Sport e Benessere a 360 gradi - a cura di Elisa Bisagno e Loris Vezzali - Unimore
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[a proposito di besport] “BeSport” è la crasi tra “benessere” e essere tutto questo, e molto altro. Vi abbiamo in- “sport”, due termini che vengono spesso adope- curiosito? rati congiuntamente, poiché è nell’immaginario Non vi resta che proseguire nella lettura di questo collettivo che essi siano, in qualche modo, lega- documento, che raccoglie i contributi di esperti ti: lo sport, infatti, modella il corpo, ci rende più ed esperte che vi guideranno a scoprire tutti i be- sani fisicamente e più energici. Questo è sape- nefici dello sport. re comune a tutti e ampiamente condiviso. Ciò “BeSport: Sport e Benessere a 360 gradi” è in- che forse non tutti sanno è che i benefici dello fatti un’iniziativa di public engagement promossa sport non si esauriscono nel solo modellamento dall’Università di Modena e Reggio Emilia (Uni- del corpo, ma hanno un impatto altrettanto este- more) per condividere con un pubblico non acca- so sulla nostra mente e sulle nostre competenze demico studi, ricerche e interventi nell’ambito del- sociali. la promozione del benessere attraverso lo sport. Se vi dicessimo che fare sport ci rende anche co- Nelle prossime pagine troverete qualche informa- gnitivamente più performanti? Che ci rende più zione in più sul progetto, una breve definizione di fiduciosi in noi stessi, e più capaci di stare con gli benessere, un interessante dialogo tra Cecilia Ca- altri? E che questi effetti sono anche maggiori in mellini, campionessa paralimpica di nuoto e psi- bambini e adolescenti? Ancora: se vi dicessimo cologa, e Francesca Vitali, psicologa dello sport e che lo sport può rappresentare uno strumento ricercatrice, il punto di vista sulla psicologia dello di cambiamento sociale per promuovere l’inclu- sport di AC Reggiana 1919 e molti altri interventi sione sociale di persone provenienti da conte- che vi guideranno alla scoperta dei benefici dello sti svantaggiati e le pari opportunità di genere? sport... a 360 gradi. E che è uno strumento fondamentale di crescita Buona lettura! (anche) per persone con disabilità? Lo sport può ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore LORIS VEZZALI • Prof. Ordinario di Psicologia Sociale Unimore “BeSport: Sport e Benessere a 360 gradi” dal suo impatto, cioè dal miglioramento che essa rappresenta un caso paradigmatico di iniziativa di è in grado di generare nella società. BeSport pos- public engagement e più in generale di terza mis- siede entrambe queste caratteristiche. È stretta- sione, nella loro accezione più moderna e della mente connesso con la ricerca svolta in Unimo- tipologia più preziosa per una università. La terza re in campo psicologico e medico sui temi dello missione è l’insieme delle attività derivanti dall’in- sport, del benessere psicofisico, dello sviluppo terazione dell’università con il contesto sociale ed emotivo nei bambini e riduzione del conflitto so- economico non già ricomprese nella formazione ciale. Il suo impatto riguarda sia la divulgazione, e nella ricerca. Il public engagement è una delle verso i professionisti del settore e un pubblico più principali forme di terza missione comprendente ampio di non esperti, dei risultati della ricerca nei in particolare le iniziative, senza scopo di lucro, settori citati sopra, sia il trasferimento di strumen- aventi valore educativo, culturale e sociale e rivol- ti educativi a educatori e insegnanti, sia i benefici te a un pubblico non accademico. La rilevanza di diretti prodotti da un punto di vista psicofisico sui una attività di public engagement dipende dal suo bambini coinvolti nelle specifiche iniziative. stretto legame con la ricerca scientifica, nonché GIOVANNI VERZELLESI • Prorettore Unimore e Delegato del Rettore per la terza missione nella sede di Reggio Emilia 2
L’Università di Modena e Reggio Emi- formazione è chiamato a svolgere un importante lia riconosce l’importanza della Terza Missione compito verso una comunità eterogenea e prova- come complemento naturale delle due funzio- ta dalla didattica a distanza, dal lavoro da remoto ni fondamentali di formazione e ricerca e come e dalle restrizioni indotte dalla pandemia: quello strumento per contribuire al benessere ed allo di promuovere la cultura della salute e diffondere sviluppo della comunità. Lo sport trasmette valori i valori etici dello sport. Sensibilizzare e stimolare educativi e sociali, costituisce strumento di inte- le persone, adulti e bambini, a non trascurare l’at- grazione e socializzazione, promuove giusti stili tività motoria o sportiva, significa incentivarle a nella vita e nel lavoro. Per questo motivo l’Univer- perseguire e tutelare il proprio benessere psicofi- sità si è posta come obiettivo quello di veicolare sico. Diffondere i valori etici dello sport comporta queste funzioni, collaborando con i soggetti del la valorizzazione di comportamenti corretti nella mondo sportivo, dalle associazioni alle istituzio- vita, nello studio e nel lavoro. ni scolastiche. Mai come oggi chi si occupa di ISABELLA MORLINI • Delegata allo Sport Unimore [cosa si intende per benessere?] Il tema del benessere delle persone è uno condizioni oggettive di vita dell’individuo (salute dei temi più attuali di discussione che integra di- fisica e psicologica, indipendenza economica, verse discipline: la medicina, la psicologia, l’eco- lavoro, relazioni sociali, ambiente di vita) e sulla nomia, la sociologia, l’urbanistica, e altre ancora. valutazione soggettiva che egli ne dà. Riuscire a dare una definizione di questo con- Più recentemente l’O.M.S., nel 2001, ha aggiun- cetto risulta difficile, in quanto non ci riferiamo a to che fondamento del benessere debba essere un’entità unitaria semplice e non riguarda solo un la salute mentale positiva, o psicologia positiva, costrutto specifico. definita come uno stato che permette agli indi- Storicamente, il punto di svolta si ha 1946, vidui di realizzare le proprie abilità, di affrontare quando l’organizzazione Mondiale della Sanità gli eventi stressanti della vita e di lavorare con (O.M.S.) definisce la salute come “uno stato di produttività e profitto, dando un contributo alla completo benessere fisico, mentale e sociale che propria comunità. La psicologia positiva è un co- non consiste soltanto in un’assenza di malattia o strutto complesso che comprende diversi aspet- infermità”. Questa definizione sposta l’accento ti sia oggettivi, sia soggettivi, che sono stati af- dall’assenza di malattia al benessere, dalla cura frontati secondo diverse prospettive: edonistica, alla prevenzione. Non si parla più esclusivamente eudaimonistica e sociale. L’approccio Edonistico di salute fisica, ma si considerano tutti gli aspetti (che mira al piacere) comprende una componente della vita di un individuo, con un approccio glo- cognitiva che equivale alla soddisfazione per la bale alla persona, che si pone come obiettivo la propria vita e da un aspetto emozionale orientato promozione di benessere psicofisico. a un alto livello di affettività positiva e un basso Il concetto di benessere si è quindi legato alle livello di affettività negativa. 3
L’approccio eudaimonistico (che mira alla felicità) a priori ma è il risultato di una valutazione che la pone al centro dell’attenzione il buon funziona- persona fa della propria qualità di vita e dipende mento psicologico e la realizzazione di sé, inte- da numerosissimi fattori individuali, relazionali e sa come realizzazione delle proprie potenzialità ambientali. Infine, anche per l’infanzia sono sta- e perseguimento di obiettivi intrinseci, quali au- ti individuati indicatori di benessere: tra questi tonomia, crescita personale, autorealizzazione, troviamo funzionamento fisico, emotivo, sociale autodeterminazione, sviluppo delle potenzialità e e scolastico. Già l’O.M.S., nel 1993, riconosce delle risorse, relazioni sociali positive e resilienza. come fondamentale la valorizzazione del capitale L’approccio Sociale considera il tipo di relazione umano lungo tutto il corso della vita e l’importan- che il soggetto ha con la comunità più allargata, za dell’educazione che rende possibile lo svilup- analizzando cinque dimensioni: l’integrazione so- po di questa dimensione. Si tratta cioè di aiutare ciale, l’accettazione sociale, il contributo sociale, l’individuo a diventare una persona, un cittadino l’attualizzazione sociale e la coerenza sociale. responsabile, partecipe alla vita sociale, capace Una più recente definizione di benessere lo vede di assumere ruoli e funzioni in modo autonomo, in come una condizione di equilibrio fra risorse (psi- grado di far fronte alle sfide della vita. cologiche, sociali e fisiche) e sfide. Quando gli in- In ambito educativo, per promuovere il benesse- dividui percepiscono di avere più sfide che risor- re, assume un ruolo importante anche lo sport. La se, o viceversa, l’equilibrio si rompe. Se ritengono partecipazione ad un’attività sportiva in maniera di avere più risorse che sfide, le persone tendono costante è stata infatti associata a migliori livelli a demotivarsi e deprimersi, in caso contrario pos- di sviluppo cognitivo ed emotivo, a un profilo car- sono percepire di essere sotto pressione e svilup- dio-metabolico più favorevole ed una composi- pare ansia. Si tratta di una condizione dinamica, zione corporea più sana. in continuo mutamento, il cui equilibrio non è dato ALESSIA CADAMURO • Prof.ssa Associata di Psicologia dello Sviluppo Unimore 4
[sport, benessere e prestazione] dallo sport come contesto educativo, al ruolo chiave dei fattori psicologici nella prestazione e nella vita degli atleti di élite PREMESSA [ Il webinar titolato “BeSport - Sport e benessere” ci ha permesso di confrontarci e dialogare sulla tematica che più ci appassiona, ci accomuna e che ha permesso ai nostri destini di incrociarsi: lo sport come strumento di crescita e sviluppo positivo dei più giovani, di miglioramento della salute, di educazione e acquisizione di abilità per la vita. Dialogo tra Cecilia Camellini e Francesca Vitali Sport come La doppia carriera: contesto educativo conciliare con successo Lo sport usato come contesto di educazio- studio e sport ne per i più giovani ha una storia antica. Oggi ci possiamo ancora chiedere se lo sport giovanile In ragione dei molteplici benefici fisici, ma sia effettivamente educativo. Quando parliamo anche psicosociali e cognitivi che può avere lo di educazione e formazione per la vita non ci ri- sport, molte ricerche hanno mostrato sia come feriamo solo all’educazione propriamente detta, lo sport possa essere funzionale allo studio e, in ma anche alla costruzione di valori, principi etici e modo speculare, come anche lo studio possa es- morali, così come al processo di apprendimento sere funzionale allo sport. In letteratura, questo di abilità, costruzione di talenti e prestazioni. tema va sotto la voce della cosiddetta “doppia Lo sport giovanile può essere un contesto con un carriera”, intesa come una conciliazione positiva potenziale educativo ma sta agli adulti (allenatori, e di successo fra studio e sport. genitori, dirigenti) usarlo con tale finalità intenzio- Su questo tema raccogliamo la testimonianza di nale. Infatti, ci sono luci ma anche ombre legate Cecilia Camellini, che è stata atleta paralimpica allo sport: per esempio, quando gli adulti, con gli ed oggi è una professionista della salute mentale, atleti più giovani ma anche con gli atleti di alto che testimonia con la sua carriera i potenziali be- livello, sopravvalutano l’aspetto agonistico e si nefici derivanti dallo studio e dalla pratica sportiva concentrano troppo o esclusivamente sul risulta- di alto livello, svolti contemporaneamente. Cecilia to, enfatizzando questo aspetto a discapito del Camellini ha iniziato il proprio percorso da atle- piacere e della motivazione intrinseca, o peggio ta a 14 anni, all’interno della nazionale italiana di allenando senza tenere conto di età, genere e al- nuoto paralimpico, gareggiando come nuotatrice tri fattori, possono creare molto disagio, favori- non vedente totale. Oggi ha la possibilità raccon- re l’abbandono precoce dello sport o addirittura ta la sua carriera a Francesca Vitali, divenuta sua problematiche psicofisiche ai più giovani. collega psicologa con cui collabora all’Università di Verona su ricerche e progetti legati alla doppia carriera. 5
[Francesca] “Pechino 2008, Londra 2012 e Rio 2016 sono state le tre paralimpiadi a cui tu, Ceci- lia Camellini, hai partecipato, prima di trasfor- mare l’attività agonistica nella tua attuale pro- fessione di psicologa a partire dal 2018. Sapere cosa abbia insegnato la doppia carriera a Cecilia Camellini, come atleta, come persona e come professionista penso sia molto interessante e possa servire per poterla sostenere e favorire.” ••• [Cecilia] “Servirebbero molte pagine per poter raccontare bene cosa significhi studiare e fare sport e avere, così, una doppia carriera. Per rispondere alla domanda, partirò raccontando qual- che episodio della mia esperienza, per fare qualche esempio pratico dei contenuti che sono stati di- scussi sopra. La mia doppia carriera è iniziata presto, quando ero all’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado, ed è continuata per tutti gli anni del liceo classico e dell’università. Non c’è stato un solo momento in cui io abbia pensato di dedicarmi solo all’una o l’altra cosa, anche se in certi frangenti, soprattutto in quelli in cui mi veniva richiesto maggiore impegno, ci sono stati attimi in cui ho pensato di lasciar andare qual- cosa. Studiare al mattino e nuotare al pomeriggio quando ero al liceo e organizzare lo studio universitario assieme alla preparazione paralimpica mi hanno richiesto molti sacrifici, ma mi hanno portato anche grandi soddisfazioni. La prima cosa che mi ha insegnato la doppia carriera è stata, appunto, la capacità di organizzare bene il mio tempo in modo produttivo, per incastrare al meglio tutti gli impegni, senza ridurmi a studiare alle tre di notte tutti i giorni. Nei momenti in cui le competizioni sportive e gli allenamenti diventavano più importanti, soprattutto in vista delle paralimpiadi nel periodo universitario, mi sono vista costretta a ridurre notevolmente il carico di studio e questo mi ha portata a vivere anche in modo peggiore l’allenamento stesso: questo perché la mia mente e il mio corpo han- no sempre lavorato insieme, bilanciandosi e dandosi energia reciprocamente. Fare i doppi allenamenti non mi era sempre consentito durante il periodo scolastico, magari una o due volte la settimana al massimo, perché in quel caso dovevo conciliare gli orari scolastici e la disponibilità delle piscine, cosa non sempre facile trattandosi di sport paralimpico. Oltre all’organizzazione, la doppia carriera mi ha insegnato molto presto ad essere flessibile e ho imparato a dosare le mie forze e il mio tempo in base agli obiettivi che mi prefissavo. Difficile era a volte conciliare le pretese scolastiche e quelle sportive, sia quelle provenienti da professori e allenatori, ma soprattutto quelle che io stessa mi richiedevo. La doppia carriera è stata una buona “allenatrice” anche sotto questo punto di vista, perché mi ha aiutata a non pretendere di raggiungere il massimo dappertutto, ma, in modo più ampio, di trarre il meglio da entrambe le mie esperienze. Da parte mia e da parte dell’allenatore, insegnanti e famiglia, ci è voluta grande volontà per mantenere un equilibrio che ci permettesse di mettere insieme tutto, senza trascurare anche la vita privata. Anche oggi, per rispondere all’altra parte della domanda di Francesca, ciò che mi rimane maggiormente degli insegnamenti della mia doppia carriera, è proprio questa attitudine a non volermi dedicare al 100% ad una cosa sola alla volta: mi piace poter portare avanti più attività, con l’attenzione rivolta alla costruzione di una professione e della mia vita a 360°. Procedo per valori e priorità e, ricollegandomi a ciò che diceva France- sca riguardo a prestazioni cognitive, da una parte, e sportive, dall’altra, l’idea di poter combinare un’atti- vità lavorativa o di studio prevalentemente seduta ad una dinamica e in movimento mi ha permesso di continuare per più tempo entrambe le cose senza stancarmi. Come ho già accennato, nei momenti in cui sono stata costretta a dedicarmi solo all’una o l’altra, mi sentivo come se mi mancasse qualcosa.” ••• 6
L’esperienza di Cecilia Camellini è molto vicina si fonda su criteri di miglioramento personale e di a quella vissuta da altri atleti olimpici, come ad apprendimento, e l’impegno viene considerato il esempio Niccolò Campriani, campione olimpico principale fattore di successo: si determina allora di tiro a segno. Anche lui, una volta laureatosi, ha un “orientamento sul compito” (task orientation). completato la preparazione dell’Olimpiade di Rio Gli adulti (allenatori e genitori in particolare) in- 2016, e nel suo libro (Campriani, 2017), descri- fluenzano l’orientamento motivazionale persona- ve come si sentisse perso, durante gli ultimi due le e determinano quello che viene definito il cli- anni prima dei Giochi Olimpici, ad avere ben otto ma motivazionale. Ci sono due tipologie di clima ore al giorno da dedicare esclusivamente all’al- motivazionale: un “clima orientato sulla compe- lenamento. Questa esperienza è comprovata da tenza” (mastery climate), quando l’attenzione è una serie di studi: non solo un’attività sportiva fa- posta sullo sviluppo di abilità e sui miglioramenti, cilita le attività cognitive e lo studio, ma accade con l’allenatore che pone obiettivi individualizzati, anche il contrario, perché lo studio impone agli riconosce l’impegno, sottolinea i progressi, in una atleti un’organizzazione del tempo più funzionale squadra valorizza il contributo di ciascun atleta e stimola la loro mente a rimanere più attiva su e la collaborazione con i compagni; oppure, un più fronti. “clima orientato sulla prestazione” (performance climate), dove l’accento è posto sulla competizio- ne, con l’allenatore che dedica maggiore atten- zione agli atleti migliori, rimprovera per gli errori e per una prestazione scadente, stimola spesso la Processi motivazionali competizione anche all’interno del gruppo. e sport giovanile Il clima motivazionale agisce stimolando il coin- volgimento più sul compito o sull’io, ma ci sono In termini motivazionali, è comprensibile molti studi che dimostrano come il clima orien- che gli atleti, non solo di alto livello, abbiano una tato sulla competenza determini un maggiore motivazione orientata al risultato: in questo caso, impegno, un più elevato divertimento e interesse la valutazione della propria prestazione è basata nell’attività, più alta autostima e maggior senso di su standard normativi, ossia sul confronto con gli valore personale. Ancora una volta l’esperienza di altri, e la persona si sente competente se riesce a Cecilia Camellini ci è di aiuto. vincere, a superare gli altri, a fare meglio, oppure a fare come gli altri ma con meno sforzo: si deter- mina un “orientamento sull’io” (ego orientation). Molte ricerche, però, hanno dimostrato come avere un orientamento motivazionale all’impegno e al compito sia molto più funzionale: quando la valutazione della prestazione è autoriferita, la percezione di competenza che un atleta prova [Francesca] “Rispetto all’importanza dell’impegno, a quali dovrebbero essere le motivazioni degli atle- ti e al contributo degli allenatori, hai qualche aneddoto da raccontarci?”. ••• 7
••• [Cecilia] “Ritorno a quando ero piccola, alla fine del primo anno della scuola primaria, quando ho fatto la mia prima gara di nuoto. Era una gara di fine corso, niente di speciale, ma per me è stato un momento che, ricordandolo anni dopo, ha saputo regalarmi grandi fonti di ispirazione per la mia carriera. Per la prima volta mi tuffavo in acqua come piccola atleta, con il costume nuovo e tanta voglia di far vedere ai miei genitori e a mio fratello, più grande di me, quanto avevo imparato: ero curiosa di sapere come sarebbe andato quel 25 metri dorso che all’epoca mi sembrava così lungo e importante! Al via sono partita assieme alle altre bambine e ho nuotato più veloce che potevo, fino a giungere all’arrivo senza più energie. Avevo dato proprio tutto. Risalendo dalla vasca, chiesi al mio istruttore come fossi arrivata e lui mi disse che mi ero classificata ulti- ma. Non ricordo bene se prima arrivò la rabbia o la delusione, ma passai cinque minuti di vero dispiacere, pensando alla mia figuraccia, a cosa avrebbero potuto pensare i miei genitori e alla delusione di aver fatto uno sforzo così grande senza poi ottenere niente. Già nella mia testa di bambina l’arrivare ultima si era connotato di tanti aspetti negativi. Il mio istruttore era, al contrario, molto tranquillo e mi diede una meda- glia, un po’ diversa dalle altre che aveva dato alle bambine arrivate sul podio. Quella, mi disse, non era una medaglia data per compassione e nemmeno un premio che indicava che avevo vinto: era una medaglia che lui mi dava perché durante quella gara aveva visto in me un atteggiamento da premiare perché io avevo messo tutta la costanza e l’impegno che possedevo in quella situazione competitiva. Secondo lui, queste due qualità mi avrebbero premiato sempre, indipendentemente dal fatto che fossi arrivata prima o ultima. Quel giorno non mi resi conto del grande significato di quel gesto e misi la medaglietta in un cassetto. La ritrovai anni dopo, poco prima di partire per le paralimpiadi di Londra 2012 e la portai con me come portafortuna, augurandomi di vivere quelle gare esattamente con quello spirito di fondo. Questo di- mostra quanto può fare un istruttore per educare un bambino già dal primo approccio allo sport. Lo sport, dunque, mi ha insegnato a dare importanza all’impegno, più che al risultato.” Ti consigliamo una lettura! Campriani, N. (2017). Ricordati di dimenticare la paura. Cosa fa di un atleta un uomo felice. Milano: Mondadori. CECILIA CAMELLINI • Psicologa, Ex nuotatrice, Campionessa paralimpica FRANCESCA VITALI • Psicologa dello sport, Ricercatrice Università degli Studi di Verona 8
[Unimore, sport e benessere sul territorio] La collaborazione gia, in diverse direzioni: mettendosi a disposizio- ne della prestazione atletica, per supportarla oltre con AC Reggiana l’aspetto fisico e tecnico, oppure amplificandone la natura intrinsecamente educativa attraverso in- Anno dopo anno, il valore della componente terventi mirati. È questo ciò che sta accadendo psicologica è sempre più riconosciuto in contesti nell’ambito della collaborazione tra Unimore e il extra-sanitari, a partire dai contesti di emergenza settore giovanile di AC Reggiana 1919 con cui, tra (come l’attuale pandemia da Covid-19 che stiamo le altre attività, ha preso forma un progetto fina- vivendo), fino a giungere al contesto lavorativo e, lizzato a rendere i giovani calciatori ambasciatori non da ultimo, a quello sportivo. Con lo sport, in- per la promozione dei valori propri dello sport al fatti, la psicologia può creare una grande siner- di fuori del contesto calcistico. SANDRO RUBICHI • Prof. Ordinario Psicologia Generale Unimore 9
Psicologia in campo: adattarsi al contesto e offrire soluzioni ottimali in relazione alle necessità psicologiche sia delle allenare le abilità squadre sia degli individui che le compongono, staff tecnico compreso. psicologiche Lo psicologo deve avere una formazione specifi- ca in psicologia dello sport, conoscere il calcio in L’intervento psicologico nel calcio sta di- tutte le sue dinamiche, essere capace di mettere ventando una richiesta abituale, ma la psico- in pratica le sue conoscenze per fornire al siste- logia applicata al calcio è in ritardo rispetto ad ma soluzioni utili e fruibili. aree scientifiche fondamentali per la formazione Infatti, non sono sufficienti solo le conoscenze dell’atleta, come la preparazione atletica o la me- delle tecniche psicologiche e delle teorie prin- dicina sportiva. cipali sulle abilità psicologiche, bisogna sapere La psicologia del “senso comune” non può avere come applicarle e mettere a disposizione del con- un’applicazione funzionale nello sport: parlare di testo le proprie competenze. abilità psicologiche, stress, ansia, blocchi, grinta, carica o concentrazione senza sapere quali mec- Considerando che il rendimento sportivo è mul- canismi si mettono in moto, cosa si evita e cosa si tifattoriale, determinato da fattori controllabili ottiene, significa vanificare le conoscenze che la (aspetti tecnici, tattici, atletici e psicologici) e da psicologia può fornire per meglio capire gli atleti fattori incontrollabili (direttore di gara e gli avver- e danneggiare non solo la performance sportiva, sari), il lavoro di preparazione psicologica consi- ma anche la persona. ste nel formare l’atleta a ottimizzare il rendimento In Reggiana Calcio, la psicologia applicata al cal- rispetto a ciò che può, in larga misura, dipendere cio punta sulla risorsa-uomo, da spazio all’auto- dalla sua prestazione e insegnarli a fronteggiare i nomia e all’ingegno, lavora sul collettivo metten- fattori esterni sui quali non è possibile esercitare do insieme idee, contributi e intuizioni di ognuno, un controllo diretto. favorendo l’assunzione di responsabilità, l’impe- L’allenamento delle abilità psicologiche è un si- gno e la creatività. stema di allenamento specifico e, come ogni pro- Il primo responsabile dell’applicazione della psi- gramma di allenamento, presenta una metodolo- cologia nel calcio è lo psicologo, che può lavorare gia con obiettivi specifici e deve essere integrato direttamente con i giocatori e la squadra e for- all’interno dell’approccio sistemico: la metodo- mare gli allenatori e i collaboratori tecnici respon- logia del programma di allenamento delle abilità sabili dell’allenamento, e deve essere capace di psicologiche permette di individuare i contenuti, 10
i tempi e le modalità di intervento necessarie allo timizzare i carichi dell’allenamento mentale. sviluppo dei fattori cognitivi ed emotivi. L’obiettivo principale dell’allenamento delle abilità Ogni abilità psicologica ha mezzi di allenamento psicologiche consiste nel far sì che l’atleta funzio- specifici, alcuni dei quali da svolgere attraverso ni mentalmente in autonomia, senza indicazioni colloqui e spiegazioni da eseguire lontano dalla costanti da parte dello staff. competizione, altri da allenare in campo attraver- In conclusione, la proposta metodologica di alle- so esercitazioni specifiche elaborate in collabora- namento sistemico mostra l’importanza di lavora- zione con lo staff tecnico, secondo gli obiettivi del re sul carico psicologico, anche se la psicologia programma di formazione. continua a essere la grande assente di contenuti La metodologia di allenamento delle abilità psico- specifici di pianificazione. logiche è quindi organizzata da: Il carico psicologico, troppo frequentemente, si Selezione delle abilità psicologiche: indi- lavora in maniera spontanea, considerandolo un viduare COSA sia necessario allenare per miglio- contenuto esplicito all’interno delle esercitazioni rare il rendimento degli atleti. e non con un aspetto rilevante della specificità Creazione di esercitazioni d’allenamento: dell’allenamento. individuare COME allenare, in campo e nello spo- Ogni esercitazione proposta in allenamento deve, gliatoio, le abilità mentali per ottimizzare il rendi- quindi, avere alla base uno scopo-specifico di mento del giocatore. gioco, che integri nello stesso momento l’aspetto Pianificazione: individuare QUANDO sia tecnico, tattico, fisico, cognitivo ed emotivo. preferibile intervenire, durante la stagione, per ot- VITTORIO CATTANI •- Responsabile Settore Giovanile e Direttore Generale A.C. Reggiana 1919 ANDREA MENOZZI • Responsabile Tecnico Settore Giovanile e Psicologo dello Sport A.C. Reggiana 1919 11
[sport e benessere psicofisico] fattore di rischio cardiovascolare sia nei giovani Sport, prevenzione e salute che negli adulti. Uno degli strumenti a disposizio- ne per ridurre il peso è l’attività fisica in associa- Anche se siamo abituati a considerarla zione ad una dieta sana. Mentre l’obesità si carat- negativamente, l’infiammazione è un processo terizza per una risposta infiammatoria sistemica biologico, una risposta protettiva contro agenti che favorisce lo sviluppo delle malattie soprattut- patogeni (come virus e batteri) o altre condizio- to cardiovascolari, lo stile di vita sano (dieta salu- ni di natura meccanica (come un trauma), fisica tare e attività fisica regolare) prevengono l’obesità o chimica che determinino un danno ai tessuti. e combattono l’infiammazione. L’infiammazione può essere localizzata nella sede La promozione dell’attività fisica deve coinvolge- del danno, come nel caso del trauma, o sistemi- re anche l’aspetto sociale. Si è visto che svolgere ca, come nel caso delle manifestazioni in corso attività fisica in gruppo o in compagnia promuo- d’infezioni virali (come ad esempio l’influenza). In ve l’aderenza alla attività oltre che agire sul tono entrambi i casi, tra i principali mediatori dell’in- dell’umore. In quest’ottica ben si inseriscono i fiammazione ci sono molecole rilasciate dalle cel- gruppi di cammino. Attività fisica guidata da un lule del sistema immunitario chiamate citochine. trainer che organizza gruppi per camminate nel Queste molecole tendono ad aumentare nell’or- ganismo con l’età causando uno stato infiamma- verde o lungo i percorsi nei parchi. Questa attivi- torio sistemico, a basso grado, che è responsa- tà può essere facilmente organizzata perché non bile, almeno in parte, dell’aumentata incidenza, in richiede attrezzature specifiche, si svolge in am- età avanzata, di certe patologie (neurodegenera- bienti verdi e salutari e può essere intrapresa da tive, metaboliche, cardiovascolari). L’attività fisica tutti. È un’attività ottimale per gli anziani e per gli regolare e moderata ha un effetto benefico sulle adulti che abitualmente sono sedentari. L’espo- cellule del sistema immunitario, aumentandone sizione al sole facilita l’attivazione della vitamina la capacità di sorveglianza immunitaria e contra- D che nella popolazione adulta italiana è ridotta. stando lo stato infiammatorio. Viceversa, un’atti- La vitamina D costituisce un ottimo sostegno alla vità troppo intensa può deprimere il sistema im- risposta immunitaria e alla risposta all’infiamma- munitario e favorire il rischio d’infezioni. zione sistemica. La socialità è particolarmente uti- L’esercizio fisico regolare e moderato rappre- le nei soggetti adulti/anziani per ridurre lo stress senta quindi uno strumento di prevenzione alla e prevenire la depressione. È altresì importante portata di tutti. L’esercizio fisico continuativo effettuare attività fisica rispettando le proprie ca- agisce in modo favorevole anche sull’apparato pacità e in questo senso la presenza di un trainer/ cardiovascolare. La risposta vascolare periferica laureato in scienze motorie è fondamentale per durante esercizio fisico migliora con una inerente evitare sforzi fisici intensi che possono provocare riduzione della rigidità della parete vascolare che danni alle articolazioni e ai muscoli. costituisce uno dei presupposti per l’aterosclero- La promozione dell’attività fisica è uno degli si. L’esercizio fisico costante migliora l’ossigena- obiettivi della Organizzazione Mondiale della Sa- zione sia a livello periferico che a livello cardiaco nità per prevenire le malattie cardiovascolari e il facilitando la creazione /apertura di circoli colla- cancro e per migliorare la qualità di vita dei sog- terali muscolari. Questi fenomeni sono importanti getti anziani. nei giovani e diventano fondamentali nei soggetti L’attività fisica adattata rientra nei programmi di adulti/anziani che sono sottoposti ad un maggior sviluppo delle regioni che sono invitate ad in- rischio cardiovascolare. Inoltre, l’esercizio fisico centivarla. Il soggetto anziano in buona salute è aiuta a combattere l’obesità che è un importante obiettivo della prevenzione. ANNA VITTORIA MATTIOLI • Prof.ssa Associata Malattie dell’Apparato Cardiovascolare Unimore MILENA NASI • Prof.ssa Associata Patologia Generale Unimore 12
CONSIGLI APPLICATIVI ci zio fis ico m od er at o e re go la re ai ut a si stem a 1. L’es er sa imm unitario a m iglio rare l’attività di dife ci zio fis ico re go la re ha un eff et to an tin fiamm atorio 2. L’es er all’età e ritarda l’insorgenza di m alattie legate ci zio fis ico re go la re ha eff et ti fa vo re vo li 3 L’es er a ca rd iov as co la re e co nt rib ui sc e a rid ur re su l sistem sa la ris posta vascolare e la pressione ar terio ile di vi ta sa no ch e inc lu da un a di et a adeguata 4. Uno st tiv ità fis ica pr ev ien e la co mp ar sa de lle m alattie e regolare at nsione, infar to croniche quali ad es empio diabete, ip er te m iocardico e ictus 5. L’attività fisica regolare aiuta anche a at te re l’o be si tà ch e co st itu isc e la base di comb divers e m alattie croniche tiv ità fis ica co or di na ta ed in gr up po ai uta 6. Effettuare at ci al izz az ion e so pra ttu tto ne lle pe rs on e anziane la so rib ui sc e a co mb at te re la de pr es sio ne e l’isolamento e cont 13
AllenaMENTE: Fare sport non migliora solamente i processi co- gnitivi e la memoria a breve termine, ma anche sul lo sport come allenamento lungo termine: uno studio longitudinale con più di 9mila partecipanti ha dimostrato che un alle- dei processi cognitivi namento continuo nel corso degli anni (circa 150 in età evolutiva minuti di attività costante fin da bambini), permet- te di avere una migliore memoria dopo i 50 anni. Lo sport fa bene: esiste frase più scontata Similmente, uno studio con adolescenti tedeschi e, per certi versi, abusata di questa? Lo sentiamo dimostra che, attraverso esercizi di coordinazio- dire e lo diciamo spesso, specialmente quando ne, si possono ottenere miglioramenti significativi vediamo bambini e adolescenti impigrirsi davanti in test che valutano l’attenzione. a tablet e videogiochi. Ma sappiamo davvero per- E ancora: lo sport agisce anche sui cosiddetti ché, quanto, e in che modo lo sport fa bene? “processi cognitivi superiori”, cioè quelle funzio- L’idea che l’attività fisica “dia forma” al corpo ni esecutive che consentono di svolgere attività e alla mente è antica e radicata: già nell’antica complesse. Tra queste, ricordiamo la memoria Grecia, il concetto classico di καλὸς καὶ ἀγαθός di lavoro, cioè la capacità di manipolare mental- (“bello e buono”) va in questa direzione. Dice Pla- mente informazioni, e il controllo inibitorio, inteso tone nell’opera “Timeo”: «Chi si dedica alla ricer- come capacità di bloccare risposte inadeguate ca scientifica o a qualche altra intensa attività in- o sopprimere le interferenze alla realizzazione di tellettuale, bisogna che anche al corpo dia il suo un compito. Anche solo cinque minuti di intensa movimento, praticando la ginnastica, [...] se vuole attività fisica provocano un temporaneo migliora- essere definito, giustamente e a buon diritto, sia mento delle Funzioni Esecutive, anche in bambini bello sia buono». Da circa 2500 anni a questa par- con Disturbo da Deficit di Attenzione con (o sen- te, quindi, i benefici fisici dello sport sono ben noti za) Iperattività (DDAI), in cui sono spesso com- e riconosciuti: essendo oggetto di altri contributi promesse. in questo libro, tuttavia, non li approfondiremo. I cosiddetti sport “situazionali”, come quelli di Ciò di cui parleremo, invece, è l’effetto che il mo- squadra e/o che prevedono un avversario diretto vimento ha sui processi cognitivi, in particolar (calcio, pallavolo, rugby, ma anche scherma, e arti modo quelli di bambini e adolescenti: nello spe- marziali) migliorano la memoria di lavoro anche a cifico, lo sport aiuta a tenere il cervello «fresco», medio e lungo termine. Gli aspetti tattici di questi migliorare la memoria, aumentare l’attenzione, al- sport, inoltre, richiedono di trovare soluzioni rapi- lenare i processi cognitivi superiori, sviluppare la de ed efficienti: ciò allena il “pensiero divergente”, creatività e perfino migliorare i risultati scolastici. la creatività e la capacità di trovare soluzioni al- Ci credereste? Ma procediamo con ordine. ternative in risposta a problemi di diversa natura. In primo luogo, l’attività sportiva favorisce l’ossi- Dulcis in fundo, bambini e ragazzi più sportivi genazione del cervello e il rilascio di endorfine, sono spesso studenti migliori: uno studio con serotonina, dopamina, norepinefrina, tutte so- 11mila adolescenti ha indicato che i più sportivi stanze chimiche prodotte dal cervello e associate non solo incorrono in meno comportamenti a ri- a sensazioni di benessere, competenza ed eufo- schio (abuso di sostanze, comportamenti sessuali ria. Tali sostanze sono anche in grado di sostene- a rischio...), ma hanno anche maggiori possibilità re i nostri processi mentali, garantendoci così una di avere alti profitti scolastici. Infine, lo sport mo- migliore prestazione cognitiva: pertanto, quando, dula l’influenza negativa di una condizione socio- nonostante lo studio o il lavoro costante, non vi economica svantaggiata. In altre parole, quanto sembra di combinare più nulla andate a fare una detto sopra è valido anche e soprattutto per bam- corsa o una passeggiata, aumenterà anche la vo- bini che provengono da contesti difficili, in quanto stra produttività! Allo stesso modo, fare i compiti la pratica sportiva costituisce, per molti versi, un o studiare dopo un’ora di movimento al parco, fattore protettivo. per un bambino o una bambina, è più produttivo. Che aspettate allora? È tempo di “muoversi”! ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore 14
CONSIGLI APPLICATIVI 1. In questo periodo storico, m al di testa e nervosismo da eccessivo screen-t ime possono essere frequenti nei bambini. Sarà impo rtante ritagliare per lo ro temp o per l’attività fisica: grazie all’aumentata produzione di endo rfine, umore e testa ringrazieranno. co mp iti , fa te fa re ai vo st ri ba mb ini un a co rsa al 2. Prim a dei rco: an ch e le op er az ion i ne gu ad ag ne ra nno! pa di sq ua dr a no n giov an o so la m en te al le comp etenze 3. G li sp or t mb ini e ad ol es cent i, m a an ch e ai lo ro processi relazionali di ba mentali e alla lo ro creatività. a bu on a oc ca sio ne an ch e pe r ba mb ini con 4. Lo sp or t è un or ta m en to o de fic it es ecut iv i: in pa rt ico lar disturbi del comp ar ti m ar zia li e ar ra mp ica ta so no pa rt ico larmente modo, re al la re le Fu nz ion i Es ec ut iv e e co nt rib ui funzionali per potenzia regolazione emot iva. 15
Medicina sul campo (es.: camminata veloce) e con frazioni di almeno 10 minuti continuativi. Nell’adulto dopo i 65 anni valgono le stesse regole dell’adulto a cui si ag- L’importanza dell’attività fisica nelle varie giungono esercizi per l’equilibrio almeno 3 volte a fasi della vita è oggetto da molti anni di interesse settimana, inoltre si dovrà tenere conto delle con- in campo medico e sociale. A tal proposito è inte- diziono di salute del soggetto. ressante vedere come questo argomento sia trat- I benefici dello sport sulla base dei dati epide- tato a vari livelli e sia stato oggetto di numerose miologici hanno dimostrato una riduzione del- raccomandazioni internazionali come le “Global la mortalità nell’età media e avanzata. I giovani recommendations on Physical activity for Health” sono coloro che traggono gli effetti più importanti dettate dall’OMS e, in Italia, di un recente Conve- soprattutto in funzione della prevenzione del so- gno dal titolo “Movimento, sport e salute” orga- vrappeso e dell’obesità. Gli effetti positivi dello nizzato dall’ISS. sport intervengono, come dicevamo, anche nei Infatti, è ormai scientificamente dimostrato che confronti della salute psicologica sia nei giovani fare attività fisica apporta notevoli benefici al no- che negli adulti. stro organismo. Ad ogni età, una regolare attività Al contrario, l’inattività fisica appare essere re- fisica, anche moderata, contribuisce a migliorare sponsabile del 14,6 % di tutte le morti in Italia la qualità della vita in quanto influisce positiva- pari a circa 88.200 di nuovi casi e di una spesa mente sia sullo stato di salute aiutando a preve- in termini di costi diretti sanitari di 1,6 miliardi di nire e ad alleviare molte delle patologie croniche euro annui per le quattro patologie maggiormente sia sul grado di soddisfazione personale, contri- imputabili ad essa (tumore della mammella e del buendo a sviluppare i rapporti sociali e aiutando colon-retto, diabete tipo II, malattia coronarica). il benessere psichico. L’esercizio fisico, infatti, ri- A tal proposito una stima basata sulla prevalenza duce la pressione arteriosa, controlla il livello di della malattia dimostra che un aumento dell’atti- glicemia, modula positivamente il colesterolo nel vità fisica determinerebbe un minor costo per il sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, Servizio sanitario nazionale di circa due miliardi e cardiovascolari, neoplastiche, le artrosi e riduce il mezzo di euro. tessuto adiposo in eccesso. Inoltre, riduce i sinto- Negli ultimi anni sono stati effettuati importanti mi di ansia, stress, depressione e solitudine. studi su quanto è attiva la popolazione italiana. In Secondo l’OMS per attività fisica si intende “qua- particolare “Okkio alla Salute” ha preso in esame lunque sforzo esercitato dal sistema musco- il sovrappeso, l’obesità e la sedentarietà nei bam- lo-scheletrico che si traduce in un consumo di bini delle scuole primarie (8 - 9 anni). Lo studio energia superiore a quello in condizioni di riposo”. “Health Behaviour in School-aged Children” si è Mentre per sport si intende un tipo di attività fi- occupato della sorveglianza sui comportamenti a sica che può essere praticata individualmente o rischio nella preadolescenza e adolescenza (11, come parte di una squadra, per la quale i parteci- 13 e 15 anni). Il “PASSI - Progressi delle Aziende panti aderiscono a un insieme comune di regole Sanitarie per la Salute in Italia” ha analizzato in- o aspettative ed esiste un obiettivo ben definito. vece la fascia dell’età adulta 18 - 69 anni. Mentre Sempre l’OMS ha stilato delle linee di livelli di atti- il PASSI d’Argento si è occupato della qualità di vità fisica raccomandabili a seconda dell’età. Per vita e bisogni delle persone oltre i 65 anni. Questo la fascia 5 - 17 anni è consigliabile praticare alme- a conferma di quanto detto inizialmente dell’inte- no un’ora di esercizio fisico moderato (es.: gioco resse della comunità scientifica e sociale dell’im- all’aperto) e come minimo 3 sedute a settimana portanza per l’attività fisica e lo sport ad ogni età (es.: correre o andare in bicicletta). Nell’adulto della vita. (18 - 64 anni) sono indicati almeno 150 minuti nell’arco della settimana con intensità moderata MASSIMILIANO MANZOTTI • Medico sportivo A.C. Reggiana 16
[sport e benessere psicosociale] esempio alcuni progetti a cui stiamo partecipan- Sport e inclusione sociale do. In due progetti europei, “Football chance” e “Football chance 2.0”, guidati rispettivamente da Sono pochi i dubbi sul fatto che lo sport FRF (Federazione Nazionale di calcio della Roma- debba essere inclusivo, permettendo una piena nia) e FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) integrazione sociale a tutte le persone, indipen- e sostenuti dalla UEFA, utilizziamo lo sport per dentemente dalla loro origine e caratteristiche educare ragazzi e ragazze provenienti da zone personali. L’idea di sport è strettamente asso- sociali socio-economicamente svantaggiate di ciata a valori positivi quali accettazione, rispetto, 9 Paesi europei a inserirsi nella società, tramite diversità, inclusione, che ne fanno un importante la realizzazione di attività calcistiche e psicologi- veicolo per la promozione del benessere sociale che con cui i giocatori arrivano a credere in sé inteso come promozione di relazioni sociali sane stessi e nelle proprie possibilità e sono educati e positive con gli altri. all’educazione civica e al ruolo che possono ave- L’inclusione sociale tramite lo sport può essere re nella società. Sono inoltre allo studio progetti intesa ad almeno due livelli. Il primo livello, il più che utilizzano il calcio per combattere la violenza ovvio e immediato, è quello relativo al dare a tutti contro le donne (tramite la creazione di una rete la possibilità di fare sport. che coinvolge le società sportive e i servizi socia- Purtroppo, il fatto che lo sport sia accessibile a li, così che le donne possano denunciare episodi tutti non è sempre scontato. Si pensi alle persone di violenza diretti e indiretti ed essere sostenute in condizioni di svantaggio economico (non sem- legalmente e psicologicamente), arginare la piaga pre fare sport è gratis), o a quelle con qualche del bullismo (facendo in modo di sviluppare nor- tipo di limitazione particolare (ad esempio, alcune me sociale contro l’abuso degli altri e al contrario forme di disabilità). Si consideri inoltre gli ostaco- la promozione di comportamenti di difesa, dentro li presenti per persone che desiderano fare uno e fuori dal campo), combattere la radicalizzazione sport “contro-stereotipico”. Ad esempio, cono- (creando una rete tra società di calcio professio- sciamo bene le barriere sociali che spesso deve nistiche e ministeri nazionali per identificare pro- superare un maschio che voglia fare balletto, o cedure condivise dove i tifosi rappresentano un una donna che desideri giocare a calcio. Garan- anello chiave per proporre iniziative anti-radica- tire a tutti la possibilità di fare sport, e nello spe- lizzazione nella società). Ancora, è in svolgimento cifico lo sport preferito, rappresenta un obiettivo un progetto congiunto A. C. Reggiana 1919 - Uni- sociale che non è neanche in discussione. more per educare i giocatori delle giovanili ai va- Esiste tuttavia un secondo livello, forse meno ov- lori della squadra, rendendoli ambasciatori di tali vio, ma altrettanto se non più importante del pri- valori positivi al di fuori dal campo. mo. Lo sport può infatti promuovere l’inclusione Quelli proposti sono solo esempi per mostrare sociale non solo nell’ambito sportivo, bensì nella come lo sport possa essere un incredibile veicolo società più ampia. In questo caso, lo sport smette per l’inclusione sociale e come la psicologia gio- di essere solo “sport” e diventa uno strumento chi un ruolo fondamentale per trasformare quello educativo fondamentale per educare le persone che molti pensano sia un semplice divertimento al rispetto e promuoverne la piena accettazione. in un ingranaggio decisivo per la società. Perseguendo questo obiettivo, portiamo come LORIS VEZZALI • Prof. Ordinario di Psicologia Sociale Unimore VERONICA MARGHERITA COCCO • Dottoranda in Psicologia Sociale Università degli Studi di Parma ELISA BISAGNO • Assegnista di ricerca in Psicologia dello Sviluppo Unimore 17
CONSIGLI APPLICATIVI pr es en te ch e gl i at le ti vi vo no co nd izi on i personali 1. Tenere to di ve rs e, faci lit an do l’acc es so e la vi ta sp or tiva sp esso mol po ss on o av er e qu al ch e tip o di di ffi co ltà legata per colo ro che po si zio ne so cio ec on om ica e/ o ca ra tte ris tiche alle lo ro origini, personali. sc on ta to ch e in un a so ci et à sp or tiv a e/ o 2. Non dare per sq uadr a i ra pp or ti si an o se mp re po si tiv i, m a lavo rare una en te pe r cr ea re co es ion e di sq ua dr a, ev entualmente attivam atleti. avvalendosi di role model tra gli stessi ar e al co nt rib ut o ch e un o sp or t pu ò da re all’infuo ri 3. Pens ibile del setting sp or tivo, ut ilizzando ove poss e sociale le sue potenzialità per favo rire un’inclusion am pi a de gl i at le ti e l’a bb at tim en to di stereotip i pi ù consolidat i e squalificant i. Sport e pari opportunità cità cognitiva. Anche attraverso la promozione di attività sportive Unimore si fa tramite di politiche di genere di pari opportunità e di inclusione, nel favorire l’e- liminazione di barriere che limitano l’accesso alle L’attività sportiva svolge un ruolo essenzia- attività o nel contrasto agli stereotipi che limitano le, nell’approccio delle capacità, per lo sviluppo le scelte rispetto al tipo di attività sportiva per po- di altre dimensioni fondamentali del benessere tere affermare con queste azioni l’equità stessa quali la capacità di vivere una vita sana e la capa- nella sua pratica. TINDARA ADDABBO • Delegata alle Pari Opportunità Unimore 18
Decostruire gli stereotipi di ritiene inoltre che gli uomini siano meno adatti ad occuparsi di faccende domestiche rispetto alle genere attraverso lo sport donne e che sia l’uomo a dover provvedere alle necessità economiche della famiglia. Il 58,8% Un grande valore insito nello sport è la pos- della popolazione (di 18-74 anni), senza partico- sibilità di contrastare gli stereotipi di genere non lari differenze tra uomini e donne, riporta almeno solo all’interno del contesto sportivo, ma nella alcuni di questi stereotipi. vita di tutti i giorni, partendo dalla consapevolez- Questa panoramica, insieme ai risultati della ricer- za e dal riconoscimento degli stereotipi ca scientifica che dimostrano quanto di genere per abbatterli e favorire le bambini e bambine siano più reat- pari opportunità. tive/i degli adulti ad interventi di Questo obiettivo è particolar- riduzione degli stereotipi, mo- mente ambizioso se si pensa stra la rilevanza e l’impatto al contesto italiano in cui, sociale di interventi atti alla nonostante gli innumerevo- promozione di valori legati li passi avanti fatti da parte al rispetto delle differenze di delle donne in termini di pre- genere, al superamento de- senza e influenza nella vita gli stereotipi e alla promo- pubblica e lavorativa, ancora zione di una cultura positiva si fatica a raggiungere la pa- e inclusiva. Tale promozio- rità di genere. Il gap di gene- ne è tanto più efficace in re, che va a svantaggio delle età evolutiva quanto più in- donne, è stato infatti docu- serita in un contesto ludico mentato in diversi ambiti. e accattivante per i bambini Le donne in Italia sono media- - come quello sportivo. mente più istruite degli uomini e Per questo motivo, Unimore, più difficilmente abbandonano gli insieme con il Centro di Aiuto alla studi. Nonostante i livelli di istruzione Vita di Mantova e numerose società svolgano un ruolo importante rispetto all’inseri- sportive del territorio mantovano (ASD Lupi Clim- mento dei/delle giovani nel mercato del lavoro, i bing, Accademia di calcio Tano Caridi, ASD Le- tassi di occupazione all’uscita dalla scuola mo- ale Combat e Associazione Pallavolo Mantova), strano un gap di genere a sfavore delle donne a ha sviluppato “Di Pari Passo: pari opportunità prescindere dal livello d’istruzione. È altrettanto (anche) nello sport”, un progetto di attività spor- vero che la partecipazione delle donne al mondo tiva “arricchita” che ha visto coinvolti bambine e del lavoro è molto legata ai carichi familiari che bambini di classi quarte e quinte dell’IC Manto- sono ancora, in modo sproporzionato, respon- va 2. Durante gli incontri del progetto, bambine e sabilità delle donne. Specificatamente poi per bambini hanno avuto modo di sperimentare quat- quanto riguarda la qualità del lavoro, le donne tro diverse discipline sportive (arrampicata, cal- sono svantaggiate nella qualità del lavoro svol- cio, difesa personale e pallavolo), in cui le attività to. A ciò si aggiunge un minore accesso alle po- proposte erano specificamente sviluppate e “ar- sizioni apicali, una maggiore diffusione di lavori ricchite” per favorire la riflessione sul tema delle part-time, carriere discontinue e differenze di ge- pari opportunità di genere. Ogni ora di attività era nere nei redditi percepiti. poi seguita da una di discussione in classe, in cui Questi dati sono coerenti con i risultati riportati i significati accennati durante il gioco erano ana- da un’indagine Istat 2018 sugli stereotipi più co- lizzati e discussi collettivamente. Tali attività spor- muni legati ai ruoli di genere nei quali emerge che tive hanno permesso di divertire e coinvolgere i una percentuale significativa di italiani e italiane bambini e le bambine, favorendo poi la riflessione ritiene che per gli uomini sia più importante che e l’abbattimento degli stereotipi di genere. per le donne avere successo nella vita lavorativa, ELEONORA CRAPOLICCHIO • Assegnista di ricerca in Psicologia Sociale Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano 19
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