Consiglio Regionale della Puglia

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Consiglio Regionale della Puglia
CR - Sezione Studio e Supporto alla Legislazione e alle Politiche di Garanzia - Report

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Sezione Studio e Supporto alla Legislazione e alle
              Politiche di Garanzia

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                            “International Women’s Day 2021
                                  For More Women In Politcs”

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Sommario

Sommario……………………................................................................................................................1

Introduzione…………………………………………………………………………………………………………………………….2

La strategia per la parità di genere nelle politiche europee………………………………………………………4

International Women’s Day 2021…………………………………………………………………………………………….6

FONTI…………………………………………………………………………………………………………………………………….12

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Introduzione
                                              “Non voglio non voglio abituarmi, non sono nata
                                              per questo. Mia sorella sì, Ismene è nata per potersi
                                              abituare. Io sono nata Antigone: porto la radice del
                                              contrasto nel nome. Io non posso abituarmi, non
                                              posso vivere appiattita a terra, adeguarmi a un
                                              tempo che non scelgo, obbedire a leggi che non
                                              comprendo, rispondere a domande che non
                                              riconosco, a voci che non so. Non posso. E non
                                              voglio.”

                                             (Nell’immagine Antigone, eroina che si schiera
contro il potere, protagonista dell’omonima tragedia di Sofocle)

La Giornata internazionale dei diritti della donna ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia
le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne
sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo. Questa celebrazione si tiene negli
Stati Uniti d'America a partire dal 1909. In alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.
Specialmente in passato e ancora oggi dall'Unione donne italiane e nell'accezione comune viene
chiamata Festa della donna. Anche se è più corretto chiamarla Giornata internazionale della
donna, poiché la motivazione non è la festa ma la riflessione.

L’ONU invita ad operare affinché nel mondo si possa raggiungere una effettiva parità di genere
entro il 2030 attraverso gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile con i 17 Obiettivi per trasformare
il nostro mondo e in particolare con l’Obiettivo 5: Raggiungere l’uguaglianza di genere ed
emancipare tutte le donne e le ragazze attraverso i seguenti traguardi:

5.1 Porre fine, ovunque, a ogni forma di discriminazione nei confronti di donne e ragazze;

5.2 Eliminare ogni forma di violenza nei confronti di donne e bambine, sia nella sfera privata che
in quella pubblica, compreso il traffico di donne e lo sfruttamento sessuale e di ogni altro tipo;

5.3 Eliminare ogni pratica abusiva come il matrimonio combinato, il fenomeno delle spose
bambine e le mutilazioni genitali femminili;

5.4 Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio
pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità
condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali;

5.5 Garantire piena ed effettiva partecipazione femminile e pari opportunità di leadership ad ogni
livello decisionale in ambito politico, economico e della vita pubblica;

5.6 Garantire accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito
riproduttivo, come concordato nel Programma d’Azione della Conferenza internazionale su
popolazione e sviluppo e dalla Piattaforma d’Azione di Pechino e dai documenti prodotti nelle
successive conferenze;

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5.a Avviare riforme per dare alle donne uguali diritti di accesso alle risorse economiche così come
alla titolarità e al controllo della terra e altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, eredità e
risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali;

5.b Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e
della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna;

5.c Adottare e intensificare una politica sana ed una legislazione applicabile per la promozione
della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne e bambine, a tutti i livelli.1

Il 16 dicembre 1977, con la risoluzione 32/142 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite propose
a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno
all'anno "Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale"
("United Nations Day for Women's Rights and International Peace") e di comunicare la decisione
presa al Segretario generale. Adottando questa risoluzione, l'Assemblea riconobbe il ruolo della
donna negli sforzi di pace e riconobbe l'urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di
aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale
del loro paese. L'8 marzo, che già veniva festeggiato in diversi paesi, fu scelta come la data ufficiale
da molte nazioni.

1
 https://unric.org/it/obiettivo-5-raggiungere-luguaglianza-di-genere-ed-emancipare-tutte-le-
donne-e-le-ragazze/

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La strategia per la parità di genere nelle politiche europee

L'Europa ha circa un milione di titolari di cariche eletti a livello locale e regionale, ma solo il 30%
sono donne. Nel 2019, le donne detenevano solo un terzo (33%) dei seggi nelle assemblee
regionali in 20 Stati membri dell'UE. Diversi paesi europei continuano ad avere più dell'80% di
rappresentanza maschile nelle assemblee regionali. Pertanto, è fondamentale approfondire
questi temi legati alle barriere che le donne devono affrontare nell'entrare in politica. Secondo
uno studio sulla carriera politica femminile della rete globale Women Political Leaders, i
rappresentanti e la partecipazione delle donne leader rappresenta un ostacolo alla parità di
genere. Allo stesso tempo la parità di genere non è mai stata così importante nell’agenda politica
dell’UE, infatti la stessa ha profuso un grande impegno per attuare la strategia per la parità di
genere adottata un anno fa. Per meglio monitorare e fare il punto dei progressi compiuti in
ciascuno dei 27 Stati membri, la Commissione Europea inaugura un portale per il monitoraggio
della strategia per la parità di genere.2

La strategia per la parità di genere 2020-2025 delinea le azioni principali da intraprendere nei
prossimi 5 anni e si impegna a garantire che la Commissione includa una prospettiva di
uguaglianza in tutti i settori di azione dell'UE. La strategia illustra il modo in cui la Commissione
darà seguito alla promessa della Presidente Ursula von der Leyen di realizzare un'Europa che offra
le stesse opportunità a tutti coloro che condividono le stesse aspirazioni.

L'uguaglianza di genere è un principio fondamentale dell'Unione europea, ma non è ancora una
realtà. Utilizzare solo la metà della popolazione, metà delle idee o metà dell'energia non è
sufficiente. Con la strategia per l'uguaglianza di genere, la Commissione spingerà verso progressi
sempre più rapidi per promuovere la parità tra uomini e donne.

La Presidente della Commissione europea ha dichiarato: "La parità di genere è un principio
fondamentale dell'Unione europea, ma non ancora una realtà. Nel mondo degli affari, in politica
e nella società nel suo complesso potremo raggiungere il nostro pieno potenziale solo utilizzando
tutti i nostri talenti e la nostra diversità. Impiegare soltanto la metà della popolazione, la metà
delle idee e la metà dell'energia non è sufficiente. La strategia per la parità di genere intende
accelerare e incentivare i progressi verso la parità tra uomini e donne".3

Nell’UE il 33 % delle donne ha subito violenze fisiche e/o sessuali e il 55 % ha subito molestie
sessuali. Le donne in Europa devono essere libere dalla violenza e dagli stereotipi dannosi. A
questo scopo la strategia invoca misure giuridiche per qualificare come reato la violenza contro le
donne. La Commissione intende in particolare estendere le sfere di criminalità in cui è possibile

2
    https://composite-indicators.jrc.ec.europa.eu/ges-monitor
3
    https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_358

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introdurre un'armonizzazione in tutt'Europa a forme specifiche di violenza contro le donne, tra
cui le molestie sessuali, gli abusi a danno delle donne e le mutilazioni genitali femminili. Proporrà
inoltre una legge sui servizi digitali per chiarire quali misure si attendono dalle piattaforme per
contrastare le attività illegali online, compresa la violenza online nei confronti delle donne.

Le laureate superano numericamente i laureati, ma guadagnano in media il 16 % in meno rispetto
agli uomini e continuano a incontrare ostacoli all'accesso e alla permanenza nel mercato del
lavoro. La parità di genere è una condizione essenziale per un'economia europea innovativa,
competitiva e prospera. Date le sfide demografiche e le transizioni verde e digitale, aiutare le
donne a trovare lavoro in settori caratterizzati da carenze di competenze, in particolare il settore
tecnologico e quello dell'intelligenza artificiale, avrà un'incidenza positiva sull'economia europea.
Per contrastare la disparità sul piano salariale la Commissione nel marzo 2020 ha avviato una
consultazione pubblica sulla trasparenza retributiva al fine di proporre misure vincolanti. Per
consentire alle donne di realizzarsi pienamente nel mercato del lavoro, la Commissione intende
inoltre raddoppiare il suo impegno per mettere in atto le norme dell'UE sull'equilibrio tra vita
professionale e vita privata, in modo che donne e uomini abbiano un'autentica ed uguale libertà
di scelta per quanto riguarda il loro sviluppo sia sul piano personale che su quello lavorativo. La
parità di genere nel mercato del lavoro, e in materia di inclusione sociale e di istruzione,
continuerà a essere monitorata nell'ambito del semestre europeo.

Le donne continuano a essere sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali, fra l'altro nelle
principali imprese dell'UE, in cui rappresentano solo l'8 % degli amministratori delegati. Affinché
le donne possano svolgere ruoli guida anche nelle imprese, la Commissione insisterà per
l'adozione della proposta del 2012 sull'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione.
Promuoverà inoltre la partecipazione delle donne all'attività politica, in particolare alle elezioni
del Parlamento europeo del 2024, anche tramite finanziamenti e la condivisione delle migliori
pratiche. Per dare l'esempio, la Commissione cercherà di raggiungere, nell'ambito del suo
personale, un equilibrio di genere del 50 % a tutti i livelli dirigenziali entro la fine del 20244.

La Commissione, al fine di includere la prospettiva di genere in tutte le politiche dell'UE, dietro la
guida della Commissaria per l'Uguaglianza Helena Dalli e con il sostegno della recente “task force
per l'uguaglianza”, integrerà inoltre la prospettiva di genere in tutte le politiche e in tutte le
principali iniziative dell'UE. Le sfide principali cui oggi l'UE deve far fronte – tra cui i cambiamenti
climatici e la trasformazione digitale – hanno tutte una dimensione di genere. Anche le iniziative
dell'UE a livello globale terranno conto degli obiettivi della strategia per la parità di genere,
promuovendo l'emancipazione femminile e combattendo la violenza di genere.5 Si Sottolinea che
il diritto alla parità di trattamento e di opportunità tra i generi, che è sancito dall’articolo 8 del
TFUE e dal pilastro europeo dei diritti sociali, deve essere garantito e promosso in tutti i settori.

4
    https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_358

5
    https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_358

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International Women’s Day 2021

In occasione della Giornata Internazionale della Donna 2021, il Comitato Europeo delle Regioni ha
organizzato una tavola rotonda internazionale sul tema del rafforzamento della presenza delle
donne nei luoghi di potere nei diversi livelli: locali e regionali.6

Ad aprire l’evento per la Giornata Internazionale della Donna dell’8 Marzo 2021 è Sally Kneeshaw,
esperta di programmi URBACT, la quale ha coordinato la sessione mattutina. La signora Kneeshaw
ha illustrato come sarà diviso il seminario che si focalizzerà sui seguenti temi:

1. COME INCORAGGIARE LA PARITÀ’ DI GENERE A LIVELLO LOCALE E REGIONALE;

2. IL WEB E I SOCIAL MEDIA COME STRUMENTI CHE SPESSO POSSONO NUOCERE ALLE DONNE;

3. LE DONNE IMPEGNATE NELLA POLITICA COME MODELLI.

Ha preso la parola Apostolos Tzitzikostas, Presidente del Comitato Europeo delle Regioni. Il
presidente ha affermato con rammarico che la realtà odierna è purtroppo ancora penalizzante
per le donne, specie se in correlazione al campo politico: infatti, solo un terzo degli eletti a livello
regionale e locale è costituito da donne. Soprattutto dopo la pandemia c’è bisogno di migliorare
la presenza femminile in politica con l’aiuto di tutti i politici, a cominciare dagli uomini poiché la
pandemia covid-19 ha cambiato l’Europa e il mondo, con un impatto permanente su come
viviamo e lavoriamo. Sfortunatamente le donne sono state colpite in misura superiore, in quanto
esposte maggiormente al virus e colpite in modo più grave rispetto agli uomini, con impatto sul
loro lavoro e retribuzione. Per questo il divario tra donna e uomo si è allargato ancor di più,
comportando un impatto negativo sull’uguaglianza di genere; ad oggi, l’identificazione e il modo
nel quale affrontare le barriere che impediscono alle donne di entrare in politica a livello locale e
regionale sono essenziali per cambiare la situazione. Bisogna mettere in atto strategie globali e
sfaccettate e combattere la minaccia all’incitamento e all’odio, anche da parte dei media che oggi
più che mai impediscono alle donne di vivere liberamente e portare a termine il loro lavoro
politico. Il Comitato è ancora indietro nella parità di genere, ma bisogna cambiare questo limite
nel futuro: questa è la responsabilità delle associazioni nazionali e dei governi nazionali. Il
messaggio del presidente è che “siamo tutti uniti per continuare a lavorare insieme a livello
nazionale ed europeo per rendere la partecipazione delle donne e degli uomini paritaria in
politica; il Comitato Europeo delle Regioni sostiene tutte le donne che vogliono cambiare
positivamente le comunità regionali e locali, incoraggiano esse a candidarsi e questo è l’unico
modo per andare avanti ed essere resilienti, sostenibili e riprendersi dalla pandemia.”

La prima donna a parlare è Ligia Nobrega, Project Manager ed esperta di genere per l’istituto
europeo per l’uguaglianza di genere, che ha presentato dei dati riguardanti l’argomento in
questione. In particolare, è misurato il progresso relativo all’uguaglianza di genere nell’Unione

6

https://cor.europa.eu/en/events/Documents/Agenda_For%20more%20women%20in%20politics_8%20M
arch%202021.pdf

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Europea a seconda di una serie di indicatori quali lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere,
violenza e disuguaglianze che si intersecano e che sono strettamente collegati agli obiettivi dell’UE
per l’Agenda 2030. Dal grafico mostrato l’EU è a 67.9 punti su 100, ed è solo 4 punti in più rispetto
a 10 anni fa: ci si muove ancora lentamente, poiché la media è di un punto ogni due anni e a
questo ritmo ci vorranno ancora 60 anni per giungere a un livello accettabile di uguaglianza di
genere. La migliore nell’indice dell’Unione Europea è la Svezia, seguita da Danimarca e Francia: i
Paesi che hanno bisogno di maggior attenzione per il miglioramento sono Grecia, Ungheria e
Romania. L’Italia, come si vede dal grafico, si colloca nel mezzo. Esaminando i parlamenti nazionali
dell’UE, è emerso che in Italia vi è il 35% di presenza femminile, mentre Svezia, Francia e
Danimarca includono almeno il 40% di donne; Malta e Ungheria si collocano in coda con meno
del 14% di presenza femminile nei parlamenti. In realtà, fino ad ora 11 Stati membri hanno
adottato una legislazione che stabilisce la minima quota di genere per i canditati delle elezioni
nazionali e si è avuto perciò un impatto positivo nella maggior parte dei casi, ed un miglioramento
nel corso del tempo. Tuttavia, ha concluso la project manager, la politica rimane un punto ancora
con molta predominanza maschile, il cambiamento avviene in maniera lenta e non sufficiente
poiché affrontiamo anche la crisi della pandemia covid-19 che ha un impatto diretto sulla vita
delle persone.

A concordare con la dottoressa Nobrega è anche Andreu Rodríguez Concepción Presidente del
governo regionale di La Rioja e relatrice del parere “Un'Unione dell'uguaglianza: la strategia per
la parità di genere 2020-2025”, adottato dal Comitato delle Regioni alla Sessione Plenaria del 12-
14 ottobre 2020. (Di seguito un breve estratto7)

7
  Per il testo completo cliccare sul seguente link:
https://memberspage.cor.europa.eu/Search/Details/Person/2037720?isMinimal=False&onlyAct
iveMandate=True

                                                                                                     7
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 IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

 − chiede che gli enti locali e regionali siano riconosciuti come partner strategici nella concezione,
   nell'attuazione e nel monitoraggio della strategia, in virtù delle loro responsabilità e del lavoro svolto
   per assolverle; occorre garantire le risorse necessarie per l'attuazione della strategia;
 − pertanto, affinché l'approccio delle politiche, dei programmi e dei progetti sia sensibile alla
   dimensione di genere, invita la Commissione a istituire un gruppo di lavoro interistituzionale volto
   ad assicurare tale governance multilivello, al fine di occuparsi efficacemente del lavoro necessario
   per conseguire un'autentica parità di genere;
 − esorta la Commissione europea a considerare tutte le forme di violenza contro le donne e le
   ragazze come "euroreati" ai sensi dell'articolo 83 del Trattato sul funzionamento dell'Unione
   europea;
 − chiede alla Commissione europea di esortare gli Stati membri a organizzare e sostenere iniziative per
   l'emancipazione femminile in occasione della tenuta di elezioni a livello locale e regionale, al fine di
   eliminare la discriminazione e gli ostacoli che le donne devono affrontare in questi processi, compresi
   gli stereotipi e le norme sociali che portano a sminuire la leadership delle donne rispetto a quella
   degli uomini;
 − riconosce che dovrebbe adottare codici di condotta che favoriscano la partecipazione a condizioni
   paritarie delle donne e degli uomini tra i propri membri e nelle posizioni dirigenziali, con l'obiettivo
   finale di realizzare la parità di genere al proprio interno, ed esorta tutte le istituzioni dell'UE a fare
   altrettanto;
 − sottolinea il potenziale del semestre europeo e della relazione sullo Stato di diritto per il monitoraggio
   delle sfide in materia di parità di genere, attraverso l'elaborazione delle raccomandazioni specifiche
   per paese e l'inserimento di apposite misure nei programmi nazionali di riforma e nei programmi
   nazionali per la ricostruzione e la resilienza;
 − ricorda che la crisi della Covid-19 presenta un'evidente dimensione di genere e sarà quindi essenziale
   che il fondo per la ripresa tenga conto della prospettiva di genere tramite valutazioni d'impatto e
   l'applicazione di principi di bilancio integranti la dimensione di genere per tutti i programmi
   finanziari.

La Presidente Andreu ha focalizzato il suo intervento sull’esigenza che la leadership sia un diritto
per le donne: tutti hanno diritto di accesso alle funzioni pubbliche per il proprio Paese. Ciò però
è in contraddizione con la situazione attuale: in Spagna il 45% dei membri del parlamento
regionale è composto da donne ma solo 4 sono le presidenti delle 17 comunità autonome nel
2021 e se si realizza un bilancio dei 131 presidenti eletti dalla democrazia ci sono state solo 11
donne. Questo a causa delle barriere regionali e pubbliche, della mancanza di modelli da seguire,
dell'inerzia dei partiti politici, e soprattutto della difficoltà a conciliare vita privata e lavorativa;
inoltre, quando si affaccia alla politica una donna è sempre oggetto di molestie e violenze e
purtroppo le conseguenze di questo fenomeno sulla nostra democrazia non vengono comprese.
Molte donne sono vittime di invisibilità nel settore scientifico ed altri, a causa degli stereotipi di
genere, ma è chiaro che esse devono dedicarsi a ciò che le appassiona che sia politica, scienza o
altro.

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“Coinvolgere più donne all’apice di un sistema patriarcale non porterà all’uguaglianza di genere,
cambiare il sistema lo farà.” La deputata svedese del parlamento Europeo Evin Incir si è
concentrata sul fatto che nella società odierna la donna è vittima di discriminazione e questo è
ancor più evidente quando si parla di femminismo come se le donne fossero tutte uguali, ma ci
sono donne che rientrano nella comunità LGBT quindi soffrono una doppia o tripla
discriminazione. La stessa deputata ha ricordato con tristezza che ricevette personalmente lettere
minatorie dall’estrema destra quando assunse il primo incarico nel consiglio comunale che la
invitavano a ritornare nel suo Paese, o minacce sessiste. Ora ciò è sempre più diffuso nelle reti
sociali con Facebook, Instagram. Inoltre, gli uomini trovano normale che le donne si occupino della
famiglia o della casa mentre esse devono conciliare la sfera domestica con quella lavorativa:
affinché questo sia possibile è necessario dare il congedo parentale ad entrambi i genitori, ad
esempio. I socialdemocratici svedesi utilizzano la strategia "ogni altra donna": inizialmente
utilizzata dal Partito Socialdemocratico Svedese nelle elezioni nazionali del 1994, essa ha stabilito
la richiesta di un’alternanza uomo donna nelle liste elettorali locali, regionali e nazionali. La
strategia prevede una forma di quote elettorali di genere che si basa sulla volontà dei partiti
politici piuttosto che sulla legislazione e da un modello "fast track" di successo per la
rappresentanza paritaria di genere nel contesto delle elezioni locali, regionali e nazionali.
Abbiamo bisogno di una politica femminile per garantire l'uguaglianza, di un'analisi intersezionale
della rappresentazione, dell'oppressione e potere altrimenti le donne continueranno
l'oppressione di altre donne in un sistema ereditato dagli uomini. Questo include tra l'altro colore,
razza, etnia, status socio-economico, disabilità, genere ed espressione di genere, orientamento
sessuale, caratteristiche corporee e lo status migratorio. Ha concluso Evin Incir: “Un'Europa
femminile con l’uguaglianza di genere è possibile con l’impegno di tutti, con il sostegno degli
uomini.”

Il membro del comitato delle regioni e sindaco di Varsavia Rafał Kazimierz Trzaskowsk ha
sostenuto che relativamente alla partecipazione delle donne alla politica registriamo dei passi
avanti affinché le donne siano davvero rappresentate nelle posizioni apicali: vi sono un gran
numero di membri del comitato donne, ai direttivi della capitale c'è una maggior presenza
femminile. Il livello di città, paesi e regioni dell'UE è importante, i cambiamenti devono cominciare
con gli uomini cambiando la nostra mentalità. Parlare con le donne, fare ricerche, in campo
salariale la prospettiva ristretta è da modificare e bisogna agire quotidianamente e non solo l'8
Marzo.

A terminare la prima parte dell’evento, relativa all’incremento della presenza femminile in
politica, è Maxi Carl, partecipante del “CoR Young Elected Politicians Programme”, la quale ha
spiegato che in Germania non esiste una legge sulla parità, ci sono stati tentativi ma la corte
costituzionale fu contraria. Si è soffermata sul programma “Die Frau macht die Demokratie”, un
programma della durata di un anno composto di tre parti: modulo di formazione, modulo dei
mentori, modulo di networking. All'inizio si forma quindi una “squadra” con le persone che
vogliono partecipare al programma; nella seconda fase il mentore spiega la politica locale,
accompagna la persona alle riunioni politiche, i partecipanti al programma possono chiedere tutto
ciò che vogliono al mentore, infatti coloro che partecipano sono formati relativamente alle soft
skills (capacità di parlare in pubblico, convincere le persone e gestire reti sociali) e vi sono

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simulazioni del consiglio comunale e regionale. Successivamente si passa all’autovalutazione per
mezzo di domande e dei questionari, traendo somma dei propri punti deboli e forti e cercando di
capire ovviamente come migliorare; alla fine c'è una parte di networking, cioè creazione di
contatti di rete: consiste nell’incontrare altre partecipanti, intervistare sindache e donne del
consiglio comunale per capire cosa significa lavorare nella politica locale.

Con la descrizione di questo programma, un buon modo per incentivare le donne ad entrare
nell’ambito politico, a guadagnare ancor di più fiducia in sé stesse, a smantellare le barriere di cui
tutti coloro che sono intervenuti hanno ampiamente parlato, si è conclusa la prima parte del
seminario.

La seconda parte dell’evento è stata coordinata da Lucia Kleštincová, membro belga della Task
Force dell’Uguaglianza della Commissione Europea per l’uguaglianza, la quale introduce che il
tema sul quale ci si focalizzerà sarà quello del web e dei media e i vari modi nei quali essi possono
nuocere alle donne.

A prendere per primo la parola sull’argomento è stato Dan Arnaudo, Senior Program Manager al
National Democratic Institute che segue la disinformazione nei sistemi politici di tutto il mondo,
il quale ha descritto come le piattaforme online possono essere importanti per aiutare le donne
a superare le barriere e per diventare politicamente attive, ma sono anche un forum per la
disinformazione, l'odio, abusi e molestie. La violenza e l'abuso creano un ambiente ostile online
facendo vergognare, intimidire o degradare le donne mettendole a tacere o spingendole fuori dal
discorso politico. Minano il loro senso di sicurezza e la loro partecipazione ai processi elettorali:
le donne non sentono di poter esprimere la loro opinione sulla vita politica o partecipare alle
elezioni. Gli strumenti di molestia più frequentemente rilevati sono doxing, trolling, swatting,
porno per vendetta, attacchi mafiosi e sexting/pornografia non richiesta. La disinformazione
spesso manipola esplicitamente le norme socio-culturali sociali e/o le divisioni ideologiche per
creare i risultati politici desiderati: per contrastarla efficacemente dobbiamo capire quali gruppi
demografici sono percepiti come aperti alla manipolazione attraverso disinformazione e perché;
come particolari gruppi vengono presi di mira in modo differenziato; il modo in cui le ideologie
sociali (religiose, etniche, di classe, di razza...) sono sfruttate per creare con successo i risultati
politici desiderati. Le soluzioni relative al discorso d'odio e la disinformazione di genere riguardano
lo stabilire reti di sostegno private, a livello nazionale o regionale, per le donne. Le CSO e i partiti
politici dovrebbero anche mantenere dei database di abusi e denunce contro le loro dipendenti e
affiliate donne. Le piattaforme dei social media dovrebbero investire in infrastrutture e in
formazione attiva per le CSO, i media, il mondo accademico, i partiti politici e le singole donne in
politica.

Proprio rispetto a questa tematica si è espressa una politica italiana, Daniela Ballico, sindaco di
Ciampino. “Fare la donna in politica è dura, soprattutto se sei una donna giovane, poiché negli
ambienti maschili arriva prima l'immagine, invece bisogna dimostrare ancor prima degli uomini
quanto si è capaci nel settore.” Ha raccontato Daniela Ballico che quando si presentò alle elezioni,
ricevette attacchi da un candidato sindaco donna; infatti, le venne rubato il cellulare ed il portatile
con le sue foto private e venne minacciata dell’invio di esse ai leader politici italiani o di tappezzare

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la città di poster se non si fosse ritirata dalla candidatura. Questo è uno dei tanti casi verificatisi,
ma che possiamo definire con “lieto fine”: infatti, per prima cosa il futuro sindaco sporse denuncia
contro ignoti, poi grazie alle indagini della polizia si risalì al colpevole ed il PM di Velletri rinviò a
giudizio quattro persone, una delle quali patteggiò la pena riconoscendo il reato.

L’ultima parte dell’evento è relativa alle donne attive in politica, e come queste possano essere
dei modelli da seguire per le altre donne: ad incarnare questo modello è proprio Jasna Gabrič,
Sindaco di Trbovlje. Il sindaco spiega il suo percorso politico, che cominciò a 25 anni quando ella
diventò un membro del consiglio municipale di Trnovlje e del Comitato Regionale; nel 2012,
quando aveva 27 anni, diventò vicesindaco di Trbovlje e due anni dopo vinse le elezioni contro
cinque candidati uomini con importante esperienza politica, diventando sindaco della città a 29
anni; inoltre, vinse anche le successive elezioni a 33 anni nel 2018. Secondo Jasna Gabrič essere
una donna in ambito politico è difficile, fondamentalmente poiché non riesci a sentirti parte del
gruppo di politici; inoltre, tutti gli altri continuano a sottovalutarti e perciò devi lavorare ancora
più duramente per lo stesso risultato, devi dare prova della tua bravura costantemente basandoti
su fatti e non vuote affermazioni. Il suo consiglio è stato, comunque, quello di non abbattersi, non
arrendersi, servirsi dei social media, ascoltare ciò che gli altri hanno da dire cercando di risolvere
problemi e rendere migliore la vita. “Con la perseveranza e il duro lavoro stiamo cambiando la
società e la sua percezione.”

E’ con questa frase, con i consigli di una donna attivamente impegnata in politica sin dalla giovane
età, che l’evento “For More Women In Politcs” si è concluso, dando speranza e ricordandoci che
se lavoriamo tutti in sinergia, uomini e donne, il cambiamento può davvero avvenire, e questo è
ancor di più vero se si pensa a tutte le donne che hanno preso parte all’evento, parlando sì delle
difficoltà affrontate ma anche dei grandissimi risultati ottenuti.

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FONTI
https://unric.org/it/obiettivo-5-raggiungere-luguaglianza-di-genere-ed-emancipare-tutte-le-
donne-e-le-ragazze/

https://composite-indicators.jrc.ec.europa.eu/ges-monitor

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_358

file:///C:/Users/Utente/Downloads/Strategia_per_la_parit__di_genere__verso_un_Unione_dell
_uguaglianza%20(3).pdf

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_20_358

https://cor.europa.eu/en/events/Documents/Agenda_For%20more%20women%20in%20politic
s_8%20March%202021.pdf

https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:52020IR2016&from=EN

https://memberspage.cor.europa.eu/Search/Details/Person/2037720?isMinimal=False&onlyAct
iveMandate=True&AspxAutoDetectCookieSupport=1

Documento a cura di:

Melania Marvulli (tirocinante Uniba)

Fabiana Ciavotta (tirocinante Uniba)

Avv. Alessandro Zezza (funzionario PO Affari Europei)

Dr. Giuseppe Musicco (dirigente)

Per informazioni:

Sezione Studio e Supporto alla Legislazione e alle Politiche di Garanzia del Consiglio Regionale
della Puglia

sezione.legislazione.garanzia@consiglio.puglia.it

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