DIVERSITY MANAGEMENT E LA SUA APPLICAZIONE NELLE - Organizzazione aziendale AZIENDE ITALIANE

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DIVERSITY MANAGEMENT E LA SUA APPLICAZIONE NELLE - Organizzazione aziendale AZIENDE ITALIANE
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
               DI MACERATA
               DIPARTIMENTO DI
               ECONOMIA E DIRITTO
DIVERSITY MANAGEMENT E LA
  SUA APPLICAZIONE NELLE
     AZIENDE ITALIANE
     Organizzazione aziendale
       Dott.ssa Maria Zifaro
    anno accademico 2017-2018
A cura di: MARCHIONNI CAMILLA
                            TOMBESI ARIANNA
DIVERSITY MANAGEMENT E LA SUA APPLICAZIONE NELLE - Organizzazione aziendale AZIENDE ITALIANE
«Non è il nostro compito quello
     d’avvicinarci, così come non
s’avvicinano fra loro il sole e la luna,
  o il mare e la terra. Noi due, caro
amico, siamo il sole e la luna, siamo
  il mare e la terra. La nostra meta
non è di trasformarci l’uno nell’altro,
     ma di conoscerci l’un l’altro e
 d’imparare a vedere e a rispettare
   nell’altro ciò che egli è: il nostro
opposto e il nostro completamento.»
Da «Narciso e Boccadoro» (Hermann Hess)
DIVERSITY MANAGEMENT E LA SUA APPLICAZIONE NELLE - Organizzazione aziendale AZIENDE ITALIANE
Le risorse umane           sono un autentico fattore critico di
successo dell’impresa in quanto grazie al know-how da essi detenuto,
esercitano una cruciale infuenza sul grado di conseguibilità dei fni
aziendali e quindi è necessario periodicamente analizzarle e valutarle,
così come accade per altri elementi costitutivi del sistema aziendale
se si considera che il valore del fattore umano è in buona sostanza
valore dell’impresa.

Dato che le persone sono fra loro diverse, sono cioè
caratterizzate da una molteplicità di fattori (quali il genere, l’età, la
nazionalità, le abilità psico-fsiche, la religione, le attitudini, le
competenze, il ruolo professionale…) che in parte le accomunano e in
parte le diferenziano, attuare una gestione efciente e efcace del
personale richiede alle imprese di decidere come porsi di fronte a
queste diversità scegliendo quali strategie e quali politiche di
intervento adottare; si tratta di passare dalla “gestione del personale”
alla “gestione della consapevolezza delle diversità delle
persone” in un impresa.
DEFINIZIONE
 DI DIVERSITY
MANAGEMENT
«Il Diversity Management è lo sviluppo
attivo e cosciente di un processo manageriale
lungimirante, orientato al valore, strategico e
comunicativo di accettazione delle diferenze
e uso di alcune diferenze e somiglianze come
un potenziale dell’organizzazione, un processo
che crea valore aggiunto per l’impresa.»
Le dimensioni della diversità
sono:
Ricchezza
 Genere                        Le diversità
 Livello di educazione         primarie: per
 Età                            esempio l'età, il
 Religione                   genere, l'etnia, ecc.,
 Etnia                       che fanno parte di un
 Lingue                        patrimonio innato
 Razza                        dell'individuo e che
 Luogo geografco              non possono essere
                                   modifcate.
                                                          Le diversità
 Abilità psico-fsiche                                   secondarie: per
 Personalità                                               esempio il percorso
 Caratteristiche fsiche                               formativo e professionale,
 Ruolo organizzativo                                     l’esperienza e il ruolo
 Orientamento sessuale                                   nell’organizzazione, il
 Responsabilità in azienda                              reddito, la collocazione
                                                           geografca, ecc., che
 Stato civile
                                                         comprendono elementi
 Condizione familiare                                       acquisibili, perciò
 …                                                     modifcabili nel corso del
                                                                  tempo.
ORIGINI ED
 EVOLUZIONE
DEL DIVERSITY
MANAGEMENT
Il report informava i nord
                          americani che ...
                      … entro l’anno 2000 la
         L’espressione
                 maggioranza«DIVERSITY
                                   dei loro lavoratori
MANAGEMENT»          apparve
                 sarebbe         perafro-americana,
                             stata    la prima volta
    nel 1987 contenuta
                   ispanica,  all’interno  di una
                                nativa americana,
                  donna
 trattazione, riferita    e appartenente
                        allo                  ad altri
                              studio di previsione
per il nuovo millennio  «gruppi    minoritari».
                          sugli scenari    lavorativi
 nel territorio statunitense, pubblicata nel
 testo «WORKFORCE 2000: WORK AND
WORKERS FOR THE 21° CENTURY» dagli
autori WILLIAM B. JOHNSTON E ARNOLD E.
      PACKER dello Hudson Institute.
Questa notizia sorprese molti uomini
   d’afare americani che, allarmati,
  iniziarono a porsi il problema della
valorizzazione e del mantenimento dei
 propri talenti, appartenenti a razze,
religioni, etnie e stili di vita diferenti.

 La gestione delle diferenze risultava
  essere, così, una possibile risposta
strategica dal cambiamento in atto dal
    quale poterne trarne vantaggi
competitivi per l’intera organizzazione:
      DIVERSITY MANAGEMENT.
OCCORRE FARE UN PASSO
INDIETRO NEL CONTESTO SOCIO-
  CULTURALE GLOBALE DEGLI
           U.S.A.:

1)La svolta demografca
  2)La svolta politica
 3)La svolta economica
1)La svolta
    demografca

- Melting pot
-       Afrmative action
         VS     BBBBBJJJ

             Diversity
           Management
2)La svolta politica
La storia degli Stati Uniti è densa di tensioni sociali, in gran parte
riguardanti i trattamenti discriminatori su basi etnico culturali nei
confronti della popolazione afroamericana.
- Gli anni Sessanta furono gli anni del Civil Rights Movement e
dell'ascesa del Black Power e del Black Panther Party, nati questi
ultimi come alternativa alla lotta non-violenta del movimento per i
diritti dei neri.
- Manifestazioni per il rispetto dei diritti civili degli Afroamericani,
   azioni di protesta, scontri e disobbedienza non-violenta contro le
   discriminazioni razziali, specialmente degli Stati segregazionisti
   del Sud, si evolvevano con sempre maggiore sdegno dagli anni
   Cinquanta;
- negli anni Sessanta si accolsero le prime conquiste formali con
   l'approvazione di leggi a tutela dei diritti civili dei neri nei luoghi
   pubblici e per le questioni abitative. Sempre in questa decade,
   inoltre, nacque un ente specifco di protezione dedicato alle forme
   di discriminazione al lavoro: l'Equal Employment Opportunity
   Commission (EEOC).
3)La svolta economica
     L’interesse politico al Diversity Management diviene
 economico con la difusione di alcune teorie, contenute in
 articoli come “Diversity Now” (Scully, 1994), o “The Bottom
        Line Value of Diversity” (McNerney, 1994), che
     consigliavano vivamente alle imprese di porre
immediatamente attenzione alla
          gestione delle diversità nelle loro performance
  organizzative se non volevano mettere a rischio la
                     propria immagine.

…Le imprese, così, maturarono la consapevolezza che le
   tradizionali organizzazioni monoculturali fossero
divenute inadeguate nell’incontrare le esigenze di una
     domanda proveniente da un mercato globale.
INTRODURRE
   IL DM IN
   AZIENDA
Un ambiente di lavoro (luogo fsico di lavoro e relazioni che
 in esso si sviluppano) è inclusivo quando ognuno riconosce
l’esistenza di diversità delle persone e del loro valore, ha grande
   rispetto delle sensibilità e dei diritti altrui e sente di potersi
  esprimere liberamente perché accettato e valorizzato (Pless e
                            Maak, 2004).

Una volta compresa la rilevanza del tema, la domanda che sorge
  spontanea fra i vertici aziendali e i manager interessati alla
       gestione delle diversità è “Come si gestiscono
concretamente le diversità?”. Questa domanda non trova
una risposta “univoca”: non esiste una “one best way” di
            intervento per la gestione delle diversità.

 Ciascuna organizzazione, tenendo conto delle caratteristiche del
 suo business, della sua cultura organizzativa, della fase che sta
    attraversando, delle risorse (economico-fnanziarie, umane,
   tecnologiche e temporali) di cui dispone e delle pressioni alla
diversità cui è internamente ed esternamente sottoposta, defnirà
           il ‘suo’ approccio alla gestione delle diversità.
Per un’impresa, occuparsi delle diversità del
personale signifca decidere di intraprendere un
duplice cambiamento:
1. cambiamento culturale, volto a
riconoscere e a rispettare l’esistenza di
diversità fra i lavoratori,
2. cambiamento organizzativo

    Per supportare l’adozione del Diversity
Management da parte delle aziende, si propone
e presenta un processo integrato di gestione
 delle diversità che si compone di   8 fasi.
VANTAGGI E
 LIMITI DEL
 DIVERSITY
MANAGEMENT
Costi aziendali ed
                    atteggiamenti dei
                       collaboratori

 Le politiche di
  inclusione di
    Diversity
  Management              Selezione e
 presentano un        fdelizzazione delle
                        risorse umane
impatto positivo
 su vari aspetti:

                         La creatività e
                         l’innovazione
I BENEFICI apportati dal Diversity
         Management:

    BENEFICI MORALI:                  BENEFICI ECONOMICI:

                                       L’accesso a nuovi gruppi di lavoratori
 Incremento del commitment            Maggiore motivazione e soddisfazione dei
 Ambiente di lavoro più                dipendenti e conseguente aumento
                                        dell’efcienza e della produttività
  equilibrato ed inclusivo
                                       Migliori opportunità di mercato e maggior
 Elementi di motivazione del           vantaggio competitivo duraturo nel
                                        tempo
  personale: gli incentivi,
                                       Attrazione delle risorse migliori
  l’empowerment, il dare visibilità
                                       Riduzione dei costi
  ai casi di successo, gli extra
                                       Incremento della creatività e
  (seminari, corsi…), la cultura        dell’innovazione
  aperta a nuovi suggerimenti.         Maggiore fessibilità e miglior problem
 La sensibilità verso la               solving
  responsabilità sociale               Miglior reputazione e immagine aziendale
I LIMITI del Diversity
                   Management:
   La radicalizzazione degli stereotipi e dei pregiudizi
   L’etnocentrismo
   La discriminazione alla rovescia e le priorità organizzative
   L’ambiente di lavoro
   I sistemi di valutazione e di ricompensa
   La difcoltà a bilanciare le carriere e gli impegni familiari
   La difcoltà nella selezione e nella retention di persone
    appartenenti a gruppi minoritari
   La resistenza al cambiamento
   Costi ulteriori: di adeguamento alla normativa, delle politiche per la
    diversità, costi opportunità, costi legati ai rischi.
IL
 DIVERSITY
MANAGEMEN
T IN ITALIA
- «Carta per le pari opportunità e
  l’uguaglianza sul lavoro», 2009.

… Il DM non ha trovato in Italia un terreno
molto fertile per il suo radicamento e sviluppo
a causa di:

 Arretratezza dal punto di vista
  dell’innovazione della cultura aziendale
 Pregiudizi
 Prevalenza, nel territorio italiano, di PMI 
  Bussola per le PMI
«Perché un’azienda dovrebbe1)decidere
                                  La globalizzazione
                                               di
                               2) Clienti e bisogni sempre
  intraprendere un complesso percorso         di
                                  più diferenziati
 cambiamento culturale con l’obiettivo        di
                               3) Il cambiamento
    adottare un approccio fondato demografco
                                       sulla della forza
                                  lavoro
  centralità della persona e orientato     alladell’economia
                               4) Lo sviluppo
       valorizzazione delle diversità?»
                                  dei servizi
                                  5) Le pressioni della società
                                     civile
                                  6) Il livello normativo
- Fattori di spinta derivanti da:
 PRESSIONI INTERNE
 SCELTE DEL MANAGEMENT
 PRESSIONI ESTERNE  approfondimento
1)La globalizzazione
« Il processo di progettazione-produzione-distribuzione del 21°
    secolo presupporrà una estrema diversità. Per esempio il
   progetto di un prodotto potrà avvenire in Germania, essere
fnanziato dal Giappone e l’esecuzione del progetto potrà essere
    governata dagli Stati Uniti, il progetto di dettaglio fatto in
   Bulgaria e la fabbricazione in Cina, mentre la distribuzione
      potrà includere una forza di vendita internazionale. Le
   interfacce tra queste attività richiederanno luoghi di lavoro
estremamente diferenziati. Nei Paesi sviluppati il passaggio da
 una economia di produzione ad una di servizio e informazione
 richiederà che le forze di vendita siano tanto diverse quanto la
                     popolazione dei clienti.»
Il fenomeno descritto è una realtà ormai presente in tutte le tipologie di
  prodotti: molte imprese delocalizzano gran parte delle produzioni alla
ricerca di vantaggi di costo, seguendo logiche di «global sourcing». Ciò è
  possibile grazie alla globalizzazione, ossia al processo di integrazione
   che ha permesso al mondo di essere connesso attraverso una rete di
                                collegamenti.
2) Clienti e bisogni sempre più
                   diferenziati
 Stiamo assistendo ad un’evoluzione del marketing, le
  cui strategie devono puntare a soddisfare clienti che richiedono beni
sempre più specifcatamente adatti a loro. A tale scopo è imprescindibile
 conoscere i propri clienti attuali e potenziali, capire le loro necessità e
individuare le loro caratteristiche, per cercare di soddisfare consumatori
             che esigono una personalizzazione dell’oferta.

DALLA STANDARDIZZAZIONE E DALL’APPROCCIO AL MERCATO
UNIDIREZIONALE…
… ALLA MASS CUSTOMIZATION (personalizzazione di massa)
… ALLA CUSTOMERIZZAZIONE (personalizzazione one to one)

DAL MODELLO DELLA MASS COMMUNICATION…
…AL MODELLO DELLA NETWORK COMMUNICATION
Ciò è possibile tramite un approccio one to one, ossia un dialogo «uno a
    uno» con i propri interlocutori, di cui è necessario riconoscere e
Negli ultimi anni ha apportato
    grandi cambiamenti nella società.

                               3) Il cambiamento demografco
       Nel 2050, dati Istat alla mano,
    l’Italia sarà chiamata a convivere
         con ben oltre 12 milioni di                              L’incremento della presenza femminile
                                                                  sul lavoro, avvenuta in Italia in ritardo

                                       della forza lavoro:
      immigrati, la cui presenza sarà
     necessaria per il funzionamento                              rispetto agli altri paesi, è uno dei primi
     del paese. E’ quindi evidente che                               motivi per cui ci si è avvicinati alla
      il nostro paese sta diventando                              flosofa del DM. Le donne sono spesso
      sempre più multietnico e il suo                               vittime di disparità di trattamento in
    progresso dipenderà in gran parte                                  quanto la loro condizione porta

                            o Il fenomeno dell’immigrazione
        da queste nuove presenze.                                     l’impresa a far fronte a esigenze
                                                                  specifche. Inoltre, a confermare che le
L’Italia è considerato il                                          donne non sono sempre valorizzate ci
paese più vecchio d’Europa.                                       sono il divario di retribuzione (10,9 %)
le cause                                                          tra i due sessi e il tasso di occupazione
                                                                           (46,1 %) per le donne.
dell’invecchiamento
demografco sono: la         o La femminilizzazione del mercato
longevità e la denatalità.
Per le aziende diviene
necessario gestire una
                              del lavoro                Le persone, al giorno d’oggi,
                                                                         aspirano a livelli di
forza lavoro di età sempre                                           autorealizzazione sempre
più crescente che si trovi a                                         maggiori, cercando da un
convivere, al suo interno,
con persone di generazioni  o L’invecchiamento della               alto di ottenere una brillante
                                                                       carriera e dall’altro di
diferenti.
                              popolazione                             conciliare il tutto con la
                                                                   propria vita privata. Questo
                                                                      è dovuto al fatto che le
                                                                    persone fanno del lavoro il
                                                                        fulcro della loro vita.
                            o Il superamento dei livelli di            L’impresa deve saper
                                                                   cogliere i percorsi soggettivi

                              bisogni primari e lo spostamento     di realizzazione delle diverse
                                                                    persone per far emergere il
                                                                       massimo potenziale di
                              verso i bisogni di                              ciascuno.
4) Lo sviluppo dell’economia dei
             servizi

Le economie dei Paesi avanzati sono oggi soggette ad un
      processo di TERZIARIZZAZIONE: Passaggio
      dall’economia industriale a quella dei servizi.

I lavoratori del settore dei servizi operano a diretto
contatto con il cliente.
…Se i lavoratori sono simili ai clienti possono comunicare
meglio con loro, per questo è importante che le
diversità presenti nella società in cui l’impresa
opera siano rispecchiate all’interno
dell’organizzazione stessa. L’organico aziendale
deve avere le conoscenze e le competenze adatte
per potersi rapportare con qualunque tipo di
cliente.
5) Le pressioni della società civile

  Quando l’impresa si fa attore sociale: L’organizzazione è
 attualmente chiamata a svolgere, oltre ad un ruolo economico,
anche un ruolo sociale per il fatto che essa, nel perseguimento
 dei suoi obiettivi aziendali, infuenza in un modo o nell’altro la
  società in cui opera, di cui deve farsi “cittadino attivo”.
    Per un’organizzazione, che per sopravvivere in un mercato
         sempre più competitivo necessita del sostegno e
 dell’approvazione della comunità in cui opera, è indispensabile
cercare di fondare il proprio agire sulla Responsabilità Sociale,
   facendo propri gli ideali e i valori della società in cui opera.
6) Il livello normativo
   Legge 903 del 1977: sancisce parità di trattamento tra
    uomini e donne.
   Direttive Europee per la parità di trattamento tra le persone
    indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica
    (2000/43/CE) recepita nel nostro Paese tramite il Decreto
    Legislativo 216 del 2003.
   Decreto Legislativo 30 dicembre 2016, n. 254: recepisce
    la Direttiva 95/2014/UE e obbliga dal 2018 le aziende di grandi
    dimensioni a pubblicare, unitamente al rendiconto fnanziario,
    anche dati di carattere non fnanziario. Le aziende che
    rivestono un interesse pubblico (banche, assicurazioni, società
    quotate, ecc…), quelle che hanno oltre 500 dipendenti e
    specifche caratteristiche economiche, dovranno fornire
    annualmente indicazioni sulle iniziative adottate in materia
    ambientale, sociale, il rispetto dei diritti umani, le misure
    adottate per la lotta alla corruzione e le politiche del
    personale, in particolare quelle rivolte alla parità di genere ed
LE PECULIARITA’ ITALIANE IN TEMA
             DI DM:

  GENER            DISABILITA
  E                ’
Per quanto riguarda la questione del genere:

Il concetto di diversità di genere si presta ad una serie di analisi…
- Inanzitutto bisogna riconoscere che viviamo in una società
    generalmente maschilista, seppur in modo inferiore rispetto al
    passato.
- L’occupazione femminile è sempre stata inferiore a quella
    maschile a cause di 2 problematiche fondamentali:
1) SEX TYPING
2) SEGREGAZIONE OCCUPAZIONALE: verticale o orizzontale.

- Problema del dualismo lavoro famiglia: le imprese sono
  solitamente più restie ad afdare alle donne dei ruoli core
  all’interno dell’impresa, una volta superato l’ostacolo
  all’assunzione.
- Divario retributivo del 10,9 % a sfavore delle donne, alla luce del
  fatto che vengono afdati loro dei ruoli più marginali e meno
  remunerati.
- Politiche di WORK-LIFE BALANCE.
Per quanto riguarda la questione della disabilità:

La principale azione volta a garantire un trattamento equo è di natura
giuridica. Nonostante la legge favorisca l'inserimento delle persone disabili
nelle attività lavorative prevedendo obblighi di assunzione per le imprese e
forme di collocamento mirato, la discriminazione nei loro confronti purtroppo
è ancora molto presente.

Se solo si immaginasse di capovolgere la prospettiva, pensando ad una realtà
in cui la disabilità rappresentasse la normalità mentre la minoranza fosse
costituita da persone prive di handicap, si comprenderebbe quanto tutto ciò
sia semplicemente una questione di punti di vista. La prima preoccupazione
per un datore di lavoro non dovrebbe riguardare ciò che manca, che
diferisce, ma al contrario, dovrebbe riguardare il contributo positivo che una
persona con il suo bagaglio di conoscenze e di competenze può dare
all'azienda.

Le poche iniziative in tema di DM presenti in Italia si sono rivolte
principalmente alle persone con disabilità, coinvolgendo meno gli altri
destinatari. Questo fa desumere la probabile correlazione tra l’interessamento
e l’obbligo delle aziende di rispettare specifche disposizioni legislative in
materia.

   … tutto ciò rientra ancora nella fase delle azioni positive e non
  coincide esattamente con l’evoluzione inclusiva negli ambienti di
                 lavoro richiesta dalla politica di DM.
I DATI
IL DIVERSITY MANAGEMENT: DA MODA
MANAGERIALE A INGREDIENTE IMPORTANTE PER
UNA STRATEGIA EFFICACE

INDAGINE: Diversity Management Lab di SDA Bocconi
(anno 2014)
                          28,67%       20,68%

                                    50,65%

   adottanti   non adottanti interessati        non adottanti non interessati
Imprese tedesche: tasso di adozione pari al 39.4%
Europa: tasso di adozione pari al 56%

Possiamo evidenziare che esiste un divario tra il contesto
italiano e il contesto europeo, in quanto meno di un quarto

                                                              !
delle imprese italiane medio-grandi ha adottato politiche e
pratiche di diversity management.

Circa un terzo delle imprese ha dichiarato di “non essere
assolutamente interessato ad adottarle”.

26% ha introdotto una fgura responsabile del diversity
management e/o ha creato un’unità organizzativa ad hoc
(spesso all’interno della funzione HR).
• per il 77% degli adottanti il diversity management è una
  leva per gestire il benessere dei lavoratori
• per il 19% è una leva per alimentare la strategia di
  business
• per il 3%, è una semplice leva di comunicazione esterna

•   genere sono coperte: 84% delle imprese adottanti
•   età e delle generazioni: 58% delle imprese adottanti
•   diferenze etnico-culturali: 39% delle imprese adottanti
•   orientamento sessuale:10% delle imprese adottanti
I CASI
AZIENDALI
Telecom Italia è stata fra le prime
aziende italiane a prevedere nel 2009 un
       programma sulla diversità:

- nominando un Diversity Manager;
- istituendo il "Diversity Board Marco
Virzi", composto da 35 colleghi,
rappresentativi di tutte le diversità.
In questi anni l'Azienda ha avviato moltissime iniziative e
programmi, toccando tutte le tipologie di diversità con l'obiettivo di
essere sempre più una organizzazione inclusiva, di aumentare il
benessere aziendale e migliorare il work-life balance, mettendo al
centro il valore della persona con tutte le sue peculiarità.

Il percorso si è focalizzato inizialmente sulla maturazione della
consapevolezza interna, con un piano di formazione mirato, che
ha coinvolto dal top al middle management, sui benefci di una
cultura e un’organizzazione aziendali centrati sulla valorizzazione
delle diferenze. Una volta consolidati i fondamenti organizzativi
delle azioni da intraprendere, si sono potuti avviare percorsi
specifci per la valorizzazione delle diversity.
Il genere (il 29,2% delle nostre persone sono donne)
e l’età (l’età media aziendale è di 48 anni) hanno
avuto la priorità numerica, ma non sono stati
trascurati ambiti quali lo studio di postazioni, policy e
cura gestionale a favore di colleghi diversamente
abili o colpiti da malattie degenerative, o il varo di un
percorso di equiparazione delle policy e dei permessi
per quanto riguarda le diversità meno visibili, come
orientamento sessuale.

I risultati di questo lavoro sono riscontrabili
soprattutto nell’aumento della partecipazione, della
collaborazione e della cittadinanza
organizzativa.
- TELECOM ITALIA FACTORY

- COMUNICAZIONE: video sul tema del Diversity
  Management da difondere all’interno dell’azienda e
  Blog Diversity all’interno della Tim Factory.

- FORMAZIONE:

 Acquisire consapevolezza sulla nostra predisposizione a
  classifcare persone e cose e ad essere infuenzati da
  idee preconcette.
 Prevenire e allontanare pregiudizi e stereotipi, per
  costruire una cultura aziendale pronta ad apprezzare la
  diversità che troviamo nelle persone, valorizzare le
  diferenze, assecondando uno sviluppo al “plurale” degli
  individui e dei gruppi.
 Acquisire strumenti che favoriscano consapevolezza e
  orientino le scelte comportamentali così da benefciare
  dei vantaggi che vengono dal vivere e dal lavorare in un
  ambiente ricco di diversità e inclusivo.
 Defnire un piano d’azione individuale orientato al
  miglioramento delle relazioni nell’ambiente di lavoro,
  all’inclusione e la valorizzazione delle diversità.
- NETWORKING
LE ATTIVITA’
     REALIZZATE:

•  “Direzione Donna
• “Nuovamente in pista”
• Progetto Comunico-IO
• Working Age
• Servizio di counselling:
• Attivazione Parcheggi
Rosa.
LE ATTIVITA’ CHE PORTIAMO AVANTI:

 progetto di ricerca/intervento sull’equity and inclusion
  management
 TIM “Equity & Inclusion Week
 costituzione della «Equity & Inclusion community»
 policy che prevede l'adeguamento obbligatorio della
  postazione di lavoro, fssa o mobile, dei colleghi disabili;
 progetto Comunico-IO
 collaborazione con Valore D
 ciclo di incontri “LeadHERship al femminile” che
  presentano le storie delle nostre manager donne.

 Sull’orientamento sessuale e dell’identità di genere:
 collaborazione con l’associazione di aziende PARKS Liberi e
  Uguali,
 applicazione delle nostre policy su permessi, congedi,
  fruizione di beneft e servizi di welfare in maniera equiparata
  per coppie LGBTI e etero, nonché l’estensione ai bambini
  presenti nel nucleo famigliare del dipendente della fruizione
  dei servizi rivolti a bambini e ragazzi.
 Dott.ssa Frau tra gli oltre 6.500 collaboratori diretti di Ikea
  in Italia le donne sono il 58%, nel top management il 50%,
  mentre tra manager e responsabili sono il 42%. Potremmo
  defnirla quasi un’azienda in rosa..?

 L’impegno che avete assunto si inserisce in un contesto
  complesso come quello italiano, in cui una donna su due non
  lavora e il tasso di occupazione femminile è decisamente al
  di sotto della media europea... la vostra ambizione è di
  diventare un modello da seguire?

 La sua storia personale in azienda, insieme a quella di altre
  donne del management Ikea che hanno ottenuto
  avanzamenti di carriera in prossimità della maternità, ci
  danno una visione così diversa da quella che solitamente ci
  riporta la cronaca da sembrare quasi irreale... perchè
  secondo lei la maggior parte delle aziende (anche
 Quali progetti importanti portate avanti per la
  tutela della diversità in azienda?

 Ikea si impegna anche per favorire la work-life
  balance con strategie diversifcate e
  all’occorrenza personalizzate che vadano incontro
  il più possibile alle esigenze del singolo
  dipendente… questa flosofa funziona dal punto
  di vista della profttabilità complessiva
  dell'azienda? I risultati vi danno ragione?
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