"BIOGAS-DONE-RIGHT" 10-11-12-17-18 Novembre 2020 - Veneto Agricoltura

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"BIOGAS-DONE-RIGHT" 10-11-12-17-18 Novembre 2020 - Veneto Agricoltura
“BIOGAS-DONE-RIGHT”
                       Il biogas fatto bene

10-11-12-17-18                                                                       Corso on-line
Novembre 2020                                                                        Formazione a
                                                                                         Distanza

  BIOMETANO SISTEMI DI UPGRADING E STATO
                DELL’ARTE
                              Donatella Banzato
           PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
"BIOGAS-DONE-RIGHT" 10-11-12-17-18 Novembre 2020 - Veneto Agricoltura
INTRODUZIONE

PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
"BIOGAS-DONE-RIGHT" 10-11-12-17-18 Novembre 2020 - Veneto Agricoltura
INTRODUZIONE

Possibili sviluppi della filiera del biogas

   Fonte: CRPA

                     Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
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RAGGIUNTI GLI OBIETTIVI PER LE RINNOVABILI ELETTRICHE E TERMICHE!!!

L’Italia, attraverso il Piano di Azione Nazionale (PAN) per l’energia rinnovabile e in recepimento
della Direttiva 2009/28/CE, stabilisce obiettivi, misure, tempi e indicatori per il raggiungimento
graduale degli obiettivi previsti al 2020 e successivamente al 2030.

Nel 2014, l’Italia aveva già superato l’obiettivo delle fonti rinnovabili al 2020 pari al 17%.
Per quanto concerne i singoli settori, la quota minima dei consumi complessivi di energia
coperta da fonti rinnovabili è stata ampiamente raggiunta nel settore elettrico e in quello
termico.

                                E IL SETTORE DEI TRASPORTI?????

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, la direttiva Direttiva 2009/28 del Parlamento europeo e
del Consiglio sulla promozione dell’uso delle fonti rinnovabili di energia ha assegnato all’Italia
l’obiettivo vincolante di raggiungere entro il 2020 una quota dei consumi finali lordi di
energia nel settore Trasporti coperta da FER almeno pari al 10%.

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Una successiva Direttiva 2015/1513 del Parlamento europeo e del Consiglio – direttiva ILUC -ha definito norme
precise sulla qualità dei carburanti e nuove classificazioni dei biocarburanti che prevedono per esempio
che, ai fini del raggiungimento del target, si debbano considerare i soli biocarburanti sostenibili, che
“garantiscono risparmi di emissioni di gas a effetto serra generate dall’intera catena di produzione, crescenti
nel tempo, rispetto ai carburanti di origine fossile”. La direttiva inoltre sostiene lo sviluppo di biocarburanti
prodotti a partire da rifiuti, residui, materie cellulosiche di origine non alimentare e materie ligno-cellulosiche.

Come si vede nel grafico nel 2017 il dato relativo ai consumi di FER nel settore Trasporti (circa 2 Mtep) è in
calo rispetto ai due anni precedenti, e più basso del dato di 2,8 Mtep previsto dal PAN.

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Nel 2017 la percentuale dei Consumi finali lordi complessivi di energia nel settore Trasporti
coperta da FER è pari al 6,5%, inferiore di circa 1,5 punti percentuali rispetto alla traiettoria
prevista dal PAN, e di circa 1 punto percentuale rispetto al 2016 (rapporto dati GSE).

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A dicembre 2018 è stata inoltre pubblicata la nuova direttiva europea (RED II) che definisce i
target europei al 2030 sulle fonti rinnovabili e per il settore dei trasporti ha fissato un obiettivo
minimo al 2030 di consumi coperti da fonti rinnovabili pari al 14%, che in realtà, si legge nel
Rapporto del GSE, “è in capo ai fornitori di prodotti energetici al settore dei trasporti e non appare
pertanto esattamente da intendersi come un obiettivo nazionale; e inoltre non è confrontabile con il
target del 10% fissato per il 2020, in quanto dovrà essere calcolato con criteri”.

L’Italia ha presentato a gennaio 2019 il documento programmatico Piano Nazionale Integrato
Energia e Clima (PNIEC) per il periodo 2021-2030 che si sviluppa su 5 linee di intervento per
avviare il nostro paese verso la decarbonizzazione.

La Commissione Europea ha però chiesto, a noi come ad altri paesi, una maggiore ambizione per
raggiungere i target climatici al 2030.

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INTRODUZIONE

La soluzione dal biometano!

  Fonte: CRPA

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Perché il biometano?

 Nel nostro Paese coesistono tre importanti elementi, NON presenti in nessun
                           altro Paese al mondo!

                                                   Elevata presenza di impianti di biogas

                                              Rete gas naturale tra le più estese al mondo

                                         Maggior mercato europeo di auto a gas: 3.264.755
                                                  di cui 1.004.982 a metano (Dati ACI).
                                         Primo Paese europeo come numero di impianti di
                                          distribuzione metano per auto in Europa (1.634
                                                     funzionanti a novembre 2020
                                                      34,25% sul totale europeo)

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Il biometano è una delle fonti
                                                      energetiche più pulite rispetto alle
                                                      alternative oggi possibili: una
                                                      vettura alimentata a biometano
                                                      produce emissioni di gas a effetto
                                                      serra paragonabili a quelle di una
                                                      vettura elettrica alimentata da un
                                                      parco eolico, oltre ad avere
                                                      bassissime emissioni di particolato.

                                                     *valori espressi in gCO2eq/km
                                                     **Veicolo di riferimento: motore a scoppio con consumo
                                                     di 7 litri di benzina per 100 km

                                                     Fonte: Dena, Agenzia tedesca per l’energia

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DEFINIZIONI

Metano

Su qualsiasi testo didattico di chimica organica si trovano i concetti-base associati al
metano: brevissimamente si può ricordare che si tratta di un idrocarburo, in
particolare la più semplice molecola (CH4) della famiglia degli alcani, costituita
esclusivamente da carbonio e idrogeno i cui legami formano una struttura tetraedrica
(angolo 109,5°) perfettamente simmetrica in cui la polarità dei singoli legami
carbonio-idrogeno viene annullata.

Gas naturale

In base a quanto riportato nella Norma UNI EN ISO 14532, conosciuta anche come
“Vocabolario del Gas Naturale” il gas naturale “non è” sinonimo di metano, bensì si
tratta di ”una miscela complessa di idrocarburi, composta principalmente da metano,
ma che generalmente include, quantità sensibilmente minori di etano, propano e
idrocarburi superiori e alcuni gas non combustibili come ad esempio azoto e anidride
carbonica”.

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Biogas

Il biogas è costituito da una miscela di gas provenienti dalla degradazione biologica
da parte di specifici batteri di substrati organici di varia origine (reflui zootecnici,
colture dedicate, FORSU, scarti di produzione agroalimentare, biomasse
agroforestali,) mediante un processo di digestione anaerobica. Secondo la norma
UNI 10458:2011 il biogas viene definito come “miscela gassosa prodotta nel corso
del processo di digestione anaerobica costituita in prevalenza da metano, anidride
carbonica e, in piccole quantità, da impurezze quali idrogeno, azoto, ossigeno, acido
solfidrico, mercaptani, ammoniaca e acqua”.

Biometano

La normativa italiana definisce il biometano come quel gas ottenuto a partire da fonti
rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del
gas metano e, quindi, idoneo alla immissione nella rete del gas naturale.
Avente un contenuto di metano variabile ma di regola superiore al 97%, il biometano
può essere utilizzato come carburante per l’autotrazione, anche attraverso una
miscelazione, in qualsiasi percentuale, con il metano di origine fossile. Altri possibili
impieghi sono l’immissione nella rete di trasporto o di distribuzione del metano
oppure per la produzione di energia elettrica e termica.

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Filiera schematica biogas/biometano

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TECNOLOGIE DI UPGRADING

  PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
Trasformazione del biogas in biometano
Il biogas ha una composizione variabile, influenzata soprattutto dall’alimentazione.
Nel caso d’uso di biomasse agricole o di FORSU mediamente ha un contenuto di metano (CH4)
dal 55% al 65%. Il secondo principale componente è l’anidride carbonica (CO2) con un contenuto
dal 35 al 45%; inoltre contiene, in piccole percentuali, idrogeno solforato (H2S), ammoniaca
(NH3), vapore acqueo (H2O).

Per trasformare il biogas in biometano (garantendo una qualità analoga, se non superiore, a
quella del gas naturale in rete) è necessario aumentare la concentrazione di CH4 .

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Trasformazione del biogas in biometano

La trasformazione del biogas a biometano avviene attraverso due passaggi fondamentali:

1. Purificazione- Serve ad eliminare alcuni composti presenti in piccola quantità nel biogas (p.e.
   azoto, ossigeno, ammoniaca, idrogeno solforato, ecc.).
2. Upgrading - Rimozione dell’anidride carbonica. Essendo il metano un gas inodore, nel caso il
   biometano debba essere immesso in rete è necessario odorizzarlo aggiungendo una
   particolare sostanza facilmente percepibile all’olfatto.

Aumentando ulteriormente il contenuto di metano ed abbassando la temperatura ben al di sotto
dello zero (circa -150°C) è possibile trasformare il biometano dalla fase gassosa (bioGNC) a
quella liquida (bioGNL). Ciò consente di ridurre enormemente il volume di stoccaggio di questo
biocarburante concentrando l’energia in esso contenuto.
Grazie a queste caratteristiche il biometano liquido può essere usato nel settore trasporti (in
particolare pesante e marittimo) favorendo la sostituzione dei carburanti tradizionali più inquinanti.

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COME SI ARRIVA AL BIOMETANO

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Quale tecnologia scegliere
La rimozione dell’anidride carbonica viene effettuata attraverso due principali tipologie di
upgrading:

• tecnologie di assorbimento, funzionali all’eliminazione da una miscela gassosa di uno o più
componenti ottenuta mediante l’impiego di opportuni liquidi o solidi (assorbimento fisico, chimico e
Pressure Swing Adsorption, Pressure Swing Adsorption);

• tecnologie di separazione, basate sulla diversa permeabilità ai gas di barriere selettive
(separazione a membrana) o sulle diverse temperature di condensazione dei gas (separazione
criogenica).

  Non esiste una tecnologia incontrovertibilmente migliore rispetto alle altre ma è sempre
    opportuno adattare la miglior tecnologia disponibile alle condizioni di ciascuna specifica
                                         applicazione.

  La scelta ottimale dal punto di vista tecnico-economico sarà sempre condizionata da qualità e
  quantità del biogas grezzo disponibile, così come dal funzionamento specifico dell’impianto di
  digestione anaerobica, dalla tipologia e disponibilità dei substrati in esso utilizzati e infine dalla
               qualità desiderata e dalla destinazione d’uso del biometano prodotto.
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Scrubbing ad acqua pressurizzata (PWS - Pressurized Water Scrubbing)

Questo tipo di assorbimento fisico si basa sul fatto che in acqua la solubilità del metano è decisamente inferiore
a quella dell’anidride carbonica (fino a 26 volte a 25 °C).
È sempre consigliabile un pretrattamento per rimuovere l’acido solfidrico, altamente corrosivo in fase acquosa,
fonte di cattivi odori e di problemi operativi. L’impianto può essere a singolo passaggio, senza rigenerazione
dell’acqua, o ad assorbimento rigenerativo. La seconda tipologia, più moderna ed efficace, prevede il riutilizzo
dell’acqua in modo continuo e una piccola reintegrazione di acqua fresca di volta in volta così da mantenere la
quantità necessaria al processo.

Negli impianti PWS di nuova generazione si ottiene un biometano di elevata purezza (> 98% in metano).
Tuttavia, il sistema richiede grandi portate d’acqua di lavaggio (che comportano lo smaltimento di quantità
consistenti di acqua di scarico acidificata), le dimensioni delle apparecchiature necessarie sono considerevoli e
alti i costi d’installazione, ammortizzabili via via che le capacità produttive aumentano. Altrettanto elevate
risultano le spese energetiche per un adeguato controllo delle temperature, da cui dipende la solubilità
dell’anidride carbonica. Infine, essendo il flusso di biometano prodotto saturo d’acqua, il processo necessita di
una fase finale consistente nell’essicazione del gas.

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Scrubbing con solventi

Questo processo di assorbimento fisico, prevede l’utilizzo di solventi organici al posto dell’acqua.
È del tutto simile al sistema visto precedentemente.
Tuttavia, la solubilità dell’anidride carbonica, fino a 5 volte più elevata nei solventi, riduce le portate di liquido da
ricircolare.
Le prestazioni in termini di qualità e recupero di metano sono simili al PWS.
Le dimensioni impiantistiche più ridotte, fanno sì che il Capex risulti inferiore, mentre l’Opex è superiore poiché i
solventi sono più costosi dell’acqua, così come il loro smaltimento finale.

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Scrubbing con ammine (assorbimento chimico)

Lo scrubbing chimico dopo l’assorbimento fisico in un liquido di lavaggio (nello specifico ammine) è seguito da
una reazione chimica tra questo liquido e i componenti presenti nel gas trattato. Questa reazione chimica ha il
vantaggio di essere fortemente selettiva e la quantità di metano assorbito nel liquido è bassissima; ne risultano
una purezza (99%) e un recupero elevatissimi (>99,9%). L’alta affinità dell’anidride carbonica con le soluzioni
amminiche fa sì che questi solventi siano quelli più utilizzati anche perché, negli scrubber amminici la pressione
di esercizio necessaria è più bassa a quella degli scrubber ad acqua o a solvente organico.

                                                                                          Il processo deve essere operato
                                                                                         applicando le dovute cautele: le
                                                                                         ammine sono infatti prodotti
                                                                                         chimici potenzialmente molto
                                                                                         pericolosi. Il maggiore svantaggio
                                                                                         rispetto alle altre soluzioni sta
                                                                                         tuttavia     nella     necessità    di
                                                                                         rigenerare la soluzione satura fino
                                                                                         a circa 160 °C, richiedendo una
                                                                                         quantità di energia piuttosto
                                                                                         elevata.      Inoltre,    a     causa
                                                                                         dell’evaporazione del liquido di
                                                                                         lavaggio, una certa parte di
                                                                                         soluzione amminica deve essere
                                                                                         continuamente        reinserita   nel
                                                                                         circuito, con costi operativi non
                                                                                         indifferenti

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PSA - Pressure Swing Adsorption

Questa tecnologia prevede l’utilizzo di un adsorbente solido che presenti almeno uno dei requisiti seguenti:
• alta selettività rispetto all’anidride carbonica, con la quale crea legami più forti rispetto a quelli che crea col
metano a causa delle diverse forze di interazione con la sua superficie (adsorbente termodinamico);
• pori “regolabili” in maniera tale che l’anidride carbonica, che ha un diametro cinetico più piccolo del metano,
penetri e venga trattenuta, mentre le molecole di metano non vi si possano diffondere (adsorbente cinetico).
I materiali più utilizzati sono dei setacci molecolari a base di carbonio o di zeoliti, dei titano-silicati o anche dei
carboni attivi. In genere, poiché anche l’acqua e l’acido solfidrico presenti nel biogas vengono assorbiti su questi
materiali solidi, è raccomandabile un trattamento di disidratazione e di desolforazione a monte della PSA così da
non comprometterne l’efficienza di assorbimento dell’anidride carbonica.
Il sistema PSA consente di produrre un biometano con un contenuto medio di metano tra 97 e 98%.
Richiede apparecchiature compatte e con dimensioni in pianta abbastanza limitate, idonee anche
all’installazione presso impianti di piccole dimensioni. I costi d’investimento sono piuttosto contenuti.
                                                                       Tuttavia, i processi PSA sono caratterizzati da
                                                                       una dispersione di metano maggiore rispetto
                                                                       agli altri sistemi di assorbimento fisico e in
                                                                       molti casi la resa non è superiore al 95%.

                     Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
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Separazione a membrana

Questa tecnologia si basa sulla permeabilità selettiva di alcuni materiali nei confronti di gas diversi sotto l’azione
di una differenza di pressione, di concentrazione e/o di temperatura. Le membrane per il biogas upgrading sono
totalmente permeabili all’anidride carbonica e in misura considerevole ad acido solfidrico, ossigeno e azoto.
Il metano passa solo in misura ridottissima, lavorano ad una pressione tra 6 e 20 bar. Per ottenere
concentrazioni superiori al 97% bisogna combinare in modo ottimale la tipologia di membrane e il loro design
attraverso un approccio multistadio a moduli paralleli, così da garantire una sufficiente superficie di contatto e di
passaggio. Tipicamente le membrane sono costituite da materiali polimerici altamente selettivi per la
separazione del metano e dell’anidride carbonica che presentano una certa robustezza. Gli impianti risultano
piuttosto compatti e flessibili per piccole-medie produzioni, non particolarmente complessi e con una perdita di
metano quasi nulla. Tra gli svantaggi della separazione a membrane, la necessità di diversi pretrattamenti: la
desolforazione, cioè la rimozione dell’acido solfidrico che altrimenti danneggerebbe le membrane, la rimozione
dell’acqua (di solito tramite raffreddamento e condensazione) e delle eventuali polveri per proteggere
compressore e membrane. Inoltre, il consumo energetico dovuto alla compressione e l’esigenza di sostituire
periodicamente le membrane (ogni 3 - 5 anni in base al tipo di membrana e quantità di moduli installati), hanno
un certo impatto sui costi operativi.

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Separazione criogenica

Questa tipologia di upgrading è ancora poco diffusa, ma risulta un’ottima soluzione per chi sceglie l’LNG.
Si basa sul principio che, data una certa pressione, ad ogni gas corrisponde una temperatura di condensazione
differente: il punto di ebollizione del metano (-161,5 °C) è più basso di quello dell’anidride carbonica (-78,2 °C).
Si lavora sempre a pressioni più elevate di quella atmosferica perché in questo caso si è molto vicini al punto di
solidificazione dell’anidride carbonica e si potrebbero verificare delle occlusioni nelle tubazioni.

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Diffusione delle tecnologie in Europa
 Dall’ultimo report elaborato da EBA 2020 sui dati 2018, risulta che la tecnologia più utilizzata in Europa per
 l’upgrading del biogas a biometano, è lo scrubbing ad acqua (18% sul totale).
 E’ interessante notare nello stesso studio, come tali impianti siano concentrati per la maggior parte nei Paesi del
 nord Europa.

 Nella scelta della tecnologia, infatti, oltre alle prestazioni, è importante considerare il contesto dove lo stesso
 deve essere realizzato.

Fonte - Elaborazione dati da EBA Statistical Report 2020

                        Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
STATO DELL’ARTE

PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
Con la progressiva affermazione delle tecnologie per la produzione di biogas, a partire dal 2011
 si registra un aumento consistente della quantità di biometano prodotto in Europa. In questo
 periodo, lo sviluppo della normativa di riferimento e i sistemi incentivanti, hanno infatti
 incrementato la domanda di mercato e stimolato il progresso tecnologico.
 In particolare, il numero di impianti al 2017 era di circa 540 unità, in 15 paesi europei.
 Nell’ultimo report 2020 l’EBA ne ha censiti 610 (70 nuovi impianti rispetto all’anno precedente),
 con 18 paesi europei coinvolti.

Evoluzione del numero di impianti di biometano in Europa

Fonte - Elaborazione dati da EBA Statistical Report 2018

                        Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Distribuzione degli impianti di biometano in Europa per Paese nel 2017 e nel 2018

Fonte - Elaborazione dati EBA Statistical Report 2018/2020

                      Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Legata all’aumento degli impianti, anche la produzione di biometano è stata caratterizzata da una
crescita particolarmente intensa negli ultimi anni: la produzione è passata da 752 GWh nel 2011 a
19.352 GWh nel 2017, circa 1,9 miliardi di metri cubi, a fronte di un consumo di gas in Europa pari
a circa 490 miliardi di metri cubi.

 Evoluzione della produzione di biometano in Europa

 Fonte - Elaborazione da EBA Statistical Report 2018

                       Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Le materie prime utilizzate per la produzione di biometano variano notevolmente da paese a paese. La
Germania, ad esempio, ha una netta maggioranza di impianti a biometano proveniente da colture energetiche
dedicate. Il caso tedesco rappresenta un’eccezione in Europa, in quanto la maggior parte dei paesi dell’UE
utilizza residui agricoli (come Danimarca, Francia e Regno Unito), rifiuti (come Finlandia e Spagna), fanghi di
depurazione (come Svizzera e Svezia) o una combinazione di essi.

 Fonte - Elaborazione dati EBA Statistical Report 2020

                        Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Tra le possibili forme di utilizzo del biometano, l’uso nel settore trasporti è stato incoraggiato con politiche di
incentivazione mirate, che hanno portato a risultati significativi in numerosi paesi del continente europeo:

✓ In Germania sono 120 le stazioni di rifornimento di bio-GNC (100% biometano) e 170 quelle di miscele di
  biometano.

✓ In Finlandia, nel 2016, oltre un quarto della produzione di biometano è stata destinata ai trasporti.

✓ La Norvegia aveva definito come obiettivo quello di raggiungere 1TWh di produzione di biometano entro il
  2020, da destinare in gran parte al settore dei trasporti (bio-GNC o bio-GNL).

                                                                  ✓ In Svezia sono state installate 175 stazioni di
                                                                    rifornimento di bio-GNC e 6 stazioni di bio-GNL.
                                                                    Inoltre, nel 2017 l’88% del biometano prodotto è
                                                                    stato destinato al settore dei trasporti

                                                                  ✓ I Paesi Bassi hanno una rete di oltre 150 stazioni di
                                                                    rifornimento di GNC. Inoltre, le aziende energetiche
                                                                    stanno iniziando ad offrire biometano alle famiglie. A
                                                                    tal fine, Gasunie, uno dei maggiori operatori del
                                                                    trasporto gas, sta lavorando all’implementazione di
                                                                    una piattaforma in cui i consumatori possono
                                                                    acquistare certificati che attestano la produzione di
                                                                    biometano per rendere verde l'uso del gas in casa

                                                                  ✓ In    Svizzera   il   biometano     è    utilizzato
                                                                    prevalentemente per la mobilità e nel 2015 oltre il
 Fonte - Elaborazione dati EBA Statistical Report 2020              24% del combustibile gassoso era rappresentato dal
                                                                    biometano.
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Il biometano in Italia
                                        Nell’ultimo report dell’EBA, vengono forniti i
                                        dettagli, per Paese, degli impianti biometano
                                        entrati in funzione negli ultimi anni.
                                        Come si evince dalla tabella a lato, sono 18 in
                                        totale gli impianti entrati in funzione dal 2017 al
                                        2020 nel nostro Paese.
                                        La materia prima maggiormente utilizzata per
                                        l’alimentazione è la FORSU.
                                        La maggior parte degli impianti genera
                                        biometano per il settore dei trasporti (13 impianti
                                        su 18), e la tecnologia più utilizzata per
                                        l’upgrading è la separazione a membrane.

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

  PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
Nel corso degli anni sono state definite diverse modalità di incentivazione del biometano, per assicurarne lo
sviluppo. Specifiche misure volte ad incentivarne l’immissione nella rete del gas naturale sono state previste per
la prima volta con la Direttiva 2009/28/CE e recepite nella normativa nazionale con l’articolo 21 del D.Lgs. 3
marzo 2011, n. 28.

Un quadro normativo favorevole allo sviluppo del biometano è essenziale per il raggiungimento degli obbiettivi
sulle rinnovabili fissati per il settore dei trasporti. In Italia, alla data odierna, il Decreto interministeriale 2 marzo
2018 rappresenta lo strumento principale per il conseguimento di tali obiettivi.

 Normativa inerente al biometano

                       Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
IL DECRETO BIOMETANO
A partire dal 13 dicembre 2016 e fino al 13 gennaio 2017 è stata messa in consultazione pubblica la bozza del
decreto interministeriale per l’utilizzo del biometano e dei biocarburanti, il cosidetto Decreto biometano BIS.
Anche se le informazioni si riferiscono al documento pubblicato in bozza di consultazione, esistono importanti
novità e semplificazioni rispetto al precedente D.M. 5 dicembre 2013.

Nel dettaglio, il decreto si applica a tutti nuovi impianti per la produzione di biometano e a quelli esistenti
riconverti, che entrino in esercizio entro il 31 dicembre 2022, rispettando il limite massimo di producibilità
complessivamente incentivata di 1,1 miliardi di mc/all’anno (rivedibile).

Schema del D.M. Biometano

          A – Biometano immesso                               B – Ritiro biometano                          C – Riconversione di
              in rete destinato ai                           avanzato immesso in                              impianti a biogas
                    trasporti                                rete per autotrasporto                               esistenti
                   (art. 5)                                           (art. 6)                                     (art. 8)

Fonte: Nostra elaborazione

                             Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Il sistema di incentivazione proposto nel decreto vale per impianti nuovi e per la riconversione di
impianti esistenti.
L’incentivazione è prevista per 2 casistiche di impianto:

● Biometano per autotrasporti con vendita a libero mercato
● Biometano per autotrasporti con cessione al GSE in ritiro dedicato

Non è prevista l’immissione in rete senza destinazione specifica.

Norme generali

-   obbligo di rispetto degli standard di conformità per il Biometano
-   apparati di misura e controllo a norma di legge
-   connessione a rete privata o rete “pubblica” o uso carro bombolaio + distributore
-   possibilità di riconversione o potenziamento di impianti biogas elettrici

BIOMETANO AVANZATO:
-durata incentivo di 10 anni a prezzo CIC garantito. Poi CIC a mercato.
-impiego esclusivo di matrici per biometano avanzato (o almeno il 70% con taglio incentivo)
Qualche informazione in più…..

Chi sono i soggetti obbligati?
L’incentivazione dei biocarburanti impiegati nei trasporti è disciplinata dall’articolo 33 del Decreto Legislativo 3
marzo 2011, n.28 con il quale si conferma il meccanismo disciplinato dal Decreto del MIPAAF 29 aprile 2008,
n.110.
Tale norma, in linea con le direttive europee, ha introdotto nel nostro Paese l’obbligo per i fornitori di benzina e
gasolio (di seguito Soggetti Obbligati) di immettere in consumo una quota minima di biocarburanti, al fine di
svilupparne la filiera, aumentarne l’utilizzo e limitare l’immissione di CO2 in atmosfera.
Il quantitativo minimo annuo di biocarburanti che i Soggetti Obbligati devono immettere in consumo è calcolato
sulla base del contenuto energetico di benzina e gasolio forniti nell’anno precedente - espresso in Gigacalorie
(Gcal) - ponderato secondo percentuali definite dalla normativa vigente.

                     Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Qualche informazione in più…..

Cos’è il Double Counting?
L’ art.4, comma 3 e comma 6 del decreto, specifica che, nel caso in cui il biometano per autotrasporto sia prodotto
esclusivamente da uno o più delle materie elencate negli allegati al degreto (principalmente sottoprodotti, reflui o
FORSU), è prevista una maggiorazione (come da dlgs 28/1), denominata Double Counting: sarà sufficiente
l’immissione in consumo di un quantitativo di biocarburanti pari 5 Gcal per avere diritto ad un CIC.
                      Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
A) Biometano ceduto a libero mercato (art. 5, art. 6 comma 9)
l biometano prodotto in un impianto biogas viene, in alternativa:
● Destinato ai trasporti con distributore proprio
● Venduto a terzi a fini di autotrasporto con immissione in rete (gasdotto o carro bombolaio).

Se si vende in proprio si incassa:
● il prezzo di mercato concordato con l’acquirente
● un incentivo di 1 CIC ogni 10 Gcal (circa 1.250 Smc). Il CIC fluttua sul mercato (da 150 a 400 €)

Se si usano solo reflui, colture a basso impatto (sorgo, triticale, loietto) ed altre specifiche matrici (allegato IX
Dir. 28/2009/CE) i CIC raddoppiano (double counting).
Se si vende ad un distributore “pertinente” il numero dei CIC viene incrementato del 20% nel limite del 70% del
costo di investimento del distributore.
E’ ammesso un massimo del 30% di prodotti agricoli con un taglio del 30% del double counting.

Facciamo un esempio di impianto a sottoprodotti (es. Reflui zootecnici) e triticale che vende tramite distributore
proprio:
● Prezzo medio di cessione al distributore di 0,57 €/kg pari a 0,39 €/Smc (lasciando un margine al distributore)
per biometano compresso a 216-220 bar.
● Cede 1 CIC ogni circa 625 Smc a 250 €/CIC = 0,39 €/Smc di incentivo. Incassa circa 0,75 €/Smc
Fino alla concorrenza del 70% della spesa sostenuta, si incassa anche un incremento del 20% del CIC per la
realizzazione di un distributore pertinente all’impianto.

                    Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
B) Biometano ceduto al GSE (art. 6)
Il biometano AVANZATO viene, in alternativa:
● Destinato ai trasporti con distributore proprio o vendita a soggetti terzi per l’impiego nei trasporti
● Immesso in rete e ceduto al GSE che provvede al collocamento sul mercato dei trasporti

Se si vende in proprio si incassa:
● il prezzo di mercato (attualmente circa 0,19 €/Smc a mercato libero, circa 0,4 €/Smc se venduto direttamente
tramite proprio distributore)
● un incentivo di 1 CIC ogni 5 Gcal (circa 625 Smc) ad un valore di 375 €/CIC

Se si cede al GSE si incassa:
● Il prezzo di mercato (prezzo medio mensile GME -5%, attualmente circa 0,19 €/Smc)
● Un incentivo di 1 CIC ogni circa 625 Smc di BM al prezzo minimo garantito di 375 € a CIC Si usano solo
matrici da biometano avanzato (es. Reflui zootecnici, colture a basso impatto come sorgo, triticale, loietto).

E’ ammesso un massimo del 30% di prodotti agricoli con un taglio del 30% del double counting

Facciamo un esempio di impianto a sottoprodotti (es. Reflui zootecnici) e triticale che cede al GSE:
● Prezzo medio di vendita del BM di 0,19 €/Smc
● Cede 1 CIC ogni circa 625 Smc a 375 €/CIC = 0,59 €/Smc di incentivo. Incassa circa 0,78 €/Smc In caso di
vendita a distributore pertinente con ipotesi CIC a 375 € si ha una tariffa di 0,91 €/Smc. Fatturato complessivo
(escluso rimborso distributore): circa 1.7 M€/anno con 250 Smc/h = 1MWe

                     Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
C) Riconversione di impianti biogas elettrici (art. 8)
In caso di riconversione parziale gli incentivi sono garantiti al 100% solo nel caso della
destinazione trasporti e se si accettano tutte queste condizioni:

✓ L’energia elettrica immessa deve essere ridotta del 30% rispetto alla media storica (riduco la
  produzione del 30%)
✓ Adeguo la dieta ai requisiti del DM biometano (solo reflui, sottoprodotti, triticale, sorgo, loietto
  o max 30% mais con taglio tariffa biometano).
✓ Mi riconverto al massimo tre anni prima della fine dell’incentivo sull’elettrico

In caso di riconversione totale alla fine dell'incentivo dell'elettrico, i CIC sono riconosciuti in
misura pari al 70% di quelli spettanti ai nuovi impianti.

Il periodo di incentivazione del biometano è di 10 anni. E’ possibile una riconversione parziale
(es. Riduco al 70% l’elettrico ed aumento del 70% la produzione di biogas rispetto a prima).
L’incentivo elettrico è invariato in importo e durata.

                  Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Sintesi del diritto a ricevere i CIC per l’immissione in consumo di biometano

                 Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Nel caso di tariffa onnicomprensiva, il corrispettivo erogato comprende la remunerazione dell’energia elettrica
che viene ritirata dal GSE. Invece, nel caso di incentivo, l’energia elettrica resta della disponibilità del
produttore. I valori delle tariffe incentivanti base e degli eventuali premi (ottenibili con cogenerazione ad alto
rendimento CAR) sono schematizzati nella seguente tabella (gli anni di vita utile dell’impianto indicano il
periodo di incentivazione):

Per ottenere un confronto corretto, è dapprima necessario ipotizzare un fattore di conversione per la tariffa
onnicomprensiva, riferendola all’energia termica invece che all’energia elettrica. Considerando che la quasi
totalità della produzione di energia elettrica da biogas avviene per mezzo della sua combustione in un motore a
combustione interna, è possibile ipotizzare un rendimento del 40%, essendo quest’ultimo un frequente valore
medio per questa tipologia di applicazioni.
                     Biogas-done-right – Biometano sistemi di upgrading e stato dell’arte – Donatella Banzato
Si ricorda che ogni CIC rilasciato ha un
                                                valore pari a 375 € ed attesta l’immissione
                                                di:

                                                 • 10 Gcal di biocarburante non avanzato,
                                                compreso il biometano;
                                                • 5 Gcal di biocarburante avanzato,
                                                compreso il biometano avanzato, o di
                                                biocarburante non avanzato prodotto a
                                                partire da materie prime “double counting”.

                                                Per confrontare i ricavi dati dai CIC, bisogna
                                                considerare il fattore di conversione tra Gcal
                                                e MWh che è pari a 1:1,162 quindi si avrà
                                                un CIC ogni:

                                                • 11,62 MWh di biocarburante non avanzato
                                                (ovvero 32,272 €/MWh);

                                                • 5,81 MWh di biocarburante avanzato o di
                                                biocarburante non avanzato prodotto a
                                                partire da materie prime “double counting”
                                                (ovvero 64,544 €/MWh).

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Inoltre, all’incentivo deve essere aggiunto il ricavo proveniente dalla vendita del biometano.

Ipotizzando che il produttore di biometano immetta in consumo il biometano prodotto richiedendo
il ritiro da parte del GSE, questo verrà venduto al prezzo medio di vendita registrato nel mese di
cessione sul mercato a pronti del gas naturale MPGAS, ridotto del 5%.

Quindi, si è ipotizzato un prezzo di vendita equivalente a quello medio annuale nel 2019, pari a 16
€/MWh (fonte: relazione annuale GME).

In questo modo, ci si può trovare in tre situazioni differenti per quanto riguarda l’incentivazione dei
biocarburanti:

1. 100% materie prime single counting, quindi si otterrà un ricavo totale pari a:

                                         32,272 + 16 = 48,272 €/MWh

2. Codigestione con materie prime single counting non superiori al 30% in peso, i CIC verranno
contabilizzati come double counting per il 70%:

                            32,272*0,3 + 64,544*0,7 + 16 = 70,862 €/MWh

3. 100% materie prime avanzate o double counting:

                                         65,544 + 16 = 81,544 €/MWh

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Invece, per quanto riguarda l’incentivazione della produzione di energia elettrica da biogas, è
possibile notare che si possono avere molteplici situazioni differenti. Per questo motivo, verranno
presi in considerazione tre diverse possibilità:

4. Il caso con il minor incentivo possibile, ovvero un impianto a biogas di taglia superiore a 5 MW
che tratta rifiuti per i quali la frazione biodegradabile è determinata forfettariamente (tipo c) e
senza premi.
Ricordando di moltiplicare il valore dell’incentivo per il rendimento elettrico, si ottiene una tariffa
onnicomprensiva pari a:
                                          85*0,4 = 34 €/MWh

5. Il caso con il maggior incentivo possibile, ovvero un impianto a biogas di taglia inferiore a 300
kW che tratta sottoprodotti di origine biologica (tipo b) o rifiuti non provenienti da raccolta
differenziata (tipo d) con la maggiorazione dovuta ai premi:
                                   (236 + 10) * 0,4 = 98,4 €/MWh

 6. Il caso dell’impianto di riferimento, ovvero un impianto a biogas di taglia pari a 999 kW che
tratta prodotti di origine biologica (tipo a) e senza maggiorazioni dovute ai premi:
                                           140*0,4 = 56 €/MWh

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A questo punto è possibile confrontare facilmente i vari casi di incentivazione.

Si può facilmente evincere che, nella maggior parte dei casi, la produzione di
biometano risulta più conveniente alla produzione di energia elettrica da biogas,
soprattutto per impianti di media o grossa taglia.

Per gli impianti di piccola taglia, invece, spesso risulta più conveniente la produzione
di energia elettrica da biogas se l’impianto non tratta prodotti di origine biologica.

                     BIOGAS                                 BIO
                                                          METANO
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

 PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
APPENDICE: APPROFINDIMENTO DELLA NORMATIVA

           PSR 2014-2020 Regione del Veneto – TI 2.3.1 – Formazione dei consulenti
A. BIOMETANO IMMESSO IN RETE DESTINATO AI TRASPORTI: NORME BASE

 Viene razionalizzato il quadro degli incentivi concentrando l’attenzione sul biometano
                                 destinato ai trasporti.

Art. 5: Incentivazione del biometano immesso nella rete del gas naturale con
destinazione specifica nei trasporti

Tipologia di incentivo:
Il biometano immesso nella rete del gas naturale ed utilizzato per i trasporti è incentivato tramite il rilascio, al
produttore, per un periodo di 20 anni dalla data di decorrenza del periodo di incentivazione, di certificati di
immissione in consumo di biocarburanti (CIC).

Quantità di CIC rilasciati:
Regola generale: 1 CIC ogni 10 Gcal. Double counting (1 CIC ogni 5 Gcal) è riconosciuta al biometano
prodotto da materie di cui alle parti A e B dell’Allegato 3 del DM 10 ottobre 2014 (la caratterizzazione delle
biomasse deve essere già esplicitata nell’autorizzazione).

Codigestione:
Nel caso di materie di cui al punto precedente in codigestione con altri prodotti di origine biologica in
percentuale non superiore al 30% in peso, la maggiorazione viene riconosciuta sul 70% della produzione di
biometano immessa in consumo nei trasporti

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A. BIOMETANO IMMESSO IN RETE DESTINATO AI TRASPORTI: ULTERIORI INCENTIVI

In quali casi
Produttori che immettono il biometano come carburante in un nuovo impianto di distribuzione di gas naturale sia in forma
CNG che GNL, pertinente all’impianto di produzione di biometano.
Produttori che producono biometano nella forma liquida (in seguito BML) con un nuovo impianto di liquefazione di
biometano, pertinente all’impianto di produzione di biometano.

Tipologia di incentivo
CIC, valorizzati convenzionalmente a 375,00 euro a certificato fino al raggiungimento massimo del 70% del valore del
costo di realizzazione:

-   dello stesso impianto di distribuzione di metano per trasporti e comunque entro un valore massimo di 600.000 euro.
-   dello stesso impianto di liquefazione del biometano e comunque entro un valore massimo di 1.200.000 euro.

Quantità di CIC rilasciati
                                                  (1 CIC ogni 10 Gcal) x 1,5

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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: NOZIONI DI BASE

Che cosa sono:

Il DM 10 ottobre 2014 dà la definizione di biocarburanti avanzati (art. 2, comma 1, lettera c) e art 7.bis).

Biocarburanti avanzati sono i biocarburanti e altri carburanti prodotti esclusivamente a partire dalle materie
prime elencate nell’allegato 3 parte A ad esclusione delle materie prime elencate nell’allegato 3 parte B del DM 10
ottobre 2014.

La qualifica di biocarburante avanzato è riconosciuta anche al biometano prodotto nei casi di impianti con
autorizzazione all'esercizio che riporti in modo esplicito l'indicazione di utilizzo delle biomasse di cui all'Allegato 3,
parte A, in codigestione con altri prodotti di origine biologica, questi ultimi in percentuale comunque non superiore
al 30% in peso.

In tali casi la qualifica di biocarburante avanzato viene riconosciuta sul 70% della produzione di biometano.

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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: OBBLIGHI
Obblighi di immissione in consumo di biocarburanti avanzati:

Il quantitativo minimo annuo di biocarburanti (Bio), espresso in Gcal, da immettere in consumo nel corso dello stesso anno solare di
immissione di benzina e gasolio è pari a:

                                                            Bio= Q% x Bt

con Q% (quota minima di biocarburanti, espressa in percentuale, da immettere obbligatoriamente in consumo in un determinato anno)
pari a:

anno 2018 = 7,0 % di biocarburanti di cui almeno 0,6 % di biocarburanti avanzati
anno 2019 = 8,5 % di biocarburanti di cui almeno 0,6 % di biocarburanti avanzati
anno 2020 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 0,8 % di biocarburanti avanzati
anno 2021 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 0,8 % di biocarburanti avanzati
dall’ anno 2022 = 10,0 % di biocarburanti di cui almeno 1,0 % di biocarburanti avanzati

Bt è il contenuto energetico, espresso in Gcal, del quantitativo di benzina e gasolio, immesso in consumo nel corso di un determinato
anno .

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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: INCENTIVAZIONE

Art. 6: Incentivazione del biometano avanzato immesso nelle reti con obbligo di connessione di terzi e
destinato ai trasporti

Tipologia di incentivo
dal 1° gennaio 2018, su richiesta del produttore il GSE ritira il biometano avanzato che viene immesso nelle reti
con l’obbligo di connessione di terzi
- valore del biometano: punto scambio virtuale, PSV medio mensile - 5%
- valore CIC: 375 euro/CIC
- periodo del ritiro: 10 anni
Ritiro nella misura massima del 75% dell’obbligo per l’anno in corso (a meno delle quantità corrispondenti
all’obbligo di soggetti obbligati che decidano di non entrare nel meccanismo).

Quantità ritirata e destinazione del ritiro:
Gli oneri di ritiro dei CIC sono fatturati dal GSE ai soggetti sottoposti all’obbligo di immissione in consumo di
biocarburanti in proporzione e nel limite delle rispettive quote d’obbligo e, a seguito del pagamento, i relativi
CIC sono assegnati ai medesimi soggetti obbligati.

Eventuali quantitativi di biometano prodotti in eccedenza rispetto alla quota ritirabile annualmente dal GSE
possono beneficiare degli incentivi ordinari previsti per il biometano destinato ai trasporti.

Ritiro dei soli CIC:
I produttori di biometano, in alternativa, possono richiedere al GSE di essere esclusi dal ritiro fisico del
biometano immesso in rete e possono provvedere autonomamente alla vendita, ai fini della successiva
immissione in consumo nel settore dei trasporti, e in tal caso hanno diritto al solo valore dei corrispondenti CIC,
valorizzati dal GSE a 375,00 euro.

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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: MATERIE PRIME UTILIZZABILI
ALLEGATO 3 del Decreto del Ministro dello sviluppo economico 10 ottobre 2014
Parte A.
Materie prime e carburanti che danno origine a biocarburanti contabilizzabili come avanzati

    a) Alghe se coltivate su terra in stagni o fotobioreattori.
    b) Frazione di biomassa corrispondente ai rifiuti urbani non differenziati, ma non ai rifiuti domestici non
separati soggetti agli obiettivi di riciclaggio di cui all'art.11, paragrafo 2, lettera a) della direttiva 2008/98/CE.
    c) Rifiuto organico come definito all'art. 3, paragrafo 4 della direttiva 2008/98/CE, proveniente dalla
raccolta domestica e soggetto alla raccolta differenziata di cui all'art. 3, paragrafo 11 di detta direttiva, ovvero
rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici,
ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dagli impianti dell'industria
alimentare.
    d) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti industriali non idonei all'uso nella catena alimentare
umana o animale, incluso materiale proveniente dal commercio al dettaglio e all'ingrosso e dall'industria
agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, ed escluse le materie prime elencate nella parte B del
presente allegato.
    e) Paglia.
    f) Concime animale e fanghi di depurazione.
    g) Pece di tallolio.
    h) Glicerina grezza.
    i) Bagasse.
    j) Vinacce e fecce di vino.
    k) Gusci.
    l) Pule.
    m) Tutoli ripuliti dei grani di mais.
    n) Frazione della biomassa corrispondente ai rifiuti e ai residui dell'attivita' e dell'industria forestale quali
corteccia, rami, prodotti di diradamenti precommerciali, foglie, aghi, chiome, segatura, schegge, liscivio
nero, liquame marrone, fanghi di fibre, lignina e tallolio.
SEGUE…….
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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: MATERIE PRIME UTILIZZABILI

MODIFICHE INTRODOTTE DAL DECRETO….

o) materie cellulosiche di origine non alimentare: materie prime composte principalmente da cellulosa ed
emicellulosa e aventi un tenore di lignina inferiore a quello delle materie ligno-cellulosiche. Comprendono
residui di colture alimentari e foraggere (quali paglia, steli di granturco, pule e gusci), colture energetiche
erbacee a basso tenore di amido (quali loglio, panico verga, miscanthus, canna comune e colture di copertura
precedenti le colture principali e ad esse successive), residui industriali (anche residui di colture alimentari e
foraggere dopo che sono stati estratti gli olii vegetali, gli zuccheri, gli amidi e le proteine) e materie derivate dai
rifiuti organici. Rispondono alla definizione di colture energetiche erbacee di copertura le seguenti colture, sia
coltivate in purezza o in miscuglio tra loro, a condizione che siano inserite nelle rotazioni come precedenti le
colture principali e ad esse successive: Favino (Vicia faba minor) Erba medica (Medicago sativa L.) Facelia
(Phacelia spp.) Loiessa (Lolium spp.) Rapa invernale (Brassica rapa L.) Senape abissina (Brassica carinata
L.) Sorgo (Sorghum spp.) Tabacco (Nicotiana tabacum L.) Trifoglio (Trifolium spp) Triticale (Triticum
secalotriticum) Sulla (Hedysarum coronarium L.) Veccia (Vicia sativa L.).
p) Altre materie ligno-cellulosiche materiali composti da lignina, cellulosa ed emicellulosa quali biomasse
legnose forestali residuali (quali ad esempio quelle ottenute da pulizie dei boschi e manutenzioni forestali),
colture dedicate legnose, residui e scarti dell'industria collegata alla silvicoltura, eccetto tronchi per sega e
per impiallacciatura.
q) carburanti per autotrazione rinnovabili liquidi e gassosi di origine non biologica: i carburanti liquidi o gassosi
diversi dai biocarburanti il cui contenuto energetico proviene da fonti energetiche rinnovabili diverse dalla
biomassa e che sono utilizzati nei trasporti;
r) Cattura e utilizzo del carbonio a fini di trasporto, se la fonte energetica è rinnovabile in conformità
dell'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
s) Batteri, se la fonte energetica è rinnovabile in conformità dell'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto
legislativo 3 marzo 2011, n. 28. .

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B. BIOCARBURANTI AVANZATI: MATERIE PRIME UTILIZZABILI

ALLEGATO 3 del Decreto del Ministro dello sviluppo economico 10 ottobre 2014

Parte B.
Materie prime e carburanti che non danno origine a biocarburanti contabilizzabili come avanzati

  a) Olio da cucina usato.
  b) Grassi animali classificati di categoria I e II in conformità del Regolamento (CE) n. 1069/2009 del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 21 ottobre 2009, recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al
consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) (GU L 300
del 14.11.2009, pag. 1)

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C. RICONVERSIONE DEGLI IMPIANTI BIOGAS ESISTENTI

Art. 8: Riconversione impianti biogas esistenti

Valore dell’incentivo:
100% dell’incentivo previsto per i nuovi impianti, nel caso in cui il biometano sia prodotto da impianti a biogas
esistenti che, successivamente alla data di entrata in vigore del presente decreto, anche con incrementi di
capacità produttiva, siano totalmente o parzialmente riconvertiti alla produzione di biometano.

Nel caso di impianti biogas che ricevano incentivo sull’elettrico, il 100% degli incentivi vale a fronte della
disponibilità a ridurre la produzione di energia elettrica incentivata di una quota pari almeno al 30% rispetto alla
produzione storica. La condizione si applica solo nel caso in cui il periodo residuo di incentivazione elettrica sia
pari almeno a 3 anni (due anni nel caso di impianti di produzione di biogas entrati in esercizio entro il 31
dicembre 2007).

Durata incentivo:
Nei casi precedenti, la durata dell’incentivo è pari al periodo residuo + 10 anni (20 anni massimo).

Codigestione:
E’ stata introdotta la possibilità di codigestione anche nel caso di riconversioni (non presente nel DM 5
dicembre 2013).

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C. RICONVERSIONE DEGLI IMPIANTI BIOGAS ESISTENTI

Durata incentivo:

-   periodo di diritto spettante ai nuovi impianti qualora l’impianto da riconvertire non benefici e non abbia beneficiato
    di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile: 20 anni.

-   residuo periodo di diritto agli incentivi per la produzione di energia elettrica incrementato di dieci anni qualora
    l’impianto da riconvertire benefici di incentivi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile; il periodo di
    diritto agli incentivi al biometano non può comunque superare i 20 anni complessivi.

-   dieci anni qualora l’impianto da riconvertire abbia terminato, alla data di entrata in vigore del presente decreto, il
    periodo di diritto agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile.

-   dieci anni qualora l’impianto da riconvertire abbia terminato, successivamente alla data di entrata in vigore del
    presente decreto, il periodo di diritto agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. In tal
    caso gli incentivi di cui agli articoli 5 e 6 sono riconosciuti in misura pari al 70% degli incentivi spettanti.

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