STORIA E ARTE - Malaga Turismo
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MaLAGA NEL TEMPO Benvenuto a Malaga, una città privilegiata in ogni senso. Uno spazio urbano dove ogni giorno passeggiano migliaia di visitatori che godono di tutta l’esperienza culturale, gastronomica, commerciale e ludica che offre la nostra città. Centinaia di secoli hanno forgiato questa Malaga che oggi visitate e che desideriamo che amiate. E per amare qualcosa bisogna conoscerla a fondo, bisogna conoscerne la storia. In queste pagine ti racconteremo chi siamo, dalle nostre origini fino ad oggi, per offrirti una visione più completa delle strade, delle piazze e dei monumenti che puoi visitare. Conosci la nostra storia e godi del nostro patrimonio. Ti piacerà e amerai Malaga come noi. 4
GROTTE DI NERJA CENTRO D’INTERPRETAZIONE LA ARAÑA DOLMEN DI MENGA MALAGA DA SEMPRE UNA PASSEGGIATA NELLA STORIA E NEL PATRIMONIO ARTISTICO DI MALAGA Molte sono le prove che dimostrano l’esistenza di insediamenti nella provincia sin dalla preistoria. Le grotte di Nerja, Rincón de la Victoria o i Dolmen di Menga a Antequera, dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco ci hanno fornito importanti resti archeologici di grande valore scientifico che ci narrano la storia degli abitanti della zona da mezzo milione di anni. Uno dei complessi più importanti e più vicini alla città di Malaga è il sito archeologico de La Araña, che dispone anche di un interessantissimo Centro di interpretazione dove si ricrea l’evoluzione culturale e la vita dei primi abitanti della città. Il sito archeologico de La Araña è situato nel quartiere dallo stesso nome, il nucleo più orientale del comune. Il complesso archeologico è composto da diverse grotte e rifugi con importanti resti che abbracciano il periodo compreso tra Neanderthal e il Bronzo, resti di grande valore scientifico. Dispone di un centro d’interpretazione e, previo appuntamento, offre la possibilità di realizzare visite guidate ai giacimenti. Ulteriori informazioni su www.complejohumo.org 6
Così inizia la storia della città di Malaga che vi racconteremo in queste pagine. Una storia sintetica, ma molto grande, che ti permetterà di sapere dove affondano le nostre radici più profonde, quando ammirerai i nostri monumenti o passeggerai per le nostre strade. Dagli inizi. 7
Le origini della città di Malaga risalgono all’VIII secolo, quando i fenici stabilirono sul nostro litorale diverse colonie commerciali come quella del Cerro del Villar, localizzata sulla foce del fiume Guadalhorce e un’altra più orientale che chiamarono Malaka. Questa piccola colonia si situerebbe intorno a un ormeggio ai piedi del monte Gibralfaro e poi si sarebbe estesa verso ovest fino all’edificio della Aduana (XVIII sec.), oggi sede del Museo di Malaga. Il luogo del primo insediamento, è attualmente segnalato da un’iscrizione con il nome della città, MALAKA, scritto in caratteri fenici all’entrata del tunnel della Alcazaba. La città fenicia del Cerro de Villar Il sito archeologico fenicio del Cerro del Villar, scoperto negli anni 60 alla foce del fiume Guadalhorce, ha rivelato, non una piccola colonia commerciale, ma un’intera città residenziale con un complesso tes- suto urbano con grandi case, vie porticate, mercati e aree portua-rie con una grande attività commerciale e industriale, dedicata prin- cipalmente alla produzione di ceramica. A partire dal VI secolo a. C., probabilmente a causa di inondazioni e cambiamenti clima- tici, la città inizia a perdere il suo status a favore di Malaka che inizia il suo sviluppo e la sua trasformazione urbanistica. Poco dopo, i greci fonderanno una colonia non molto lontano da Malaka, che chiameranno Mainake di cui non si conosce l’esatta ubicazione. Questa colonia fu rasa al suolo dai cartaginesi che domineranno la zona fino a quando, nel 206 a.C., soccombettero all’avanzata dell’Impero romano. 9
La Malaca romana si espande a nord e a ovest pur non perdendo ancora la sua forma orizzontale dato che, a causa del suo carattere commerciale, il porto continua ad essere uno degli elementi più importanti. Il nucleo principale della città romana sarebbe situato ai piedi della collina della Alcazaba (l’attuale calle Alcazabilla) dove si trova il Teatro Romano di cui possiamo ammirare le rovine. È inoltre probabile l’esistenza di un anfiteatro la cui ubicazione sarebbe all’altezza della piazza de la Merced. Malaca passò ad essere città di diritto latino nel I secolo d.C., come riportato nella “Lex Flavia Malacitana” promulgata nell’anno 81 della nostra era. 10
La principale attività industriale era l’elaborazione di “garum” che si esportava al resto delle città dell’impero. Di questa attività abbiamo numerosi esempi nella città, come le grandi vasche che possiamo vedere in calle Alcazabilla e sotto l’edificio dell’attuale rettorato. A partire dal IV secolo e fino all’arrivo degli arabi della città nel 712, visigoti e bizantini occuparono la zona. Ma saranno gli arabi che daranno la forma urbanistica definitiva alla città, definendone il tracciato urbano che oggi costituisce il nucleo storico della città di Malaga e quelli di cui conserviamo più resti tra cui ricordiamo il Complesso Alcazaba - Castello di Gibralfaro. 11
Vasche di Garum nel Teatro Romano Il “garum” era una salsa fatta di pesce azzurro macerato al sole con erbe aromatiche. Si trattava di un prodotto molto apprezzato e richiesto. Considerato una prelibatezza, aveva un prezzo elevato e si esportava alle grandi città dell’impero. Oggi possiamo vedere resti di vasche di garum accanto al Teatro Romano, protette da una piramide di cristallo e all’interno dell’attuale edificio del rettorato, antica sede delle Poste e Telegrafi, situato ai piedi dell’Alcazaba accanto al mare, nel quale troviamo anche resti delle mura romane. 12
2 Malaga musulmana: 1 Limiti della città fortificata e resti di mura che ancora si conservano. 1- Calle Carretería 2- Calle Álamos 3- Plaza de la Marina 4- Puerta de Atarazanas 4 3 Viste dal belvedere Ai piedi delle mura ovest dell’Alcazaba, è stata costruita una passerella che costituisce una vera e propria torre di vedetta. Da qui si possono ammirare delle splendide viste inedite della città di Malaga. 13
COMPLESSO MONUMENTALE TEATRO-ALCAZABA-GIBRALFARO All’entrata di calle Alcazabilla, troviamo il complesso monumentale più importante di Malaga composto da tre elementi storici. 1 Teatro Romano Costruito nel I sec. d.C. ai tempi dell’Imperatore Augusto, su delle terme di epoca repubblicana, il Teatro Romano di Malaga è rimasto attivo fino al III secolo della nostra era. Anche se di medie dimensioni, dato che la Malaka romana non era molto popolosa, lo studio dei materiali, specialmente dei marmi che lo ricoprivano, svelano la sontuosità della costruzione. I primi indizi apparvero durante i lavori di costruzione della Casa della Cultura (1940-42) sotto la quale rimase nascosto fino alla demolizione definitiva di questo edificio avvenuta nel 1992. Del teatro originale si conserva lo scenario, la cavea, 13 gradinate con un raggio di 31 metri per 16, il vomitorium e resti dell’orchestra, luogo riservato ai senatori. Attualmente ha recuperato il suo uso scenico. Vicino ad esso è stato installato un centro d’interpretazione che ricrea la vita quotidiana della Malaca romana e nella sua decorazione esterna troviamo frasi della Lex Flavia Malacitana. Indirizzo: Calle Alcazabilla s/n. Telefono: +34 951 501 115 14
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2 Alcazaba La Alcazaba è il palazzo fortificato dei governanti arabi. Sebbene esistano resti del X secolo, la grande riforma inizia nell’XI secolo quando Malaga si costituisce regno di taifa, indipendente dal Califfato. Il luogo, situato alle falde del monte Gibralfaro, dominava la città in un contesto difensivo privilegiato. L’edificio fu costruito su resti romani e per la sua costruzione si utilizzarono materiali provenienti dal teatro romano situato ai suoi piedi. A pianta irregolare, allungata e adattata all’orografia del terreno, il palazzo ha subito successive riforme e ampliamenti fino al XV secolo. Dopo la conquista della città da parte dei re cristiani, la recinzione ha mantenuto il suo uso militare fino al XVIII secolo. Recentemente è stato abilitato un nuovo accesso da calle Guillén Sotelo (dietro al comune) dove è stato installato un ascensore che arriva fino al punto più alto, per poter fare la visita al contrario evitando le ripide salite. Il palazzo comunica con il castello di Gibralfaro mediante un sentiero fortificato non aperto al pubblico, per cui l’accesso a questa fortezza deve essere realizzato da un altro cammino. All’interno della recinzione troveremo un’interessante sala di esposizioni sulle tecniche e gli usi della ceramica musulmana dal XI al XV secolo. Indirizzo: Calle Alcazabilla. Telefono: +34 951 926 010 16
3 Castello di Gibralfaro Ci sono diverse teorie sull’origine del suo nome. Una di queste attribuisce il toponimo agli arabi che lo chiamarono “Yabal Faruh” (monte del faro) in riferimento ai resti di un faro fenicio o romano che si trovava in questo luogo. Tuttavia in alcuni testi dell’XI secolo lo si menziona come castello di Ayros. Se si tratta di un faro o no, se sia fenicio o romano, la verità è che, su questo luogo di inestimabile valore strategico, difensivo e militare, fu il re nasride Yusuf I che, nel 1340, trasformò in modo definitivo la zona in un castello e costruì la “coracha”, mura che uniscono Gibralfaro alla Alcazaba. Il recinto continuò a mantenere il suo uso militare fino al 1925, anno in cui fu ceduto al comune come monumento storico. Il monumento dispone attualmente di un centro d’interpretazione, installato nell’antica polveriera, dove possiamo vedere un esempio di elementi attraverso i quali scopriremo l’evoluzione della vita quotidiana militare nel corso della storia. Oggi, dai suoi merli possiamo contemplare dei panorami impressionanti dello sviluppo urbanistico della città fin dalle sue origini. Il centro della storia. Indirizzo: Camino de Gibralfaro, s/n. Telefono: +34 951 926 010 17
La conquista della città da parte dei Re Cattolici nell’agosto 1487, rappresentò il principio della cristianizzazione e un nuovo ordinamento urbano disciplinato dalle norme castigliane dell’urbanizzazione. Durante tutto il XVI secolo la medina musulmana si trasformerà in città castigliana e cristiana. MALAGA NEL XVI SECOLO. INCISIONE DI EMILIO DE LA CERDA All’inizio si costruirono quattro parrocchie adattando quattro delle oltre 20 moschee che ospitava la medina: Santiago, Santi Martiri, San Juan e Santa María (Sagrario). Furono inoltre fondati due ospedali: San Lázaro (1491) situato a nord, vicino al Santuario de la Victoria e destinato inizialmente a lebbrosario, e l’ospedale di Santo Tomás (inizi del XVI secolo), situato proprio di fronte alla facciata principale della parrocchia di Santa Maria (Sagrario). Del primo, oggi rimane la chiesa che conserva un prezioso soffitto a cassettoni in stile mudéjar e impressionanti pitture murali nella cripta. 18
LIBERAZIONE DEI PRIGIONIERI DI MALAGA DA PARTE DEI RE CATTOLICI. JOSÉ MORENO CARBONERO, 1930. (MUSEO DI MALAGA) L’ospedale di Santo Tomás fu totalmente demolito dopo i terremoti del 1884-85, e ricostruito completamente. Attualmente è chiuso al pubblico. FACCIATA HOSPITAL SANTO TOMÁS TARGA ESPLICATIVA 19
LE PRIME CHIESE 1 Parrocchia di Santiago Ubicata all’inizio dell’antica Calle Real, la via principale, oggi calle Granada, è una delle più antiche di Malaga. Fondata nel 1490, la prima fattura fu gotico-mudéjar, il cui elemento più caratteristico è la bellissima torre in stile mudéjar. 2 Parrocchia di San Giovanni Battista Calle San Juan. Situata in una zona molto popolata della città islamica. La sua fondazione può essere anteriore al 1490. La cosa più sorprendente oggi è la vivace decorazione pittorica della facciata, di moda a Malaga nel XVIII secolo, scoperta durante i lavori di ristrutturazione realizzati nel 1999. 3 Parrocchia dei Santi Martiri Piazza de los Mártires. Anche questa parrocchia risale alla fine del XV secolo. Il nome si riferisce ai martiri San Ciriaco e Santa Paula che, su richiesta dei Re Cattolici sono stati proclamati patroni della città. In origine gotica, oggi è una bellissima chiesa rococò benedetta nel 1777. La facciata attuale risale al XVIII secolo anch’essa con pitture murali. 4 Parrocchia di Santa Maria (Sagrario) Annessa alla cattedrale sul lato nord, fu fondata nel 1488. Al principio si trattava di una piccola cappella che dovette essere allargata e il cui ampliamento arrivò fino alla facciata in stile Re Cattolici (1514 - 1526). La facciata era già stata costruita per essere la facciata principale della cattedralel. 20 La prima cattedrale occupò l’edificio della moschea aljama (XII secolo) e fu consacrata nel 1588.
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L’urbanistica cristiana dispone- va le città intorno a una grande piazza centrale nella quale si concentravano i poteri ammi- nistrativi e religiosi. Iniziarono, così, i lavori di ristrutturazione e ampliamento della piazza de las Cuatro Calles (oggi piazza de la Constitución) nella quale si co- llocarono il comune, il carcere, la casa del governatore e il Cabildo, con un unico elemento orna- mentale: la fuente de Génova, che rimase in quel luogo fino al XVIII secolo. La Fuente de Génova La fontana di Genova fu collocata nella piazza de las Cuatro Calles (oggi Piazza de la Constitución) nel 1551. Di origine probabilmente italiana, nel XVIII secolo subì varie ristrutturazioni e aggiunte. Nel 1807 fu spostata all’estremità orientale dell’Alameda (recentemente costruita) per poi, più tardi,(1926), essere collocata nel viale del Parco dove rimase fino al 2002, anno in cui fu restaurata e reinstallata nel suo luogo di origine: in piazza de la Constitución. 22
Le diverse culture che occupano Malaga lungo la storia, modificano quanto già costruito sovrapponendo nuove costruzioni alle precedenti. Per questo motivo non si conserva nessun edificio romano né islamico all’interno dell’agglomerato urbano, salvo la porta de las Atarazanas. La Porta di Atarazanas Grazie al carattere militare che venne dato all’edificio degli arsenali arabi dopo la conquista e che si è mantenuto fino al XIX secolo, questa facciata si è conservata fino ad oggi. Si tratta di una costruzione di epoca nasride (Mohamed V. XIV secolo) che, grazie allo zelo dell’Accademia di San Telmo, è rimasta in piedi per essere poi utilizzata come facciata principale del nuovo mercato in stile neo arabo, che fu inaugurato nel 1879. Cento anni dopo, il complesso è stato dichiarato Monumento storico-artistico. Come accadde nel resto della penisola, l’avanzata cristiana era seguita dall’avanzata degli ordini religiosi che si insediavano in tutte le città conquistate, occupando terreni e immobili ceduti. E Malaga non fu da meno. Sono molti gli ordini religiosi che si insediarono nella città, alcuni dei quali contribuirono a far sì che lo sviluppo urbanistico fosse diverso da quello abituale a forma di cerchi concentrici. L’ubicazione di alcuni dei conventi più importanti nella periferia della medina, li trasformano in nuclei di attrazione che fanno sì che lo sviluppo della città sia forma di stella. Saranno i conventi di La Merced, San Francisco, Santo Domingo, la Victoria, Trinidad Carmen e Cappuccini. 23
CONVENTI 1- Convento di San Luís il Real (San Francisco) ospitare l’immagine della Madonna della Vittoria. Fondato nel 1489 è rimasto in funzionamento Nel 1493 fu ceduta all’ordine dei Minimi. Ha un fino alla Desamortización di Mendizábal nel 1836. magnifica torre-cappella, un grande apporto di È situato fuori le mura in quella che oggi è la Malaga al barocco. piazza di San Francisco. 5- Convento de la Trinidad 2- Convento de La Merced Come nel caso del Convento de la Victoria, i Padri I mercedari si installarono nel 1507 nello spiazzo Trinitari ricevettero dei terreni con un eremo nel che si trovava di fronte alla porta di Granada, luogo dove si stabilì l’accampamento della regina all’angolo nordoccidentale di quella che è oggi Isabella di Castiglia in questo caso, fuori le mura piazza de la Merced. La chiesa fu incendiata nel e all’altro lato del fiume. Il complesso fu costruito 1931 durante gli eventi precedenti alla guerra tra il XV e il XVII secolo. civile e fu demolita nel 1964. 6- Convento di San Andrés (Carmen) 3- Convento di Santo Domingo A loro volta, anche i carmelitani si stabilirono fuori Situato all’altro lato del fiume Guadalmedina. La le mura e all’altro lato del fiume, sui terreni che sua fondazione risale al 1494, e, come gli altri, è avrebbero poi dato origine al popolare quartiere rimasto in attività fino al 1836. Anche la sua chiesa del Perchel di Malaga. venne bruciata nel 1931. 7- Convento dei Cappuccini 4- Convento de la Victoria Anche i francescani cappuccini ricevettero Situato nella periferia della città, verso nord, nel un eremo situato su una collina nella zona luogo dove era situato l’accampamento del nordoccidentale fuori le mura, che diede origine Re Ferdinando d’Aragona durante l’assedio alla all’attuale quartiere dei Cappuccini. città di Malaga e dove fu eretta una cappella per SANTUARIO DE LA VICTORIA CHIESA DEL CONVENTO DE LA MERCED 24
5 7 1 4 2 3 6 1- Convento di San Luís el Real (San Francisco) 5- Convento de la Trinidad 2- Convento de la Merced 6- Convento di San Andrés (Carmen) 3- Convento di Santo Domingo 7- Convento di Cappuccini 4- Convento de la Victoria CONVENTO DE LA TRINIDAD CONVENTO DI SAN ANDRÉS (CARMEN) CONVENTO DI SANTO DOMINGO 25
L’importanza del porto e le correnti rinascimentali diede- ro l’impulso per la realizzazione di grandi iniziative urba- nistiche, ampliando strade e aprendo cammini di ronda per creare nuove piazze, come quella che sarà l’attuale piazza del Obispo, o tracciando vie di comunicazione che erano necessarie, come la calle Nueva. 26
Al pari degli ordini religiosi, anche la nobiltà va acquistando proprietà nei luoghi conquistati trasformandoli in palazzi o palazzetti residenziali. Due dei più antichi di Malaga sono il palazzo di Buenavista (1530-1540) attuale sede del Museo Picasso, e il palazzo di Villalón (fine del XVI secolo) che ospita oggi il museo Carmen Thyssen. Palazzo di Villalón Palazzo di Buenavista Questo palazzo rinascimentale della fine Si tratta di uno dei migliori esempi del XVI secolo è ubicato in calle Compañía, dell’architettura civile del XVI secolo. una de-lle strade che sboccano in piazza de la Situato in calle San Agustín al confine con Consti-tución. Il terreno fu assegnato in primo l’arteria principale della città musulmana, che grado al portoghese Arias Pinto, educatore oggi è la calle Granada, è in stile rinascimentale dei figli del Duca di Bragança nel 1489 ed - anche se con elementi in stile mudéjar. ebbe una storia turbolenta con vari proprietari Attualmente è la sede del Museo Picasso di nel corso dei se-coli. Oggi è la sede del Museo Malaga. Carmen Thyssen Malaga. 27
P P P 10 P 8 13 14 7 4 9 11 P P 12 A RPRES P L DE LAS SO PALMERA 2 28
A CO BARRAN PA S EO APAMAR SALVA CA LV ES DOR O RUED SO A LET O APA PIANTINA MA R ES PADRE ISLA 1- Siti archeologici de la Araña CEIB CE DROS DE MONTE SANC HA AS S BO 6 2- Cerro del Villar CA O 3- Scritta Malaka MIM AS OS AS MIMOS 4- Teatro Romano CA M CA M INO INO MO NTE MO 5- Alcazaba NTE 5 CA MONTE DE SAN „A C HA 6- Castello di Gibralfaro DA 3 DE L OS IN PASEO SANC GL HA E 7- FuenteSde Génova SE S P PRIE CA Nç N 8- Parrocchia di Santiago BERG L OS A DE T O GUTEM S NAVA PLZ. çS 9- Parrocchia di San Giovanni Battista ICOL J.S. N 10- Parrocchia dei Santi Martiri P 11- Parrocchia di Santa Maria (Sagrario) AS 12- Porta di Atarazanas 13- Palazzo di Villalón 1 14- Palazzo di Buenavista 1 LE EL MU Punto di informazione turistica P Parcheggio 29
MALAGA FUORI LE MURA Il SE T TECENTO A MALAGA (SECOLO XVIII) 30
Il XVII secolo è stato un periodo agitato per Malaga, dominato da guerre, disastri naturali e carestie. Lo sforzo costruttivo si concentrò nell’opera pubblica per rafforzare il porto e le difese, che erano molto deteriorate, così come la ristrutturazione urbanistica e l’ampliamento delle vie della città. Tuttavia l’arrivo degli ordini monastici e i lavori e le ampliazioni dei conventi già esistenti, sono stati importanti. Il convento delle agostiniane scalze fondato nel 1631 occupava il lato est dell’attuale piazza de la Constitución e la Compagnia di Gesù apre al culto nel 1630 la Chiesa del Santo Cristo de la Salud nella strada che oggi porta il nome di tale ordine, molto vicina a piazza de la Constitución. Inoltre, alla fine di questo secolo si fonda l’ospedale San Julián de la Hermandad della Santa Caridad, oggi sede dell’Associazione delle Confraternite di Malaga. Ospedale di San Julián Situato in calle Muro de San Julián questo edificio ha avuto vari usi nel corso dei secoli. Dal 1972, anno in cui si trasforma in sede dell’Associazione de-lle Confraternite della Settimana Santa, fino al giorno d’oggi, l’edificio è stato oggetto di varie opere di ristruttura-zione per restituirgli il suo splendore originale. Oltre ad esser- ne la sede, ospita anche l’interessantissimo Museo della Settimana Santa di Malaga. Ulteriori informazioni su www.agrupaciondecofradias.com 31
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La ripresa economica inizierà a Malaga a partire dal 1714, quando la pace rese possibile l’espansione delle attività commerciali. Ritornano i mercanti stranieri, molto presenti in città fin dal principio, ma cominciano anche ad avere un ruolo importante i commercianti autoctoni. La nuova legislazione commerciale di Carlos III dà un grande slancio al commercio con le Indie dal porto di Malaga. Si ristabilì il Consolato e il Montepío che si stabilirono nell’edificio occupato dall’antico collegio dei gesuiti nel centro nevralgico e amministrativo: l’attuale piazza de la Constitución. Proprio qui si installò nel 1790 la Società Economica degli Amici del Paese il cui lavoro nel campo culturale e riformista è stato importante per lo sviluppo della città. L’emblematica facciata della Società Economica degli Amici del Paese scolpita in marmo grigio, è piena di simbolismi che offrono un’immagine idilliaca della città di Malaga. Campo di alberi autoctoni, la nave del commercio, un contadino con una cornucopia (simbolo d’abbondanza) che si inginocchia accanto a una giovane che simboleggia la città, e un’iscrizione: “Aiuta il laborioso. Rinnega il pigro” 33
EREMO DI ZAMARRILLA IN CALLE MARTÍNEZ MALDONADO PARROCCHIA DI SAN FILIPPO NERI IN CALLE GAONA 34
L’aumento demografico è un dato di fatto e la città comincia a svilupparsi al di fuori dalle mura, rispondendo d’altra parte, allo sviluppo dei poli di attrazione conventuali che si erano insediati appunto fuori le mura. Verso nord, nei terreni occupati dall’arrabal (quartiere) arabo di Fontanella, si svilupperà un nuovo quartiere attorno alla parrocchia di San Filippo Neri, che in origine era una cappella finanziata dal Conte di Buenavista. Ampliata a partire dal 1755 con una navata ovale, è una interessante esempio del barocco classicista. Ed è in questo secolo, che proliferano le costruzioni di cappelle e eremi di tipo privato. Uno dei più importanti ancora oggi, è l’eremo di Zamarrilla (1757) costruito lungo il cammino di Antequera dall’altra parte del fiume, seguendo l’espansione verso ovest, dalla linea della spiaggia. I quartieri della Trinità e del Perchel rimasero uniti. La leggenda di Zamarrilla A metà del XIX secolo, Cristóbal Ruiz, un pericoloso bri- gante soprannominato “ Zamarrilla”, accerchiato dalla Guardia Civil, si rifugiò nell’eremo di Zamarrilla dove si venerava l’immagine della Madonna de la Amar- gura. Non trovando l’uscita né potendo scappare, finì per nascondersi sotto il mantello della Madonna chie- dendole protezione. Dopo aver perquisito ogni palmo dell’eremo, la Guardia Civil se ne andò senza essere rius- cita a trovarlo. Riconoscente per il favore accordato dalla Vergine, Za- marrilla volle ossequiare la Dolorosa con l’unica cosa che aveva, una rosa bianca che le aveva appena rega- lato la sua fidanzata come pegno d’amore e che fissò al petto dell’immagine con il suo pugnale. All’istante, questa rosa bianca iniziò a macchiarsi di rosso sangue. È questo il motivo per cui, la Madonna di Zamarrilla, che è portata in processione lungo le strade di Malaga il Giovedì Santo, ha sul petto una bella rosa rossa. 35
Il salto delle mura a Malaga è letterale, poiché la crescita nasce abbattendo le mura e costruendo su di esse invece di utilizzarle come pareti per addossare le case come è avvenuto in altre città. È così che nacquero in quest’epoca le strade Carretería e Álamos. La distruzione delle mura e la costruzione di volte sul fosso, diede luogo alle strade Carretería e Álamo che continuano così il tracciato delle mura arabe. Tuttavia, è anco- ra possibile ammirare alcuni resti. Ma uno degli sviluppi più importanti per l’urbanistica della città futura, è quello realizzato a sud dove, grazie all’apporto di sabbia del fiume Guadalmedina, si crea una striscia di terreno nuovo tra la porta del mare e la spiaggia, dove nel 1873 si costruisce il Paseo de la Alameda, vitale colonna vertebrale della borghesia nella città del XIX secolo. 36
La fisionomia della città cambia radicalmente in questi anni cedendo il passo al Barocco e persino al Rococò, con la decorazione delle facciate di edifici religiosi e civili con pitture colorate che a volte ricreano architetture false, e figure allegoriche. La parrocchia del Sagrario che fu demolita nei primi anni del secolo, fu ricostruita conservando la facciata plateresca e decorata con queste pitture murali all’esterno. La città venne decorata durante questo secolo, con vistose pitture murali, la maggior parte con motivi geometrici, anche se non mancavano i motivi figurativi e floreali. Le opere di risistemazione e restauro che si stanno realizzando in alcuni edifici negli ultimi anni, hanno fatto comparire pitture nas- coste e ogni giorno sono sempre più quelle che vengono conservate e restaurate. A pochi metri dalla facciata principale della parrocchia del Sagrario, di fronte al patio de los naranjos (cortile degli aranci) della Cattedrale, si erge uno dei migliori esempi di architettura civile barocca dell’epoca: il palazzo di Zea-Salvatierra. Costruito tra la fine del XVII e il principio del XVIII secolo, occupa un isolato ad angolo tra le strade Císter e San Agustín. PALAZZO DI ZEA-SALVATIERRA. Attualmente è proprietà privata. 37 FACCIATA PRINCIPALE.
Le opere della Cattedrale, sempre incompiute, ripresero nel 1719 per essere infine inaugurata nel 1782con eccezione della torre sud e di alcuni elementi decora- tivi e strutturali che ancora oggi continuano a mancare. L’edificio è rappresentativo del Rinascimento dato che il Cabildo impose la con- tinuità stilistica, con la presenza del barocco nella splendida facciata principale. 38
La cattedrale del Nuestra Señora de la Encarnación I lavori della Cattedrale de la Encarnación iniziarono immedia- tamente dopo la conquista della città nel luogo occupato dalla moschea aljama (moschea maggiore) della medina. La consa- crazione avvenne il 3 agosto 1588. Sebbene la costruzione iniziò in epoca gotica, l’edificio, concluso definitivamente nel 1782, è una delle opere più rappresentative del Ri- nascimento spagnolo. Dal 1997 ospita inoltre, il museo della Cattedrale che offre una magnifica collezione di pittura, scultura e arte suntuaria. Ulteriori informazioni su www.diocesismalaga.es www.malagacatedral.com 39
Perché non sono stati terminati i lavori della Torre Sud? Nel 1997 The National Society Sons Of The American Revolution, consegnò una targa al Cabildo di Malaga, per ringraziarlo della donazione del denaro, destinato alla costruzione della torre, al generale Bernardo de Gálvez originario di Malaga e governatore a quel tempo dello Stato della Louisiana, per sostenere la guerra di indipendenza degli Stati Uniti. La targa si può vedere nel lato sud del cortile de- dicato al museo all’aperto della Cattedrale. Tuttavia, altri ricercatori sostengono che questo denaro fu destinato alle opere di miglioramento del cammino di Antequera. Attualmente, vi sono opinioni contrastanti sull’opportunità o meno di un suo completamento. 40
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E di fronte alla facciata principale della cat- tedrale, la piazza del Obispo sperimenta un’imponente risistemazione con la spetta- colare ampliazione del palazzo vescovile che annesse, nel 1762, degli edifici adiacenti. Il carattere barocco della piazza è aumenta- to dalla facciata dai marmi grigi e rosa del nuovo palazzo e da una piccola fontana che forniva l’acqua agli abitanti della zona, pro- veniente dall’acquedotto di San Telmo, che sarà la più grande opera di ingegneria del settecento a Malaga. 42 PALAZZO EPISCOPALE (INTERNO) PALAZZO EPISCOPALE (FACCIATA)
Il palazzo episcopale Questo edificio è uno dei capolavori dell’architetto Antonio Ramos e simbolo del nostro barocco. L’interno si distribuisce attorno a due cortili consecutivi. Oggi, parte dell’eificio ospita uno “spazio d’Arte” nel quale si può visitare la zona nobile del palazzo e le sezioni dedicate alle esposizioni. Ulteriori informazioni su www.arsmalaga.es L’acquedotto di San Telmo L’aumento demografico che sperimenta la città nel XVIII secolo, rende necessario avviare lavori di approvvigionamento di acqua. L’allora Vescovo di Malaga, José Molina Lario, promuove e finanzia l’opera che si rivelerà essere una delle opere di ingegneria idraulica più importanti del paese nel XVIII secolo. L’architetto Martín de Aldehuela fu l’artefice di questa grande opera che, attraverso i suoi 10,8 km di lunghezza, rifornisce di acqua proveniente dal fiume Guadalmedina tutta la popolazione di Malaga. Nonostante la complessità data dalla complicata orografia del terreno, i lavori furono realizzati in soli due anni da ottobre 1782 a settembre 1784. 43
Il boom del commercio, l’esportazione e l’importazione, crea la necessità di avere delle dogane in sintonia con la grande attività commerciale della città. Così, nel 1791 si iniziano le opere del grande edificio della dogana ai piedi della Alcazaba, accanto al mare e molto vicino al porto. Il Palazzo della Dogana Progettato nel 1788 dall’architetto Manuel Martín Rodríguez,punta chiaramente a uno stile neoclassico pur mantenendo alcuni elementi barocchi. I lavori iniziarono nel 1791 ma vennero conclusi soltanto nel 1829 dopo la parentesi della Guerra di Indipendenza spagnola contro la Francia (1808-1814). Durante la sua costruzione furono rinvenuti molti reperti provenienti dalla città araba e romana che aveva il suo centro proprio in questa zona. In questi secoli l’edificio ha avuto vari usi e attualmente è la sede del museo di Malaga che riunisce i fondi del museo 44 Archeologico e il museo delle Belle Arti.
Di fronte alla dogana, si innalza un altro punto di riferimento di costruzione civile del settecento, il palazzo del Conde de Villalcázar dichiarato bene di interesse culturale nel 1976 e attualmente sede della Camera di Commercio di Malaga. Torrione Mudéjar? Proseguendo lungo calle Granada, nei pres- si del palazzo di Buenavista (oggi Museo Picasso), si trova un interessante torrione di fattura mudéjar che, per la sua ubicazio- ne nella zona del ghetto e la sua vicinanza alla torre della parrocchia di Santiago, si po- trebbe ritenere che abbia un rapporto con quest’ultima. Tuttavia, si tratta del resto di una casa-torre, tipologia di abitazione caratteristica di Ma- laga, che risale al XVII secolo. A seguito della ristrutturazione del ghetto, la torre ospita oggi il Centro di accoglienza dei visitatori Ibn Gabirol, del comune di Malaga. 45
4 12 2 8 P P P 3 13 1 11 P 5 7 P 9 P 46
PIANTINA ALTA T AJA VEN 1- Società Economica degli Amici del Paese 2- Calle Carretería e Álamos (mura) 3- Eremo di Zamarrilla 4- Acquedotto di San Telmo P 5- Piazza del Obispo 6- Dogana 7- Cattedrale 14 CA M 8- Ospedale di San Julián INO MO NT E 9- Alameda 10 CA „A DA 10- Palazzo di Zea-Salvatierra DE LO SI NG LE 11- Parrocchia del Sagrario SE S P PRIES 12- Parrocchia di San Filippo NeriTOLOSA 6 NAVA 13- Chiesa del Santo Cristo de la SD E PLZ. çS ICOL J.S. N Salud P 14- Centro Ibn Gabirol (Torrione mudéjar) AS SORPRES E LAS RAL D PALME Punto di informazione turistica P Parcheggio 47 1 LE EL MU
DECOLLANDO VERSO IL FUTURO IL XIX SECOLO Il XIX secolo è cruciale per lo sviluppo urbanistico della città di Malaga, che assume il tracciato definitivo che conos- ciamo oggi in concomitanza con il de- collo della rivoluzione industriale e il consolidamento della borghesia. Sebbene l’occupazione francese (1810- 1812) fu nefasta per la grande perdita di patrimonio artistico che comportò per la città, altri fatti storici hanno dato luogo a monumenti emblematici tra cui l’Obelisco del General Torrijos nell’attuale piazza de la Merced o la statua del Marqués de Larios situata all’entrata di calle Larios. 48 MONUMENTO AL MARQUÉS DE LARIOS
Monumento al Marchese de Larios Dopo la morte del II Marchese de Larios, Manuel Domingo Larios, il co- mune divulga un’iniziativa diretta dal giornalista Nicolas Muñoz Ceris- sola, per erigere un monumento in suo onore, cosa che poi venne sostenuta grazie a una sottoscrizione popolare. Il progetto fu vinto a concorso dal famoso scultore valenciano Mariano Benlliure, che disegnò un gruppo a forma di piramide con diverse allegorie. Oggi, la figura del Marquese guarda verso calle Larios che fu la sua grande opera e contributo alla città. 49 CALLE DEL MARQUÉS DE LARIOS (DIREZIONE PORTO)
Monumento a Torrijos Il generale José Maria To- rrijos, liberale e grande di- fensore della Costituzione del 1812, guidò un movi- mento di resistenza contro l’assolutismo di Fernando VII. Tradito dalle autorità di Malaga, fu arrestato e fucilato l’11 dicem- bre 1831, insieme a 48 dei suoi uomi- ni sulla spiaggia di San Andrés. Dopo la morte di Fernando VII si decise di costruire un cenotafio in memoria del generale Torrijos che, finanziato da una sottoscrizione popolare, fu collocato in piazza de La Merced, al tempo chiamata de Riego, per potenziare l’immagine libe- rale della città. Il monumento, opera di Raffaello Mitja- na, risponde alla tendenza del XIX seco- lo piena di simbolismi e si innalza su una cripta dove riposano le spoglie di tutti i soldati che furono fucilati quel giorno, tranne quella dell’irlandese Robert Boyd che fu sepolto nel cimitero inglese. Il ce- notafio, per la cui costruzione venne utiliz- zata la sabbia della spiaggia di San Andrés, consta di tre corpi che terminano con un obelisco. Fu inaugurato nel 1842. Il terzo corpo dell’obelisco che rifinisce il monumento al generale Torrijos, è leggermente storto a causa del forte terremoto avvenuto nel Natale 1884. Nonostante i molteplici restauri 50 ai quali è stato sottoposto il monumento, la città di Malaga ha deciso di mantenere questo difetto a ricordo di quell’evento.
La rivoluzione industriale porta a Malaga un periodo di prosperità con l’introduzione Ciminiere di fabbriche dedicate al settore siderurgico, L’attività industriale si concentra nella promosse da Manuel Agustin Heredia, e al settore zona costiera ovest sull’altra riva del tessile promosse dalla famiglia Larios. Lo sviluppo Guadalmedina, dove oltre agli stabili- industriale si concentra nella zona ovest della città menti siderurgici di Heredia, Eduardo Huelin Ressing impiantò uno zucche- dove nascono i quartieri operai di Huelin e del rificio, creando inoltre un quartiere Bulto con la conseguente crescita urbana della di alloggi per gli operai con il suo zona. nome. Di questa attività industriale del XIX secolo si conser- vano oggi le torri di quelle fabbriche che si innalzano sul lungomare di ponente. Le famiglie più importanti dell’epoca, com- mercianti, industriali ecc., convennero nel costruire le loro dimore su entrambi i lati dell’Alameda Principal, appena inaugu- rata. Huelin, Grund, Gross, Temboury, He- redia, Loring, Larios e addirittura il politico Cánovas del Castillo costituiscono la “Oli- garchia dell’Alameda” 51
Tuttavia la crisi dell’ultimo terzo del secolo e, soprattutto, la Desamortización, rappresentano una grande spinta per il settore immobiliare il cui capitale proviene soprattutto dal commercio. Ciò favorisce lo sviluppo urbanistico della città che passa da città conventuale a città moderna. Nella seconda metà del secolo, si pro- muovono fondazioni e azioni di be- neficenza che portano alla costruzio- ne dell’ospedale de la Reina, oggi noto come l’Ospedale Civil (1862) e l’ospedale Noble (1866), costruito con i fondi donati dagli eredi del me- OSPEDALE CIVIL dico di origine britannica deceduto a Malaga, Dottor José Guillermo Noble, come ospedale di appoggioper gli abitanti e i marinai stranieri in situazio- ne di emergenza. OSPEDALE NOBLE 52
D’altra parte, i conventi erano ceduti all’esercito per essere utilizzati come caserme oppure, come nel caso del convento delle agostiniane scalze (1628) origine di quello che oggi chiamiamo il pasaje de las Chinitas, si demolirà e si lottizzerà il terreno per poi venderlo all’asta pubblicamente. In questo modo l’oligarchia acquista i terreni con la migliore ubicazione. Pasaje Chinitas Il pasaje Chinitas, situato sul lato est di piazza de la Cons- titución, è una strada stretta alla quale si accede passan- do sotto un grande arco di marmo. Este arco es lo que queda de la puerta de entrada a la Questo arco è ciò che resta della porta d’ingresso della chiesa del convento delle agostiniane scalze (1628). Il te- rreno comprendeva tutto l’isolato fino alle strade Santa Maria, Fresca e del Toril. Ma il pasaje deve il suo nome al “caffè di Chinitas”, un cabaret popolare che rimase attivo dal 1857 fino al 1937 e che rese eterno Federico García Lorca con la poesia dedicata al torero Paquiro. 53
Ma l’opera più importante per l’impatto che avrà nell’ambiente urbano della città, è senza dubbio l’apertura della strada del Marqués de Larios, che diventerà l’arteria principale e l’emblema della città di Malaga. 54 CALLE DEL MARQUÉS DE LARIOS (DIREZIONE PIAZZA DE LA CONSTITUCIÓN)
Calle Larios Inaugurata il 27 agosto 1891, il tracciato della calle del Marqués de Larios risponde alle tendenze ur- banistiche dell’epoca, che erano a favore di strade ampie e rette, e isolati in tracciati perfettamente ortogonali. L’apertura di questa strada faceva par- te di un piano più ambizioso di risistemazione e modernizzazione della città. L’obiettivo principale, in questo caso, era collegare il centro (Piazza de la Constitución) con il porto per facilitare il trasporto delle merci. La mancanza di risorse del comune per avviare il pro- getto, fa sì che questo sia sottoposto alla procedura di appal- to pubblico, e saranno i figli del Marqués de Larios ad ottenere più del 90% delle azioni. Ciò permise loro di farsi carico e persino di modificare il progetto incaricato a Eduardo Strachan. Tra le altre cose, la famiglia modificò l’asse della strada per far coincidere l’inizio con la facciata principale del loro palazzo situato nel luogo che oggi occupa il palazzo de la Equitativa. Il palazzo Larios fu distrutto durante la Guerra Civile. Si dice che Strachan si ispirò all’architettura della città di Chicago per progettare gli angoli curvi degli isolati, caratteristica di identità della strada. Per questo si addussero anche motivi di carattere sanitario, poi- ché l’assenza di spigoli eviterebbe ostacoli all’entrata dell’aria di mare permettendo una migliore ventilazione. Un sala da ballo La calle Larios è stata dichiarata come una delle strade più eleganti del XIX secolo. All’inizio la pa- vimentazione dei marciapiedi era in legno, stile parquet, tanto che gli abitanti di Malaga dicevano che sembrava di essere in una sala da ballo più che in una strada. Ma questa “sala” durò poco. Nel 1907, lo straripamento del fiume Guadalmedina diede luogo alla famosa “riá” (riada- inondazione) 55 che portò con sé il “parquet”.
Un altro degli eventi determinanti per la città fu la cos- truzione del paseo del parco su un terreno rubato al mare davanti al palazzo della dogana. Ancora una volta fu la famiglia Larios a incaricarsi del progetto che fu dedicato, come omaggio, al politico di Malaga Antonio Cánovas del Castillo, che aveva amministra- to i terreni a favore della città. Ma il vero scopo era quello di abilitare una via di co- municazione più diretta, tra la borghesia già installata nella zona orientale (Paseo de Sancha, Paseo de Reding e Limonar) e il centro nevralgico della città. 56
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Le opere del porto procedono e si decide di migliorare il faro già esistente all’estremità del molo allo scopo di potenziare la segnale marittima più vicina all’entrata del porto. Si realizzò un ampliamento del faro e venne incluso l’alloggio del guardiano del faro. Questa struttura inaugurata nel 1817 progetto di Joaquín Mª Pery, è la Farola, uno dei punti salienti della città. 58
La Farola di Malaga Anche se la sua costruzione si progetta già nel 1717, è solo un secolo più tardi quando si concludono i lavori che danno l’aspetto che possiamo contemplare oggi. La sua posizione e il contesto, tuttavia, sono stati molto modificati con la riconversione del Muelle Uno a zona dedicata al commercio e al tempo libero. Una curiosità: il nostro faro, insieme con quello di Santa Cruz de Tenerife, sono gli unici due di tutta la Spagna al femminile. 59
CIMITERO SAN MIGUEL Il XIX secolo è stato caratterizzato anche dalla preoccupazione e dal tentativo di trovare delle soluzioni ai problemi di salubrità delle città, tra i quali si trovavano i cimiteri. L’aumento della popolazione e un ordinanza di Carlos III che vietava la sepoltura nelle chiese, obbliga il comune ad abilitare nuovi spazi. Nascono, così, il cimitero di San Miguel (1833) a nord e quello di San Rafael (1866) a ovest. Entrambi sono oggi in disuso ma, nel caso del cimitero di San Miguel, dichiarato BIC (Bene di Interesse Culturale), rimane aperto al pubblico per il suo interessante patrimonio scultoreo e di 60 architettura funeraria.
CIMITERO INGLESE Cimitero Inglese Nell’avenida de Priest n1, antica strada di Almería, un cancello con due leoni, simbolo dell’impero britannico, ci conduce al Cimitero Inglese di Malaga che, inaugurato nel 1831, fu il primo cimitero non cattolico ad aprire in Spagna. L’iniziativa parte da William Mark, console britannico dal 1824 che, date le difficoltà per dare sepoltura ai non cattolici e, dato che la comunità straniera a Malaga (commercianti e borghesi) iniziava ad aumentare, non si fermò fino a quando non ottenne dalle autorità un terreno per un camposanto. Nel 2012 il perimetro è stato dichiarato bene di interesse culturale dalla Junta de Andalucía, per il suo grande valore storico, artistico, culturale e botanico. Qui possiamo trovare le tombe di personalità come Jorge Guillén, Gerard Brenan, o Marjorie Grice- Hutchinson e dei marinai della fragata tedesca Gneisenau. Uno delle prime sepolture realizzate in questo cimitero fu quella del giovane irlandese Robert Boyd, che fu fucilato, condividendone gli ideali, insieme al generale Torrijos nel dicembre 1831. Ulteriori informazioni su http://cementerioinglesmalaga.org/ 61
Mercato di Atarazanas Alla fine del secolo alcune proprietà militari, una volta perduta la loro funzione difensiva, vennero cedute al municipio. È questo il caso dell’edificio degli arsenali che il comune ha deciso di dedicare alla costruzione di un mercato comunale a seguito dell’espansione demografica ed economica della città. Il progetto fu commissionato all’architetto comunale Joaquín de Rucoba, a patto che mantenesse la porta nasride (Mohamed V, 1354-1391) degli arsenali come porta principale. Il mercato fu inaugurato nel 1879 con il nome di mercato di Alfonso XII. 62
Ma, nonostante la crisi che si sta- TEATRO CERVANTES va facendo sentire, erano richieste anche attività per il tempo libero e per la cultura. Le classi più elitarie frequentavano i teatri. Pertanto, oltre al teatro Principale costruito nel 1793 situato in piazza del Teatro, ormai scomparso, ne venne costruito un altro più grande e più in linea con la tendenza del XIX secolo, il teatro Cervantes in- augurato nel 1870. 63
Insieme al mercantilismo degli Heredia e all’attività industriale dei Larios, un’altra famiglia si presenta come portatrice dei più profondi valori del romanticismo: quella dei Marchesi di Casa Loring proprietari della Finca de la Concepción e creatori di uno dei più importanti giardini botanici d’Europa: il giardino botanico de la Concepción (dichiarato BIC - Bene d’Interesse Culturale- nel 1943). Questi tre nomi, alla fine imparentati, formano l’istantanea della società e dell’oligarchia di Malaga nel XIX secolo. Finca de la Concepción Situata nella periferia della città verso nord, fu la residenza di svago dei marchesi di Casa Loring: Jorge Loring, imprenditore e politico, e Amalia Heredia, figlia di Manuel Heredia, erudita e amante delle arti, dell’archeologia e della botanica. Fu proprio lei l’artefice del patrimonio che raccoglie la masseria nella quale sono state piantate specie esotiche provenienti da tutto il mondo. La loro passione per l’archeologia li fece diventare mecenati di diverse azioni e ricerche raccogliendo un’eccellente collezione di pezzi che fu definita “Museo Loringiano”. Tra queste, le tavole della Lex Flavia Malacita, oggi nel Museo Aecheologico Nazionale. La masseria comprende, una casa palazzo, residenza dei marchesi, un belvedere, un tempio classico e, naturalmente, l’impressionante giardino botanico con un’immensa varietà di piante e alberi alcuni unici in Europa. Oggi è di proprietà del comune ed è aperta al pubblico. 64 Ulteriori informazioni su http://laconcepcion.malaga.eu/
La crisi di fine secolo una realtà inarres- tabile. È allora quando appare un fe- nomeno che si rivela come potenziale uscita e fonte di reddito: il turismo, che si intensificherà definitivamente nel XX secolo. Tuttavia, a differenza della visione romantica dei viaggiatori del XVIII secolo, la Malaga del XIX secolo si presenta già come una città moderna, industria- lizzata ma con le sue caratteristiche di identità ben distinte. Appaiono quindi, le figure del Cenache- ro, il Biznaguero e altre rappresentazio- ni dei tipi dell’epoca. El Biznaguero El Cenachero 65
13 14 4 P 10 1 P P P 6 P P 7 12 8 2 ES P SORPR LDE LAS PALMERA 66 3
C CO BARRAN PA S EO APAMAR SALVA CA LV ES DOR O RUED SO A LET O APA MA R ES PLANO PADRE ISLA CEIB CE DROS DE MONTE SANC HA AS 1- Obelisco generale Torrijos S BO CA O 2- Monumento al Marchese de Larios 3- Ciminiere lungomare di ponente MIM OS AS MIMOS AS CA M CA M 4- Finca La Concepción INO INO MO NTE MO NT E 5- Ospedale Nobile CA MONTE DE SAN „A C HA DA 6- Pasaje Chinitas DE LO SI NG 11 PASEO SANC LE HA SE S P 7- Calle PRIES Larios CA Nç N 5 BERG 8- PaseoS DE T OL O del Parco SA GUTEM NAVA PLZ. çS 9- Farola ICOL J.S. N 10- Cimitero di San Miguel P 11- Cimitero Inglese 12- Mercato di Atarazanas SAS 13- Teatro Cervantes 14- Ospedale Civil 1 LE EL MU Punto di informazione turistica P Parcheggio 9 67
Attraversando il fiume IL XX SECOLO La crisi con la quale si chiude il XIX secolo si protrae nei primi decenni del nuovo secolo e si aggrava tra le altre cose, per la grande disgrazia che comportò per il settore agricolo, e in particolare per quello vitivinivolo di Malaga,il flagello della filossera. Evento che provocherà una grande immigrazione rurale e un conseguente aumento della popolazione nella città. Durante questi anni si intrapresero, tuttavia, opere importanti per l’approvvigionamento di acqua e la sicurezza della città, come il pantano del Chorro y del Agujero, che servono come contenimento del fiume Guadalmedina per evitare inondazioni come quella del 1907. 68
El Puente de los Alemanes A Malaga il secolo inizia con un evento tragico. Il 16 dicembre 1900 la fregata tedesca Gneisenau, naufraga a causa di una tempesta entrando in collisione con la scogliera del porto di Malaga. La popolazione civile accorse per salvare i marinai, ma a molti di essi questo costò la vita. Sette anni più tardi, nel 1907 le inondazioni causate dallo straripamento del Guadalmedina distrussero numerosi ponti della città. Fu allora che la Germania, come ringraziamento per l’aiuto ricevuto in occasione del naufragio della sua fregata, promosse una riscossione popolare per inviare aiuti agli abitanti di Malaga. Con questa donazione fu costruito il ponte di Santo Domingo, meglio conosciuto come el puente de los alemanes (il ponte dei tedeschi). Una targa nella struttura metallica centrale, ne spiega l’origine: “La Germania ha donato a Malaga questo ponte grata per l’eroico soccorso che la città ha prestato ai naufraghi della fregata di guerra Gneisenau.” 69
La guerra del Marocco (1909-1927) oltre ai problemi causati dalla crisi economica e l’organizzazione del proletariato di tendenze sempre più di sinistra e repubblicane, provocheranno la fine del regno di Alfonso XIII mediante il colpo di Stato perpetrato dal generale Primo de Rivera nel 1923. La dittatura di Primo de Rivera coincide con il periodo di prosperità che a livello mondiale conosciamo come “I felici anni 20” o “la Belle Époque”. E Malaga non fu da meno. La ripresa dell’economia si deve in gran parte al commercio, anche se già a partire dalla fine del secolo scorso, si intravede nel turismo il futuro economico e si potenzia la promozione del clima, delle feste e della gastronomia 70 BAÑOS DEL CARMEN NEGLI ANNI 20
CITTÀ GIARDINO Gli anni ‘20 favoriscono l’espansione della città e si inizia a pianificare la crescita urbana. Il risultato di questa pianificazione è la creazione della Città Giardino (1926) che, finalmente si trasforma in una città lineare costruita accanto al fiume in direzione nord e che si allontana dal concetto delle città giardino britanniche. Verso sud, si intraprendono i lavori di unione del paseo del Parque con quello dell’Alameda e nel 1925 si inizia la demolizione degli edifici addossati alla cattedrale per lasciarla isolata. Ma lo sviluppo della città così come la conosciamo oggi, avviene nel 1929 quando si approva il Piano di Ampliamento realizzato dall’allora architetto comunale Daniel Rubio, che sposta il centro verso ovest sull’altra sponda del fiume e che poi darà luogo al prolungamento della Alameda e a tutto lo sviluppo urbanistico della zona. 71
Il Modernismo en Malaga: Antichi magazzini di Félix Sáenz Il movimento modernista non attecchì molto nella città di Malaga come nel resto del paese, dando la preferenza allo stile regionalista rispetto alle tendenze europee. L’edificio più rappresentativo è quello degli antichi magazzini di Félix Sáenz, costruiti tra il 1912 e il 1914. Opera dell’architetto Manuel Rivera Vera, segue i particolari gusti locali di mescolare gli stili per cui troviamo anche elementi neobarocchi. Attualmente, sono stati ristrutturati per uso abitativo e con una zona commerciale al pianterreno. Durante i lavori di ristrutturazione si scoprì nel sottosuolo una necropoli islamica. MUNICIPIO CASITA DEL JARDINERO Tuttavia, per quanto riguarda gli edifici ufficiali, a Malaga si preferisce il neobarocco e lo si dimostra negli edifici che si costruirono lungo il paseo del Parco: il Municipio (1911) e la Casita del Jardine- ro (Casa del giardiniere - 1912). 72 MUNICIPIO
LE CASE DI FELIX SÁENZ HOTEL PRÍNCIPE DE ASTURIAS (OGGI GRAN HOTEL MIRAMAR) Sarà però lo stile regionalista quello che lascia il numero maggiore di esempi in città: le case di Félix Sáenz nel Paseo de Sancha (1922), alcuni palazzetti di Miramar, l’Hotel Príncipe de Asturias (1926), il mercato di Salamanca (1925) e anche l’antico edificio neomudéjar delle Poste e Telegrafi, oggi rettorato dell’Università di Malaga (1923), situato anch’esso nel paseo del Parque. MERCATO DI SALAMANCA ANTICO EDIFICIO DELLE POSTE E TELEGRAFI OGGI RETTORATO 73
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