Studi e Ricerche socio-territoriali Napoli, 11(2021) fasc. unico, pp. 5-14

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Studi e Ricerche socio-territoriali Napoli, 11(2021) fasc. unico, pp. 5-14
Studi e Ricerche socio-territoriali
                                           Napoli, 11(2021) fasc. unico, pp. 5-14

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                                NICOLINO CASTIELLO

      Nell’antichità le pandemie, numerose e frequenti, e le lotte per il pos-
sesso delle terre più fertili o strategicamente vitali per il controllo dei ter-
ritorî producevano un duplice e contrastante effetto. Il primo, vantaggioso,
più evidente ed immediato, era quello di mitigare il sovrappopolamento,
poiché, data la lentezza con cui i gruppi umani acquisivano nuove tecno-
logie per accrescere la massa di beni alimentari e industriali necessari, la
mole delle morti da esse prodotte ricomponeva l’equilibrio tra popolazione
e risorse, quest’ultimo scompensato dal ritmo di crescita della popolazione
superiore a quella delle risorse. Il secondo, meno percepibile, con effetti sul
lungo periodo e devastante degli ordini politico-istituzionali, sconvolgeva
l’assetto interno di intere comunità nazionali e ne alteravano i rapporti
esterni.
      Il mezzo di trasmissione delle epidemie/pandemie era costituito dal
contatto, che diveniva più assiduo là dove si registrava un continuo movi-
mento di uomini e di merci che, per motivi diversi, coinvolgeva princi-
palmente militari e mercanti i quali si spostavano a piedi e/o a cavallo e/o
in nave, mentre appariva abbastanza occasionale al di fuori di tali nodi, a
causa dell’isolamento in cui viveva il resto della popolazione; ne derivava,
quindi, che si creavano dei veri focolai d’infezione, ben identificabili e cir-
coscrivibili, di cui i porti, assieme ai grandi centri abitati, erano la massima
espressione1.
1. Nel corso dei secoli passati la Repubblica di Venezia, col suo porto, fu colpita da un
susseguirsi di epidemie di peste, cui il governo rispose con interventi tanto efficaci da es-

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     I rimedi usati erano l’isolamento, tramite quarantena, e l’igiene per-
sonale, quest’ultima praticata dalle famiglie seguendo rigidi “protocolli”
trasmessi da generazione a generazione.
     Con l’epidemia dilagava la paura tra le popolazioni e l’odio per gli
“untori”. I due sentimenti, nutriti da larghi strati della popolazione, tro-
vavano fondamento nella scarsa o approssimata conoscenza scientifica sul-
l’agente eziologico della malattia e delle cure per debellarlo, fattori questi
che rafforzavano la fideistica convinzione che la patologia fosse una puni-
zione divina2.
     In seguito alla Rivoluzione Industriale si è innescato un processo di
crescita economica ed una più facile accessibilità alle risorse disponibili
senza precedenti nella storia dell’Uomo, che, a macchia d’olio, ha coin-
volto il pianeta sia direttamente, in quelle aree ove il fenomeno è stato ri-
marchevole, sia indirettamente, mediante la generale diffusione del com-
mercio, la globalizzazione, facilitata dalla vertiginosa mobilità per la di-
sponibilità di veloci vettori e per il contenimento dei costi di trasporto di
uomini, di merci e di mezzi di produzione.
     Di pari passo, la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante nell’àm-
bito della medicina e delle scienze ausiliarie che ha permesso di sconfiggere
importanti epidemie del passato (tra le più note sono la peste di Giusti-
niano, la peste nera, il vaiolo, le influenze Spagnola, Asiatica e di Hong
Kong) e molte malattie virali e batteriche (poliomielite, difterite, pertosse,
tetano, meningiti, epatiti, morbillo, parotite ecc.), anche se permangono
alcune patologie difficilmente o parzialmente curabili come il virus del-
l’HIV. Tuttavia, i progressi della scienza e della tecnologia ed il benessere

sere adottati da gran parte degli Stati europei. Nel 1424 la Serenissima fece costruire in
un’isola della laguna, alla quale fu dato il nome di Lazzaretto Vecchio, il primo lazzaretto
con lo scopo di allontanare i contagiati e, quindi, di evitare la diffusione dell’infezione tra
la popolazione sana. Nel 1468, quando si verificò una seconda e più importante ondata
del morbo, fu costruito il Lazzaretto Nuovo, ove attraccavano le navi provenienti da ogni
angolo del mondo conosciuto ed erano posti in isolamento per quaranta giorni, donde il
temine “quarantena”, gli uomini e le merci che si trovavano a bordo dei piroscafi.
2. Ciò alimentava nell’ammalato il senso di colpa e la tendenza a nascondere la malattia
per non essere additato dai conterranei, prima, come “peccatore” e, dopo, come “untore”.
Sul rapporto tra paura e odio nelle pandemie del passato vedasi Fusco (2021).

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diffuso a larghi strati della popolazione industrializzata hanno radicato tra
la gente un erroneo sentire fondato sulla presunzione che nel XXI secolo
eventuali epidemie sarebbero state, territorialmente, circoscrivili e, scien-
tificamente, curabili, pertanto il pericolo della diffusione di nuove pande-
mie era considerato assai remoto: ma così non è stato!
      Oggi, come in passato, la diffusione del Covid-19 è avvenuta par-
tendo da nuclei di contagio, che si sono formati non più nelle città por-
tuali e nel loro immediato retroterra, ma nelle aree ove nel tempo si sono
sviluppati importanti nodi del traffico commerciale sostenuti dalle rotte
aeree internazionali.
      Il 31 Dicembre 2019, la comunicazione delle autorità cinesi all’Or-
ganizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sull’insorgenza a Wuhan, città
dell’Hubei in cui vivono 11 milioni di abitanti, di una misteriosa polmo-
nite ha colto di sorpresa la Cina ma è stata presa in scarsa considerazione
dagli altri paesi, ritenendo l’affezione legata ai generi di vita alimentare
della popolazione dello Stato di Mezzo3.
      L’attenzione mondiale ha cominciato ad interessarsi alla notizia
quando gli studiosi dello stesso paese hanno scoperto che la patologia era
causata da un virus sconosciuto (denominato, dapprima, 2019-nCovis e,
successivamente, Covid-19) e ne hanno accertato la pericolosità e la rapi-
dità di diffusione per contatto.
      La propagazione della malattia è avvenuta prima in Asia (in tutta la
Cina; in Tailandia, il 14 Gennaio; in Giappone; il 16 Gennaio 2020 e ne-
gli altri paesi del Sud-est asiatico) e dopo pochi giorni in Europa (in Ger-
mania, il 28 Gennaio 2020; in Francia, il 24 gennaio 2020; in Italia; il 31
Gennaio 2020) e negli Usa (il 13 Gennaio 2020). Più tardi è arrivata an-
che nel centro e nel sud America (Brasile, 25 Febbraio 2020; Messico, 28
Febbraio 2020; Argentina, 3 Marzo 2020).
      La celerità con cui il virus aveva raggiunto gran parte dei paesi dell’e-
misfero settentrionale aveva scosso l’opinione pubblica mondiale e, salvo

3. Per un esame dettagliato sulla diffusione e sulle terapie adottate si rimanda a Bozzato
(2020).

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qualche eccezione, nel breve volgere di un mese la polmonite interstiziale
Covid-19 era estesa a tutto il mondo industrializzato, tanto che l’11 Marzo
2020 l’OMS ha dichiarato che l’epidemia Covid-19 poteva definirsi pan-
demia.
      La risposta internazionale è stata varia, riconducibile a una diecina di
modelli comportamentali4, ed ha portato a successi ed a fallimenti. In ge-
nerale, nella gestione della pandemia da Covid-19 possiamo individuare
due fasi, quella immediatamente conseguente alla scoperta, che coincide
grosso modo col primo semestre del 2020, e quella successiva. Nella prima,
all’opinione mondiale è apparso che la gestione dei governi “autoritari”,
come Cina e Russia, avesse ottenuto ottimi e rapidi risultati, potendo essi
imporre regole e comportamenti stringenti, mentre quella dei paesi euro-
pei e del Nordamerica stentava a trovare un’idonea soluzione. Ciò aveva in-
dotto alcuni politici e strati della popolazione ad esprimere giudizi sulle de-
bolezze delle democrazie. Nel secondo periodo è emersa la natura più spet-
tacolare che effettiva dei regimi forti poiché i governi democratici sono
stati in grado di arginare e fronteggiare la pandemia ed avviare a soluzione
il problema con interventi di contenimento drastici, ma mirati, anche se
non sempre condivisi dalla maggioranza della popolazione.
      L’Italia è stato il primo Paese europeo ad essere colpito dalla pande-
mia (il 20 Gennaio fu accertato che due turisti cinesi erano affetti da Co-
vid-19 e solo il 31 Gennaio si riscontrò il primo caso italiano a Codogno)
ma, ricerche più approfondire e recenti fanno ritenere che il virus avesse
già circolato per settimane tra persone asintomatiche o pauci-sintomatiche,
forse da Novembre - Dicembre 2019 o persino prima (Cereda-Tirani ed
Altri, 2020), dato che le analisi del genoma degli isolati di SARS-CoV-2

4.Kamps, Hoffman ([05], p. 40) hanno classificato le tipologie d’intervento in base alle
reazioni ed agli strumenti messi in atto dai governi dei vari paesi toccati dal morbo: il
“primo focolaio in Cina; sorpresa e impreparazione dell’Italia; preparazione ed esperienza
(Taiwan, Vietnam, Giappone); mancata disponibilità a prepararsi (Regno Unito, USA,
Brasile); preparazione parziale della Francia; preparazione della Germania; immunità di
gregge della Svezia; inizio differito del Sudamerica, splendido isolamento (Nuova Ze-
landa, Australia) e bilancio sconosciuto in Africa”.

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portano a ritenere che il virus fosse stato introdotto in più occasioni nel
nostro paese (Giovanetti - Angeletti ed Altri, 2020).
      La diffusione del virus in Italia è stata progressiva, nel tempo e nello
spazio, e differenziata, nell’intensità. Dapprincipio e con maggiore vigore
il virus si propagato in quelle aree geografiche ove i contatti internazionali,
in generale, e con la Cina, in particolare, erano più frequenti (Veneto e
Lombardia), mentre la sua espansione è stata più lenta e meno violenta in
altre regioni italiane e segnatamente nel Mezzogiorno.
      Secondo fonti worldometers [01], dal 31 Dicembre 2019 al 9 Set-
tembre 2021, in poco più di 20 mesi, i casi registrati di Covid-19 nel
mondo sono stati 218.515.200 su una popolazione stimata alla stessa data
di 7.794.798.739, pari al 2,8%; i morti sono stati 4.532.626, ovvero lo
0,05% della popolazione mondiale ed il 2,07% della massa dei contagiati.
La media dei morti per milione di abitanti è stata di 593 persone, ma ben
92 paesi hanno fatto registrare valori superiori. Fatta astrazione dal Perù
che ha accusato 5.926 morti per milione di abitanti, altri 22 paesi/posse-
dimenti hanno avuto più di 2.000 morti per milione di abitanti5, l’Italia
occupa il sedicesimo posto nella classifica mondiale con 2.156 morti per
milione di abitanti.
      Il fascicolo monografico Pandemia e Territorio accoglie le riflessioni di
studiosi di differenti discipline, geografi, storici, aziendalisti, giuristi, allo
scopo di mettere a disposizione della comunità scientifica un insieme di
contributi sulla percezione del fenomeno da parte dei cittadini e sui cam-
biamenti economici, sociali e geopolitici avviati.
      È evidente che, per il brevissimo tempo trascorso dalla comparsa della
patologia ad oggi e per il fatto che la pandemia non sia stata ancora de-
bellata, gli studiosi non sono in grado di proporre un’analisi esaustiva dei
processi di trasformazione territoriale, ma, partendo dall’osservazione spa-

5. In ordine decrescente: Ungheria, Bosnia e Erzegovina, Nord Macedonia, Gibilterra,
Montenegro, Repubblica Ceca, Bulgaria, Brasile, San Marino, Argentina, Colombia, Slo-
vacchia, Paraguay, Belgio, Italia, Slovenia, Croazia, Messico, Georgia, Stati Uniti d’Ame-
rica e Tunisia.

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Fig. 1 - Morti per milione di abitanti al 9 settembre 2021 da dati worldometers [02]

Fonte: elaborazione computerizzata su dati worldometers [02]

ziale del fenomeno pandemico, possono cogliere quegli aspetti formali e
sostanziali prodromici di probabili alterazioni sociali, politiche ed econo-
miche, che nel lungo periodo potrebbero portare a vistosi cambiamenti
nell’organizzazione dello spazio antropizzato e degli assetti istituzionali in-
terni ed internazionali dei paesi. La storia ci insegna che talune pandemie
avvenute in passato, in ambito locale, hanno svelato sopiti conflitti d’in-
teresse tra Enti territoriali e consacrato l’obsolescenza dei sistemi e dei mo-
delli produttivi ancora adottati e, in campo internazionale, hanno inciso
persino sul riassetto dell’ordine mondiale. Ne consegue che in questa fase
lo scopo principale delle ricerche sia quello di richiamare l’attenzione dei
governi su alcuni fenomeni in fieri e di indurre la classe dirigente, istitu-
zionale e non, ad approntare strumenti diretti a salvaguardare le preroga-
tive di taluni spazi geo-economici o àmbiti sociali che l’avvento del Covid-
19 ha reso vulnerabili.

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      Il fascicolo è partito in quattro sezioni, la prima, più corposa ed ov-
viamente meglio documentata, Le epidemie nel tempo, ospita quattro con-
tributi.
      L’esame di Federica Monteleone documenta l’ampia influenza delle
epidemie sulla storia umana nel corso dei secoli ed in particolare il segno
indelebile lasciato nella coscienza collettiva. Tali fattori hanno segnato per-
sino la fine di un’epoca per l’impatto della cosiddetta “Peste Antonina” sul
destino dell’Impero Romano.
      Le due ricerche, quella di Silvio de Majo e di Gabriella Salvemini si
soffermano su aspetti di un’importante epidemia registratasi a Napoli nel-
l’Ottocento, il colera. Il primo studio mette in risalto lo stato della lette-
ratura “medica e pseudo medica” del XIX secolo su una malattia scono-
sciuta, il colera, documenta la qualità dell’informazione, cialtrona a detta
dell’Autore, e spiega la percezione del male da parte dei cittadini.
      Il secondo indaga sulle misure di sanità pubblica adottate nel Regno
delle Due Sicilie per contenere la diffusione delle epidemie di colera nel
primo Ottocento. Esse rappresentano un valido esempio di come conci-
liare la salvaguardia della salute con la difesa del commercio, degli scambi
via mare e via terra, della produzione, del lavoro, degli equilibri sociali,
economici e finanziari.
      Francesco Balletta studia gli effetti di altra importante pandemia, la
Spagnola, che dilagò nel mondo fra il 1918 e il 1919. Il virus si presentò
alla fine del primo conflitto mondiale quando i governanti, avendo utiliz-
zato gran parte dei mezzi disponibili per sostenere la guerra, disponevano
di poche risorse finanziare ed umane per combattere l’epidemia. Le con-
seguenze furono disastrose sia per la perdita di vite umane sia per le im-
plicazioni nell’economia finanziaria: si ridusse la formazione del risparmio
e mancarono gli investimenti per passare dall’economia di guerra ad una
economia di pace, così, nel 1921, fallì la Banca Italiana di Sconto. Tutta-
via, giova segnalare che l’economia reale risentì poco della Spagnola, per-
ché durante la guerra i consumi si erano ridotti a tal punto per cui la po-
polazione era abituata a contenerli.

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      La seconda Sezione, Covid-19 e organizzazione territoriale, si avvale di
tre rapporti.
      L’analisi di Maria Antonietta Clerici, Pandemia di Covid-19 e demo-
grafia delle imprese in Italia: prime evidenze da una lettura territoriale fa un
primo bilancio degli effetti della pandemia sulla demografia delle imprese,
rilevando che nel 2020 i flussi delle imprese iscritte e cessate si siano dra-
sticamente ridotti rispetto al triennio precedente con significative diffe-
renze fra le aree urbane e quelle rurali. La pandemia potrebbe accentuare
i divari territoriali all’interno del Paese, per cui i policy-makers dovrebbero
considerare con molta attenzione la dinamica delle imprese per definire
politiche che consentano il ritorno a una “nuova normalità”.
      Il lavoro di Francesca Sorrentini su Il turismo sostenibile tra crisi e op-
portunità di ripresa post COVID-19, partendo dalla constatazione che la
crisi pandemica ha causato gravi conseguenze sulle destinazioni turistiche,
si fa promotore di un nuovo modo di “fare turismo”.
      L’autrice sostiene puntare sulle offerte che privilegino le scelte che più
coerenti con i territori, il turismo può trovare un punto di equilibrio tra
conservazione dell’ambiente e promozione, tra difesa dell’identità territo-
riale e innovazione, fino all’adozione di un modello turistico partecipato
dalla comunità locale.
      La ricerca condotta da Carolien Fornasari e da Aurora Rapisarda, Co-
ronavirus e percezione del visual landscape e del soundscape urbano: un ap-
proccio geografico, avvalendosi di un’indagine sul terreno, indaga sulla per-
cezione del mutamento del paesaggio visuale e quello sonoro nel contesto
urbano in Italia nel corso del primo confinamento per il Covid-19.
      La terza sezione, Spazi geopolitici e tutela della salute, accoglie altre due
indagini.
      Quella di Alfonso Maria Cecere è dedicata allo studio del rapporto tra
competenze istituzionali diverse, attribuite allo Stato ed a scalare agli altri
Enti territoriali minori, Regione, Città metropolitana, Provincia, Comune,
e si sofferma sul conflitto nell’esercizio del potere pubblico in regime di
emergenza Covid-19 e sulla differente legittimità e intensità politica degli
organi di potere nei distinti livelli territoriali.

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      Il lavoro di Giovanni De Santi parte dai presupposti istituzionali del-
l’assistenza sanitaria in Italia, che trovano attuazione nella legge 833 del
1978 con la nascita del Servizio Sanitario Nazionale e con l’istituzione
delle Unità Sanitarie Locali. Dei due Enti evidenzia le peculiarità e le man-
chevolezze manifestatesi negli corso degli anni ed accentuatesi durante la
pandemia.
      Basata sui concetti di universalità, uguaglianza, globalità, l’assistenza
si articolava nei tre momenti: Medicina del territorio, Ospedalizzazione
diffusa e Alta Specialità. La successiva trasformazione in Azienda Sanitaria
Locale e la lenta dismissione della Medicina del Territorio, unita alla chiu-
sura dei Piccoli Ospedali, hanno implementato, in occasione della Pande-
mia da Covid-19, il massiccio e dannoso ricorso dei malati ai Pronto Soc-
corso, provocando l’aumento del contagio su interi strati di popolazione e
la crisi della struttura sanitaria del Paese.
      La quanta sezione, Pandemie e ordine mondiale contiene altri due
lavori di ricerca.
      Andrea Perrone, in Covid-19: dalla crisi della globalizzazione alla de-
globalizzazione. Le ripercussioni della pandemia sul futuro geopolitico mon-
diale, mette in correlazione alcuni problemi geopolitici apparsi dopo la fine
del bipolarismo (1989, con il crollo del Muro di Berlino e la dissoluzione
dell’URSS), con la crisi della globalizzazione, con la guerra commerciale
tra USA e Cina e con l’affermazione dei populismi e vede nella diffusione
del Covid-19 un nuovo fattore di destabilizzazione del temporaneo equi-
librio multipolare che si era venuto ad affermare nel primo ventennio del
XXI secolo (dopo la fine del monopolarismo statunitense dell’ultimo ven-
tennio del secolo scorso).
      Chiude il fascicolo la ricerca di Maria Paola Pagnini e di Giuseppe
Terranova su Scenari pandemici nel frammentato mondo geopolitico ameri-
cano.
      Il sistema sanitario privatistico degli Stati Uniti, che lascia milioni di
ammalati senza assistenza, è un campo di indagine sorprendente soprat-
tutto se confrontato con quelli europei. La pandemia ha acuito i problemi

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di geopolitica interna, amplificando le più evidenti criticità esistenti, quali
il non facile rapporto Governo Federale-Stati, i problemi di razzismo, della
disoccupazione e della povertà diffusa. La frammentazione interna va letta
nell’àmbito di un mondo disordinato dagli scenari geopolitici inquieti. In
questo contesto il cambio di Presidenza Trump-Biden ha aperto orizzonti
nuovi al momento imprevedibili.
      Mi preme segnalare che la comunità dei Geografi ha contribuito alla
conoscenza spaziale del fenomeno Covid-19 con numerose ricerche: oltre
a quelle contenute nel nostro fascicolo monografico, si segnalano gli studi
apparsi nel numero 1 del 2020 di Documenti Geografici, alcuni articoli
pubblicati nel numero 2 del 2020 del Bollettino della Società Geografica Ita-
liana e nel numero 3 del 2020 di Ambiente Società Territorio ed il volume
curato da Emanuela Casti ed Altri, Mapping the Epidemic: a Systemic Geo-
graphy of Covid-19 in Italy.

Bibliografia
FUSCO I., “Epidemie, ordine pubblico e controllo nel Regno di Napoli del XVII secolo”,
    Archivio Storico per le Province Napoletane, Napoli, Società Napoletana di Storia
    Patria, 2021, pp. 47-58.
BOZZATO S., “Geografie del Covid”, Documenti geografici, 1(2020), pp. 5-18.

Sitografia
[01] http://amedeo.com/CovidReference06_it.pdf (Accesso del 9 Settembre 2021).
[02] https://www.worldometers.info/coronavirus/ (Accesso del 9 Settembre 2021).
[03] RICHIARD PAVONE I., La dichiarazione di pandemia di covid-19 dell’oms: implicazioni
     di governance sanitaria globale 27 Marzo 2020, https://www.biodiritto.org/content/
     download/3844/45493/version/1/file/58+Pavone.pdf (Accesso del 9 Settembre
     2021).
[04] KAMPS B.S. - HOFFMAN C., Covid Reference, http://amedeo.com/CovidReference
     06_it/pdf (Accesso del 9 Settembre 2021).
[05] CEREDA D. - TIRANI M. ed Altri, The early phase of the COVID-19 outbreak in
     Lombardy, https://arxiv.org/abs/2003.09320 (Accesso del 9 Settembre 2021).
[06] GIOVANETTI M. - ANGELETTI S. ed Altri, “A doubt of multiple introduction of
     SARS- CoV-2 in Italy: a preliminary overview”, Journal of Medical virology, (2020)
     Mar. 2019, https://doi.org/10.1002/jmv. 25773 (Accesso del 9 Settembre 2021).

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