Summer School "La materialità della storia: archeologia sperimentale e living history"

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Summer School “La materialità della storia: archeologia sperimentale e living history”

1 - Premessa
L'idea di istituire una summer school dedicata all'acheologia sperimentale ed alle sue connessioni
con il reenactment nasce dalla presenza sul territorio provinciale senese di due parchi che hanno
scelto di perseguire, come forma comunicativa verso il pubblico, la ricostruzione delle forme
insediative antiche indagate dagli archeologi: gli archeodromi di Poggibonsi e Cetona.
Ambedue queste realtà, convinte e decise a lavorare in rete, sono coscienti di come far vivere
esperienze immersive nella storia, attraverso ricostruzioni, gesti, sperimentazioni e racconti,
costituisca una delle politiche migliori per coinvolgere pubblico, creare turismo archeologico,
educare adulti e bambini alla conoscenza ed alla passione per i beni culturali e le storie che narrano.

Poggibonsi: Il progetto dell’Archeodromo di Poggibonsi, primo museo open air italiano sull’Alto
Medioevo, nasce per riprodurre in scala 1:1 una delle più importanti scoperte sulla collina di Poggio
Imperiale. Lo scavo archeologico, condotto dall’Università degli Studi di Siena tra il 1992 ed il
2008, ha infatti rivelato una sequenza del popolamento di oltre otto secoli, con la successione di una
serie di realtà insediative. Tra esse, di estremo rilievo ed interesse, nonchè ormai ben nota a livello
scientifco europeo, è la fase del villaggio di periodo franco (IX-metà X secolo), per il quale si
riconosce la conformazione di una possibile azienda curtense in cui l'abitato si organizza intorno ad
una residenza padronale molto estesa (una longhouse di circa 140 mq), a forma di barca, suddivisa
in tre ambienti (una zona domestica, una ad uso misto e un magazzino).
In questo primo step del progetto Archeodromo, realizzato all'interno del parco archeologico della
Fortezza di Poggio Imperiale a Poggibonsi, si è deciso di ricostruire proprio la grande capanna ed i
suoi annessi, in una sinergia tra Fondazione Musei Senesi, Arcus spa, Università di Siena,
Amministrazione Comunale di Poggibonsi.
All'abitazione principale si uniscono un'area artigianale, un'area ortiva e l'offcina del fabbro.
L'archeodromo di Poggibonsi, realizzato con una particolare attenzione alle forme e ai materiali
edilizi sulla base scientifca dei dati di scavo, si inserisce in una tradizione europea di villaggi
altomedievali flologicamente ricostruiti.
Anche in riferimento alla sede espositiva del Cassero della fortezza, costituisce lo spunto per
approfondire le tematiche dello storytelling e del più moderno reenactment dove rappresentazione e
archeologia sperimentale si fondono alla perfezione. E' una soluzione espositiva di forte impatto che
consente ai visitatori di entrare fsicamente ed immersivamente negli spazi di vita propri del periodo
in oggetto e maneggiarne le forme, le dimensioni e le caratteristiche.
All'interno dell'archeodromo trovano spazio iniziative ed incontri di ricostruzione storica e di tipo
touch the past durante i quali archeologi in abito storico lavorano e “vivono” momenti dell'esistenza
quotidiana interagendo e coinvolgendo i visitatori in un viaggio nel tempo che catapulta indietro di
oltre mille anni. Vengono svolte molte attività sperimentali che costituiscono, all'interno delle
giornte, il flo conduttore: attività di cucina, metallurgia, cuoieria, falegnameria, produzione vaghi
di collana in pasta vitrea, realizzazione di candele, tintura di lane e stoffe, tessitura e flatura,
agricoltura.

Cetona: L’Archeodromo apre nel 2007 come percorso didattico progettato per completare e
integrare la visita al Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona e al Parco archeologico
naturalistico di Belverde, secondo la logica dell’open air Museum. Situato non lontano dalla zona
archeologica, in un’area naturalistica protetta, l’Archeodromo propone ambientazioni, con strutture
e manufatti riprodotti in scala 1:1, ispirati alle due fasi della preistoria meglio documentate nel
territorio cetonese, indagato nella prima metà del secolo scorso da Umberto Calzoni e poi negli anni
Ottanta dello stesso secolo dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana in
collaborazione con l’Università di Siena che ripresero le ricerche con ricognizioni e scavi
sistematici. Nell’Archeodromo sono stati ricostruiti la parte di un villaggio dell’età del Bronzo
risalente al II millennio a.C., con capanne a grandezza naturale e aree per le attività artigianali, e un
abitato paleolitico in grotta, riferito all’Uomo di Nendertal. I due settori sono collegati da un
itinerario nel bosco e lungo la balza rocciosa sovrastante le cavità di Belverde, da cui si gode un
ampio panorama sulla Valdichiana. In un’apposita area è allestito uno spazio per la simulazione
degli scavi archeologici. Nei vari settori dell’archeodromo - interamente accessibile ai disabili ad
eccezione della grotta - vengono effettuate visite guidate, laboratori tematici, attività di
sperimentazione, simulazione e animazione con operatori specializzati. Il visitatore interessato potrà
così condurre un’esperienza di apprendimento che abbini ai metodi più tradizionali di trasmissione
delle informazioni la possibilità di interagire con categorie di oggetti, piccoli o grandi, umili o
preziosi, “venuti dal passato”, anche ripercorrendo azioni, trovando soluzioni, adottando tecniche
che sono alla base della creazione di quegli oggetti stessi. La vocazione educativa e divulgativa
dell’Archeodromo di Belverde è sostenuta dal costante legame con la ricerca sperimentale condotta
dall’insegnamento di Archeologia sperimentale dell’Univeristà di Siena per il quale lo spazio aperto
del Parco e del Villaggio ricostruito è un luogo imprescindibile per la conduzione delle proprie
attività di ricerca e di didattica.

2 – Il dialogo tra presente e passato
In Europa, negli ultimi decenni, parchi, archeodromi, aree archeologiche e musei hanno intrapreso
con successo una politica dei beni culturali che si basa sulla sequenza musealizzazione-
ricostruzione-narrazione con il risultato fnale di ottenere un pubblico soddisfatto.
Collaborano attivamente in questa direzione gruppi di persone o team di ricercatori che hanno scelto
di cimentarsi nell'archeologia sperimentale e, nei casi in cui sia possibile ed opportuno, anche nella
living history e nel reenactment, nello storytelling.
Tra i casi di living history, reenactment, e storytelling, prime fra tutte le felici esperienze
anglosassoni (per esempio i casi di West Stow, dello Yorvik Center o quelle francesi del Musée des
temps barbares ecc.) ci insegnano che possono essere organizzati eventi di richiamo senza scadere
nel farsesco ma essendo didattici e con successo verso gli utenti.
Lo sperimentatore ed il reenactor sono quindi delle fgure che partecipano attivamente al processo
di appropriazione del passato da parte dei visitatori. Attraverso la living history simulano la vita del
periodo di riferimento, in modo immersivo ed esperenziale per il pubblico, introducendo il passato
stesso nel presente.
La formula è vincente ed in questa direzione hanno potenzialmente un ruolo importante i reenactors
di qualità; questi coniugano la narrazione con l'archeologia sperimentale dando vita, con i gesti, le
azioni, i risultati e la didattica, ai contesti nei quali sono chiamati ad operare; costituiscono una
risorsa di marketing non indifferente nell’ambito del turismo culturale.
Il reenactor che crediamo possa collaborare pienamente ad una politica dei beni culturali deve
allora possedere precise caratteristiche: essere di alto livello negli aspetti ricostruttivi (dagli abiti ai
gesti, cioè nelle mappe mentali) collegato stabilmente all'archeologia sperimentale, in confronto
continuo con accademia e musei, effettuare di conseguenza uno storytelling frutto di
razionalizzazione delle conoscenze per la loro divulgazione e non basato su improvvisazione o su
“credenze” ed autoconvinzioni.
In tale direzione, la fgura del reenactor protagonista all'interno di contesti istituzionali (parchi,
archeodromi, musei) necessita pertanto di essere ridefnita e puntualizzata; si tratta infatti di formare
un soggetto che dovrà essere in grado di sperimentare con capacità reali ed “interpretare” nel
migliore dei modi le azioni didattiche e narrative per il pubblico: una fgura, quindi, di reenactor-
ricostruttore.
Tutto ciò obbliga forzatamente, sia gli sperimentatori sia quei reenactors che non vogliano
continuare nell'approssimazione, ad alzare il tenore delle proprie conoscenze, del confronto e dello
studio da intraprendere. In defnitiva lo sperimentatore ed il rievocatore che crediamo possano
inserirsi in realtà museali o ricostruttive devono essere in continuo aggiornamento di studio ed in
continuo rapporto con le istituzioni. Devono poi inserirsi in un circuito virtuoso, come in alcune
esperienze illuminate del nord e nord est Europa, che defniamo “Politica dei Beni Culturali per le
Masse” fondato su tre componenti essenziali:
– la serietà scientifca del processo di costruzione dell'informazione archeologica (che compete alle
istituzioni) articolato in ricerca-pubblicazione della ricerca-divulgazione della ricerca per il grande
pubblico;
– la narrazione, mediata nel rapporto con le istituzioni, e caratterizzata da iniziative per tutti,
sull'uso di tutti i media per la loro divulgazione, tramite racconti e testi essenziali, con grande
attenzione al rigore scientifco (ma senza usare il linguaggio scientifco) ed alla materialità della
storia;
– turismo e risorse locali; in altre parole: fornire contenuti attrattivi, svolgere iniziative regolari nel
tempo ed a cadenze fsse, grande attenzione ai bambini (che portano poi ad allargare il pubblico dei
fruitori con i genitori), fondandosi sull'attrattiva di un pubblico locale stabile e sull'attrarre una
famiglia media per due giorni in un determinato territorio.
3 – La nuova fgura di operatore: tra storytelling e living history
Il vero rievocatore-reenactors dovrebbe ricercare la propria soddisfazione nel presentare al pubblico
una ricostruzione più fedele possibile del periodo storico scelto e secondo le conoscenze del
momento; altrimenti potremo chiamare questo tipo di attività travestimento, folklore, cosplay od
altro.
Per il raggiungimento di tale risultato è necessaria una profonda e capillare ricerca storica,
archeologica ed iconografca sul periodo che si vuole ricostruire. Di ogni particolare, bisogna
addurre motivazioni storiche e, laddove non sia possibile (nella maggioranza dei casi quando si
parla di determinati periodi storici), trovare soluzioni sperimentali plausibili e ben documentabili.
Chiunque decida di accingersi a ricostruire un aspetto storico avrà il dovere di documentarsi al
meglio (e non solo per sentito dire) su quel determinato aspetto e sulla storia generale del periodo
ricostruito. La ricostruzione deve basarsi sui risultati della ricerca archeologica e storica, seguirne i
mutamenti, ed attingere a piene mani dall’esperienza dell’archeologia sperimentale.
Lo sperimentatore ed il reenactors-rievocatore (che vuole e deve partecipare con soddisfazione ad
una vera e propria missione di politica dei beni culturali e quindi divenire parte integrante del
processo di diffusione e pubblicizzazione del dato archeologico) necessita allora di crescere negli
standard minimi richiesti.
In particolare il reenactors (che come detto, nei migliori esempi, è anche un ricostrutture e
sperimentatore) se intende essere parte di questo processo oggi ineludibile, dovrà cercare il contatto
con le istituzioni proponendosi per le proprie qualità e per la conoscenza acquisita e nel seguire un
protocollo operativo che riteniamo essenziale. Quindi intraprendendo un percorso di crescita che lo
porterà ad eccellere in quel panorama multicomposito ed eterogeneo costituito dal mondo della
rievocazione italiana: in parte snaturato nelle sue vere fnalità da una semplifcazione estrema di
abiti, contenuti rappresentati ed attività replicate, dalla presunzione di “sapere cosa era l'antichità”
senza mai avere davvero studiato, dalla non cura dei particolari (che è fondamentale) e dal
confondersi troppo spesso con le numerosissime feste sia di ispirazione all'antichità e medievali, o
meglio medievaleggianti, che punteggiano la nostra nazione ormai con un'insistenza crescente e non
tutte di buon livello.
Dovrà essere “attrattivo” verso il pubblico anche se la qualità della sua ricostruzione-
sperimentazione raggiunge buoni od ottimi livelli; quindi detenere ed applicare nozioni di
storytelling.
In assoluto lo storytelling è l'atto del narrare, disciplina che usa i principi della retorica e della
narratologia; tra le applicazioni più importanti c’è quella pedagogica. Il ricorso a storie, attraverso
procedure narrative, è infatti di facile comprensione per l’apprendimento.
La narrazione, oltre al potenziale pedagogico e didattico, oltre a costituire uno strumento di
comunicazione, è anche uno strumento rifessivo per la costruzione di signifcati interpretativi della
realtà; la svolta epistemologica per leggere fenomeni e processi (narrazione come strumento di
ricerca), per produrre azioni e cambiamenti intenzionali (narrazione come strategia didattica).
E' uno strumento per penetrare in profondità nelle cause e nelle ragioni di eventi; i particolari che
vengono raccontati e rappresentati o replicati costruiscono una storia, diventano reali e determinano
la storia stessa; una risorsa sia per l'educazione, sia per la formazione promuovendo uno sviluppo
generativo tra l'esperienza, la sua osservazione e le intuizioni che ne derivano.
Lo storytelling è una forma di comunicazione effcace: coinvolge contenuti, emozioni,
intenzionalità e contesti. Ha una connotazione emotiva perché coinvolge delle persone e cerca di
dare un signifcato di ogni atto che vi viene descritto. Raccontare storie è il miglior modo per
trasferire conoscenza ed esperienza, per situare l'apprendimento in contesti signifcativi e sviluppare
processi dialogici di interazione rifessiva con il pubblico.
In defnitiva, la fgura di un operatore connotato da queste qualità costituisce una risorsa importante,
oggi come oggi, per arrivare ad un rinnovato rapporto e forma gestionale di musei ed aree
archeologiche, in cui la materialità della storia ed il vedere “com'era” costituisce il primo volano per
allargare poi il grande pubblico ad approfondire visite e contenuti ed a creare il bisogno di
Archeologia nella popolazione.

4 – La formazione di una nuova fgura di operatore- struttura del corso
Il corso è articolato in due settimane ed intende rivolgersi alle fgure delineate nei paragraf
precedenti: sperimentatori, reenactors, rievocatori, studenti.
Le caratteristiche dei due poli (Cetona dedicato alla preistoria ed alla protostoria; Poggibonsi
dedicato all'altomedioevo) permettono infatti di rivolgere l'offerta ad una vasta utenza e quindi
proporre un'esperienza trasversale.
A Poggibonsi verranno affrontate tematiche che vanno dalla sperimentazione alla narrazione; a
Cetona invece si affronterà maggiormente la sperimentazione tout court.
Direzione del corso prof. Marco Valenti e dott.ssa. Nicoletta Volante

4a. Polo Poggibonsi
    • Sede: Parco Archeologico fortezza di Poggio Imperiale
    • Periodo: da lunedì 15 giugno a sabato 20 giugno.
    • Argomenti affrontati: metallurgia, edilizia residenziale, tecniche agricole, reenactment e
       storytelling.
    • Aula per lezioni frontale: Sala polivalente presso Cassero della fortezza medicea.
    • Attività pratiche: spazi dell'Archeodromo.
    • Logistica partecipanti: a loro carico; verranno stipulate convenzioni con strutture ricettive e
       ristoratori del capoluogo per ottenere buone condizioni di soggiorno.

La parte del corso nella sede poggibonsese è patrocinata dal Comune di Poggibonsi e da E.M.A.i.A.
(Early Middle Ages In Action): coordinamento e standard qualitativi per il periodo rievocativo VI-X
secolo, con comitato scientifco composto da sei docenti universitari di ambito archeologico ed un
direttore di Museo Nazionale (Prof. Paul Arthur Università del Salento - Insegnamento di
Archeologia Medievale; Prof. Franco Cambi Università di Siena – Insegnamento di Archeologia dei
Paesaggi; Prof. Vasco La Salvia Università di Chieti - Insegnamento di Metodi e Tecniche della
ricerca archeologica; Prof. Marco Milanese Università di Sassari - Insegnamento di Metodologia
della ricerca archeologica e di Archeologia Medievale; Prof. Marco Valenti Università di Siena –
Insegnamento di Archeologia Medievale e di Archeologia dell'Alto Medio Evo; Prof. Guido Vannini
Università di Firenze – Insegnamento di Archeologia Medievale; Dott. Fabio Pagano Museo
Archeologico Nazionale Cividale del Friuli).

Docenti Poggibonsi

Marco Valenti
E' professore associato di Archeologia cristiana e medievale. Dal 2007 al 2011 è stato membro di
Giunta della Consulta Universitaria per l’Archeologia post-classica. Dal dicembre 2009 al marzo
2012 è stato direttore del SAAME (Centro Interuniversitario per la Storia e l’Archeologia dell’Alto
Medioevo; Univ. di Siena, Venezia e Padova). E' segretario nazionale della SAMI (Società degli
Archeologi Medievisti Italiani) dal 2004. Autore di oltre 150 pubblicazioni. E' membro di redazione
delle riviste “Archeologia Medievale” e “Archeologia e Calcolatori”; Advisory board della rivista
PCA (Post-Classical Archaeologies); nel comitato scientifco della rivista elettronica Debates de
Arqueologia Medieval - Università di Granada. Ha fondato e presiede la spin off dell'Università di
Siena "Archeòtipo srl" Servizi per i Beni Culturali (costituitasi il 9 settembre 2010). Ha scavato e
scava numerosi contesti rurali altomedievali; dirige scientifcamente il parco di Poggibonsi, qui ha
diretto la costruzione dell'Archeodromo.

Vittorio Fronza
Dottore di ricerca e cultore della materia in Archeologia medievale, attualmente è assegnista di
ricerca presso il Dipartimento di Scienze Storiche e Beni Culturali dell'Università di Siena.
A partire dal 1994 collabora stabilmente con il gruppo di lavoro del prof. M. Valenti, svolgendo
attività di ricerca a tempo pieno in un clima di sperimentazione continua. Si occupa soprattutto di
informatica applicata all'archeologia e di insediamento rurale altomedievale. Negli ultimi 20 anni ha
costantemente sviluppato una linea di ricerca sull'edilizia in materiali deperibili a livello nazionale,
affrontandola in una prospettiva diacronica (IV-XII secolo) e contestualizzandola in un'ottica
europea. Si interessa anche di living history e di re-enactement, intesi come forma privilegiata di
comunicazione archeologica.

Vasco La Salvia
Ricercatore presso l'università degli Studi di Chieti, è docente di Metodologie e tecniche della
archeologia. Specializzatosi in Italia ed all'estero (Ungheria e Slovacchia) nello studio della cultura
materiale dell'alto medio evo e sui cicli metallurgici in particolare, ha all'attivo numerose
pubblicazioni specifche sull'argomento. Da tempo si occupa anche dei temi relativi alla
Archeologia pubblica, alla divulgazione ed alle diverse modalità di valorizzazione dei Beni
Culturali. Attualmente membro del consiglio direttivo della SAMI e della redazione della Rivista
PCA (Post Classical Archaeologies)

Dario Ceppatelli
E' laureato in Lettere Moderne indirizzo archeologico-medievale con una tesi sullo studio dei reperti
metallici del sito di Mirandulo (Chiusdino, SI). Attualmente è Socio fondatore e operativo di
Archeòtipo s.r.l. (da settembre 2009) con responsabilità nei settori attività didattiche, attività
turistiche e living history soprattutto nella realizzazione e la gestione dell'Archeodromo di Poggio
Imperiale. Dal 1997 si occupa di rievocazione e ricostruzione storica applicata al medioevo. E’
socio fondatore dell’associazione AReS (Archeologia, Reenactment e Storia) che opera, con
riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, nel settore della ricostruzione storica e del living
history applicata a diverse epoche storiche. Si occupa dello studio e la ricostruzione di vari periodi
storici tra i quali: il periodo carolingio (IX secolo), il periodo comunale toscano (metà XIII secolo),
la Marina Militare inglese durante il periodo napoleonico (inizi XIX secolo). Dal 2009 è impegnato
nella conduzione di sperimentazioni archeologiche applicate alla metallurgia medievale e nello
studio teorico e nell’attività pratica dell’antica arte fabbrile (lavoro di forgia), durante la quale
realizza ricostruzioni di utensili e armi in ferro utilizzando tecniche e attrezzature di epoche passate.

Floriano Cavanna
Diploma in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico presso l’Università degli
Studi di Siena è membro fondatore e presidente dell’associazione Arké Archeologia Sperimentale
dal 2004. Si occupa di archeologia sperimentale e simulativa con grandi riconoscimenti; ha
realizzato le strutture e gli arredi dell'Archeodromo di Cetona e di Poggibonsi e ha riprodotto
repliche per numerose mostre e musei in varie regioni italiane.

Luciano Pugliese
E' laureato in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico e ha conseguito il Master
Universitario di II livello in ”Archeologia e Storia dell’alto medioevo: interpretazione, analisi e
valorizzazione delle fonti, sistemi informatici e pratiche di gestione” presso l’Università degli Studi
di Siena. Svolge attività di ricerca e di archeologia preventiva e ha in portfolio numerosi lavori di
analisi di archeologia virtuale in Italia e all’estero. Si occupa di nuove tecnologie applicate
all’archeologia; le sue elaborazioni informatiche spaziano tra la digitalizzazione della
documentazione di scavo, la gestione computerizzata della cartografa archeologica, fno alla
divulgazione dei risultati interpretativi per mezzo di ricostruzioni virtuali, video-documentari e
pubblicazioni multimediali sul web. Svolge attività di divulgazione e di web-marketing in ambito
archeologico. E’ proprietario e capo redattore del Blog ArcheologiaMedievale.it. Dal 2012 è
membro del Consiglio direttivo della SAMI – Società degli Archeologi Medievisti Italiani.

Martin Obrist e Matteo Mazzola
Sono contadini di nuova generazione. Hanno fondato due aziende agricole “il prato degli ortaggi” e
“Terra organica” riproponendo antiche varietà biologiche in coltivazione e adattando modalità
storiche di coltivazione alle tecniche odierne. Straordinaria conoscenza di attrezzi agricoli e nella
costruzione di strutture a supporto dell'attività e della vita rurale quotidiane.

Gabriele Zorzi
Laureato in conservazione dei Beni culturali, è membro fondatore e presidente dell’associazione La
Fara dal 2010. Impegnato dal 2005 nel campo della formazione primaria e secondaria come
insegnante prima ed educatore poi. Come membro de La Fara collabora attivamente in veste di
Reenactor con IL MAN di Cividale del Friuli, Archeoscuola ed ha potuto partecipare alle attività di
Musei Open Air quali il Bajuwarnhof di Kirchheim e il villaggio Alamanno di Mader.

Irene Barbina
Sì occupa di reenactment dal 2003 e condivide con gli altri membri de La Fara (di cui é Segretaria)
le esperienze museali nazionali ed estere. Dal 2010, in seguito alla frequentazione del corso tenuto
dalla dottoressa Pizzolongo, coltiva un percorso ricostruttivo legato alla ricostruzione della
produzione tessile, coadiuvato da successive integrazioni (corsi di flatura e tintura) ed affancato
dalla frequenza presso la scuola di moda Elisabetta Miniussi.
Francesco Chiantese
Attore professionista, formatore teatrale, specializzato in storytelling: tecniche di narrazione o
meglio di affabulazione su canovaccio o su struttura quadro. Nel corso degli anni ha diretto
rassegne, festival, progetti di baratto culturale in diverse città italiane; affanca da sempre al suo
percorso come attore e regista quello come formatore realizzando laboratori, seminari, workshop
sulle tecniche teatrali e sul baratto culturale. Nel 2012 ha pubblicato il saggio “In limine – Appunti
per un teatro dei sintomi” (Ed. Lampidistampa). Attualmente è direttore artistico del progetto
“Offcine d'elsa”, consulente alla drammaturgia per il Teatro dei venti di Modena oltre a portare
avanti al sua attività come formatore e come regista.

Tutor: Luca Isabella per Archeòtipo s.r.l.

Programma

Lunedì 15 giugno
ore 9 – 11 Marco Valenti. Introduzione
ore 11-13 Vasco la Salvia. Il ciclo produttivo dei metalli e la fgura del fabbro nell'alto medioevo
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-19 Dario Ceppatelli. Sperimentazione: il ciclo produttivo del ferro prima parte

Martedì 16 giugno
ore 9-13 Dario Ceppatelli. Sperimentazione: il ciclo produttivo del ferro seconda parte
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-19 Dario Ceppatelli. Sperimentazione: il ciclo produttivo del ferro terza parte

Mercoledì 17 giugno
ore 9-11 Vittorio Fronza. Costruire in legno
ore 11-13 Floriano Cavanna. Costruire una capanna
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-19 Floriano Cavanna. Costruire una capanna

Giovedì 18 giugno
ore 9-11 Luciano Pugliese. Diffondere i dati e costruire la propria immagine pubblica di operatore
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-19 Martin Obrist e Matteo Mazzola – Tecniche agricole

Venerdì 19 giugno
ore 9-13 Martin Obrist e Matteo Mazzola – Tecniche agricole
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-19 Irene Barbina. Sartoria e tessuti antichi

Sabato 20 giugno
ore 9-11 Gabriele Zorzi. Creare e gestire un gruppo di reenactors sperimentatori
ore 11-13 Francesco Chiantese. Tecniche di storytelling
ore 13-14 pranzo (cottura del pranzo nei testi)
ore 14-17 Francesco Chiantese Dimostrazioni di storytelling

4b. Polo Cetona
    • Sede: Parco Archeologico - naturalistico e Archeodromo di Belvedere (Cetona – Siena).
       Museo Civico per la Preistoria del Monte Cetona
    • Periodo: da lunedì 28 settembre a sabato 3 ottobre 2015
    • Argomenti affrontati: Archeologia sperimentale per la lettura dei dati archeologici; edilizia
       abitativa, tiro con l’arco, use-wear analysis di strumenti in pietra scheggiata – campioni
       archeologici e repliche sperimentali. L’interazione con le analisi delle tracce d’uso;
       archeometallurgia del Rame e Bronzo.
    • Aula per lezioni frontale: Aula didattica e laboratorio del Centro Servizi del Parco
       archeologico naturalistico e Archeodromo di Belverde; sala conferenze del Museo Civico
per la Preistoria del Monte Cetona.
   •   Attività pratiche: spazi dell'Archeodromo presso il villaggio dell’Età del Bronzo e
       laboratorio del Centro Servizi
   •   Logistica partecipanti: a loro carico; grazie ad un accordo tra l’Amministrazione Comunale
       di Cetona e l’Ostello di Cetona, pernotto, colazione, pranzo al sacco e cena vengono offerti a
       25Euro.

La parte del corso nella sede di Cetona è curata dal CRISP (Interuniversity Research Centre for the
Study and Promotion of Prehistoric Cultures Technologies and Landscapes) dell’Università degli
Studi di Siena - Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali al quale afferiscono le
Università di Roma La Sapienza con la Proff.ssa Cristina Lemorini docente di Archeologia
sperimentale, l’Università di Trømso con il Prof. Hans Peter Blankholm docente di Archeologia
preistorica e dei paesaggi e l’Università di Siena con la Dott.ssa Nicoletta Volante docente di
Preistoria e Protostoria del Mediterraneo e di Archeologia sperimentale. Dalla sua fondazione il
CRISP e l’Amministrazione Comunale di Cetona ha stipulato una convenzione che coinvolge il
Centro nella responsabilità scientifca dell’Archeodromo di Belverde.
La Summer School è patrocinato dal Comune di Cetona.

Docenti Cetona

Nicoletta Volante
Archeologa preistorica e ricercatrice all’Università di Siena dove insegna Archeologia sperimentale
e Preistoria e protostoria del mediterraneo. Dal 2009 dirige l' Interuniversity Research Centre for the
Study and Promotion of Prehistoric Cultures Technologies and Landscapes istituito con le Università di
Roma La Sapienza e di Trømso (Norvegia). Opera nell’ambito dell’Archeologia sperimentale
applicandola alla ricerca archeologica alla didattica e alla divulgazione con particolare riferimento
agli allestimenti di musei e di parchi archeologici. Ha curato la realizzazione dell’Archeodromo di
Cetona e di alcuni percorsi multisensoriali per l’Uffcio accoglienza disabili dell’Università di
Siena. Dal 2005 al 2008 ha fatto parte del Consiglio di Amministrazione del Museo Fiorentino di
Preistoria “P. Graziosi” per il quale ha curato i programmi di didattica.

Lara Comis
Archeologa laureate all’Università della Tuscia di Viterbo. Master in Experimental archaeology ad
Exeter (Inghilterra) si è specializzata nei problemi metodologici dell’Archeologia speimentale
applicata alla ricerca. Membro italiano Exarc, si occupa di comunicazione nei musei all’aperto.

Cristina Lemorini
Professore associato all'Università di Roma “La Sapienza” presso il Dipartimento di Scienze
dell'antichità dove ha organizzato e attualmente coordina il Laboratorio di Analisi TecnoFunzionale
del Museo delle Origini, Università di Roma “ La Sapienza”. Collabora a diversi progetti di ricerca
nazionali e internazionali riguardanti l’analisi tipologica, tecnologica e funzionale dell’industria
litica in contesti preistorici Plio-Pleistocenici ed Olocenici e in contesti etnografci. Dirige un
progetto di ricerca intitolato: “Developing a FTIR (Fourier Transfer InfraRed) spectra collection for
interpreting residues of the prehistoric activities.”, fnanziato dalla Wenner-Gren Foundation (NY,
USA). dirige il Laboratorio di analisi tecnologico-funzionali dei manufatti archeologici. Docente di
Analisi tecnologico-funzionali dei manufatti archeologici e Archeologia sperimentale. Insegna
Archeologia Sperimentale e organizza attività di laboratorio riguardanti l’analisi tipologica,
tecnologica e funzionale delle industrie preistoriche in pietra .

Alessandro Pacini
Orafo, si è laureato all'università di Firenze nel 1997 con una tesi in storia dell'orefceria. Dal 1992
al 2006 ha diretto con Edilberto Formigli i seminari di archeometallurgia di Murlo (Siena). Dal
2011 è docente incaricato presso la Scuola di Alta Formazione dell'Opifcio delle Pietre Dure di
Firenze. Ha partecipato come relatore a convegni internazionali di archeometallurgia. Ha pubblicato
monografe e articoli in riviste di archeometallurgia.

Floriano Cavanna
Diploma in Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo archeologico presso l’Università degli
Studi di Siena con elaborato fnale in Archeologia sperimentale; è membro fondatore e presidente
dell’associazione Arké Archeologia Sperimentale dal 2004. Si occupa di archeologia sperimentale e
simulativa con grandi riconoscimenti; ha realizzato le strutture e gli arredi degli Archeodromi di
Cetona e di Poggibonsi e ha eseguito repliche di manufatti per numerose mostre e musei in varie
regioni italiane.

Riccardo Chessa
Fonda e dirige il Laboratorio di archeologia sperimentale Gli Albori (Campagnatico – Grosseto) nel
quale sono visitabili strutture abitative in scala 1:1 riferibili a vari periodi della protostoria e storia.
Archeologo sperimentale con esperienza ventennale e profonda conoscenza dei know how in diverse
specializzazioni: dalle tecnologie litiche preistoriche, all’arceria e armi da getto di varia epoca -
propulsori, balestre ecc. - ; falconiere e survival trainer. Ha tenuto laboratori di scheggiatura delle
industrie litiche preistoriche per alcuni corsi universitari. Ha partecipato a vari progetti di
allestimento museale, sia di musei all’aperto, sia di Archeodromi. Il Laboratorio Gli Albori svolge
una intensa attività didattica con le scuole del territorio e di tutta la Toscana

Tutor: Grazia Calandra associazione Paleoriza

Programma

Lunedì 28 settembre
ore 9 – 11 Nicoletta Volante. Presentazione
ore 11-13 Lara Comis defnizione e mission dei Musei Archeologici all’Aperto (OAAM)
ore 13-14 pranzo
ore 14-19 Cristina Lemorini. Introduzione alle analisi sulle tracce d’uso dei manufatti in pietra
scheggiata e levigata.

Martedì 29 settembre
ore 9-13 Cristina Lemorini e Nicoletta Volante: progettazione del protocollo sperimentale
ore 13-14 pranzo
ore 14-19 Riccardo Chessa. L’arco preistorico (I parte)

Mercoledì 30 settembre
ore 9-13 Riccardo Chessa. L’arco preistorico (II parte)
ore 13-14 pranzo
ore 14-19 Alessandro Pacini: La prima metallurgia – il rame e il bronzo – cicli produttivi, tecniche
fusorie- la spada corta “tipo Cetona”

Giovedì 1 ottobre
ore 9-11 Alessandro Pacini: La prima metallurgia – il rame e il bronzo – cicli produttivi, tecniche
fusorie- realizzazione della spada corta “tipo Cetona”
ore 13-14 pranzo
ore 14-19 Alessandro Pacini: La prima metallurgia – il rame e il bronzo – cicli produttivi, tecniche
fusorie- realizzazione della spada corta “tipo Cetona”

Venerdì 2 ottobre
ore 9-13 Riccardo Chessa. L’arco preistorico (III parte): il tiro con l’arco e prove di impatto dei
proiettili
ore 13-14 pranzo
ore 14-19 Alessandro Pacini: La prima metallurgia – il rame e il bronzo – cicli produttivi, tecniche
fusorie- realizzazione della spada corta “tipo Cetona”

Sabato3 ottobre
ore 9-13 Cristina Lemorini : analisi delle tracce sperimentali sulle repliche di strumenti preistorici
ore 13-14 pranzo
ore 14-17 Cristina Lemorini Nicoletta Volante: valutazione del protocollo sperimentale

Nell’arco di tutta la settimana saranno in corso i lavori di re-styling del villaggio dell’età del Bronzo
sotto la guida di Floriano Cavanna. I partecipanti saranno coinvolti nei lavori edili che verranno
svolti con utensili in pietra scheggiata allo scopo di riprodurre l’uso degli stessi. Utensili in pietra
scheggiata verranno utilizzati in tutte le attività che verranno intraprese nella settimana
(costruzione dell’arco preistorico, metallurgia ecc). Degli utensili impiegati verranno registrati la
tipologia di utensile e le tecniche di realizzazione, la materia prima su cui si è agito, i tempi di
utilizzo, gli eventuali incidenti d’uso e relativo ripristino, ecc. al fne di procedere, al termine dei
lavori della settimana, alle analisi al microscopio delle macro tracce che l’uso ha prodotto sugli
utensili e loro valutazione. Obiettivo: avviare i partecipanti al metodo sperimentale attraverso la
progettazione, stesura, e valutazione di un protocollo sperimentale, nonché alla creazione di una
serie di confronto di usure su utensili in pietra.

Segreteria organizzativa del corso
La segreteria organizzativa sarà curata da Archeòtipo s.r.l., fondata e composta da membri del
gruppo di ricerca che fa capo al Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell'Università
degli Studi di Siena e guidato dal prof. Marco Valenti. La società è nata nel 2009 come spin-off
universitaria, diretta conseguenza di una pluriennale sperimentazione nel campo della ricerca
archeologica e dell’informatica applicata ai Beni Culturali. Nella sua mission occupano un ruolo
importante la didattica a tutti i livelli e la comunicazione archeologica intesa come
diffusione/disseminazione al pubblico del patrimonio archeologico attraverso metodi e sistemi
innovativi.
A livello organizzativo Archeòtipo fgurerà come ente organizzatore della Summer School insieme
al Parco Archeologico di Poggio Imperiale a Poggibonsi, al Museo Civico per la Preistoria del
Monte Cetona e al CRISP (Interuniversity Research Centre for the Study and Promotion of
Prehistoric Cultures Technologies and Landscapes) dell’Università degli Studi di Siena. In
particolare, curerà la segreteria del corso, occupandosi di:
- uffcio stampa e diffusione su web, social media, mezzi di comunicazione delle notizie relative
alla Summer School;
- raccolta iscrizioni alla Summer School;
- supporto logistico e tutoraggio agli iscritti durante lo svolgimento del corso nella sede
poggibonsese;
- gestione economica complessiva (raccolta quote iscrizioni; pagamenti docenti e servizi,
rendicontazione, ecc.).

Iscrizioni e info
Per iscriversi e per informazioni
info@parco-poggibonsi.it
tel. 338 7390950
sito web: www.archeodromopoggibonsi.it
proflo FB: archeodromo live (https://www.facebook.com/archeopb?fref=ts)

La summer school sarà attivata con un minimo di 12 iscrizioni.
L'iscrizione per ambedue le settimane di corso è pari a 700 euro + IVA 22% (totale 854 euro).
E' possibile frequentare anche una sola, a scelta, delle settimane con icrizione pari a 400 + IVA 22%
(totale 488 euro).
Pre-iscrizione entro il 31 maggio 2015 indicando se si opta per le due settimane o per una sola (con
specifca: 15 giugno-20 giugno 2015 oppure 28 settembre-2 ottobre 2015) attraverso apposito web
form al seguente indirizzo:
www.archeodromopoggibonsi.it/summer-school o tramite mail riportando comunque i dati richiesti
nel modulo suddetto.
Per il pagamento dell'iscrizione verra' inviata richiesta tramite mail contenente gli estremi entro e
non oltre venerdì 5 giugno 2015.

Gli iscritti dovranno provvedere in proprio al soggiorno nelle due località (vitto e alloggio).
P e r quanto riguarda la sede di Poggibonsi si stanno attivando convenzioni con esercenti del
capoluogo (verranno comunicate a breve).
Per quanto riguarda la sede di Cetona, al momento dell’iscrizione, si chiede di segnalare se si
desidera prenotare il pernottamento presso l’Ostello (25 euro al giorno per pernottamento colazione
pranzo a sacco e cena).
Per precauzione si richiede la stipula di una polizza anti-infortunistica con una compagnia
assicurativa di vostra scelta che copra il periodo di svolgimento del corso.
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