Sport e Benessere a 360 gradi - a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali - Unimore

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Sport e Benessere a 360 gradi - a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali - Unimore
BESPORT
Sport e
Benessere
a 360 gradi

          a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali
Sport e Benessere a 360 gradi - a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali - Unimore
[a proposito
di besport]
       “BeSport” è la crasi tra “benessere” e                 essere tutto questo, e molto altro. Vi abbiamo in-
“sport”, due termini che vengono spesso adope-                curiosito?
rati congiuntamente, poiché è nell’immaginario                Non vi resta che proseguire nella lettura di questo
collettivo che essi siano, in qualche modo, lega-             documento, che raccoglie i contributi di esperti
ti: lo sport, infatti, modella il corpo, ci rende più         ed esperte che vi guideranno a scoprire tutti i be-
sani fisicamente e più energici. Questo è sape-               nefici dello sport.
re comune a tutti e ampiamente condiviso. Ciò                 “BeSport: Sport e Benessere a 360 gradi” è in-
che forse non tutti sanno è che i benefici dello              fatti un’iniziativa di public engagement promossa
sport non si esauriscono nel solo modellamento                dall’Università di Modena e Reggio Emilia (Uni-
del corpo, ma hanno un impatto altrettanto este-              more) per condividere con un pubblico non acca-
so sulla nostra mente e sulle nostre competenze               demico studi, ricerche e interventi nell’ambito del-
sociali.                                                      la promozione del benessere attraverso lo sport.
Se vi dicessimo che fare sport ci rende anche co-             Nelle prossime pagine troverete qualche informa-
gnitivamente più performanti? Che ci rende più                zione in più sul progetto, una breve definizione di
fiduciosi in noi stessi, e più capaci di stare con gli        benessere, un interessante dialogo tra Cecilia Ca-
altri? E che questi effetti sono anche maggiori in            mellini, campionessa paralimpica di nuoto e psi-
bambini e adolescenti? Ancora: se vi dicessimo                cologa, e Francesca Vitali, psicologa dello sport e
che lo sport può rappresentare uno strumento                  ricercatrice, il punto di vista sulla psicologia dello
di cambiamento sociale per promuovere l’inclu-                sport di AC Reggiana 1919 e molti altri interventi
sione sociale di persone provenienti da conte-                che vi guideranno alla scoperta dei benefici dello
sti svantaggiati e le pari opportunità di genere?             sport... a 360 gradi.
E che è uno strumento fondamentale di crescita                Buona lettura!
(anche) per persone con disabilità? Lo sport può

ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore
LORIS VEZZALI • Prof. Ordinario di Psicologia Sociale Unimore

      “BeSport: Sport e Benessere a 360 gradi”                dal suo impatto, cioè dal miglioramento che essa
rappresenta un caso paradigmatico di iniziativa di            è in grado di generare nella società. BeSport pos-
public engagement e più in generale di terza mis-             siede entrambe queste caratteristiche. È stretta-
sione, nella loro accezione più moderna e della               mente connesso con la ricerca svolta in Unimo-
tipologia più preziosa per una università. La terza           re in campo psicologico e medico sui temi dello
missione è l’insieme delle attività derivanti dall’in-        sport, del benessere psicofisico, dello sviluppo
terazione dell’università con il contesto sociale ed          emotivo nei bambini e riduzione del conflitto so-
economico non già ricomprese nella formazione                 ciale. Il suo impatto riguarda sia la divulgazione,
e nella ricerca. Il public engagement è una delle             verso i professionisti del settore e un pubblico più
principali forme di terza missione comprendente               ampio di non esperti, dei risultati della ricerca nei
in particolare le iniziative, senza scopo di lucro,           settori citati sopra, sia il trasferimento di strumen-
aventi valore educativo, culturale e sociale e rivol-         ti educativi a educatori e insegnanti, sia i benefici
te a un pubblico non accademico. La rilevanza di              diretti prodotti da un punto di vista psicofisico sui
una attività di public engagement dipende dal suo             bambini coinvolti nelle specifiche iniziative.
stretto legame con la ricerca scientifica, nonché

GIOVANNI VERZELLESI • Prorettore Unimore e Delegato del Rettore per la terza missione nella sede di Reggio Emilia

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L’Università di Modena e Reggio Emi-          formazione è chiamato a svolgere un importante
lia riconosce l’importanza della Terza Missione         compito verso una comunità eterogenea e prova-
come complemento naturale delle due funzio-             ta dalla didattica a distanza, dal lavoro da remoto
ni fondamentali di formazione e ricerca e come          e dalle restrizioni indotte dalla pandemia: quello
strumento per contribuire al benessere ed allo          di promuovere la cultura della salute e diffondere
sviluppo della comunità. Lo sport trasmette valori      i valori etici dello sport. Sensibilizzare e stimolare
educativi e sociali, costituisce strumento di inte-     le persone, adulti e bambini, a non trascurare l’at-
grazione e socializzazione, promuove giusti stili       tività motoria o sportiva, significa incentivarle a
nella vita e nel lavoro. Per questo motivo l’Univer-    perseguire e tutelare il proprio benessere psicofi-
sità si è posta come obiettivo quello di veicolare      sico. Diffondere i valori etici dello sport comporta
queste funzioni, collaborando con i soggetti del        la valorizzazione di comportamenti corretti nella
mondo sportivo, dalle associazioni alle istituzio-      vita, nello studio e nel lavoro.
ni scolastiche. Mai come oggi chi si occupa di

ISABELLA MORLINI • Delegata allo Sport Unimore

[cosa si intende
per benessere?]
       Il tema del benessere delle persone è uno        condizioni oggettive di vita dell’individuo (salute
dei temi più attuali di discussione che integra di-     fisica e psicologica, indipendenza economica,
verse discipline: la medicina, la psicologia, l’eco-    lavoro, relazioni sociali, ambiente di vita) e sulla
nomia, la sociologia, l’urbanistica, e altre ancora.    valutazione soggettiva che egli ne dà.
Riuscire a dare una definizione di questo con-          Più recentemente l’O.M.S., nel 2001, ha aggiun-
cetto risulta difficile, in quanto non ci riferiamo a   to che fondamento del benessere debba essere
un’entità unitaria semplice e non riguarda solo un      la salute mentale positiva, o psicologia positiva,
costrutto specifico.                                    definita come uno stato che permette agli indi-
Storicamente, il punto di svolta si ha 1946,            vidui di realizzare le proprie abilità, di affrontare
quando l’organizzazione Mondiale della Sanità           gli eventi stressanti della vita e di lavorare con
(O.M.S.) definisce la salute come “uno stato di         produttività e profitto, dando un contributo alla
completo benessere fisico, mentale e sociale che        propria comunità. La psicologia positiva è un co-
non consiste soltanto in un’assenza di malattia o       strutto complesso che comprende diversi aspet-
infermità”. Questa definizione sposta l’accento         ti sia oggettivi, sia soggettivi, che sono stati af-
dall’assenza di malattia al benessere, dalla cura       frontati secondo diverse prospettive: edonistica,
alla prevenzione. Non si parla più esclusivamente       eudaimonistica e sociale. L’approccio Edonistico
di salute fisica, ma si considerano tutti gli aspetti   (che mira al piacere) comprende una componente
della vita di un individuo, con un approccio glo-       cognitiva che equivale alla soddisfazione per la
bale alla persona, che si pone come obiettivo la        propria vita e da un aspetto emozionale orientato
promozione di benessere psicofisico.                    a un alto livello di affettività positiva e un basso
Il concetto di benessere si è quindi legato alle        livello di affettività negativa.

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L’approccio eudaimonistico (che mira alla felicità)        a priori ma è il risultato di una valutazione che la
pone al centro dell’attenzione il buon funziona-           persona fa della propria qualità di vita e dipende
mento psicologico e la realizzazione di sé, inte-          da numerosissimi fattori individuali, relazionali e
sa come realizzazione delle proprie potenzialità           ambientali. Infine, anche per l’infanzia sono sta-
e perseguimento di obiettivi intrinseci, quali au-         ti individuati indicatori di benessere: tra questi
tonomia, crescita personale, autorealizzazione,            troviamo funzionamento fisico, emotivo, sociale
autodeterminazione, sviluppo delle potenzialità e          e scolastico. Già l’O.M.S., nel 1993, riconosce
delle risorse, relazioni sociali positive e resilienza.    come fondamentale la valorizzazione del capitale
L’approccio Sociale considera il tipo di relazione         umano lungo tutto il corso della vita e l’importan-
che il soggetto ha con la comunità più allargata,          za dell’educazione che rende possibile lo svilup-
analizzando cinque dimensioni: l’integrazione so-          po di questa dimensione. Si tratta cioè di aiutare
ciale, l’accettazione sociale, il contributo sociale,      l’individuo a diventare una persona, un cittadino
l’attualizzazione sociale e la coerenza sociale.           responsabile, partecipe alla vita sociale, capace
Una più recente definizione di benessere lo vede           di assumere ruoli e funzioni in modo autonomo, in
come una condizione di equilibrio fra risorse (psi-        grado di far fronte alle sfide della vita.
cologiche, sociali e fisiche) e sfide. Quando gli in-      In ambito educativo, per promuovere il benesse-
dividui percepiscono di avere più sfide che risor-         re, assume un ruolo importante anche lo sport. La
se, o viceversa, l’equilibrio si rompe. Se ritengono       partecipazione ad un’attività sportiva in maniera
di avere più risorse che sfide, le persone tendono         costante è stata infatti associata a migliori livelli
a demotivarsi e deprimersi, in caso contrario pos-         di sviluppo cognitivo ed emotivo, a un profilo car-
sono percepire di essere sotto pressione e svilup-         dio-metabolico più favorevole ed una composi-
pare ansia. Si tratta di una condizione dinamica,          zione corporea più sana.
in continuo mutamento, il cui equilibrio non è dato

ALESSIA CADAMURO • Prof.ssa Associata di Psicologia dello Sviluppo Unimore

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Sport e Benessere a 360 gradi - a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali - Unimore
[sport, benessere
    e prestazione]
    dallo sport come contesto educativo,
    al ruolo chiave dei fattori psicologici
    nella prestazione e nella vita degli atleti di élite

    PREMESSA

[   Il webinar titolato “BeSport - Sport e benessere” ci ha permesso di confrontarci e dialogare sulla
    tematica che più ci appassiona, ci accomuna e che ha permesso ai nostri destini di incrociarsi: lo
    sport come strumento di crescita e sviluppo positivo dei più giovani, di miglioramento della salute,
    di educazione e acquisizione di abilità per la vita.

    Dialogo tra Cecilia Camellini e Francesca Vitali

    Sport come                                                La doppia carriera:
    contesto educativo                                        conciliare con successo
           Lo sport usato come contesto di educazio-
                                                              studio e sport
    ne per i più giovani ha una storia antica. Oggi ci
    possiamo ancora chiedere se lo sport giovanile                   In ragione dei molteplici benefici fisici, ma
    sia effettivamente educativo. Quando parliamo             anche psicosociali e cognitivi che può avere lo
    di educazione e formazione per la vita non ci ri-         sport, molte ricerche hanno mostrato sia come
    feriamo solo all’educazione propriamente detta,           lo sport possa essere funzionale allo studio e, in
    ma anche alla costruzione di valori, principi etici e     modo speculare, come anche lo studio possa es-
    morali, così come al processo di apprendimento            sere funzionale allo sport. In letteratura, questo
    di abilità, costruzione di talenti e prestazioni.         tema va sotto la voce della cosiddetta “doppia
    Lo sport giovanile può essere un contesto con un          carriera”, intesa come una conciliazione positiva
    potenziale educativo ma sta agli adulti (allenatori,      e di successo fra studio e sport.
    genitori, dirigenti) usarlo con tale finalità intenzio-   Su questo tema raccogliamo la testimonianza di
    nale. Infatti, ci sono luci ma anche ombre legate         Cecilia Camellini, che è stata atleta paralimpica
    allo sport: per esempio, quando gli adulti, con gli       ed oggi è una professionista della salute mentale,
    atleti più giovani ma anche con gli atleti di alto        che testimonia con la sua carriera i potenziali be-
    livello, sopravvalutano l’aspetto agonistico e si         nefici derivanti dallo studio e dalla pratica sportiva
    concentrano troppo o esclusivamente sul risulta-          di alto livello, svolti contemporaneamente. Cecilia
    to, enfatizzando questo aspetto a discapito del           Camellini ha iniziato il proprio percorso da atle-
    piacere e della motivazione intrinseca, o peggio          ta a 14 anni, all’interno della nazionale italiana di
    allenando senza tenere conto di età, genere e al-         nuoto paralimpico, gareggiando come nuotatrice
    tri fattori, possono creare molto disagio, favori-        non vedente totale. Oggi ha la possibilità raccon-
    re l’abbandono precoce dello sport o addirittura          ta la sua carriera a Francesca Vitali, divenuta sua
    problematiche psicofisiche ai più giovani.                collega psicologa con cui collabora all’Università
                                                              di Verona su ricerche e progetti legati alla doppia
                                                              carriera.

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[Francesca]
             “Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016
          sono state le tre paralimpiadi a cui tu, Ceci-
       lia Camellini, hai partecipato, prima di trasfor-
     mare l’attività agonistica nella tua attuale pro-
   fessione di psicologa a partire dal 2018. Sapere
   cosa abbia insegnato la doppia carriera a Cecilia
   Camellini, come atleta, come persona e come
   professionista penso sia molto interessante e
      possa servire per poterla sostenere e favorire.”

                                       •••
                         [Cecilia]
                    “Servirebbero molte pagine per poter raccontare bene cosa significhi studiare e fare
              sport e avere, così, una doppia carriera. Per rispondere alla domanda, partirò raccontando qual-
          che episodio della mia esperienza, per fare qualche esempio pratico dei contenuti che sono stati di-
        scussi sopra. La mia doppia carriera è iniziata presto, quando ero all’ultimo anno della scuola secondaria
       di primo grado, ed è continuata per tutti gli anni del liceo classico e dell’università. Non c’è stato un solo
     momento in cui io abbia pensato di dedicarmi solo all’una o l’altra cosa, anche se in certi frangenti, soprattutto
   in quelli in cui mi veniva richiesto maggiore impegno, ci sono stati attimi in cui ho pensato di lasciar andare qual-
 cosa. Studiare al mattino e nuotare al pomeriggio quando ero al liceo e organizzare lo studio universitario assieme
alla preparazione paralimpica mi hanno richiesto molti sacrifici, ma mi hanno portato anche grandi soddisfazioni.
La prima cosa che mi ha insegnato la doppia carriera è stata, appunto, la capacità di organizzare bene il mio tempo
in modo produttivo, per incastrare al meglio tutti gli impegni, senza ridurmi a studiare alle tre di notte tutti i giorni.
Nei momenti in cui le competizioni sportive e gli allenamenti diventavano più importanti, soprattutto in vista delle
paralimpiadi nel periodo universitario, mi sono vista costretta a ridurre notevolmente il carico di studio e questo mi
ha portata a vivere anche in modo peggiore l’allenamento stesso: questo perché la mia mente e il mio corpo han-
no sempre lavorato insieme, bilanciandosi e dandosi energia reciprocamente. Fare i doppi allenamenti non mi era
sempre consentito durante il periodo scolastico, magari una o due volte la settimana al massimo, perché in quel
caso dovevo conciliare gli orari scolastici e la disponibilità delle piscine, cosa non sempre facile trattandosi di sport
paralimpico.
Oltre all’organizzazione, la doppia carriera mi ha insegnato molto presto ad essere flessibile e ho imparato a dosare
le mie forze e il mio tempo in base agli obiettivi che mi prefissavo. Difficile era a volte conciliare le pretese scolastiche
e quelle sportive, sia quelle provenienti da professori e allenatori, ma soprattutto quelle che io stessa mi richiedevo.
La doppia carriera è stata una buona “allenatrice” anche sotto questo punto di vista, perché mi ha aiutata a non
pretendere di raggiungere il massimo dappertutto, ma, in modo più ampio, di trarre il meglio da entrambe le mie
esperienze. Da parte mia e da parte dell’allenatore, insegnanti e famiglia, ci è voluta grande volontà per mantenere
un equilibrio che ci permettesse di mettere insieme tutto, senza trascurare anche la vita privata.
Anche oggi, per rispondere all’altra parte della domanda di Francesca, ciò che mi rimane maggiormente degli
insegnamenti della mia doppia carriera, è proprio questa attitudine a non volermi dedicare al 100% ad una
cosa sola alla volta: mi piace poter portare avanti più attività, con l’attenzione rivolta alla costruzione di una
professione e della mia vita a 360°. Procedo per valori e priorità e, ricollegandomi a ciò che diceva France-
 sca riguardo a prestazioni cognitive, da una parte, e sportive, dall’altra, l’idea di poter combinare un’atti-
    vità lavorativa o di studio prevalentemente seduta ad una dinamica e in movimento mi ha permesso
       di continuare per più tempo entrambe le cose senza stancarmi. Come ho già accennato, nei
          momenti in cui sono stata costretta a dedicarmi solo all’una o l’altra, mi sentivo come
               se mi mancasse qualcosa.”

                                                              •••
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L’esperienza di Cecilia Camellini è molto vicina        si fonda su criteri di miglioramento personale e di
a quella vissuta da altri atleti olimpici, come ad      apprendimento, e l’impegno viene considerato il
esempio Niccolò Campriani, campione olimpico            principale fattore di successo: si determina allora
di tiro a segno. Anche lui, una volta laureatosi, ha    un “orientamento sul compito” (task orientation).
completato la preparazione dell’Olimpiade di Rio        Gli adulti (allenatori e genitori in particolare) in-
2016, e nel suo libro (Campriani, 2017), descri-        fluenzano l’orientamento motivazionale persona-
ve come si sentisse perso, durante gli ultimi due       le e determinano quello che viene definito il cli-
anni prima dei Giochi Olimpici, ad avere ben otto       ma motivazionale. Ci sono due tipologie di clima
ore al giorno da dedicare esclusivamente all’al-        motivazionale: un “clima orientato sulla compe-
lenamento. Questa esperienza è comprovata da            tenza” (mastery climate), quando l’attenzione è
una serie di studi: non solo un’attività sportiva fa-   posta sullo sviluppo di abilità e sui miglioramenti,
cilita le attività cognitive e lo studio, ma accade     con l’allenatore che pone obiettivi individualizzati,
anche il contrario, perché lo studio impone agli        riconosce l’impegno, sottolinea i progressi, in una
atleti un’organizzazione del tempo più funzionale       squadra valorizza il contributo di ciascun atleta
e stimola la loro mente a rimanere più attiva su        e la collaborazione con i compagni; oppure, un
più fronti.                                             “clima orientato sulla prestazione” (performance
                                                        climate), dove l’accento è posto sulla competizio-
                                                        ne, con l’allenatore che dedica maggiore atten-
                                                        zione agli atleti migliori, rimprovera per gli errori e
                                                        per una prestazione scadente, stimola spesso la
Processi motivazionali                                  competizione anche all’interno del gruppo.
e sport giovanile                                       Il clima motivazionale agisce stimolando il coin-
                                                        volgimento più sul compito o sull’io, ma ci sono
        In termini motivazionali, è comprensibile       molti studi che dimostrano come il clima orien-
che gli atleti, non solo di alto livello, abbiano una   tato sulla competenza determini un maggiore
motivazione orientata al risultato: in questo caso,     impegno, un più elevato divertimento e interesse
la valutazione della propria prestazione è basata       nell’attività, più alta autostima e maggior senso di
su standard normativi, ossia sul confronto con gli      valore personale. Ancora una volta l’esperienza di
altri, e la persona si sente competente se riesce a     Cecilia Camellini ci è di aiuto.
vincere, a superare gli altri, a fare meglio, oppure
a fare come gli altri ma con meno sforzo: si deter-
mina un “orientamento sull’io” (ego orientation).
Molte ricerche, però, hanno dimostrato come
avere un orientamento motivazionale all’impegno
e al compito sia molto più funzionale: quando la
valutazione della prestazione è autoriferita, la
percezione di competenza che un atleta prova               [Francesca]
                                                        “Rispetto all’importanza dell’impegno, a quali
                                                        dovrebbero essere le motivazioni degli atle-
                                                        ti e al contributo degli allenatori, hai qualche
                                                        aneddoto da raccontarci?”.

                                                                                         •••

                                                                                                        7
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•••
               [Cecilia]
           “Ritorno a quando ero piccola, alla fine del primo anno della scuola primaria, quando ho
        fatto la mia prima gara di nuoto. Era una gara di fine corso, niente di speciale, ma per me è
      stato un momento che, ricordandolo anni dopo, ha saputo regalarmi grandi fonti di ispirazione
    per la mia carriera. Per la prima volta mi tuffavo in acqua come piccola atleta, con il costume nuovo
   e tanta voglia di far vedere ai miei genitori e a mio fratello, più grande di me, quanto avevo imparato:
 ero curiosa di sapere come sarebbe andato quel 25 metri dorso che all’epoca mi sembrava così lungo
e importante! Al via sono partita assieme alle altre bambine e ho nuotato più veloce che potevo, fino a
giungere all’arrivo senza più energie. Avevo dato proprio tutto.
Risalendo dalla vasca, chiesi al mio istruttore come fossi arrivata e lui mi disse che mi ero classificata ulti-
ma. Non ricordo bene se prima arrivò la rabbia o la delusione, ma passai cinque minuti di vero dispiacere,
pensando alla mia figuraccia, a cosa avrebbero potuto pensare i miei genitori e alla delusione di aver fatto
uno sforzo così grande senza poi ottenere niente. Già nella mia testa di bambina l’arrivare ultima si era
connotato di tanti aspetti negativi. Il mio istruttore era, al contrario, molto tranquillo e mi diede una meda-
glia, un po’ diversa dalle altre che aveva dato alle bambine arrivate sul podio. Quella, mi disse, non era una
medaglia data per compassione e nemmeno un premio che indicava che avevo vinto: era una medaglia
che lui mi dava perché durante quella gara aveva visto in me un atteggiamento da premiare perché io
avevo messo tutta la costanza e l’impegno che possedevo in quella situazione competitiva. Secondo lui,
queste due qualità mi avrebbero premiato sempre, indipendentemente dal fatto che fossi arrivata prima
o ultima.
Quel giorno non mi resi conto del grande significato di quel gesto e misi la medaglietta in un cassetto.
La ritrovai anni dopo, poco prima di partire per le paralimpiadi di Londra 2012 e la portai con me come
portafortuna, augurandomi di vivere quelle gare esattamente con quello spirito di fondo. Questo di-
mostra quanto può fare un istruttore per educare un bambino già dal primo approccio allo sport. Lo
sport, dunque, mi ha insegnato a dare importanza all’impegno, più che al risultato.”

                                                Ti consigliamo una lettura!
                                                Campriani, N. (2017).
                                                Ricordati di dimenticare la paura.
                                                Cosa fa di un atleta un uomo felice.
                                                Milano: Mondadori.

CECILIA CAMELLINI • Psicologa, Ex nuotatrice, Campionessa paralimpica
FRANCESCA VITALI • Psicologa dello sport, Ricercatrice Università degli Studi di Verona

     8
[Unimore, sport
e benessere sul territorio]

La collaborazione                                          gia, in diverse direzioni: mettendosi a disposizio-
                                                           ne della prestazione atletica, per supportarla oltre
con AC Reggiana                                            l’aspetto fisico e tecnico, oppure amplificandone
                                                           la natura intrinsecamente educativa attraverso in-
        Anno dopo anno, il valore della componente         terventi mirati. È questo ciò che sta accadendo
psicologica è sempre più riconosciuto in contesti          nell’ambito della collaborazione tra Unimore e il
extra-sanitari, a partire dai contesti di emergenza        settore giovanile di AC Reggiana 1919 con cui, tra
(come l’attuale pandemia da Covid-19 che stiamo            le altre attività, ha preso forma un progetto fina-
vivendo), fino a giungere al contesto lavorativo e,        lizzato a rendere i giovani calciatori ambasciatori
non da ultimo, a quello sportivo. Con lo sport, in-        per la promozione dei valori propri dello sport al
fatti, la psicologia può creare una grande siner-          di fuori del contesto calcistico.

SANDRO RUBICHI • Prof. Ordinario Psicologia Generale Unimore

                                                                                                        9
Psicologia in campo:                                    adattarsi al contesto e offrire soluzioni ottimali
                                                        in relazione alle necessità psicologiche sia delle
allenare le abilità                                     squadre sia degli individui che le compongono,
                                                        staff tecnico compreso.
psicologiche                                            Lo psicologo deve avere una formazione specifi-
                                                        ca in psicologia dello sport, conoscere il calcio in
       L’intervento psicologico nel calcio sta di-      tutte le sue dinamiche, essere capace di mettere
ventando una richiesta abituale, ma la psico-
                                                        in pratica le sue conoscenze per fornire al siste-
logia applicata al calcio è in ritardo rispetto ad
                                                        ma soluzioni utili e fruibili.
aree scientifiche fondamentali per la formazione
                                                        Infatti, non sono sufficienti solo le conoscenze
dell’atleta, come la preparazione atletica o la me-
                                                        delle tecniche psicologiche e delle teorie prin-
dicina sportiva.
                                                        cipali sulle abilità psicologiche, bisogna sapere
La psicologia del “senso comune” non può avere
                                                        come applicarle e mettere a disposizione del con-
un’applicazione funzionale nello sport: parlare di
                                                        testo le proprie competenze.
abilità psicologiche, stress, ansia, blocchi, grinta,
carica o concentrazione senza sapere quali mec-         Considerando che il rendimento sportivo è mul-
canismi si mettono in moto, cosa si evita e cosa si     tifattoriale, determinato da fattori controllabili
ottiene, significa vanificare le conoscenze che la      (aspetti tecnici, tattici, atletici e psicologici) e da
psicologia può fornire per meglio capire gli atleti     fattori incontrollabili (direttore di gara e gli avver-
e danneggiare non solo la performance sportiva,         sari), il lavoro di preparazione psicologica consi-
ma anche la persona.                                    ste nel formare l’atleta a ottimizzare il rendimento
In Reggiana Calcio, la psicologia applicata al cal-     rispetto a ciò che può, in larga misura, dipendere
cio punta sulla risorsa-uomo, da spazio all’auto-       dalla sua prestazione e insegnarli a fronteggiare i
nomia e all’ingegno, lavora sul collettivo metten-      fattori esterni sui quali non è possibile esercitare
do insieme idee, contributi e intuizioni di ognuno,     un controllo diretto.
favorendo l’assunzione di responsabilità, l’impe-       L’allenamento delle abilità psicologiche è un si-
gno e la creatività.                                    stema di allenamento specifico e, come ogni pro-
Il primo responsabile dell’applicazione della psi-      gramma di allenamento, presenta una metodolo-
cologia nel calcio è lo psicologo, che può lavorare     gia con obiettivi specifici e deve essere integrato
direttamente con i giocatori e la squadra e for-        all’interno dell’approccio sistemico: la metodo-
mare gli allenatori e i collaboratori tecnici respon-   logia del programma di allenamento delle abilità
sabili dell’allenamento, e deve essere capace di        psicologiche permette di individuare i contenuti,

   10
i tempi e le modalità di intervento necessarie allo         timizzare i carichi dell’allenamento mentale.
sviluppo dei fattori cognitivi ed emotivi.                  L’obiettivo principale dell’allenamento delle abilità
Ogni abilità psicologica ha mezzi di allenamento            psicologiche consiste nel far sì che l’atleta funzio-
specifici, alcuni dei quali da svolgere attraverso          ni mentalmente in autonomia, senza indicazioni
colloqui e spiegazioni da eseguire lontano dalla            costanti da parte dello staff.
competizione, altri da allenare in campo attraver-          In conclusione, la proposta metodologica di alle-
so esercitazioni specifiche elaborate in collabora-         namento sistemico mostra l’importanza di lavora-
zione con lo staff tecnico, secondo gli obiettivi del       re sul carico psicologico, anche se la psicologia
programma di formazione.                                    continua a essere la grande assente di contenuti
La metodologia di allenamento delle abilità psico-          specifici di pianificazione.
logiche è quindi organizzata da:                            Il carico psicologico, troppo frequentemente, si
          Selezione delle abilità psicologiche: indi-       lavora in maniera spontanea, considerandolo un
viduare COSA sia necessario allenare per miglio-            contenuto esplicito all’interno delle esercitazioni
rare il rendimento degli atleti.                            e non con un aspetto rilevante della specificità
          Creazione di esercitazioni d’allenamento:         dell’allenamento.
individuare COME allenare, in campo e nello spo-            Ogni esercitazione proposta in allenamento deve,
gliatoio, le abilità mentali per ottimizzare il rendi-      quindi, avere alla base uno scopo-specifico di
mento del giocatore.                                        gioco, che integri nello stesso momento l’aspetto
          Pianificazione: individuare QUANDO sia            tecnico, tattico, fisico, cognitivo ed emotivo.
preferibile intervenire, durante la stagione, per ot-

VITTORIO CATTANI •- Responsabile Settore Giovanile e Direttore Generale A.C. Reggiana 1919
ANDREA MENOZZI • Responsabile Tecnico Settore Giovanile e Psicologo dello Sport A.C. Reggiana 1919

                                                                                                          11
[sport e benessere psicofisico]
                                                            fattore di rischio cardiovascolare sia nei giovani
Sport, prevenzione e salute                                 che negli adulti. Uno degli strumenti a disposizio-
                                                            ne per ridurre il peso è l’attività fisica in associa-
       Anche se siamo abituati a considerarla
                                                            zione ad una dieta sana. Mentre l’obesità si carat-
negativamente, l’infiammazione è un processo
                                                            terizza per una risposta infiammatoria sistemica
biologico, una risposta protettiva contro agenti
                                                            che favorisce lo sviluppo delle malattie soprattut-
patogeni (come virus e batteri) o altre condizio-
                                                            to cardiovascolari, lo stile di vita sano (dieta salu-
ni di natura meccanica (come un trauma), fisica
                                                            tare e attività fisica regolare) prevengono l’obesità
o chimica che determinino un danno ai tessuti.
                                                            e combattono l’infiammazione.
L’infiammazione può essere localizzata nella sede
                                                            La promozione dell’attività fisica deve coinvolge-
del danno, come nel caso del trauma, o sistemi-
                                                            re anche l’aspetto sociale. Si è visto che svolgere
ca, come nel caso delle manifestazioni in corso
                                                            attività fisica in gruppo o in compagnia promuo-
d’infezioni virali (come ad esempio l’influenza). In
                                                            ve l’aderenza alla attività oltre che agire sul tono
entrambi i casi, tra i principali mediatori dell’in-
                                                            dell’umore. In quest’ottica ben si inseriscono i
fiammazione ci sono molecole rilasciate dalle cel-
                                                            gruppi di cammino. Attività fisica guidata da un
lule del sistema immunitario chiamate citochine.
                                                            trainer che organizza gruppi per camminate nel
Queste molecole tendono ad aumentare nell’or-
ganismo con l’età causando uno stato infiamma-              verde o lungo i percorsi nei parchi. Questa attivi-
torio sistemico, a basso grado, che è responsa-             tà può essere facilmente organizzata perché non
bile, almeno in parte, dell’aumentata incidenza, in         richiede attrezzature specifiche, si svolge in am-
età avanzata, di certe patologie (neurodegenera-            bienti verdi e salutari e può essere intrapresa da
tive, metaboliche, cardiovascolari). L’attività fisica      tutti. È un’attività ottimale per gli anziani e per gli
regolare e moderata ha un effetto benefico sulle            adulti che abitualmente sono sedentari. L’espo-
cellule del sistema immunitario, aumentandone               sizione al sole facilita l’attivazione della vitamina
la capacità di sorveglianza immunitaria e contra-           D che nella popolazione adulta italiana è ridotta.
stando lo stato infiammatorio. Viceversa, un’atti-          La vitamina D costituisce un ottimo sostegno alla
vità troppo intensa può deprimere il sistema im-            risposta immunitaria e alla risposta all’infiamma-
munitario e favorire il rischio d’infezioni.                zione sistemica. La socialità è particolarmente uti-
L’esercizio fisico regolare e moderato rappre-              le nei soggetti adulti/anziani per ridurre lo stress
senta quindi uno strumento di prevenzione alla              e prevenire la depressione. È altresì importante
portata di tutti. L’esercizio fisico continuativo           effettuare attività fisica rispettando le proprie ca-
agisce in modo favorevole anche sull’apparato               pacità e in questo senso la presenza di un trainer/
cardiovascolare. La risposta vascolare periferica           laureato in scienze motorie è fondamentale per
durante esercizio fisico migliora con una inerente          evitare sforzi fisici intensi che possono provocare
riduzione della rigidità della parete vascolare che         danni alle articolazioni e ai muscoli.
costituisce uno dei presupposti per l’aterosclero-          La promozione dell’attività fisica è uno degli
si. L’esercizio fisico costante migliora l’ossigena-        obiettivi della Organizzazione Mondiale della Sa-
zione sia a livello periferico che a livello cardiaco       nità per prevenire le malattie cardiovascolari e il
facilitando la creazione /apertura di circoli colla-        cancro e per migliorare la qualità di vita dei sog-
terali muscolari. Questi fenomeni sono importanti           getti anziani.
nei giovani e diventano fondamentali nei soggetti           L’attività fisica adattata rientra nei programmi di
adulti/anziani che sono sottoposti ad un maggior            sviluppo delle regioni che sono invitate ad in-
rischio cardiovascolare. Inoltre, l’esercizio fisico        centivarla. Il soggetto anziano in buona salute è
aiuta a combattere l’obesità che è un importante            obiettivo della prevenzione.

ANNA VITTORIA MATTIOLI • Prof.ssa Associata Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Unimore
MILENA NASI • Prof.ssa Associata Patologia Generale Unimore

   12
CONSIGLI APPLICATIVI

           ci zio  fis ico   m  od  er at  o  e   re go  la re  ai ut  a  si stem a
1. L’es er
                                                                 sa
imm unitario a m iglio rare l’attività di dife
            ci zio  fis ico   re go  la re    ha    un  eff  et to   an  tin fiamm atorio
2. L’es er
                                                                  all’età
 e ritarda l’insorgenza di m alattie legate
            ci zio  fis ico   re go  la  re   ha    eff et ti  fa vo  re vo li
 3 L’es  er
                a  ca rd  iov  as  co la  re  e  co  nt rib  ui sc e   a  rid  ur re
 su l sistem
                                                                     sa
 la ris posta vascolare e la pressione ar terio
               ile  di   vi ta   sa no     ch e   inc lu  da   un  a   di et a   adeguata
  4. Uno st
                    tiv ità   fis ica   pr  ev ien  e  la  co  mp  ar  sa   de   lle m alattie
  e regolare     at
                                                                    nsione, infar to
  croniche quali ad es empio diabete, ip er te
  m iocardico e ictus
                  5. L’attività fisica regolare aiuta anche a
                           at te re   l’o  be si tà   ch  e   co st itu isc  e   la  base  di
                  comb
                  divers e m alattie croniche
                          tiv ità   fis ica    co  or di na  ta  ed    in  gr  up  po ai uta
   6. Effettuare at
         ci al  izz az ion  e  so  pra ttu   tto   ne lle   pe  rs on  e  anziane
   la so
           rib  ui sc e  a   co mb    at te  re  la   de  pr es sio  ne   e   l’isolamento
   e cont

                                                                                                 13
AllenaMENTE:                                                  Fare sport non migliora solamente i processi co-
                                                              gnitivi e la memoria a breve termine, ma anche sul
lo sport come allenamento                                     lungo termine: uno studio longitudinale con più
                                                              di 9mila partecipanti ha dimostrato che un alle-
dei processi cognitivi                                        namento continuo nel corso degli anni (circa 150
in età evolutiva                                              minuti di attività costante fin da bambini), permet-
                                                              te di avere una migliore memoria dopo i 50 anni.
       Lo sport fa bene: esiste frase più scontata            Similmente, uno studio con adolescenti tedeschi
e, per certi versi, abusata di questa? Lo sentiamo            dimostra che, attraverso esercizi di coordinazio-
dire e lo diciamo spesso, specialmente quando                 ne, si possono ottenere miglioramenti significativi
vediamo bambini e adolescenti impigrirsi davanti              in test che valutano l’attenzione.
a tablet e videogiochi. Ma sappiamo davvero per-              E ancora: lo sport agisce anche sui cosiddetti
ché, quanto, e in che modo lo sport fa bene?                  “processi cognitivi superiori”, cioè quelle funzio-
L’idea che l’attività fisica “dia forma” al corpo             ni esecutive che consentono di svolgere attività
e alla mente è antica e radicata: già nell’antica             complesse. Tra queste, ricordiamo la memoria
Grecia, il concetto classico di καλὸς καὶ ἀγαθός              di lavoro, cioè la capacità di manipolare mental-
(“bello e buono”) va in questa direzione. Dice Pla-           mente informazioni, e il controllo inibitorio, inteso
tone nell’opera “Timeo”: «Chi si dedica alla ricer-           come capacità di bloccare risposte inadeguate
ca scientifica o a qualche altra intensa attività in-         o sopprimere le interferenze alla realizzazione di
tellettuale, bisogna che anche al corpo dia il suo            un compito. Anche solo cinque minuti di intensa
movimento, praticando la ginnastica, [...] se vuole           attività fisica provocano un temporaneo migliora-
essere definito, giustamente e a buon diritto, sia            mento delle Funzioni Esecutive, anche in bambini
bello sia buono». Da circa 2500 anni a questa par-            con Disturbo da Deficit di Attenzione con (o sen-
te, quindi, i benefici fisici dello sport sono ben noti       za) Iperattività (DDAI), in cui sono spesso com-
e riconosciuti: essendo oggetto di altri contributi           promesse.
in questo libro, tuttavia, non li approfondiremo.             I cosiddetti sport “situazionali”, come quelli di
Ciò di cui parleremo, invece, è l’effetto che il mo-          squadra e/o che prevedono un avversario diretto
vimento ha sui processi cognitivi, in particolar              (calcio, pallavolo, rugby, ma anche scherma, e arti
modo quelli di bambini e adolescenti: nello spe-              marziali) migliorano la memoria di lavoro anche a
cifico, lo sport aiuta a tenere il cervello «fresco»,         medio e lungo termine. Gli aspetti tattici di questi
migliorare la memoria, aumentare l’attenzione, al-            sport, inoltre, richiedono di trovare soluzioni rapi-
lenare i processi cognitivi superiori, sviluppare la          de ed efficienti: ciò allena il “pensiero divergente”,
creatività e perfino migliorare i risultati scolastici.       la creatività e la capacità di trovare soluzioni al-
Ci credereste? Ma procediamo con ordine.                      ternative in risposta a problemi di diversa natura.
In primo luogo, l’attività sportiva favorisce l’ossi-         Dulcis in fundo, bambini e ragazzi più sportivi
genazione del cervello e il rilascio di endorfine,            sono spesso studenti migliori: uno studio con
serotonina, dopamina, norepinefrina, tutte so-                11mila adolescenti ha indicato che i più sportivi
stanze chimiche prodotte dal cervello e associate             non solo incorrono in meno comportamenti a ri-
a sensazioni di benessere, competenza ed eufo-                schio (abuso di sostanze, comportamenti sessuali
ria. Tali sostanze sono anche in grado di sostene-            a rischio...), ma hanno anche maggiori possibilità
re i nostri processi mentali, garantendoci così una           di avere alti profitti scolastici. Infine, lo sport mo-
migliore prestazione cognitiva: pertanto, quando,             dula l’influenza negativa di una condizione socio-
nonostante lo studio o il lavoro costante, non vi             economica svantaggiata. In altre parole, quanto
sembra di combinare più nulla andate a fare una               detto sopra è valido anche e soprattutto per bam-
corsa o una passeggiata, aumenterà anche la vo-               bini che provengono da contesti difficili, in quanto
stra produttività! Allo stesso modo, fare i compiti           la pratica sportiva costituisce, per molti versi, un
o studiare dopo un’ora di movimento al parco,                 fattore protettivo.
per un bambino o una bambina, è più produttivo.               Che aspettate allora? È tempo di “muoversi”!

ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore

   14
CONSIGLI APPLICATIVI

1. In questo periodo storico,
  m al di testa e nervosismo
da eccessivo screen-t ime possono
 essere frequenti nei bambini.
 Sarà impo rtante ritagliare per lo ro
 temp o per l’attività fisica: grazie
 all’aumentata produzione
  di endo rfine, umore e testa
  ringrazieranno.
                   co mp iti ,  fa te  fa  re ai   vo st  ri  ba mb    ini  un  a  co rsa al
  2. Prim a dei
     rco: an ch e  le op  er az  ion i  ne   gu ad  ag  ne  ra nno!
  pa
                   di  sq ua   dr a  no  n  giov  an o   so  la m en  te   al le   comp etenze
   3. G li sp or t
                        mb  ini   e   ad ol  es cent i,  m   a  an ch  e   ai  lo ro   processi
   relazionali di ba
   mentali e alla lo ro creatività.
                        a  bu   on  a  oc  ca sio ne   an  ch  e  pe r   ba  mb   ini   con
    4. Lo sp or t è  un
                          or   ta m en  to  o  de  fic it  es  ecut  iv i: in   pa  rt ico lar
    disturbi del comp
           ar ti  m ar zia li   e ar  ra mp  ica ta  so   no   pa rt ico  larmente
    modo,                                                                                   re al la
                                   re  le   Fu nz ion i  Es   ec ut iv  e  e  co nt  rib ui
    funzionali per potenzia
    regolazione emot iva.

                                                                                                15
Medicina sul campo                                        (es.: camminata veloce) e con frazioni di almeno
                                                          10 minuti continuativi. Nell’adulto dopo i 65 anni
                                                          valgono le stesse regole dell’adulto a cui si ag-
       L’importanza dell’attività fisica nelle varie
                                                          giungono esercizi per l’equilibrio almeno 3 volte a
fasi della vita è oggetto da molti anni di interesse
                                                          settimana, inoltre si dovrà tenere conto delle con-
in campo medico e sociale. A tal proposito è inte-
                                                          diziono di salute del soggetto.
ressante vedere come questo argomento sia trat-
                                                          I benefici dello sport sulla base dei dati epide-
tato a vari livelli e sia stato oggetto di numerose
                                                          miologici hanno dimostrato una riduzione del-
raccomandazioni internazionali come le “Global
                                                          la mortalità nell’età media e avanzata. I giovani
recommendations on Physical activity for Health”
                                                          sono coloro che traggono gli effetti più importanti
dettate dall’OMS e, in Italia, di un recente Conve-
                                                          soprattutto in funzione della prevenzione del so-
gno dal titolo “Movimento, sport e salute” orga-
                                                          vrappeso e dell’obesità. Gli effetti positivi dello
nizzato dall’ISS.
                                                          sport intervengono, come dicevamo, anche nei
Infatti, è ormai scientificamente dimostrato che
                                                          confronti della salute psicologica sia nei giovani
fare attività fisica apporta notevoli benefici al no-
                                                          che negli adulti.
stro organismo. Ad ogni età, una regolare attività
                                                          Al contrario, l’inattività fisica appare essere re-
fisica, anche moderata, contribuisce a migliorare
                                                          sponsabile del 14,6 % di tutte le morti in Italia
la qualità della vita in quanto influisce positiva-
                                                          pari a circa 88.200 di nuovi casi e di una spesa
mente sia sullo stato di salute aiutando a preve-
                                                          in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di
nire e ad alleviare molte delle patologie croniche
                                                          euro annui per le quattro patologie maggiormente
sia sul grado di soddisfazione personale, contri-
                                                          imputabili ad essa (tumore della mammella e del
buendo a sviluppare i rapporti sociali e aiutando
                                                          colon-retto, diabete tipo II, malattia coronarica).
il benessere psichico. L’esercizio fisico, infatti, ri-
                                                          A tal proposito una stima basata sulla prevalenza
duce la pressione arteriosa, controlla il livello di
                                                          della malattia dimostra che un aumento dell’atti-
glicemia, modula positivamente il colesterolo nel
                                                          vità fisica determinerebbe un minor costo per il
sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche,
                                                          Servizio sanitario nazionale di circa due miliardi e
cardiovascolari, neoplastiche, le artrosi e riduce il
                                                          mezzo di euro.
tessuto adiposo in eccesso. Inoltre, riduce i sinto-
                                                          Negli ultimi anni sono stati effettuati importanti
mi di ansia, stress, depressione e solitudine.
                                                          studi su quanto è attiva la popolazione italiana. In
Secondo l’OMS per attività fisica si intende “qua-
                                                          particolare “Okkio alla Salute” ha preso in esame
lunque sforzo esercitato dal sistema musco-
                                                          il sovrappeso, l’obesità e la sedentarietà nei bam-
lo-scheletrico che si traduce in un consumo di
                                                          bini delle scuole primarie (8 - 9 anni). Lo studio
energia superiore a quello in condizioni di riposo”.
                                                          “Health Behaviour in School-aged Children” si è
Mentre per sport si intende un tipo di attività fi-
                                                          occupato della sorveglianza sui comportamenti a
sica che può essere praticata individualmente o
                                                          rischio nella preadolescenza e adolescenza (11,
come parte di una squadra, per la quale i parteci-
                                                          13 e 15 anni). Il “PASSI - Progressi delle Aziende
panti aderiscono a un insieme comune di regole
                                                          Sanitarie per la Salute in Italia” ha analizzato in-
o aspettative ed esiste un obiettivo ben definito.
                                                          vece la fascia dell’età adulta 18 - 69 anni. Mentre
Sempre l’OMS ha stilato delle linee di livelli di atti-
                                                          il PASSI d’Argento si è occupato della qualità di
vità fisica raccomandabili a seconda dell’età. Per
                                                          vita e bisogni delle persone oltre i 65 anni. Questo
la fascia 5 - 17 anni è consigliabile praticare alme-
                                                          a conferma di quanto detto inizialmente dell’inte-
no un’ora di esercizio fisico moderato (es.: gioco
                                                          resse della comunità scientifica e sociale dell’im-
all’aperto) e come minimo 3 sedute a settimana
                                                          portanza per l’attività fisica e lo sport ad ogni età
(es.: correre o andare in bicicletta). Nell’adulto
                                                          della vita.
(18 - 64 anni) sono indicati almeno 150 minuti
nell’arco della settimana con intensità moderata

MASSIMILIANO MANZOTTI • Medico sportivo A.C. Reggiana

   16
[sport e benessere
psicosociale]
                                                           esempio alcuni progetti a cui stiamo partecipan-
Sport e inclusione sociale                                 do. In due progetti europei, “Football chance” e
                                                           “Football chance 2.0”, guidati rispettivamente da
       Sono pochi i dubbi sul fatto che lo sport           FRF (Federazione Nazionale di calcio della Roma-
debba essere inclusivo, permettendo una piena              nia) e FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio)
integrazione sociale a tutte le persone, indipen-          e sostenuti dalla UEFA, utilizziamo lo sport per
dentemente dalla loro origine e caratteristiche            educare ragazzi e ragazze provenienti da zone
personali. L’idea di sport è strettamente asso-            sociali socio-economicamente svantaggiate di
ciata a valori positivi quali accettazione, rispetto,      9 Paesi europei a inserirsi nella società, tramite
diversità, inclusione, che ne fanno un importante          la realizzazione di attività calcistiche e psicologi-
veicolo per la promozione del benessere sociale            che con cui i giocatori arrivano a credere in sé
inteso come promozione di relazioni sociali sane           stessi e nelle proprie possibilità e sono educati
e positive con gli altri.                                  all’educazione civica e al ruolo che possono ave-
L’inclusione sociale tramite lo sport può essere           re nella società. Sono inoltre allo studio progetti
intesa ad almeno due livelli. Il primo livello, il più     che utilizzano il calcio per combattere la violenza
ovvio e immediato, è quello relativo al dare a tutti       contro le donne (tramite la creazione di una rete
la possibilità di fare sport.                              che coinvolge le società sportive e i servizi socia-
Purtroppo, il fatto che lo sport sia accessibile a         li, così che le donne possano denunciare episodi
tutti non è sempre scontato. Si pensi alle persone         di violenza diretti e indiretti ed essere sostenute
in condizioni di svantaggio economico (non sem-            legalmente e psicologicamente), arginare la piaga
pre fare sport è gratis), o a quelle con qualche           del bullismo (facendo in modo di sviluppare nor-
tipo di limitazione particolare (ad esempio, alcune        me sociale contro l’abuso degli altri e al contrario
forme di disabilità). Si consideri inoltre gli ostaco-     la promozione di comportamenti di difesa, dentro
li presenti per persone che desiderano fare uno            e fuori dal campo), combattere la radicalizzazione
sport “contro-stereotipico”. Ad esempio, cono-             (creando una rete tra società di calcio professio-
sciamo bene le barriere sociali che spesso deve            nistiche e ministeri nazionali per identificare pro-
superare un maschio che voglia fare balletto, o            cedure condivise dove i tifosi rappresentano un
una donna che desideri giocare a calcio. Garan-            anello chiave per proporre iniziative anti-radica-
tire a tutti la possibilità di fare sport, e nello spe-    lizzazione nella società). Ancora, è in svolgimento
cifico lo sport preferito, rappresenta un obiettivo        un progetto congiunto A. C. Reggiana 1919 - Uni-
sociale che non è neanche in discussione.                  more per educare i giocatori delle giovanili ai va-
Esiste tuttavia un secondo livello, forse meno ov-         lori della squadra, rendendoli ambasciatori di tali
vio, ma altrettanto se non più importante del pri-         valori positivi al di fuori dal campo.
mo. Lo sport può infatti promuovere l’inclusione           Quelli proposti sono solo esempi per mostrare
sociale non solo nell’ambito sportivo, bensì nella         come lo sport possa essere un incredibile veicolo
società più ampia. In questo caso, lo sport smette         per l’inclusione sociale e come la psicologia gio-
di essere solo “sport” e diventa uno strumento             chi un ruolo fondamentale per trasformare quello
educativo fondamentale per educare le persone              che molti pensano sia un semplice divertimento
al rispetto e promuoverne la piena accettazione.           in un ingranaggio decisivo per la società.
Perseguendo questo obiettivo, portiamo come

LORIS VEZZALI • Prof. Ordinario di Psicologia Sociale Unimore
VERONICA MARGHERITA COCCO • Dottoranda in Psicologia Sociale Università degli Studi di Parma
ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore

                                                                                                         17
CONSIGLI APPLICATIVI

             pr es en te   ch  e  gl i  at  le ti  vi vo no   co nd izi on  i personali
1. Tenere
                to  di  ve  rs e,  faci  lit an do    l’acc es so   e   la   vi ta sp or tiva
sp esso mol
                      po   ss on  o  av er  e  qu al  ch e  tip o  di    di ffi co ltà legata
per colo ro che
                         po  si zio ne    so  cio ec on  om  ica   e/  o  ca  ra tte ris tiche
 alle lo ro origini,
 personali.
                         sc  on  ta to   ch  e  in  un  a so  ci et à  sp  or  tiv a  e/  o
 2. Non dare per
        sq uadr  a  i ra pp  or  ti  si an  o  se mp   re po  si tiv i, m a lavo rare
 una
            en te  pe  r  cr ea re   co  es  ion e  di   sq ua dr a,   ev entualmente
  attivam
                                                                  atleti.
  avvalendosi di role model tra gli stessi
            ar e  al  co  nt rib  ut o   ch  e  un  o  sp or t  pu ò   da  re all’infuo ri
  3. Pens
                                                                   ibile
  del setting sp or tivo, ut ilizzando ove poss
                                                                     e sociale
   le sue potenzialità per favo rire un’inclusion
         am pi a  de  gl i  at le ti  e   l’a bb  at  tim en to   di   stereotip i
   pi ù
   consolidat i e squalificant i.

Sport e pari opportunità                                   cità cognitiva. Anche attraverso la promozione di
                                                           attività sportive Unimore si fa tramite di politiche
di genere                                                  di pari opportunità e di inclusione, nel favorire l’e-
                                                           liminazione di barriere che limitano l’accesso alle
       L’attività sportiva svolge un ruolo essenzia-       attività o nel contrasto agli stereotipi che limitano
le, nell’approccio delle capacità, per lo sviluppo         le scelte rispetto al tipo di attività sportiva per po-
di altre dimensioni fondamentali del benessere             tere affermare con queste azioni l’equità stessa
quali la capacità di vivere una vita sana e la capa-       nella sua pratica.

TINDARA ADDABBO • Delegata alle Pari Opportunità Unimore

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Decostruire gli stereotipi di                                ritiene inoltre che gli uomini siano meno adatti ad
                                                             occuparsi di faccende domestiche rispetto alle
genere attraverso lo sport                                   donne e che sia l’uomo a dover provvedere alle
                                                             necessità economiche della famiglia. Il 58,8%
        Un grande valore insito nello sport è la pos-        della popolazione (di 18-74 anni), senza partico-
sibilità di contrastare gli stereotipi di genere non         lari differenze tra uomini e donne, riporta almeno
solo all’interno del contesto sportivo, ma nella             alcuni di questi stereotipi.
vita di tutti i giorni, partendo dalla consapevolez-         Questa panoramica, insieme ai risultati della ricer-
za e dal riconoscimento degli stereotipi                                  ca scientifica che dimostrano quanto
di genere per abbatterli e favorire le                                        bambini e bambine siano più reat-
pari opportunità.                                                                tive/i degli adulti ad interventi di
Questo obiettivo è particolar-                                                      riduzione degli stereotipi, mo-
mente ambizioso se si pensa                                                           stra la rilevanza e l’impatto
al contesto italiano in cui,                                                            sociale di interventi atti alla
nonostante gli innumerevo-                                                              promozione di valori legati
li passi avanti fatti da parte                                                          al rispetto delle differenze di
delle donne in termini di pre-                                                          genere, al superamento de-
senza e influenza nella vita                                                            gli stereotipi e alla promo-
pubblica e lavorativa, ancora                                                           zione di una cultura positiva
si fatica a raggiungere la pa-                                                          e inclusiva. Tale promozio-
rità di genere. Il gap di gene-                                                         ne è tanto più efficace in
re, che va a svantaggio delle                                                           età evolutiva quanto più in-
donne, è stato infatti docu-                                                            serita in un contesto ludico
mentato in diversi ambiti.                                                             e accattivante per i bambini
Le donne in Italia sono media-                                                       - come quello sportivo.
mente più istruite degli uomini e                                                 Per questo motivo, Unimore,
più difficilmente abbandonano gli                                              insieme con il Centro di Aiuto alla
studi. Nonostante i livelli di istruzione                                  Vita di Mantova e numerose società
svolgano un ruolo importante rispetto all’inseri-            sportive del territorio mantovano (ASD Lupi Clim-
mento dei/delle giovani nel mercato del lavoro, i            bing, Accademia di calcio Tano Caridi, ASD Le-
tassi di occupazione all’uscita dalla scuola mo-             ale Combat e Associazione Pallavolo Mantova),
strano un gap di genere a sfavore delle donne a              ha sviluppato “Di Pari Passo: pari opportunità
prescindere dal livello d’istruzione. È altrettanto          (anche) nello sport”, un progetto di attività spor-
vero che la partecipazione delle donne al mondo              tiva “arricchita” che ha visto coinvolti bambine e
del lavoro è molto legata ai carichi familiari che           bambini di classi quarte e quinte dell’IC Manto-
sono ancora, in modo sproporzionato, respon-                 va 2. Durante gli incontri del progetto, bambine e
sabilità delle donne. Specificatamente poi per               bambini hanno avuto modo di sperimentare quat-
quanto riguarda la qualità del lavoro, le donne              tro diverse discipline sportive (arrampicata, cal-
sono svantaggiate nella qualità del lavoro svol-             cio, difesa personale e pallavolo), in cui le attività
to. A ciò si aggiunge un minore accesso alle po-             proposte erano specificamente sviluppate e “ar-
sizioni apicali, una maggiore diffusione di lavori           ricchite” per favorire la riflessione sul tema delle
part-time, carriere discontinue e differenze di ge-          pari opportunità di genere. Ogni ora di attività era
nere nei redditi percepiti.                                  poi seguita da una di discussione in classe, in cui
Questi dati sono coerenti con i risultati riportati          i significati accennati durante il gioco erano ana-
da un’indagine Istat 2018 sugli stereotipi più co-           lizzati e discussi collettivamente. Tali attività spor-
muni legati ai ruoli di genere nei quali emerge che          tive hanno permesso di divertire e coinvolgere i
una percentuale significativa di italiani e italiane         bambini e le bambine, favorendo poi la riflessione
ritiene che per gli uomini sia più importante che            e l’abbattimento degli stereotipi di genere.
per le donne avere successo nella vita lavorativa,

ELEONORA CRAPOLICCHIO • Assegnista di ricerca in Psicologia Sociale Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

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