Parma, culla dell'archeologia moderna
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CULTURA E TERRITORIO Parma, culla dell’archeologia moderna L’archeologia moderna è nata a Parma. Viaggio alla scoperta dei più importanti ritrovamenti nel parmense, alcuni senza eguali in Europa STEFANIA DELENDATI CULTURA E TERRITORIO A ll’intuito di Luigi Pigorini, nativo di stessi insediamenti terramaricoli su cui Fontanellato e con una grande pas- nel 183 a.C. fu fondata la colonia romana sione per la storia antica, si deve di Parma. Da questa scoperta prende le l’origine dell’archeologia italiana. Grazie a mosse l’archeologia moderna e comincia lui Parma è la culla degli studi archeolo- una “caccia” alle testimonianze del nostro gici nel nostro Paese. Enfant prodige, a passato più antico che continua ancora soli sedici anni, nel 1858, è allievo pres- oggi. so il Museo d’Antichità cittadino (l’attua- le Museo Archeologico Nazionale) di cui Museo Archeologico Nazio- assume la direzione dal 1867 al 1875, e si fa promotore di una sezione di antichità nale, il più visitato della re- preistoriche secondo il modello delle mi- gione gliori istituzioni museali europee dell’epo- Delle 61.280 persone che nel 2011 han- ca. Pigorini è anche il fondatore nel 1876 no visitato i musei e gli scavi archeologici del Museo Nazionale di Preistoria ed Et- della nostra regione, 16.296 hanno var- nografia di Roma che porta ancora il suo cato la soglia del Museo Archeologico nome. Nel 1861, insieme al naturalista Nazionale di Parma, piazzandolo al primo Pellegrino Strobel e al direttore del Gabi- posto nella classifica dei musei più visita- netto di Antichità Patrie di Reggio Emilia, ti dell’Emilia Romagna. Costituito ufficial- Gaetano Chierici, dà il via all’esplorazione mente dal governo borbonico il 1° ago- di alcuni dossi artificiali nella campagna sto 1761, è nato come concretizzazione parmense detti “terre marne”. Conside- di un’idea del 1747 quando vennero alla rati da sempre siti funerari dei Galli e dei luce i resti dell’antica città romana di Ve- Romani, Pigorini dimostra trattarsi invece leia e tra essi la famosa Tavola alimen- d’insediamenti dell’età del Bronzo; quegli taria traianea, la più grande iscrizione in Biografia di Luigi Pigorini 10 gennaio 1842: Luigi Pigorini Gaetano Chierici fonda il Bul- la Pubblica Istruzione affida a Pi- nasce a Fontanellato lettino di Paletnologia Italiana, gorini la prima cattedra italiana una delle prime riviste in Europa di Paletnologia dell’Università di 1858: è allievo presso il Museo dedicate alla preistoria, ed entra Roma di cui rimane titolare per d’Antichità di Parma nella direzione generale dei Mu- quarant’anni sei e degli Scavi d’Antichità a 1863: compie viaggi in Svizzera, Roma 1912: è nominato Senatore Toscana, Roma e Napoli PARMA economica 14 marzo 1876: inaugurazione del 1919: diventa vicepresidente del 1867: dopo la laurea in Scienze po- Museo Preistorico Etnografico di Senato litiche e amministrative, diventa diret- Roma voluto da Pigorini, che oggi tore del Museo d’Antichità di Parma porta il suo nome 1 aprile 1925: muore a Padova nella casa del figlio dove si era 1875: con Pellegrino Strobel e 1877: il Consiglio Superiore del- ritirato per motivi di salute 92
CULTURA E TERRITORIO Luigi Pigorini Sono gli anni dall’illuminata direzione di Pietro De Lama che riordina le collezioni e trova posto a monete e gioielli rinvenuti scavando le fondamenta del Teatro Re- gio. Nel frattempo arrivano da Roma le sculture del Palatino e altre statue della città eterna in precedenza appartenute ai Gonzaga. È la duchessa Maria Luigia ad assegnare al Museo l’attuale collocazio- ne, nell’ala sudoccidentale del Palazzo della Pilotta, e sempre grazie al suo in- teressamento arrivano nuove raccolte di monete, ceramica greca, oggetti etruschi ed egizi. Continuano anche le scoperte in città, come il Teatro romano in via Fari- CULTURA E TERRITORIO ni e i rinvenimenti durante la costruzione della facciata del Collegio Maria Luigia. Nel 1866, dopo l’Unità d’Italia, l’Acca- demia di Belle Arti cede al Museo le 12 statue marmoree della basilica di Veleia e l’anno successivo il direttore Luigi Pigo- rini inizia a dare consistenza alla raccolta preistorica, ancora oggi considerata una delle più importanti del Paese. Per quasi 60 anni, dalla seconda metà dell’’800 ai bronzo dell’antichità tuttora conservata a primi anni ‘30, una smania collezionistica Parma. priva di un criterio preciso porta all’ac- quisizione dei materiali più disparati, dai mobili medioevali agli oggetti etnografici, Nasce con la scoperta della città che poco hanno a che vedere con l’ar- romana di Veleia e della famosa cheologia. Negli anni successivi viene Tavola alimentaria traianea la ceduto tutto ciò che non risponde alle più grande iscrizione in bronzo funzioni del Museo e, dopo i bombar- damenti della seconda guerra mondiale dell’antichità che danneggiano gravemente una parte della Pilotta, si arriva all’attuale allesti- mento che risale al 1965. Anche se da Il nucleo originale è appunto composto più parti si sottolinea la necessità di una dagli oggetti rinvenuti a Veleia e per lun- nuova sistemazione, più adatta alle odier- go tempo il Ducale Museo d’antichità, ne esigenze museali, le sale del museo com’era allora chiamato, è stato l’unico archeologico non mancano di suscitare esempio nell’Italia settentrionale d’isti- la meraviglia dei visitatori. Tra i pezzi più tuzione nata in seguito a una scoperta ammirati, da segnalare la colossale testa archeologica. Ospitato inizialmente in di Zeus proveniente dal colle Palatino, la un piccolo edificio adiacente alla Pilotta suggestiva e misteriosa collezione egizia che già accoglieva le raccolte numisma- con il sarcofago del sacerdote Shepse- tiche farnesiane, verso la fine del ‘700 sptah e la curiosa mummia di gatto che ha iniziato ad arricchirsi dei materiali del è stata esposta fino al 15 gennaio 2012. sito dell’antica Luceria (Reggio Emilia), Numerosi i vasi greci, mentre l’intero pia- degli oggetti di occasionali ritrovamenti no terra ospita la sezione preistorica del nel parmense e di importanti collezioni parmense. Anche la Parma romana ha di monete. Deceduto il primo direttore, un’area dedicata che ospita le sculture Paolo Maria Paciaudi, gli succede An- del foro, marmi architettonici, monumenti gelo Schenoni che con le scarse risorse funerari, oltre a bronzi, mosaici e ogget- economiche a disposizione non può far ti in oro fortuitamente ritrovati durante i PARMA economica altro che incrementare il solo patrimo- lavori di costruzione del Teatro Regio. Il nio numismatico. A partire dal 1803, in Museo è un luogo che racchiude il pas- seguito al dominio francese, il Museo sato con un piede nell’attualità, e vuole viene spogliato dei pezzi più prestigiosi far conoscere l’archeologia a un vasto che prendono la via di Parigi e tornano a pubblico attraverso diverse iniziative. Le Parma solo dopo il Congresso di Vienna. ultime in ordine di tempo Un anno d’ar- 93
CULTURA E TERRITORIO gento, dedicato agli over 65, che illustra per 13 e 4 di profondità). Ma perché i no- Tra i pezzi i reperti di punta del Museo a questa stri progenitori avvertirono la necessità più preziosi fascia d’età; A scuola nei Musei, che di realizzare una tale opera, nonostante del Museo: la nell’anno scolastico 2011-2012 ha pro- l’oneroso lavoro e le risorse che avrebbe mosso una serie di percorsi gratuiti per comportato? Evidentemente era di vita- colossale testa le scuole di Parma e provincia. Da non le importanza per la comunità e i reperti di Zeus del dimenticare i programmi didattici, acces- trovati al suo interno, come i vasi posati colle Palatino, la sibili su prenotazione, con visite guidate e non gettati a caso, inducono a ritenere collezione egizia per persone non vedenti o ipovedenti e la che fosse un luogo di culto, forse dedi- con il sarcofago possibilità di manipolare alcuni oggetti. cato a un episodio o a un personaggio di Shepsesptah, importante; una rarissima testimonianza della religiosità delle popolazioni terra- una ricca sezione La vasca votiva di Noceto preistorica e Le più sorprendenti scoperte spesso na- maricole che si pensava fossero atee. scono dal caso. Ed è appunto per caso un’altra dedicata che nel 2004, nel corso di lavori edili alla Parma CULTURA E TERRITORIO in località Torretta di Noceto, ai margini Rara testimonianza della romana con meridionali del paese, è venuta alla luce religiosità delle popolazioni mosaici e oggetti la “vasca votiva”, un reperto dell’età del in oro ritrovati terramaricole, la vasca votiva Bronzo che non ha eguali in Europa. La di Noceto è al centro di un con l’edificazione sua unicità risiede nelle dimensioni, nel poderoso lavoro d’ingegneria e carpen- importante piano di ricerca, del Teatro Regio teria e soprattutto nella grande quantità conservazione e valorizzazione d’informazioni che da essa si possono come monumento preistorico dedurre sulle conoscenze e gli usi della civiltà delle terramare. Databile nel XV sec. a.C., è una struttu- ra lignea ai margini di un villaggio quasi La vasca fu riempita d’acqua subito interamente distrutto dalle cave di terra dopo la sua edificazione e ne è sempre fertile nel XIX sec., realizzata in una cavi- rimasta colma, come dimostrano gli stu- tà di 12 metri per 7 con 24 pali verticali di di sulle sedimentazioni lacustri al suo in- oltre 3 metri, piantati a distanza regolare terno svolti dal Dipartimento di Scienze e bloccati da un elaborato reticolo di tra- della Terra dell’Università degli Studi di vi ortogonali e diagonali che contrastano Milano, partner del Comune di Noceto la spinta del terreno. Il tutto senza alcun e della Soprintendenza per i Beni Arche- tipo d’incastro o fissaggio. Le pareti, ologici dell’Emilia-Romagna nel progetto conservate integralmente solo su due lati, di ricerca, conservazione e valorizzazione sono in parte rivestite da ciottoli di fiume. del monumento preistorico. Ancora non Questa cavità si trova all’interno di una è chiaro come sia stata riempita e ali- vasca di maggiori dimensioni (22 metri mentata d’acqua per circa 20 anni (tanto PARMA economica La sala delle statue di Veleia nel Museo Archeo- logico Nazionale di Parma 94
CULTURA E TERRITORIO CULTURA E TERRITORIO Due immagini della Vasca si pensa che la vasca sia stata in uso). Fondazione Cariparma. Al termine del Votiva di Noceto La posizione elevata, infatti, impedisce di consolidamento si prevede l’allestimento sfruttare la forza di gravità ma d’altra par- di un’esposizione permanente nel centro te non esistono strutture per far affluire culturale del Comune. Intanto è possibile l’acqua dall’esterno. Le particolari condi- ammirare il sito archeologico virtualmen- zioni chimiche createsi al suo interno, un te all’indirizzo www.primopianosoluzio- archivio di dati naturalistici (pollini, vege- ni.it/roccanoceto/noceto_vasca/noce- tali, ecc.) che consentirà di approfondi- to_vasca_ONLINE.htm dove, con una re la conoscenza del paesaggio padano realizzazione in 3D, ci si immerge nella nell’età del Bronzo, hanno permesso una vasca votiva che ha riposato 3.500 anni buona conservazione dei materiali depo- sotto la terra di Noceto prima di svelare sitati in quello che ormai appare come un al mondo i suoi tesori. bacino artificiale destinato ad accogliere offerte votive. In esso sono stati rinve- nuti oltre 150 vasi di ceramica, manu- La dea madre di Vicofertile fatti di utilizzo quotidiano come tazze e Dopo la Sardegna, l’Emilia è la regione scodelle, figure di animali legate a rituali italiana dove è stato rinvenuto il mag- domestici, cesti e attrezzi lignei, segno gior numero di reperti neolitici, pertinenti della laboriosità agricola della comunità. soprattutto alla cultura detta “dei vasi a La “vasca votiva” Spiccano quattro aratri in legno ricavati bocca quadrata” sviluppatasi tra il 5000 di Noceto è un in un unico pezzo di quercia, e quindi ri- e il 4300 a.C. Sono circa 150 le sepoltu- salenti al periodo più antico dell’età del re dell’epoca nel territorio tra Piacenza e reperto dell’età Bronzo, e diversi resti di fauna locale tra Reggio Emilia, ritrovate durante gli scavi del Bronzo senza che la Soprintendenza ha promosso ne- cui due imponenti palchi di cervo. Men- eguali in Europa, tre ci s’interroga sulla possibile funzione gli ultimi vent’anni, ma è in provincia di per dimensioni, della vasca come una sorta di “nave ce- Parma, a Vicofertile, che nel 2006 è sta- come opera leste” simile a quella che nel culto egizio ta fatta la scoperta più sorprendente: la d’ingegneria e accompagnava il faraone nell’aldilà, le statuetta della dea madre, la divinità della per la quantità istituzioni coinvolte nell’indagine archeo- vita, della morte e della rinascita. Ottenu- PARMA economica logica stanno cercando di risolvere i pro- ta da un impasto di ceramica nera, raffi- d’informazioni blemi di manutenzione, dati soprattutto gura una donna seduta con alcuni detta- sulle civiltà delle dalla conservazione del legno. gli molto ben distinti, come le dita delle terramare che Un progetto di restauro è attualmente mani, che indicano un’estrema cura nella porta con sé operativo, con i finanziamenti del Ministe- realizzazione. Le sue dimensioni (è lunga ro per i Beni e le Attività Culturali e della quasi 20 centimetri) e il perfetto stato di 95
CULTURA E TERRITORIO Quando vivevamo nelle terramare Se proviamo a immaginare un vil- caccia, l’allevamento del bestiame deforestava per procurarsi il legna- laggio preistorico, pensiamo subito e l’agricoltura intensiva con l’uso me necessario alla costruzione del- a un gruppo di capanne di legno dell’aratro, insomma tutto concorre le abitazioni e al rivestimento delle circondate da un fossato. Questo a disegnare una fiorente economia, pareti dei corsi d’acqua. I contatti è l’identikit delle terramare, il tipico una solida organizzazione sociale e con popolazioni lontane favorivano insediamento che modificò l’aspet- una vita piuttosto “agiata”. lo scambio culturale e col tempo to del territorio emiliano durante i terramaricoli abbandonarono la l’età del Bronzo, come dimostrano Cresciuta lungo una linea che attra- pratica dell’inumazione dei defunti le oltre 50 terramare rinvenute nel versa le Alpi nella Val Camonica e e adottarono la cremazione, im- parmense. Il nome deriva dalla de- raggiunge le sponde del Po, quella portandola dall’Europa centrale. finizione dialettale “terra marna” o delle terramare fu la prima civiltà Nell’arco di una generazione, tutte idraulica padana; i fossati che cir- le terramare vennero abbandonate. CULTURA E TERRITORIO “terra mara”, utilizzata dai contadini per indicare quel particolare terre- condavano i villaggi, sorti sempre Molte le cause del declino, in pri- accanto a un fiume, non avevano mis l’apertura di un nuovo sentiero no nerastro ricco di sostanze orga- funzioni difensive ma catturavano che diventerà la futura via Emilia, niche, adoperato come fertilizzante l’acqua da profondi pozzi e la di- più agile per i commerci. sino all’inizio del secolo scorso. Il stribuivano nella campagna circo- Si ipotizza anche un brusco cam- colore scuro di questa terra era do- stante attraverso una rete di canali biamento climatico, ma molto è da vuto al lungo stazionamento di uo- artificiali disposti a raggiera. Svilup- imputare alla gestione ambientale mini e animali negli abitati fra il XVI patasi nell’arco di oltre 400 anni, non ecosostenibile e all’incremen- e la prima metà del XII sec. a.C. Le la civiltà dei terramaricoli ricostruì to demografico dovuto alla pro- terramare sono il frutto delle prime più volte i propri insediamenti che sperità economica. In tutta l’Italia colonizzazioni dell’Italia settentrio- assunsero l’aspetto di collinette ar- settentrionale si registrarono fe- nale e fungevano da punto di par- tificiali. Le terramare, a planimetria nomeni simili nello stesso periodo, tenza per fitti scambi commerciali quadrangolare, potevano raggiun- ma soltanto in Emilia occidentale verso il Mediterraneo orientale, so- gere un’estensione di 20 ettari e e in parte di Lombardia e Veneto prattutto di metalli e beni preziosi ospitare un migliaio di persone e il territorio si svuotò totalmente e come l’ambra del Mar Baltico e le le capanne erano unifamiliari. Intor- così rimase per circa 400 anni, fino perle di vetro micenee. I ritrovamen- no ai villaggi il paesaggio era for- all’arrivo degli Etruschi tra il VII e il ti attestano anche la pratica della temente modificato dall’uomo che VI sec. a.C. conservazione la rendono un reperto di momento che la prima fase dello scavo La dea madre eccezionale valore, unico nell’Italia set- archeologico è stata finanziata dal pro- di Vicofertile, tentrionale. prietario del cantiere e successivamente scoperta nel In passato analoghi manufatti sono venuti la Soprintendenza ha iniziato lo studio del alla luce ma sempre in frammentari e mai sito con metodologie di indagine innova- 2006, è un in un contesto sepolcrale. La dea madre tive e la collaborazione degli antropologi reperto di di Vicofertile, invece, fa parte del ricco del Museo Pigorini di Roma. Nella sua eccezionale corredo funerario di una donna matura apparente semplicità, la statuetta della valore anche per ed era posta davanti al viso della defun- dea madre trasmette il fascino del passa- l’ottimo stato di ta, accanto alla quale sono stati trovati to più remoto, osservandola nel Museo conservazione anche due vasetti. Archeologico Nazionale di Parma è im- La sepoltura femminile è al centro di quat- possibile non pensare al senso del sacro tro sepolture maschili, una di un bambino dell’uomo neolitico. con due asce in pietra levigata, una di un giovane con una lama di ossidiana e una piccola ascia, mentre i restanti due La necropoli di Monte La giovani uomini non hanno corredo fune- Pila rario e si trovano a maggiore distanza. Raro trovare un luogo che racchiuda in Tutti i corpi sono nella tipica posizione di sé le testimonianze di diverse epoche in sepoltura neolitica, rannicchiati sul fian- vari strati, tanto ben conservate da per- co sinistro con il volto rivolto verso Sud, mettere uno studio lungo tredici anni. Il PARMA economica ma la ricchezza degli oggetti che la cir- sito archeologico di Monte La Pila, nel condano e la posizione centrale rivelano comune di Lesignano De’ Bagni, appar- il ruolo sociale di primo piano della don- tiene a questa categoria, evidenziando na. Il ritrovamento di Vicofertile è il felice tre fasi di insediamento: la prima attribu- esempio di un’attenta politica d’indagini ibile all’età del Bronzo Medio, Recente preventive all’interno dei cantieri edili, dal e Finale (XVII-X sec. a.C.), la seconda 96
CULTURA E TERRITORIO Le scoperte archeologiche di Vicofertile sono la prova di un’attenta politica d’indagini preventive nei cantieri edili, con la collaborazione degli antropologi del Museo Pigorini di Roma CULTURA E TERRITORIO Il deposito delle offerte all’interno della vasca dell’età del Ferro, con reperti di popo- partenenti ai decenni centrali del V sec. lazioni etrusco-padane e liguri (V-III sec. a.C. La vicinanza di questi materiali ha a.C.), e un’ultima medievale (che non immediatamente fatto pensare a una ne- verrà trattata in questa sede). Si sapeva cropoli, ipotesi confermata dagli scavi che i territori appenninici situati nelle pro- che hanno identificato un’area sacra a vince di Parma e Reggio Emilia erano ric- destinazione funeraria databile al V sec. chi di resti preistorici e nel maggio 1993, a.C., utilizzata prima dagli etruschi padani proprio durante una ricerca archeologica e poi dai liguri. Dei primi rimangono due di superficie, è venuto alla luce il sito di sepolture in buono stato di conservazio- Monte La Pila, un’altura rocciosa tuttora ne; dei secondi residui di roghi funebri, chiamata Al Castél dalla gente del posto segno che questa popolazione manten- per via del fortilizio che spicca sulla som- ne la destinazione del sito modificando- mità. Fino a giugno 2006 l’area è stata lo secondo le proprie usanze. Lo scavo oggetto di sistematiche indagini che archeologico, suddiviso in due parti, ha hanno portato nel Museo Archeologico evidenziato negli strati di terreno le fasi Nazionale cittadino migliaia di oggetti, della vita di questo luogo, una necropoli principalmente attribuibili al villaggio ter- rimasta in uso fino al tardo III sec. a.C. ramaricolo che nell’età del Bronzo occu- pava l’altura. Ma è sui reperti dell’età del Case Nuove di Siccomonte Ferro che si è concentrato il lavoro degli Ai piedi delle prime colline, vicino a Ca- studiosi. Nel Medioevo grandi masse di briolo di Fidenza, si trova un abitato che terreno sono state spostate per costruire per struttura e materiali rinvenuti è sta- il castello e quella terra si è riposizionata to identificato dagli archeologi come un lungo i versanti dell’altura. Lì, nel giugno insediamento degli Etruschi padani che 2006, sono stati trovati due resti di uno abitarono una vasta area dell’Emilia oc- scheletro umano e una fibula intatta ap- cidentale dalla seconda metà del VI sec. fino alla fine del V sec. a.C. È il sito di Case Nuove di Siccomonte, rinvenu- to nell’autunno del 1990 a seguito de- gli scavi dell’Aeronautica Militare per la posa di infrastrutture del Ministero della Difesa. Già dalle esplorazioni preliminari, PARMA economica effettuate con il coinvolgimento dell’Isti- tuto di Archeologia dell’Università di Bo- logna, e al quale hanno partecipato gli allievi di Parma in una sorta di “campo- Le figure di animali ritrova- scuola”, si è aperta una nuova pagina te nel bacino artificiale della storia della nostra regione in età 97
CULTURA E TERRITORIO preromana. Case Nuove di Siccomonte in bronzo, entrambi recanti l’impronta di Case Nuove di si estende su un pianoro di oltre 11 ettari un ramo secco, probabilmente oggetti Siccomonte, sito ed è un villaggio che ci racconta la quo- con valore premonetale. Gli scavi hanno rinvenuto nel tidianità dei suoi abitanti, il loro lavoro e appurato che nel V sec. a.C. gli abitanti i cambiamenti della comunità nel corso di Case Nuove avrebbero abbandonato 1990, si estende del tempo. in parte la lavorazione dei metalli per de- su un pianoro Sono stati infatti individuati impianti dicarsi all’agricoltura e all’allevamento. di oltre 11 ettari produttivi, capanne, canalizzazioni per Lo testimonia una serie di canali d’irri- vicino a Fidenza, l’approvvigionamento d’acqua, zone di gazione che attraversa l’insediamento in ed è stato servizio. In particolare, nel settore più tutta la sua lunghezza e i reperti di anima- identificato come occidentale del sito, è stato localizzato li quali bovini e suini. Si possono trarre un gruppo di quattro abitazioni, differenti interessanti conclusioni anche sul clima, un insediamento per forma e dimensioni, ma identiche per più freddo dell’attuale stando ai resti del- degli Etruschi criteri costruttivi che richiamano analoghi le specie arboree rinvenute, tra le quali padani villaggi ritrovati a Bologna, Reggio Emi- querce, carpini e faggi che formavano un CULTURA E TERRITORIO lia, Modena e Mantova, il territorio della bosco ai margini del villaggio. cosiddetta Etruria padana i cui confini La spiccata vocazione alla lavorazione sono stati spostati più a Ovest proprio dei metalli e al lavoro agricolo fu affian- dopo il rinvenimento di Case Nuove. Una cata col tempo dalla produzione di ce- rettangolare, due ovali e una a struttura ramiche e dalla filatura e tessitura. Nelle composita, tutte le capanne avevano una abitazioni, accanto a telai e rocchetti, è copertura in materiale deperibile (legno stato trovato vasellame molto vario e di o frasche) e un pavimento in terra battu- fattura raffinata, ma con una peculiarità: ta al di sotto del quale una fossa aveva su alcuni esemplari si nota una rugosità funzione di drenaggio. Al centro dell’in- in superficie, data da applicazioni di argil- sediamento si trova un pozzo in ciottoli la fluida, mai riscontrata in altri siti coevi. fluviali che si presume di notevole pro- Gli abitanti di Case Nuove erano avanza- fondità, dal momento che dopo averlo ti dal punto di vista culturale e tenevano svuotato per circa 5 metri non si è riusciti rapporti commerciali con la civiltà atesi- a raggiungere il fondo. Tra una capanna na e gli altri insediamenti dell’Etruria pa- e l’altra sono state individuate delle fosse dana, ma si spinsero anche oltre come utilizzate in origine come cave d’argilla e, dimostrano anfore greche da olio e da una volta esaurite, riempite con materiale vino, evidentemente d’importazione. di scarico. Ma quali erano le abitudini dei nostri antenati? Gli antichi Romani sono tra noi La spiccata vocazione alla I Romani hanno plasmato Parma e il terri- lavorazione dei metalli e al lavoro torio parmense con la rapidità e l’ingegno che hanno contraddistinto la loro storia. agricolo fu affiancata col tempo Le indagini archeologiche per ritrovare dalla produzione di ceramiche, le loro tracce hanno segnato nell’ultimo dalla filatura e tessitura Le risposte arrivano dai numerosi oggetti raccolti, tra cui figurano dei grandi vasi di ceramica grezza dotati di beccucci, scorie di fusione e un’enorme quantità di lingottini metallici di ogni forma e dimen- sione. L’analisi di questi ultimi ha cata- logato tre tipi di lega di bronzo, il che fa pensare a una popolazione dedita alla la- vorazione dei metalli che aveva raggiun- to una certa perizia e conoscenza. Nella PARMA economica zona “produttiva” dell’abitato anche ma- teriali in ferro e piombo, oltre a ornamenti tipo fibule, spilloni, pendagli e frammenti di una collana in vetro multicolore. Ciò che ha attirato l’attenzione degli studiosi resti di un cesto nella sono due lingotti, uno in piombo e l’altro vasca di Noceto 98
CULTURA E TERRITORIO è possibile ammirare una piccola espo- sizione dei reperti rinvenuti nella Villa di Cannetolo, tra cui figurano monete, at- trezzi agricoli, gioielli e vasi. Un’iniziativa nata dalla collaborazione tra il Comune, la Tav e la Soprintendenza per i Beni Ar- cheologici dell’Emilia Romagna che fa comprendere come dai “lavori in corso” che ci infastidiscono e intralciano le no- stre giornate possono scaturire a volte delle inaspettate scoperte. La medesima filosofia porterà presto all’allestimento di una mostra permanen- te nel sottopasso di via Mazzini, a Par- ma, dove sarà esposta una parte dei resti CULTURA E TERRITORIO del ponte romano rinvenuto al secondo piano interrato del parcheggio di piazza Ghiaia. È un ritrovamento dell’aprile 2010 che ha portato alla luce reperti riferibili all’epoca romana tra l’età repubblicana e il periodo tardo dell’impero, che rendono tangibili 1907: gli scavi della decennio due grandi successi: la Villa gli sforzi compiuti dall’uomo per adatta- terramara di Parma, sotto romana di Cannetolo e il sito emerso re le difese spondali ai periodici sposta- l’antica Casa Mauri durante gli scavi per realizzare la nuova menti dell’alveo del torrente Parma. Una piazza Ghiaia. serie di pali lignei formano una palizzata databile alla prima fase repubblicana, come la grande buca presso il margine Sud-Ovest del cantiere, forse uno spa- Due le scoperte d’epoca romana zio sacro destinato al culto delle acque degli ultimi anni: la Villa romana considerando le migliaia di oggetti votivi di Cannetolo e il sito rinvenuto al suo interno. Questa buca rappresenta inoltre il più presso la nuova piazza Ghiaia grande deposito di monete romane mai recuperato in Emilia Romagna. Alla seconda fase di età imperiale appar- Partiamo dalla Villa di Cannetolo, a 4 tiene un’altra palizzata con grossi bloc- km a Nord della via Emilia. Scoperta nel chi di travertino posizionati a rinforzo dei 2004 nel corso delle ricerche prelimina- pali, mentre una grande struttura mura- ri alla costruzione della linea ferroviaria ria è stata identificata come una pila del ad alta velocità, si presenta suddivisa in ponte anteriore a quello rinvenuto negli due parti, una rustica e l’altra residenzia- anni ’60, oggi visibile nel sottopasso di le. La prima, che occupa una superficie via Mazzini. di circa 2.700 mq, è dotata di pozzi e Dopo l’autorizzazione della Soprinten- strumenti per la macinazione dei cereali, denza, firmata il 18 agosto 2011, biso- con ambienti disposti su tre lati di una gnerà attendere la risoluzione dei pro- vasta area cortilizia porticata; la seconda blemi tecnici posti dallo spostamento del è collocata nella zona più settentrionale pilone. del complesso e ha un impianto di riscal- Ciò che non è possibile traslocare, sarà damento pavimentale. Il nucleo più anti- comunque fruibile attraverso calchi e ri- co, un piccolo edificio a Sud-Ovest della costruzioni tridimensionali. Presso la Rocca villa, è ascrivibile alla seconda metà del Così i due vecchi ponti della Parma ro- Sanvitale di I sec. d.C., l’epoca dell’ascesa al potere mana saranno uno accanto all’altro per Fontanellato di Augusto. restituire alla città una pagina della storia è allestita Gli ampliamenti e le modifiche della strut- PARMA economica delle sue infrastrutture. un’esposizione di tura sono proseguiti fino alla seconda metà del III sec. d.C., epoca del pro- reperti rinvenuti gressivo abbandono. Altri ritrovamenti di età in nella Villa di All’interno della Rocca Sanvitale di Fon- età Cannetolo tanellato, nel punto informativo nazionale Abbiamo raccontato fino a ora le scoper- della Tav inaugurato nel giugno 2005, te archeologiche che nella provincia han- 99
CULTURA E TERRITORIO CULTURA E TERRITORIO Sopra, a sinistra, la sta- no destato più ammirazione e interesse, tuetta della dea madre di anche a livello internazionale. Ma sono innumerevoli le tracce archeologiche rin- La pianura padana era Vicofertile, a destra, una scarsamente popolata nella delle sepolture ritrovate nel venute nel territorio parmense dalla se- sito archeologico di Monte conda metà del XIX sec. ad oggi, soprat- fase più antica del Neolitico e La Pila. tutto riferibili alla preistoria. Prendiamo in di questo periodo nel parmense considerazione brevemente le principali. è stata ritrovata una sola UÊ*>iÌV testimonianza: l’abitato di Circa 200.000 anni fa, in pieno Paleoli- Benefizio tico, il parmense era popolato dall’uomo di Neanderthal che s’insediò soprattutto nella zona collinare per cacciare al ripa- Il villaggio di Benefizio ha continuato a ro dalle alluvioni che imperversavano in essere abitato anche nelle fasi più evo- pianura. Sulle alture di Traversetolo sono lute del Neolitico, quando nel parmense state trovate alcune testimonianze della si diffuse la “cultura dei vasi a bocca vita di questi antenati, fra le quali alcu- quadrata” (a partire dal 5000 a.C.), ca- ne rudimentali selci scheggiate conser- ratterizzata da incremento demografico, vate presso il Museo di Paleontologia uno sviluppo economico e scambi com- dell’Università di Parma. Sono queste le merciali con altri territori. Di questo pe- testimonianze più antiche della presenza riodo sono state rinvenute fosse rituali e umana nel territorio. altre strettamente funzionali al cui interno sono stati rinvenuti resti della lavorazione UÊ iÌV di perline di steatite. Interessanti anche - La pianura padana era scarsamente po- le nove sepolture a inumazione. polata nella fase più antica del Neolitico (5600-5000 a.C.) e di questo periodo nel - Il più vasto sepolcreto neolitico dell’Ita- parmense è stata ritrovata una sola testi- lia settentrionale si trova a Nord di via monianza: l’abitato di Benefizio, all’incro- Guidorossi, a Parma. Comprende 55 PARMA economica cio tra via Spezia e la tangenziale Sud di tombe, pertinenti alla seconda fase della Parma. Giunto fino a noi in perfetto stato “cultura dei vasi a bocca quadrata”, di- di conservazione, grazie agli oltre 3 metri sposte tra le strutture abitative. Un terzo di depositi alluvionali di un antico canale, delle sepolture è completo di un corredo l’insediamento era composto da capan- funerario di rilievo. Il sepolcreto è parte di ne di forma circolare. un sito di notevoli dimensioni, impiantato 100
CULTURA E TERRITORIO Una fotografia aerea della Villa romana di Cannetolo. CULTURA E TERRITORIO sui dossi ghiaiosi dell’antico percorso me risalenti all’epoca della “ceramica a del torrente Baganza, come l’abitato di squame” (tra la fine del IV e l’inizio del III Benefizio. I resti del villaggio di via Gui- millennio a.C.) già rinvenuti nel modene- dorossi documentano la fiorente agricol- se e in Puglia. Gli scavi nel villaggio etru- tura, soprattutto la coltivazione di cereali sco di Siccomonte. e legumi e la raccolta di frutta. - Anche il sito neolitico di Benefizio mo- stra tracce di occupazione nella succes- - Come per l’epoca più antica, anche siva età del Rame. Il villaggio ha restituito per il Neolitico è noto soltanto un inse- oggetti appartenenti a tutti gli stili di ce- diamento in località Botteghino, lungo via ramica caratteristici dell’epoca e una fitta Traversetolo. Circondato da un canale rete di buchi nel terreno è quanto rimane naturale, nel quale in seguito è stato col- delle antiche capanne rettangolari con locato un pozzo, il villaggio era abitato tra annessi pozzi, ripostigli e focolari. il 4500 e il 4200 a.C. Le capanne sono state realizzate in più fasi e al loro inter- - Un insediamento di dimensioni eccezio- no sono stati ritrovati i granai sorretti da nali e con un impianto molto ben strut- pali, mentre all’esterno sono riconoscibili turato è venuto alla luce presso via Gui- i resti di focolari. dorossi nel 2007. Lo scavo si svolge su due piani e in corrispondenza di quello UÊ ÌDÊ`iÊ,>i inferiore sono stati trovati nove edifici in - L’età del Rame è sempre stata poco parte sovrapposti, il che dimostrerebbe documentata nell’Italia settentrionale, una lunga occupazione e diverse fasi edi- se si escludono sporadici ritrovamenti lizie. Insieme al sito di Benefizio, questo di superficie. Nel territorio parmense la di via Guidorossi dimostra l’esistenza nel lacuna è stata parzialmente colmata sol- nostro territorio d’insediamenti articolati tanto nell’ultimo ventennio, quando im- e stabili durante tutta l’età del Rame. portanti campagne di scavo hanno sve- lato la complessità degli insediamenti di - È soltanto una semplice sepoltura, ma quest’epoca databili intorno alla metà del la sua importanza risiede nel fatto di es- PARMA economica IV millennio a.C. sere l’unica dell’età del Rame emersa nel La prima importante scoperta risale al parmense. Rinvenuta nel 1999 a Fraore, 1992. Una vasta e profonda depressio- si tratta della tomba di un adulto rannic- ne nei pressi dell’aeroporto cittadino si chiato sul fianco sinistro con le mani da- è rivelata un bacino contenente numero- vanti al volto. Dietro la nuca è posata una si resti di fauna e frammenti di vasella- piastrina di rame. 101
CULTURA E TERRITORIO hanno verificato l’esistenza di un grande Luigi Pigorini UÊ ÌDÊ`iÊ Àâ insediamento di sette-otto ettari, contro scoprì nel 1864 - Le maggiori informazioni sull’epoca l’ettaro e mezzo di media delle terrama- la sepoltura di più antica dell’età del Bronzo si posso- re coeve, delimitato da un argine in ar- no trarre dallo scavo di Beneceto, dove gilla. Fraore: di cultura sono state trovate tracce di popolamen- Nel sito sono state trovate tracce di at- etrusco-padana to precedente alla già conosciuta terra- tività metallurgiche e resti di materiali della seconda mara del luogo; tracce che confermano preziosi come l’ambra, il che conferma metà del V sec. l’influenza nel territorio della “cultura di l’importanza del villaggio. a.C., conserva Polada”, originaria del Lago di Garda e Tra il 2002 e il 2004, circa 400 metri a gioielli tipici inquadrabile nel XIX sec. a.C. Nord, è emersa una necropoli con se- polture in urna riconducibile alla terra- della cosiddetta - Soltanto in Europa centrale e orientale è mara. “cultura di possibile trovare siti funerari dell’età del Golasecca” Bronzo paragonabili a quello rinvenuto a - È nota come la terramara di Forno del CULTURA E TERRITORIO Ovest di via Traversetolo, dove un gran- Gallo ed è stata scoperta in località Be- de tumulo di quasi 20 metri di diametro neceto nel corso degli scavi per la rea- è circondato da otto piccoli tumuli che lizzazione dell’alta velocità. Si tratta di presentano sulla sommità un ammasso un grande insediamento dalla struttura di ciottoli. molto complessa che è stato occupa- to per tutta l’età del Bronzo. Le grandi - Nel Bronzo Medio e Recente la terra- capanne rettangolari, poste su palafitta mara era la tipologia di insediamento pe- per mantenerle all’asciutto, identificano culiare nel parmense. Fin dal 1864 Pigo- la zona abitativa, costruita su un dosso rini ha intrapreso campagne di scavo che di 70 metri di larghezza, databile nella hanno localizzato una grande terramara seconda metà del V sec. a.C. Scorie e sotto i quartieri nordorientali della città. forme di fusione sono state rinvenute Successivamente agli scavi realizzati ne- in quello che doveva essere il quartiere gli anni 1998, 2002 e 2005 si è ipotizzata produttivo. E qui è venuto alla luce un un’estensione di circa 6 ettari sviluppata oggetto unico: una matrice a forma di tra viale Mentana, stradello San Girola- ferro di cavallo, mai ritrovata in altri siti mo e Strada Nuova, passando per gli orti archeologici italiani dell’età del Bronzo. delle suore Luigine. Poco fuori l’abitato, una necropoli ha Resti di una necropoli collegata a questo portato fino a noi 110 urne cinerarie. insediamento sono emersi nel 1967 in Piazzale della Macina. In occasione del UÊ ÌDÊ`iÊiÀÀ Convegno per il Progresso delle Scien- - Come tutti i principali rinvenimenti ze del 1907, uno scavo nel giardino dell’età del Ferro nel parmense, anche dell’antica Casa Mauri, all’inizio di Borgo il locale scoperto casualmente a Quin- Valorio, ha individuato le palificate della gento di San Prospero nel 1871 è in- terramara di Parma, abitata in un periodo quadrabile tra il VII e il V sec. a.C, ai compreso tra il XVI e l’inizio del XII sec. tempi dell’espansione etrusca in pianura a.C. padana. Il locale è venuto alla luce negli Tutti i materiali recuperati (un centinaio strati superficiali di una terramara e al di pezzi soprattutto ceramici) sono oggi suo interno sono stati trovati otto lingot- conservati nel Museo Archeologico Na- ti di rame ferroso, dei quali sei recanti zionale. il signum, ovvero un’impronta di ramo secco che conferiva ai lingotti valore di moneta. Nel Bronzo Medio e Recente - Fu Luigi Pigorini in persona a scoprire la terramara era la tipologia nel 1864 la sepoltura di Fraore, appar- di insediamento peculiare nel tenente a una donna di rango molto ele- parmense vato. Pur essendo ascrivibile alla cultura etrusco-padana della seconda metà del PARMA economica V sec. a.C., nella tomba sono stati rin- - Localizzata già nel XIX sec., la terra- venuti dei gioielli tipici della cosiddetta mara di Quingento di San Prospero ha “cultura di Golasecca”, collocabile tra svelato la sua importanza solo negli ulti- Piemonte, Liguria e Lombardia, il che fa mi anni quando l’uso della fotografia ae- supporre rapporti e influenze tra le due rea e le frequenti ricerche di superficie popolazioni. 102
CULTURA E TERRITORIO CULTURA E TERRITORIO I resti del ponte romano - Nei pressi di Baganzola, di fronte alle etruschi per i loro vasi), portate alla luce rinvenuto al secondo piano Fiere di Parma, nel 2002 sono state ri- più a Est, vicino a San Pancrazio, tra il interrato del parcheggio di trovate porzioni di capanne lignee e al- 2006 e il 2009. piazza Ghiaia cune piccole fornaci. Accanto a queste, un sepolcreto con una decina di tombe a incinerazione, parzialmente danneggiato in epoca ro- mana, quando le fosse furono svuotate BIBLIOGRAFIA E WEBGRAFIA e riconvertite in deposito per i rifiuti. Circa la metà delle tombe è comunque AA.VV., Andare per conoscere e capire integra, con le ceneri deposte dentro in provincia di Parma, (progetto di tu- grandi urne alte circa 60 cm decorate rismo educativo dell’Assessorato pro- all’interno e con numerosi oggetti di vinciale al turismo con la collaborazione corredo. del Provveditorato agli Studi di Parma), ed. Tecnografica, Parma 1988. - Una X marcata a crudo su un’anfora AA.VV., Testimonianze etrusche in Emi- etrusca è il più antico contrassegno lia Occidentale, Soprintendenza Arche- dell’età del Ferro restituito nel nostro ologica dell’Emilia Romagna-Museo Ar- territorio. cheologico Nazionale, VII Settimana dei Quest’anfora, utilizzata per il trasporto Beni Culturali, Parma, 1991. del vino, è parte dei materiali rinvenuti L. Farinelli. P. Mendogni, G. Godi, Gui- nel villaggio in località Fraore, individua- da di Parma, Artegrafica Silva, Parma, to da Pigorini nel 1873. 1987. In tempi più recenti, in prossimità del vil- M. Villa, Vasca votiva di Noceto. Ritorno PARMA economica laggio, sono stati numerosi i rinvenimen- alla preistoria, «Gazzetta di Parma», 2 ti di superficie nell’area occupata da un aprile 2011, p. 5. insediamento terramaricolo, ai quali www.archeobo.arti.beniculturali.it pare siano collegate anche le fornaci www.archeologia.parma.it per la produzione di bucchero (la carat- www.comune.noceto.pr.it teristica ceramica nera prodotta dagli www.disat.unimib.it 103
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