Modern Identities and Classical Antiquity - 10 /2019 Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.)

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Modern Identities and Classical Antiquity - 10 /2019 Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.)
Journal for Transcultural Presences &
Diachronic Identities from Antiquity to Date

                  thersites                                                    10 /2019

                                                   Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.)

                                                         Modern Identities and
                                                           Classical Antiquity

                                               w w w. t h e r s i t e s - j o u r n a l . d e
Modern Identities and Classical Antiquity - 10 /2019 Filippo Carlà-Uhink & Maja Gori (Eds.)
Imprint

Universität Potsdam 2020
Historisches Institut, Professur Geschichte des Altertums
Am Neuen Palais 10, 14469 Potsdam (Germany)
https://www.thersites-journal.de/

Editors
PD Dr. Annemarie Ambühl (Johannes Gutenberg-Universität Mainz)
Prof. Dr. Filippo Carlà-Uhink (Universität Potsdam)
Dr. Christian Rollinger (Universität Trier)
Prof. Dr. Christine Walde (Johannes Gutenberg-Universität Mainz)

ISSN 2364-7612

Contact
Principal Contact
Prof. Dr. Filippo Carlà-Uhink
Email: thersitesjournal@uni-potsdam.de
Support Contact
Dr. phil. Christian Rollinger
Email: thersitesjournal@uni-potsdam.de

Layout and Typesetting
text plus form, Dresden

Cover pictures:
1 – The Archaeological Museum of the Republic of North Macedonia
in Skopje at the time of its construction. Photo by Maja Gori, 2008.
2 – Roman gladiator. Part of a statuary group in Rruga Taulantia, Durrës,
Albania. Photo by Filippo Carlà-Uhink, September 2019.

Published online at:
https://doi.org/10.34679/thersites.vol10

This work is licensed under a Creative Commons License:
Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).
This does not apply to quoted content from other authors.
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https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Journal for Transcultural Presences &
Diachronic Identities from Antiquity to Date

                   thersites                                                                     10/2019 | pp. 239 – 247

               Rachele Dubbini
               (Università di Ferrara)

               Review of Stephen L. Dyson:
               Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome
               from the Grand Tour to Berlusconi

               Padstow 2019, pp. 340, 51 b/w illus. ISBN: 9780521874595,
               £ 75.00

               Intrigante il titolo scelto per questo                       che fi­sico.1 « It is an investigation of
               volume che ha lo scopo di evidenziare                        the ways in which archaeologists have
               il ruolo che l’archeologia ha rivestito                      studied but also tried to preserve the ar-
               dal XVIII agli inizi del XXI secolo a                        chaeological record in a city which was
               Roma, una città che detiene il primato                       always undergoing social and physical
               mondiale per il numero di antichità
               presenti sul suo territorio. Un caso
               studio in questo senso unico non solo
                                                                            1 Così come esplicitato dall’autore a pp. 1 – 2​ :
               per tracciare una storia dell’archeolo-
                                                                            « The enormity of that ancient Roman legacy
               gia classica, ma per indagare le moda-                       is the central fact about the distinct nature of
               lità con cui nei secoli gli archeologi si                    Rome. Paris and London were Roman cities, but
               sono rapportarti al mondo antico non                         the Roman remains there have not until very
               solo tramite la ricerca ma anche ten-                        recently challenged the programs of planners
               tando di conservarne la memoria (ma-                         or builders. Rome has always been different ».
                                                                            Ampliare il concetto di « indizio archeologi-
               teriale e immateriale) in un contesto                        co » a quello della memoria è chiaramente una
               urbano molto articolato e in continua                        scelta di chi scrive per introdurre il tema del
               evoluzione sia dal punto di vista sociale                    volume.

                                                                                                                                       Book
                                                                                                                                       Reviews

                   This work is licensed under a Creative Commons License           URL https://thersites-journal.de
                   Attribution 4.0 International (CC BY 4.0).                       DOI https://doi.org/10.34679/thersites.vol10.135
                   https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
                                                                                                                                         239
Review of Stephen L. Dyson:

          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

            change »:2 con questa affermazione Ste-            penisola italiana.3 Le tematiche affron-
            phen L. Dyson intende evidenziare la               tate, strettamente interconnesse tra loro,
            complessa relazione che lega la presenza           sono tanto note al pubblico italiano ed
            e la ricerca archeologica in area urbana           europeo4 quanto – secondo Dyson –
            alle necessità di una grande città in              poco conosciute al mondo anglofono:
            continua evoluzione, dove ai bisogni dei           è questo il pubblico cui l’autore rivolge
            suoi abitanti si sommano le aspettative            principalmente la sua attenzione, come
            dei visitatori stranieri (tra cui eruditi          esplicitato nella prefazione (p. xiii).5 Il
            e studiosi, da sempre attratti a Roma              titolo scelto è intrigante proprio in que-
            soprattutto dall’archeologia), il deside-          sta prospettiva, perché unisce in ma-
            rio di visibilità e l’esigenza di comuni-          niera dissacrante concetti aulici come
            cazione politica dei diversi governi che           l’antichità classica e la storia moderna
            si sono succeduti nella gestione della             di Roma a un personaggio politico
            città. In questa prospettiva, il terzo tema        tanto discusso e dileggiato quale Silvio
            affrontato dal volume (messo in realtà             Berlusconi, nonostante il volume non
            in seconda posizione nel titolo princi-            approfondisca realmente il rapporto del
            pale, mentre i titoli dei capitoli interni
            tradiscono il nesso principale archeolo-
            gia/urbanistica) è proprio quello delle            3 Così a p. 7: « Ideology is always a slippery,
                                                               ambiguous term. That is no less true here. An
            diverse ideologie che hanno guidato
                                                               official, well-articulated ideological agenda,
            le scelte degli amministratori locali in           which used archaeology as an instrument, was
            merito alla ricerca archeologica e alla            important during certain eras such as the fascist
            salvaguardia delle antichità di Roma.              decades. Political ideologies often merged with
            Il vocabolo scelto, « ideology », è con-           cultural ideologies with different articulations
                                                               in different eras ».
            sapevolmente ambiguo e viene uti­
            lizzato da Dyson nel senso più politico            4 Oltre al famosissimo lavoro di Giardina e
            del termine, facendo principalmente                Vauchez (2008), citato con grande frequenza
                                                               da Dyson, si ricordino solo a titolo esemplifi-
            riferimento all’utilizzo dell’archeologia
                                                               cativo Barbanera (2015) o le mostre Maestà di
            romana in maniera propagandistica e                Roma. Da Napoleone all’unità d’Italia, Roma
            quale strumento essenziale per la costru-          7 marzo – 29 giugno 2003 (con catalogo) e Das
            zione identitaria di ogni nuova ideologia          Große Spiel. Archäologie und Politik zur Zeit des
            politica che nel tempo si andava affer-            Kolonialismus (1860 – 1​ 940) Ruhr Museum Essen,
                                                               12 febbraio – 13 giugno 2010 (con catalogo).
            mando sia a livello cittadino che nella
                                                               Tutti lavori questi ingiustamente dimenticati
                                                               dall’autore.
                                                               5 Anche sotto questo aspetto, la valutazione
                                                               dell’autore risulta superficiale: vd. ad es. Galaty
                                                               e Watkinson (2004), ugualmente non citato da
            2 Pp. 6 – 7​ .                                     Dyson.

  Book
Reviews

240
Review of Stephen L. Dyson:

                      Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

governo Berlusconi con il patrimonio             Grand Tour, che portarono il papato a
archeologico di Roma. Insomma, una               un nuovo approccio nella salvaguardia
scelta editoriale sicuramente indovinata,        del patrimonio archeologico; segue nel
che strizza l’occhio a un pubblico lon-          capitolo II (« French Intervention and
tano dall’Italia.                                Papal Reaction », pp. 33 – 5​ 6) il periodo
    Perché dunque raccontare a questo            neoclassico, tra la dominazione francese
pubblico del complicato rapporto tra             e la restaurazione del potere papale che
archeologia, politica e sviluppo urbano          vede nel famoso editto Pacca del 1820 un
della città di Roma in epoca moderna             nuovo impegno nella tutela dei beni ar-
e contemporanea ? Nella prefazione               cheologici; il III capitolo (« Archaeology
al libro (pp. xiii – xv) Dyson spiega la         and Urbanism in the Waning Decades of
sua scelta: oltre alla mancanza di uno           Papal Rome », pp. 57 – 8​ 0) è dedicato agli
studio simile per il mondo anglofono,            ultimi decenni dello Stato della Chiesa,
come già detto, è l’esperienza personale         con il movimento romantico che porta
dell’autore, per la prima volta a Roma           a una nuova percezione delle antichità
nel 1959, quando si trovò diviso tra             e la particolare attenzione di Pio IX
l’entusiasmo proprio di uno studente             per l’archeologia della via Appia e per
di archeologia romana e la frustrazione          l’archeologia cristiana. Il capitolo IV
di fronte allo stato di abbandono e di           (« Archaeology and Urbanism in Rome
degrado in cui scopriva siti e musei             during the Early Decades of the National
archeologici, che lo spinse a interro-           State », pp. 81 – 1​ 00) è incentrato sugli
garsi sulla complessità di tale rapporto.        anni della nascita dello stato italiano
Ripercorrerne le tappe fondamentali,             per cui l’archeologia assume immedia-
a partire dalla nascita dell’archeologia         tamente una funzione fondamentale,
classica come disciplina, diventa così           rappresentando un valore liberale e di
indispensabile per interpretare le pro-          unità nazionale anteriore al periodo
blematicità che caratterizzano l’epoca           di dominio papale; il V (« Development
contemporanea: « This study ends with            and Challenge to Archaeology in Roma
deliberate ambiguity, as the future of           Capitale », pp. 101 – 1​ 28) tratta dell’im-
Rome’s archaeological resources is very          pressionante sviluppo urbanistico di
uncertain » (p. xiv).                            Roma e delle conseguenti gravissime
    Nelle pagine introduttive (pp. 1 – 7​ )      perdite del patrimonio archeologico cit-
la struttura del libro è spiegata molto          tadino, dovute non solo all’urgenza di
chiaramente: il capitolo I (« Rome in            adeguare la città a capitale europea ma
the Eighteenth Century », pp. 8 – 3​ 2)          anche alla mancanza di una vera tecnica
racconta della Roma del XVIII se-                di scavo e di un numero di professio­
colo, con gli studi di Johann Joachim            nisti proporzionato all’entità dei lavori,
Winckelmann e il consolidamento del              mancanza solo minimamente colmata

                                                                                                      Book
                                                                                                      Reviews

                                                                                                        241
Review of Stephen L. Dyson:

          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

            dai pionieri Rodolfo Lanciani e Giacomo            dell’imperante immobilismo culturale
            Boni. Il cambiamento politico ha un                che da un lato bloccò qualunque pro-
            forte impatto anche a livello espositivo           gettazione unitaria e coerente per il pa-
            con la nascita nel 1889 del Museo Nazio-           trimonio archeologico di Roma, mentre
            nale Romano, mentre la quantità di can-            dall’altro permise il progredire spasmo-
            tieri archeologici aperti e la debolezza           dico di interessi privati nella gestione
            della nuova amministrazione statale                del territorio della città, soprattutto per
            favorirono un fiorente mercato antiqua-            quanto riguarda la Campagna Romana, e
            rio di livello internazionale (capitolo VI,        dei trasporti. L’archeologia, perdendo la
            « Museums, Markets and Displays in                 sua funzione politica, veniva ormai per-
            the New Rome », pp. 129 – 1​ 53). L’epoca          cepita come un fardello pesante per lo
            fascista, con il rinnovato interesse per           sviluppo « moderno » della città. Questo
            un uso propagandistico dell’archeologia            è il panorama sconfortante che accoglie
            romana, viene trattata nei capitoli VII            il giovane Dyson, studente per la prima
            (« Archaeology and Urbanism in Fascist             volta a Roma.6
            Rome », pp. 154 – 1​ 79) e VIII (« Mostras             Questa ultima considerazione non è
            and Museums in Fascist Rome », pp. 180 – ​         casuale, considerando che dal X capitolo
            202): di tale periodo l’autore evidenzia           (« A New Generation, a New Politics,
            soprattutto gli sventramenti, che scon-            and a New Archaeology », pp. 236 – 2​ 58)
            volsero profondamente il tessuto urbano            lo scritto perde il carattere di analisi
            della città di Roma, l’esaltazione del con-        storica del rapporto tra archeologia, po-
            cetto di Romanità e le mostre promosse             litica e sviluppo urbano, come si evince
            dal regime (i corsivi sono di Dyson).
            Se i progetti postunitari avevano già
            fortemente modificato l’assetto della
                                                               6 Così sapientemente riassunto dall’autore a
            città papale, da questo momento in poi             p. 227: « The 1950s and the 1960s were depress-
            Roma cambia completamente aspetto                  ing decades for those interested in Rome, its
            sia nel centro storico, il quale acquista          archaeology, and its monuments. Administra-
            definitivamente una solennità retorica             tion stagnated, as timid bureaucrats moved
                                                               toward respected seniority and comfortable
            grazie alla sfrontata esibizione di com-
                                                               pensions. The political scene was dominated
            plessi monumentali di rovine immersi               by corrupt interests, driven by profit and a
            nel verde, che nell’incessante espansione          lust for power. The ideological battles of the
            urbana verso la campagna. Nel dopo-                Cold War gave them their agendas and their
            guerra tale eredità diventa ingestibile e          justifications. They cared little for the fate of
            il IX capitolo (« Quietism, Conformity,            the city. Instead of the massive, often gro-
                                                               tesque sventramenti of the Mussolini era, there
            and Chaos. Urbanism and Archaeology                were now hundreds of small violations that
            in the 1950s and 1960s », pp. 203 – 2​ 35)         spread degradation throughout Rome and its
            è dedicato principalmente al racconto              environs ».

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Review of Stephen L. Dyson:

                      Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

anche dai titoli dei capitoli finali, per            Il volume si distingue così per la
basarsi piuttosto su ricordi e impressioni       ricchezza degli argomenti presentati
personali dell’autore legati alla ripresa        e si apprezza per il tentativo di voler
di attività di ricerca archeologica, di tu-      ricostruire in maniera diacronica le ten-
tela e di esposizioni museali promosse           sioni che caratterizzano un rapporto tra
soprattutto dall’allora soprintendente           elementi diversi tanto più complicato
statale Adriano La Regina e alle batta-          quanto importante è risultato nei secoli
glie per la salvaguardia del patrimo-            il ruolo culturale e politico della città
nio archeologico condotte da Antonio             di Roma a livello nazionale e mondiale.
Cederna. Il libro è dedicato a entrambi.         Una sintesi indubbiamente valida per
Il capitolo XI (« The Apex and End of            seguire l’avvicendarsi della storia e com-
an Era. The Giubileo, the Ara Pacis, and         prendere i passaggi più critici grazie ad
the Twilight of the Heirs of Bianchi             alcuni approfondimenti su tematiche
Bandinelli », pp. 259 – 2​ 86) tratta degli      più generali (come ad es. a pp. 263 – 2​ 64
anni del Giubileo del 2000 e dell’impatto        quando alle vicende dell’esposizione epi-
sulla città della nuova generazione di           grafica alle terme di Diocleziano segue
archeologi professionisti formatisi alla         un excursus sulla storia dell’epigrafia a
scuola di Ranuccio Bianchi Bandinelli            Roma), tanto più utile se si considera il
e si sofferma sul caso molto discusso,           pubblico per cui l’opera è pensata, cui
anche a livello politico, della nuova            si tiene a presentare anche numerose
sede espositiva dell’Ara Pacis per opera         fonti documentarie in italiano, altri-
di Richard Meier. Silvio Berlusconi, il          menti difficilmente reperibili, con la
cui nome campeggia nel titolo del li-            rispettiva traduzione in inglese. Tuttavia
bro, viene citato nelle considerazioni           bisogna evidenziare gli altrettanto nu-
finali (« Afterword », pp. 287 – 2​ 93) quale    merosi errori di trascrizione dei testi,
rappresentante di quel populismo di              dei toponimi, dei monumenti e dei nomi
centro-destra che avrebbe condotto una           propri in italiano.7 Troppi errori, che si
campagna sistematica per indebolire le           sarebbero potuti facilmente evitare con
amministrazioni pubbliche, sia comu-             un lavoro editoriale più accurato e tanto
nali che statali, nell’attività di tutela        più stridenti se si considera che più volte
del patrimonio archeologico di Roma in           nel volume l’autore sottolinea il suo
favore di un uso più spregiudicato e ma-         apprezzamento per quegli studiosi ita-
nageriale delle risorse culturali, espresso      liani che conoscono le lingue straniere
esplicitamente nel 2009 con la nomina
di Mario Resca a « Direttore generale per
la valorizzazione del patrimonio cultu-          7 Solo per fare un esempio, il testo di Antonio
rale » al Ministero per i beni e le attività     Cederna riportato a p. 231 è semplicemente ille-
culturali e del turismo.                         gibile in italiano.

                                                                                                      Book
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          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

            (intendendo l’inglese, prima delle altre).          zialmente ai lavori di Cederna.9 Inoltre,
            L’interesse e il rispetto per una cultura           in un volume che intende fornire una
            diversa dalla propria si notano anche dai           visione generale della questione ro-
            dettagli.                                           mana, non si può dimenticare il resto del
               I temi inoltre sono generalmente                 suburbio scegliendo di rappresentarne
            trattati in maniera sommaria (forse per-            un solo caso, peraltro eccezionale ri-
            ché pensati per un grande pubblico di               spetto al resto della città.
            non specialisti ?) e la bibliografia, natu-             Soprattutto negli ultimi capitoli ven-
            ralmente abbondante in relazione alla               gono effettuate scelte molto personali, i
            ricchezza dei temi e delle epoche di cui            riferimenti bibliografici si indeboliscono
            si parla, è tuttavia incompleta anche               ulteriormente e la visione dell’autore
            perché sostanzialmente ferma all’epoca              diventa parziale, con considerazioni a
            con cui si chiudono le vicende narrate,             volte troppo semplicistiche. Le ultime
            cioè al 2010 ca.8 Limitandosi a un solo             pagine sono davvero fosche e presen-
            caso, particolarmente noto e caro a chi             tano una città (e una nazione) in cui
            scrive, è davvero apprezzabile che ven-             si fa un uso spregiudicato dei beni
            gano evidenziate le enormi difficoltà               archeologici e gli interessi privati or-
            incontrate dal dopoguerra per la tutela             mai predominano su quelli pubblici: si
            e la salvaguardia del patrimonio archeo­            citano, facendo tra l’altro riferimento
            logico diffuso in tutto il territorio della         soltanto alla stampa estera, gli inter-
            Campagna Romana e parallelamente la                 venti di restauro del Colosseo da parte
            nascita di una nuova coscienza civica               del gruppo imprenditoriale Tod’s (e non
            nei confronti di questo patrimonio, rap-            TOD) insieme all’iniziativa di pulizia e
            presentata dalle battaglie di Antonio               di riqualificazione della Piramide Cestia
            Cederna e dalle attività di Italia Nostra           del magnate Yuzo Yagi. Si presentano
            (pp. 229 – 2​ 34, 275 – 2​ 80). Il caso della via   indubbiamente gli anni in cui da un lato
            Appia è straordinario e troppo poco                 a Giulio Tremonti, in qualità di Ministro
            noto già solo a livello nazionale, per              dell’Economia e delle Finanze, viene at-
            cui è fondamentale che venga presen-                tribuita la frase fatidica « con la cultura
            tato in maniera articolata a un pubblico
            che – altrimenti – ne avrebbe difficil-
            mente conosciuto l’esistenza. Tuttavia,             9 Viene inoltre citata, ma solo in bibliografia e
            da un lato non emergono adeguata-                   per opere di carattere essenzialmente divulga-
            mente tutti i protagonisti della vicenda,           tivo, Rita Paris. Si ricorda il lavoro di Capuano,
            dall’altro la bibliografia è limitata essen-        Carpenzano e Toppetti (2013) ma si dimentica
                                                                il più recente Capuano e Toppetti (2017), più
                                                                centrato – tra l’altro – sul rapporto tra arche-
                                                                ologia e urbanistica e sulle future prospettive
            8 Cfr. supra, n. 3.                                 progettuali.

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                          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

non si mangia », mentre dall’altro si ra-              camente come la mercificazione del pa-
dicava il concetto (ancora duro a morire)              trimonio culturale11 piuttosto che come
che la cultura in Italia debba essere usata            una « messa in valore » di significati
come il « petrolio » della nazione, da                 storici e culturali che soprattutto i beni
sfruttare per trarne i massimi profitti.10             archeologici non riescono a trasmettere
   In questo panorama, il termine « va-                « di per sé »12. Tuttavia, proprio dall’e-
lorizzazione » veniva allora visto con                 sperienza di quei primi anni 2000, è
massimo sospetto e inteso semplicisti-                 divenuto chiaro come soprattutto l’ar-
                                                       cheologia necessiti di progetti culturali
                                                       forti sia scientificamente che nell’ottica
10 Si ricordino a questo proposito le parole di        di una sostenibilità sociale ed econo-
Settis (2002) p. 39: « L’insistenza sul valore ve-     mica.13 In questa prospettiva, Roma
nale del patrimonio (a scapito dei suo significa-      continua a rappresentare il miglior caso
to istituzionale e civile) … ha finito col produrre    di studio e di sperimentazione, soprat-
un drammatico capovolgimento dei termini del
                                                       tutto in quelle aree suburbane che più
problema: il valore venale del patrimonio cultu-
rale, anziché essere un argomento per attirare         hanno sofferto in passato il degrado
sulla sua gestione e tutela nuovi e maggiori           e la mancanza di attenzioni, ma dove
investimenti, è diventato esso stesso qualcosa         il rapporto con la cittadinanza è più
da investire per altri fini. I beni culturali, da      autentico14. In sintesi, il futuro dell’ar-
patrimonio su cui investire, sono gradualmente
diventati una risorsa da spremere e da sfruttare
per altri scopi (per esempio, per ricavare denaro
                                                       11 Cfr. p. 291, sulla valorizzazione del patrimo-
per nuove opere pubbliche). In questo senso,
                                                       nio: « In other words, the managers of heritage
dagli ormai antichi « giacimenti culturali » del
                                                       should put more effort into currying favor with
1986 alle misure volute da Tremonti nel 2002
                                                       the power elite and raising money ».
corre una linea di sviluppo ben riconoscibile. Si
è in tal modo perpetuata e radicata la metafora        12 Vd. in proposito il lavoro fondamentale di
stracciona dell’arte « petrolio d’Italia », degna      Ricci (2006), non citato dall’autore.
solo di un Paese che davvero altre risorse non
                                                       13 La bibliografia sull’argomento è ormai
ha, è sull’orlo della bancarotta, ha il fiato corto,
                                                       vastissima, si pensi soltanto ai lavori degli
gratta il fondo della pentola, va in giro con le
                                                       economisti Montella (2009) e Cerquetti (2014),
pezze sul sedere (infatti fu inventata negli anni
                                                       con la rivista Il capitale culturale. Studies on the
lontani di un’Italia povera); … Trasmette una vi-
                                                       Value of Cultural Heritage, in particolare il sup-
sione dei beni culturali come una risorsa di per
                                                       plemento 9 a cura di Dragoni e Cerquetti (2019)
sé passiva, anziché viva e pulsante parte della
                                                       (con bibl. prec.). Inoltre: Manacorda (2014) e da
storia e dell’identità nazionale; come qualcosa
                                                       ultimo Volpe (2019) con bibl. prec.
che (proprio come un giacimento petrolifero)
va « sfruttato » e spremuto fino all’osso; come        14 Si pensi ai casi straordinari del « Museo
una « riserva » di cui prevale il valore moneta-       di Archeologia per Roma », dedicato all’arche-
rio; che non è fatta di uomini e di idee, ma di        ologia della periferia di Roma, del « Museo di
oggetti, ognuno col suo cartellino del prezzo ».       Casal de’ Pazzi » o del progetto di archeologia
Più recentemente: Ceschin (2015).                      partecipata alla Necropoli Ostiense (Sovrinten-

                                                                                                              Book
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          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

            cheologia a Roma può forse risultare               Ceschin (2015). – Federico M. Ceschin,
            ancora « uncertain »15, ma le prospettive             Non è petrolio. Heritage culturale, dal
            sono comunque positive e meriterebbero                Grand Tour ai selfie, per una nuo-
            di essere presentate anche al pubblico                va economia della bellezza (Foggia:
            anglofono o – meglio ancora – interna-                Claudio Grenzi Editore 2015).
            zionale.                                           Dragoni and Cerquetti (2019). – Patrizia
                                                                  Dragoni & Mara Cerquetti (eds.),
                                                                  L’archeologia pubblica prima e dopo
                                                                  l’archeologia pubblica = Il capitale cul-
            Bibliography                                          turale. Studies on the Value of Cultural
                                                                  Heritage, Supplementi 9 (2019).
            Barbanera (2015). – Marcello Barbanera,            Galaty and Watkinson (2004). – Michael
              Storia dell’archeologia classica in                 L. Galaty & Charles Watkinson (eds.),
              Italia. Dal 1764 ai giorni nostri (Roma-            Archaeology under Dictatorship (New
              Bari: Editori Laterza 2015).                        York: Springer 2004).
            Capuano, Carpenzano and Toppetti                   Giardina and Vauchez (2008). – Andrea
              (2013). – Alessandra Capuano, Orazio                Giardina & André Vauchez, Il mito di
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              Parco e la città: il territorio storico          Manacorda (2014). – Daniele Manacorda,
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              rata: Quodlibet 2013).                              ruzioni per il patrimonio culturale
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              2017).                                              Electa 2009).
            Cerquetti (2014). – Mara Cerquetti, Mar-           Ricci (2006). – Andreina Ricci, Attor-
              keting museale e creazione di valore:               no alla nuda pietra. Archeologia e cit-
              strategie per l’innovazione dei musei               tà tra identità e progetto (Roma: Inter-
              italiani (Milano: Franco Angeli 2014).              venti Donzelli 2006).
                                                               Settis (2002). – Salvatore Settis, Italia
                                                                  S.p.A. L’assalto al patrimonio culturale
                                                                  (Torino: Einaudi 2002).
            denza Capitolina di Roma Capitale) o ancora al
            nuovo Museo diffuso al Rione Testaccio e alla      Volpe (2019). – Giuliano Volpe, Il bene
            recentissima apertura del complesso di Sant’E-        nostro. Un impegno per il patrimonio
            lena a Tor Pignattara (Soprintendenza Speciale        culturale (Bari: Edipuglia 2019).
            di Roma), solo per fare alcuni esempi.
            15 Vd. supra p. 241.

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Reviews

246
Review of Stephen L. Dyson:

                          Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome from the Grand Tour to Berlusconi

Rachele Dubbini                                      Suggested citation:
Università degli Studi di Ferrara                    Rachele Dubbini: Review of Stephen L. Dyson:
Dipartimento di Studi Umanistici                     Archaeology, Ideology, and Urbanism in Rome
Via Paradiso 12                                      from the Grand Tour to Berlusconi. In: thersites
44121 Ferrara                                        10 (2019): Modern Identities and Classical
Italy                                                Antiquity, pp. 239–247.
Email: rachele.dubbini@unife.it                      https://doi.org/10.34679/thersites.vol10.135

                                                                                                             Book
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