Recensioni e segnalazioni - Viella

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Recensioni e segnalazioni      Fabio Bettanin                       politica mondiale. Quest’ultimi, però, sarebbero la causa
                               Putin e il mondo che                 del «disordine globale» imperante in questo primo scorcio
                               verrà                                del XXI secolo, considerato dal Cremlino ancor più perni-
                               Storia e politica della              cioso di atti ostili diretti. A causa dei non idilliaci rapporti
                               Russia nel nuovo
                               contesto internazionale              con l’Occidente e per cercare di trarre beneficio dalla cre-
                                                                    scita esponenziale di molte economie dell’Estremo Oriente,
                               Viella
                               Roma 2018                            in primis della Cina, la Russia dal secondo decennio del
                               Pagg. 337                            nuovo secolo ha avviato la cosiddetta «svolta a Oriente».
                               Euro 29,00                           Come l’aquila bicefala di tradizione zarista che guarda sia
                                                                    a ovest sia a est, assunta quale stemma della Federazione
    Quale sarà il ruolo della Russia nell’assetto dei rapporti      Russa dopo il 1993, «La Russia di oggi si considera parte
internazionali al termine dell’attuale fase di «disordine           integrante dell’Europa ma celebra la “svolta a Oriente”
mondiale»? Per rispondere a tale domanda può essere utile           come un passaggio che le consentirà di rimanere aggan-
la lettura dell’ultimo lavoro di Fabio Bettanin Putin e il          ciata alla parte più dinamica del mondo». Il futuro della
mondo che verrà – Storia e politica della Russia nel nuovo          Russia dipenderebbe, secondo Bettanin, anche da come
contesto internazionale, pubblicato lo scorso marzo per i           saprà gestire tale ambivalenza.
tipi di Viella. L’Autore, professore di Storia della politica           Le modalità d’interazione russa nelle crisi in Ucraina, in
internazionale e Storia della Russia all’Università di Napoli       Siria e in Corea, esaminate nel quinto e ultimo capitolo,
«L’Orientale», nel libro prende in esame attentamente la            spingono l’Autore a ritenere che il Paese disponga ancora
storia della Russia e dell’Unione Sovietica nella convin-           degli strumenti e delle capacità per poter svolgere un ruolo
zione che, approfondendo la conoscenza del passato, sia             da protagonista nei conflitti in corso nella periferia del suo
possibile comprendere il presente e prevedere i futuri svi-         vasto territorio ma non abbia il peso necessario per risolverli
luppi del Paese. Infatti, come egli stesso afferma: «L’am-          in modo definitivo. Secondo Bettanin Vladimir Putin, nel
bizione del libro è fornire al lettore strumenti di                 corso del suo quarto mandato elettorale, dovrebbe indicare
comprensione della storia secolare della Russia ...».               le direttrici della nuova politica estera russa. Le opzioni pos-
    Cinque sono le tematiche sviluppate in altrettanti capi-        sibili, peraltro già sperimentate nel corso della lunga storia
toli. Nel primo capitolo l’Autore tratteggia l’involuzione          russa, sarebbero: isolamento internazionale, confronto duro
che ha condotto in pochi anni la Russia, erede della super-         con l’Occidente, imitazione e inseguimento nel campo eco-
potenza sovietica, a ricoprire il ruolo più modesto di potenza      nomico dell’Occidente e della Cina o, infine, lasciare a colui
comprimaria incapace a governare con continuità i processi          che gli succederà nel 2024 il compito di decidere. Dai se-
di trasformazione del sistema internazionale. Il capitolo si        guenti giudizi su Putin è chiaro il pensiero dell’Autore:
chiude con un approfondimento sull’ascesa e sull’azione di          «Putin non è statista sensibile alla tentazione di “sorpas-
Vladimir Putin. Il secondo capitolo ruota intorno alle azioni       sare” l’Occidente e ancor meno la Cina, o di cercare al-
poste in essere dai governanti russi per costruire, dopo il         ternative all’ordine esistente» e «Putin non ha mai preteso
crollo dell’Unione Sovietica, una diversa identità nazionale.       di fare la storia, solo di gestire i problemi che essa crea».
I rapporti con l’Occidente e l’Oriente sono illustrati nei due          In conclusione, il volume è un valido strumento per
capitoli successivi. Nella visione di Mosca l’Occidente sa-         quanti, esperti o cultori della geopolitica, volessero appro-
rebbe composto dall’Europa, con il grande limite strutturale        fondire le proprie conoscenze sulla storia della Russia, in
di essere una potenza economica priva di adeguata forza             particolare, degli ultimi decenni.
politica, e dagli Stati Uniti, gli unici protagonisti della scena                                                 Costantino Moretti

Rivista Marittima Marzo 2019                                                                                                   123
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                             Michela Mercuri                       razione Gerusalemme, rovesciò la monarchia di re Idris.
                             Incognita Libia                       Nel «Libro Verde» Gheddafi espose la sua personale idea
                             Cronache di un paese                  di Stato, indicando «la terza via universale dopo comuni-
                             sospeso
                                                                   smo e capitalismo, incarnata nella Jamahiriya, il governo
                             Francoangeli
                                                                   delle masse. […] Il comunismo, disse Gheddafi, segue una
                             Milano 2017
                             Pagg. 159                             filosofia atea e noi la rifiutiamo perché siamo credenti. […
                             Euro 19,00                            ] Rifiutiamo invece il capitalismo perché significherebbe il
                                                                   controllo dell’economia da parte di monopolisti privati».
                                                                   Egli stabilì che l’unica autorità riconosciuta fosse quella del
                                                                   popolo e costruì quindi «un sistema di democrazia diretta
    L’autrice, professoressa di Storia contemporanea dei           basato su congressi popolari di base, comitati popolari e
Paesi mediterranei all’Università di Macerata e docente            sindacati di categoria». Ma, in effetti, Gheddafi, con la Ja-
presso la Società italiana per le organizzazioni internazio-       mahiriya, mascherò un inasprimento della dittatura che si
nali di Roma, analizza, in questo saggio, la situazione libica     stava trasformando in una sua tirannia personale sulla Libia
a partire dalle sue origini, sottolineando, oltre alle divisione   e sui Libici. Sotto il suo regime «il tenore di vita medio dei
tra est e ovest, anche le fratture regionali e l’importanza        libici è notevolmente aumentato, grazie alla redistribuzione
delle divisioni fra le tribù, «che permearono il tessuto so-       dei proventi del petrolio sotto forma di servizi sociali». E
ciale libico sia durante la dominazione ottomana sia negli         benché nella Jamahiriya, a differenza di altri Stati della pri-
anni a venire». Esse, infatti, seppur «parzialmente sedate         mavera araba, non si soffrisse la fame, «l’impoverimento
durante il quarantennio gheddafiano, sono state sovente            progressivo della popolazione, unito all’involuzione repres-
aghi della bilancia degli equilibri interni». Con la firma, il     siva del regime e al palese e smisurato arricchimento delle
18 ottobre 1912, del trattato di Ouchy tra Italia e Impero         tribù legate al rais, ha costituito uno dei detonatori della
Ottomano, il territorio libico «fu diviso nelle due regioni        ribellione del 2011».
della Tripolitania e della Cirenaica, guidate da due gover-            Il movimento di protesta (partito da Bengasi, la capitale
natori alle dipendenze del ministro delle colonie». Il senti-      della Cirenaica, regione marginalizzata dalla politica del
mento anticoloniale che si sviluppò in quel periodo portò,         Rais e desiderosa da sempre di prendersi una rivincita) ca-
nell’aprile del 1915, alla battaglia di al-Qardabiyya, una         ratterizzato inizialmente da una dimensione regionale e tri-
delle rare volte che vide Cirenaica, Tripolitania e Fezzan         bale, assunse presto le dimensioni di una guerra civile.
unite e che fu una disfatta per l’Italia. Con l’avvento del fa-    Gheddafi, resosi conto tardivamente del problema, tentò in-
scismo, sotto il governatorato di Italo Balbo, venne fatto         vano di ricomporre la frattura creatasi con i maggiori clan
qualche passo avanti nell’unità del Paese libico.                  stanziati nell’est. La verità è che egli aveva perso il senso
    Ma fu con l’adozione della risoluzione n. 289 che, il 21       della realtà. «Come altri autocrati accecati dal potere,
novembre 1949, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite            anche il leader libico si era costruito un mondo irreale, si
deliberò che «la Libia, sorta dall’unificazione tra Tripoli-       immaginava eterno e invincibile». La guerra civile, carat-
tania, Cirenaica e Fezzan, sarebbe divenuta uno Stato so-          terizzata da un intervento militare esterno richiesto a gran
vrano che avrebbe raggiunto la piena indipendenza il               forza dalla Francia al Consiglio di sicurezza delle Nazioni
primo gennaio 1952». Il 7 ottobre 1951 l’Assemblea costi-          Unite il 24 febbraio 2011, portò gli insorti, aiutati dai bom-
tuente libica stabilì la nascita del Regno unito di Libia.         bardamenti di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti, e suc-
L’unità, però, in Libia «non fu mai davvero raggiunta e il         cessivamente anche dell’Italia, a entrare, tra il 20 e il 22
Paese divenne uno Stato indipendente senza aver conqui-            agosto, a Tripoli. Lo scontro fu cruento in quanto Gheddafi
stato una propria identità nazionale». Esso fu, infatti, ca-       considerava il Paese un suo possedimento.
ratterizzato da divisioni etniche, tribali e religiose fino            Un Paese che non era tenuto insieme dalle istituzioni e
all’avvento del colonnello Muammar Gheddafi che, nella             dall’Esercito, ma dal potere personale del rais. Pertanto «la
notte tra il 31 agosto e il primo settembre 1969, con l’Ope-       caduta del colonnello ha implicato il collasso del sistema,

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con la rinascita di tutti quei fermenti localistici e di quelle                                   Giulio Mellinato
rivendicazioni tribali soltanto sopite durante il lungo domi-                                     COSULICH
nio di Gheddafi». E coloro che furono gli interventisti della                                     Dinastia Adriatica
prima ora, invece di aiutare, nel periodo post-bellico, il Paese                                  Silvana Editoriale
a rinascere «se ne sono semplicemente andati, guardando                                           Cinisello Balsamo (MI)
colpevolmente la Libia virare verso il suo fallimento». Infatti,                                  2018
                                                                                                  Pagg. 104
i membri della coalizione, dopo essersi spartiti le spoglie                                       s.i.p.
energetiche, «sono tornati a occuparsi dei fatti propri».
    Oggi, nel parlare di Libia, si distingue spesso tra Tobruk
e Tripoli, che sono due centri di potere distinti, l’uno con-          Questa storia ha inizio in una piccola, bellissima ma po-
trollato dall’uomo forte della Cirenaica, il generale Khalifa      vera isola del Quarnero, Lussino, allora facente parte della
Haftar e sostenuto dalla Russia, dagli Emirati e dall’Egitto,      Duplice Monarchia austro-ungarica. Tanto povera di risorse
l’altro, sede, dal marzo 2015, del Governo di accordo na-          agricole, che gl’isolani — come del resto in tante altre si-
zionale guidato a Fayez al-Sarraj e sostenuto dalla Turchia        tuazioni simili: penso alla «mia» Procida — erano quasi
e dal Quatar. Il caos però continua a regnare in quanto, oltre     costretti a prendere le vie del mare. Tanto più che essa di-
a questo Governo, «vi sono molti altri centri di potere: mi-       spone di un buon porto naturale, e che vi era stata istituita
lizie, tribù e città- Stato, che non si riconoscono in questo      una ottima scuola nautica. La nostra storia familiare, dun-
organo». Ma la Libia rimane, per l’Italia, la priorità estera      que, ha inizio in una data che può essere fissata con gra-
senza se e senza ma. I rapporti tra i due Stati per anni «sono     devole precisione: il 1857. In quell’anno Antonio Felice
stati contrassegnati dalle bizze del rais per il mancato rico-     Cosulich — già capitano e modesto caratista dei piccoli
noscimento dei danni causati dagli italiani nel corso della        bastimenti dei quali era di volta in volta al comando, come
colonizzazione, ma gli interessi economici ed energetici e la      del resto vari suoi concittadini — conseguita una certa
minaccia di Gheddafi di influenzare i flussi migratori diretti     agiatezza grazie all’effervescenza dei traffici dovuta alla
verso l’Italia hanno impedito ai vari governi che si sono suc-     Guerra di Crimea, si decide a fare un grande passo: diven-
ceduti alla guida del Paese di rifiutare molte delle sue ri-       tare egli stesso armatore! Ed ecco la prima nave tutta sua:
chieste». Questo fino al 2008, quando, con la firma del            il brigantino a palo (bark) Fides, di 509 tsl, costruito a Val-
Trattato Italia-Libia di amicizia, partenariato e cooperazione,    lon di Cherso essendo gli scali lussignani «intasati», ripeto,
ci fu la vera svolta nelle relazioni con la Libia di Gheddafi      per la crescita delle attività marinare.
che, comunque, aveva sempre avuto un occhio di riguardo                Poi, nel 1869, l’apertura del Canale di Suez (festeggiata
per l’ENI, a scapito delle compagnie petrolifere americane         con le note della marcia trionfale dell’Aida), dopo qualche
e britanniche, facendo in modo che, quindi, i rapporti fra i       diffidenza iniziale, ha l’effetto di allargare gli orizzonti e le
due Stati fossero «spiacevoli nella forma ma ottimi nella so-      ambizioni degli armatori mediterranei. E, quasi contempo-
stanza». Oggi, dopo la morte del rais, «l’ENI è l’unica so-        raneamente, un’altra svolta epocale: l’introduzione della
cietà internazionale ancora in grado di produrre e                 macchina a vapore nella navigazione marittima: nello stesso
distribuire petrolio e gas in Libia». Da Tripoli però parte il     1869 quella a duplice espansione, nel 1874 quella a triplice
90% dei migranti che arrivano in Italia e, nonostante lo Stato     espansione. Qualcuno ha calcolato che all’epoca un piro-
islamico sia stato sconfitto di recente a Sirte, non ci si deve    scafo era in grado di sostituire ben sei velieri: e ciò anche
illudere che questo evento possa essere il preludio per la ri-     se in quello stesso 1869 (anno davvero cruciale) viene va-
costruzione dell’unità. Quello che l’autrice auspica è di sup-     rato a Glasgow il Cutty Sark, probabilmente la più bella ed
portare la Libia in un reale processo di ripresa in modo che       efficiente delle navi a vela nella storia della navigazione.
oltre alla risoluzione dei problemi economici e di legalità            Il Canale di Suez porta il Lloyd Austriaco, di gran lunga
presenti nel paese, si possa evitare, in primo luogo, di calare    il principale armamento della Duplice Monarchia e l’unico
dall’alto nuovi confini artificiali destinati a riesplodere.       a disporre di bastimenti a vapore, a polarizzare i propri traf-
                                           Gianlorenzo Capano      fici verso l’Estremo Oriente, lasciando — per così dire —

Rivista Marittima Marzo 2019                                                                                                   125
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mano libera ai piccoli armatori su altre rotte. Ma torniamo        Il bellissimo edificio dell’idroscalo di Trieste è oggi la sede
ai Cosulich. Nel 1884 muore Antonio Felice e come capo             della Direzione Marittima e Capitaneria di Porto. E moto-
della famiglia gli succede Callisto, che fa un salto di qualità    navi sempre più imponenti, come il Saturnia e il Vulcania,
acquistando un clipper con scafo in acciaio, il Teresa Co-         sono adibite ai sevizi transatlantici, mentre con la Stella
sulich. Callisto attua una politica di frequente ricambio dei      d’Italia si dà inizio ad attività crocieristiche.
bastimenti onde tenersi sempre aggiornato sulla rapida evo-            Le attività finanziarie e industriali facenti capo ai Cosu-
luzione delle tipologie e tecnologie. Inoltre un grosso mu-        lich si allargano e diramano sempre più, perfino in campi
tamento di situazione si ha col trasferimento di famiglia e        differenti come quello minerario, alberghiero, editoriale, fo-
attività a Trieste nel 1889, mentre un altro ramo della fami-      restale ecc... Ma l’anno 1926, con la decisione di Mussolini
glia si è già installato a Venezia (quindi nel Regno d’Italia).    di rivalutare la lira (cd.: «quota 90») portò conseguenze di
Questo insediamento nella città giuliana è come se aprisse         grande momento, quali positive, quali — soprattutto a più
nuovi e più ampi orizzonti, coinvolti come sono i Cosulich         lungo termine — negative, specie per le imprese impegnate
nell’espansione dell’economia marittima austro-ungarica.           in attività all’estero, come appunto i Cosulich; ma tutta
    Poi, un nuovo salto di qualità: da tramper a liner. I Co-      l’economia marittima nazionale ne uscì trasformata. Vi fu,
sulich si mostrano sempre al passo con i tempi, o addirit-         per così dire, un rimescolamento di carte con fusioni di
tura in anticipo su di essi. Nel 1900 inaugurano la loro           compagnie un tempo magari rivali: fu costituita la società
prima linea regolare per il Nordamerica, e nel 1904 en-            «Italia», derivante dalla fusione delle flotte Cosulich, Lloyd
trano a far parte del pool europeo per il trasporto di emi-        Sabaudo e Navigazione Generale, con combinazioni anche
granti. E nel 1908 ancora un altro grande salto di qualità:        con il Lloyd Triestino (nuova denominazione del Lloyd
i Cosulich cominciano a … costruirsi da sé i bastimenti,           Austriaco). I cantieri di Monfalcone passarono anch’essi
fondando il cantiere di Monfalcone, dal quale viene varato         allo Stato. E in tutto questo sconquasso, i Cosulich, con la
il grande transatlantico Kaiser Franz Josef.                       loro eccezionale esperienza, furono opportunamente «rici-
    Ma pur con questi straordinari progressi, mai i Cosulich       clati» da «padroni» a dirigenti. Dopo l’altro grande trauma
mutano la mentalità di puntare tutto sulla famiglia, avviando      della Seconda guerra mondiale la dinastia — sempre com-
presto i rampolli alla gavetta e poi a mano a mano alla pra-       patta e coesa nei suoi vari rami discendenti — è tuttora at-
tica e alla dirigenza di rami dell’attività armatoriale e finan-   tivissima nel mondo dello shipping, e chiunque in qualche
ziaria. E la famiglia mostra un eccellente fiuto anche,            modo abbia da fare col mondo del mare certamente ha in-
appunto, negli affari finanziari, fronteggiando i tentativi di     contrato da qualche parte qualche membro della famiglia
affacciarsi in Adriatico delle principali banche germaniche.       (a me è capitato a Singapore), o addirittura — come il sot-
    Certo, un grosso mutamento si ha con la Prima guerra           toscritto — si onora della sua amicizia.
mondiale, e con il suo esito di ricongiungimento di Trieste                                                        Renato Ferraro
(e di Lussino!) all’Italia. Per tempo la famiglia mette a
                                                                                                  Antonio Selvatici
punto strategie per la ripresa, che avviene certo con scossoni
e imprevisti, ma tant’è: i Cosulich ne risultano infine forse                                     La Cina e la nuova
ancor più forti di prima: nel 1922 Re Vittorio Emanuele III
                                                                                                  Via della Seta
                                                                                                  Progetto per unÊinvasione
addirittura visita il Cantiere di Monfalcone, le attività pro-                                    globale
priamente armatoriali si avvalgono di navi sempre più
                                                                                                  Rubettino editore
grandi, moderne e accoglienti. Mentre si dà inizio a una                                          Soveria mannelli (CZ) 2018
nuova e modernissima attività: quella del volo, effettuata                                        Pagg. 123
mediante idrovolanti trimotori facenti capo alla SISA (So-                                        Euro 14,00
cietà Italiana Servizi Aerei), sempre con base a Trieste e
presieduta da Oscar Cosulich. Ricordiamo che era l’epoca
d’oro di questo tipo di velivoli, che furono protagonisti delle       Un argomento di particolare attualità è rappresentato,
trasvolate atlantiche di Francesco de Pinedo e di Italo Balbo.     senza dubbio, dal progetto cinese della «Belt and Road Ini-

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Recensioni e segnalazioni

tiative» che, in particolare nel mese di marzo 2019 a seguito    squilibri e tensioni interne che ne possono minacciare la
della firma degli Accordi economici che il Sistema Italia        propria stabilità sociale e politica e possono costituire al-
ha sottoscritto con la Repubblica Popolare Cinese, ha avuto      trettanti ostacoli alla crescita futura.
una rilevante risonanza nazionale. Il tema è balzato all’at-         Le Autorità cinesi, ben consapevoli delle sfide che si
tenzione di un pubblico ben più vasto del solo mondo eco-        trovano ad affrontare, hanno peraltro avviato un processo
nomico e accademico. In questi ultimi anni il progetto           di riforme politiche ed economiche sin dall’inizio del
cinese viene ripetutamente illustrato e commentato in nu-        XXI secolo, e il XIV piano quinquennale 2016-2020 è
merosi ambiti; nel lavoro di Antonio Selvatici, pubblicato       costruito proprio attorno al tema centrale dello sviluppo
lo scorso anno si può dire «in tempi non sospetti», esso         scientifico oltre che militare, prevedendo la trasforma-
trova un’approfondita e dettagliata analisi.                     zione del proprio modello di sviluppo verso un ribilan-
    Dalla fine del secolo scorso, la Cina è indubbiamente di-    ciamento della crescita interna. La sostenibilità nel tempo
ventata una potenza economica oltre che un gigante poli-         sarà la grande sfida che l’economia cinese dovrà affron-
tico, grazie a una crescita straordinaria che ha spinto la       tare nel XXI secolo, dalla quale dipende la propria so-
propria economia ai primi posti delle classifiche mondiali.      pravvivenza e, soprattutto, il proprio sistema economico,
La Cina intende quindi rivendicare e assumere di fatto, su       politico e sociale. Anche se gli scenari a lungo termine
un piano globale, comunque un peso politico di respiro in-       indicano che l’economia cinese dovrebbe continuare a
ternazionale e non solo meramente economico. Inoltre, la         crescere più rapidamente dell’economia globale, il paese
proiezione regionale e mondiale ne ha aumentato enorme-          si trova comunque ad affrontare molteplici cambiamenti
mente la propria influenza nelle relazioni internazionali, al    atti a completare la propria trasformazione economica di
punto da poter cambiare, se non alterare, le dinamiche eco-      mercato secondo gli obiettivi dichiarati dalle stesse auto-
nomiche e gli equilibri geo-politici oltre che in Asia, anche,   rità cinesi. Il successo della Cina nella seconda metà del
come si è visto, nella vecchia Europa.                           XX secolo ha, poi, dimostrato la notevole capacità delle
    La Nuova Via della Seta è evidentemente un «progetto         proprie Autorità di dominare, a livello politico centrale,
globale» o, come afferma l’autore nel sottotitolo del volume     le istituzioni e i meccanismi tipici delle economie di mer-
in recensione, «Un progetto per un’invasione globale»: svi-      cato, mantenendo uno stretto controllo dei processi fi-
luppandosi essenzialmente attraverso le linee di comunica-       nanziari. Questo è, infatti, il punto di forza rispetto alle
zioni marittime (SLOC). Ma la Via della Seta non è solo          dinamiche di libero mercato che, invece, rappresentano i
diretta in Mediterraneo; vi è una Via della Seta dell’Artico,    capisaldi delle economie occidentali. Resta quindi da ve-
una Africana, una Pacifica e comunque non va tralasciata         dere in che misura le sorti economiche e sociali dei citta-
quella continentale europea via treno (La Via della Seta         dini cinesi e la diversificazione dei gruppi di interesse in
Terrestre). Per quanto riguarda i trasporti marittimi la Cina    una società prospera, ma sempre più disuguale, saranno
ha dunque anch’essa bisogno di «Autostrade del mare …            compatibili con lo status quo politico.
oceaniche» peraltro da tutelare e presidiare anche militar-          Dunque, su tutti questi temi si innesta il lavoro di Anto-
mente. La Cina è un paese energivoro; importa (via nave)         nio Selvatici, senza peraltro tralasciare analisi geopolitiche
grandi quantità di petrolio ma, nel contempo, la propria eco-    in merito all’espansione del proprio strumento militare na-
nomia si deve basare sulle esportazioni, utilizzando, nelle      vale. In sintesi il saggio, come accennato, rappresenta un
SLOC in direzione Occidente, essenzialmente navi cargo           pregevole lavoro di approfondimento del progetto cinese
(vedi COSCO). Esiste, poi, anche una «Via della Seta dei         che, anche se visto a livello nazionale come una opportunità
cavi sottomarini» certamente poco visibile ma fondamen-          economica da cogliere, consente al lettore di comprendere
tale nella rete delle informazioni digitali che ci accompa-      a fondo gli sviluppi che ne sottendono il disegno e quindi
gneranno per i prossimi anni (le grandi autostrade dei dati      poterne comprendere meglio le più profonde ragioni anche
sono infatti i cavi sottomarini: le infrastrutture strategiche   al fine di proiettare analisi strategiche, sotto vari aspetti, per
da cui transita il 99% della connettività globale).              gli anni a venire.
    Ciò detto, la crescita cinese cui assistiamo produce anche                                              Francesco Chiappetta

Rivista Marittima Marzo 2019                                                                                                  127
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