Sul privilegio (Note critiche su Agamben-Cacciari) - L'ospite ingrato

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Sul privilegio (Note critiche su Agamben-Cacciari) - L'ospite ingrato
20 settembre 2021

Sul privilegio (Note critiche su Agamben-Cacciari)
Roberto Finelli e Tania Toffanin

Abbiamo inteso di scrivere qualche riflessione            in tema di diritti fondamentali e libertà personali.
insieme su quanto Giorgio Agamben e Massimo               L’impianto accusatorio che sostiene la vasta
Cacciari hanno pubblicato il 26 luglio sul sito           schiera di coloro che si oppongono all’introdu-
dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (A        zione della certificazione verde poggia in buona
proposito del decreto sul “green pass”), perché ci        misura sui concetti di limitazione della libertà
sembra utile fare un poco di chiarezza sullo spiri-       personale e di discriminazione.
to del tempo, sul Zeitgeist, di cui i due autori citati   Nei suoi vari scritti Giorgio Agamben ha sollevato
ci appaiono essere solo l’epifenomeno più vistoso         non tanto questioni di legittimità formale ma di
e accreditato.                                            natura sostanziale dei dispositivi a suo dire “pro-
Vogliamo provare brevemente a comprendere                 tettivo-repressivi” messi in campo dalle istituzio-
cosa ci sia dietro una tale rivendicazione di liber-      ni governative. Con Cacciari poi egli ha sostenuto
tà individuale, sottratta ad ogni condizionamen-          l’equivalenza della certificazione verde (che ricor-
to e mediazione con la libertà collettiva, in un          diamo essere altro rispetto ad una mera certifica-
richiedere verosimilmente assai dimentico della           zione vaccinale poiché prevede anche la negativi-
definizione data, ormai tempo addietro, da Fran-          tà al test in assenza di vaccinazione e su questo è
co Fortini, secondo cui «la mia libertà inizia, non       stata creata una confusione ad hoc) con pratiche
dove finisce, ma dove inizia la libertà dell’altro».      discriminatorie consolidate all’interno di Stati,
E dunque comprendere perché il nostro tempo,              come Cina e Unione Sovietica, che hanno fatto
storico e culturale, si sia connotato, sempre più,        del controllo della popolazione uno strumento or-
per una moltiplicazione e ipertrofia dei diritti in-      ganico di governo del territorio. Boutade, tuttavia,
dividuali del singolo, di contro ai diritti comuni e      che non solo richiama quelle rappresentazioni
sociali.                                                  che sono frequentemente utilizzate dalla destra
Il dibattito che l’obbligatorietà della certificazio-     conservatrice e liberale per osannare gli impera-
ne verde ha aperto si situa, peraltro, all’interno di     tivi del mercato e invocare l’arretramento dello
uno scenario internazionale che impone alcune             Stato ma che con la pandemia pensiamo non ab-
riflessioni. Pensiamo infatti che tale dibattito sia      bia alcuna congruenza. L’equiparazione di alcuni
fondamentalmente centrato sui diritti individuali,        dispositivi di controllo della popolazione utilizza-
all’interno di un contesto nel quale le libertà in-       ti in epoche passate con quelli utilizzati dopo lo
dividuali sono pienamente garantite. Per contro,          scoppio della pandemia è solo funzionale, cre-
quanto sta succedendo in Afghanistan ci impone            diamo, a preordinare il discorso anticipando le
di riflettere, a partire proprio dalle libertà indivi-    conclusioni: «stiamo preparandoci a un regime»
duali, in termini meno eurocentrici. Sforzo que-          (Cacciari) nel quale «la tessera verde costituisce
sto che pensiamo sia necessario per uscire dal            coloro che ne sono privi in portatori di una stella
provincialismo del dibattito italiano ed europeo          gialla virtuale» (Agamben).

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Secondo i due, la certificazione verde decisa dal       il non ricorso ad esse. Serve forse ricordare che
Governo funzionerebbe da dispositivo di controllo       il prolungamento delle restrizioni alla mobilità è
funzionale alla politica per discriminare e quindi      stato necessario a causa della rapida saturazione
differenziare la cittadinanza sulla scorta dell’ade-    delle terapie intensive, prodotta da anni di man-
guamento a quanto previsto dal piano vaccinale.         cati investimenti in nome del contenimento della
Cacciari esordisce poi giungendo ad ampliare            spesa pubblica.
quanto enucleato sommariamente da Agamben               I numeri del sistema sanitario italiano appar-
fino ad articolare una critica serrata alla decreta-    tengono alla categoria dei fatti. E su questi ser-
zione che, facendo ricorso alla formula dello sta-      ve muovere critiche incisive e circostanziate ed
to di emergenza, di fatto, rappresenterebbe una         un’azione rivendicativa. Finora a nostro avviso
sospensione della democrazia. Per articolare la         entrambe sono state ancora molto modeste e
critica allo stato di emergenza e alla conseguente      quindi del tutto inadeguate a rivendicare quelle
sospensione della democrazia, Cacciari richiama         risposte ai bisogni fondamentali di tutti e tutte
la (tanto bistrattata) Costituzione per ribadire che    noi in fase pandemica e fuori dalla pandemia. È
i limiti sanciti dagli articoli 13, 16 e 32 in tema     fondamentale infatti avere contezza dello stato
di inviolabilità della libertà personale, di restri-    del sistema sanitario, dall’organizzazione delle
zioni alla circolazione e di obbligo ai trattamenti     strutture ospedaliere, in primis della capienza e
sanitari non sono mai stati definiti in termini for-    della dotazione delle terapie intensive, ma anche
mali. Questa indeterminazione, secondo Cacciari         della medicina di base, e comprendere come la
avrebbe lasciato ampia discrezionalità al Gover-        malattia lo abbia intaccato. Sono state investite
no italiano di legiferare riducendo se non soppri-      nuove risorse nel sistema sanitario nazionale?
mendo l’autonomia individuale in nome di una            Come sarà gestito in futuro il rapporto tra Gover-
eterodirezione imposta da uno stato di necessità        no centrale e regioni, che non poco ha contribuito
ed urgenza mai chiaramente definito.                    ad allentare la stretta sulla diffusione pandemi-
La questione centrale a nostro avviso da vagliare       ca? Quali e quante risorse sono state assegnate
non è l’attacco all’operato governativo in nome di      alla ricerca scientifica? Quali e quante risorse
una astratta idea di interesse collettivo da tutela-    alle retribuzioni del personale sanitario? Dobbia-
re, per la quale qualsiasi disposizione normativa       mo attendere un eventuale e non auspicato altro
è accettabile. Ci mancherebbe: il Governo italia-       evento pandemico per avere risposte a questi le-
no ha gestito in modo del tutto criticabile tempi,      gittimi quesiti?!
strumenti e risorse per il contenimento della pan-      Il buon stato di salute del sistema sanitario è la
demia! Ma questa è un’altra storia e richiede un        precondizione per allargare la sfera dei diritti e
esame specifico dei dispositivi messi in atto, del      per ampliare quell’autodeterminazione alla quale
rapporto tra Governo centrale e regioni, e delle        Agamben e Cacciari fanno continuamente riferi-
risorse presenti nel settore sanitario. L’iniziativa    mento ma in termini sostanziali non solo formali.
legislativa governativa sta dentro un quadro sto-       L’autodeterminazione è un bene cruciale. Essa
ricizzato del quale occorre tener conto. Abbiamo        però va esaminata sulla scorta delle condizioni
forse scoperto con la pandemia l’abuso della            oggettive che la promuovono non, invece, ana-
decretazione d’urgenza? L’emanazione di decre-          lizzando solamente i dispositivi che la limitano. E
ti che hanno valore di legge ordinaria è prevista       qui veniamo al punto dolente.
dall’art. 77 di quella stessa Costituzione che più      C’è una questione che negli scritti di Agamben e
volte Cacciari richiama. Essa è prevista in casi        Cacciari è continuamente e volutamente elusa.
straordinari di necessità e di urgenza. Sappiamo        Chi può esercitare il diritto di non sottostare al
che dagli anni Ottanta l’utilizzo dei decreti-legge     piano vaccinale e in quali condizioni può farlo?
è aumentato in modo crescente, anche per rego-          A noi sembra che l’approccio dei due riproduca
lare questioni che necessitano della discussione        quell’eurocentrismo tanto debole quanto inservi-
parlamentare. L’utilizzo della decretazione d’ur-       bile per spiegare la complessità attuale ma anche
genza da parte del Governo nella gestione della         a proporre soluzioni capaci davvero di non discri-
diffusione pandemica non è una questione pre-           minare e non creare nuove divisioni tra coloro, ad
minente a nostro avviso, se davvero intendiamo          esempio, che possono utilizzare servizi sanitari
esaminare la posta in gioco.                            qualificati e in tempi celeri e coloro che devono
Le questioni essenziali sono altre e hanno tutte a      accontentarsi della disponibilità contingente con
che vedere con la materialità dei processi in atto.     lunghi tempi di attesa.
Si sostiene, ad esempio, con forza il diritto all’au-   Dove sta l’eurocentrismo di Agamben e Cacciari?
todeterminazione sanitaria ma non si evidenzia          È tutto espresso nell’attacco a quella che consi-
con pari vigore che questo diritto può essere           derano essere una forma di stigmatizzazione via
esercitato solo perché è data la possibilità di sce-    legis. Non sono forse altre le forme fattuali della
gliere tra il ricorso alla vaccinazione o alle cure e   discriminazione nel nostro paese (e non solo)?

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Classe, genere e razza sono categorie superate           e Cacciari sono da sempre pensatori dell’Altro-
forse nelle riflessioni che hanno a che vedere con       ve, vale a dire che pensano e parlano da un altro
norme e pratiche discriminatorie? In quali ter-          mondo, lontano da quello della gente comune, e
mini la pandemia sta intaccando la popolazione           partecipano dunque per definizione di una cultu-
sulla base di un’analisi di classe, di genere e di       ra degli áristoi, dei migliori, che, in base all’ispira-
razza? Ce lo vogliamo chiedere o pensiamo dav-           zione di Nietzsche, li abilita ad essere superiori e
vero che la pandemia, come tutte le patologie,           indifferenti al sentire delle masse.
agisca su tutte e tutti allo stesso modo? O forse la     Giorgio Agamben almeno dalla pubblicazione di
discriminazione espressa da Agamben e Cacciari           Homo sacer ci dice infatti che la realtà che vivia-
vale solo per maschi, adulti, bianchi e di classe        mo è quella del «campo», del campo nazista di
agiata?! Ancora: la pratica discriminatoria secon-       concentramento e di sterminio, poiché da decen-
do i due inflitta dallo Stato all’individuo come si      ni siamo in uno stato permanente di emergenza,
pone di fronte all’interesse collettivo? Chi sareb-      di eccezione, che consente al potere dello Stato
bero dunque quei «tutti (che) sono minacciati da         e delle istituzioni di fare strage dei nostri diritti in
pratiche discriminatorie» richiamati nelle poche         cambio del mantenimento e della protezione del-
righe apparse nel sito dell’Istituto italiano per gli    la nostra nuda vita.
studi filosofici?                                        Per consentirci di continuare a vivere o meglio
Non c’è richiamo alla collettività negli scritti di      solo a sopravvivere – nei termini di una «nuda
Agamben e Cacciari. Il perno delle loro invettive        vita», appunto solo biologica, solo animale – lo
è l’individuo e l’attacco all’autodeterminazione         Stato democratico, attraverso una continua legi-
individuale.                                             slazione di emergenza, ci spoglia di tutti gli altri
Questa pandemia sta sollevando molti interro-            nostri diritti che ci consentirebbero di vivere una
gativi, anche di portata radicale se la vogliamo         vita culturalmente e socialmente dignitosa, e ci
cogliere, rispetto ai nostri stili di vita e di consu-   sottopone alla disciplina di una biopolitica che
mo, al rapporto con il territorio e, ultimo ma non       invade e controlla autoritariamente ogni nostro
ultimo al rapporto tra produzione e riproduzione         spazio esistenziale.
sociale. Le riflessioni di Agamben e Cacciari sono       Così è l’Altrove, il Fuori, per Agamben, il princi-
in questo senso del tutto superate dagli eventi.         pio e il luogo originario del potere politico nella
Ci riportano indietro di mezzo secolo quando il          società, secondo la grande lezione teorica del
paradigma della crescita illimitata era egemone          filosofo della politica, di destra e prossimo al na-
e con esso l’idea di poter rapportarsi alla natura e     zismo, Carl Schmidt: che ha sempre affermato
all’ecosistema in modo del tutto dispotico.              che la fonte del potere stia in chi, collocandosi al
Il loro discorso rispecchia la schizzinosità di una      di fuori delle norme costituzionali, sia in grado di
classe agiata abituata al benessere, assicurato da       proclamare lo stato di emergenza e di sospende-
uno stato sociale che, nonostante i ripetuti attac-      re le regole della socialità ordinaria. Ossia che il
chi, ha garantito la copertura universalistica del       potere statuale non nasce da patti e convenzioni
diritto alla salute.                                     tra parti sociali, mediate dalla loro rappresentan-
Sappiamo che così non è in molte altre aree del          za, com’è accaduto in buona parte delle Costitu-
mondo. La capacità di relativizzare la propria con-      zioni della modernità, ma da colui che è in grado
dizione esistenziale è parte essenziale di quello        di porre ed imporre la «decisione».
sguardo comprendente che dovrebbe emergere               Una filosofia dell’Altrove, quella che motiva il di-
in situazioni come quella attuale, nella quale sia-      scorso di Agamben, anche perché gli è rimasta,
mo chiamati e chiamate ad interrogarci profonda-         sembra, del tutto ignota, la lezione di Karl Marx
mente non su quanto la nostra libertà sia limitata       sulla forza-lavoro quale vera e reale nuda vita
e in pericolo dall’incipiente deriva securitaria in      della società capitalistica moderna, in quanto
nome del controllo sanitario ma su quanto dob-           astratta originariamente da ogni possesso ed
biamo impegnarci per aumentare lo spazio della           uso del mondo-ambiente e in quanto, obbligata,
giustizia sociale.                                       come sua forma più propria e continua di esisten-
Questa pandemia ci ricorda che abbiamo dei li-           za, ad erogare lavoro astratto, normato e imper-
miti fisici e conoscitivi e che abbiamo contribuito      sonale nei luoghi della produzione.
straordinariamente alla loro espansione, disin-          Così come Agamben, estraneo, ci sembra, a una
vestendo ad esempio nella ricerca scientifica e          qualche seria frequentazione di filosofie dia-
nella strutturazione di un corretto rapporto con la      lettiche, appare non essere stato mai in grado
scienza. Investire nella conoscenza dell’eziologia       d’intendere, come il vero potere della società
e della patogenesi delle malattie è addebitabile         capitalistica stia in una dialettica di essenza ed
alla governamentalità o alla cura del benessere          apparenza, ossia nella capacità di dissimulare
collettivo?                                              rapporti di feroce diseguaglianza e di sfruttamen-
Del resto, più in generale, va detto che Agamben         to (nella profondità dell’essere sociale) attraverso

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relazioni, invece, di eguaglianza sulla superficie       dell’assolutamente Altro, e sia in grado quindi
dell’azione sociale, regolate dalle libertà, univer-     di pensare la filosofia politica solo ponendo alla
sali per tutti, di essere soggetti sia del diritto che   sua base una ontologia politica: giacché si agisce
del mercato. E che quindi il dominio del capita-         nella storia e nella società solo se si pensa e si
le come soggetto tendenzialmente totale ed on-           affronta la questione dell’Essere (aggiungeremo
nipervasivo della società contemporanea abbia            noi, come voleva, l’aristocratica filosofia di Par-
come fondamento primo – da cui derivano poi              menide di Elea nel V sec. a.C. e a seguire, di lì,
tutte le altre articolazioni di potere – l’operare di    tutta la dotta ed ecclesiale filosofia Scolastica del
una ricchezza accumulativo-astratta, dis-umana,          Medio Evo).
che dissimula i protocolli del suo agire, attraverso     Non a caso alla figura di Giorgio Agamben, osses-
la messa in scena di soggetti umani, capaci di au-       sionato da sempre dallo Stato di emergenza, si
todeterminazione e di libertà di consumo.                è associato, in questa rivendicazione dell’auto-
Ma Giorgio Agamben, quanto è lontano da ogni             determinazione contro lo Stato biopolitico e au-
cultura della differenza dialettica, tanto appare        toritario, un altro frequentatore, sebbene meno
invece prossimo alla differenza ontologica di Mar-       raffinato e profondo, dell’Altrove e del Fuori, qual
tin Heidegger, supposto filosofo massimo della           è Massimo Cacciari.
modernità, ma, com’è a tutti ben noto, anch’egli         Fin dal suo testo del 1976, Krisis, egli ha infat-
per molti anni in odore di nazismo. E infatti a base     ti mostrato la sua adesione alla rivoluzione rea-
della filosofia politica di Agamben quale perpe-         zionaria di Martin Heidegger, teorizzando che di
tuazione del campo concentrazionario e dello             fronte al fallimento nichilistico della ragione e
stato di emergenza c’è, a ben vedere, una onto-          delle scienze nella loro pretesa di fissare verità
logia politica. Ossia la riproposizione attraverso       oggettive, l’unico approccio in un contesto di re-
Heidegger, di una categoria filosofica del tutto         altà attraversato da costanti criticità e di confron-
arcaica ed estenuata a nostro avviso, quale quel-        ti tra forze è quello della «decisione». Specifica-
la di «Essere», con la conseguente consegna di           mente, nel caso della nostra contemporaneità, la
tutta la realtà, umana e non-umana a un principio        decisione di opporre alla volontà di potenza della
ad essa ulteriore – quale appunto quello di Esse-        «tecnica», e alla sua diffusione quale megamac-
re – indefinibile e non determinabile, da cui pos-       china della nostra vita, i valori di un umanesimo
siamo aspettarci solo invii destinali, cioè imposi-      profondamente mediato dal pensiero dell’Essere
zioni, non discutibili, di senso, e di configurazione    e dal confronto con l’onto-teologia.
di epoche storiche. Dove ciò che vale è proprio          La ragione umana, teorizza Cacciari, si prova a
il nesso di esclusione-implicazione che Agamben          pensare l’empiria, la molteplicità dei fenomeni
usa e ripete, ossessivamente, per ogni ambito            del mondo, ricercandone leggi e causalità, ma
del suo pensare: modellato proprio sulla frattura        viene meno nella spiegazione di ciò che dovreb-
originaria ed abissale tra Essere ed Esserci, cioè       be dare legittimità e forza originaria al suo proce-
tra principio ontologico e principio antropologico,      dere: nella spiegazione cioè, non di come le cose
per la quale gli esseri umani rimuovono dal loro         esistano, ma perché esistano. Ossia, per dirla,
orizzonte, ormai solo mercatorio ed utilitaristico,      anche qui con Heidegger, perché l’Essere e non
quell’Essere (sacrale ma non religioso) che pure         il Nulla? Il conoscere può infatti legiferare tecni-
li fonda: escludendo in tal modo ciò che è il pre-       camente sull’esistente, spiegandolo per cause,
supposto implicito del loro vivere.                      ma non è in grado di dimostrarne l’Essere, ovve-
Così lo stato di eccezione, la possibilità di ridur-     ro di come sia giunto all’esistenza. Per questo va
re ogni soggetto a nuda vita sottoponendolo a un         risolutamente affrontato il problema dell’Inizio,
potere autoritario sovrano, è la vera realtà, il prin-   dell’Inizio assoluto, di «un Prius assoluto, incon-
cipio immanente dell’ordine istituito delle demo-        dizionato […] L’idea dell’essere precedente ogni
crazie, esattamente come l’Essere di Heidegger           pensiero, l’idea-limite dell’incondizionatamente
è, nella sua lontananza estrema, il principio im-        esistente [che] è l’“abisso” della ragione».
manente, pur se rimosso e dimenticato, dell’esi-         Come tutti i neoparmenidei contemporanei, Cac-
stenza umana.                                            ciari si è mostrato dunque per nulla avvertito dal-
Questo è dunque lo sfondo teorico originario nel         la lunga tradizione di filosofia critica la quale nel-
quale collocare e valutare l’appello che Giorgio         la modernità ha insegnato che parlare in questo
Agamben ci rivolge in questa sua ultima battaglia        modo di Essere e Nulla significa – come avreb-
contro la biopolitica vaccinale, a favore di una re-     bero detto maestri come Adorno, Wittgenstein e
sistenza alla norma collettiva e pubblica da parte       il nostro Guido Calogero – cadere nell’errore di
dei diritti del singolo. Con l’implicito ma non di-      sostantificare parole, piombare cioè nella trappo-
chiarato convincimento, aggiungiamo noi, che in          la di prendere parole per cose, ossia di prendere
realtà possa veramente intendere il suo discorso         lucciole per lanterne. Ed è coerentemente arriva-
solo colui che si colloca nella nobiltà dell’Altrove,    to a trasumanare nel pensare, a lungo e con deci-

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sione, il problema del rapporto possibile tra Inizio
assoluto e mondo. Giungendo a teorizzare, anche
qui in modo pressoché analogo a quello di Agam-
ben, che l’Essere dell’Inizio non deve essere co-
stretto ad entrare in rapporto con la cosiddetta
realtà concreta – non deve essere gravato dalla
questione della creazione del mondo – perché,
nella sua assoluta indifferenza rispetto al mondo,
deve implicare anche la possibilità di non-essere:
di essere cioè perfettamente libero di essere po-
tenza-di-essere che si traduce nell’esistenza, così
come di essere potenza di non-essere che rimane
nel Nulla e non passa nell’esistenza.
Tanto che Cacciari, recuperando la radicalizzazio-
ne teologica dell’ultimo Schelling, ci può dire che
«l’Inizio, come puramente Com-possibile, con-
tiene in sé ogni possibile, fino alla propria stes-
sa im-possibilità». Ed appunto proprio in que-
sto campo originariamente infinito di possibilità
come Inizio di ogni inizio si iscrive l’autenticità
della vita di ognuno come «decisione» e libera af-
fermazione di sé.
Ora, lasciando riposare in pace anche Aristotele
che forse avrebbe sobbalzato di fronte a una po-
tenza che non sia destinata a realizzarsi nell’atto,
quanto s’è detto qui di questioni di ontologia e
metafisica, assai in breve e quasi celiando, vale
per noi qui solo ad evidenziare quanto sia distan-
te quell’Altrove e quel Fuori. Da quella posizione
privilegiata, i due intellettuali pretendono di par-
lare di patologie umane e cose terrene, ignari del-
la distanza che separa il pianeta terra dalle loro
costellazioni ontologiche.

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