Modern Identities and Classical Antiquity - 10 /2019 Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.)
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Journal for Transcultural Presences & Diachronic Identities from Antiquity to Date thersites 10 /2019 Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.) Modern Identities and Classical Antiquity w w w. t h e r s i t e s - j o u r n a l . d e
Imprint Universität Potsdam 2020 Historisches Institut, Professur Geschichte des Altertums Am Neuen Palais 10, 14469 Potsdam (Germany) https://www.thersites-journal.de/ Editors PD Dr. Annemarie Ambühl (Johannes Gutenberg-Universität Mainz) Prof. Dr. Filippo Carlà-Uhink (Universität Potsdam) Dr. Christian Rollinger (Universität Trier) Prof. Dr. Christine Walde (Johannes Gutenberg-Universität Mainz) ISSN 2364-7612 Contact Principal Contact Prof. Dr. Filippo Carlà-Uhink Email: thersitesjournal@uni-potsdam.de Support Contact Dr. phil. Christian Rollinger Email: thersitesjournal@uni-potsdam.de Layout and Typesetting text plus form, Dresden Cover pictures: 1 – The Archaeological Museum of the Republic of North Macedonia in Skopje at the time of its construction. Photo by Maja Gori, 2008. 2 – Roman gladiator. Part of a statuary group in Rruga Taulantia, Durrës, Albania. Photo by Filippo Carlà-Uhink, September 2019. Published online at: https://doi.org/10.34679/thersites.vol10 This work is licensed under a Creative Commons License: Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). This does not apply to quoted content from other authors. To view a copy of this license visit https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Journal for Transcultural Presences & Diachronic Identities from Antiquity to Date thersites 10/2019 | pp. 239 – 247 Rachele Dubbini (Università di Ferrara) Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi Padstow 2019, pp. 340, 51 b/w illus. ISBN: 9780521874595, £ 75.00 Intrigante il titolo scelto per questo che fisico.1 « It is an investigation of volume che ha lo scopo di evidenziare the ways in which archaeologists have il ruolo che l’archeologia ha rivestito studied but also tried to preserve the ar- dal XVIII agli inizi del XXI secolo a chaeological record in a city which was Roma, una città che detiene il primato always undergoing social and physical mondiale per il numero di antichità presenti sul suo territorio. Un caso studio in questo senso unico non solo 1 Così come esplicitato dall’autore a pp. 1 – 2 : per tracciare una storia dell’archeolo- « The enormity of that ancient Roman legacy gia classica, ma per indagare le moda- is the central fact about the distinct nature of lità con cui nei secoli gli archeologi si Rome. Paris and London were Roman cities, but sono rapportarti al mondo antico non the Roman remains there have not until very solo tramite la ricerca ma anche ten- recently challenged the programs of planners tando di conservarne la memoria (ma- or builders. Rome has always been different ». Ampliare il concetto di « indizio archeologi- teriale e immateriale) in un contesto co » a quello della memoria è chiaramente una urbano molto articolato e in continua scelta di chi scrive per introdurre il tema del evoluzione sia dal punto di vista sociale volume. Book Reviews This work is licensed under a Creative Commons License URL https://thersites-journal.de Attribution 4.0 International (CC BY 4.0). DOI https://doi.org/10.34679/thersites.vol10.135 https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ 239
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi change »:2 con questa affermazione Ste- penisola italiana.3 Le tematiche affron- phen L. Dyson intende evidenziare la tate, strettamente interconnesse tra loro, complessa relazione che lega la presenza sono tanto note al pubblico italiano ed e la ricerca archeologica in area urbana europeo4 quanto – secondo Dyson – alle necessità di una grande città in poco conosciute al mondo anglofono: continua evoluzione, dove ai bisogni dei è questo il pubblico cui l’autore rivolge suoi abitanti si sommano le aspettative principalmente la sua attenzione, come dei visitatori stranieri (tra cui eruditi esplicitato nella prefazione (p. xiii).5 Il e studiosi, da sempre attratti a Roma titolo scelto è intrigante proprio in que- soprattutto dall’archeologia), il deside- sta prospettiva, perché unisce in ma- rio di visibilità e l’esigenza di comuni- niera dissacrante concetti aulici come cazione politica dei diversi governi che l’antichità classica e la storia moderna si sono succeduti nella gestione della di Roma a un personaggio politico città. In questa prospettiva, il terzo tema tanto discusso e dileggiato quale Silvio affrontato dal volume (messo in realtà Berlusconi, nonostante il volume non in seconda posizione nel titolo princi- approfondisca realmente il rapporto del pale, mentre i titoli dei capitoli interni tradiscono il nesso principale archeolo- gia/urbanistica) è proprio quello delle 3 Così a p. 7: « Ideology is always a slippery, ambiguous term. That is no less true here. An diverse ideologie che hanno guidato official, well-articulated ideological agenda, le scelte degli amministratori locali in which used archaeology as an instrument, was merito alla ricerca archeologica e alla important during certain eras such as the fascist salvaguardia delle antichità di Roma. decades. Political ideologies often merged with Il vocabolo scelto, « ideology », è con- cultural ideologies with different articulations in different eras ». sapevolmente ambiguo e viene uti lizzato da Dyson nel senso più politico 4 Oltre al famosissimo lavoro di Giardina e del termine, facendo principalmente Vauchez (2008), citato con grande frequenza da Dyson, si ricordino solo a titolo esemplifi- riferimento all’utilizzo dell’archeologia cativo Barbanera (2015) o le mostre Maestà di romana in maniera propagandistica e Roma. Da Napoleone all’unità d’Italia, Roma quale strumento essenziale per la costru- 7 marzo – 29 giugno 2003 (con catalogo) e Das zione identitaria di ogni nuova ideologia Große Spiel. Archäologie und Politik zur Zeit des politica che nel tempo si andava affer- Kolonialismus (1860 – 1 940) Ruhr Museum Essen, 12 febbraio – 13 giugno 2010 (con catalogo). mando sia a livello cittadino che nella Tutti lavori questi ingiustamente dimenticati dall’autore. 5 Anche sotto questo aspetto, la valutazione dell’autore risulta superficiale: vd. ad es. Galaty e Watkinson (2004), ugualmente non citato da 2 Pp. 6 – 7 . Dyson. Book Reviews 240
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi governo Berlusconi con il patrimonio Grand Tour, che portarono il papato a archeologico di Roma. Insomma, una un nuovo approccio nella salvaguardia scelta editoriale sicuramente indovinata, del patrimonio archeologico; segue nel che strizza l’occhio a un pubblico lon- capitolo II (« French Intervention and tano dall’Italia. Papal Reaction », pp. 33 – 5 6) il periodo Perché dunque raccontare a questo neoclassico, tra la dominazione francese pubblico del complicato rapporto tra e la restaurazione del potere papale che archeologia, politica e sviluppo urbano vede nel famoso editto Pacca del 1820 un della città di Roma in epoca moderna nuovo impegno nella tutela dei beni ar- e contemporanea ? Nella prefazione cheologici; il III capitolo (« Archaeology al libro (pp. xiii – xv) Dyson spiega la and Urbanism in the Waning Decades of sua scelta: oltre alla mancanza di uno Papal Rome », pp. 57 – 8 0) è dedicato agli studio simile per il mondo anglofono, ultimi decenni dello Stato della Chiesa, come già detto, è l’esperienza personale con il movimento romantico che porta dell’autore, per la prima volta a Roma a una nuova percezione delle antichità nel 1959, quando si trovò diviso tra e la particolare attenzione di Pio IX l’entusiasmo proprio di uno studente per l’archeologia della via Appia e per di archeologia romana e la frustrazione l’archeologia cristiana. Il capitolo IV di fronte allo stato di abbandono e di (« Archaeology and Urbanism in Rome degrado in cui scopriva siti e musei during the Early Decades of the National archeologici, che lo spinse a interro- State », pp. 81 – 1 00) è incentrato sugli garsi sulla complessità di tale rapporto. anni della nascita dello stato italiano Ripercorrerne le tappe fondamentali, per cui l’archeologia assume immedia- a partire dalla nascita dell’archeologia tamente una funzione fondamentale, classica come disciplina, diventa così rappresentando un valore liberale e di indispensabile per interpretare le pro- unità nazionale anteriore al periodo blematicità che caratterizzano l’epoca di dominio papale; il V (« Development contemporanea: « This study ends with and Challenge to Archaeology in Roma deliberate ambiguity, as the future of Capitale », pp. 101 – 1 28) tratta dell’im- Rome’s archaeological resources is very pressionante sviluppo urbanistico di uncertain » (p. xiv). Roma e delle conseguenti gravissime Nelle pagine introduttive (pp. 1 – 7 ) perdite del patrimonio archeologico cit- la struttura del libro è spiegata molto tadino, dovute non solo all’urgenza di chiaramente: il capitolo I (« Rome in adeguare la città a capitale europea ma the Eighteenth Century », pp. 8 – 3 2) anche alla mancanza di una vera tecnica racconta della Roma del XVIII se- di scavo e di un numero di professio colo, con gli studi di Johann Joachim nisti proporzionato all’entità dei lavori, Winckelmann e il consolidamento del mancanza solo minimamente colmata Book Reviews 241
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi dai pionieri Rodolfo Lanciani e Giacomo dell’imperante immobilismo culturale Boni. Il cambiamento politico ha un che da un lato bloccò qualunque pro- forte impatto anche a livello espositivo gettazione unitaria e coerente per il pa- con la nascita nel 1889 del Museo Nazio- trimonio archeologico di Roma, mentre nale Romano, mentre la quantità di can- dall’altro permise il progredire spasmo- tieri archeologici aperti e la debolezza dico di interessi privati nella gestione della nuova amministrazione statale del territorio della città, soprattutto per favorirono un fiorente mercato antiqua- quanto riguarda la Campagna Romana, e rio di livello internazionale (capitolo VI, dei trasporti. L’archeologia, perdendo la « Museums, Markets and Displays in sua funzione politica, veniva ormai per- the New Rome », pp. 129 – 1 53). L’epoca cepita come un fardello pesante per lo fascista, con il rinnovato interesse per sviluppo « moderno » della città. Questo un uso propagandistico dell’archeologia è il panorama sconfortante che accoglie romana, viene trattata nei capitoli VII il giovane Dyson, studente per la prima (« Archaeology and Urbanism in Fascist volta a Roma.6 Rome », pp. 154 – 1 79) e VIII (« Mostras Questa ultima considerazione non è and Museums in Fascist Rome », pp. 180 – casuale, considerando che dal X capitolo 202): di tale periodo l’autore evidenzia (« A New Generation, a New Politics, soprattutto gli sventramenti, che scon- and a New Archaeology », pp. 236 – 2 58) volsero profondamente il tessuto urbano lo scritto perde il carattere di analisi della città di Roma, l’esaltazione del con- storica del rapporto tra archeologia, po- cetto di Romanità e le mostre promosse litica e sviluppo urbano, come si evince dal regime (i corsivi sono di Dyson). Se i progetti postunitari avevano già fortemente modificato l’assetto della 6 Così sapientemente riassunto dall’autore a città papale, da questo momento in poi p. 227: « The 1950s and the 1960s were depress- Roma cambia completamente aspetto ing decades for those interested in Rome, its sia nel centro storico, il quale acquista archaeology, and its monuments. Administra- definitivamente una solennità retorica tion stagnated, as timid bureaucrats moved toward respected seniority and comfortable grazie alla sfrontata esibizione di com- pensions. The political scene was dominated plessi monumentali di rovine immersi by corrupt interests, driven by profit and a nel verde, che nell’incessante espansione lust for power. The ideological battles of the urbana verso la campagna. Nel dopo- Cold War gave them their agendas and their guerra tale eredità diventa ingestibile e justifications. They cared little for the fate of il IX capitolo (« Quietism, Conformity, the city. Instead of the massive, often gro- tesque sventramenti of the Mussolini era, there and Chaos. Urbanism and Archaeology were now hundreds of small violations that in the 1950s and 1960s », pp. 203 – 2 35) spread degradation throughout Rome and its è dedicato principalmente al racconto environs ». Book Reviews 242
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi anche dai titoli dei capitoli finali, per Il volume si distingue così per la basarsi piuttosto su ricordi e impressioni ricchezza degli argomenti presentati personali dell’autore legati alla ripresa e si apprezza per il tentativo di voler di attività di ricerca archeologica, di tu- ricostruire in maniera diacronica le ten- tela e di esposizioni museali promosse sioni che caratterizzano un rapporto tra soprattutto dall’allora soprintendente elementi diversi tanto più complicato statale Adriano La Regina e alle batta- quanto importante è risultato nei secoli glie per la salvaguardia del patrimo- il ruolo culturale e politico della città nio archeologico condotte da Antonio di Roma a livello nazionale e mondiale. Cederna. Il libro è dedicato a entrambi. Una sintesi indubbiamente valida per Il capitolo XI (« The Apex and End of seguire l’avvicendarsi della storia e com- an Era. The Giubileo, the Ara Pacis, and prendere i passaggi più critici grazie ad the Twilight of the Heirs of Bianchi alcuni approfondimenti su tematiche Bandinelli », pp. 259 – 2 86) tratta degli più generali (come ad es. a pp. 263 – 2 64 anni del Giubileo del 2000 e dell’impatto quando alle vicende dell’esposizione epi- sulla città della nuova generazione di grafica alle terme di Diocleziano segue archeologi professionisti formatisi alla un excursus sulla storia dell’epigrafia a scuola di Ranuccio Bianchi Bandinelli Roma), tanto più utile se si considera il e si sofferma sul caso molto discusso, pubblico per cui l’opera è pensata, cui anche a livello politico, della nuova si tiene a presentare anche numerose sede espositiva dell’Ara Pacis per opera fonti documentarie in italiano, altri- di Richard Meier. Silvio Berlusconi, il menti difficilmente reperibili, con la cui nome campeggia nel titolo del li- rispettiva traduzione in inglese. Tuttavia bro, viene citato nelle considerazioni bisogna evidenziare gli altrettanto nu- finali (« Afterword », pp. 287 – 2 93) quale merosi errori di trascrizione dei testi, rappresentante di quel populismo di dei toponimi, dei monumenti e dei nomi centro-destra che avrebbe condotto una propri in italiano.7 Troppi errori, che si campagna sistematica per indebolire le sarebbero potuti facilmente evitare con amministrazioni pubbliche, sia comu- un lavoro editoriale più accurato e tanto nali che statali, nell’attività di tutela più stridenti se si considera che più volte del patrimonio archeologico di Roma in nel volume l’autore sottolinea il suo favore di un uso più spregiudicato e ma- apprezzamento per quegli studiosi ita- nageriale delle risorse culturali, espresso liani che conoscono le lingue straniere esplicitamente nel 2009 con la nomina di Mario Resca a « Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio cultu- 7 Solo per fare un esempio, il testo di Antonio rale » al Ministero per i beni e le attività Cederna riportato a p. 231 è semplicemente ille- culturali e del turismo. gibile in italiano. Book Reviews 243
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi (intendendo l’inglese, prima delle altre). zialmente ai lavori di Cederna.9 Inoltre, L’interesse e il rispetto per una cultura in un volume che intende fornire una diversa dalla propria si notano anche dai visione generale della questione ro- dettagli. mana, non si può dimenticare il resto del I temi inoltre sono generalmente suburbio scegliendo di rappresentarne trattati in maniera sommaria (forse per- un solo caso, peraltro eccezionale ri- ché pensati per un grande pubblico di spetto al resto della città. non specialisti ?) e la bibliografia, natu- Soprattutto negli ultimi capitoli ven- ralmente abbondante in relazione alla gono effettuate scelte molto personali, i ricchezza dei temi e delle epoche di cui riferimenti bibliografici si indeboliscono si parla, è tuttavia incompleta anche ulteriormente e la visione dell’autore perché sostanzialmente ferma all’epoca diventa parziale, con considerazioni a con cui si chiudono le vicende narrate, volte troppo semplicistiche. Le ultime cioè al 2010 ca.8 Limitandosi a un solo pagine sono davvero fosche e presen- caso, particolarmente noto e caro a chi tano una città (e una nazione) in cui scrive, è davvero apprezzabile che ven- si fa un uso spregiudicato dei beni gano evidenziate le enormi difficoltà archeologici e gli interessi privati or- incontrate dal dopoguerra per la tutela mai predominano su quelli pubblici: si e la salvaguardia del patrimonio archeo citano, facendo tra l’altro riferimento logico diffuso in tutto il territorio della soltanto alla stampa estera, gli inter- Campagna Romana e parallelamente la venti di restauro del Colosseo da parte nascita di una nuova coscienza civica del gruppo imprenditoriale Tod’s (e non nei confronti di questo patrimonio, rap- TOD) insieme all’iniziativa di pulizia e presentata dalle battaglie di Antonio di riqualificazione della Piramide Cestia Cederna e dalle attività di Italia Nostra del magnate Yuzo Yagi. Si presentano (pp. 229 – 2 34, 275 – 2 80). Il caso della via indubbiamente gli anni in cui da un lato Appia è straordinario e troppo poco a Giulio Tremonti, in qualità di Ministro noto già solo a livello nazionale, per dell’Economia e delle Finanze, viene at- cui è fondamentale che venga presen- tribuita la frase fatidica « con la cultura tato in maniera articolata a un pubblico che – altrimenti – ne avrebbe difficil- mente conosciuto l’esistenza. Tuttavia, 9 Viene inoltre citata, ma solo in bibliografia e da un lato non emergono adeguata- per opere di carattere essenzialmente divulga- mente tutti i protagonisti della vicenda, tivo, Rita Paris. Si ricorda il lavoro di Capuano, dall’altro la bibliografia è limitata essen- Carpenzano e Toppetti (2013) ma si dimentica il più recente Capuano e Toppetti (2017), più centrato – tra l’altro – sul rapporto tra arche- ologia e urbanistica e sulle future prospettive 8 Cfr. supra, n. 3. progettuali. Book Reviews 244
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi non si mangia », mentre dall’altro si ra- camente come la mercificazione del pa- dicava il concetto (ancora duro a morire) trimonio culturale11 piuttosto che come che la cultura in Italia debba essere usata una « messa in valore » di significati come il « petrolio » della nazione, da storici e culturali che soprattutto i beni sfruttare per trarne i massimi profitti.10 archeologici non riescono a trasmettere In questo panorama, il termine « va- « di per sé »12. Tuttavia, proprio dall’e- lorizzazione » veniva allora visto con sperienza di quei primi anni 2000, è massimo sospetto e inteso semplicisti- divenuto chiaro come soprattutto l’ar- cheologia necessiti di progetti culturali forti sia scientificamente che nell’ottica 10 Si ricordino a questo proposito le parole di di una sostenibilità sociale ed econo- Settis (2002) p. 39: « L’insistenza sul valore ve- mica.13 In questa prospettiva, Roma nale del patrimonio (a scapito dei suo significa- continua a rappresentare il miglior caso to istituzionale e civile) … ha finito col produrre di studio e di sperimentazione, soprat- un drammatico capovolgimento dei termini del tutto in quelle aree suburbane che più problema: il valore venale del patrimonio cultu- rale, anziché essere un argomento per attirare hanno sofferto in passato il degrado sulla sua gestione e tutela nuovi e maggiori e la mancanza di attenzioni, ma dove investimenti, è diventato esso stesso qualcosa il rapporto con la cittadinanza è più da investire per altri fini. I beni culturali, da autentico14. In sintesi, il futuro dell’ar- patrimonio su cui investire, sono gradualmente diventati una risorsa da spremere e da sfruttare per altri scopi (per esempio, per ricavare denaro 11 Cfr. p. 291, sulla valorizzazione del patrimo- per nuove opere pubbliche). In questo senso, nio: « In other words, the managers of heritage dagli ormai antichi « giacimenti culturali » del should put more effort into currying favor with 1986 alle misure volute da Tremonti nel 2002 the power elite and raising money ». corre una linea di sviluppo ben riconoscibile. Si è in tal modo perpetuata e radicata la metafora 12 Vd. in proposito il lavoro fondamentale di stracciona dell’arte « petrolio d’Italia », degna Ricci (2006), non citato dall’autore. solo di un Paese che davvero altre risorse non 13 La bibliografia sull’argomento è ormai ha, è sull’orlo della bancarotta, ha il fiato corto, vastissima, si pensi soltanto ai lavori degli gratta il fondo della pentola, va in giro con le economisti Montella (2009) e Cerquetti (2014), pezze sul sedere (infatti fu inventata negli anni con la rivista Il capitale culturale. Studies on the lontani di un’Italia povera); … Trasmette una vi- Value of Cultural Heritage, in particolare il sup- sione dei beni culturali come una risorsa di per plemento 9 a cura di Dragoni e Cerquetti (2019) sé passiva, anziché viva e pulsante parte della (con bibl. prec.). Inoltre: Manacorda (2014) e da storia e dell’identità nazionale; come qualcosa ultimo Volpe (2019) con bibl. prec. che (proprio come un giacimento petrolifero) va « sfruttato » e spremuto fino all’osso; come 14 Si pensi ai casi straordinari del « Museo una « riserva » di cui prevale il valore moneta- di Archeologia per Roma », dedicato all’arche- rio; che non è fatta di uomini e di idee, ma di ologia della periferia di Roma, del « Museo di oggetti, ognuno col suo cartellino del prezzo ». Casal de’ Pazzi » o del progetto di archeologia Più recentemente: Ceschin (2015). partecipata alla Necropoli Ostiense (Sovrinten- Book Reviews 245
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi cheologia a Roma può forse risultare Ceschin (2015). – Federico M. Ceschin, ancora « uncertain »15, ma le prospettive Non è petrolio. Heritage culturale, dal sono comunque positive e meriterebbero Grand Tour ai selfie, per una nuo- di essere presentate anche al pubblico va economia della bellezza (Foggia: anglofono o – meglio ancora – interna- Claudio Grenzi Editore 2015). zionale. Dragoni and Cerquetti (2019). – Patrizia Dragoni & Mara Cerquetti (eds.), L’archeologia pubblica prima e dopo l’archeologia pubblica = Il capitale cul- Bibliography turale. Studies on the Value of Cultural Heritage, Supplementi 9 (2019). Barbanera (2015). – Marcello Barbanera, Galaty and Watkinson (2004). – Michael Storia dell’archeologia classica in L. Galaty & Charles Watkinson (eds.), Italia. Dal 1764 ai giorni nostri (Roma- Archaeology under Dictatorship (New Bari: Editori Laterza 2015). York: Springer 2004). Capuano, Carpenzano and Toppetti Giardina and Vauchez (2008). – Andrea (2013). – Alessandra Capuano, Orazio Giardina & André Vauchez, Il mito di Carpenzano & Fabrizio Toppetti, Il Roma (Bari: Editori Laterza 2008). Parco e la città: il territorio storico Manacorda (2014). – Daniele Manacorda, dell’Appia nel futuro di Roma (Mace- L’Italia agli italiani. Istruzioni e ost- rata: Quodlibet 2013). ruzioni per il patrimonio culturale Capuano and Toppetti (2017). – (Bari: Edopuglia 2014). Alessandra Capuano & Fabrizio Montella (2009). – Massima Montella, Toppetti (eds.), Roma e l’Appia. Rovine Valore e valorizzazione del patrimonio Utopia Progetto (Macerata: Quodlibet culturale e storico (Milano: Mondadori 2017). Electa 2009). Cerquetti (2014). – Mara Cerquetti, Mar- Ricci (2006). – Andreina Ricci, Attor- keting museale e creazione di valore: no alla nuda pietra. Archeologia e cit- strategie per l’innovazione dei musei tà tra identità e progetto (Roma: Inter- italiani (Milano: Franco Angeli 2014). venti Donzelli 2006). Settis (2002). – Salvatore Settis, Italia S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale (Torino: Einaudi 2002). denza Capitolina di Roma Capitale) o ancora al nuovo Museo diffuso al Rione Testaccio e alla Volpe (2019). – Giuliano Volpe, Il bene recentissima apertura del complesso di Sant’E- nostro. Un impegno per il patrimonio lena a Tor Pignattara (Soprintendenza Speciale culturale (Bari: Edipuglia 2019). di Roma), solo per fare alcuni esempi. 15 Vd. supra p. 241. Book Reviews 246
Review of Stephen L. Dyson: Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi Rachele Dubbini Suggested citation: Università degli Studi di Ferrara Rachele Dubbini: Review of Stephen L. Dyson: Dipartimento di Studi Umanistici Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome Via Paradiso 12 from the Grand Tour to Berlusconi. In: thersites 44121 Ferrara 10 (2019): Modern Identities and Classical Italy Antiquity, pp. 239–247. Email: rachele.dubbini@unife.it https://doi.org/10.34679/thersites.vol10.135 Book Reviews 247
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