI – La torre costiera fu costruita in epoca medievale con funzioni difensive e di avvistamento sul canale di accesso alla Laguna di Orbetello e sul vicino Tombolo della Giannella. La sua costruzione risale quasi certamente al periodo in cui gli Aldobrandeschi controllavano i centri di Porto Ercole e Talamone, e più in generale l’intera area attorno al promontorio dell’Argentario. Durate il Quattrocento la struttura difensiva fu riqualificata dai Senesi, per migliorare il sistema difensivo costiero della zona che, in quell’epoca, vide anche la costruzione di altre torri. Dopo un assalto condotto con successo nel 1552 dalle truppe francesi, la torre entrò a far parte del territorio dello Stato dei Presidi, divenendo uno dei punti strategici per il sistema difensivo dell’Argentario. Durante l’assedio di Orbetello del 1646, la fortificazione fu teatro di una battaglia tra soldati francesi e spagnoli. Nelle epoche successive, la torre continuò a svolgere le proprie funzioni difensive che furono notevolmente rafforzate agli inizi dell’Ottocento; nel 1802 vi fu costruita anche la cappella della Madonna di Loreto. La definitiva dismissione della Torre, alla fine dell’Ottocento, comportò un inesorabile periodo di abbandono che ha determinato in seguito il crollo della parte superiore dell’edificio. Originariamente la struttura si sviluppava su tre livelli, culminando con una merlatura sommitale che delimitava la terrazza dalla quale le sentinelle svolgevano le funzioni di avvistamento sia verso il mare aperto che verso la laguna. Posizione: 42° 2558.4N, 11° 924.5E Come raggiungerla: La torre è situata all’interno di un terreno privato; i suoi resti sono ben visibili dalla strada, all’incrocio tra la S.P. 36 (Tombolo di Giannella) e la S.P. 161.
3 T ORRE DI S ANTA L IBER ATA – FOTO ANDREA DE MARIA – La torre fu costruita dagli Spagnoli poco dopo la metà del Cinquecento (prime testimonianza della volontà/necessità di costruire la torre risalgono al 1552) quando l'intera zona apparteneva oramai allo Stato dei Presidi. Come luogo di ubicazione fu scelta un'area in cui sono venuti alla luce numerosi reperti e resti archeologici di epoca romana, tra i quali spicca su tutti una villa, nota soprattutto per i suoi mosaici. Nel 1739 la struttura difensiva costiera venne ulteriormente armata, per aumentare la sicurezza sul canale che permetteva l'accesso all'interno della Laguna di Orbetello alle imbarcazioni provenienti dal mare. Ulteriori rafforzamenti della fortificazione costiera furono effettuati durante il periodo napoleonico, quando dalla torre fu respinto un attacco condotto da navi britanniche. Nel corso dell'Ottocento, la torre costiera passò temporaneamente al Granducato di Toscana prima dell'Unità d'Italia, evento che consegnò la struttura difensiva alla Guardia di Finanza, che ne fece la sede della dogana. Nella prima metà del secolo scorso la torre fu dismessa e venduta a privati, divenendo in seguito la residenza degli scrittori Guelfo Civinini prima e Corrado Alvaro poi. Durante la seconda guerra mondiale, più precisamente nel 1944, la torre venne minata dai Tedeschi in ritirata, comportando la perdita dell'intera parte superiore dell'edificio. Posizione: 42°26’ 09.05’’ N 11°09’ 05.80’’ E Come raggiungerla: La torre è situata all’interno di un terreno privato; si trova a 500 metri dalla Torre della Peschiera di Nassa, sulla S.P. 161, in direzione Porto S. Stefano.
4 F ORTEZZA S PA GNOLA – FOTO MARCO SOLARI – Il complesso della Fortezza che ospita in questi giorni la presente mostra venne costruito dagli Spagnoli tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento, dopo che Porto Santo Stefano entrò a far parte dello Stato dei Presidi. Il luogo eletto per la costruzione della struttura fortificata difensiva era già stato scelto dai Senesi per la realizzazione della Torre di Santo Stefano durante il periodo quattrocentesco. Della preesistente torre, demolita dagli spagnoli perché non ritenuta all’altezza del più efficiente sistema difensivo costiero in fase di realizzazione, furono utilizzati alcuni materiali edilizi. I lavori di costruzione del complesso difensivo avanzarono molto a rilento (terminando soltanto nel 1636) con alcune modifiche migliorative apportate dopo l'elaborazione di un successivo progetto migliorativo dell'ingegnere militare Pedro Alvarez. La fortificazione svolse efficacemente per secoli le sue funzioni difensive, riuscendo in varie circostanze a resistere e a respingere attacchi ed incursioni nemiche provenienti dal mare. All'inizio dell'Ottocento i Francesi potenziarono la struttura difensiva per resistere ad eventuali assalti di navi britanniche durante il periodo napoleonico. In seguito, l'intero territorio entrò a far parte del Granducato di Toscana e i Lorena effettuarono alcuni interventi di restauro delle pavimentazioni. Dopo l'Unità d'Italia, la fortezza continuò a svolgere le funzioni militari divenendo un presidio strategico durante la prima guerra mondiale, mentre dopo la seconda guerra mondiale furono aggiunti i due corpi di fabbrica sulla terrazza più elevata, per ospitare temporaneamente gli uffici comunali a seguito dei pesanti bombardamenti che avevano interessato l'intero abitato. Posizione: 42°26’15.40’’N 11°07’05.61’’E Come raggiungerla: La Fortezza Spagnola è situata nel centro abitato di Porto S. Stefano, in Piazza del Governatore. Ospita la mostra permanente “Memorie sommerse” ed è visitabile nei fine settimana invernali e tutti i giorni in estate (dalle 18 alle 24).
5 T ORRE DI L IVIDONIA – FOTO GUALTIERO DELLA MONACA – La torre costiera fu fatta costruire dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi, con funzioni di avvistamento verso nord e verso ovest. Il progetto per la realizzazione della torre è da attribuire all'ingegnere militare Francesco De Marchi, che ebbe l'incarico nel 1548, conferitogli dal governo della Repubblica di Siena proprio negli ultimi anni in cui l'intero territorio era controllato dai Senesi. La fortificazione ha svolto funzioni militari fino ai primi decenni dell'Ottocento, quando è iniziata la progressiva dismissione a seguito dell'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana. Nel 1814 la torre subì una incursione piratesca e, alcuni anni dopo, vi fu un progetto per la realizzazione di un faro proprio presso la preesistente struttura difensiva costiera, che però non venne mai attuato. Nel 1867, dopo essere stata completamente dismessa dalle originarie funzioni militari, la torre fu venduta a privati e, durante il secolo scorso, si è ritrovata addossata a nuovi edifici abitativi. Posizione: 42°26’42.20’’N 11°06’26.60’’E Come raggiungerla: Percorrere la S.P. 65 (strada panoramica) per 1,5 Km, poi svoltare a sinistra. Dopo circa 300 metri la torre, situata in una proprietà privata, è visibile dalla strada.
6 T ORRE D ELLA C A CCI ARELL A – FOTO ANDREA DE MARIA – La torre fu costruita poco dopo la metà del Cinquecento dagli spagnoli, quando oramai l’intero territorio apparteneva allo Stato dei Presidi. Poco dopo la sua costruzione, la struttura difensiva costiera subì un tentativo di assalto condotto dal pirata Aydin Rais, che però venne contenuto dalle guarnigioni che vi prestavano servizio. La struttura conservò praticamente intatti gli originari elementi architettonici fino all’Ottocento, epoca in cui furono effettuati alcuni interventi di ristrutturazione, che culminarono nel 1825 con la costruzione di una cappella annessa e di un’altra struttura con funzioni di avvistamento. Il complesso difensivo venne abbandonato alla fine del medesimo secolo a seguito della sua dismissione. Posizione: 42°26’14.50’’N 11°05’48.50’’E Come raggiungerla: La Torre e la cala omonima si trovano al secondo km della Strada Panoramica. La torre è invisibile dalla strada.
7 T ORRE DI C ALA G RANDE – FOTO GUALTIERO DELLA MONACA– La torre fu costruita dai Senesi nel Quattrocento, con funzioni difensive e di avvistamento. Originariamente, era denominata Torre di Poggio de' Porri e fu ristrutturata in epoca tardo cinquecentesca dagli Spagnoli, per implementare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi e proteggere le coste più occidentali dell’Argentario. Nel 1739 e nel 1779 la Torre venne ulteriormente armata con un intervento di ristrutturazione; le venne, così, conferito un aspetto maggiormente fortificato. Nel periodo ottocentesco fu costruita presso la torre la cappella della Madonna del Rosario, in seguito perduta. Il complesso nell’Ottocento passò al Ministero della Difesa e, a seguito dell’Unità d’Italia, fu profondamente modificato e trasformato in un faro, la cui gestione fu affidata alla Marina Militare. Nella seconda metà del secolo scorso venne dismesso anche il faro; il complesso fu venduto a privati e trasformato in edificio abitativo. Posizione: 42°25’43.35’’N 11°05’18.85’’E Come raggiungerla: Al km 2400 della Strada Panoramica si trova il bivio per raggiungere la Torre, non visitabile poiché situata in una proprietà privata.
8 T ORRE DI C ALA MORESCA – FOTO ANDREA DE MARIA– La Torre fu costruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento per rafforzare il sistema difensivo lungo la costa dello Stato dei Presidi. Rispetto ad altre strutture difensive presenti lungo il promontorio, per cause incerte questa torre assunse un ruolo sempre più marginale nel corso del tempo, tanto che in alcune mappe di epoca settecentesca viene completamente omessa. Proprio sul finire di quel secolo la torre risultava già abbandonata, tanto che la cala sottostante risultò essere un punto debole durante alcune incursioni piratesche negli anni seguenti. Il rapido degrado della struttura è stato reso inesorabile anche dalla piena esposizione del luogo ai venti che hanno contribuito a determinare rapidi fenomeni erosivi delle strutture edilizie. Posizione: 42°25’13.50’’N 11°05’18.88’’E Come raggiungerla: I ruderi della Torre di Cala Moresca si trovano all’interno del Residence omonimo che può essere raggiunto dalla strada panoramica, al Km 5,2. Nell’impossibilità di entrare nel residence, continuare percorrere la strada panoramica per 1500 metri; la torre è visibile dalla strada.
9 T ORRE DI C ALA P I CCOLA – FOTO ANDREA DE MARIA– Nota anche come Torre di Cala Piatti, fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento e fungeva da punto di riferimento per il sistema difensivo del tratto costiero meridionale della Repubblica di Siena. L’attuale fortificazione costiera fu ricostruita dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, per potenziarla e renderla più funzionale alle attività di avvistamento e difesa attiva e passiva, nell’ambito del sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi. La torre continuò a svolgere le proprie funzioni originarie anche nell’Ottocento, quando entrò a far parte temporaneamente del Granducato di Toscana. Dopo l’Unità d’Italia fu decisa la sua dismissione e venduta a privati nel 1867. Posizione: 42°24’28.20’’N 11°05’39.40’’E Come raggiungerla: Al km 6 della Strada Panoramica si trova, sulla destra, il bivio per l’Hotel di Cala Piccola. Percorrendo la strada per circa 1200 metri si può vedere da vicino la Torre, situata nella proprietà dell’Hotel.
10 T ORRE DI C APO D’ UOMO – FOTO ANDREA DE MARIA– La torre è situata a circa 350 metri sul livello del mare, sulla vetta dell’omonimo poggio. Fu costruita in epoca medievale, molto probabilmente dagli Aldobrandeschi, prima che gran parte dei loro territori entrasse a far parte della Repubblica di Siena (ove venne inglobato l’intero promontorio dell’Argentario). Nella seconda metà del Cinquecento la torre divenne un riferimento fondamentale per il sistema difensivo dello Stato dei Presidi, potendo inviare segnalazioni luminose alla Torre di Cala Piccola e alla Torre della Maddalena, tra loro impossibilitate a comunicare visivamente. La torre continuò a svolgere per secoli le originarie funzioni di avvistamento a cui era adibita, venendo definitivamente dismessa soltanto in epoca ottocentesca. La sua posizione in un luogo impervio e difficilmente accessibile, la particolare esposizione all’azione dei venti, ha fatto sì che l’antica struttura difensiva andasse incontro ad un rapido degrado. Posizione: 42°23’45.40’’N 11°06’13.20’’E Come raggiungerla: La Torre di Capo d’Uomo è ben visibile dalla Strada Panoramica ma, volendola raggiungere, è necessario percorrere la strada fino al km 7; arrivati ad un bivio voltare a destra e proseguire per ulteriori 900 metri. Qui è necessario parcheggiare il proprio mezzo ed avventurarsi a piedi su di una strada sterrata situata sulla destra. Dopo circa 350 metri bisogna avventurarsi in un campo sulla sinistra (creandosi un proprio sentiero) e salire per circa 500 metri in direzione della torre. La fatica per raggiungere il punto panoramico sarà ben ripagata dalla vista che si gode dalla Torre. Sarà possibile vedere l’Isola del Giglio, di Giannutri, le Torri di Cala Piccola e della Maddalena, buona parte delle coste del Monte Argentario.
11 T ORRE DELLA MADDALENA – FOTO ANDREA DE MARIA– Ubicata su un poggio a picco sul mare, la struttura fortificata costiera fu costruita dai Senesi nel corso del Quattrocento. Il luogo permetteva di svolgere funzioni di avvistamento e di difesa attiva e passiva lungo il tratto di mare ad ovest del Promontorio. Nella seconda metà del Cinquecento, il complesso passò agli Spagnoli che effettuarono lavori di ristrutturazione ed ampliamento, conferendo alla preesistente struttura un aspetto ulteriormente fortificato, adattando la torre al più imponente sistema difensivo dello Stato dei presidi. La Torre della Maddalena poteva comunicare con quella delle Cannelle, a est, e con la Torre di Capo d’Uomo, a nord. La fortificazione svolse le sue funzioni fino agli inizi dell’Ottocento, quando l’Argentario entrò a far parte del Granducato di Toscana. Nel 1834 fu decisa la sua definitiva dismissione dalle originarie funzioni militari e, nel 1867, venne venduta a privati. Posizione: 42°23’17.00’’N 11°07’22.20’’E Come raggiungerla: Proseguendo per ulteriori 600 metri dal bivio per Capo d’Uomo si raggiunge un bivio. Se possibile, accostate lungo la strada e affacciatevi dal piccolo varco che si trova sulla strada che prosegue a sinistra. Da lì è possibile vedere la Torre della Maddalena, situata in proprietà privata. Per raggiungere la torre successiva è necessario proseguire la strada sulla sinistra.
12 T ORRE DELLA C ANNELLE – FOTO MARCO SOLARI– Costruita nel Quattrocento su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio Martini, la torre sorse come luogo con funzioni di avvistamento e difesa passiva e attiva per la Repubblica di Siena. La struttura difensiva costiera fu rafforzata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, con lo scopo di farla diventare uno dei punti inespugnabili dal sistema difensivo costiero dello Stato dei Presidi, vista una precedente incursione piratesca che ebbe come obietti la torre nel 1514. La Torre divenne temporaneamente presidio napoleonico e, passata al Granducato di Toscana, vennero migliorate alcune strutture preesistenti. La decisione della definitiva dismissione avvenne quando oramai era stata raggiunta l’Unità d’Italia. La Torre venne, in seguito, venduta a privati. Posizione: 42°22’34.60’’N 11°08’36.00’’E Come raggiungerla: Al km 21,5 si raggiunge un cancello che conduce alla spiaggia delle Cannelle dalla quale è ben visibile la Torre, situata in proprietà privata.
13 T ORRE C IANA – FOTO ANDREA DE MARIA– La struttura difensiva costiera fu costruita dai Senesi nel Quattrocento, probabilmente su progetto di Francesco di Giorgio Martini. Nella seconda metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di riferimento per il sistema difensivo dello Stato dei Presidi e la struttura venne ulteriormente fortificata. La torre subì gravi danni in seguito di una violenta incursione piratesca, avvenuta nel 1740. Dopo aver ripreso le sue funzioni divenne un temporaneo presidio napoleonico agli inizi dell’Ottocento, per poi passare nel territorio amministrato dal Granducato di Toscana. Definitivamente dismessa dopo l’Unità d’Italia, nel 1877 fu venduta a privati. Posizione: 42°21’45.00’’N 11°09’14.30’’E Come raggiungerla: A 4,2 km dal cancello per le Cannelle, si trova il bivio per Torre Ciana. La struttura, di proprietà privata, è visibile dalla strada.
14 T ORRE DELL’A VVOLTORE – FOTO GUALTIERO DELLA MONACA– La torre fu costruita dagli Aldobrandeschi in epoca medievale, come punto strategico di avvistamento verso sud. Successivamente entrò a far parte della Repubblica di Siena, continuando a svolgere le originarie funzioni e furono proprio i Senesi, nel 1459, a ricostruire interamente la struttura difensiva, conferendole l’attuale aspetto fortificato. Dalla seconda metà del Cinquecento la torre divenne uno dei punti di riferimento del sistema difensivo dello Stato dei Presidi e nel 1566 furono effettuati una serie di lavori di riqualificazione e potenziamento del complesso. La Torre poteva comunicare visivamente con il Forte Stella a est (la Torre dell’Acqua risultava già abbandonata) e con Torre Ciana a ovest. La Torre venne gradualmente dismessa nella prima metà dell’Ottocento, dopo l’annessione del Monte Argentario al Granducato di Toscana. La sua definitiva chiusura e vendita a privati avvenne dopo l’Unità d’Italia. I restauri effettuati durante il secolo scorso hanno permesso di conservare integralmente l’antica fortificazione costiera. Posizione: 42° 220.27N, 11° 113.43E Come raggiungerla: Dopo 4 km di strada sterrata si raggiunge il bivio per la Torre dell’Avvoltore, visibile dalla strada panoramica. Un masso sulla strada segnala un bivio; percorrendo la strada sulla destra si raggiunge il cancello che porta alla Torre dell’Avvoltore, in proprietà privata. Vale la pena salire fino al cancello poiché è da lì visibile un panorama mozzafiato dell’Isolotto di Porto Ercole, Forte Stella, la Rocca, forte Filippo, la spiaggia della Feniglia e la collina di Ansedonia.
15 F ORTE S TELLA – FOTO MARCO SOLARI– La fortificazione venne edificata dagli Spagnoli nella seconda metà del Cinquecento, quando l’intera zona entrò a far parte dello Stato dei Presidi. Il Forte poteva comunicare visivamente con la Torre dell’Avvoltore a ovest, la Rocca aldobrandesca di Porto Ercole e la Torre di San Pancrazio sul promontorio di Ansedonia, a est. Il luogo scelto per la costruzione della della struttura difensiva era quello in cui sorgeva il Forte Avvoltojo, di origini rinascimentali, che rappresentava uno dei capisaldi del preesistente sistema difensivo della parte sud-orientale del promontorio dell'Argentario: parte di esso fu incorporato nella parte centrale della nuova fortificazione, riadattandolo ad essa. I lavori di costruzione furono effettuati dopo la realizzazione del Forte Filippo e dopo la ristrutturazione e riqualificazione della più antica Rocca aldobrandesca. Gli Spagnoli, per la costruzione del nuovo complesso fortificato, si rivolsero a Cosimo I de' Medici che affidò la direzione dei lavori agli architetti Bernardo Buontalenti e Giovanni Camerini, che elaborarono il progetto per la struttura difensiva nel 1558; la parte centrale preesistente, di epoca rinascimentale, fu realizzata probabilmente su progetto dell'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini. La realizzazione dell'imponente fortificazione richiese moltissimo tempo, tanto che i due architetti incaricati del progetto direttamente da Re Filippo II di Spagna non riuscirono mai a vederla terminatata. Sembra, infatti, che il completamento dell'opera sia concluso soltanto nella seconda metà del Seicento, pur essendo stato seguito fino in fondo il progetto elaborato nel secolo precedente. In una raffigurazione del 1646 la struttura fortificata risultava ancora incompleta, apparendo ancora con una planimetria diversa da quella del progetto. Le funzioni svolte in passato dalla fortezza erano prevalentemente quelle di avvistamento, grazie alla possibilità di un'ottima osservazione lungo un tratto di costa che spazia dalla sponda meridionale dell'Argentario fino al promontorio di Capo Linaro oltre la città di Civitavecchia. La sua graduale dismissione avvenne nel corso dell'Ottocento, quanto l'intera zona passò prima temporaneamente al Granducato di Toscana e poi al Regno d'Italia. Proprio negli anni successivi all'Unità d'Italia, fu decisa la sua definitiva dismissione dalle originarie funzioni militari. Rimasta di proprietà demaniale, l'intera struttura fortificata è stata oggetto di restauri effettuati negli anni novanta del secolo scorso, che l'hanno riportata agli antichi splendori, permettendo un ottimo stato di conservazione.
Posizione: 42° 2321.21N, 11° 1242.97E Come raggiungerla: Percorrendo la S.P. 161 si trovano le indicazioni per raggiungere Porto Ercole. A 3 km dal bivio una strada segnalata a destra conduce al Forte, visitabile nei mesi estivi.
16 R O CCA A LDOBR ANDES CA – FOTO MARCO SOLARI– La fortificazione sorse in epoca medievale come possedimento dell'Abbazia delle Tre Fontane di Roma. Nel corso del Duecento divenne proprietà della famiglia Aldobrandeschi che iniziò ad ampliare la preesistente struttura, conferendo ad essa un aspetto fortificato, tipico di tutte le altre rocche sotto il loro controllo. Con la conquista di Porto Ercole da parte dei Senesi nel corso del Quattrocento e la conseguente annessione alla Repubblica di Siena, la Rocca venne ristrutturata ed ulteriormente ampliata fino ad assumere l'aspetto attuale. Sempre sotto il dominio senese, furono effettuati altri lavori di riqualificazione. In questo lungo periodo la rocca costituiva un punto di riferimento per il sistema difensivo del litorale meridionale della Repubblica di Siena, svolgendo funzioni di avvistamento, di difesa e di offesa, oltre a poter comunicare attraverso segnalazioni luminose con il Forte Avvoltojo a ovest, che sorgeva nel luogo del Forte Stella, e con il Forte Sant'Ermo a nord, che sorgeva dove in seguito fu costruito il Forte Filippo. La struttura venne ulteriormente fortificata quando, nella seconda metà del Cinquecento, l’intera area dell’Argentario entrò a far parte dello Stato dei Presidi; venne potenziato il fortilizio esterno bastionato e le garitte per le sentinelle, furono realizzati anche cunicoli sotterranei attraverso i quali era stata messa in collegamento la struttura difensiva al Palazzo dei Governanti. In epoca ottocentesca la rocca divenne temporaneamente un avamposto difensivo del Granducato di Toscana, per poi passare definitivamente al Regno d'Italia. Proprio dopo l'Unità d'Italia iniziò la graduale dismissione della struttura militare, mentre nel 1862 fu costruito il faro di Porto Ercole, a pianta circolare, all'angolo della rocca prossimo alla punta del promontorio. Alla fine dell'Ottocento la rocca fu trasformata in carcere. Dopo la seconda guerra mondiale la rocca venne definitivamente chiusa e venduta a privati, che hanno in parte trasformato i fabbricati interni in residenze abitative.
Posizione: 42° 2321.21N, 11° 1242.97E Come raggiungerla: All’interno di Porto Ercole percorrere per intero Via Caravaggio e seguire le indicazioni per la strada panoramica. Poco prima del bar “Le Viste” girare a sinistra. Dopo 500 metri si raggiunge la Rocca.
17 F ORTE F ILIPPO – FOTO MARCO SOLARI– L'attuale fortificazione venne costruita dall'architetto Giovanni Camerini poco nel 1558 per implementare e migliorare il sistema difensivo dello Stato dei Presidi, nel luogo dove sorgeva una struttura di avvistamento di epoca precedente. Il luogo scelto dagli Spagnoli per la costruzione del complesso difensivo era già sede del Forte Sant'Ermo, opera difensiva realizzata dai Senesi nel corso del Quattrocento per potenziare il sistema difensivo lungo il tratto litoraneo meridionale del territorio allora amministrato dalla Repubblica di Siena. Con il passaggio dell'intera zona nello Stato dei Presidi, la preesistente fortificazione senese non era ritenuta idonea per integrarsi nel nuovo sistema difensivo: fu così decisa la sua demolizione per lasciare posto all'attuale struttura fortificata che venne realizzata nel 1558. La denominazione fu scelta in onore di re Filippo II di Spagna che incaricò direttamente il Camerini di eseguire i lavori. La fortificazione alla moderna così realizzata iniziò a svolgere le sue funzioni di avvistamento e all'occorrenza anche di difesa ed offesa, con la possibilità di un'integrazione attiva con la vicina Torre del Mulinaccio; vista la sua posizione sulla vetta di un poggio impervio difficilmente raggiungibile, il complesso era ritenuto praticamente inespugnabile e, in caso di attacchi nemici, diveniva la sede dello Stato Maggiore. Tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento furono effettuati vari interventi di ristrutturazione, dai Francesi durante il periodo napoleonico e dai Lorena dopo il passaggio dell'intero territorio nel Granducato di Toscana. Proprio in quest'epoca fu decisa la realizzazione della cappella di San Nicola al posto di quella preesistente tardocinquecentesca. Dopo l'Unità d'Italia il complesso fu gradualmente dismesso dalle originarie funzioni militari, per essere poi trasformato in carcere alla fine dell'Ottocento e, durante la seconda guerra mondiale, divenne luogo di rifugio per la popolazione durante i numerosi bombardamenti che colpirono la zona. Nella seconda metà del secolo scorso il complesso fu ceduto a privati, in seguito restaurato e riportato agli antichi splendori; i fabbricati situati all'interno del fortilizio, che in passato erano adibiti a funzioni militari, sono stati trasformati in edifici abitativi.
Posizione: 42° 2352.33N, 11° 1221.67E Come raggiungerlo: Percorrendo la S.P. 161 si trovano le indicazioni per raggiungere Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è necessario svoltare a sinistra, sulla strada S. Rocco. Tenendo la destra, dopo 1 km, si raggiunge il Forte.
18 FORTE S ANTA C ATERINA – FOTO ANDREA DE MARIA– La fortificazione venne costruita nella prima metà del Settecento dagli Spagnoli, nel luogo in cui sorgeva, probabilmente, una preesistente struttura difensiva perduta; divenne un luogo specializzato negli attacchi contro eventuali imbarcazioni nemiche che si avvicinassero a questo tratto di costa dello Stato dei Presidi. La sua costruzione, vicino al Forte Filippo, fu voluta per il controllo dell'insenatura in cui attualmente sorge il porto di Cala Galera, una volta che venne decisa la trasformazione della non lontana Torre del Mulinaccio in un mulino a vento. Le funzioni di guardia e di offesa caratterizzarono questa struttura fino agli inizi dell'Ottocento; con l'annessione dell'intero territorio al Granducato di Toscana, la fortificazione venne progressivamente dismessa. Alla fine del secolo, la struttura svolse il ruolo di infermeria per i prigionieri che venivano detenuti al Forte Filippo. Durante il secolo scorso la fortificazione venne venduta a privati e trasformata in abitazione privata. Posizione: 42° 2353.9N, 11° 1239.22E Come raggiungerla: Percorrendo la S.P. 161 si trovano le indicazioni per raggiungere Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è necessario svoltare a sinistra, sulla strada S. Rocco. Dopo pochi metri prendere, sulla sinistra, Via di S. Caterina. Una strada sterrata di 1 km vi condurrà al Forte.
19 T ORRE D EL M ULINA CCIO – FOTO ANDREA DE MARIA– La torre fu costruita dagli Spagnoli nel tardo Cinquecento, con lo scopo iniziale di controllare l'insenatura in cui oggi sorge il porto di Cala Galera, non visibile in toto dal sito in cui sorge il vicino Forte Filippo. In seguito, attorno alla struttura difensiva fu realizzata una cortina muraria di forma poligonale a sua completa protezione. Considerata la sua posizione sul promontorio e la sua ubicazione tra lo strapiombo a nord e la più imponente fortezza a sud, da dove era pienamente visibile, fu decisa la sua trasformazione in un mulino a vento (che le ha conferito la denominazione), che risultava in piena attività durante il periodo settecentesco. Da allora, le funzioni di avvistamento si svolsero all'interno dell'area all'aperto racchiusa dalla cortina muraria di cinta. Il mulino a vento venne definitivamente dismesso nel corso dell'Ottocento e, da allora, la struttura fu abbandonata. La struttura turriforme, sotto forma di ruderi, si presenta a pianta circolare, con strutture murarie rivestite in pietra e in laterizio. Seppur di modesta altezza, presenta la parte alta quasi interamente crollata, a seguito del definitivo abbandono del mulino a vento che vi venne costruito. La trasformazione dell'originaria struttura difensiva costiera in mulino comportò, tuttavia, già all'epoca una modifica degli originari elementi architettonici che la caratterizzavano. Posizione: 42° 2359N, 11° 1225E Come raggiungerla: Percorrendo la S.P. 161 si trovano le indicazioni per raggiungere Porto Ercole; a 3,4 km dal bivio è necessario svoltare a sinistra, sulla strada S. Rocco. Tenendo la destra, dopo 1 km, si raggiunge il monte Filippo, dove la torretta è ubicata.
Figura 1. Torre dell’Argentiera (foto Andrea de Maria) Figura 2. Torre della Peschiera di Nassa (foto Marco Solari) Figura 3. Torre di S. Liberata (foto Andrea de Maria)
Figura 4. Fortezza Spagnola (foto Marco Solari) Figura 5. Torre di Lividonia (foto Gualtiero Della Monaca) Figura 6. Torre della Cacciarella (foto Andrea de Maria)
Figura 7. Torre di Cala Grande (foto Gualtiero Della Monaca) Figura 8. Torre di Cala Moresca (foto Andrea de Maria) Figura 9. Torre di Cala Piccola (foto Andrea de Maria)
Figura 10. Torre di Capo d’Uomo (foto Andrea de Maria) Figura 11. Torre della Maddalena (foto Andrea de Maria) Figura 12. Torre delle Cannelle (foto Marco Solari)
Figura 13. Torre Ciana (foto Andrea de Maria) Figura 14. Torre dell’Avvoltore (foto Gualtiero Della Monaca) Figura 15. Forte Stella (foto Marco Solari)
Figura 16. La Rocca (foto Marco Solari) Figura 17. Forte Filippo, con veduta della Rocca (foto Marco Solari) Figura 18. Forte S. Caterina (foto Andrea de Maria)
Figura 19. Torre del Mulinaccio (foto Andrea de Maria)
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