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TMWmagazine Mensile di critica e approfondimento calcistico #71 NOVEMBRE 2017 LAZIO STYLE INZAGHI, IMMOBILE E LUIS ALBERTO: A ROMA VA DI MODA IL BIANCOCELESTE FOCUS ROMA KOLAROV: IL REGISTA DI FASCIA INTER VECINO: DA SCOMMESSA A LEADER
SOMMARIO TMWmagazine #71 NOVEMBRE 2017 COPERTINA INTERVISTA / FOCUS RUBRICHE LAZIO INTERVISTA TMW RADIO TRE UOMINI E UNA GIUSEPPE BORRELLO GIACOMO LOSI 36 LO SCOPRITORE DI CIRO BANDIERA DELLA ROMA DEGLI ANNI ’60, SI È SQUADRA RACCONTATO DAGLI STUDI DI TMW RADIO DAI FISCHI AGLI APPLAUSI, IMMOBILE: “E DIRE CHE LE DALLA METÀ CLASSIFICA AL SOGNO CHAMPIONS 9 GRANDI LO SNOBBAVANO” METEORE PASSANDO PER UN’EUROPA LEAGUE DA FOCUS ROMA 38 WALDEMAR VICTORINO VICTORINO, ISPIRÒ HOLLY E BENJI PROTAGONISTI, CON UN IL REGISTA DI FASCIA KOLAROV SI È SUBITO IMPOSTO UOMO AL COMANDO E DUE GIOCATORI SEMPRE PIÙ NELLA NUOVA ROMA, PORTANDO SNAPSHOT DECISIVI. 13 TANTA QUALITÀ E PERSONALITÀ STAIRWAY TO HEAVEN 39 LE SQUADRE ITALIANE IMPEGNATE NELLE COPPE 5 FOCUS INTER EUROPEE MATIAS VECINO DA SCOMMESSA A LEADER RECENSIONE UNA VITA IN GIOCO. L’AMORE, IL CALCIO, LA SLA DELLA NUOVA INTER. ECCO CHI È 14 MATIAS VECINO 52 LA LOTTA DI STEFANO BORGONOVO RACCONTATA DALLA MOGLIE CHANTAL EDITORIALI EDITORIALE 3 CAGLIARI 19 HELLAS VERONA 24 NAPOLI 27 TORINO 31 FRATELLI D’ITALIA IN FAMIGLIA LINEA VERDE I GIORNI DI MARIO RUI UNA PROMESSA DA MANTENERE ATALANTA 16 CHIEVO VERONA 20 INTER 14 ROMA 13 UDINESE 32 IL RISCATTO DUTTILITÀ E CERTEZZA IL LEADER CHE NON TI ASPETTI LE FRECCE NELL’ARCO UNA NUOVA SCOMMESSA BENEVENTO 17 CROTONE 21 JUVENTUS 25 SAMPDORIA 28 SERIE B 34 FALSA (RI)PARTENZA L’UOMO IN PIÙ PJACA DELLA VITTORIA PRAET L’INTERNAZIONALE RILANCIO AL RIBASSO BOLOGNA 18 FIORENTINA 22 LAZIO 5 SASSUOLO 29 SERIE C 35 RODRIGO RINASCE. DESTRO IL MOMENTO DEL CHOLITO TRE UOMINI E UNA SQUADRA CHE FINE HA FATTO BERARDI? THIS IS THE END TRAMONTA GENOA 23 MILAN 26 SPAL 30 PAGA JURIC LUCE IN FONDO AL TUNNEL IL LUNGO DIGIUNO in copertina foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 2
EDITORIALE Michele #EDITORIALE CRISCITIELLO #INZAGHI FRATELLI D’ITALIA @MCriscitiello #LAZIO Editore TC&C s.r.l. Sede Centrale, Legale ed Amministrativa Strada Setteponti Levante, 114 52028 Terranuova B.ni (AR) Tel. 055 9175098 | Fax 055 9170872 Redazione giornalistica Tel. 055 9172741 | Fax 055 9170872 Sede redazione Firenze Via da Pordenone 12, Firenze Tel. 055 3999336 | Fax 055 3999336 Direttore Responsabile Michele Criscitiello criscitiello@tmwmagazine.com Direttore Editoriale Luca Bargellini bargellini@tmwmagazine.com Redazione Marco Conterio conterio@tmwmagazine.com Chiara Biondini biondini@tmwmagazine.com Hanno collaborato U Diego Anelli, Simone Bernabei, Tommaso Bonan, Ivan Cardia, Alessandro Carducci, no, attaccante di buon livello con una carriera caratterizzata da qualche picco di estremo valore, l’altro fuoriclasse Barbara Carere, Raimondo De Magistris, della realizzazione in grado di incendiarsi nell’area avversaria mettendo in fila record e trionfi. L’ambivalenza dei fratelli Lorenzo Di Benedetto, Luca Esposito, Inzaghi nel mondo del calcio è paradossale oltre che straordinaria per gli effetti che continua ad avere nel panorama Marco Frattino, Andrea Giannattasio, Pietro Lazzerini, Gianluigi Longari, Tommaso nazionale. Soprattutto perché, a meno di un decennio di distanza, la storia rischia di ripetersi anche se a parti comple- Loreto, Simone Lorini, Andrea Losapio, tamente invertite. Questa volta, sulla panchina ed alla guida di una squadra, il fuoriclasse è Simone mentre Filippo è Lorenzo Marucci, Tommaso Maschio, Gae- quello costretto ad inseguire. Il tecnico della Lazio è stato protagonista di una lunga gavetta, trascorsa in quell’ambiente tano Mocciaro, Andrea Piras, Stefano Sica, Daniel Uccellieri, Antonio Vitiello romano che lo ha costruito e trasformato dall’attaccante di cui sopra in uno degli allenatori più promettenti del panorama continentale. La storia è nota nel suo passato, con quella panchina prima solo assaggiata sebbene con riscontri più che positivi, e poi riconquistata Fotografi quasi per caso dopo la querelle Biella che caratterizzò la cale estate del 2016 a colpi di comunicati e battaglie legali. Ad un anno e Federico De Luca, Federico Gaetano, Image Sport Agency, Agenzia Liverani mezzo di distanza, infatti, ci troviamo a raccontare di un vero e proprio miracolo di organizzazione e risultati: quello impostato da un allenatore mai sopra le righe, elegante ed efficace nella costruzione di un collettivo che viaggia a medie da scudetto e non sembra inten- Realizzazione grafica zionato a fermarsi proprio ora che il decollo sta per prendere il via arrivando a vette che parevano impossibili da esplorare. In attesa che TC&C s.r.l. l’inevitabile deflagrazione del talento del suo condottiero possa assumere i contorni che tutti si attendono. Simone Inzaghi è il tecnico più corteggiato del nostro calcio, ed i motivi sono finalmente sotto gli occhi di tutti. Supplemento mensile gratuito alla testata giornalistica Tuttomercatoweb.com® Testata iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione, numero 18246 TMWmagazine foto Daniele Buffa/Image Sport 3
COPERTINA LAZIO Lorenzo DI BENEDETTO @Lore_Dibe88 #LAZIO #INZAGHI #COPERTINA Tre uomini euna Squadra TMWmagazine foto Antonello Sammarco/Image Sport 5
COPERTINA LAZIO Dai fischi agli applausi, dalla metà Inzaghi e le idee per una classifica al sogno Champions Lazio che sogna la Champions passando per un’Europa League da protagonisti, con un uomo al puntare su di lui, per una scelta di mercato che si è rivelata azzecca- comando e due giocatori sempre più tissima anche grazie, come dice- decisivi. vamo, al fatto che Simone Inzaghi sia riuscito a esaltare le sue quali- I tà in campo e a permettergli di l cammino della Lazio, nella prima parte di riprendere la fiducia che sembrava questa stagione, è sembrato inarrestabile, o aver smarrito. Il merito del tecnico quasi, e la maggior parte dei meriti devono biancoceleste non si ferma però essere attribuiti sicuramente a Simone soltanto al centravanti italiano, Inzaghi. Non solo per come è riuscito a visto che lo stesso allena- dare una sua impronta alla squadra, attra- tore è riuscito a tirar verso il gioco e lo spirito di sacrificio, ma anche fuori dal cilindro un per essere riuscito a tirare fuori il meglio da ogni altro giocatore che giocatore, recuperando qualcuno che sembrava in questa stagione è aver smarrito la strada e lanciando giovani molto risultato decisivo in interessanti che stanno più di un’occasione. riuscendo a imporsi Stiamo parlando trascinando i biancoce- Immobile bomber principe: di Luis Alberto, lesti sia in campionato rinato dopo le esperienze in spagnolo prove- niente dalla cante- che in Europa League. Liga e in Bundes ra del Barcellona Nel primo caso il nome è quello di Ciro Immo- e dall’esperienza bile, bomber principe della Lazio sia nella Serie A al Liverpool, non 2016/2017 che nella stagione in corso dove il suo proprio esaltan- tecnico molto raramente decide di fare a meno di te. Classe 1992, lui, anche in partite nelle quali potrebbe rinunciar- prima di appro- ci. Dopo essersi imposto come capocannoniere dare nella Capi- con la maglia del Torino del 2014 il bomber napo- tale ha vestito letano aveva deciso di continuare la sua carriera anche le maglie, fuori dai confini italiani, ma dopo le esperienze non in prestito, di certo esaltanti sia al Siviglia che al Borussia Dort- Malaga e Depor- mund lo stesso Immobile ha però deciso di tornare tivo La Coruna e nel Bel Paese e la Lazio è stata molto intelligente a soprattutto con foto Federico Gaetano TMWmagazine 6
COPERTINA LAZIO quest’ultimi aveva fatto intravedere buone cose, tanto da attirare le atten- Luis Alberto la sorpresa: Keita zioni di Claudio Lotito è soltanto un ricordo e Igli Tare che avevano creduto in lui affidandolo proprio a Inzaghi. Dopo quello della rinascita del club capitolino. Sarebbe una prima stagione di però ingiusto parlare soltanto di questi tre uomini, adattamento, dove è perché nei sorrisi di tutto il popolo biancoceleste sceso in campo soltanto non si può però non citare anche tutti gli altri artefi- nove volte segnando un ci di questo momento, dal capitano Senad Lulic a gol, quest’anno il gioca- Marco Parolo, fino a Lucas Leiva, Stefan De Vrij tore è diventato un punto e Sergej Milinkovic-Savic. Tutti giocatori che non fermo dell’undici titolare stanno certo facendo rimpiangere Lucas Biglia e della formazione bian- Keita Balde partiti nel corso dell’ultima estate. coceleste, tanto da non far rimpiangere Felipe Anderson, fermo ai box da praticamente tutta la stagione. Immobile e Luis Alberto rappresentano dunque le note più positi- ve di una squadra che sta facendo benissimo sia in Serie A che in Europa League, dove ha passa- to il turno, qualificandosi ai sedicesimi di finale da prima in classifica, con ben due turni di anticipo. Ripetersi non è mai facile, anzi è molto complicato, ma la Lazio, Immobile e Inzaghi ci stanno riuscen- do eccome, sfruttando poi la freschezza dello spagnolo, per continuare a sognare la Champions League che coronereb- be un biennio d’oro, foto Daniele Buffa/Image Sport foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 7
INTERVISTA Gaetano #BORRELLO MOCCIARO #IMMOBILE @gaemocc #LAZIO “ E dire che le grandi lo snobbavano Parla Giuseppe Borrello, lo scopritore di Ciro Immobile foto Insidefoto/Image Sport TMWmagazine 9
INTERVISTA Capii presto che Ciro aveva le qualità per sfondare. Il fiuto del gol non gli è mai mancato U n Ciro Immobile così non si era mai da calciatore ma vedevi delle caratteristiche, delle visto. E nemmeno alla Lazio c’era movenze che ti facevano capire che era speciale. stato un giocatore con un simile Infatti lo portai in seguito al Sorrento”. impatto sottorete. Piola, Signori, Chinaglia: i loro record sono stati A Sorrento inizia a farsi notare fuori dalla regione. spazzati via dal centravanti di Torre “C’erano già diverse società che lo seguivano, ma Annunziata arrivato all’apice della maturità calcisti- nessuno realmente pronto a investirci. Io, al contra- ca. Chi l’ha visto “nascere” giura che ha avuto sin rio, ero convinto che Ciro potesse essere un gioca- dai primi calci l’innato senso del gol. A raccontar- tore professionista”. celo Giuseppe Borrello, “scopritore” proprio di Immobile. Cosa la portava a questa convinzione? Giuseppe Borrello, Ciro Immobile è a oggi il “Aveva una qualità che altri non avevano: un fiuto miglior centravanti italiano. Che effetto le fa? del gol mai visto finora. Ogni palla che toccava era gol, sempre gol. Una media spaventosa. Una volta, “Mi riempie d’orgoglio perché ho sempre creduto nel campionato Giovanissimi, segnò quasi da metà potesse arrivare in alto. Anche quando, da ragazzi- campo: lancio del portiere, lui si trova sull’out sini- no, qualcuno aveva su di lui qualche perplessità”. stro, la sposta leggermente e colpisce in rete. Una rete che a quell’età non vedi certo fare”. Andiamo con ordine, da quanto tempo conosce Ciro? A 17 anni il trasferimento alla Juventus. “Praticamente da sempre. Conosco benissimo “C’era un rapporto di colla- la famiglia, soprattutto il papà Antonio, col quale e le prime impressioni non borazione fra noi e la Juven- abbiamo giocato assieme, nei campionati regionali furono molto convincenti. tus. I bianconeri, tramite in Campania. Posso dire che ho visto Ciro nascere”. C’erano delle perplessi- Massimo Filardi (campione Oltre alla Juventus si interessò tà, la Juventus posso dire d’Italia col Napoli 1986/87) E grazie al padre è entrato nella sua scuola mi chiesero se c’era un attac- a lui anche l’Inter. Ma decise di che non ci credesse molto calcio. cante interessante e io non puntare su Balotelli all’inizio”. “Gestivo la scuola calcio Torre Annunziata 88, che ebbi dubbi nel raccoman- Ciro frequentava quando aveva 7-8 anni. Chiara- dare Ciro Immobile. Portai Si fece vivo qualcun altro? mente a quell’età non puoi prevedere una carriera Massimo a vederlo dal vivo “L’Inter. Fece un provino ma TMWmagazine 10
INTERVISTA Il Napoli? Non lo ha mai preso in considerazione i nerazzurri erano già coperti in attacco con “Una carriera così è difficile da prevedere. un altro 1990: Mario Balotelli”. Ma come dicevo, i gol li ha sempre fatti, aveva una media di uno o due reti a partita Alla fine la Juventus si è convinta. in ogni campionato che abbia giocato”. “Sì, arriva l’ok e Ciro sale a Torino. E si corona il suo sogno, visto che è da picco- Un neo nella carriera è l’esperienza all’e- lo tifoso bianconero e poteva ammirare dal stero: Dortmund e Siviglia non sono vivo il suo idolo Alessandro Del Piero”. state esperienze fortunate. “Non si è ambientato, soprattutto in Germa- Ironia del destino Immobile diventerà nia ha avuto problemi con la lingua”: poi un idolo del calcio. “Questa è la vita. Ma del resto un conto Lei oggi lavora a Cava de’ Tirreni e fa è avere la passione da bambino per una l’osservatore per il Genoa. Ci sono oggi squadra, un altro conto è diventare un nuovi Ciro Immobile? calciatore professionista”. “Con le sue caratteristiche no. Ma devo dire che in altri ruoli ci sono interessanti Un giocatore di Torre Annunziata che si prospetti della classe 2004 e 2005”. mette in mostra a Sorrento. Possibile che il Napoli non si sia mai interessato? “Mai, il Napoli non l’ha mai preso in consi- derazione. Io ho sempre spinto per Ciro, perché lo meritava: del resto si vedeva che aveva una marcia in più rispetto agli altri, ma evidentemente non tutti se ne sono accorti”. Che ragazzo era Ciro Immobile? “Ragazzo vivace, che non ha mai perso un allenamento, non ha mai avuto un rimpro- vero e non si è mi lamentato. Era focalizza- to da sempre nel diventare professionista”. Pensava potesse crescere così tanto? foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 11
FOCUS ROMA Il regista di fascia Alessandro #ROMA #KOLAROV CARDUCCI #FOCUS @AleCarducci Kolarov si è subito imposto nella nuova Roma, portando tanta qualità e personalità D opo 7 anni passati in Inghilterra, al zione, ancora una volta sbloccando una gara tesa. City, Aleksandar Kolarov ha fatto il Personalità è anche prendere per mano una squadra suo clamoroso ritorno nella Capita- schiaffeggiata per due volte dal Chelsea, a Stamford le, questa volta alla Roma. Non sono Bridge, emotivamente provata da un inizio di gara così molti i giocatori che possono dire di negativo. Personalità è anche dribblare, nel corso della aver vestito entrambe le maglie capi- stessa partita, due avversari e scaricare di forza e di toline. Se a Milano, invece, non è così strano vedere rabbia in rete. Quella è stata la molla che permes- un giocatore passare i Navigli e cambiare casacca, a so alla Roma di sbloccarsi e di sfiorare addirittu- Roma le cose sono un pochino diverse. La rivalità tra ra il colpaccio a Londra. È spesso lui ad avere il le due tifoserie è più accesa e non a caso quasi tutti i maggior possesso palla nel corso di una parti- giocatori che hanno disputato il derby nella Capitale lo ta. Ci si aspetta che siano i centrocampisti il definiscono tra i più sentiti al mondo. fulcro del gioco e, invece, chi tocca più pallo- ni spesso è proprio il serbo con la faccia da Ci vuole quindi una buona dose di personalità e di sfac- duro e lo sguardo di chi ne ha viste tante. ciataggine e Kolarov, di personalità, ne ha da vendere. Con Perotti forma un asse d’acciaio, Si è fatto così scivolare addosso gli insulti e i fischi che rompendo e disordinando le linee avver- i suoi nuovi tifosi gli hanno inizialmente riservato. Così sarie. Eppure Kolarov non sarebbe come si è fatto scivolare addosso gli insulti dei suoi ex probabilmente tornato se Mario Rui tifosi laziali: “Il tempo cambia tutto, lo sai, e cambiamo non avesse deciso di cambiare idea anche noi”, canta Vasco Rossi. Più che il tempo, sono e di raggiungere il suo ex allenatore, state le prestazioni in campo a far cambiare idea a Maurizio Sarri, al Napoli. Era previ- molti tifosi. Kolarov dà tutto per la causa e il suo appor- sto che il portoghese facesse il tito- to in termini di esperienza e personalità è fondamentale lare dopo l’infortunio di Emerson ma [ ] per una squadra che, in passato, ha mostrato qualche la vita, così come il calcio, è frutto di crepa. Già dalla prima giornata, il serbo ha fatto capire programmazione ma anche di casua- le sue intenzioni, decidendo il match delicato contro lità. Mario Rui ha così cambiato idea, l’Atalanta con una punizione magistrale, che ha rega- lato tre punti pesanti a una Roma già messa in discus- impuntandosi così tanto per andare via che Monchi ha dovuto acconten- Si è fatto scivolare addosso gli insulti sione. Di professione fa il terzino ma ha già messo a tarlo, cedendolo per circa 10 milioni. Il e i fischi che i suoi nuovi tifosi gli segno qualche gol importante. Parlavamo della perso- nalità: a Torino, contro i granata, segna ancora su puni- doppio di quanto, poi, la Roma abbia poi speso per Kolarov. I casi della vita. hanno inizialmente riservato TMWmagazine foto Antonello Sammarco/Image Sport 13
FOCUS INTER Il leader che non ti aspetti Da scommessa a leader della nuova Inter. Ecco chi è Matias Vecino Gianluigi #INTER LONGARI #VECINO @Glongari #FOCUS N ell’anima di un’Inter che continua a propria squa- guardie avversarie. raccogliere punti, sta facendosi largo dra diven- un cuore che pulsa e sembra pompa- tandone Insomma una soluzione di estremo valore in più per re ottimismo e garra ad ogni batti- fattivamen- una batteria già ricca di scelte potenziali, ma allo to. Matias Vecino è un ingrediente te uno stesso tempo bisognosa di un profilo in grado di pren- fondamentale del positivo avvio di dei leader dersi responsabilità della giocata nel momento del stagione del club nerazzurro, e sembra animato da un tecnici. bisogno. E non è un caso che proprio nelle gare più ad entusiasmo d’altri tempi palesato ad ogni opportunità Galoppate alto pathos, dal Derby in poi, Matias Vicino sia diventa- di scendere in campo con la maglia interista indosso. di cinquanta to un passo dopo l’altro un caposaldo imprescindibile Un sentimento dilagante, probabile retaggio dell’impo- metri ricche dell’armata di Spalletti. Arrivando a toccare picchi di stazione calcistica dei padri fondatori uruguaiani ed in di qualità rendimento inusitati anche per un ragazzo sgrezzato grado di trasformarlo da umile lavoratore nelle segrete oltre che di dal nostro calcio e capace di farsi apprezzare in più di stanze della mediana meneghina, a solista capace di puro stra- un’esperienza nel nostro paese. acuti indispensabili per verve atletica e spirituale come potere nelle battute finali di un derby che ha indubitabilmen- fisico, in La più bella sorpresa del mercato nerazzurro, parados- te contribuito a decidere. Plasmato da Maurizio Sarri grado di salmente, è quindi un giocatore che in Italia si cono- ai tempi del suo miracolo empolese, “Mate” è pronto conclu- sceva benissimo. Ma che solamente in pochi si aspet- [ ] a contendere il bottino più importante proprio al suo dersi tavano potesse diventare così forte. vecchio maestro sotto la guida di un altro suo estimato- sia con re della prima ora come Luciano Spalletti: colui che gli l’aper- ha consegnato le chiavi di un sogno a tinte nerazzurre, tura dal quale Vecino non sembra avere la minima intenzio- illu- Spalletti gli ha consegnato le ne di svegliarsi senza avere prima lasciato un segno tangibile ed impossibile da dimenticare. chiavi del sogno nerazzurro minan- Proprio la descrizione che il tecnico di Certaldo ha fatto te in delle qualità dell’ex centrocampista della Fiorentina la favore di dicono lunghissima sulle aspettative che il nuovo corso un compa- nerazzurro abbia nei confronti del proprio numero gno, sia con undici. Un giocatore totalizzante nella sua ambivalenza: staffilate in capace tanto di interdire la manovra avversaria quanto grado di terri- foto Daniele Mascolo/PhotoViews di prendersi sulle spalle la cavalleria rusticana della ficare le retro- TMWmagazine 14
EDITORIALE ATALANTA IL RISCATTO Una crescita, quella del centrocampista, che dovrà concludersi Andrea #ATALANTA LOSAPIO #CRISTANTE con la riconferma a Bergamo @Losapiotmw Da Golden Boy del Milan a quasi meteora. Sassuolo e Udinese. La parte era comunque quella del comprima- La rinascita di Cristante agli ordini di Gasp rio, pur trovando una ottima continuità di rendimento. Troppo U importante l’apporto dei Kessie e dei Kurtic, oppure di n anno fa Bryan Cristante, quando militava nel un Freuler comunque grande attore nel centrocampo Pescara, rischiava di vedere compromessa la nerazzurro. Al termine della stagione le presen- propria carriera. In realtà anche due stagioni or ze sono 12, con un ottimo ruolino di marcia. sono, di questi tempi, quando (non) giocava nel Le voci estive che volevano De Roon di Benfica. E pure tre, a dirla tutta. Insomma, l’ex ritorno – situazione effettivamente acca- Milan sembrava passato da crisalide - pronto a duta - lo avevano messo in dubbio, diventare meravigliosa farfalla - allo status di eterno incompiu- sebbene Gasperini non avesse to, dopo aver vinto un Golden Boy del Viareggio, come Spinaz- dubbi: la sua intenzione era quella di zola, e segnato alla prima presenza da titolare in un Milan-A- puntare su Cristante perché perfet- talanta, quando si dice il destino, firmando il 3-0 finale nella to, anche fisicamente, per il gioco giornata ricordata per i 100 gol di Ricardo Kakà con i rossoneri. dell’Atalanta. Per ora la fiducia è E lo è stato almeno fino a gennaio, quando Cristan- stata ripagata, con quattro reti in te è divenuto, tutto a un tratto, il perfetto sostitu- campionato (l’ultima con la SPAL), to di Roberto Gagliardini, passato all’Inter per uno in Europa League e l’esordio, 28 milioni di euro. Sedici presenze e zero reti, contro la Macedonia, con la maglia con il Pescara che non riusciva proprio a fare azzurra della Nazionale maggiore. punti utili per togliersi dalla zona retroces- Inutile dire che il miglioramento espo- sione. Anzi, l’unica vittoria era arrivata per nenziale di Cristante porterà con sé un errore da parte dei dirigenti del Sassuolo anche un riscatto da esercitare al 30 che non avevano inserito Ragusa nella lista giugno 2018 e che appare come scon- degli eleggibili per la sfida della seconda di tato. L’Atalanta ha trovato sì un nuovo campionato poi divenuta 3-0 per gli abruzzesi. leader ma, com’è probabile in caso di Così più di qualcuno aveva storto il naso, non ottime prestazioni, anche una nuova comprendendo fino in fondo perché Cristante plusvalenza come chi ha già salutato, avrebbe dovuto fare bene con la banda Gasperini, se dai Conti ai Kessie, appunto. Insomma, non era mai riuscito a sfondare in nessuna delle altre quasi cinque anni dopo il bozzolo è final- situazioni. Vero è che a Palermo e Pescara la neces- mente alle spalle per chi sognava già in sità era quella di lottare per salvarsi, ma in rosane- grande. E che può diventarlo a breve, ro aveva comunque un ampio margine anche grazie anche in termini di livello assoluto. alle contemporanee presenze di Dybala e Vazquez. A Bergamo, invece, è rinato. Buttato nella lista quasi subito, alla seconda opportunità ha timbrato il cartellino foto Daniele Buffa/Image Sport proprio con il Palermo, di testa, concedendo bis e tris con TMWmagazine 16
EDITORIALE BENEVENTO FALSA (RI)PARTENZA Marco #BENEVENTO FRATTINO #DEZERBI @MFrattino Il Benevento ha esonerato Marco Baroni puntando su do già tre giorni dopo il suo arrivo nel Sannio, col pari Roberto De Zerbi, ma i sanniti sono ancora a zero punti contro il Cagliari conquistato nei minuti di recupero ma perso dopo pochi secondi vista la rete di Leonardo U Pavoletti. Sarà difficile, dunque, per De Zerbi ma non n sogno estivo tramutatosi in un vero impossibile. Intanto l’ex allenatore di Foggia e Paler- e proprio incubo autunnale, o quasi. Il mo sta provando a conquistare il primo storico punto Benevento puntava a essere una delle del Benevento in Serie A, voglioso anche di lasciare rivelazioni di questa Serie A, ma le prime definitivamente alle spalle la sua parentesi siciliana dodici giornate di campionato hanno conclusa con l’esonero di Zamparini dopo sette scon- detto tutt’altro. La classifica è davvero fitte di fila in campionato (otto in totale, consideran- drammatica, tuttavia la Società e la piazza credono in do l’eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia il 30 un ribaltamento a stretto giro di posta. Perché bisogna novembre 2016). Adesso De Zerbi è arrivato al terzo sempre puntare a migliorarsi e la ‘Strega’ non ha stac- ko consecutivo alla guida della ‘Strega’, ma la musica cato la spina, tutt’altro. A dimostrarlo è l’ultima parti- dovrà cambiare a breve. È necessario, per evitare un ta prima della sosta di novembre, quella disputata in altro cambio di gestione tecnica a una squadra che casa della Juventus. Il primo tempo chiuso in vantag- non riesce proprio a scrollarsi di dosso l’etichetta di gio all’Allianz Stadium di Torino ha fatto tremare i sei squadra materasso. Affibbiata finora, purtroppo, dal volte di fila campioni d’Italia che, però, nella ripresa pessimo rendimento che vede il Benevento protago- hanno ribaltato la situazione vincendo per 2-1 grazie nista del peggiore inizio di campionato di tutti i tempi alle reti di Gonzalo Higuain e Juan Cuadrado. Ma il gol a livello europeo, rimediando la stessa striscia nega- di Amato Ciciretti, al netto di tutte le difficoltà pale- tiva del Manchester United nel lontano 1930. Un club sate in queste settimane dalla formazione di Roberto che poi, nei decenni successivi, è diventato a dir poco De Zerbi, ha confermato che il Benevento proverà a leggendario. Il Benevento non punta a questo ma giocarsela fin quando sarà possibile. vuole semplicemente lottare per la salvezza, obietti- vo che può essere perseguito soltanto conquistando qualche vittoria nel minor tempo possibile. La classifica piange ma la Sassuolo, Atalanta e Milan saranno le prossime avver- buona prestazione contro la sarie della squadra del tecnico bresciano, che deve Juventus lascia ben sperare sfruttare la sosta per rimettere la sua formazione in carreggiata. Altrimenti la prima storica stagione del Benevento in Serie A potrebbe virtualmente finire prima del previsto e assumere contorni ancor più dramma- Proprio De Zerbi, tecnico dei campani dallo scorso 23 tici di quelli attuali, uno scenario che dalle parti dello ottobre, è l’incaricato dal presidente Oreste Vigorito stadio Ciro Vigorito non hanno voglia di immaginarlo. per riportare i giallorossi sulla retta via. Ci stava riuscen- Figuriamoci di viverlo. foto Antonello Sammarco/Image Sport TMWmagazine 17
EDITORIALE BOLOGNA RODRIGO RINASCE. DESTRO TRAMONTA #BOLOGNA Tommaso #PALACIO essere già appagato, con la pancia piena tipica di chi MASCHIO pensa che tutto gli sia dovuto e non ci sia bisogno di sbattersi per mantenere inalterate le gerarchie Sopravanzato anche da Petkovic il centravanti si avvia e cercare di (ri)conquistare un pubblico che l’ave- verso l’addio va accolto calorosamente con un bagno di folla in D stazione al suo arrivo al Bologna. oveva essere l’anno della consacra- zione per Mattia Destro. Il numero Istantanee molto lontane nel tempo, più di quanto 10 del Bologna aveva vissuto un sia passato realmente, con Destro che sembra precampionato senza problemi fisici a essere arrivato al capolinea. Come testimoniano compromettere il suo cammino verso anche le scelte e le parole di Donadoni che da inizio la migliore condizione possibile, era settembre a oggi ha schierato il numero 10 titola- da tutti considerato il titolare inamovibile attorno al re solo in due occasioni (Napoli e Lazio in casa) quale ruotare i vari Federico Di Francesco, Simone lasciandolo in panchina per 90 minuti in quattro gare Verdi, Rodrigo Palacio, Ladislav Krejci e di certo (Fiorentina, Inter, Sassuolo e SPAL) e concedendo- poco disturbato dalla concorrenza di Bruno Petko- gli qualche minuto in altre tre (Genoa, Atalanta e vic, vice designato. In pochi mesi però le cose sono Roma). “In queste settimane Destro si è allenato a cambiate con Destro che ha compiuto in doppio salto pieno ritmo - ha spiegato Donadoni - e ha le stesse all’indietro nelle scelte e nelle gerarchie di Roberto chance degli altri di partire titolare, dipende da Donadoni. Dopo alcune prestazioni opache in avvio come si allena”, parole che non suonano come una di stagione e l’ormai solito atteggiamento indolente bocciatura completa, come alcuni hanno inteso, ma e poco combattivo infatti il tecnico del Bologna ha che fanno capire che Destro non è più inamovibile deciso di puntare sulla verve e la classe di Palacio né incedibile nonostante rappresenti l’acquisto più come riferimento centrale venendo ripagato. L’argen- oneroso della gestione Saputo e prenda il doppio di tino infatti, a dispetto dell’età, ha subito mostrato una stipendio rispetto al secondo compagno più ricco. voglia e una fame non comuni a chi è ormai giunto Gennaio si avvicina, il Sassuolo bussa alla porta, e al termine della propria carriera, stupendo tutti per la se Mattia non cambierà atteggiamento la separa- dedizione che mette in campo. Molti infatti in estate zione potrebbe diventare sempre più concreta. Un pensavano a un’operazione low cost, Palacio è arri- addio probabilmente senza rimpianti visto il rendi- vato a costo zero, fatta giusto per allungare le rota- mento tenuto in questi tre anni dal centravanti. zioni in avanti puntando su un giocatore che sareb- be venuto sotto le due torri a svernare. Nessuno, o comunque in pochi, si aspettavano che l’ex di Inter e Genoa potesse ripercorrere la strada tracciata da Roberto Baggio, Giuseppe Signori e Marco Di Vaio - Destro ha le stesse chance degli altri di partire tutti arrivati in rossoblù più giovani di Palacio - pren- titolare, dipende da come si allena dendo in mano l’attacco del Bologna. Così invece è stato a scapito di un Destro che pur avendo 9 anni meno di Palacio, e avendo vinto molto meno, sembra foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 18
EDITORIALE CAGLIARI IN FAMIGLIA #CAGLIARI Tommaso #LOPEZ freschezza all’entusiasmo contagio- BONAN so di inizio stagione. Un entusia- smo perso quasi all’improvviso, La dirigenza cambia: panchina affidata allo Sau col nuovo allenatore dalla gara col Sassuolo in poi. storico capitano Diego Lopez ha avuto il miglior La decisione di affidargli la guida “ Q tecnica - fondamentalmente - è uesta è casa mia”. È iniziata così la terza rendimento di sempre di facile lettura: lui che, storico capitano dal 1998 al 2010, quella avventura di Diego maglia è arrivato a cucirsela Lopez sulla panchi- continuare con Massimo Rastelli addosso. Lui che proprio in rossoblù na del Cagliari. Del alla guida della rosa. E allora, spazio ha cominciato la carriera di allenatore. Allievi, Prima- resto, nel calcio a Diego Lopez. Uno che - come vera, poi vice in prima squadra (con Ivo Pulga), poi come nella vita, risulta quasi naturale detto - a Cagliari è di casa. Trecento- da solo, fino all’esonero (legato anche ad alcuni attri- affidarsi nei momenti difficili a quelle quattordici presenze in carriera con ti con la vecchia dirigenza), alla B col Bologna e alla persone che conosci meglio. Che ti la maglia dei sardi (con sette reti): parentesi col Palermo. Curiosamente compromessa conoscono meglio. È stato così insomma, una bandiera. E non è - quest’ultima - proprio dalla sconfitta contro il suo anche per il presidente Tomma- un caso se l’attuale nuovo tecnico Cagliari. Un allenatore che sa cosa vuol dire lottare so Giulini, che ha visto preci- della squadra faccia parte ormai da nelle difficoltà - dunque - ma che soprattutto conosce pitare la situazione sotto i propri tempo della Hall of Fame. La società alla perfezione l’ambiente cagliaritano. Dentro e fuori occhi. Troppe delusioni, così come ha deciso di affidare dunque all’uru- dal terreno di gioco. Ciò che serviva. In un cammino troppo altalenanti erano guaiano, 43 anni compiuti ad costellato di incertezze - quello che porta alla salvez- stati fino a quel agosto, il compito di far za - si è deciso di andare sul sicuro. Su chi ha la momento i rientrare il Caglia- capacità di adattarsi e calarsi velocemente in questa risultati. O ri sui binari realtà, senza lesinare scelte coraggiose. Come quella almeno giusti, di del cambio di modulo, passato da Rastelli e Diego n o n provare a Lopez dall’ormai radicato 4-3-3 a quello con tre difen- tali da tirare fuori sori centrali di ruolo. Un 3-5-2 in cui il solito Leonar- poter il meglio do Pavoletti continua a rappresentare il terminale d a l l a offensivo, affiancato via via da uno tra Diego Farias squadra e Marco Sau. E chissà che proprio quest’ultimo non almeno possa essere stato decisivo nella scelta della dirigen- sino alla za di affidarsi al nuovo allenatore. Il miglior rendimen- riaper- to col Cagliari, infatti, l’attaccante l’ha avuto con Diego tura del Lopez in panchina: stagione 2012/2013, dodici gol merca- e finalmente la consacrazione nel calcio che conta. t o , Quasi un segno del destino, al quale si aggrappano ridare entrambi. Nel nome di una salvezza che - almeno sulla soli- carta - con Diego Lopez in panchina ha una faccia un dità e po’ più familiare. TMWmagazine foto Federico De Luca 19
EDITORIALE CHIEVO DUTTILITÀ E CERTEZZA Lorenzo #CHIEVO MARUCCI #CASTRO Samp aveva mostrato segnali @lorenzomarucci d’interesse per lui. D’altra parte la sua qualità e la sua versatilità Lucas Castro perno del Chievo e uomo mercato sono caratteristiche che fanno È un rendimento ad ogni modo costante il gola a molte squadre. In dodici suo, che fa anche pensare che di questo occasioni in carriera ha fatto passo possa aspirare a vestire nella anche la punta centrale. prossima stagione la magia di una big. Del resto dopo vari anni passati Castro sembra rappresentare P tra Catania e Chievo sembra essere anche l’anima del gruppo del arrivato il momento di tentare Chievo, l’elemento in gradi porta- unto anche una nuova avventura re il buonumore: sui social infatti di forza e ancor più stimolante. si diverte a postare alcuni video che pedina pratica- Già nelle prece- lo ritraggono mentre canta e strimpel- mente inamovibile d e n t i la la chitarra: “Sono nato a La Plata - ha per il Chievo. Lucas raccontato - e lì sono cresciute e si sono Castro è elemento che sa essere spesso sviluppate tante band musicali. Da bambi- decisivo per i clivensi con i gol ma anche con no comprai una chitarra e poi da ragazzino gli assist. Classe ’89 è un giocatore particolarmente continuai a suonarla a Buenos Aires”. Addi- gradito a Rolando Maran che lo ha apprezzato per la rittura ai tempi di Catania aveva creato prima volta al Catania e lo ha poi voluto con sé anche i Los Vulcanos, una band in cui c’era nell’esperienza con i veneti. All’età di 29 anni l’argen- anche il Papu Gomez in quartet- tino pare aver raggiunto la sua completa maturazio- sessioni di to che comprendeva pure Pablo ne distinguendosi anche per la capacità di inserirsi e mercato comun- Alvarez e Nicolas Spolli. A Verona per il movimento senza palla. Lui ha raccontato che il que Castro era entrato invece è capitato addirittura che suo ruolo preferito sia quello della mezzala - Maran lo nel mirino di varie squadre cantasse brani della canzone utilizza prevalentemente come interno destro nel suo tra cui ad esempio il Torino italiana davanti all’Arena. E chi lo schema - perché gli piace partire da dietro e arrivare che pare peraltro essere ha ascoltato ha assicurato che di corsa entrando magari in area di rigore. Castro è ancora in pressing sul anche in questo settore il talento stato ed è comunque un elemento abbastanza duttile: giocatore che viene valuta- non gli manca. non a caso a Catania faceva l’esterno nel 4-3-3. All’ini- to dal presidente Campe- zio della sua carriera ha giocato prevalentemente da delli intorno agli otto-dieci esterno, grazie alle sue doti nella corsa e nel dribbling. milioni. Anche il Genoa aveva pensato a lui in Le sue passioni? È soprannominato El Pata (la zampa, o meglio: piedo- estate ma si è poi ritirato ne visto che porta il 45 di scarpe) e fa anche della dalla corsa consideran- Il pallone e la chitarra forza fisica e dei colpi di testa alcuni dei suoi punti do eccessive le richie- migliori: alcuni gol li ha realizzati in effetti sfruttando le ste dei veneti. Nei mesi sue capacità nel gioco aereo. scorsi inoltre pure la foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 20
EDITORIALE CROTONE L’UOMO IN PIÙ L’obiettivo è ancora la salvezza ma lo ‘Scida’ è un’arma in più Ivan F. #CROTONE CARDIA #BUDIMIR #TROTTA e sostiene la squadra a ogni partita. Un dodicesimo @ivanfcardia uomo, che si chiama Ezio Quanto incide lo Scida sull’avvio del Crotone Scida. La prima stagione del I Crotone in Serie A non l prolifico risveglio di Ante Budimir era infatti iniziata in Cala- e Marcello Trotta, cinque gol in bria, bensì a Pescara. Ospiti due nei successi contro Fioren- all’Adriatico nelle prime tre tina e Bologna, ha fruttato al gare casalinghe della scorsa Crotone sei punti in due annata, i rossoblù avevano rime- partite. Ossigeno puro, diato soltanto un pareggio contro per una squadra in forma, il Palermo, oltre alle sconfitte con ma che comunque ha Genoa e Atalanta. Un punto nelle come obiettivo concla- prime tre gare di casa: non un bel mato quello di ripete- modo di iniziare l’avventura tra le mura re l’impresa dell’an- “amiche”. Il tutto, con una media spetta- no scorso. Dodici tori bassa: comprensibile, visto il viaggio punti in questo non proprio agevole per i tifosi in Abruzzo. primo scorcio Il ritorno allo Scida, l’anno scorso, segnò poi di stagio- la differenza: al netto della sconfitta prevedibi- ne, netta- le contro il Napoli, già all’undicesima, la seconda mente davvero in casa, il Crotone ebbe ragione del Chievo, p i ù avviando una striscia positiva di tre risultati utili conse- positi- cutivi. Bilancio delle prime dodici giornate della vo per i scorsa stagione: cinque punti, di cui quattro in casa. pitagorici, Da agosto 2017 a oggi, invece, è cambiato tanto. Il se paragona- Crotone ha giocato in questo campionato già sei parti- to a quello di un anno rimane te allo Scida, casa sua, coi suoi tifosi e un’affluenza fa. Alla dodi- cesima giornata della Serie difficile da di pubblico vicina in media ai 10mila spettatori. E gli A 2016/2017, difatti, la squadra di Davide Nicola raggiungere, perché effetti positivi del ritrovato pubblico si fanno sentire: aveva conquistato appena cinque punti. E la salvezza la rosa allestita dal sei partite in casa, otto punti conquistati. Due vittorie, sembrava un miraggio, tanto che poi è arrivata soprat- Crotone non sembra due pareggi, due sconfitte: il Crotone non è diventato tutto grazie a una seconda parte di stagione vissuta da particolarmente più forte rispetto a quella delle diret- imbattibile solo perché gioca in casa. Ma la musica è protagonisti, correndo sempre a duemila, coniugando te concorrenti. Detto questo, nelle fila rossoblù c’è, ben diversa, rispetto all’anno scorso. Media punti di prestazioni convincenti a risultati positivi. Quest’anno, giustamente, una certa fiducia. Dovuta in buona parte 1,33 in casa: la differenza, per il Crotone, la fa davvero la musica sembra diversa, nel senso positivo del termi- ai due attaccanti di cui sopra, certo, ma anche a chi lo Scida. Il dodicesimo giocatore di Nicola, l’uomo in ne. A scanso di equivoci, chiariamo però subito una davvero sta facendo la differenza in questo avvio di più degli Squali. cosa: vietato sedersi. La salvezza resta l’obiettivo, e campionato. Un dodicesimo giocatore, che urla, canta foto Carmelo Imbesi/Image Sport TMWmagazine 21
EDITORIALE FIORENTINA IL MOMENTO DEL CHOLITO Tommaso #FIORENTINA LORETO #SIMEONE @To_Lo_ Simeone rischia di sprecare troppe energie svariando sul Alla terza sosta stagionale Simeone fronte offensivo ha fatto un gol in più del suo mento di una squadra nuova, infatti, il tecnico viola si predecessore Kalinic è visto costretto ad abbandonare il 4-2-3-1 iniziale per C tornare a un più rotondo 4-3-3, trovando in Thereau on il gol messo a uno dei punti fermi del reparto offensivo. Con l’infortu- segno contro la Roma, nio del francese, rimasto fuori sia con il Crotone che Giovanni Simeone con la Roma, né Eysseric né Gil Dias hanno offerto ha superato Nikola approvvigionamenti in quantità e così i centri di Sime- Kalinic. I numeri alla one sono arrivati con una staffilata dal limite sotto la terza sosta stagiona- traversa (assist di Benassi contro il Torino) e con un le dicono che il centravanti argentino colpo di testa acrobatico (assist di Biraghi contro la della Fiorentina ha segnato 4 reti e Roma). Due prodezze alle quali aggiungere le reti offerto 3 assist, mentre il croato rosso- segnate al Bentegodi, stadio veronese che gli ha nero si ferma a 3 reti senza assist. La portato fortuna sia contro l’Hellas che contro il Chievo, faccia buona della medaglia del Cholito ma che fino a oggi non sono state sufficienti a spinge- è questa, con il tabù al Franchi interrot- re la Fiorentina nelle zone europee della classifica. Tra to prima contro il Torino e poi contro i le pieghe dei problemi viola, del resto, c’è anche un giallorossi. Due gol, uno sotto la Fieso- attacco che ha nel duo Simeone-Thereau i suoi capo- le e l’altro sotto la curva Ferrovia, che cannonieri con 4 gol a testa, una quota di gran lunga hanno ulteriormente cementato un inferiore al ritmo tenuto dai bomber delle altre squadre rapporto subito positivo tra Simeone e i con i vari Immobile, Icardi, Dybala e Mertens già tutti suoi nuovi tifosi, seppure i risultati della in doppia cifra. Insomma se Firenze ha già scoperto e Fiorentina bene raccontino i proble- apprezzato la garra e l’agonismo di questo figlio d’arte mi affrontati dall’arrivo a Firenze. Al di è soprattutto sotto il profilo tattico che la Fiorentina si là del confronto con il predecessore, augura di scoprire presto il miglior Simeone. Riuscen- quel Kalinic che dei movimenti in area do a servirlo con costanza nel corso della partita e di rigore ha fatto il proprio marchio di magari aiutandolo a limitare la corsa a favore di una fabbrica, l’ostacolo principale da supe- maggiore precisione in zona gol. Delle tante sensa- rare per il Cholito resta la solitudine zioni sollevate dalle prima gesta in maglia viola c’è in attacco. Perché come ampiamen- infatti proprio quella legata a un attaccante che spreca te prevedibile più che di coesistenza, troppe energie svariando per tutto l’attacco piuttosto con Babacar è giusto parlare di vera che restare in area di rigore in attesa di palloni gioca- e propria staffetta e perché, escluso bili. Quando Simeone e la Fiorentina troveranno l’equi- Federico Chiesa, anche sulle corsie librio sotto questo profilo è molto probabile che anche esterne Stefano Pioli ha avuto i suoi bei la classifica ne risentirà positivamente. grattacapi. Nel processo di assembla- foto Federico De Luca TMWmagazine 22
EDITORIALE GENOA PAGA JURIC Simone #GENOA BERNABEI #JURIC @Simo_Berna Salta la panchina del croato. mercato, ha preso il via con le tensioni fra il presidente Ma i problemi sono anche altri e parte della tifoseria e con la trattativa, o per meglio T dire le trattative, per la cessione societaria. Che oggi anto tuonò... che piovve. Già da diver- pare essersi trasformata più in una cessione di parte si giorni, anzi settimane, il nome di Ivan delle quote del club, anche se di certezze provate Juric era uno di quelli più traballanti ancora non ce ne sono. Anche questo aspetto, però, dell’intero panorama calcistico italiano. influisce giocoforza sul risultato sportivo. Perché la I risultati erano tutti contro il tecnico di dirigenza, o almeno la proprietà, è lontana dalla squa- Spalato e la sconfitta nel derby contro la dra e comunque più in generale si percepisce questa Sampdoria non ha fatto altro che far esplodere il tappo sensazione di incertezza che non fa bene a nessuno, e indurre il presidente Preziosi ad esonerare Juric. Un giocatori e allenatori compresi. Per questo col ‘nuovo’ cambio rotta probabilmente era inevitabile, ma addos- corso Ballardini bisognerà provare ad iniziare col sare tutte le colpe al croato sarebbe ingiusto. Perché piede giusto anche da quel punto di vista, con Preziosi i problemi del Genoa, di questo Genoa, partono da che dovrà risolvere quanto prima ogni vicenda legata lontano e non riguardano certamente solo la squa- alla cessione societaria o all’ingresso di nuovi capitali, dra. Perché la rosa non sarà da primi 5 posti, ma la italiani o esteri che siano. La situazione sotto la lanter- qualità c’è e l’esperienza pure. C’è solo da assemblare na, sponda rossoblù, è grave ma non compromessa, al meglio questi fattori e tradurli in risultato sportivo. ma servirà un repentino cambio di rotta per provare a Le colpe di Juric, dicevamo: la prima e più lampan- portare la barca in porto, tradotto alla salvezza. Come te è quella di non aver saputo trasmettere il proprio detto la qualità c’è, l’esperienza anche. L’unico dubbio carattere alla squadra, apparsa troppo spesso fragile potrebbe nascere sull’abitudine dei giocatori a lotta- o comunque in grado di sciogliersi senza troppa resi- re per certi traguardi, ma l’arrivo di Ballardini servirà stenza alle prime avversità. Nel mezzo ci mettiamo proprio a questo. Il tecnico conosce bene l’ambien- pure un po’ di sfortuna, perché l’infortunio di Lapa- te dalle due precedenti esperienze, quindi non avrà dula ha certamente scombinato i piani (specialmente grossi problemi di ambientamento. E la sosta, questa quelli tattici). Ma come dicevamo le colpe non posso- volta, arriva davvero al momento giusto. no essere tutte dell’allenatore: Juric sapeva a cosa andava incontro quando a suo tempo ha ‘ri-accettato’ la corte di Enrico Preziosi dopo l’esonero post 5-0 a Pescara, ma forse non ha avuto abbastanza forza per Preziosi dovrà risolvere imporre le sue idee, i suoi concetti e perché no i suoi al più presto la questione giocatori in sede di pianificazione del mercato. Anche societaria se è vero che, alla luce della filosofia societaria del ‘tutti sono in vendita davanti a offerte concrete’, è difficile dire la propria e ancor di più farsi ascoltare. Ancora: la foto Matteo Gribaudi/Image Sport stagione del Grifone, oltre che per i problemi legati al TMWmagazine 23
EDITORIALE HELLAS LINEA VERDE Andrea #HELLAS GIANNATTASIO #VERDE tra i pali). Davanti a lui ci sono soltanto due @giannattasius “vecchi” pilastri come Romulo con 976’ e Bessa con 959’. Tanto per fare un esempio, L’Hellas si aggrappa al suo scugnizzo per la salvezza non era stato ancora così il centravanti Pazzini, eroe della promozio- decisivo nell’econo- ne dello scorso anno e capocannoniere P mia della sua della squadra, in questa speciale classi- squadra. fica si trova addirittura al settimo posto, robabilmente un inizio di stagione così buono, all’interno di una rosa con decine distante ben 165’ da Verde. Cifre che di carenze e ancora tanti punti interroga- spiegano quanto incisivo sia diventa- Le to l’apporto di Verde e, nel contempo, tivi, non se lo aspettava neppure Daniele cifre colle- quanto si faccia sentire il peso della sua Verde, esterno del Verona con un innato zionate fino ad oggi assenza (l’unica volta che che Pecchia vizio per il gol. E forse, unica nota lieta di al Bentegodi dal classe ‘96 lo ha lasciato in panchina 90’ per scelta un Hellas che flirta pericolosamente con i bassifondi di Napoli, infatti, raccontano sicu- tecnica è andato incontro alla débâcle della classifica fin da inizio stagione. Non è dunque un ramente un avvio più che positivo per 3-0 in casa contro la Lazio). Di caso che la freccia di scuola Roma sia diventato pronti dell’avventura a Verona di Verde, questo scugnizzo terribile, il Verona via una risorsa indispensabile nell’arco di Pecchia, vice-capocannoniere della squa- non può proprio fare a meno... che dopo aver osservato da avversario l’esplosione di dra con tre reti (una in campio- Verde nella scorsa Serie B ad Avellino (38 presenze e nato, la sua prima in assoluto in 8 gol, uno dei quali - decisivo per il successo dei Lupi Serie A, nel derby contro il Chievo - proprio al suo Verona l’11 febbraio scorso) in estate più due in Coppa Italia proprio all’A- ha chiesto con forza al ds Fusco di poterlo avere nella vellino) e assistman decisivo nell’u- sua rosa. Ottenendo in breve tempo la risposta entu- nica vittoria sin qui collezionata dal siasta del giocatore, alla sua terza esperienza in A Verona contro il Benevento, tre punti dopo quelle con la Roma stessa (fu lanciato tra i big pesantissimi in ottica salvezza. C’è però nel gennaio 2015 da Rudi Garcia) e quella deludente un altro dato che spiega quanto importan- a Frosinone, culminata con la retrocessione in Serie B. te sia subito diventato Verde per l’Hellas ed Due avventure però che sono già alle spalle, visto che è quello relativo ai minuti giocati: con i suoi i numeri messi insieme fino ad oggi dal talento campa- 819’ disputati (numeri aggiornati all’11ª gior- no spiegano bene come questo inizio di stagione, nata di campionato) l’ex giallorosso è il terzo per il giocatore, sia decisamente il migliore della sua giocatore di movimento della rosa più utilizzato sua carriera da professionista, addirittura in crescen- da mister Pecchia (viene chiaramente esclu- do rispetto all’annata di Avellino, dove dopo 11 turni so da questa classifica l’intoccabile Nicolas Tolto il portiere Nicolas, Verde è il terzo giocatore più utilizzato. Perfino più di Pazzini foto Daniele Buffa/Image Sport TMWmagazine 24
EDITORIALE JUVENTUS RIVOLUZIONE INATTESA Marco #JUVENTUS CONTERIO #PJACA re al meglio e @marcoconterio per crescere ancora. Nella Il ritorno dopo un lungo calvario. tra due gare, novantatre in tre partite in Champions sua seconda, Può essere lui il vice Higuain League dove Pjaca ha siglato finora l’unica rete bian- nuova, vita in L conera quando ha aperto le danze nel 2-0 del Dragao bianconero. contro il Porto. e notizie che il ventinove marzo arriva- rono dal Santa Katarina di Zabok fecero Adesso, in casa Juventus, ci si interroga su dove possa disperare la Juventus. Le lacrime estoni giocare Pjaca una volta rientrato. Perché la scorsa di Marko Pjaca sono quelle di un talen- stagione non ha trovato molto spazio ed era una rosa to che fa crack. Rottura al legamento senza troppi esterni, giusto per usare un eufemismo. crociato durante l’esperienza con la Adesso, Federico Bernardeschi e Douglas Costa Nazionale e, dalla clinica specializzata in ortopedia a hanno rinforzato la formazione di Allegri e, visto che trenta chilometri da Zagabria, arrivò l’amaro responso. Mario Mandzukic ha oramai messo le tende sull’e- Al 64’ della gara con la maglia della Croazia, Pjaca sterno mancino della trequarti, la sensazione è che uscì dal campo di Tallin con le mani sul volto. Lacri- Pjaca possa diventare il vice Gonzalo Higuain accen- me, attesa, ansia. Poi un lungo stop, un recupero che trando il suo raggio d’azione. da marzo è terminato a inizio novembre quando è tornato a disposizione prima In estate, nonostante l’infor- della Primavera di Alessandro tunio, in fondo la Juventus Dal Canto e poi della prima “Credo tanto in Pjaca”, ha detto di no alla cessio- squadra di Massimiliano Alle- gri. Per l’ultima prima della ammette il ct della ne. Che fosse in prestito o a titolo definitivo. La Fioren- sosta contro il Benevento non Croazia tina ci ha provato, col è stato convocato ma a breve direttore sportivo sarà a tutti gli effetti pronto per viola Panta- tornare a giocare in campo. leo Corvino che ha provato a chie- dere l’inserimento di Pjaca quale “Questo incidente di percorso non fermerà la tua parziale contropartita nell’affare carriera”, gli scrisse tramite Twitter Massimiliano Alle- relativo a Federico Bernardeschi. gri. Per Marko Pjaca un percorso lungo, fatto di fatica Giuseppe Marotta e Fabio e di lavoro. In gruppo è rientrato, seppur parzialmente, Paratici, dg e ds bianconeri, a metà ottobre. “Bello riaverti con noi”, lo riaccolse sui ci hanno pensato e lo stesso social Sami Khedira, centrocampista tedesco di casa ha fatto anche il ventiduen- Juventus. Non vedeva l’ora di riammirarlo con le scar- ne di Zagabria. Che poi ha pette anche il ct della Croazia. “In lui credo tanto”, ha deciso, lui come la Vecchia ammesso Zlatko Dalic. In bianconero, Pjaca ha finora Signora. Meglio restare giocato quattordici partite in Serie A ma per ‘soli’ 448 a Torino, per recupera- minuti totali. Trentaquattro quelli in Coppa Italia divisi TMWmagazine foto Daniele Buffa/Image Sport 25
EDITORIALE MILAN LUCE IN FONDO AL TUNNEL Antonio #MILAN VITIELLO #BONUCCI @AntoVitiello Acquistato come top player in estate, Leonardo Bonucci ha inciso in negativo sull’avvio di stagione del Milan Il crollo dell’ex Juve è stato pesante. Col Sassuolo segnali T imidi segnali di ripresa. Può di ripresa essere intesa così l’ultima prova di Leonardo Bonuc- sierito troppo e in campo non ha di essere all’altezza, era solo colpa mia. Devo dimo- ci prima della sosta per i giocato mai con serenità. Ecco strare tutti i giorni di essere tornato, non bastano due playoff dell’Italia, contro perché l’avvio è stato negativo, partite fatte bene. Voglio ricambiare la fiducia della il Sassuolo si è rivista la ma ora il difensore della Nazio- società e dell’allenatore che mi hanno voluto”. Il Milan versione bianconera del difensore più nale ha capito dove sbagliava, è in ritardo sulla tabella di marcia, con questo passo pagato d’Italia. Da quando è arrivato al ha fatto un esame di coscienza da lumaca non raggiungerebbe l’obiettivo prefissato Milan non ha mai spostato gli equilibri, in e ha deciso di ripartire da zero, in estate, ovvero rientrare tra le prime quattro a fine alcune partite Leo non ha inciso in positi- come se fosse un ragazzino stagione, e la fotografia dell’inizio stentato è quella di vo ma addirittura è stato uno dei peggio- all’esordio in serie A, accanto- Bonucci. Doveva essere lui il valore aggiunto, l’ago ri in campo. Il peso delle responsabilità nando la sua storia gloriosa della bilancia, invece non ha ancora dato il suo reale l’ha schiacciato, in alcune situazioni è alla Juventus. Ad incidere contributo. Con il Sassuolo un piccolo passo avanti, la diventato insostenibile, peggiorando sulle sue prestazioni, oltre speranza per il club che il vero Leonardo sia finalmen- poi di giorno in giorno fino all’episo- alle situazioni interne allo te tornato, perché con il suo importante contributo la dio della gomitata ad Aleandro Rosi spogliatoio, c’è stata squadra potrà risalire la classifica con più rapidità. in Milan-Genoa. E’ stato il punto più anche l’etichetta di Tutto dipende da Bonucci e dalla sua trasformazione, basso toccato da Bonucci in questa difensore più pagato il reset c’è stato durante le due giornate di squalifica prima parte di avventura rossonera, da della serie A, acqui- che gli hanno fatto saltare le partite contro Chievo qual cartellino rosso però qualcosa è stato a luglio per e Juve, ora però deve iniziare a dare continuità alle cambiato. “L’espulsione e le due gior- 40 milioni di prestazioni dopo il match positivo a Reggio Emilia. Il nate mi hanno permesso di lavorare, euro (compre- crollo, l’agonia e ora la lenta risalita. di mettere benzina e di togliermi un s o De Sciglio), po’ di pressioni che avevo addosso, e arrivato tra la sia per prestazioni non all’altezza sia folla di Casa Milan per il passaggio estivo, mi ero creato c o m e salvatore troppe aspettative, ho fatto un passo della patria, c o m e indietro”, ha dichiarato Bonucci dopo giocatore in grado la vittoria scaccia crisi a Reggio Emilia. di spostare gli equi- Un eccesso di responsabilità, compre- libri: “Se sono arrivate so l’investitura della fascia da capitano le critiche è perché tolta a Montolivo, ha messo in difficol- non avevo dimo- strato foto Daniele Buffa/Image Sport tà Bonucci. Le critiche lo hanno impen- TMWmagazine 26
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