Parma, culla dell'archeologia moderna

Pagina creata da Christian De Santis
 
CONTINUA A LEGGERE
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                       Parma, culla dell’archeologia
                       moderna
                       L’archeologia moderna è nata a Parma.
                       Viaggio alla scoperta dei più importanti ritrovamenti nel parmense,
                       alcuni senza eguali in Europa

                       STEFANIA DELENDATI
CULTURA E TERRITORIO

                       A
                               ll’intuito di Luigi Pigorini, nativo di      stessi insediamenti terramaricoli su cui
                               Fontanellato e con una grande pas-           nel 183 a.C. fu fondata la colonia romana
                               sione per la storia antica, si deve          di Parma. Da questa scoperta prende le
                       l’origine dell’archeologia italiana. Grazie a        mosse l’archeologia moderna e comincia
                       lui Parma è la culla degli studi archeolo-           una “caccia” alle testimonianze del nostro
                       gici nel nostro Paese. Enfant prodige, a             passato più antico che continua ancora
                       soli sedici anni, nel 1858, è allievo pres-          oggi.
                       so il Museo d’Antichità cittadino (l’attua-
                       le Museo Archeologico Nazionale) di cui              Museo Archeologico Nazio-
                       assume la direzione dal 1867 al 1875, e
                       si fa promotore di una sezione di antichità          nale, il più visitato della re-
                       preistoriche secondo il modello delle mi-            gione
                       gliori istituzioni museali europee dell’epo-         Delle 61.280 persone che nel 2011 han-
                       ca. Pigorini è anche il fondatore nel 1876           no visitato i musei e gli scavi archeologici
                       del Museo Nazionale di Preistoria ed Et-             della nostra regione, 16.296 hanno var-
                       nografia di Roma che porta ancora il suo             cato la soglia del Museo Archeologico
                       nome. Nel 1861, insieme al naturalista               Nazionale di Parma, piazzandolo al primo
                       Pellegrino Strobel e al direttore del Gabi-          posto nella classifica dei musei più visita-
                       netto di Antichità Patrie di Reggio Emilia,          ti dell’Emilia Romagna. Costituito ufficial-
                       Gaetano Chierici, dà il via all’esplorazione         mente dal governo borbonico il 1° ago-
                       di alcuni dossi artificiali nella campagna           sto 1761, è nato come concretizzazione
                       parmense detti “terre marne”. Conside-               di un’idea del 1747 quando vennero alla
                       rati da sempre siti funerari dei Galli e dei         luce i resti dell’antica città romana di Ve-
                       Romani, Pigorini dimostra trattarsi invece           leia e tra essi la famosa Tavola alimen-
                       d’insediamenti dell’età del Bronzo; quegli           taria traianea, la più grande iscrizione in

                                                                     Biografia di Luigi Pigorini
                          10 gennaio 1842: Luigi Pigorini              Gaetano Chierici fonda il Bul-       la Pubblica Istruzione affida a Pi-
                          nasce a Fontanellato                         lettino di Paletnologia Italiana,    gorini la prima cattedra italiana
                                                                       una delle prime riviste in Europa    di Paletnologia dell’Università di
                          1858: è allievo presso il Museo              dedicate alla preistoria, ed entra   Roma di cui rimane titolare per
                          d’Antichità di Parma                         nella direzione generale dei Mu-     quarant’anni
                                                                       sei e degli Scavi d’Antichità a
                          1863: compie viaggi in Svizzera,             Roma                                 1912: è nominato Senatore
                          Toscana, Roma e Napoli
     PARMA economica

                                                                       14 marzo 1876: inaugurazione del     1919: diventa vicepresidente del
                          1867: dopo la laurea in Scienze po-          Museo Preistorico Etnografico di     Senato
                          litiche e amministrative, diventa diret-     Roma voluto da Pigorini, che oggi
                          tore del Museo d’Antichità di Parma          porta il suo nome                    1 aprile 1925: muore a Padova
                                                                                                            nella casa del figlio dove si era
                          1875: con Pellegrino Strobel e               1877: il Consiglio Superiore del-    ritirato per motivi di salute

                        92
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

Luigi Pigorini                                                  Sono gli anni dall’illuminata direzione di
                                                                Pietro De Lama che riordina le collezioni
                                                                e trova posto a monete e gioielli rinvenuti
                                                                scavando le fondamenta del Teatro Re-
                                                                gio. Nel frattempo arrivano da Roma le
                                                                sculture del Palatino e altre statue della
                                                                città eterna in precedenza appartenute ai
                                                                Gonzaga. È la duchessa Maria Luigia ad
                                                                assegnare al Museo l’attuale collocazio-
                                                                ne, nell’ala sudoccidentale del Palazzo
                                                                della Pilotta, e sempre grazie al suo in-
                                                                teressamento arrivano nuove raccolte di
                                                                monete, ceramica greca, oggetti etruschi
                                                                ed egizi. Continuano anche le scoperte
                                                                in città, come il Teatro romano in via Fari-

                                                                                                                       CULTURA E TERRITORIO
                                                                ni e i rinvenimenti durante la costruzione
                                                                della facciata del Collegio Maria Luigia.
                                                                Nel 1866, dopo l’Unità d’Italia, l’Acca-
                                                                demia di Belle Arti cede al Museo le 12
                                                                statue marmoree della basilica di Veleia e
                                                                l’anno successivo il direttore Luigi Pigo-
                                                                rini inizia a dare consistenza alla raccolta
                                                                preistorica, ancora oggi considerata una
                                                                delle più importanti del Paese. Per quasi
                                                                60 anni, dalla seconda metà dell’’800 ai
                 bronzo dell’antichità tuttora conservata a     primi anni ‘30, una smania collezionistica
                 Parma.                                         priva di un criterio preciso porta all’ac-
                                                                quisizione dei materiali più disparati, dai
                                                                mobili medioevali agli oggetti etnografici,
                 Nasce con la scoperta della città              che poco hanno a che vedere con l’ar-
                 romana di Veleia e della famosa                cheologia. Negli anni successivi viene
                   Tavola alimentaria traianea la               ceduto tutto ciò che non risponde alle
                  più grande iscrizione in bronzo               funzioni del Museo e, dopo i bombar-
                                                                damenti della seconda guerra mondiale
                           dell’antichità                       che danneggiano gravemente una parte
                                                                della Pilotta, si arriva all’attuale allesti-
                                                                mento che risale al 1965. Anche se da
                 Il nucleo originale è appunto composto         più parti si sottolinea la necessità di una
                 dagli oggetti rinvenuti a Veleia e per lun-    nuova sistemazione, più adatta alle odier-
                 go tempo il Ducale Museo d’antichità,          ne esigenze museali, le sale del museo
                 com’era allora chiamato, è stato l’unico       archeologico non mancano di suscitare
                 esempio nell’Italia settentrionale d’isti-     la meraviglia dei visitatori. Tra i pezzi più
                 tuzione nata in seguito a una scoperta         ammirati, da segnalare la colossale testa
                 archeologica. Ospitato inizialmente in         di Zeus proveniente dal colle Palatino, la
                 un piccolo edificio adiacente alla Pilotta     suggestiva e misteriosa collezione egizia
                 che già accoglieva le raccolte numisma-        con il sarcofago del sacerdote Shepse-
                 tiche farnesiane, verso la fine del ‘700       sptah e la curiosa mummia di gatto che
                 ha iniziato ad arricchirsi dei materiali del   è stata esposta fino al 15 gennaio 2012.
                 sito dell’antica Luceria (Reggio Emilia),      Numerosi i vasi greci, mentre l’intero pia-
                 degli oggetti di occasionali ritrovamenti      no terra ospita la sezione preistorica del
                 nel parmense e di importanti collezioni        parmense. Anche la Parma romana ha
                 di monete. Deceduto il primo direttore,        un’area dedicata che ospita le sculture
                 Paolo Maria Paciaudi, gli succede An-          del foro, marmi architettonici, monumenti
                 gelo Schenoni che con le scarse risorse        funerari, oltre a bronzi, mosaici e ogget-
                 economiche a disposizione non può far          ti in oro fortuitamente ritrovati durante i
                                                                                                                PARMA economica

                 altro che incrementare il solo patrimo-        lavori di costruzione del Teatro Regio. Il
                 nio numismatico. A partire dal 1803, in        Museo è un luogo che racchiude il pas-
                 seguito al dominio francese, il Museo          sato con un piede nell’attualità, e vuole
                 viene spogliato dei pezzi più prestigiosi      far conoscere l’archeologia a un vasto
                 che prendono la via di Parigi e tornano a      pubblico attraverso diverse iniziative. Le
                 Parma solo dopo il Congresso di Vienna.        ultime in ordine di tempo Un anno d’ar-

                                                                                                       93
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                       gento, dedicato agli over 65, che illustra      per 13 e 4 di profondità). Ma perché i no-    Tra i pezzi
                       i reperti di punta del Museo a questa           stri progenitori avvertirono la necessità     più preziosi
                       fascia d’età; A scuola nei Musei, che           di realizzare una tale opera, nonostante
                                                                                                                     del Museo: la
                       nell’anno scolastico 2011-2012 ha pro-          l’oneroso lavoro e le risorse che avrebbe
                       mosso una serie di percorsi gratuiti per        comportato? Evidentemente era di vita-        colossale testa
                       le scuole di Parma e provincia. Da non          le importanza per la comunità e i reperti     di Zeus del
                       dimenticare i programmi didattici, acces-       trovati al suo interno, come i vasi posati    colle Palatino, la
                       sibili su prenotazione, con visite guidate      e non gettati a caso, inducono a ritenere     collezione egizia
                       per persone non vedenti o ipovedenti e la       che fosse un luogo di culto, forse dedi-      con il sarcofago
                       possibilità di manipolare alcuni oggetti.       cato a un episodio o a un personaggio
                                                                                                                     di Shepsesptah,
                                                                       importante; una rarissima testimonianza
                                                                       della religiosità delle popolazioni terra-    una ricca sezione
                       La vasca votiva di Noceto                                                                     preistorica e
                       Le più sorprendenti scoperte spesso na-         maricole che si pensava fossero atee.
                       scono dal caso. Ed è appunto per caso                                                         un’altra dedicata
                       che nel 2004, nel corso di lavori edili                                                       alla Parma
CULTURA E TERRITORIO

                       in località Torretta di Noceto, ai margini          Rara testimonianza della                  romana con
                       meridionali del paese, è venuta alla luce          religiosità delle popolazioni              mosaici e oggetti
                       la “vasca votiva”, un reperto dell’età del                                                    in oro ritrovati
                                                                         terramaricole, la vasca votiva
                       Bronzo che non ha eguali in Europa. La
                                                                          di Noceto è al centro di un                con l’edificazione
                       sua unicità risiede nelle dimensioni, nel
                       poderoso lavoro d’ingegneria e carpen-             importante piano di ricerca,               del Teatro Regio
                       teria e soprattutto nella grande quantità        conservazione e valorizzazione
                       d’informazioni che da essa si possono
                                                                         come monumento preistorico
                       dedurre sulle conoscenze e gli usi della
                       civiltà delle terramare.
                       Databile nel XV sec. a.C., è una struttu-
                       ra lignea ai margini di un villaggio quasi      La vasca fu riempita d’acqua subito
                       interamente distrutto dalle cave di terra       dopo la sua edificazione e ne è sempre
                       fertile nel XIX sec., realizzata in una cavi-   rimasta colma, come dimostrano gli stu-
                       tà di 12 metri per 7 con 24 pali verticali di   di sulle sedimentazioni lacustri al suo in-
                       oltre 3 metri, piantati a distanza regolare     terno svolti dal Dipartimento di Scienze
                       e bloccati da un elaborato reticolo di tra-     della Terra dell’Università degli Studi di
                       vi ortogonali e diagonali che contrastano       Milano, partner del Comune di Noceto
                       la spinta del terreno. Il tutto senza alcun     e della Soprintendenza per i Beni Arche-
                       tipo d’incastro o fissaggio. Le pareti,         ologici dell’Emilia-Romagna nel progetto
                       conservate integralmente solo su due lati,      di ricerca, conservazione e valorizzazione
                       sono in parte rivestite da ciottoli di fiume.   del monumento preistorico. Ancora non
                       Questa cavità si trova all’interno di una       è chiaro come sia stata riempita e ali-
                       vasca di maggiori dimensioni (22 metri          mentata d’acqua per circa 20 anni (tanto
     PARMA economica

                                                                                                                     La sala delle statue di
                                                                                                                     Veleia nel Museo Archeo-
                                                                                                                     logico Nazionale di Parma

                        94
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                                                                                                                                   CULTURA E TERRITORIO
Due immagini della Vasca   si pensa che la vasca sia stata in uso).         Fondazione Cariparma. Al termine del
Votiva di Noceto           La posizione elevata, infatti, impedisce di      consolidamento si prevede l’allestimento
                           sfruttare la forza di gravità ma d’altra par-    di un’esposizione permanente nel centro
                           te non esistono strutture per far affluire       culturale del Comune. Intanto è possibile
                           l’acqua dall’esterno. Le particolari condi-      ammirare il sito archeologico virtualmen-
                           zioni chimiche createsi al suo interno, un       te all’indirizzo www.primopianosoluzio-
                           archivio di dati naturalistici (pollini, vege-   ni.it/roccanoceto/noceto_vasca/noce-
                           tali, ecc.) che consentirà di approfondi-        to_vasca_ONLINE.htm dove, con una
                           re la conoscenza del paesaggio padano            realizzazione in 3D, ci si immerge nella
                           nell’età del Bronzo, hanno permesso una          vasca votiva che ha riposato 3.500 anni
                           buona conservazione dei materiali depo-          sotto la terra di Noceto prima di svelare
                           sitati in quello che ormai appare come un        al mondo i suoi tesori.
                           bacino artificiale destinato ad accogliere
                           offerte votive. In esso sono stati rinve-
                           nuti oltre 150 vasi di ceramica, manu-           La dea madre di Vicofertile
                           fatti di utilizzo quotidiano come tazze e        Dopo la Sardegna, l’Emilia è la regione
                           scodelle, figure di animali legate a rituali     italiana dove è stato rinvenuto il mag-
                           domestici, cesti e attrezzi lignei, segno        gior numero di reperti neolitici, pertinenti
                           della laboriosità agricola della comunità.       soprattutto alla cultura detta “dei vasi a
La “vasca votiva”          Spiccano quattro aratri in legno ricavati        bocca quadrata” sviluppatasi tra il 5000
di Noceto è un             in un unico pezzo di quercia, e quindi ri-       e il 4300 a.C. Sono circa 150 le sepoltu-
                           salenti al periodo più antico dell’età del       re dell’epoca nel territorio tra Piacenza e
reperto dell’età
                           Bronzo, e diversi resti di fauna locale tra      Reggio Emilia, ritrovate durante gli scavi
del Bronzo senza                                                            che la Soprintendenza ha promosso ne-
                           cui due imponenti palchi di cervo. Men-
eguali in Europa,          tre ci s’interroga sulla possibile funzione      gli ultimi vent’anni, ma è in provincia di
per dimensioni,            della vasca come una sorta di “nave ce-          Parma, a Vicofertile, che nel 2006 è sta-
come opera                 leste” simile a quella che nel culto egizio      ta fatta la scoperta più sorprendente: la
d’ingegneria e             accompagnava il faraone nell’aldilà, le          statuetta della dea madre, la divinità della
per la quantità            istituzioni coinvolte nell’indagine archeo-      vita, della morte e della rinascita. Ottenu-
                                                                                                                           PARMA economica

                           logica stanno cercando di risolvere i pro-       ta da un impasto di ceramica nera, raffi-
d’informazioni
                           blemi di manutenzione, dati soprattutto          gura una donna seduta con alcuni detta-
sulle civiltà delle        dalla conservazione del legno.                   gli molto ben distinti, come le dita delle
terramare che              Un progetto di restauro è attualmente            mani, che indicano un’estrema cura nella
porta con sé               operativo, con i finanziamenti del Ministe-      realizzazione. Le sue dimensioni (è lunga
                           ro per i Beni e le Attività Culturali e della    quasi 20 centimetri) e il perfetto stato di

                                                                                                                   95
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                                                         Quando vivevamo nelle terramare
                          Se proviamo a immaginare un vil-           caccia, l’allevamento del bestiame         deforestava per procurarsi il legna-
                          laggio preistorico, pensiamo subito        e l’agricoltura intensiva con l’uso        me necessario alla costruzione del-
                          a un gruppo di capanne di legno            dell’aratro, insomma tutto concorre        le abitazioni e al rivestimento delle
                          circondate da un fossato. Questo           a disegnare una fiorente economia,         pareti dei corsi d’acqua. I contatti
                          è l’identikit delle terramare, il tipico   una solida organizzazione sociale e        con popolazioni lontane favorivano
                          insediamento che modificò l’aspet-         una vita piuttosto “agiata”.               lo scambio culturale e col tempo
                          to del territorio emiliano durante                                                    i terramaricoli abbandonarono la
                          l’età del Bronzo, come dimostrano          Cresciuta lungo una linea che attra-       pratica dell’inumazione dei defunti
                          le oltre 50 terramare rinvenute nel        versa le Alpi nella Val Camonica e         e adottarono la cremazione, im-
                          parmense. Il nome deriva dalla de-         raggiunge le sponde del Po, quella         portandola dall’Europa centrale.
                          finizione dialettale “terra marna” o       delle terramare fu la prima civiltà        Nell’arco di una generazione, tutte
                                                                     idraulica padana; i fossati che cir-       le terramare vennero abbandonate.
CULTURA E TERRITORIO

                          “terra mara”, utilizzata dai contadini
                          per indicare quel particolare terre-       condavano i villaggi, sorti sempre         Molte le cause del declino, in pri-
                                                                     accanto a un fiume, non avevano            mis l’apertura di un nuovo sentiero
                          no nerastro ricco di sostanze orga-
                                                                     funzioni difensive ma catturavano          che diventerà la futura via Emilia,
                          niche, adoperato come fertilizzante
                                                                     l’acqua da profondi pozzi e la di-         più agile per i commerci.
                          sino all’inizio del secolo scorso. Il
                                                                     stribuivano nella campagna circo-          Si ipotizza anche un brusco cam-
                          colore scuro di questa terra era do-       stante attraverso una rete di canali       biamento climatico, ma molto è da
                          vuto al lungo stazionamento di uo-         artificiali disposti a raggiera. Svilup-   imputare alla gestione ambientale
                          mini e animali negli abitati fra il XVI    patasi nell’arco di oltre 400 anni,        non ecosostenibile e all’incremen-
                          e la prima metà del XII sec. a.C. Le       la civiltà dei terramaricoli ricostruì     to demografico dovuto alla pro-
                          terramare sono il frutto delle prime       più volte i propri insediamenti che        sperità economica. In tutta l’Italia
                          colonizzazioni dell’Italia settentrio-     assunsero l’aspetto di collinette ar-      settentrionale si registrarono fe-
                          nale e fungevano da punto di par-          tificiali. Le terramare, a planimetria     nomeni simili nello stesso periodo,
                          tenza per fitti scambi commerciali         quadrangolare, potevano raggiun-           ma soltanto in Emilia occidentale
                          verso il Mediterraneo orientale, so-       gere un’estensione di 20 ettari e          e in parte di Lombardia e Veneto
                          prattutto di metalli e beni preziosi       ospitare un migliaio di persone e          il territorio si svuotò totalmente e
                          come l’ambra del Mar Baltico e le          le capanne erano unifamiliari. Intor-      così rimase per circa 400 anni, fino
                          perle di vetro micenee. I ritrovamen-      no ai villaggi il paesaggio era for-       all’arrivo degli Etruschi tra il VII e il
                          ti attestano anche la pratica della        temente modificato dall’uomo che           VI sec. a.C.

                       conservazione la rendono un reperto di              momento che la prima fase dello scavo                 La dea madre
                       eccezionale valore, unico nell’Italia set-          archeologico è stata finanziata dal pro-              di Vicofertile,
                       tentrionale.                                        prietario del cantiere e successivamente              scoperta nel
                       In passato analoghi manufatti sono venuti           la Soprintendenza ha iniziato lo studio del
                       alla luce ma sempre in frammentari e mai            sito con metodologie di indagine innova-
                                                                                                                                 2006, è un
                       in un contesto sepolcrale. La dea madre             tive e la collaborazione degli antropologi            reperto di
                       di Vicofertile, invece, fa parte del ricco          del Museo Pigorini di Roma. Nella sua                 eccezionale
                       corredo funerario di una donna matura               apparente semplicità, la statuetta della              valore anche per
                       ed era posta davanti al viso della defun-           dea madre trasmette il fascino del passa-             l’ottimo stato di
                       ta, accanto alla quale sono stati trovati           to più remoto, osservandola nel Museo                 conservazione
                       anche due vasetti.                                  Archeologico Nazionale di Parma è im-
                       La sepoltura femminile è al centro di quat-         possibile non pensare al senso del sacro
                       tro sepolture maschili, una di un bambino           dell’uomo neolitico.
                       con due asce in pietra levigata, una di
                       un giovane con una lama di ossidiana e
                       una piccola ascia, mentre i restanti due            La necropoli di Monte La
                       giovani uomini non hanno corredo fune-              Pila
                       rario e si trovano a maggiore distanza.             Raro trovare un luogo che racchiuda in
                       Tutti i corpi sono nella tipica posizione di        sé le testimonianze di diverse epoche in
                       sepoltura neolitica, rannicchiati sul fian-         vari strati, tanto ben conservate da per-
                       co sinistro con il volto rivolto verso Sud,         mettere uno studio lungo tredici anni. Il
     PARMA economica

                       ma la ricchezza degli oggetti che la cir-           sito archeologico di Monte La Pila, nel
                       condano e la posizione centrale rivelano            comune di Lesignano De’ Bagni, appar-
                       il ruolo sociale di primo piano della don-          tiene a questa categoria, evidenziando
                       na. Il ritrovamento di Vicofertile è il felice      tre fasi di insediamento: la prima attribu-
                       esempio di un’attenta politica d’indagini           ibile all’età del Bronzo Medio, Recente
                       preventive all’interno dei cantieri edili, dal      e Finale (XVII-X sec. a.C.), la seconda

                        96
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

Le scoperte
archeologiche
di Vicofertile
sono la prova
di un’attenta
politica d’indagini
preventive nei
cantieri edili, con
la collaborazione
degli antropologi
del Museo
Pigorini di Roma

                                                                                                                                       CULTURA E TERRITORIO
Il deposito delle offerte
all’interno della vasca

                                dell’età del Ferro, con reperti di popo-         partenenti ai decenni centrali del V sec.
                                lazioni etrusco-padane e liguri (V-III sec.      a.C. La vicinanza di questi materiali ha
                                a.C.), e un’ultima medievale (che non            immediatamente fatto pensare a una ne-
                                verrà trattata in questa sede). Si sapeva        cropoli, ipotesi confermata dagli scavi
                                che i territori appenninici situati nelle pro-   che hanno identificato un’area sacra a
                                vince di Parma e Reggio Emilia erano ric-        destinazione funeraria databile al V sec.
                                chi di resti preistorici e nel maggio 1993,      a.C., utilizzata prima dagli etruschi padani
                                proprio durante una ricerca archeologica         e poi dai liguri. Dei primi rimangono due
                                di superficie, è venuto alla luce il sito di     sepolture in buono stato di conservazio-
                                Monte La Pila, un’altura rocciosa tuttora        ne; dei secondi residui di roghi funebri,
                                chiamata Al Castél dalla gente del posto         segno che questa popolazione manten-
                                per via del fortilizio che spicca sulla som-     ne la destinazione del sito modificando-
                                mità. Fino a giugno 2006 l’area è stata          lo secondo le proprie usanze. Lo scavo
                                oggetto di sistematiche indagini che             archeologico, suddiviso in due parti, ha
                                hanno portato nel Museo Archeologico             evidenziato negli strati di terreno le fasi
                                Nazionale cittadino migliaia di oggetti,         della vita di questo luogo, una necropoli
                                principalmente attribuibili al villaggio ter-    rimasta in uso fino al tardo III sec. a.C.
                                ramaricolo che nell’età del Bronzo occu-
                                pava l’altura. Ma è sui reperti dell’età del     Case Nuove di Siccomonte
                                Ferro che si è concentrato il lavoro degli       Ai piedi delle prime colline, vicino a Ca-
                                studiosi. Nel Medioevo grandi masse di           briolo di Fidenza, si trova un abitato che
                                terreno sono state spostate per costruire        per struttura e materiali rinvenuti è sta-
                                il castello e quella terra si è riposizionata    to identificato dagli archeologi come un
                                lungo i versanti dell’altura. Lì, nel giugno     insediamento degli Etruschi padani che
                                2006, sono stati trovati due resti di uno        abitarono una vasta area dell’Emilia oc-
                                scheletro umano e una fibula intatta ap-         cidentale dalla seconda metà del VI sec.
                                                                                 fino alla fine del V sec. a.C. È il sito di
                                                                                 Case Nuove di Siccomonte, rinvenu-
                                                                                 to nell’autunno del 1990 a seguito de-
                                                                                 gli scavi dell’Aeronautica Militare per la
                                                                                 posa di infrastrutture del Ministero della
                                                                                 Difesa. Già dalle esplorazioni preliminari,
                                                                                                                                PARMA economica

                                                                                 effettuate con il coinvolgimento dell’Isti-
                                                                                 tuto di Archeologia dell’Università di Bo-
                                                                                 logna, e al quale hanno partecipato gli
                                                                                 allievi di Parma in una sorta di “campo-
Le figure di animali ritrova-                                                    scuola”, si è aperta una nuova pagina
te nel bacino artificiale                                                        della storia della nostra regione in età

                                                                                                                        97
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                       preromana. Case Nuove di Siccomonte             in bronzo, entrambi recanti l’impronta di         Case Nuove di
                       si estende su un pianoro di oltre 11 ettari     un ramo secco, probabilmente oggetti              Siccomonte, sito
                       ed è un villaggio che ci racconta la quo-       con valore premonetale. Gli scavi hanno
                                                                                                                         rinvenuto nel
                       tidianità dei suoi abitanti, il loro lavoro e   appurato che nel V sec. a.C. gli abitanti
                       i cambiamenti della comunità nel corso          di Case Nuove avrebbero abbandonato               1990, si estende
                       del tempo.                                      in parte la lavorazione dei metalli per de-       su un pianoro
                       Sono stati infatti individuati impianti         dicarsi all’agricoltura e all’allevamento.        di oltre 11 ettari
                       produttivi, capanne, canalizzazioni per         Lo testimonia una serie di canali d’irri-         vicino a Fidenza,
                       l’approvvigionamento d’acqua, zone di           gazione che attraversa l’insediamento in          ed è stato
                       servizio. In particolare, nel settore più       tutta la sua lunghezza e i reperti di anima-
                                                                                                                         identificato come
                       occidentale del sito, è stato localizzato       li quali bovini e suini. Si possono trarre
                       un gruppo di quattro abitazioni, differenti     interessanti conclusioni anche sul clima,         un insediamento
                       per forma e dimensioni, ma identiche per        più freddo dell’attuale stando ai resti del-      degli Etruschi
                       criteri costruttivi che richiamano analoghi     le specie arboree rinvenute, tra le quali         padani
                       villaggi ritrovati a Bologna, Reggio Emi-       querce, carpini e faggi che formavano un
CULTURA E TERRITORIO

                       lia, Modena e Mantova, il territorio della      bosco ai margini del villaggio.
                       cosiddetta Etruria padana i cui confini         La spiccata vocazione alla lavorazione
                       sono stati spostati più a Ovest proprio         dei metalli e al lavoro agricolo fu affian-
                       dopo il rinvenimento di Case Nuove. Una         cata col tempo dalla produzione di ce-
                       rettangolare, due ovali e una a struttura       ramiche e dalla filatura e tessitura. Nelle
                       composita, tutte le capanne avevano una         abitazioni, accanto a telai e rocchetti, è
                       copertura in materiale deperibile (legno        stato trovato vasellame molto vario e di
                       o frasche) e un pavimento in terra battu-       fattura raffinata, ma con una peculiarità:
                       ta al di sotto del quale una fossa aveva        su alcuni esemplari si nota una rugosità
                       funzione di drenaggio. Al centro dell’in-       in superficie, data da applicazioni di argil-
                       sediamento si trova un pozzo in ciottoli        la fluida, mai riscontrata in altri siti coevi.
                       fluviali che si presume di notevole pro-        Gli abitanti di Case Nuove erano avanza-
                       fondità, dal momento che dopo averlo            ti dal punto di vista culturale e tenevano
                       svuotato per circa 5 metri non si è riusciti    rapporti commerciali con la civiltà atesi-
                       a raggiungere il fondo. Tra una capanna         na e gli altri insediamenti dell’Etruria pa-
                       e l’altra sono state individuate delle fosse    dana, ma si spinsero anche oltre come
                       utilizzate in origine come cave d’argilla e,    dimostrano anfore greche da olio e da
                       una volta esaurite, riempite con materiale      vino, evidentemente d’importazione.
                       di scarico. Ma quali erano le abitudini dei
                       nostri antenati?                                Gli antichi Romani sono tra
                                                                       noi
                           La spiccata vocazione alla                  I Romani hanno plasmato Parma e il terri-
                       lavorazione dei metalli e al lavoro             torio parmense con la rapidità e l’ingegno
                                                                       che hanno contraddistinto la loro storia.
                        agricolo fu affiancata col tempo               Le indagini archeologiche per ritrovare
                         dalla produzione di ceramiche,                le loro tracce hanno segnato nell’ultimo
                             dalla filatura e tessitura

                       Le risposte arrivano dai numerosi oggetti
                       raccolti, tra cui figurano dei grandi vasi
                       di ceramica grezza dotati di beccucci,
                       scorie di fusione e un’enorme quantità di
                       lingottini metallici di ogni forma e dimen-
                       sione. L’analisi di questi ultimi ha cata-
                       logato tre tipi di lega di bronzo, il che fa
                       pensare a una popolazione dedita alla la-
                       vorazione dei metalli che aveva raggiun-
                       to una certa perizia e conoscenza. Nella
     PARMA economica

                       zona “produttiva” dell’abitato anche ma-
                       teriali in ferro e piombo, oltre a ornamenti
                       tipo fibule, spilloni, pendagli e frammenti
                       di una collana in vetro multicolore. Ciò
                       che ha attirato l’attenzione degli studiosi                                                       resti di un cesto nella
                       sono due lingotti, uno in piombo e l’altro                                                        vasca di Noceto

                        98
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

                                                                           è possibile ammirare una piccola espo-
                                                                           sizione dei reperti rinvenuti nella Villa di
                                                                           Cannetolo, tra cui figurano monete, at-
                                                                           trezzi agricoli, gioielli e vasi. Un’iniziativa
                                                                           nata dalla collaborazione tra il Comune,
                                                                           la Tav e la Soprintendenza per i Beni Ar-
                                                                           cheologici dell’Emilia Romagna che fa
                                                                           comprendere come dai “lavori in corso”
                                                                           che ci infastidiscono e intralciano le no-
                                                                           stre giornate possono scaturire a volte
                                                                           delle inaspettate scoperte.
                                                                           La medesima filosofia porterà presto
                                                                           all’allestimento di una mostra permanen-
                                                                           te nel sottopasso di via Mazzini, a Par-
                                                                           ma, dove sarà esposta una parte dei resti

                                                                                                                                     CULTURA E TERRITORIO
                                                                           del ponte romano rinvenuto al secondo
                                                                           piano interrato del parcheggio di piazza
                                                                           Ghiaia.
                                                                           È un ritrovamento dell’aprile 2010 che ha
                                                                           portato alla luce reperti riferibili all’epoca
                                                                           romana tra l’età repubblicana e il periodo
                                                                           tardo dell’impero, che rendono tangibili
1907: gli scavi della       decennio due grandi successi: la Villa         gli sforzi compiuti dall’uomo per adatta-
terramara di Parma, sotto   romana di Cannetolo e il sito emerso           re le difese spondali ai periodici sposta-
l’antica Casa Mauri         durante gli scavi per realizzare la nuova      menti dell’alveo del torrente Parma. Una
                            piazza Ghiaia.                                 serie di pali lignei formano una palizzata
                                                                           databile alla prima fase repubblicana,
                                                                           come la grande buca presso il margine
                                                                           Sud-Ovest del cantiere, forse uno spa-
                            Due le scoperte d’epoca romana                 zio sacro destinato al culto delle acque
                            degli ultimi anni: la Villa romana             considerando le migliaia di oggetti votivi
                             di Cannetolo e il sito rinvenuto              al suo interno.
                                                                           Questa buca rappresenta inoltre il più
                             presso la nuova piazza Ghiaia
                                                                           grande deposito di monete romane mai
                                                                           recuperato in Emilia Romagna.
                                                                           Alla seconda fase di età imperiale appar-
                            Partiamo dalla Villa di Cannetolo, a 4
                                                                           tiene un’altra palizzata con grossi bloc-
                            km a Nord della via Emilia. Scoperta nel
                                                                           chi di travertino posizionati a rinforzo dei
                            2004 nel corso delle ricerche prelimina-
                                                                           pali, mentre una grande struttura mura-
                            ri alla costruzione della linea ferroviaria
                                                                           ria è stata identificata come una pila del
                            ad alta velocità, si presenta suddivisa in
                                                                           ponte anteriore a quello rinvenuto negli
                            due parti, una rustica e l’altra residenzia-
                                                                           anni ’60, oggi visibile nel sottopasso di
                            le. La prima, che occupa una superficie
                                                                           via Mazzini.
                            di circa 2.700 mq, è dotata di pozzi e
                                                                           Dopo l’autorizzazione della Soprinten-
                            strumenti per la macinazione dei cereali,
                                                                           denza, firmata il 18 agosto 2011, biso-
                            con ambienti disposti su tre lati di una
                                                                           gnerà attendere la risoluzione dei pro-
                            vasta area cortilizia porticata; la seconda
                                                                           blemi tecnici posti dallo spostamento del
                            è collocata nella zona più settentrionale
                                                                           pilone.
                            del complesso e ha un impianto di riscal-      Ciò che non è possibile traslocare, sarà
                            damento pavimentale. Il nucleo più anti-       comunque fruibile attraverso calchi e ri-
                            co, un piccolo edificio a Sud-Ovest della      costruzioni tridimensionali.
Presso la Rocca             villa, è ascrivibile alla seconda metà del     Così i due vecchi ponti della Parma ro-
Sanvitale di                I sec. d.C., l’epoca dell’ascesa al potere     mana saranno uno accanto all’altro per
Fontanellato                di Augusto.                                    restituire alla città una pagina della storia
è allestita                 Gli ampliamenti e le modifiche della strut-
                                                                                                                             PARMA economica

                                                                           delle sue infrastrutture.
un’esposizione di           tura sono proseguiti fino alla seconda
                            metà del III sec. d.C., epoca del pro-
reperti rinvenuti           gressivo abbandono.                            Altri ritrovamenti di età in
nella Villa di              All’interno della Rocca Sanvitale di Fon-      età
Cannetolo                   tanellato, nel punto informativo nazionale     Abbiamo raccontato fino a ora le scoper-
                            della Tav inaugurato nel giugno 2005,          te archeologiche che nella provincia han-

                                                                                                                    99
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO
CULTURA E TERRITORIO

                                                                                                                         Sopra, a sinistra, la sta-
                       no destato più ammirazione e interesse,
                                                                                                                         tuetta della dea madre di
                       anche a livello internazionale. Ma sono
                       innumerevoli le tracce archeologiche rin-               La pianura padana era                     Vicofertile, a destra, una
                                                                           scarsamente popolata nella                    delle sepolture ritrovate nel
                       venute nel territorio parmense dalla se-
                                                                                                                         sito archeologico di Monte
                       conda metà del XIX sec. ad oggi, soprat-           fase più antica del Neolitico e                La Pila.
                       tutto riferibili alla preistoria. Prendiamo in    di questo periodo nel parmense
                       considerazione brevemente le principali.
                                                                              è stata ritrovata una sola
                       UÊ*>iœˆÌˆVœ                                         testimonianza: l’abitato di
                       Circa 200.000 anni fa, in pieno Paleoli-                       Benefizio
                       tico, il parmense era popolato dall’uomo
                       di Neanderthal che s’insediò soprattutto
                       nella zona collinare per cacciare al ripa-       Il villaggio di Benefizio ha continuato a
                       ro dalle alluvioni che imperversavano in         essere abitato anche nelle fasi più evo-
                       pianura. Sulle alture di Traversetolo sono       lute del Neolitico, quando nel parmense
                       state trovate alcune testimonianze della         si diffuse la “cultura dei vasi a bocca
                       vita di questi antenati, fra le quali alcu-      quadrata” (a partire dal 5000 a.C.), ca-
                       ne rudimentali selci scheggiate conser-          ratterizzata da incremento demografico,
                       vate presso il Museo di Paleontologia            uno sviluppo economico e scambi com-
                       dell’Università di Parma. Sono queste le         merciali con altri territori. Di questo pe-
                       testimonianze più antiche della presenza         riodo sono state rinvenute fosse rituali e
                       umana nel territorio.                            altre strettamente funzionali al cui interno
                                                                        sono stati rinvenuti resti della lavorazione
                       UÊ iœˆÌˆVœ                                      di perline di steatite. Interessanti anche
                       - La pianura padana era scarsamente po-          le nove sepolture a inumazione.
                       polata nella fase più antica del Neolitico
                       (5600-5000 a.C.) e di questo periodo nel         - Il più vasto sepolcreto neolitico dell’Ita-
                       parmense è stata ritrovata una sola testi-       lia settentrionale si trova a Nord di via
                       monianza: l’abitato di Benefizio, all’incro-     Guidorossi, a Parma. Comprende 55
     PARMA economica

                       cio tra via Spezia e la tangenziale Sud di       tombe, pertinenti alla seconda fase della
                       Parma. Giunto fino a noi in perfetto stato       “cultura dei vasi a bocca quadrata”, di-
                       di conservazione, grazie agli oltre 3 metri      sposte tra le strutture abitative. Un terzo
                       di depositi alluvionali di un antico canale,     delle sepolture è completo di un corredo
                       l’insediamento era composto da capan-            funerario di rilievo. Il sepolcreto è parte di
                       ne di forma circolare.                           un sito di notevoli dimensioni, impiantato

                        100
Parma, culla dell'archeologia moderna
CULTURA E TERRITORIO

Una fotografia aerea della
Villa romana di Cannetolo.

                                                                                                                                         CULTURA E TERRITORIO
                                sui dossi ghiaiosi dell’antico percorso         me risalenti all’epoca della “ceramica a
                                del torrente Baganza, come l’abitato di         squame” (tra la fine del IV e l’inizio del III
                                Benefizio. I resti del villaggio di via Gui-    millennio a.C.) già rinvenuti nel modene-
                                dorossi documentano la fiorente agricol-        se e in Puglia.
Gli scavi nel villaggio etru-   tura, soprattutto la coltivazione di cereali
sco di Siccomonte.              e legumi e la raccolta di frutta.               - Anche il sito neolitico di Benefizio mo-
                                                                                stra tracce di occupazione nella succes-
                                - Come per l’epoca più antica, anche            siva età del Rame. Il villaggio ha restituito
                                per il Neolitico è noto soltanto un inse-       oggetti appartenenti a tutti gli stili di ce-
                                diamento in località Botteghino, lungo via      ramica caratteristici dell’epoca e una fitta
                                Traversetolo. Circondato da un canale           rete di buchi nel terreno è quanto rimane
                                naturale, nel quale in seguito è stato col-     delle antiche capanne rettangolari con
                                locato un pozzo, il villaggio era abitato tra   annessi pozzi, ripostigli e focolari.
                                il 4500 e il 4200 a.C. Le capanne sono
                                state realizzate in più fasi e al loro inter-   - Un insediamento di dimensioni eccezio-
                                no sono stati ritrovati i granai sorretti da    nali e con un impianto molto ben strut-
                                pali, mentre all’esterno sono riconoscibili     turato è venuto alla luce presso via Gui-
                                i resti di focolari.                            dorossi nel 2007. Lo scavo si svolge su
                                                                                due piani e in corrispondenza di quello
                                UÊ ÌDÊ`iÊ,>“i                                  inferiore sono stati trovati nove edifici in
                                - L’età del Rame è sempre stata poco            parte sovrapposti, il che dimostrerebbe
                                documentata nell’Italia settentrionale,         una lunga occupazione e diverse fasi edi-
                                se si escludono sporadici ritrovamenti          lizie. Insieme al sito di Benefizio, questo
                                di superficie. Nel territorio parmense la       di via Guidorossi dimostra l’esistenza nel
                                lacuna è stata parzialmente colmata sol-        nostro territorio d’insediamenti articolati
                                tanto nell’ultimo ventennio, quando im-         e stabili durante tutta l’età del Rame.
                                portanti campagne di scavo hanno sve-
                                lato la complessità degli insediamenti di       - È soltanto una semplice sepoltura, ma
                                quest’epoca databili intorno alla metà del      la sua importanza risiede nel fatto di es-
                                                                                                                                 PARMA economica

                                IV millennio a.C.                               sere l’unica dell’età del Rame emersa nel
                                La prima importante scoperta risale al          parmense. Rinvenuta nel 1999 a Fraore,
                                1992. Una vasta e profonda depressio-           si tratta della tomba di un adulto rannic-
                                ne nei pressi dell’aeroporto cittadino si       chiato sul fianco sinistro con le mani da-
                                è rivelata un bacino contenente numero-         vanti al volto. Dietro la nuca è posata una
                                si resti di fauna e frammenti di vasella-       piastrina di rame.

                                                                                                                       101
CULTURA E TERRITORIO

                                                                      hanno verificato l’esistenza di un grande       Luigi Pigorini
                       UÊ ÌDÊ`iÊ Àœ˜âœ                               insediamento di sette-otto ettari, contro       scoprì nel 1864
                       - Le maggiori informazioni sull’epoca          l’ettaro e mezzo di media delle terrama-
                                                                                                                      la sepoltura di
                       più antica dell’età del Bronzo si posso-       re coeve, delimitato da un argine in ar-
                       no trarre dallo scavo di Beneceto, dove        gilla.                                          Fraore: di cultura
                       sono state trovate tracce di popolamen-        Nel sito sono state trovate tracce di at-       etrusco-padana
                       to precedente alla già conosciuta terra-       tività metallurgiche e resti di materiali       della seconda
                       mara del luogo; tracce che confermano          preziosi come l’ambra, il che conferma          metà del V sec.
                       l’influenza nel territorio della “cultura di   l’importanza del villaggio.                     a.C., conserva
                       Polada”, originaria del Lago di Garda e        Tra il 2002 e il 2004, circa 400 metri a
                                                                                                                      gioielli tipici
                       inquadrabile nel XIX sec. a.C.                 Nord, è emersa una necropoli con se-
                                                                      polture in urna riconducibile alla terra-       della cosiddetta
                       - Soltanto in Europa centrale e orientale è    mara.                                           “cultura di
                       possibile trovare siti funerari dell’età del                                                   Golasecca”
                       Bronzo paragonabili a quello rinvenuto a       - È nota come la terramara di Forno del
CULTURA E TERRITORIO

                       Ovest di via Traversetolo, dove un gran-       Gallo ed è stata scoperta in località Be-
                       de tumulo di quasi 20 metri di diametro        neceto nel corso degli scavi per la rea-
                       è circondato da otto piccoli tumuli che        lizzazione dell’alta velocità. Si tratta di
                       presentano sulla sommità un ammasso            un grande insediamento dalla struttura
                       di ciottoli.                                   molto complessa che è stato occupa-
                                                                      to per tutta l’età del Bronzo. Le grandi
                       - Nel Bronzo Medio e Recente la terra-         capanne rettangolari, poste su palafitta
                       mara era la tipologia di insediamento pe-      per mantenerle all’asciutto, identificano
                       culiare nel parmense. Fin dal 1864 Pigo-       la zona abitativa, costruita su un dosso
                       rini ha intrapreso campagne di scavo che       di 70 metri di larghezza, databile nella
                       hanno localizzato una grande terramara         seconda metà del V sec. a.C. Scorie e
                       sotto i quartieri nordorientali della città.   forme di fusione sono state rinvenute
                       Successivamente agli scavi realizzati ne-      in quello che doveva essere il quartiere
                       gli anni 1998, 2002 e 2005 si è ipotizzata     produttivo. E qui è venuto alla luce un
                       un’estensione di circa 6 ettari sviluppata     oggetto unico: una matrice a forma di
                       tra viale Mentana, stradello San Girola-       ferro di cavallo, mai ritrovata in altri siti
                       mo e Strada Nuova, passando per gli orti       archeologici italiani dell’età del Bronzo.
                       delle suore Luigine.                           Poco fuori l’abitato, una necropoli ha
                       Resti di una necropoli collegata a questo      portato fino a noi 110 urne cinerarie.
                       insediamento sono emersi nel 1967 in
                       Piazzale della Macina. In occasione del        UÊ ÌDÊ`iÊiÀÀœ
                       Convegno per il Progresso delle Scien-         - Come tutti i principali rinvenimenti
                       ze del 1907, uno scavo nel giardino            dell’età del Ferro nel parmense, anche
                       dell’antica Casa Mauri, all’inizio di Borgo    il locale scoperto casualmente a Quin-
                       Valorio, ha individuato le palificate della    gento di San Prospero nel 1871 è in-
                       terramara di Parma, abitata in un periodo      quadrabile tra il VII e il V sec. a.C, ai
                       compreso tra il XVI e l’inizio del XII sec.    tempi dell’espansione etrusca in pianura
                       a.C.                                           padana. Il locale è venuto alla luce negli
                       Tutti i materiali recuperati (un centinaio     strati superficiali di una terramara e al
                       di pezzi soprattutto ceramici) sono oggi       suo interno sono stati trovati otto lingot-
                       conservati nel Museo Archeologico Na-          ti di rame ferroso, dei quali sei recanti
                       zionale.                                       il signum, ovvero un’impronta di ramo
                                                                      secco che conferiva ai lingotti valore di
                                                                      moneta.
                         Nel Bronzo Medio e Recente
                                                                      - Fu Luigi Pigorini in persona a scoprire
                          la terramara era la tipologia               nel 1864 la sepoltura di Fraore, appar-
                         di insediamento peculiare nel                tenente a una donna di rango molto ele-
                                   parmense                           vato. Pur essendo ascrivibile alla cultura
                                                                      etrusco-padana della seconda metà del
     PARMA economica

                                                                      V sec. a.C., nella tomba sono stati rin-
                       - Localizzata già nel XIX sec., la terra-      venuti dei gioielli tipici della cosiddetta
                       mara di Quingento di San Prospero ha           “cultura di Golasecca”, collocabile tra
                       svelato la sua importanza solo negli ulti-     Piemonte, Liguria e Lombardia, il che fa
                       mi anni quando l’uso della fotografia ae-      supporre rapporti e influenze tra le due
                       rea e le frequenti ricerche di superficie      popolazioni.

                        102
CULTURA E TERRITORIO

                                                                                                                                    CULTURA E TERRITORIO
I resti del ponte romano      - Nei pressi di Baganzola, di fronte alle      etruschi per i loro vasi), portate alla luce
rinvenuto al secondo piano    Fiere di Parma, nel 2002 sono state ri-        più a Est, vicino a San Pancrazio, tra il
interrato del parcheggio di   trovate porzioni di capanne lignee e al-       2006 e il 2009.
piazza Ghiaia                 cune piccole fornaci.
                              Accanto a queste, un sepolcreto con
                              una decina di tombe a incinerazione,
                              parzialmente danneggiato in epoca ro-
                              mana, quando le fosse furono svuotate          BIBLIOGRAFIA E WEBGRAFIA
                              e riconvertite in deposito per i rifiuti.
                              Circa la metà delle tombe è comunque           AA.VV., Andare per conoscere e capire
                              integra, con le ceneri deposte dentro          in provincia di Parma, (progetto di tu-
                              grandi urne alte circa 60 cm decorate          rismo educativo dell’Assessorato pro-
                              all’interno e con numerosi oggetti di          vinciale al turismo con la collaborazione
                              corredo.                                       del Provveditorato agli Studi di Parma),
                                                                             ed. Tecnografica, Parma 1988.
                              - Una X marcata a crudo su un’anfora           AA.VV., Testimonianze etrusche in Emi-
                              etrusca è il più antico contrassegno           lia Occidentale, Soprintendenza Arche-
                              dell’età del Ferro restituito nel nostro       ologica dell’Emilia Romagna-Museo Ar-
                              territorio.                                    cheologico Nazionale, VII Settimana dei
                              Quest’anfora, utilizzata per il trasporto      Beni Culturali, Parma, 1991.
                              del vino, è parte dei materiali rinvenuti      L. Farinelli. P. Mendogni, G. Godi, Gui-
                              nel villaggio in località Fraore, individua-   da di Parma, Artegrafica Silva, Parma,
                              to da Pigorini nel 1873.                       1987.
                              In tempi più recenti, in prossimità del vil-   M. Villa, Vasca votiva di Noceto. Ritorno
                                                                                                                            PARMA economica

                              laggio, sono stati numerosi i rinvenimen-      alla preistoria, «Gazzetta di Parma», 2
                              ti di superficie nell’area occupata da un      aprile 2011, p. 5.
                              insediamento terramaricolo, ai quali           www.archeobo.arti.beniculturali.it
                              pare siano collegate anche le fornaci          www.archeologia.parma.it
                              per la produzione di bucchero (la carat-       www.comune.noceto.pr.it
                              teristica ceramica nera prodotta dagli         www.disat.unimib.it

                                                                                                                  103
Puoi anche leggere