I Piloti di Civitavecchia festeggiano 150 anni

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I Piloti di Civitavecchia festeggiano 150 anni
17 Settembre 2021 -

I Piloti di Civitavecchia festeggiano
150 anni

CIVITAVECCHIA – La corporazione dei Piloti del porto di Civitavecchia
festeggia il prestigioso traguardo dei 150 anni. Era infatti il 25 Giugno
1871 quando il Re d’Italia Vittorio Emanuele II, con Regio Decreto nr. 345,
istituiva nel porto di Civitavecchia (60 chilometri a nord di Roma) un corpo
Piloti per il servizio di pilotaggio con un organico di 7 unità di pratici
compreso il Capo Pilota.
Da quel momento il porto laziale, costruito intorno al 106 d.C

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17 Settembre 2021 -

dall’Imperatore romano Traiano con il nome di Centumcellae, è diventato nel
tempo il terzo porto turistico italiano per importanza e numero di passeggeri
in transito con quasi 4,5 milioni di unità (fonte Assoporti 2020).

Un porto che rappresenta il motore e l’orgoglio di una città e di un’intera
comunità che da sempre ha riconosciuto ai Piloti la stima e la considerazione
che si riserva alle massime istituzioni di questa significativa realtà
portuale italiana.
La Corporazione dei Piloti del porto di Civitavecchia (aderente a
Fedepiloti), che dal 1° Gennaio 2017 si è fusa con la Corporazione Piloti di
Fiumicino dando vita alla Corporazione dei Piloti dei Porti di Roma, conta al
momento 9 Piloti attivi, 2 impiegati amministrativi, 6 marinai conduttori e 6
pilotine di servizio. Nel corso di questi 150 anni di storia i Piloti della
Corporazione hanno aumentato gradualmente la loro attività lavorativa
arrivando negli ultimi anni a contare, considerando anche il porto di
Fiumicino, circa 7000 manovre effettive annue, un numero che certifica
l’importanza dei piloti all’interno dell’istituzione portuale e il loro
contributo concesso in termini di salvaguardia e sicurezza della stessa.
Il 14 Giugno 2021 il Comandante del Porto, CV (CP) Francesco Tomas, ha
confermato alla guida della Corporazione il Capo Pilota com.te Michele Scotto
Lavina. Per il com.te Scotto, pilota effettivo a Civitavecchia dal 1998, si
tratta del terzo mandato da Capo Pilota.
A causa delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19, la Corporazione
dei Piloti del Porto di Civitavecchia non potrà festeggiare pubblicamente e
con un evento dedicato questa importante ricorrenza.
Appena sarà possibile, e con ampio preavviso, verranno comunicati giorno e
programma dell’evento ufficiale creato per i 150 anni della Corporazione.

Enrico Luciani lascia la presidenza
della Cpc

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CIVITAVECCHIA – Una conferenza stampa che la stessa Compagnia Portuale
Civitavecchia (Cpc) ha definito importante e “storica”.
A parlare è il presidente, Enrico Luciani, che dopo un ventennio, 18 anni per
la precisione, essendo stato eletto nel 2003, annuncia di lasciare il posto
alla presidenza.
Mercoledi le elezioni del nuovo board, ma c’è già la conferma del nuovo
presidente, visto l’unico candidato: Patrizio Scilipoti, attuale
vicepresidente.

“Finalmente un ricambio generazionale -dice Luciani- per una compagnia che in
20 anni ha visto cambiare completamente la compagine sociale e che al momento
è ringiovanita per il 99%”.

“Quando sono arrivato -spiega- erano passati poco più di 7 anni
dall’istituzione della legge 84 e solo nel 2000 venne regolamentato il lavoro

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attraverso l’articolo 17. La nostra scelta non ebbe dubbi: puntammo a
indirizzarci verso la manodopera, intrinseca nella nostra storia, e anche in
quella della città che nasce dal porto, puntando sulla forza lavoro e non
delegando i lavoratori a ruolo marginale”.

Un nuovo percorso che ha dato al presidente tante soddisfazioni raggiungendo
importanti traguardi anche nel sociale e nello sport.
“Abbiamo dimostrato che si può lavorare non necessariamente per fare
profitto, valorizzando il lavoro e promuovendo a livello istituzionale le
nostre idee sulla difesa del lavoro”.
L’idea di una cosiddetta “patente del portuale europeo” che formasse cioè
lavoratori in grado di lavorare in qualunque porto europeo perchè in grado di
conoscere tutte le professionalità dal rizzaggio semplice a quello complesso,
fino alla guida di tutti i tipi di mezzi utilizzati in porto. Progetto non
concluso ma che sta muovendo qualcosa anche in altri porti.

“Ora però -aggiunge Enrico Luciani- è arrivato il momento del cambio”.

“Oggi lo sviluppo di Civitavecchia è guardato dagli altri porti italiani e da
quelli stranieri e per questo ringrazio il presidente Pino Musolino per
quello che ha fatto in questi primi mesi, la Compagnia sarà sempre al suo
fianco per costruire il lavoro e rendere Civitavecchia il porto di Roma non
solo sulla carta”.

Ancora c’è da fare, continua, soprattutto in questo periodo di ripresa, anche
se la pandemia è stata in un certo senso battuta dalla Cpc che è riuscita a
chiudere il 2020 in equilibrio, con un fatturato in attivo, nonostante
perdite per circa la metà rispetto agli anni precedenti, anche con un piccolo
aiuto di Stato e che ha portato ad adottare la Cassa integrazione per la
prima volta negli ultimi anni.

“Nel futuro ci sono i giovani, che sapranno costruire ancora posti di lavoro
mettendo tutta la nostra forza al servizio della città”.
“Civitavecchia -conclude- deve svilupparsi per essere porto di crociera,
porto delle Autostrade del mare ma anche porto commerciale, senza puntare ai
numeri di Rotterdam, Amburgo o Gioia Tauro, ma consapevole di poter
crescere”.

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Interporto Vespucci: fulcro della
piattaforma logistica toscana

LIVORNO – Sono i nuovi progetti dell’Interporto Toscano Vespucci al centro
dell’intervista a Claudio Bertini, responsabile tecnico del polo logistico.
“L’impianto del Cold village sta prendendo sempre più forma -ci spiega- con
la previsione di aprirlo entro l’anno”.

Diverse le soluzioni innovative adottate nella realizzazione del magazzino
che ha una capacità di stoccaggio fino a 3200 pallets e raggiunge una
temperatura di -30 gradi centigradi, che seguono la linea portata avanti in

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tutto l’interporto Vespucci.
“Stiamo espandendo il fotovoltaico, che sarà collocato anche su questa
struttura, abbiamo completato l’impianto di trigenerazione che produrrà
energia, acqua calda e fredda: la fredda servirà ad abbattere i primi gradi
di temperatura dell celle frigorifere, la calda sarà invece utilizzata per il
condizionamento della palazzina direzionale, l’energia, immessa nella rete
dell’interporto”.

Nel nuovo magazzino arriveranno le merci provenienti dal porto di Livorno
dove saranno sottoposte a tutte le procedure richieste dai controlli doganali
e sanitari.

“In questo modo si chiude il cerchio della catena del freddo-fresco che parte
magari dal Sud America, giunge sulle banchine di Livorno, passa da noi per
poi arrivare ai consumatori” va avanti.

L’ingegner Bertini ci presenta poi le novità in arrivo per il Truck village,
con nuovi interventi resi possibili anche dai finanziamenti per circa 3
milioni di euro, del Mims: “Realizzeremo un’area logistica di 40 mila metri
quadri in prossimità dello svincolo con la Fi-Pi-Li con oltre 250 spazi di
sosta per i camion, a cui si affiancherà una foresteria con circa 15 camere e
relativi servizi di ristorazione.”
Un ultimo aggiornamento Claudio Bertini ce lo dà a proposito del tanto atteso
scavalco: “Siamo in linea con quanto programmato e Rfi ci ha assicurato che
entro l’anno sarà dato corso ai lavori”.

Dalla Finlandia all’India…su binario!

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ROMA – Nell’Anno europeo delle ferrovie, come istituito dal Parlamento
europeo, parte il primo treno container che collega il Helsinki, in
Finlandia, con il porto container di Nhava Sheva in India.
Il treno è in viaggio dallo scorso 21 Giugno e trasporta 32 container da 40
piedi contenenti prodotti a base di carta da un cliente svedese.
In queste ore viaggia verso la Russia e attraverserà anche l’Azerbaijan.
Prossime tappe Astara per giungere poi il porto di Bandar Abbas in Iran e
continuare poi il viaggio verso il Paese indiano.

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Materie prime: è allarme rincari

ROMA – Se erano i prezzi dei noli a sembrare il problema maggiore da
affrontare nell’economia mondiale, anche il costo delle materie prime e dei
semilavorati spaventa le imprese manifatturiere.
Dati che vengono confermati dall’indagine dell’Ufficio Studi della Cna svolta
su circa 1000 tra micro e piccole imprese.
Dai risultati pare che il 55% subirà una contrazione della redditività, di
queste circa il 70% del settore chimico, una su 6 teme rallentamenti
dell’attività, una su 5 si aspetta un calo di ordini e fatturato del 24,3%
per le micro imprese e del 10,9% per quelle con più di 10 addetti.

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Anche l’occupazione rischia gravi conseguenze con i rialzi delle materie
prime che potrebbero generare spinte inflazionistiche e mortificare la
ripresa della domanda.

A rischio maggiore sono ovviamente le micro imprese, date le capacità ridotte
di adottare adottare contromisure.
Al rincaro, si aggiunge poi anche l’allungamento dei tempi di consegna che
modifica sostanzialmente il preventivo accettato dalla clientela.

Come ci si può difendere?
Lo studio evidenzia che il 67,8% del campione ha cercato di rinegoziare i
preventivi proposti al cliente, quota che sale al 71% tra le imprese con
oltre 10 dipendenti e supera l’87% nel settore della chimica.

Un’impresa su 3 sta cercando nuovi fornitori, cosa che accade nel 40% dei
casi da imprese dell’elettronica e dal 36,8% della meccanica/automotive.

Da Gennaio a Maggio 2021 gli aumenti sono piuttosto differenziati e oscillano
dall’11% delle ceramiche al 50,2% del ferro rispetto alla media del 2019.
Il rialzo maggiore si registra nei metalli: se i laminati salgono del 45%,
l’acciaio inox va al +37,1%, il rame +31,4% e l’alluminio sfiora il 30%.
Tra i legnami è l’abete a rincarare del 39,4%, seguito dal pino +32,5%, e
noce +25,9%.

I tempi allungano in media di 25 giorni con punte nella componentistica
elettronica che arrivano a 40, ma nella classifica ci sono anche 11 giorni in
più necessari per coloranti e vernici, adesivi e sigillanti.

Neutralità climatica: sì definitivo

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BRUXELLES – Sarà un nuovo organismo scientifico indipendente dell’Ue a
monitorare i progressi della nuova legge Ue sulla neutralità climatica, dopo
l’approvazione in via definitiva del Parlamento.
Si trasforma così l’impegno politico del Green Deal europeo entro il 2050 in
obbligo vincolante con la riduzione delle emissioni per il 2030 dal 40% al
55%.

Una prossima proposta della Commissione sul regolamento LULUCF per regolare
le emissioni e le rimozioni di gas serra dall’uso del suolo (dal cambiamento
di uso del suolo e dalla silvicoltura), aumenterà inoltre i pozzi di carbonio
dell’Ue e quindi aumenterà de facto l’obiettivo dell’Ue per il 2030 al 57%.

Verrà presto presentata anche una proposta per un obiettivo per il 2040 al
più tardi sei mesi dopo la prima revisione globale nel 2023 prevista

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dall’Accordo di Parigi. In linea con quella del Parlamento, la Commissione
pubblicherà la quantità massima di emissioni di gas serra che l’Unione
europea può emettere fino al 2050 senza mettere in pericolo gli impegni
dell’Ue nell’ambito dell’accordo.

Entro il 30 Settembre 2023, e successivamente ogni cinque anni, la
Commissione valuterà i progressi collettivi fatti da tutti i paesi dell’Ue
così come la coerenza delle misure nazionali, verso l’obiettivo per la
neutralità climatica entro il 2050.

Come detto, data l’importanza della consulenza scientifica indipendente, e
sulla base di una proposta del Parlamento, sarà istituito un Comitato
consultivo scientifico europeo sul cambiamento climatico per monitorare i
progressi e valutare se la politica europea è coerente con questi obiettivi.

L’accordo dovrebbe essere formalmente approvato a breve dal Consiglio. Il
Regolamento sarà poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea
ed entrerà in vigore 20 giorni dopo. La Commissione prevede di presentare una
serie di proposte il 14 Luglio 2021 affinché l’Ue possa raggiungere il più
ambizioso obiettivo del 2030.

Trasportounito: riconoscere centralità
autotrasporto

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GENOVA – Poche regole, ma chiare e inviolabili per riconoscere la centralità
dell’autotrasporto e che garantiscano a questo comparto gli strumenti pratici
per poter lavorare, con modelli organizzativi che si traducano in
sostenibilità prima economica e poi sociale. Questi gli elementi
caratterizzanti sui quali i vertici di Trasportounito hanno focalizzato
l’attenzione durante il confronto convocato dal viceministro Mims, Teresa
Bellanova, sulle problematiche del settore autotrasporto.

Secondo il presidente nazionale di Trasportounito, Franco Pensiero, è
indifferibile l’avvio di una rivisitazione dell’impianto normativo cui è
soggetto il settore per migliorare tutte quelle condizioni operative che

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influiscono sulla sicurezza stradale e sulla legalità.

“L’auspicio – del presidente Pensiero – è che si apra una stagione di
verifiche e quindi di correzioni delle leggi speciali del settore, senza
trascurare i problemi attuali”.

Infatti Franco Pensiero ha espresso apprezzamento per la praticità con la
quale il viceministro ha affrontato il lavoro, predisponendo immediatamente
diversi tavoli operativi, fra i quali quello riguardante le infrastrutture
liguri e la richiesta di continuità dei ristori previsti dal decreto Genova
necessari per far fronte ai maggiori costi generati dalla cantierizzazione
delle infrastrutture della Liguria, e ha positivamente risposto ai diversi
problemi posti, fra i quali i tempi di pagamento, il problema delle
revisioni, la non tassabilità dei ristori del Ponte Morandi.

Approvato decreto riorganizzazione del
Mims

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ROMA – Il Consiglio dei Ministri approva il decreto di riorganizzazione del
Mims – Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Una
mobilità sostenibile che migliori la qualità della vita delle persone e le
attività delle imprese interconnettendo e valorizzando i diversi territori,
una maggiore attenzione alle politiche abitative urbane e alla
riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico, il riconoscimento del
ruolo centrale delle nuove tecnologie per una gestione integrata dei sistemi
di trasporto di persone e merci per garantire efficienza e sicurezza,
un’organizzazione e una gestione più sostenibile del Ministero. Sono i
principali assi su cui ci incentra la nuova organizzazione del Ministero
delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, contenuta nel decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri approvato oggi dal CdM.

“La nuova organizzazione – dichiara il ministro, Enrico Giovannini –
introduce importanti elementi innovativi e riflette pienamente il nuovo nome
del Ministero. La maggiore attenzione al digitale, alla sostenibilità delle
infrastrutture e della mobilità, alle politiche urbane e alla qualità
dell’abitare sono pienamente in linea con gli obiettivi del Piano nazionale
di ripresa e resilienza e gli indirizzi europei”.

Il decreto adegua la struttura del Ministero alla nuova denominazione e ai
compiti ad esso affidati evidenziando la centralità della sostenibilità nelle
iniziative riguardanti le infrastrutture e la mobilità, rafforzando il
carattere strategico della programmazione, fondata anche su avanzati sistemi
informativi e statistici, e sottolinea il ruolo del Ministero per le
politiche abitative e urbane.

In particolare, con la modifica al regolamento di organizzazione, il
Ministero traduce la nuova visione nella denominazione e ridefinizione delle
competenze dei Dipartimenti e delle relative Direzioni. Così, il
“Dipartimento per la programmazione, le infrastrutture di trasporto a rete e
i sistemi informativi” cambia in “Dipartimento per la programmazione
strategica, i sistemi infrastrutturali, di trasporto a rete, informativi e
statistici” per sottolineare l’importanza di una programmazione che guardi al
medio e al lungo periodo, realizzata con un approccio integrato e definito
sulla base di dati e indicatori che considerino anche l’impatto dei progetti
dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

Per dare nuovo impulso alle politiche abitative, promuovendo la qualità della

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vita delle persone, l’inclusività e la valorizzazione degli spazi urbani, il
“Dipartimento per opere pubbliche, le risorse umane e strumentali” viene
rinominato “Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e
urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali”.
Coerentemente con tale indirizzo, nasce la “Direzione generale per l’edilizia
statale, le politiche abitative, la riqualificazione urbana e gli interventi
speciali”.

Nell’ottica di una strategia integrata per la mobilità sostenibile, che
contempli le diverse modalità di spostamento, la necessità di garantire
l’intermodalità insieme a una logistica moderna e sempre più efficiente, il
“Dipartimento per i trasporti e la navigazione” diventa il “Dipartimento per
la mobilità sostenibile”. Al suo interno nasce la “Direzione generale per le
politiche integrate di mobilità sostenibile, la logistica e l’intermodalità”,
mentre alla Direzione sugli aeroporti e il traffico aereo viene assegnata
anche la responsabilità per i servizi satellitari, indispensabili per una
gestione digitale di tutte le forme di mobilità e dei servizi connessi.

“Il cambio di nome e di organizzazione risponde a un cambio di strategia, che
prevede una piena integrazione degli interventi sulle infrastrutture e la
mobilità, abbandonando la logica settoriale, sperimentando e applicando le
nuove tecnologie in una visione di sviluppo sostenibile pienamente in linea
con gli indirizzi europei e l’orientamento di questo Governo”, ha spiegato il
Ministro Giovannini. “Tutto ciò si accompagna a una nuova impostazione di
lavoro all’interno del Ministero, che sta modificando non solo il proprio
assetto organizzativo, ma l’approccio culturale a favore di una visione
integrata di tutte le attività. I dipartimenti del Mims – ha aggiunto il
Ministro – hanno già pienamente recepito le nuove linee operative, come
dimostrano i progetti inseriti nel Pnrr che sono stati apprezzati e approvati
dalla Commissione europea”.

Per quanto riguarda la gestione interna, la nuova “Direzione generale del
personale, del bilancio, degli affari generali e della gestione sostenibile
del Ministero” dovrà assicurare una gestione delle risorse umane e
strumentali in linea con moderni criteri di valorizzazione delle risorse
umane, a partire dalla lotta alla disuguaglianza di genere e di sostenibilità
ambientale, percorso già avviato negli ultimi mesi.

Il cambio del nome e dell’organizzazione sono rappresentati nel nuovo logo

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del Ministero, che raffigura graficamente la nuova visione, in linea con gli
obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e i principi del
Next Generation EU. Intorno alla stella della Repubblica stilizzata al centro
dell’immagine, e che definisce l’elemento istituzionale, sono simbolicamente
raffigurati altri elementi caratterizzanti il nuovo corso, tra cui
infrastrutture e mobilità sostenibili, l’economia circolare,
l’interconnessione, l’inclusione, oltre ai colori degli obiettivi dell’Agenda
2030 afferenti al Ministero e alle missioni del Pnrr.

Decongestionare le autostrade liguri

SAVONA – Decongestionare le autostrade liguri ormai da mesi sotto pressione,
prima a causa della tragedia del Morandi, quindi per i cantieri di
manutenzione che sono stati aperti in tutti i nodi strategici dei tratti che
collegano la Liguria con le altre regioni del nord ovest e la Francia. Già

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oggi le conseguenze sul traffico di mezzi pesanti, e quindi sull’assetto del
sistema logistico-portuale che fa perno sugli scali e di Genova e Savona,
sono particolarmente rilevanti. Idem dicasi per i flussi turistici su auto
private costretti a impattare con ingorghi e code interminabili.

Cosa accadrà quando la ripresa economica e produttiva si sarà davvero
innescata? Cosa accadrà quando i flussi di traffico da e per i porti
subiranno gli incrementi che tutti auspicano? Cosa accadrà quando sull’asse
Genova-Ventimiglia si registrerà un’impennata di traffico camionistico
conseguente l’entrata in pieno esercizio del maxi terminal container di Vado?

Le risposte sono sotto gli occhi di tutti e sono sintetizzate nel rischio di
black out che incombe sul più importante tronco autostradale d’Italia.

Da queste considerazioni nasce il rilancio di un progetto troppo
frettolosamente abbandonato di un bypass autostradale fra le Genova
Ventimiglia e l’Alessandrino che possa decongestionare il traffico.

Il 26 Luglio alle ore 15, presso la sede della Provincia di Savona,
progettisti, operatori economici e portuali, ma specialmente le massime
Istituzioni nazionali, nonché territoriali liguri e piemontesi si
confronteranno su modi tempi e metodi per affrontare con un “passaggio a nord
ovest” la nuova grande emergenza.

Marittimi senza assistenza medica da
Luglio

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AUGUSTA – Oltre mille marittimi, tra Augusta e Siracusa, rischiano   di
rimanere senza assistenza medica dal prossimo 5 Luglio. Occorre un   intervento
d’urgenza magari con una convenzione con l’ospedale “Muscatello” o   con la
nomina ad hoc di un professionista, in attesa che venga bandito il   relativo
concorso.

A lanciare l’allarme è Assoporto Augusta unitamente ad Unionports, le due
associazioni che insieme rappresentano gli operatori economici del porto di
Augusta hanno incontrato l’assessore al Porto Tania Patania.

“A causa di una comunicazione errata, molti marittimi finora assistiti dal

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Servizio assistenza sanitaria naviganti – ha spiegato la presidente di
Assoporto Augusta Marina Noè– si sono iscritti al Servizio sanitario
nazionale, ma dovranno nuovamente iscriversi alla Cassa marittima dove, al
momento, c’è un solo medico in servizio per Augusta. Il professionista ha
già annunciato le sue dimissioni, irrevocabili, a partire dal prossimo 5
luglio, nel frattempo non si è provveduto a bandire il nuovo concorso per
trovare il sostituto pertanto, se non si trova una soluzione, da quella data
si ritroveranno senza medico i marittimi di Augusta, che sono circa mille,
ma anche gli operatori portuali di Siracusa, per i quali dopo il
pensionamento del medico che li assisteva, non è stato nominato un
sostituto”.

L’unico medico attualmente operativo in provincia per la Cassa marittima si
trova a Pachino, da qui la necessità di trovare al più presto una soluzione
per garantire l’assistenza medica.

“Ieri abbiamo chiesto all’assessore al Porto, Tania Patania di attivare,
insieme al sindaco, ogni utile iniziativa con le autorità competenti per
verificare se l’ospedale Muscatello di Augusta possa stipulare una
convenzione con la Cassa marittima, che consentirebbe agli assistiti di poter
avere tutte le prestazione sanitarie necessarie al nosocomio augustano- ha
aggiunto Noè- Questo sarebbe un enorme vantaggio e in passato sappiamo che
alcuni ospedali, in altre province, hanno proceduto in questo modo. Se
tuttavia questa ipotesi non risultasse percorribile abbiamo anche chiesto
di provvedere, in via d’urgenza, a nominare un medico ad hoc, nelle more di
bandire al più presto il concorso per selezionarne uno o più per il porto
di Augusta. E’ necessario rappresentare che oltre ai marittimi di Augusta e
Siracusa avranno il medesimo problema tutti i marittimi che fanno scalo ad
Augusta e non sono pochi, mediamente oltre mille e duecento all’anno che non
potranno più sbarcare per motivi di salute, non potranno usufruire delle
visite mediche ordinarie e/o di prescrizione di farmaci, nè fare le visite
biennali. L’ideale, pertanto, sarebbe avere almeno due medici, visto che –ha
concluso- un porto molto più piccolo come Pozzallo ne ha due”.

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