IL MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO: TENDENZE RECENTI E PROSPETTIVE - Aitec

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IL MERCATO IMMOBILIARE ITALIANO: TENDENZE RECENTI E PROSPETTIVE - Aitec
NOTA di RICERCA
  AITEC
  Associazione Italiana
                              dell’UFFICIO STUDI AITEC
  Tecnico Economica Cemento   www.aitecweb.com            febbraio 2012
                              ufficiostudi@aitecweb.com

IL MERCATO IMMOBILIARE
ITALIANO: TENDENZE
RECENTI E PROSPETTIVE
AITEC                     TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                             TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                             www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

La competitività del mercato immobiliare italiano
Nella nostra consueta analisi delle performance del mercato del cemento abbiamo assistito negli ultimi
cinque anni ad un forte decremento (-32%) dei volumi. Il perdurare della crisi economica sta colpendo
in particolare il mondo delle costruzioni; le finanze pubbliche sono assorbite dall’espandersi delle spese
correnti e lasciano poco spazio agli investimenti. La risorsa principale rimane la ricchezza delle famiglie
italiane, un valore da primato, che potrebbe risollevare le sorti del mercato immobiliare qualora quest’ul-
timo offrisse rischi accettabili e rendimenti adeguati. Il mercato delle costruzioni costituisce più del
10% della ricchezza nazionale, coinvolge circa 2 milioni di addetti ed è la parte dell’economia che ha
trainato la seppur modesta crescita economica italiana dagli anni ‘90 al 2007.
Questa Nota cerca proprio di approfondire le cause alla base della crisi del settore immobiliare che ha
avuto pesanti ripercussioni sul mercato delle costruzioni e su quello del cemento in particolare.
Nell’analisi dei dati e nelle ipotesi di scenari abbiamo registrato un’elevata incertezza: da un lato la
domanda “naturale” di abitazioni e la ricchezza delle famiglie italiane mostrano i fattori necessari e suffi-
cienti per una ripartenza del mercato, dall’altro i rendimenti modesti e la scarsa attenzione del legislatore
paventano un ulteriore decremento del mercato, sulla scorta di altri paesi (Spagna e Irlanda) che hanno
raggiunto livelli di disoccupazione critici.
L’investimento real estate rende oggi molto poco (intorno al 2-3%), è oberato da una tassazione ecces-
siva e sconta un periodo di mancata rivalutazione di circa 6 anni. Questo è il problema essenziale che
rende non competitivo investire oggi in Italia in immobili contribuendo a spostare risorse verso altri asset,
come i titoli di Stato o anche verso l’immobiliare estero.
A questo si vanno ad aggiungere le criticità della cornice tributaria e le incertezze legate alla fiscalità
immobiliare, che conducono agli annunci di erosione o alle limature effettive dei crediti di imposta per le
vecchie ristrutturazioni, oppure alla reintroduzione dell’imposta patrimoniale sulla prima casa.
L’enorme ricchezza delle famiglie italiane, un fenomeno da primato legato alla nostra antropologica
propensione al risparmio, necessiterebbe di essere veicolata in qualche modo verso il patrimonio immo-
biliare nazionale attraverso rendimenti che siano adeguati e competitivi.

Tra le linee di indirizzo che sentiamo possano essere di ausilio alla ripartenza del mercato elenchiamo, in sintesi:
• Una generale revisione delle politiche impositive che gravano sul settore immobiliare.
• Un consistente rilancio dei progetti di riqualificazione urbana che, attraverso puntuali interventi di
  demolizione e ricostruzione, possano insieme ridare smalto alle nostre città e da straordinari e tran-
  sitori possano affermarsi come strumenti ordinari di intervento, dirottandoli verso una coerenza di
  obiettivi e di ruoli con la pianificazione urbanistica, di cui debbono diventare a pieno titolo strumenti
  di attuazione.
• Un nuovo piano per l’housing sociale che favorisca l’accesso delle categorie svantaggiate, in primis
  giovani coppie e studenti, a un contesto abitativo e sociale dignitoso che consenta il miglioramento e
  il rafforzamento della loro condizione.
• Una revisione, nel medio termine delle politiche migratorie in grado di compensare il calo demogra-
  fico della componente indigena della popolazione italiana.
Quella di supportare il mercato delle costruzioni non è una richiesta tout court finalizzata solo a costruire
per costruire ma ha il nobile scopo di migliorare le condizioni abitative e di vita degli italiani contemplan-
do la riqualificazione urbanistica delle nostre città, la demolizione e ricostruzione di edifici fatiscenti e
infrastrutture obsolete e l’incremento del confort abitativo.

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AITEC                                                 NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

La ricchezza delle famiglie italiane
Se le casse dello Stato languono, quelle delle famiglie italiane sembrano godere di ottima salute.
Stando al rapporto annuale della Banca d’Italia, alla fine del 2010 la ricchezza netta delle famiglie italiane, cioè la
somma di attività reali (abitazioni, terreni, ecc.) e di attività finanziarie (depositi, titoli, azioni, ecc.), al netto delle
passività finanziarie (mutui, prestiti personali, ecc.), è risultata pari a circa 8.640 miliardi di euro, ovvero quasi cinque
volte l’ammontare del nostro debito pubblico e 8,2 volte il reddito disponibile lordo, livello questo, sostanzialmente
stabile rispetto agli anni più recenti (era 6 nel 1995, 7 nel 1999, 8 nel 2008 e 8,3 nel 2009). La ricchezza netta per
famiglia è quantificabile in circa 350 mila euro (200 mila se si tiene conto solo del patrimonio abitativo).
Di questa ricchezza le attività reali rappresentano il 62,2%, quota questa, che è cresciuta rispetto ai primi anni del
decennio scorso a scapito di quella detenuta in attività finanziarie.
A fine 2010 le abitazioni rappresentavano quasi l’84 per cento del totale delle attività reali.
                         Ricchezza delle famiglie italiane e sue componenti, 1995-2010
                         (miliardi di euro a prezzi correnti; stime preliminari sul I semestre 2011)
               10.000                                                                                                  Fonte:
                9.000                                                                                                  Banca d’Italia

                8.000
                7.000
                6.000
                5.000
                4.000
                3.000
                2.000
                1.000
                    0
                -1.000
                           1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 I-sem
                                                                                                           2011
            Attività reali           Attività finanziarie       Passività finanziarie   Abitazioni           Ricchezza netta

Nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano inoltre relativamente più ricche rispetto a quelle delle
economie più avanzate. Nel 2009 la ricchezza netta è stata pari a 8,3 volte il reddito disponibile, in linea con
quanto registrato nel Regno Unito (8), superiore a quello di Francia (7,5) e Giappone (7) e notevolmente più alto
a quello del Canada (5,5) e soprattutto degli USA (4,9).
Nello specifico è interessante notare come le attività reali in rapporto al reddito disponibile lordo detenute alla
fine del 2009 dalle famiglie italiane (5,6) superassero quelle delle famiglie francesi (5,5), britanniche (5,1), ameri-
cane (2,1), giapponesi (3,3) e canadesi (3,4). Ciò conferma non solo la solida e tradizionale propensione dell’Italia
all’investimento immobiliare, ma sintetizza un sistema produttivo imperniato sulle microimprese familiari per le
quali gli immobili costituiscono inevitabilmente capitale d’impresa.

                         Depositi nominativi e c/c delle famiglie: ammontare per classe di importo
                         (valori percentuali)
                 80%                                                                                                   Fonte:
                                                                                                               2000    Banca d’Italia
                                                                                                               2007
                 60%

                 40%

                 20%

                   0%
                                    Fino a 50.000                       50.000-250.000                 Oltre 250.000

                                                                           2
AITEC                                      NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

Il mattone come investimento rifugio

Da un’indagine realizzata da ACRI-Ipsos emerge che il “mattone” resta l’investimento preferito dalle famiglie
italiane , ma la percentuale crolla di oltre dieci punti percentuali nell’ultimo anno (dal 54% al 43%), tornando sui
livelli di dieci anni fa. Il decremento più evidente è stato registrato nel Nord Est e nel Centro, dopo che nel 2010
c’era stato un calo significativo nel Nord Ovest, che oggi invece si mostra più stabile. In particolare tra coloro che
hanno effettivamente risparmiato nel 2011, e che quindi esprimono un giudizio molto prossimo alle effettive
intenzioni, il crollo delle preferenze per gli investimenti immobiliari è ancora più marcato: dal 58% al 41%. La
causa di questo fenomeno può essere individuata nell’anomalo aumento dei rendimenti dei titoli di stato e delle
obbligazioni, verso i quali gli Italiani non sembrano mostrare timori di mancato onoramento alla scadenza.
Se si analizza la tabella relativa all’andamento dei prezzi nominali e reali delle abitazioni nei semicentri delle città
in Italia, relativamente al periodo 1990 – 2011, (la tabella completa di dati a partire dal 1958 è disponibile tra le
Tavole Statistiche di accompagnamento alla Nota) si scopre come il mattone abbia sempre rappresentato il bene
rifugio per eccellenza, non deludendo mai, nel lungo periodo, le attese di rivalutazione dei risparmiatori italiani.

                  PREZZI NOMINALI E REALI DELLE ABITAZIONI NEI SEMICENTRI DELLE CITTÀ ITALIANE, 1990 - 2011

                               prezzi      valori           valori       indice prezzi                         Indice
                                                                                         Compravendite
       ANNO                   nominali    al 2011*         al 1958         reali1958                       compravendite
                                                                                          (n°abitazioni)
                               €/mq         €/mq            €/mq           base 100                         1958 base 100

         1990                     1.833     3,171           131              247             517,085             182
         1991                     2.195     3,593           148              279             555,888             196
         1992                     2.402     3,749           153              289             465,373             164
         1993                     2.298     3,452           141              266             501,891             177
         1994                     2.221     3,219           131              247             495,178             174
        1995                      2.195     3,035           123              232             502,468            177
        1996                      2.195     2,929           118              223             483,782            170
        1997                      2.169     2,847           115              217            523,646             184
        1998                      2.169     2,798           113              213            548,570             193
        1999                      2.221     2,822           114              215            604,000             213
        2000                      2.438     3,024           122              230            800,000             282
        2001                      2.650     3,205           129              243            848,000             299
        2002                      2.855     3,375           135              255            850,000             299
        2003                      3.060     3,534           142              268            900,000             317
        2004                      3.260     3,695           148              279            870,000             306
        2005                      3.430     3,825           153              289            806,000             284
        2006                      3.600     3,939           158              298            800,000             282
        2007                      3.750     4,034           161              304            780,000             275
        2008                      3.800     3,962           158              298            680,000             239
        2009                      3.550     3,672           147              277            610,000             215
        2010                      3.460     3,522           140              264            630,000             222
        2011*                     3.500     3,500           142              268            600,000             236
Fonte: Scenari Immobiliari 2011

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AITEC                                       NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

            Finita la rivalutazione
      350
                                                                                                                  L’ultima bolla

      300
                                                 Il calo dopo l’82

      250

      200
                                                                                            La discesa degli anni ‘90

      150

                                                 La crisi dopo il 1974
      100

       50                                                                                   Indice prezzi reali 1958 base 100
                                                                                            Media mobile a 9 mesi
        0
               1960

                                   1970

                                                        1980

                                                                            1990

                                                                                                         2000

                                                                                                                                     2010
            8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1

                                                                         Fonte: Elaborazione Ufficio Studi AITEC su dati Scenari Immobiliari

Negli ultimi quattro anni lo scenario è, però, radicalmente cambiato.
Fino a soli pochi anni fa le famiglie investivano risorse nell’acquisto di un’abitazione per poi successivamente ven-
derla allo scopo di acquistarne una nuova. Oppure, in una prospettiva di un investimento dal sicuro rendimento,
molti compravano, attendevano fiduciosi la rivalutazione e vendevano incassando una sostanziosa plusvalenza.
Ciò è stato particolarmente vero nell’ultimo decennio durante il quale, sulla scorta di una palese euforia (per
molti irrazionale) molti operatori (comprese le famiglie) hanno dirottato le proprie risorse verso l’immobiliare.
L’irrazionalità non era però la sola causa del gonfiarsi della bolla speculativa degli anni duemila. La presenza
di una domanda di case legata al boom demografico delle famiglie italiane e soprattutto straniere (fenomeno
questo ancora poco considerato) ha contribuito largamente ad alimentare la bolla immobiliare. Negli anni 2000
l’Italia ha vissuto il più grande boom di famiglie (ancora più rilevante di quello della popolazione) dal secondo
dopoguerra. Si è trattato di un boom di nuove famiglie italiane e di un boom di famiglie immigrate. Questo in-
cremento demografico ha fatto si che la domanda primaria fosse un pilastro eccezionale per la fiammata immo-
biliare. Un’ondata di famiglie italiane e straniere che ha visto 300 mila nuovi nuclei all’anno tra il saldo di quelle
che nascono e quelle che si estinguono. Negli anni settanta erano state 265.000, negli anni ottanta 128.000. A
tutto ciò vanno aggiunte la domanda residenziale di qualità, determinata dall’ascesa di quelle famiglie che, già
proprietarie, hanno acquistato immobili di maggior pregio e la mera domanda speculativa di investimento.
La crisi finanziaria internazionale ha messo in difficoltà tutte queste singole componenti. Nel 2010 il numero delle
compravendite di abitazioni è stato pari a 617.286 NTN (Numero di Transazioni Normalizzate, ossia ponderate
con la quota di proprietà effettivamente compravenduta), +0,5% rispetto al 2009 (614.498 NTN). Ma tra il 2006
e il 2010 il mercato immobiliare italiano ha perso circa il 30% in termini di compravendite e negli ultimi tre anni
poco più del 15% in termini di valore. A peggiorare il quadro si aggiunge l’analisi relativa ai dati Istat del primo
semestre del 2011 che registra un’ulteriore contrazione delle compravendite pur in un quadro di sostanziale te-
nuta delle quotazioni (fenomeno questo esclusivamente italiano che va avanti ormai dal 2006 e sulla cui durata
tutti gli esperti cominciano a dubitare).

                                                                 4
AITEC                                                                                              NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

                                           Andamento del NTN (Numero Transazioni Normalizzate) (migliaia) 1985-2010
                                     900

                                     850

                                     800

                                     750
       NTN residenziali (migliaia)

                                     700

                                     650

                                     600

                                     550

                                     500

                                     450

                                     400
                                           1985

                                                  1986

                                                         1987

                                                                1988

                                                                       1989

                                                                              1990

                                                                                     1991

                                                                                            1992

                                                                                                   1993

                                                                                                          1994

                                                                                                                 1995

                                                                                                                        1996

                                                                                                                               1997

                                                                                                                                      1998

                                                                                                                                             1999

                                                                                                                                                    2000

                                                                                                                                                           2001

                                                                                                                                                                  2002

                                                                                                                                                                         2003

                                                                                                                                                                                2004

                                                                                                                                                                                       2005

                                                                                                                                                                                              2006

                                                                                                                                                                                                     2007

                                                                                                                                                                                                            2008

                                                                                                                                                                                                                   2009
                                                                                                                                                                                                                          2010
                                                                                                                                                                                          Fonte: Agenzia del Territorio

Scelte di investimento
Dunque, oggi, le famiglie italiane preferiscono impiegare diversamente (qualora riescano a risparmiare) le proprie
risorse, limitandosi al mantenimento della casa di proprietà ed effettuando solo dei semplici interventi di ma-
nutenzione. Non è un caso, infatti, che l’unica voce a non essere calata nel quadriennio 2008 – 2011 sia quella
riferita alla manutenzione straordinaria degli immobili (Fonte ANCE).
Questa nuova tendenza ha portato ad una stagnazione del mercato immobiliare e a una perdita (ancora con-
tenuta) di valore degli immobili, sufficiente però ad intaccare la granitica convinzione del mattone inteso come
bene rifugio che si rivaluta. Le possibili spiegazioni circa l’evoluzione del fenomeno in questione possono essere
ricercate in alcune circostanze della fase attuale.
Innanzitutto nella dinamica dei rendimenti dei titoli di Stato italiani. Questi hanno infatti raggiunto livelli fino
a pochi mesi fa impensabili, crescendo di pari passo al rischio Italia. I rendimenti dei titoli di Stato, in colloca-
mento e sul mercato secondario, hanno scavalcato ogni altro rendimento (vedi grafico) e nella percezione del
risparmiatore tipo lo Stato italiano non può non ripagare il debito ai suoi cittadini. Attirati anche dal taglio delle
commissioni di acquisto, annunciato da molte banche, oltreché dal nuovo regime di tassazione sugli interessi ma-
turati introdotto dalla Manovra Finanziaria 2011 (20% sui conti deposito contro il 12,5% dei Titoli di Stato) per
i risparmiatori, investire nei titoli pubblici potrebbe essere una scelta interessante, quasi inevitabile, da preferire
anche all’investimento classico dell’italiano medio: l’acquisto dell’immobile.
Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo assistito al sorpasso, in termini di rendimento netto, dei titoli di stato sugli
immobili (sia residenziali che non residenziali).
Al netto della già citata rinnovata tassazione sugli interessi e tenendo conto anche delle novità introdotte dal
ritorno dell’Ici (sottoforma di IMU) e dalla revisione delle rendite catastali, il differenziale di rendimento tra BTP e
abitazioni civili ha superato abbondantemente la soglia del 2%.

                                                                                                                               5
AITEC                                                                                                                     NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

                         Immobili Vs BTP 10 anni. Differenze di rendimento
             6,00

             5,00

             4,00

                                                                                                                                                                                                                                     IMU
             3,00

             2,00

             1,00
                                                                                                           Abitazioni civili                                    Negozi                             BTP 10 anni
                    0
                              I sem 2008

                                                       II sem 2008

                                                                                    I sem 2009

                                                                                                                  II sem 2009

                                                                                                                                          I sem 2010

                                                                                                                                                                  II sem 2010

                                                                                                                                                                                          I sem 2011

                                                                                                                                                                                                              II sem 2011

                                                                                                                                                                                                                                     I sem 2012

                                                                                                                                                                                                                                                               II sem 2012
                         Fonte: Elaborazione Ufficio studi AITEC su dati Agenzia del Territorio e Banca d’Italia

Da notare anche il trend dei rispettivi rendimenti negli ultimi 3 anni. Su base regionale quello delle abitazioni civili
è generalmente in calo (vedi grafico) mentre il rendimento sui titoli decennali nello stesso periodo è cresciuto
notevolmente e si prevede possa continuare a crescere anche nel prossimo anno. Sembrerebbe delinearsi quindi
quell’insieme di condizioni realmente in grado di agevolare l’investimento delle famiglie nei titoli di Stato.
La quota di debito pubblico detenuta dalle famiglie italiane è passata dal 44% del 1997 al 13% attuale.
E, anche se la regola economica prevede la canalizzazione del risparmio verso attività produttive, la delicata fase

             Rendimento netto - ABITAZIONI CIVILI nelle regioni d’Italia e BTP decennale
      7,0%

      6,0%                                     2009                  2010                              2011                     2012*

      5,0%

      4,0%

      3,0%

      2,0%

      1,0%

      0,0%
              Piemonte

                           Liguria

                                           Lombardia

                                                            Veneto

                                                                      Friuli V. Giulia

                                                                                                 Emilia Romagna

                                                                                                                  Toscana

                                                                                                                                 Marche

                                                                                                                                                       Umbria

                                                                                                                                                                Lazio

                                                                                                                                                                                Abruzzo

                                                                                                                                                                                               Molise

                                                                                                                                                                                                        Campania

                                                                                                                                                                                                                            Puglia

                                                                                                                                                                                                                                     Calabria

                                                                                                                                                                                                                                                  Basilicata

                                                                                                                                                                                                                                                                             Sardegna

                                                                                                                                                                                                                                                                                        Sicilia

                                                                                                                                                                                                                                                                                                  Valle D’Aosta

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  BTP Decennale

             Fonte: Elaborazione Ufficio Studi AITEC su dati ISTAT, Bancad’Italia e Agenzia del Territorio

                                                                                                                                                                 6
AITEC                                                                  NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

           Negozi nelle grandi città italiane - Costo di investimento (€/mq) e redditività lorda
 25.000                                                                                                                                                                    12,0%
                                              €/mq Zona più cara              €/mq Zona più economica        €/mq Media città
                                                  Redditività Zona più cara        Redditività lorda Zona più economica         Redditività lorda media città
                                                                                                                                                                           10,0%
 20.000

                                                                                                                                                                           8,0%
 15.000

                                                                                                                                                                           6,0%

 10.000
                                                                                                                                                                           4,0%

  5.000
                                                                                                                                                                           2,0%

       0                                                                                                                                                                   0,0%
                MILANO

                             ROMA

                                         NAPOLI

                                                         BOLOGNA

                                                                    SALERNO

                                                                                    GENOVA

                                                                                                 SIENA

                                                                                                           BRESCIA

                                                                                                                      FIRENZE

                                                                                                                                   BERGAMO

                                                                                                                                                    BARI

                                                                                                                                                                 CATANIA
           Fonte: Elaborazione Ufficio Studi AITEC su dati ISTAT, Bancad’Italia e Agenzia del Territorio

di instabilità che il Paese sta attraversando parrebbe imporre temporanee deroghe al riguardo.
Sulla scorta delle esperienze di altri paesi, il cui debito vede una collocazione essenzialmente domestica, il Tesoro
italiano starebbe addirittura pensando ad un’ulteriore alleggerimento dell’aliquota fiscale sui titoli di Stato (at-
tualmente ferma al 12,50%) a favore dei residenti.
Indubbiamente una maggiore quota del debito pubblico collocata presso investitori italiani contribuirebbe a
ridurre i fenomeni di arbitraggio e i movimenti speculativi che si sono manifestati nell’ultimo periodo ma, certa-
mente, non può rappresentare l’unica soluzione a tali sconvolgimenti finanziari.

Chi detiene il nostro debito

                                                                                                 4%                                          Banca d’Italia
                            7%                                                      13%

                                                                                                                                             Banche, Assicurazioni, Risp.gestito

                         1997                                                                2011                                            Detentori esteri
 44%                     1.213          31%                           42%                    1.899           41%
                         MLD/€                                                               MLD/€
                                                                                                                                             Famiglie italiane

                          18%                                                                                                       Fonte: Elaborazione Ufficio Studi AITEC
                                                                                                                                    su dati Bancad’Italia e Assogestioni

                                                                                             7
AITEC                                                     NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

Il turbo rendimento dei titoli di stato non rappresenta la sola causa di un potenziale crollo del mercato immobi-
liare. Dopo che i prezzi delle case hanno iniziato a scendere in maniera significativa in diversi paesi, ci si chiede
se anche in Italia è lecito attendersi una analoga contrazione delle quotazioni.
Se le regole di mercato dovessero essere rispettate, intuitivamente dovremmo rispondere in maniera affermativa.
Come in tutti i mercati liberi, in presenza di una flessione della domanda dovrebbe verificarsi anche una diminu-
zione dei relativi prezzi. E questa evenienza risulta tanto più probabile se al già affrontato tema dello spread tra
redditività degli immobili e rendimento dei titoli di Stato si aggiungono quattro circostanze riscontrabili nella fase
attuale: le quotazioni immobiliari “troppo elevate”, la caduta della domanda, la ridotta disponibilità di credito e
l’inasprimento fiscale.

Nei dibattiti tra gli addetti ai lavori, si fa sempre più strada l’ipotesi della cd. bolla immobiliare, sulla scorta della
ininterrotta crescita dei prezzi registrata a partire dagli anni novanta. È proprio tale abnorme impennata delle
quotazioni a fare temere che possano adesso prodursi cadute di dimensioni significative. Osservando l’evoluzio-
ne storica degli indicatori dei prezzi degli immobili nel corso degli ultimi anni, si osserva come questi siano au-
mentati mediamente molto più dell’inflazione. Il confronto internazionale evidenzia come l’Italia, pur in presenza
di significativi aumenti delle quotazioni immobiliari, presenti performance relativamente inferiori agli altri paesi.
(vedi grafico)

Variazione annuale quotazioni immobiliari 2009-2010
                     -14,25                                                              Irlanda
                                                   -7,35                                 Ucraina
                                                       -6,09                             Bulgaria
                                                         -5,61                           Spagna
                                                             -4,35                       Grecia
                                                             -4,29                       Rep. Slovacca
                                                               -4,2                      Polonia
                                                                 -3,29                   Rep.Ceca
                                                                -3,24                    Danimarca
                                                                 -3,16                   Portogallo
                                                                  -2,92                  Paesi Bassi
                                                                     -1,96               Croazia
                                                                       -1,46             Ungheria
                                                                              -0,3       Regno Unito
                                                                             0,06        Malta
                                                                             0,08        Lituania
                                                                            Italia         0,4
                                                                           Svezia             1,11
                                                                         Slovenia                2,13
                                                                           Belgio                  2,79
                                                                       Germania                     2,87
                                                                        Finlandia                    3,36
                                                                         Svizzera                      3,74
                                                                    Lussemburgo                        3,74
                                                                           Russia                        4,36
                                                                          Turchia                               6,26
                                                                          Islanda                                6,66
                                                                          Francia                                  7,05
                                                                          Austria                                     7,93
                                                                        Norvegia                                        8,32
                                                                           Serbia                                              11,97
                                                                         Lettonia                                                           15,64
                                                                          Estonia                                                                   18,19

        -20              -15                 -10               -5                    0                  5                10            15              20

        Fonte: Global Property Guide, 2011

                                                                                8
AITEC                                             NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

Prezzo medio delle case (in €/mq) nei centri storici dei principali paesi, 2010
                                                                                                Fonte: Global Property Guide, 2011

Principato Monaco                                                                                                39421
     Regno Unito                                            15187
          Francia                                       13380
           Russia                               10302
         Svizzera                            8868
            Italia                     7213
           Grecia                    6229
        Finlandia                    6095
    Lussemburgo                     5559
           Svezia              4552
       Paesi Bassi            4496
          Austria             4158
       Rep. Ceca              4040
          Spagna              4022
       Danimarca              3983
        Germania             3704
          Irlanda            3693
         Andorra            3495
          Polonia           3478
          Turchia           2983
       Portogallo           2900
     Montenegro         2889
          Ucraina       2807
         Slovenia       2786
           Belgio       2753
         Lettonia      2408
           Malta       2285
          Croazia      2217
         Romania       2180
          Estonia      2153
            Cipro      2140
         Lituania      2024
           Serbia      2022
    Rep. Slovacca      2020
        Ungheria      1645
         Bulgaria    1346
      Macedonia      1058
        Moldavia     1020

                 0           5000           10.000      15.000      20.000   25.000   30.000   35.000        40.000       45.000

Con riferimento alla contrazione della domanda e alla minore disponibilità di credito, occorre osservare che il
boom immobiliare italiano, così come quello degli altri paesi avanzati, è stato finanziato in misura rilevante dal
credito bancario. Il boom dei mutui è ormai terminato. In Italia, in termini di valore, le erogazioni di credito per
l’acquisto di immobili da parte delle famiglie nel terzo trimestre del 2011 sono diminuite del 15,9% (- 12,1%
nel 2° trimestre) rispetto allo stesso trimestre dell’anno prima. Il dato segna una brusca inversione di tendenza
se confrontato con il primo trimestre che aveva visto invece una crescita. Anche i flussi di credito destinati agli
investimenti in costruzioni e nello specifico in abitazioni sono diminuiti sensibilmente (-21,4% e -19,4% rispet-
tivamente nel III e nel IV trim 2011) rispetto all’anno precedente. La stretta creditizia e il peggioramento delle
                                                                    9
AITEC                                      NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

                 EROGAZIONI DI CREDITO OLTRE IL BREVE TERMINE PER INVESTIMENTI E ACQUISTO BENI
                                                        IMMOBILI

                                  Per investimenti in abitazioni       Per acquisto immobili da famiglie

                   Anno
                 Trimestre                            Variazione                              Variazione
                                 milioni di €                            milioni di €
                                                     tendenziale                             tendenziale

               2006      I          5.922               24,1%              14.432              25,0%

               2006     II          6.900               13,3%              17.299              17,0%

               2006     III         6.160                8,4%              13.910                8,4%

               2006     IV          7.822               16,3%              17.231                0,8%

               2007      I          6.966               17,6%              14.214              -1,5%

               2007     II          8.234               19,3%              16.712              -3,4%

               2007     III         7.009               13,8%              14.024                0,8%

               2007     IV          9.217               17,8%              17.809                3,4%

               2008      I          6.858               -1,6%              14.226                0,1%

               2008     II          7.791               -5,4%              15.030             -10,1%

               2008     III         7.081                1,0%              12.606             -10,1%

               2008     IV          8.072              -12,4%              15.119             -15,1%

               2009      I          5.316              -22,5%              11.095             -22,0%

               2009     II          6.751              -13,4%              13.136             -12,6%

               2009     III         5.636              -20,4%              11.414              -9,4%

               2009     IV          6.704              -16,9%              15.401                1,9%

               2010      I          5.286               -0,6%              13.333              20,2%

               2010     II          6.656               -1,4%              16.177              23,1%

               2010     III         5.623               -0,2%              12.343                8,1%

               2010     IV          6.021              -10,2%              15.041              -2,3%

               2011      I          4.685              -11,4%              13.502                1,3%

               2011     II          5.367              -19,4%              14.222             -12,1%

               2011     III         4.422              -21,4%              10.375             -15,9%
                                                                                              Fonte: Banca d’Italia

prospettive economiche ha avuto, ovviamente, delle ripercussioni anche sulla produzione di nuove abitazioni.
Dopo il picco toccato nel 2007, si è assistito ad un crollo delle nuove costruzioni residenziali che nel 2011 si sono
assestate ad un livello di poco inferiore alle 150 mila unità e le cui previsioni per i prossimi anni sembrano stabiliz-
zarsi su valori ancora inferiori. A determinare un simile arretramento è l’effetto della minore domanda di credito,
con il concorso decisivo però anche di altri fattori legati all’offerta di credito. Capita infatti che nelle fasi in cui si
assiste ad una crescita del mercato immobiliare, la disponibilità delle banche a erogare prestiti sia strettamente
legata alla concreta aspettativa di rivalutazione dell’immobile che funge da garanzia al mutuo stesso. Ugualmen-
te, in uno scenario con prospettive meno profittevoli per le quotazioni immobiliari, le banche sembrano valutare
                                                            10
AITEC                                             NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

in maniera più prudente gli immobili, finanziando percentuali minori del loro prezzo di mercato corrente. A ciò
si deve aggiungere un ulteriore aspetto legato alla minore capacità degli istituti di credito di fornire liquidità ai
soggetti economici, quello che gli addetti ai lavori definiscono credit crunch. Il fenomeno può avere un’importan-
za fondamentale, perché in tutte le fasi di una stretta creditizia i diversi soggetti economici, vedendo erodersi le
loro possibilità di accesso al credito, possono trovarsi nella condizione di dismettere parte del loro patrimonio per
finanziare l’attività corrente. In tale contesto è possibile che siano innanzitutto le imprese di costruzione (almeno
quelle più indebitate tra queste) a ritrovarsi nella condizione di accelerare sulle vendite innescando un processo
di avvitamento dei prezzi immobiliari.
Analogamente, l’evoluzione della dinamica demografica del Paese sembra costituire un rischio per la tenuta
delle quotazioni immobiliari. I dati in nostro possesso però, suggerendo almeno per il breve e medio termine
prospettive discordanti, ci impongono una seria riflessione al riguardo.
La popolazione residente in Italia risulta essere secondo i dati ISTAT, a fine 2010, di 60.626.442, con un aumento
dell’0.5% rispetto al 2009 (vedi tabella).

                         Dinamiche demografiche in Italia
                                               Numero medio                    Totale
                              ANNO                                                            Popolazione
                                             componenti famiglia            numero famiglie
                              1997                    2,63                   21.642.350       56.904.379
                              1998                    2,61                   21.814.598       56.909.109
                              1999                    2,59                   22.004.024       56.923.524
                              2000                    2,56                   22.226.115       56.960.692
                              2001                    2,56                   22.405.762       57.421.089
                              2002                    2,53                   22.731.857       57.522.987
                              2003                    2,53                   22.876.102       57.888.000
                              2004                    2,51                   23.310.604       58.462.000
                              2005                    2,49                   23.600.370       58.751.711
                              2006                    2,47                   23.907.410       59.131.287
                              2007                    2,46                   24.282.485       59.619.290
                              2008                    2,44                   24.641.200       60.045.068
                              2009                    2,42                   24.905.042       60.340.328
                              2010                    2,41                   25.175.793       60.626.442

                    Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Aitec su dati Istat

                                                                      11
AITEC                                                                    NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

L’aumento della popolazione è da imputare esclusivamente agli immigrati. Senza il loro contributo, infatti, l’Italia
registrerebbe una crescita negativa dei propri residenti. La quota di immigrati stranieri sul totale della popola-
zione è in continua crescita ed è pari al 7,5% del totale, con punte superiori al 10% in molte regioni del set-
tentrione. Accanto a questo dato della popolazione totale, si registra un aumento ancora superiore del numero
delle famiglie. Se infatti il totale dei residenti è aumentato, tra il 1997 e il 2010, del 6,5%, nello stesso periodo
il numero delle famiglie ha visto un incremento del 16,3%. Dal 1997 al 2010 infatti le famiglie sono aumentate
mediamente di circa 271 mila unità l’anno. Questo fenomeno trova spiegazione nei cambiamenti sociali e cul-
turali che hanno interessato le famiglie nel corso di questi anni, innanzitutto la diminuzione del numero medio
dei componenti (passato da 2,6 nel 1997 a 2,4 nel 2010). Ad aumentare sono le coppie senza figli e i single così
come i monogenitori o le coppie non coniugate, senza dimenticare i ricongiungimenti familiari degli immigrati.
Questo trend confermerebbe, nel breve termine, l’esistenza di un elemento a sostegno della domanda di nuove
abitazioni capace di bilanciare le prospettive negative precedentemente analizzate. In realtà se allarghiamo l’oriz-
zonte temporale delle nostre valutazioni è facile constatare come la dinamica demografica costituisca anch’essa
un elemento fondamentale per la tenuta del mercato immobiliare e delle relative quotazioni.
Se si considera che le famiglie solitamente si formano intorno ai 30 anni e che le case mediamente si lasciano in
eredità sugli 80 e considerando che il bilancio compratori/venditori è generalmente positivo fino alla quota dei
45 anni, il rapporto tra 30enni e 80enni potrebbe costituire un buon indicatore del rapporto domanda/offerta
nel mercato immobiliare (vedere grafico).

                                                           Dati e proiezioni ISTAT
                                                           Rapporto (30:39)-enni / (70:79)-enni in Italia
                                                           (comprensivo di popolazione immigrata)
                                                      2
                                                     1,8
                                                     1,6
                       (30:39)-enni / (70:79)-enni

                                                     1,4
                                                     1,2
                                Rapporto

                                                      1
                                                     0,8
                                                     0,6
                                                     0,4
                                                     0,2
                                                      0
                                                      1980        1990       2000        2010     2020       2030      2040   2050
                                                                                                Anno
                                                           Fonte: ISTAT http://demo.istat.it/dat81-91/ITALIA/I_T.HTM

L’onda lunga dei nati durante il baby boom ha avuto il suo picco nel 2002, con 1,7 milioni di persone in questa
fascia di età. Da allora in poi tale quota è decresciuta rapidamente (1,4 nel 2010) e cosi sarà nei prossimi anni.
Il calo è da imputare ovviamente al fatto che l’indice di natalità delle donne italiane è crollato durante questo
periodo. Il picco di nati si è avuto nel 1964 (con 1.050.000 nascite), ma da allora è continuato a decrescere fino
ad oltre il 50% rispetto al picco. Dunque il calo della domanda immobiliare si avrà principalmente per l’esaurirsi
dell’onda lunga dei baby boomers. Secondo alcune proiezioni demografiche la popolazione italiana raggiungerà
la quota dei 42 milioni intorno al 2050 (al netto degli immigrati). Ma anche con il contributo degli stranieri, il cui
peso è influenzato da diverse variabili, come la maggiore difficoltà di accesso al credito o la diminuita capacità di
attrazione della nostra asfittica economia, non sarà facile scongiurare lo spettro di una lunga fase recessiva del
mercato immobiliare sia in termini di compravendite che di prezzi.

                                                                                            12
AITEC                                     NOTA di RICERCA dell’UFFICIO STUDI AITEC

Possibili interventi a sostegno del mercato immobiliare
Gli interventi da noi suggeriti, possono collocarsi in un’ottica di breve e medio termine.
Il settore delle costruzioni e nello specifico dell’immobiliare hanno bisogno di una maggiore considerazione da
parte del mondo della politica; è necessario che i policy maker prendano coscienza dell’importanza che il com-
parto riveste nel nostro Paese.

Revisione delle politiche impositive

Un effetto benefico potrebbe avere la detrazione dei canoni di locazione da parte del locatario nell’ottica di
favorire gli affitti cosiddetti “calmierati“ anche al fine di poter contrastare il caro vita e la ripresa dell’inflazione.
Lo stesso potrebbe essere ottenuto con una maggiore attenzione affinché la reintroduzione delle imposte patri-
moniali sulla proprietà (IMU) non abbia carattere troppo punitivo verso coloro che negli anni hanno investito nel
mercato immobiliare. Sarebbero auspicabili anche interventi sulla prima abitazione collegando il livello impositivo
alla composizione del nucleo familiare e al calcolo dell’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente).

Alleggerimento dei costi di transazione attraverso un
intervento sulle spese notarili.

Secondo uno studio OCSE l’Italia risulta al quinto posto (su 33 nazioni considerate) relativamente ai costi medi
di transazione (quindi tasse, imposte di registro, spese notarili, tariffe delle agenzie immobiliari) pari al 12%
del valore della proprietà (con punte fino al 17,5%) e viene per questo annoverata tra i Paesi in cui i costi
delle transazioni immobiliari sono “eccessivamente elevati”. Al primo posto risulta essere il Belgio (con oltre
il 14% dei costi rappresentati da transazioni), seguito da Francia, Grecia e Austria. All’opposto Danimarca e
Islanda sono i Paesi in cui la compravendita degli immobili costa relativamente meno (sotto il 4%). Tali bizan-
tinismi burocratici vanno assolutamente aboliti o almeno ridotti in quanto hanno l’effetto deleterio di ridurre
la mobilità’ residenziale e del lavoro e questo può avere un effetto negativo anche sui livelli occupazionali. In
questa direzione sembrano muoversi i provvedimenti governativi in tema di liberalizzazione degli ordini pro-
fessionali che possono contribuire a ridurre i costi, attraverso anche una ristrutturazione del sistema tributario
e/o annullando le barriere di entrata nelle professioni coinvolte nel settore, in particolare dove i costi sono
eccessivamente elevati.

Semplificazione nelle procedure di cambiamento
di destinazione d’uso degli immobili.

Cambiamenti nelle procedure per il cambio di destinazione d’uso, nella disciplina sul rilascio della Dia e del permesso
di costruire, così come nelle ristrutturazioni e negli interventi nei centri storici potrebbero svolgere una importante
funzione anticrisi. Con l’auspicio, però, di non ripetere l’infelice parentesi del Piano Casa, incapace di dare seguito
alle numerose aspettative che si erano create circa la possibilità di rilanciare il mondo delle costruzioni.

Politiche di riqualificazione urbanistica.

È opinione ormai consolidata che le città rappresentano uno dei principali motori della crescita economica, dell’in-
novazione produttiva e del progresso sociale e culturale. Questo spiega l’attenzione riservata negli ultimi anni ai
progetti di rigenerazione urbana che hanno oggi acquistato nuova centralità nel dibattito sullo sviluppo economico
dei territori (vedi Box di approfondimento). La crescita incontrollata delle città pone l’urgenza di avviare un processo
di rinnovamento e ristrutturazione, attraverso interventi puntuali e mirati a ricucire il tessuto urbano.
                                                            13
AITEC                         TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                                 TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                                 www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

BOX APPROFONDIMENTO

Riqualificare e recuperare per ripartire

Negli ultimi cinque anni la produzione di nuove abitazioni è diminuita del 40,4%. I livelli produttivi delle
nuove costruzioni abitative riflettono l’andamento negativo delle progettazioni: secondo l’Istat il numero di
permessi rilasciati dai comuni per la costruzione di abitazioni è passato da 305.706 nel 2005 a 160.454 nel
2009. Tra il 2005 e il 2009 il numero di abitazioni concesse è pertanto quasi dimezzato, registrando una
flessione del 47,5%. Solo gli investimenti effettuati per la riqualificazione del patrimonio abitativo hanno
evidenziato una tenuta dei livelli produttivi (+0,5%) nell’ultimo anno grazie alle agevolazioni fiscali previste
per le famiglie ed è proprio in questa direzione che devono muoversi gli interventi a sostegno del mercato
delle costruzioni.

               Abitazioni completate in Italia (000)
         350

         300

         250

         200
                                                                                              PREVISIONI
         150

         100

          50
                  2005       2006        2007     2008    2009     2010         2011   2012      2013      2014
               Fonte: Euroconstruct, Paris 2011

Infatti, uno dei problemi principali del mercato immobiliare nazionale è ormai rappresentato dall’esigenza
del restauro, della riqualificazione e del recupero del patrimonio abitativo esistente per poter meglio rispon-
dere ai cambiamenti della domanda, alla maggiore attenzione verso la sostenibilità ambientale e energeti-
ca, all’esigenza di riqualificazione e bonifica di aree urbane degradate, e per meglio gestire un patrimonio
bisognoso di essere più produttivo e proficuo.
Il patrimonio edilizio nazionale è prevalentemente costituito di case: 57,8 milioni di unità immobiliari censite
di cui il 53 % sono abitazioni. Come abbiamo visto gli immobili rappresentano la principale componente
della ricchezza delle famiglie, ma sono fonte anche di notevoli costi di manutenzione sia ordinaria che stra-
ordinaria. Da considerare poi che la quota di edifici con più di 40 anni è cresciuta in maniera progressiva:
quasi il 55 per cento delle famiglie occupa un immobile realizzato prima degli anni settanta. La certificata
obsolescenza funzionale e strutturale del patrimonio esistente, che viaggia in parallelo con l’invecchiamento
della popolazione, insieme ai cambiamenti culturali cha hanno interessato i nuclei familiari (nonché la loro
progressiva diminuzione dimensionale), ha reso il patrimonio edilizio nazionale inadatto a tenere il passo
delle attuali dinamiche socio-demografiche. La proprietà immobiliare perde di valore, il degrado estetico
e strutturale influisce sulla commerciabilità degli immobili, che diventa più difficile e complessa, causando
un ulteriore freno al mercato delle compravendite, già compromesse dalla corrente crisi economica. Il pa-
trimonio esistente è una grande risorsa e occorrerebbe valorizzarlo e concepirlo come una formidabile leva

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di sviluppo economico, di rilancio occupazionale, fonte di nuovi investimenti e nuove attività. Gli interventi
di riqualificazione urbana, se ben gestiti dalla Pubblica Amministrazione, possono essere forieri di un rin-
novato clima di fiducia e di un notevole sviluppo economico. Se guardiamo la tabella sottostante possiamo
notare come, sulla base dell’ultimo Censimento generale Istat, il 20% dell’intero patrimonio abitativo
nazionale risulti in condizioni di pessimo o mediocre stato di conservazione. Se anche solo ipotizzassimo
una riqualificazione di questa quota abitativa degradata per un ammontare del 5% restituiremmo al Paese
250 mila abitazioni rinnovate ogni anno e metteremmo in moto, per un ventennio, risorse in grado di in-
nescare la tradizionale funzione espansiva garantita dal mercato delle costruzioni e, come ha sottolineato
Ance, si libererebbero le necessarie energie funzionali ad un corretto e duraturo sviluppo economico senza
l’utilizzo di un solo m2 aggiuntivo di suolo. È necessario introdurre nuovi strumenti urbanistici, come la rimo-
dulazione dei limiti di sagoma e volumetria oltreché una gestione più razionale delle pratiche autorizzative
scevra da pregiudizi, in grado quindi di contemplare la necessaria tutela degli interessi privati così come le
esigenze pubbliche di pianificazione urbanistica. Questa è l’unica strada per attivare le operazioni di riqua-
lificazione urbana e gli interventi di demolizione, ricostruzione e sostituzione.

             Patrimonio abitativo nazionale Stato conservativo

                            Regione                           Totale                      Abitazioni da      in %
                                                          abitazioni                      ristrutturare*
                          Piemonte                       2.212.639                              397.944      18,0
                      Valled'Aosta                         100.331                                  19.939   19,9
                         Lombardia                       4.141.265                              619.491      15,0
                              Liguria                      990.526                              191.838      19,4
                Trentino A.Adige                           488.988                                  85.454   17,5
                    Friuli V. Giulia                       601.533                                  87.551   14,6
                             Veneto                      2.016.082                              309.196      15,3
                           Emilia R.                     1.969.235                              299.215      15,2
                            Toscana                      1.664.679                              240.613      14,5
                             Umbria                        368.893                                  47.247   12,8
                            Marche                         672.218                              109.637      16,3
                                Lazio                    2.431.904                              539.100      22,2
                            abruzzo                        658.444                              126.346      19,2
                              Molise                       173.216                                  38.986   22,5
                         Campania                        2.189.772                              608.227      27,8
                              Puglia                     1.844.519                              382.881      20,8
                          Basilicata                       283.329                                  79.115   27,9
                            Calabria                     1.111.314                              376.241      33,9
                               Sicilia                   2.548.206                              808.605      31,7
                          Sardegna                         801.787                              159.586      19,9
                              ITALIA                   27.268.880                             5.527.213      20,3
             * Abitazioni in stato conservativo considerato mediocre o pessimo sulla base del 14°
             Censimento Generale Istat della Popolazione e delle Abitazioni

                                                                       15
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È necessario introdurre nuovi meccanismi urbanistici che rendano economicamente sostenibile le operazioni di
riqualificazione urbana, gli interventi di demolizione e ricostruzione e di sostituzione.
Il cd. Decreto Sviluppo ha aperto una crepa nella monolitica farraginosità della normativa nazionale, acquisendo
rango di rinnovamento legislativo sistematico e non provvisorio, evitando di ripetere gli errori del Piano casa. È
questa la categoria di interventi che ha le maggiori possibilità di successo non solo per il mondo delle costruzioni,
ma anche come risposta alle dinamiche di cambiamento sociale delle città.

Nuovo piano per l’housing sociale, con particolare attenzione alle categorie dei giovani e degli studenti.

L’argomento è di grande attualità, poiché nel nostro Paese negli ultimi anni le situazioni di disagio abitativo si
sono gravemente accentuate, investendo anche le fasce di reddito medio o medio-basso, oltre alle tradizionali
categorie sociali svantaggiate (famiglie e giovani coppie a basso e monoreddito, studenti, anziani e immigrati
regolari), rendendo sempre più difficile l’accesso alla proprietà o alla locazione di abitazioni.
Alla base dell’attuale richiesta di residenze a costi accessibili ci sono le trasformazioni socio-demografiche delle
strutture familiari e la crescita dei processi di precarizzazione del lavoro.
La quota di patrimonio abitativo in affitto in Italia si colloca - secondo le più recenti stime diffuse dall’ISTAT
– intorno al 20%, ben al di sotto dei valori dei Paesi europei più sviluppati, che oscillano fra il 30 e il 40%.
L’offerta di abitazioni di edilizia residenziale pubblica soddisfa appena l’8% delle domande. È evidente quindi
che la prima debolezza è rappresentata dall’estrema ristrettezza dell’offerta di affitto accessibile. Il problema
dell’emergenza abitativa coinvolge i soggetti pubblici a tutti i livelli, nazionale, regionale e locale, ma pur con-
servando la centralità dell’intervento pubblico, l’housing sociale non può più prescindere dal coinvolgimento
anche degli operatori e delle risorse del mercato e della società civile. Anzi, la vera innovazione risiederà pro-
prio nella capacità di quei soggetti di coordinarsi e di creare offerte flessibili. La sinergia tra pubblico e privato
rappresenterà la pietra angolare della nuova logica di integrazione delle risorse.
In Europa non mancano esempi virtuosi di iniziative intraprese contro l’emergenza abitativa. Sarebbe utile un
confronto. Il Governo sembrerebbe recepire indicazioni in tal senso come mostra l’approvazione del D.L. n.1
del 24 gennaio 2012 in cui sono contenute alcune disposizioni volte a semplificare le procedure del Piano
Nazionale di edilizia abitativa che contemplano anche il ripristino dell’IVA per housing sociale

Nuove politiche migratorie.

In una prospettiva di medio periodo sarebbe auspicabile una revisione delle politiche migratorie nazionali, le
sole, ad oggi, in grado di bilanciare il decremento della popolazione e di alimentare il flusso della domanda
immobiliare. Nel 2065 l’evoluzione della popolazione italiana registrerà una dinamica naturale negativa per
11,5 milioni (28,5 milioni di nascite contro 40 milioni di decessi) bilanciata solo da una dinamica migratoria
positiva per 12 milioni (17,9 milioni di ingressi contro 5,9 milioni di uscite). Questo sempre in assenza di mu-
tamenti nelle prospettive di attrattività del sistema Italia. Secondo uno studio della Banca d’Italia la richiesta
di case da parte degli immigrati ha fatto crescere il valore degli immobili nel nostro Paese del 2% in cinque
anni (2002-2007), facendolo aumentare di 60 miliardi. Il rapporto mette in evidenza come le compravendite
che hanno avuto come acquirente un immigrato sono aumentate del 22,7% tra il 2004 e il 2007, riuscendo
a raggiungere quasi il 20% delle negoziazioni complessive. Analisi econometriche svolte a livello locale han-
no inoltre indicato che nel periodo 2002-2007 la domanda immobiliare da parte degli immigrati ha spinto
al rialzo le quotazioni immobiliari di un’entità simile a quella attribuibile alla domanda da parte di nativi. Gli
immigrati sono lavoratori, giovani, molto spesso con elevato grado di istruzione e spinti da forti motivazioni
Contribuiscono a rallentare l’invecchiamento dei paesi che li accolgono e costituiscono una grande opportuni-
tà di crescita economica. L’idea che sia il pragmatismo economico a determinare le politiche di migrazione per
il nostro Paese può sembrare azzardato, ma simili considerazioni dovrebbero essere sufficienti a depoliticizzare
un tema ad alta sensibilità simbolica ed emotiva.

                                                         16
TAVOLE STATISTICHE
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                                       Indicatori regionali dello spazio abitativo

     Area                    Regione          Superficie     Superficie media Superficie media Superficie media
  territoriale                                abitazioni        abitazioni      per abitante     per famiglia
                                             (milioni mq)         (mq)              (mq)             (mq)
                    Liguria                     107,7               95,1             66,7            137,2
                    Lombardia                   575,7              109,0             58,6            135,5
Nord Ovest
                    Piemonte                    307,1              115,3             69,1            153,8
                    Valle d'Aosta                 11,4              92,4             88,8            191,3
Nord Ovest Totale                              1.002,0             108,9             62,6            141,3
                    Emilia Romagna              277,4              115,5             63,4             143
                    Friuli                        91,0             130,0             73,7            163,8
Nord Est
                    Trentino-A. Adige             73,0             120,7               71            171,5
                    Veneto                      326,2              130,3             66,4            162,5
Nord Est Totale                                 767,6              123,6             66,4            155,7
                    Lazio                       323,2              109,9             56,9            139,4
                    Marche                      103,4              125,2             65,6            162,1
Centro
                    Toscana                     238,9              118,5               64            149,2
                    Umbria                        61,4             131,8             68,2            164,3
Totale Centro                                   726,9              116,3             61,1            147,4
                    Abruzzo                       95,0             117,7             70,9            176,3
                    Basilicata                    34,4             101,5             58,4            150,5
                    Calabria                    133,0              107,3             66,2            171,9
Sud
                    Campania                    310,5              116,4             53,3            148,6
                    Molise                        24,8             113,6             77,4            192,7
                    Puglia                      243,9              110,1             59,7            159,4
Sud Totale                                      841,5              112,4             59,4            159,1
                    Sardegna                    114,6              123,7             68,6            168,4
                    Sicilia                     329,2              109,8             65,3            166,1
Totale Isole                                    443,8              113,1             66,1            166,7
ITALIA                                         3.781,8             114,4             62,7            151,9
Variazione % su anno precedente                  1,8%              0,3%              0,6%            0,7%
Fonte: Agenzia del Territorio, 2011

                                                            19
AITEC                         TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                              TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                              www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

                         Redditività lorda dell’investimento in immobili residenziali
                                            (canone locazione/valore acquisto)

                    REGIONE           Tipologia                2009              2010    2011
                     Piemonte       Abitazioni civili          3,87%             3,90%   3,90%

                        Liguria     Abitazioni civili          3,58%             3,60%   3,60%

                    Lombardia       Abitazioni civili          4,16%             4,22%   4,22%

                        Veneto      Abitazioni civili          4,39%             4,38%   4,45%

         Friuli Venezia Giulia      Abitazioni civili          4,95%             4,92%   4,88%

             Emilia Romagna         Abitazioni civili          3,93%             3,96%   3,98%

                Valle D'Aosta       Abitazioni civili          2,66%             2,58%   2,57%

                      Toscana       Abitazioni civili          4,26%             4,18%   4,15%

                       Marche       Abitazioni civili          4,16%             4,16%   4,18%

                       Umbria       Abitazioni civili          4,02%             4,03%   4,11%

                          Lazio     Abitazioni civili          4,71%             4,62%   4,60%

                      Abruzzo       Abitazioni civili          4,25%             4,13%   4,15%

                        Molise      Abitazioni civili          5,83%             5,61%   5,47%

                    Campania        Abitazioni civili          4,66%             4,43%   4,32%

                         Puglia     Abitazioni civili          4,21%             4,24%   4,25%

                      Calabria      Abitazioni civili          4,67%             4,62%   4,62%

                     Basilicata     Abitazioni civili          3,81%             3,80%   3,86%

                     Sardegna       Abitazioni civili          4,83%             4,83%   4,79%

                          Sicilia   Abitazioni civili          4,19%             4,19%   4,12%

        Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Aitec su dati Agenzia del Territorio

                                                                 20
AITEC                         TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                              TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                              www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

                                         Al netto della cedolare secca (21%)
                    REGIONE           tipologia                2009              2010    2011
                     Piemonte       Abitazioni civili          3,06%             3,08%   3,08%

                        Liguria     Abitazioni civili          2,83%             2,84%   2,84%

                    Lombardia       Abitazioni civili          3,29%             3,33%   3,33%

                        Veneto      Abitazioni civili          3,46%             3,46%   3,52%

         Friuli Venezia Giulia      Abitazioni civili          3,91%             3,89%   3,85%

             Emilia Romagna         Abitazioni civili          3,10%             3,13%   3,14%

                Valle D'Aosta       Abitazioni civili          2,10%             2,04%   2,03%

                      Toscana       Abitazioni civili          3,36%             3,31%   3,28%

                       Marche       Abitazioni civili          3,28%             3,29%   3,30%

                       Umbria       Abitazioni civili          3,18%             3,19%   3,25%

                          Lazio     Abitazioni civili          3,72%             3,65%   3,63%

                      Abruzzo       Abitazioni civili          3,36%             3,26%   3,27%

                        Molise      Abitazioni civili          4,61%             4,43%   4,32%

                    Campania        Abitazioni civili          3,68%             3,50%   3,42%

                         Puglia     Abitazioni civili          3,33%             3,35%   3,36%

                      Calabria      Abitazioni civili          3,69%             3,65%   3,65%

                     Basilicata     Abitazioni civili          3,01%             3,00%   3,05%

                     Sardegna       Abitazioni civili          3,82%             3,81%   3,78%

                          Sicilia   Abitazioni civili          3,31%             3,31%   3,25%

        Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Aitec su dati Agenzia del Territorio

                                                                 21
AITEC                         TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                              TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                              www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

                                          La media dell’impatto dell’IMU
                              sulla redditività lorda dell’immobile locato è del 15%

              REGIONE           tipologia                2009                 2010                  2011       2012*

               Piemonte       Abitazioni civili         3,06%                3,08%                 3,08%       2,62%

                  Liguria     Abitazioni civili         2,83%                2,84%                 2,84%       2,42%

              Lombardia       Abitazioni civili         3,29%                3,33%                 3,33%       2,83%

                  Veneto      Abitazioni civili         3,46%                3,46%                 3,52%       2,99%

   Friuli Venezia Giulia      Abitazioni civili         3,91%                3,89%                 3,85%       3,28%

       Emilia Romagna         Abitazioni civili         3,10%                3,13%                 3,14%       2,67%

          Valle D'Aosta       Abitazioni civili         2,10%                2,04%                 2,03%       1,73%

                Toscana       Abitazioni civili         3,36%                3,31%                 3,28%       2,79%

                 Marche       Abitazioni civili         3,28%                3,29%                 3,30%       2,80%

                 Umbria       Abitazioni civili         3,18%                3,19%                 3,25%       2,76%

                    Lazio     Abitazioni civili         3,72%                3,65%                 3,63%       3,09%

                Abruzzo       Abitazioni civili         3,36%                3,26%                 3,27%       2,78%

                  Molise      Abitazioni civili         4,61%                4,43%                 4,32%       3,67%

              Campania        Abitazioni civili         3,68%                3,50%                 3,42%       2,90%

                   Puglia     Abitazioni civili         3,33%                3,35%                 3,36%       2,85%

                Calabria      Abitazioni civili         3,69%                3,65%                 3,65%       3,10%

               Basilicata     Abitazioni civili         3,01%                3,00%                 3,05%       2,59%

               Sardegna       Abitazioni civili         3,82%                3,81%                 3,78%       3,21%

                    Sicilia   Abitazioni civili         3,31%                3,31%                 3,25%       2,76%

                        *con introduzione dell’IMU al 0,4% sulla rendita rivalutata (rendita catastale *160)

  Fonte: Elaborazione Ufficio Studi Aitec su dati Agenzia del Territorio

                                                                 22
AITEC                TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                      TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
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   Andamento dei prezzi nominali e reali delle abitazioni nei semicentri delle città in Italia,
                             1958 - 2011* *stima a fine anno

           prezzi          valori         valori        indice prezzi                         Indice
                                                                        Compravendite
ANNO      nominali        al 2011*       al 1958          reali1958                       compravendite
                                                                         (n°abitazioni)
           €/mq             €/mq          €/mq            base 100                         1958 base 100

 1958         53            780           53                100             284,016             100

 1959         54            798           54                102             300,000             106

 1960         56            807           55                104             320,938             113

 1961         57            799           54                102             340,819             120

 1962         60            804           54                102             278,336              98

 1963         65            818           55                104             284,016             100

 1964         69            824           55                104             298,217             105

 1965         72            827           55                104             332,299             117

 1966         73            823           54                102             355,020             125

 1967         75            829           55                104             397,622             140

 1968         76            830           55                104             434,544             153

 1969         77            819           54                102             468,626             165

 1970         90            915           60                113             542,471             191

 1971        114          1,109           73                138             502,708             177

 1972        126          1,167           76                143             556,671             196

 1973        150          1,279           82                155             411,823             145

 1974        210          1,571           96                181             437,385             154

 1975        238          1,578           93                176             352,180             124

 1976        263          1,552           88                166             482,827             170

 1977        310          1,614           88                166             465,786             164

 1978        362          1,714           91                172             516,909             182

 1979        439          1,857           96                181             573,712             202

 1980        542          1,996           98                185             639,036             225

 1981        878          2,846          133                251             613,475             216

 1982      1.033          2,981          134                253             448,745             158

 1983      1.059          2,740          120                226             406,143             143

 1984      1.136          2,703          116                219             383,422             135

 1985      1.162          2,576          110                208             428,864             151

                                                   23
AITEC                             TENDENZE DELL’INDUSTRIA ITALIANA DEL CEMENTO
                                  TRIMESTRALE A CURA DELL’UFFICIO STUDI AITEC
                                  www.aitecweb.com - ufficiostudi@aitecweb.com

       Andamento dei prezzi nominali e reali delle abitazioni nei semicentri delle città in Italia,
                                 1958 - 2011* *stima a fine anno

                    prezzi             valori         valori        indice prezzi                         Indice
                                                                                    Compravendite
  ANNO             nominali           al 2011*       al 1958          reali1958                       compravendite
                                                                                     (n°abitazioni)
                    €/mq                €/mq          €/mq            base 100                         1958 base 100

   1986               1.239           2,605          110                208             462,656             163

   1987               1.317           2,657          112                211             462,648             163

   1988               1.420           2,741          115                217             492,816             174

   1989               1.575           2,873          120                226             474,570             167

   1990               1.833           3,171          131                247             517,085             182

   1991               2.195           3,593          148                279             555,888             196

   1992               2.402           3,749          153                289             465,373             164

   1993               2.298           3,452          141                266             501,891             177

   1994               2.221           3,219          131                247             495,178             174

   1995               2.195           3,035          123                232             502,468             177

   1996               2.195           2,929          118                223             483,782             170

   1997               2.169           2,847          115                217             523,646             184

   1998               2.169           2,798          113                213             548,570             193

   1999               2.221           2,822          114                215             604,000             213

   2000               2.438           3,024          122                230             800,000             282

   2001               2.650           3,205          129                243             848,000             299

   2002               2.855           3,375          135                255             850,000             299

   2003               3.060           3,534          142                268             900,000             317

   2004               3.260           3,695          148                279             870,000             306

   2005               3.430           3,825          153                289             806,000             284

   2006               3.600           3,939          158                298             800,000             282

   2007               3.750           4,034          161                304             780,000             275

   2008               3.800           3,962          158                298             680,000             239

   2009               3.550           3,672          147                277             610,000             215

   2010               3.460           3,522          140                264             630,000             222

  2011*               3.500           3,500          142                268             670,000             236

Fonte: Scenari Immobiliari 2011

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