Sistema immunitario - UniBa

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sistema immunitario
Sistema immunitario: sistema di cellule e molecole implicato nell’individuazione e
contrasto di elementi estranei all’organismo (principalmente agenti infettivi, ma
anche elementi di altra natura), capaci di comprometterne il benessere (omeostasi
dell’organismo).

Argomenti:

➢ Come i sistemi cellulari e molecolari descritti nell’infiammazione (immunità
  innata) attivano i sistemi cellulari e molecolari dell’immunità adattativa.

➢ Come agiscono i sistemi dell’immunità adattativa e come sono controllati

➢ Quali sono le cause e le conseguenze del malfunzionamento del sistema
  immunitario (immunopatologia).
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Le malattie infettive

▪ Aspetti epidemiologici
   • Importante causa di morbilità e mortalità (a livello globale, > 1/3 dei decessi nel 2009 sono
     stati causati da malattie infettive).
   • Negli USA, la polmonite è al 5° posto come causa di morte, ed è la più comune causa di
     morte fra le malattie infettive.
   • > 35 milioni di persone nel mondo sono attualmente affette dal virus HIV, e l’AIDS è
     attualmente la principale causa di morte nell’Africa sub-Sahariana.

▪ Malattia infettiva (definizione)
   • Condizione morbosa associata alla moltiplicazione di microbi (dai virus ai parassiti
     multicellulari) nei tessuti dell’ospite.
       • A volte, i microbi si moltiplicano sulla superficie o nel lume di organi cavi e producono
         malattia producendo tossine che danneggiano le cellule (senza «invadere» i tessuti).
       • A volte, i microbi possono causare malattia senza entrare di fatto in contatto con l’ospite,
         ma attraverso le loro tossine (ad es. la tossina botulinica presente in alimenti non
         correttamente manipolati).
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Il nostro organismo è in realtà un meta-organismo
il numero totale di cellule microbiche (microbiota) presenti sulla cute e in altre zone anatomiche è
≈ 10 volte più alto del numero totale delle cellule che compongono il nostro corpo.

                                                       Quali sono le funzioni del microbiota?
                                                       Ancora largamente inesplorate; fra quelle
                                                       finora individuate:

                                                       ▪usare i nutrienti disponibili e occupare una
                                                        nicchia ecologica → competizione con
                                                        agenti patogeni.

                                                       ▪produrre sostanze antibatteriche tossiche
                                                        per gli agenti patogeni.

                                                       ▪indurre una risposta immunitaria crociata
                                                        nei confronti di agenti patogeni.

                                                       ▪contribuire al corretto sviluppo della
                                                        risposta immunitaria
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Le malattie infettive sono causate da microbi «patogeni» e/o da microbi «opportunisti»

▪ Relativamente poche specie microbiche possono essere considerate «patogene».
▪ Fra le specie patogene, relativamente pochi cloni provocano malattia (ad es. streptococcus
  pneumoniae penicillino-resistente, attualmente diffuso in tutto il mondo, deriva da pochi cloni
  originatisi in Sudafrica e in Spagna).

    ▪ Le specie patogene hanno caratteristiche che favoriscono:
        ▪ la trasmissibilità
        ▪ la capacità di aderire alle superfici biologiche                     conferiscono la capacità di
        ▪ la capacità di invadere i tessuti                                    determinare malattia
        ▪ la capacità di eludere le difese dell’ospite
                       fattori di virulenza
   ▪ Le specie opportuniste
        ▪ Non hanno particolari caratteristiche di virulenza, ma provocano malattia nell’ospite in cui i sistemi di
          difesa sono compromessi
  ▪ Modalità di infezione
      ▪ Contatto diretto (ad es. stafilococco)
      ▪ Via aerea (microbi responsabili delle malattie infettive dell’app. respiratorio)
      ▪ Acqua contaminata (ad es. giardia, febbre tifoide)
      ▪ Alimenti (ad es. tossine di stafilococcus aureus)
      ▪ Sangue (ad es. virus epatitici, HIV)
      ▪ Via sessuale (treponema, neisseria, clamidia)
      ▪ Altre (trasmissione in utero, trasmissione via artropodi,...)
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Schema riassuntivo della risposta immunitaria: l’immunità innata

                                                                                                                           cellula tumorale;
                                                                                                                           cellula infettata da
                                                                                                                           microbi intracellulari

                                                                                                                         ▪Le cellule NK riconoscono
                                                                                                                          direttamente ed eliminano
                                                                                                                          cellule anomale.
                                                                                                                         ▪Si ritiene che sviluppino una
                                                                                                                          specifica modalità di
                                                                                                                          memoria, ponendosi al
                                                                                                                          confine fra immunità innata e
                                                                                                                          adattativa
                                                                                                    natural killer

    macrofago             mastocita                neutrofilo      eosinofilo        basofilo                            Cellula dendritica

                                                                                                                     ▪Qualora l’ingaggio sia più severo,
▪Macrofagi e mastociti «residenti» sono le
                                                  ▪I leucociti circolanti, principalmente                             assume maggiore rilievo il ruolo
 prime cellule del sistema immunitario capaci
                                                   neutrofili, rispondono agli agenti patogeni in                     delle cellule dendritiche.
 di rispondere all’ingaggio da parte di agenti
                                                   modo simile a quello di macrofagi e mastociti                     ▪Le DC, infatti, fagocitano gli agenti
 patogeni.
                                                   e, in aggiunta, sostengono il reclutamento di                      patogeni e li degradano in modo
▪La risposta consiste nella fagocitosi, e nella
                                                   altri leucociti circolanti.                                        da esporre sulla propria superficie
 degranulazione di molecole con azione
                                                                                                                      strutture molecolari del patogeno
 citotossica.
                                                                                                                      (antigeni).
▪Qualora l’ingaggio sia più severo, la risposta
                                                                                                                     ▪Nella loro funzione di «cellule
 di macrofagi e mastociti determina il
                                                                                                                      presentanti l’antigene» (APC), le
 reclutamento di leucociti circolanti.
                                                                                                                      DC attiveranno le cellule
                                                                                                                      dell’immunità adattativa.
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Schema riassuntivo della risposta immunitaria: l’immunità adattativa

                                                                                           -cellula tumorale
                                                                                           -cellula infetta da
                                                                                           microbo intracellulare
                                                                                           -batterio
                                 Le cellule TCD8+ diventano CTL (linfociti T
                                 citotossici)

Le DC migrano nei linfonodi,                             Le cellule TCD4+ (Th) attivate diventano Th1, Th2, Th17 e
dove attivano le cellule TCD8+                           producono vari segnali molecolari (ad es. interleuchine,
(Tc) e le cellule TCD4+ (Th)                             chemochine) che influenzano il comportamento delle
                                                         cellule TCD8+ e delle cellule B.

Le DC migrano nei                 Le cellule B attivate                  Gli anticorpi hanno varie funzioni
linfonodi, dove                   diventano plasmacellule                effettrici nei confronti degli agenti
attivano le cellule B             produttrici di anticorpi               patogeni
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...com’è organizzato il sistema immunitario?

Nella situazione operativa più comune (agenti infettivi), sono presenti tre livelli che
operano in sequenza e in modo integrato ai fini della difesa e contrasto.

1. BARRIERE FISICHE: rivestimenti epiteliali superficiali; muco e altre secrezioni
contenenti molecole anti-microbiche; barriere anatomiche interne (pleura, peritoneo,
fasce etc). Modo d’azione: esclusione e/o confinamento.

2. IMMUNITÀ INNATA: i) cellule dell’immunità innata residenti nei tessuti e provenienti
dal sangue; ii) mediatori solubili (ad es. complemento, proteine fase acuta).
Modo d’azione: risposta pre-programmata e rapida, con ampia specificità conferita dal
riconoscimento PAMP/DAMP-PRR, (infiammazione acuta).

3. IMMUNITÀ ADATTATIVA: cellule dell’immunità adattativa (linfociti B e T).
Modo d’azione: le cellule B e T per mezzo di specifici recettori (BCR e TCR) riconoscono
strutture molecolari (antigeni) dell’agente patogeno. La risposta viene memorizzata.
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barriere fisiche (anatomo-funzionali)

    fattori meccanici:      barriera fisica delle superfici epiteliali; ruolo delle ciglia, della peristalsi,
                            lacrime, saliva, muco.

        fattori chimici:    varie sostanze con attività antimicrobica presenti in
                            ▪ sudore: acidi grassi e pH acido
                            ▪ saliva, lacrime e secrezioni nasali: lisozima e fosfolipasi
                            ▪ succo gastrico: pH acido
                            ▪ apparato respiratorio: defensine (1) e surfattante (2).

      fattori biologici:    la normale flora (cutanea, gastroenterica) previene la colonizzazione da
                            parte di patogeni.

(1) piccole proteine cationiche che interagiscono con la membrana cellulare microbica, alterandola.
(2) complesso fosfolipoproteico secreto dalle cellule alveolari (classe II) che riduce la tensione
    superficiale alveolare.
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Cellule dell’immunità innata
cellule epiteliali, cellule   -In risposta ad agenti infettivi e segnali di danno rilasciano vari segnali
endoteliali, mastociti        molecolari (mediatori dell’infiammazione).

                              -Fagociti professionali sia residenti (MØ residenti) sia circolanti e rapidamente
neutrofili e
                              reclutabili dal sangue (neutrofili e monociti). Via interazioni PAMP/DAMP-PRR
monociti/macrofagi
                              riconoscono, fagocitano e distruggono agenti infettivi e altro materiale.

                              -Presenti nella maggior parte dei tessuti, hanno una ricca serie di PRR. Funzione
                              APC (antigen presenting cells): catturano materiale proteico, lo trasformano in
cellule dendritiche
                              oligopeptidi antigenici posizionati sulla propria superficie, e lo “presentano” alle
                              cellule T per il riconoscimento da parte dei TCR (T cell receptor).

cellule natural killer        Riconoscono ed eliminano cellule infettate da virus e batteri intracellulari, e
(NK)                          cellule tumorali.

Cellule ILC (innate
                              Cellule simili a linfociti, ma con funzioni prevalenti di immunità innata.
lymphoid cells

                                 Sistemi molecolari dell’immunità innata
 complemento                   lisi delle cellule bersaglio, opsonizzazione, effetti pro-infiammatori.
 Proteine della fase           Proteine plasmatiche la cui concentrazione varia in presenza di
 acuta                         infiammazione, con varie azioni (vedi).
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Recettori dell’immunità innata

                                                      PRR. Fagociti, cellule dendritiche (e anche molti
                                                      tipi di cellule epiteliali) esprimono varie classi di
                                                      PRR capaci di rilevare la presenza di agenti
                                                      microbici (PAMP) e prodotti del danno cellulare
                                                      (DAMP).

                                                      Le quattro principali classi di PRR comprendono:
                                                      ▪ TLR (Toll-like receptors), membrana plasmatica
                                                        ed endosomi, recettori di vari prodotti
                                                        microbici
                                                      ▪ NLR (NOD-like receptors), recettori citosolici
                                                        per peptidoglicani e vari DAMP
                                                      ▪ CLR (C-type lectin receptors), recettori di
                                                        membrana per polisaccaridi microbici
                                                      ▪ RLR (RIG-like receptors), recettori citosolici per
                                                        acidi nucleici.

Nell’insieme, sono stati identificati circa 100 diversi PRR capaci di riconoscere circa 1000 PAMP/DAMP.
Nell’immunità adattativa, come si vedrà, ci sono solo due tipi di recettori (BCR e TCR), ma sono
presenti in milioni di varianti capaci di riconoscere altrettanti antigeni.
Interazioni PAMP-PRR
              (pathogen-associated molecular patterns – pattern recognition receptors)

            PAMP                          PRR                         localizzazione                   funzione
                                    Recettori toll-like
Acidi lipoteicoici             TLR2                         Monociti, macrofagi,             Attivazione dei fagociti,
LPS batterico                  TLR4                         neutrofili, DC immature,         produzione di citochine pro-
Flagellina batterica           TLR5                         cellule NK, alcune cellule T e   infiammatorie, preparazione
Lipopeptidi di micoplasma      TLR6                         B, alcune cellule non immuni     delle DC
ssRNA virale                   TLR7,8
dsRNA virale                   TLR3
DNA batterico (CpG non         TLR9
metilate)

                                                            Monociti, macrofagi, DC,
Componenti parete batterica        Recettori scavenger      endotelio epatico                Attivazione dei fagociti

Antigeni di cellule infette,                                Cellule NK                       Lisi cellula bersaglio,
stressate o tumorali                    Recettore NK                                         produzione di citochine pro-
                                                                                             infiammatorie
Antigeni di cellule infette,                                cellule Tγδ                      Lisi cellula bersaglio,
stressate o danneggiate                    TCRγδ                                             produzione di citochine pro-
                                                                                             infiammatorie
Antigeni glicolipidici                  Recettore NKT       Cellule NKT                      produzione di citochine
                                        PRM (solubili)

Polisaccaridi microbici        Collectine (MBL), Proteine di plasma                          Attivazione del
                               fase acuta                                                    complemento, Fagocitosi

Peptidoglicani batterici                Proteine NOD        Citoplasma cellulare             Produzione di citochine
...cosa accade in una cellula dell’immunità innata quando un PRR è
                  ingaggiato dal corrispondente PAMP/DAMP?

Si producono distinte risposte preprogrammate, che dipendono dalla tipologia dell’interazione PAMP-
DAMP/PRR e dal tipo di cellula.

                                                            TLR. Nel caso dell’attivazione
                                                            TLR, vengono avviati segnali
                                                            molecolari che portano
                                                            all’attivazione del programma
                                                            trascrizionale NFkB (produzione
                                                            di citochine e di molecole di
                                                            adesione ai fini del
                                                            reclutamento e dell’attivazione
                                                            di leucociti), e IRF (produzione
                                                            di citochine antivirali come IFN
                                                            di tipo I).
Recettori NLR e inflammasoma

                        Inflammasoma. Complesso proteico
                        che si forma nel citosol a seguito della
                        presenza di materiale da cellule morte
                        e di alcuni microbi. É costituito da una
                        proteina NLR, una proteina adattatrice
                        e dalla pro-caspasi 1, che viene attivata.
                        La caspasi 1 taglia la pro-IL1β (trascritta
                        a seguito dell’attivazione NFkB),
                        producendo la forma attiva IL1β.

                        Rilevanza patologica.
                        ▪ Sindromi autoinfiammatorie
                          (condizione febbrile periodica
                          associata a mutazioni dominanti in
                          NLR).
                        ▪ Urati (gotta), lipidi (obesità e diabete)
                          e cristalli di colesterolo (aterosclerosi)
                          possono attivare NLR, così
                          contribuendo all’infiammazione
                          associata a tali condizioni.
Infiammazione:         Citochine, frammenti del complemento (e altri mediatori) prodotti
                       durante le reazioni dell’immunità innata attivano le modificazioni
                       vascolari e cellulari dell’infiammazione. I leucociti reclutati
                       eliminano i microbi e le cellule danneggiate.

Difesa antivirale:     IFN di tipo I prodotti in risposta all’infezione virale agiscono su
                       cellule infette e non, determinando l’attivazione di enzimi che
                       degradano gli AN virali e inibiscono la replicazione virale: “stato
                       antivirale”.

Avvio e regolazione      Produzione di segnali molecolari che avviano e stimolano la
      della risposta     risposta immunitaria adattativa.
          adattativa
denominazione                        protagonisti                           azione

                                                                    Contrasto di microbi
         Umorale              anticorpi (o immunoglobuline), e
                                                                    extracellulari e delle loro
      (o anticorpale)         linfociti B (o cellule B)
                                                                    tossine.

         Cellulare                                                  Contrasto di microbi
                                    Linfociti T (o cellule T)
    (o cellulo-mediata)                                             intracellulari.

Il riconoscimento dell’agente patogeno è effettuato da recettori delle cellule B (BCR) e T (TCR),
capaci di riconoscere una varietà pressoché illimitata di strutture molecolari chiamate antigeni.

Antigene: entità molecolare che si può legare a BCR o TCR.
É costituito generalmente da pochi residui peptidici o glicidici (epitopo) che fanno parte di
strutture molecolari più grandi appartenenti a un agente infettivo, a cellule tumorali, a materiale
inerte dannoso, o a un tessuto proprio (self).
Linfociti B                                                Linfociti T
Riconoscono antigeni di varia natura (proteica,            Riconoscono antigeni peptidici associati a molecole
glicidica, lipidica...) sia in fase fluida sia sulla       MHC (pMHC) sulla superficie cellulare.
superficie cellulare.
                                                            ▪ In particolare, in base alla tipologia di riconoscimento,
 ▪ Nelle condizioni appropriate, si attivano e                si distinguono:
   proliferano (espansione clonale).                               ▪ linfociti Th (o CD4+) (T helper)
                                                                   ▪ linfociti Tc (o CD8+)(T citotossici)
 ▪ Si differenziano in cellule effettrici,                 ▪ Nelle condizioni appropriate, si attivano, proliferano
   plasmacellule, che producono anticorpi.                   (espansione clonale) e si differenziano in cellule
                                                             effettrici:
 ▪ Gli anticorpi:
                                                                  ▪ Th1      Produzione di citochine per la
        ▪ neutralizzano agenti microbici e tossine
                                                              Th ▪ Th2       regolazione della funzione di altre
        ▪ facilitano la fagocitosi                                           cellule dell’immunità (T, B, MØ).
                                                                  ▪ Th17
        ▪ attivano il sistema complemento
                                                                   CTL (linfociti T citotossici): eliminano cellule infette da
                                                              Tc
                                                                   microbi intracellulari.

         ▪ Quando una cellula B o T viene attivata per la prima volta (risposta primaria), sarà prodotto un
           clone di cellule effettrici che verranno eliminate al termine della risposta, e cellule B o T della
           memoria a lunga vita.
         ▪ Quando una cellula B o T della memoria sarà attivata a seguito di un successivo incontro con
           l’antigene (risposta secondaria), verrà di nuovo prodotto un clone di cellule effettrici e cellule B
           o T della memoria.
Come si genera una varietà pressoché illimitata di recettori BCR e TCR?

Il processo ha luogo durante la maturazione delle cellule B e T: Ricombinazione somatica. I geni che codificano
per BCR e TCR (≈400) sono presenti in tutte le cellule dell’organismo, ma solo i linfociti T e B contengono geni
ricombinati che derivano dall’azione di enzimi RAG-1 e RAG-2 -recombination activating genes).

                                                          Ricombinazione V-D-J (finalizzata alla sintesi di una
                                                          porzione del recettore BCR (catena pesante). Si noti
                                                          come il prodotto finale Vh-Dk-Jp-Cμ deriva da una
                                                          selezione casuale operata su molteplici segmenti che
                                                          vengono riarrangiati.

                                                          La combinazione fra molteplicità dei segmenti a
                                                          disposizione e scelta casuale è sufficiente a generare la
                                                          diversità recettoriale (107-109).

                                                          Ogni singola cella B o T prodotta (e le cellule figlie, cioè
                                                          nell’insieme il «clone» linfocitario), è caratterizzata da
                                                          una singola e specifica tipologia di recettore (BCR o
mRNA Vh-Dk-Jp-Cμ BCR (catena pesante)                     TCR), capace di riconoscere uno specifico antigene, e
                                                          presente in numerose copie sulla superficie cellulare.
TCR è formato da un eterodimero αβ (o γδ) e possiede una regione variabile (VDJ) ed una regione costante (C). La
regione variabile con le porzioni CDR1 e CDR2 riconosce MHC, mentre con la porzione CDR3 riconosce l’antigene
(p). Il complesso del TCR è formato dalle molecole CD3 e dalla coppia ζζ. Il BCR (o immunoglobulina di
membrana) è formato da due catene pesanti e due catene leggere. Ci sono 5 tipi possibili di catene pesanti
(α,γ,δ, μ,ε), e due tipi di catene leggere (κ e λ). Anche nel caso di BCR c’è il complesso del BCR, costituito da Igα e
Igβ. La regione Fab (sulle catene pesanti e su quelle leggere) riconosce l’antigene.
TCR, complesso del TCR, e co-recettori CD4 e CD8.
TCR. Il 90% delle cellule T ha recettori TCRαβ. Le catene α e β hanno domini costanti C e variabili V (in questi ultimi
sono presenti le regioni ipervariabili derivanti dalla ricombinazione genica).
Complesso del TCR. É costituito da CD3 (catene γ, δ ed ε) e dalle catene ζ. Il complesso trasmette all’interno della
cellula il segnale generato dal riconoscimento fra TCR e peptide antigenico associato a MHC.
Co-recettori CD4 e CD8. Ai fini dell’attivazione della cellula T, il segnale trasmesso dal complesso del TCR deve essere
amplificato dall’interazione dei co-recettori CD4 o CD8, rispettivamente con le molecole MHC di classe II o di classe I
alle quali è associato il peptide antigenico.

   Il 60% delle cellule T esprime il recettore TCRαβ                Il 30% delle cellule T esprime il recettore TCRαβ
   assieme al co-recettore CD4, e riconosce peptidi                 assieme al co-recettore CD8, e riconosce peptidi
   antigenici associati a MHC di classe II: cellule Th o            antigenici associati a MHC di classe I: cellule Tc o
   TCD4+.                                                           TCD8+.
I segnali co-stimolatori e l’attivazione delle cellule Th *
                                                   ▪ TCR, complesso del TCR e co-recettori CD4
                                                     determinano nell’insieme il riconoscimento
                                                     dell’antigene (segnale 1).
                                                   ▪ Tuttavia, ai fini dell’attivazione ottimale delle cellule T,
                                                     è necessario il contributo di segnali co-stimolatori,
                                                     rappresentati dall’interazione fra recettore co-
                                                     stimolatore CD28 (sulla cellula T) e recettore
                                                     CD80/CD86 sulla cellula che presenta l’antigene pMHC
                                                     (APC) (segnale 2).
                                                    ▪ Il segnale di co-stimolazione CD28-CD80/CD86
                                                      induce nella cellula T la sintesi di fattori di crescita e
                                                      proliferazione, e di Bcl2 anti-apoptotiche.
                                                   ▪ Se al posto di CD28 la cellula T esprime CTLA-4 o PD-1,
                                                     queste competeranno per CD80/CD86 e l’effetto sarà
                                                     l’inibizione dell’attivazione della cellula T.
                                                   ▪ NB: vi sono anche altre interazioni di co-stimolazione
                                                     (ad es fra CD2 della cellula T e LFA3 di APC):
                                                     nell’insieme, è la «sinapsi immunologica».

*L’attivazione delle cellule Tc avviene in modo simile, con la differenza che il segnale 1 è costituito
dal TCR che riconosce pMHC classe I, e dal co-recettore CD8 che riconosce MHC classe I.
linfociti T: generalità, principali tipi e funzioni

▪ Le cellule T si sviluppano nel timo, da precursori di derivazione midollare.
▪ Rappresentano il 60-70% dei linfociti circolanti.
▪ Riconoscono antigeni presentati da altre cellule mediante il recettore TCR (eterodimero αβ, con
  porzione costante e porzione variabile).
▪ Il TCRαβ riconosce esclusivamente peptidi antigenici associati a molecole MHC (major
  histocompatibility complex) sulla superficie di altre cellule (restrizione MHC).

           Linfociti T helper (Th, ▪ Sono attivati da cellule APC che presentano pMHC di classe II
                         o TCD4+) ▪ Stimolano i linfociti B a produrre anticorpi
                                   ▪ Attivano la funzione microbicida dei fagociti professionali

      Linfociti T citotossici (Tc, o ▪ Sono attivati da cellule APC che presentano pMHC di classe I
                            TCD8+) ▪ Uccidono le cellule infettate da microbi intracellulari

     Linfociti T regolatori (Treg) Limitano la risposta immunitaria, e prevengono la risposta
                                   immunitaria verso antigeni propri.
Cellule T, in base alle strutture molecolari impegnate nel riconoscimento antigenico
                                       co-          antigene          quantità
                        TCR                                                            funzione
                                    recettore     riconosciuto        relativa
                                                                                 Th (citochine per la
                                                peptide associato a
cellule Th (TCD4+)      TCRαβ         CD4                               60%      funzione delle cellule B
                                                MHC classe II
                                                                                 e dei MØ)

                                                                                 Tc (CTL) (uccidono
                                                peptide associato a
cellule Tc (TCD8+)      TCRαβ         CD8                               30%      cellule infette da
                                                MHC classe I
                                                                                 microbi intracellulari)

                                                lipidi e
                                                glicolipidi
                                                associati a                      Immunità
cellule Tγδ            TCRγδ            -                                -
                                                MHC-like, o                      mucosale
                                                anche non
                                                processati
                        TCRαβ                   glicolipidi                      Immunità
cellule NK-T                            -                                -
                     (invarianti)               associati a CD1                  mucosale
linfociti B. Si sviluppano da precursori midollari, e sono il 10-20% dei linfociti circolanti.

                                                                        • I recettori BCR sono IgM associate
                                                                          alla membrana
                                                                        • I recettori BCR riconoscono
                                                                          antigeni peptidici, lipidici e
                                                                          polisaccaridici sia solubili sia
                                                                          associati alla superficie cellulare.
                                                                        • Dopo l’attivazione, i linfociti B
                                                                          daranno luogo alla formazione di
                                                                          plasmacellule      produttrici       di
                                                                          anticorpi.

Struttura dei BCR
• Il BCR è costituito da una immunoglobulina (Ig) di membrana di tipo IgM (o IgD) che riconosce
  l’antigene, e da un dimero associato (Igα-Igβ), con funzioni simili a quelle di CD3 delle cellule T.
• CD21 (o CR2) è il co-recettore per frammenti del complemento derivati da C3, e promuove
  l’attivazione delle cellule B (segnale 2).
Nel sistema immunitario più tipi cellulari denominati APC (cellule
                                            presentanti l’antigene) sono capaci di catturare antigeni e presentarli
                                            ai linfociti. Le cellule più importanti implicate nella presentazione di
                                            antigeni peptidici alle cellule T sono le cellule dendritiche (DC).

                                          ▪ Le DC originano nel MO, e i precursori immaturi raggiungono tutti i
                                            tessuti, dove risiedono come DC immature (iDC). Hanno molti
                                            prolungamenti citoplasmatici, dotati di un’ampia varietà di PRR, che si
                                            estendono a coprire un’ampia area.

▪ Le iDC campionano continuamente l’ambiente in cui risiedono (endocitosi e fagocitosi mediate dalle
  interazioni PAMP-DAMP/PRR). In presenza di un agente infettivo, le iDC internalizzano il microbo e lo avviano
  alla degradazione fagolisosomiale.
▪ Contemporaneamente, le iDC si muovono entrando nei vasi linfatici e migrano verso i linfonodi tributari
  (seguendo il gradiente di chemochine come CCL19 e CCL21). Durante il viaggio, le iDC, dette DC convenzionali
  migratorie, vanno incontro a maturazione:
      ▪ Elaborano pMHC (p = peptidi provenienti dalle proteine microbiche degradate) e li posizionano sulla
        superficie cellulare.
      ▪ Elaborano e posizionano sulla superficie cellulare i segnali necessari per la co-stimolazione (ad es.
        CD80/CD86).
▪ Le mDC raggiungono i linfonodi e, nella zona paracorticale, «presentano» pMHC alle cellule T.
▪ Altre popolazioni di DC (in aggiunta alle DC convenzionali migratorie)
   ▪ DC follicolari risiedono nei follicoli linfoidi, e catturano antigeni legati ad anticorpi o al complemento (hanno
     recettori FcR per IgG e recettori per il frammento C3b). Presentano l’antigene alle cellule B, e selezionano le cellule
     B con la più alta affinità fra BCR e antigene.
   ▪ DC plasmacitoidi, presenti in circolo e negli organi linfoidi sono la fonte principale di IFN di tipo I (risposta
      antivirale).
Macrofagi nella risposta adattativa

                              Anche i macrofagi sondano il
                              microambiente del tessuto in cui si
                              trovano, avendo anch’essi un’ampia
                              varietà di recettori PRR.
                                ▪ Come le DC, anche i MØ
                                  fagocitano microbi, e producono
                                  pMHC classe II (p = peptide di
                                  provenienza microbica),
                                  associandoli alla propria
                                  superficie.
                                ▪ I pMHC classe II saranno
                                  presentati a cellule Th (effettrici o
                                  della memoria).
                                ▪ si iperattivano in risposta a
                                  citochine di T attivati, e con le
                                  citochine prodotte amplificano le
                                  risposte di cellule T e B
                                  (reciprocità)
Sistema MHC (sistema maggiore di istocompatibilità), noto anche come HLA (nell’uomo)
         (sistema molecolare per la presentazione di antigeni peptidici alle cellule T)

-   complessi proteici altamente polimorfici
-   codificati da ≈200 geni sul cromosoma 6, raggruppati in tre classi:
-   MHC classe I (HLA-A, HLA-B, HLA-C)
-   MHC classe II (HLA-DP, HLA-DQ, HLA-DR)
-   MHC classe III (componenti solubili: fattori del complemento, citochine)

    L’elevato polimorfismo (migliaia di varianti), fa sì che le molecole MHC (classe I e II) di
    ciascun individuo abbiano un certo grado di diversità rispetto alle molecole MHC di
    ogni altro individuo (da grandi diversità fra soggetti non consanguinei, a diversità più
    moderate fra consanguinei, fin quasi alla mancanza di diversità nei gemelli identici).
MHC classe I. Proteine espresse su tutte le cellule
                                    nucleate (e sulle piastrine).
                                    ▪ eterodimeri formati da una catena α (codificata da
                                      HLA-A, HLA-B, e HLA-C) e da β2-microglobulina. Il
                                      peptide antigenico (in rosso) è associato alla
                                      porzione extracellulare della catena α; il
                                      polimorfismo in questa regione è alla base della
                                      capacità di MHC classe I di legare peptidi diversi.

Funzione: presentazione di peptidi provenienti da proteine intracitoplasmatiche (normali e non). Le
proteine del citosol sono degradate nel sistema proteasomico → i peptidi risultanti sono trasportati nel
RE ed associati a MHC classe I e quindi a β2-microglobulina → il complesso p-MHC classe I è trasportato
sulla superficie cellulare → pMHC classe I è “ispezionabile” dalle cellule TCD8+.
Implicazioni:
▪ tutte le cellule nucleate possono essere infettate da virus, e quando le cellule infette presentano
  sulla propria superficie p-MHC classe I (p = polipeptide derivante da una proteina virale), vengono
  riconosciute dalle cellule TCD8+ ed eliminate.
▪ tutte le cellule nucleate possono diventare tumorali. Le cellule TCD8+ possono riconoscere le cellule
  tumorali per la presenza di p-MHC classe I (dove p = polipeptide derivante da una proteina espressa
  solo o prevalentemente dalla cellula tumorale).
MHC classe II. Espresse sulle APC (cellule presentanti
                             l’antigene) (DC, macrofagi, linfociti B). Eterodimeri α e β
                             codificati da HLA-DP, HLA-DQ, e HLA-DR. Il peptide
                             antigenico (in rosso) è associato sia ad α che a β. Il
                             polimorfismo in questa regione è alla base della capacità
                             di associare peptidi diversi.

Funzione: presentazione di antigeni che derivano da materiale proteico
internalizzato dalla cellula. Il materiale presente in fagosomi ed endosomi è digerito a
seguito della fusione lisosomiale; nelle vescicole stesse i peptidi risultanti sono
associati a MHC classe II e quindi trasportati sulla superficie, per essere presentati a
cellule TCD4+.
Implicazioni: quando una DC (o un macrofago) internalizza un microbo, la presenza di
p-MHC classe II sulla sua superficie è in grado di attivare una cellula TCD4+ che, con la
sua azione successiva, ottimizzerà l’eradicazione degli agenti infettivi.
Processazione dell’antigene,
formazione dei complessi pMHC, e
presentazione dell’antigene.

 pMCH classe I. Le proteine del citosol
 sono degradate nel proteasoma e
 trasportate da TAP nel RE. Dopo la loro
 formazione, pMHC classe I
 pervengono sulla superficie cellulare
 (tutte le cellule nucleate).
 pMHC classe II. Il materiale proteico di
 provenienza extracellulare viene
 internalizzato in endosomi o in fagosomi
 dalle APC (DC, MØ, B). Con la riduzione
 del pH, le proteasi di derivazione
 lisosomiale digeriscono le proteine in
 corti polipeptidi. Dopo la fusione con
 vescicole contenenti MHC II, si formano
 pMHC II, e i complessi sono trasportati
 sulla superficie cellulare.
Linfociti NK. 5-10% dei linfociti circolanti, uccidono cellule anomale (ad es. tumorali) e/o
infette (ad es. da virus). Sono capaci di riconoscere le cellule da eliminare, ma non lo fanno
tramite recettori BCR o TCR.
                                                         Linfociti NK: caratteristiche e funzioni
                                                  Regolazione Dipende dall’equilibrio fra recettori
                                                  dell’attività di attivazione (ad es. NKG2D) e
                                                  citotossica    recettori di inibizione (recettori per
                                                                 MHC di classe I). La cellula normale,
                                                                 esprimendo MHC classe I sulla
                                                                 propria superficie, ingaggia i
                                                                 recettori di inibizione, e non viene
                                                                 uccisa. Al contrario, una cellula
                                                                 infettata da virus (e anche le cellule
                                                                 tumorali) aumenta l’espressione di
                                                                 ligandi per i recettori di attivazione
                                                                 delle NK, e riduce l’espressione di
                                                                 MHC classe I sulla superficie,
                                                                 venendo così uccisa.
                                                    citochine Producono IFN-γ (attivazione dei
                                                                MØ), e proliferano in risposta a varie
                                                                citochine
                                                    Recettori Citotossicità cellulo-mediata
                                                     per Fc di anticorpo-dipendente.
                                                          IgG
Organi, cellule, e organizzazione generale del sistema immunitario adattativo
    2 x1012 linfociti (1), distribuiti in organi linfoidi primari e secondari, capaci di riconoscere
    107-109 strutture antigeniche diverse.

                                                                 organi linfoidi primari
                                                                 midollo, e timo, dove i progenitori linfoidi
                                                                 proliferano e si differenziano in linfociti B (midollo)
                                                                 e linfociti T (timo) maturi (naive, o vergini), dotati
                                                                 di recettori di membrana (BCR, TCR) per specifici
                                                                 antigeni. Attraverso la circolazione, i linfociti B e T
                                                                 maturi raggiungono gli
                                                                 organi linfoidi secondari
                                                                 linfonodi, milza, e tessuti linfoidi associati a varie
                                                                 sedi anatomiche. Qui, i linfociti maturi possono
NALT (nasal-associated lymphoid tissue). SALT (Skin-associated   incontrare l’antigene specifico che sono abilitati a
lymphoid tissue). GALT (gut-associated lymphoid tissue). BALT
(bronchial-associated lymphoid tissue                            riconoscere, e attivarsi.

    (1) massa paragonabile a quella del fegato o del cervello, necessaria per l’ampiezza delle superfici da
        presidiare (cute, 2 mq; mucose respiratorie e intestinali, 100 e 400 mq).
il viaggio dei linfociti fra sangue e tessuti linfoidi: la ricircolazione linfocitaria

Il numero dei linfociti naive per un dato antigene è molto basso (1/105-106); per aumentare la
probabilità di incontro, i linfociti continuamente ricircolano fra sangue e organi linfoidi (dove
avviene il contatto con l’antigene).
distribuzione dei linfociti B e T nei linfonodi

Incontro con l’antigene e attivazione A seguito dell’incontro con l’antigene, le cellule B
o T mature si attivano, proliferano, e si differenziano in cellule effettrici (a vita breve) e
cellule della memoria (a vita lunga).
citochine nella risposta immunitaria

                                       cellule produttrici               effetti funzionali
                 citochine
                                           (principali)                     (principali)
             TNF, IL-1, IL-12,          MØ, DC, NK, cellule
Immunità                                                        Indurre l’infiammazione e inibire la
innata
             IFN tipo I, IFN-γ, e       endoteliali e cellule
                                                                replicazione virale
             chemochine                     epiteliali

                                                                Promuovere proliferazione e
                IL-2, IL-4, IL-5,
                                           TCD4+ attivati       differenziazione dei linfociti, e
Immunità         IL-17, e IFN-γ
adattativa                                                      attivare cellule effettrici.
                                                                Limitare e terminare la risposta
                 IL-10, TGF-β                MØ, Treg
                                                                immunitaria.

  Implicazioni: la conoscenza dei segnali molecolari coinvolti nella determinazione della
  risposta immunitaria ha importanti implicazioni terapeutiche: molti farmaci che
  antagonizzano l’attività di citochine sono attualmente progettati (alcuni usati) per il
  controllo di patologie su base immuno-infiammatoria.
Schema generale delle fasi della risposta immunitaria adattativa
        Presentazione ▪ le APC (DC) presentano pMHC alle cellule T, selezionando e attivando il clone
         dell’antigene cellulare che tramite TCR riconosce specificamente l’antigene presentato.
                         ▪ le cellule B riconoscono antigeni di varia natura chimica, sia liberi sia associati a
                           cellule.
Attivazione linfocitaria ▪ Durante la risposta innata, le DC a seguito dell’interazione PAMP-PRR presentano
                           sulla propria superficie molecole di costimolazione (ad es CD80/CD86), che saranno
                           riconosciuti da recettori di superficie delle cellule T (ad es CD28) naive. Per
                           l’attivazione di una cellula T sono quindi necessarie le interazioni: pMHC-TCR (segnale
                           1), e segnali di costimolazione (segnale 2). Si noti che la DC presenta il segnale 2 solo
                           se è stata attivata da PAMP/PRR (cioè ha riconosciuto un’infezione microbica). Nella
                           risposta nei confronti di cellule tumorali, il segnale 2 può derivare dall’interazione
                           DAMP/PRR.
                         ▪ Attivazione dei linfociti B, e produzione di anticorpi (non riassunta in questa
                           diapositiva).
          Eliminazione ▪ attivazione dei linfociti T, espansione clonale, ed eliminazione dell’antigene (microbi
          dell’antigene intracellulari; immunità cellulo-mediata o cellulare).
                         ▪ Attivazione dei linfociti B, espansione clonale, ed eliminazione dell’antigene (microbi
                           extracellulari; immunità umorale).

 Declino della risposta ▪ le cellule effettrici prodotte durante la risposta muoiono dopo l’eliminazione del
  immune, e memoria microbo (apoptosi).
         immunitaria. ▪ Memoria immunologica: l’iniziale attivazione linfocitaria genera anche cellule a
                           lunga sopravvivenza: in pratica, aumenta il numero dei linfociti capaci di riconoscere
                           l’antigene incontrato; inoltre, nell’eventualità di un incontro successivo con
                           l’antigene, le cellule della memoria rispondono con maggior rapidità ed efficacia
                           rispetto alle cellule naive.
Attivazione e funzione delle cellule TCD4+: aspetti di maggiore rilievo

Espansione clonale, con Nel processo di attivazione le TCD4+ secernono IL2 e al contempo espongono
   produzione di cellule sulla propria superficie IL2R: l’effetto è quello della proliferazione con aumento
 effettrici e cellule della del numero di cellule TCD4+ capaci di riconoscere l’antigene attivante.
                memoria.

         cellule effettrici ▪ svolgono funzioni nell’organo linfoide (vedi)
                            ▪ entrano in circolo, raggiungono la sede del processo che ne ha originato
                              l’attivazione, e operano ai fini della distruzione dell’antigene.

         Interazione del ▪ TCD4+ naive↔DC: effetto di costimolazione per la TCD4+, e di completamento
recettore CD40L (cellula della maturazione della DC (DC autorizzata).
 TCD4+) con il recettore ▪ TCD4+ effettrice↔cellula B: completamento dell’attivazione della cellula B
 CD40 (cellula partner)* (switch isotipico e maturazione dell’affinità).
                         ▪ TCD4+ effettrice↔macrofago: in aggiunta all’azione di IFNγ, determina
                           attivazione (classica) dei macrofagi.

      sottotipi di cellule ▪ Th1
                effettrici ▪ Th2
                           ▪ Th17

  * si ricordi che questa interazione si aggiunge a quella fra TCR e pMHC classe II e a quella fra CD4 e MHC classe II
In relazione:
▪ alla modalità con cui la DC è stata
  attivata ed è maturata
▪ alle citochine prodotte dalla DC al
  momento dell’attivazione della
  cellula T
possono svilupparsi tre tipi di Th,
funzionalmente distinti:
  Th1, Th2, Th17.

          citochine inducenti           IFNγ, IL12                      IL4                           TGFβ, IL1, IL6, IL23

          citochine prodotte              IFNγ                      IL4, IL5, IL13                 IL17, IL22, chemochine
                                   attivazione di macrofagi, e   attivazione di mastociti e di
            risposte effettrici produzione di IgG                eosinofili, produzione di IgE
                                                                                                      reclutamento PMN

                                   contrasto di microbi                                          contrasto di microbi
               ruolo benefico intracellulari                     contrasto di elminti
                                                                                                 extracellulari, e funghi

            ruolo patologico
         (in caso di reazione infiammazione cronica                                              infiammazione cronica
                              immuno-mediata (spesso                       allergie              immuno-mediata (spesso
              eccessiva / non autoimmunità)                                                      autoimmunità)
                 controllata)
Dopo l’attivazione da parte di una DC autorizzata, una
cellula TC naive prolifera e si differenzia in cellule pre-
CTL, che lasciano il linfonodo per dirigersi al sito di
attacco dell’agente patogeno.
In tale sede, IL12, IL6 e IFNγ (da macrofagi e DC)
inducono la differenziazione dei pre-CTL in CTL
«armati». Questo processo si compie in 24-48 h
dall’attivazione della TC naive.

I CTL «armati» che incontrano l’appropriato pMHC classe
I sulle cellule dell’ospite le identificano come bersaglio e
ne determinano la morte (apoptosi)
   ▪ rilasciando il contenuto di granuli (perforina e serin-
      proteasi)
   ▪ ingaggiando il recettore Fas
   ▪ rilasciando TNF
Dopo attivazione, le cellule B naive diventano plasmacellule (PC), che possono produrre vari tipi di
anticorpi (Ab) con distinte funzioni.

 Immunità umorale. Un linfocita B naive riconosce l’antigene e –sotto l’influenza di Th (o di altri stimoli)- prolifera e
 si differenzia in PC anticorpo-secernenti. In alcuni casi, le PC producono Ab IgM, con catena pesante uguale a quella
 del BCR (IgM). In altri casi, durante il processo di differenziazione, la cellula B attivata modifica la catena pesante del
 recettore BCR, che diventa IgG (switch isotipico) e così diventerà una PC che produce IgG. Durante il processo di
 maturazione, la B attivata può migliorare l’affinità del proprio recettore per l’antigene, producendo IgG con più alta
 affinità per l’antigene (da queste cellule deriveranno le cellule della memoria). Il cambiamento isotipico può dare
 luogo a IgA (Ab secretori, immunità mucosale) e a IgE (Ab per l’attivazione di mastociti ed eosinofili (non mostrato).
Una cellula B naive può riconoscere antigeni peptidici, lipidici e polisaccaridici sia solubili sia
associati alla superficie cellulare: che tipo di PC diventerà dopo l’attivazione dipende
largamente dal tipo di antigene responsabile.

            tipo di antigene                   meccanismo di attivazione                           effetto
       Antigeni polisaccaridici e lipidici   Per la loro struttura, epitopi ripetuti La cellula B produrrà PC a vita
        (spesso costituiti da più epitopi    ingaggiano più BCR sulla cellula B,     breve, produttrici di IgM.
          identici ripetuti, non possono     attivandola (attivazione T-
       essere riconosciuti da cellule T).    indipendente)

                        Antigeni proteici ▪ La cellula B riconosce un epitopo      ▪ Nel coniugato B-T, per effetto
                                               peptidico tramite BCR                 dell’interazione CD40-CD40L e
                                             ▪ internalizza l’intera proteina        dell’azione di citochine (IFNγ e
                                               (endosoma) e la processa per          IL4), avranno luogo i processi di
                                               produrre pMHC classe II sulla         switch isotipico e di maturazione
                                               propria superficie.                   dell’affinità, allo scopo di variare
                                             ▪ una cellula Th effettrice riconosce   e migliorare la qualità della
                                               pMHC classe II, e si formerà così     risposta anticorpale.
                                               un coniugato B-T (attivazione T- ▪ Le PC che deriveranno saranno a
                                               dipendente).                          vita lunga, migreranno nel MO e
                                                                                     per molto tempo produrranno
                                                                                     Ab.
                                                                                   ▪ Si produrranno anche cellule della
                                                                                     memoria.
come la cellula B risponde
                                          ad antigeni Td

                                         altre cellule B modificano la struttura del BCR, aumentandone
alcune cellule B si differenziano        l’affinità per l’antigene (ipermutazione somatica e maturazione
in PLASMACELLULE A VITA BREVE            dell’affinità). Sopravvivono le cellule che hanno un’affinità
(t/2= 4 gg), che producono IgM           aumentata nei confronti dell’antigene. Inoltre, le cellule
e non formano cellule della              eseguono anche lo scambio isotipico (cioè cambiano la natura
memoria (analogamente alle               dell’anticorpo prodotto: da IgM a IgG, IgA, IgE). Da queste
cellule B attivate da antigeni Ti)       cellule derivano: (i) plasmacellule a vita lunga (terminali), e (ii)
                                         cellule B della memoria.

Le PLASMACELLULE A VITA LUNGA migrano (in           Le CELLULE B DELLA MEMORIA (a vita lunga) hanno BCR
genere nel MO) e producono (anche per               con un’affinità maggiore per l’antigene, un maggior
diversi mesi) anticorpi ad alta affinità.           numero di molecole di adesione, e possono
                                                    funzionare da APC per cellule Th di memoria. Di
                                                    conseguenza, la risposta immunitaria secondaria è
                                                    molto più rapida ed efficace di quella primaria.
Fab                                        Struttura degli anticorpi: catene leggere (rosa) e
                                                        catene pesanti (azzurro).
                                                        Le regioni più chiare, costituite dai domini variabili,
                                                        interagiscono con l’antigene. Le regioni più scure
                                                        (domini costanti), sostengono le funzioni effettrici
                                                        degli anticorpi.

                             Fc

                                  Funzioni effettrici degli anticorpi

             neutralizzazione Alcuni virus, tossine batteriche, e veleni producono un danno legandosi alla
                              superficie cellulare. Un anticorpo neutralizzante impedisce fisicamente
                              all’agente patogeno di interagire con la cellula e di provocare un danno.

attivazione del complemento Se un agente patogeno è rivestito da anticorpi IgG o IgM, si avvia l’attivazione
                 (via classica) del complemento, con formazione di MAC e reazione infiammatoria.

              opsonizzazione Gli anticorpi rivestono l’antigene e facilitano il riconoscimento dell’agente
                             patogeno da parte dei fagociti (che sono dotati di recettori FcR)

 citotossicità cellulo-mediata Un agente patogeno troppo grande per essere fagocitato è ucciso da cellule con
anticorpo-dipendente (ADCC) capacità citotossica (NK, eosinofili) che possiedono recettori FcR.
proprietà delle principali classi di anticorpi (isotipi) umani

                        IgM            IgD            IgG            IgA          IgE
   catene pesanti         μ             δ              γ              α            ε

     % Ig circolanti     10
La memoria immunitaria (cellule Th, Tc, e B)

                                            Cellule Th e Tc
                                            della memoria

  meccanismo di formazione
▪ modello lineare: derivano da una (piccola) quota di cellule effettrici che resistono all’apoptosi.
▪ modello divergente: seguono una via maturativa diversa da quella delle cellule effettrici.

La risposta al riconoscimento antigenico è più veloce ed efficiente della risposta alle cellule naive, grazie a
varie caratteristiche fenotipiche:
▪ lunga sopravvivenza: diversamente dalle cellule effettrici, la sopravvivenza delle cellule della memoria
  non dipende dal riconoscimento antigenico, ma è legata all’effetto di citochine come IL7 e IL15 che
  aumentano l’espressione di proteine anti-apoptotiche.
▪ capacità di autorinnovamento (citochine?)
▪ modificazioni epigenetiche: accessibilità dei loci genici coinvolti nella risposta immunitaria
▪ dislocazione anatomica: le cellule della memoria possono localizzarsi nei tessuti periferici, nelle sedi di
  attivazione della risposta immunitaria.

                                            Cellule B della
                                              memoria

▪ Derivano dalle cellule B che, sotto la guida di Th, hanno effettuato la maturazione dell’affinità
  (ipermutazione somatica), e quindi sono in grado di riconoscere con molta più efficienza l’antigene che ha
  determinato l’attivazione della corrispondente cellula naive.
Mancata risposta del sistema adattativo ad un determinato antigene, causata da una
tolleranza immunitaria
                                    precedente esposizione allo stesso.

                                    Principi della tolleranza, e loro basi biologiche

               Regola generale:     I linfociti con BCR/TCR capace di riconoscere antigeni propri (autoreattivi) vengono:
 gli antigeni self sono tollerati   ▪ eliminati
                                    ▪ inattivati
                                    ▪ indotti a modificare la propria specificità (cellule B )

 La tolleranza viene generata ▪ Tolleranza centrale: i linfociti autoreattivi vengono eliminati nel MO o nel timo.
  negli organi linfoidi centrali ▪ Tolleranza periferica:
        durante il processo di       ▪ i linfociti autoreattivi vengono eliminati o resi incapaci di attivarsi in un
      maturazione, e in quelli         incontro successivo con l’antigene (anergia).
                     periferici.     ▪ i linfociti Treg inibiscono attivamente i linfociti autoreattivi.

      Alcuni antigeni self sono In alcune sedi, specifiche barriere anatomiche (santuari) sequestrano gli antigeni
           nascosti al sistema self (occhio, testicolo).
                  immunitario

 La tolleranza (periferica) può     La presentazione di antigeni non-self in assenza di segnali di costimolazione può
      essere indotta anche da       indurre tolleranza periferica (microbi, alcuni tumori).
             antigeni non-self

       Rilevanza clinica della      ▪ alterazioni dei meccanismi della tolleranza determinano malattie autoimmuni.
                   tolleranza       ▪ i meccanismi della tolleranza possono essere sfruttati terapeuticamente ai fini
                                      del contenimento di reazioni immunitarie eccessive.
Sviluppo delle cellule T nel timo, e
tolleranza centrale.
Precursori della linea T arrivano nella
corticale timica e iniziano il
riarrangiamento dei geni TCR.
Selezione positiva: sopravvivono solo
le T immature CD4+CD8+ (doppio-
positive) con recettori capaci di
riconoscere MHC self sulle cellule
epiteliali corticali.
Selezione negativa: a livello della
giunzione cortico-midollare, le cellule
T sondano antigeni self pMHC I e
pMHC II presentati da DC e MØ. Nel
caso di riconoscimento ad alta affinità
le cellule T muoiono per apoptosi.
Il riconoscimento a bassa affinità del
self, assieme alla repressione
dell’espressione di CD4 o di CD8,
produce cellule T naive CD4+ o CD8+
capaci di “tollerare” gli antigeni self, e
di riconoscere antigeni non-self
presentati dal MHC.
Si ritiene che solo l’1% delle T superi i
processi selettivi.
Tolleranza centrale e tolleranza periferica
Nella tolleranza centrale, il processo di selezione negativa nel timo elimina i linfociti immaturi che riconoscono con
forza l’antigene self presentato....

            Ma da dove vengono gli antigeni self presentati dalle cellule del timo, e come vengono eliminati i
            linfociti immaturi che li riconoscono?

           Gli Ag self provengono:
           ▪ dalle proteine circolanti, internalizzate dalle DC del timo e presentate come pMHC classe II
           ▪ dalle stesse cellule del timo che hanno la specifica proprietà di presentare pMHC di classe I in cui
             «p» deriva anche da proteine espresse usualmente in altre sedi dell’organismo (programma
             trascrizionale AIRE, autoimmune regulator).
           ▪ I linfociti immaturi che riconoscono con forza l’antigene self muoiono per apoptosi.

                                                        Ma che succede nel caso che Ag self non
                                                          vengano presentati alle T immature, e
                                                         quindi T mature e capaci di riconoscere
                                                         Ag self (autoreattive) escono dal timo?
Tolleranza periferica!

          Anergia Se il TCR di una TCD4+ è stimolato in modo persistente (segnale 1) ma mancano
                  segnali di costimolazione, la TCD4+ diventa anergica (non responsiva nei confronti
                  dei segnali provenienti dal TCR).

Delezione (morte Le cellule T che riconoscono antigeni self con alta affinità (o che sono
        cellulare) ripetutamente stimolati da Ag persistenti), muoiono per apoptosi in assenza di
                   segnali di costimolazione.

Inibizione da Treg ▪ Le cellule Treg nascono nel timo e hanno un TCR con affinità intermedia per Ag
                     self
                   ▪ in alternativa, le Treg si formano in periferia incontrando antigeni self o non self
                     in assenza di attivazione dell’immunità innata.
                   ▪ le Treg:
                       ▪ inibiscono la capacità di presentazione dell’antigene delle DC (via CTLA-4)
                       ▪ producono citochine immunosoppressive (TGFβ e IL10).
Le cellule Treg: modello di funzionamento

Th naive con TCR                 Th naive con TCR                                     Th naive con TCR ad
ad alta affinità per            ad alta affinità per                                  affinità intermedia
pMHC self                         pMHC non self                                       per pMHC self (Treg)

                                Attivazione in Th                                     Attivazione delle Treg
                                effettrici da parte                                   a seguito dell’incontro
                                      di mDC                                          con pMHC self

                                    Le Th effettrici                                  Le Treg effettrici
                                agiscono riconoscendo                                 inibiscono la funzione
                                    pMHC non self                                     delle Th effettrici

                                                                                      Quando pMHC non self è
                  Le Th effettrici inibiscono le Treg                                 eliminato, le Th effettrici
                  fino a quando è presente pMHC                                       rilasciano l’inibizione sulle Treg, e
                  non self.                                                           queste inibiscono le Th effettrici.
IMMUNOLOGIA & IMMUNOPATOLOGIA

     BENEFICI                                    POTENZIALI DANNI
Analogamente a quanto
                                                 ▪ Se la risposta
detto per
                                                   immunitaria non è
l’infiammazione, la
                                                   adeguatamente
risposta immunitaria
                                                   controllata e/o è
ottimizza l’eradicazione
                                                   diretta verso i tessuti
dei patogeni, ed è
                                                   propri è responsabile
controllata per non
                                                   di danno immuno-
provocare eccessivi
                                                   mediato.
danni ai tessuti
dell’ospite.
                                                ▪ Se la risposta immunitaria è
                                                  deficitaria, insorgono gravi
                                                  malattie (immunodeficienza).
Il danno immuno-mediato: La risposta immunitaria è innescata o mantenuta in modo improprio

                                       a) nei confronti di ANTIGENI MICROBICI
- reazioni eccessive o persistenza di antigeni microbici
-gli anticorpi, legandosi agli antigeni, possono dar luogo alla formazione di «complessi immuni» che si localizzano nei tessuti
e inducono infiammazione;
-le risposte cellulo-mediate nei confronti di antigeni persistenti danneggiano i tessuti e inducono infiammazione.
-reattività crociata: la risposta umorale/cellulare nei confronti di antigeni microbici colpisce anche antigeni dell’ospite.

                                      b) nei confronti di ANTIGENI AMBIENTALI
Nel 20% della popolazione, c’è una predisposizione genetica a sviluppare una forte risposta immunitaria verso comuni
antigeni presenti nell’ambiente (pollini, acaro della polvere etc).

                                           c) nei confronti di AUTOANTIGENI
una deficienza dei meccanismi di tolleranza è alla base di reazioni immunitarie contro cellule e tessuti del proprio stesso
organismo (malattie autoimmuni).

In tutte le condizioni sopra descritte, è difficile (o impossibile) eliminare gli antigeni

Le malattie associate a danno immuno-mediato tendono ad essere croniche (e debilitanti).
Componente fondamentale del quadro patologico è l’infiammazione cronica (MALATTIE
INFIAMMATORIE SU BASE IMMUNITARIA).
Danno immuno-mediato: i meccanismi (1).
I meccanismi effettori finali dell’immunità adattativa sono quelli dell’immunità innata, e quindi il danno
immuno-mediato è conseguente ad un’attivazione inappropriata dei sistemi dell’immunità innata da
parte di....

    anticorpi
                                                                                          Un anticorpo è in pratica una
                                                                                          molecola adattatrice che lega
                                                                                          l’antigene al recettore di una
                                                                                          cellula effettrice, che dirigerà la
                                                                                          sua risposta nei confronti del
                                                                                          bersaglio. La capacità di
                                                                                          attivare il complemento (IgM e
                                                                                          IgG) migliorerà la capacità di
                                                                                          identificazione del bersaglio.

I recettori FcR delle cellule dell’immunità innata hanno un ruolo centrale:*
▪ FcγR (recettore per la catena pesante γ delle IgG)
      ▪ classe ampia di recettori espressi su fagociti (PMN, MØ), piastrine, mastociti, eosinofili e NK.
      ▪ i complessi IgG- FcγR avviano un programma ampio (non univoco) di risposte cellulari che vanno dalla fagocitosi
         (PMN e MØ), alla citotossicità (NK), all’aggregazione piastrinica e trombosi (piastrine).
▪ FcεR (recettore per la catena pesante ε delle IgE)
      ▪ recettori espressi su mastociti, basofili, ed eosinofili attivati.
      ▪ legano IgE monomeriche che -ingaggiate da antigeni multivalenti- avviano risposte effettrici (allergia).

*Si consideri che le cellule dell’immunità innata esprimono sia FcR attivatori che FcR inibitori, per cui la risposta
cellulare ad uno stimolo deriva in realtà dal bilancio dell’azione di recettori attivatori e recettori inibitori.
Danno immuno-mediato: i meccanismi (2).

I meccanismi effettori finali dell’immunità adattativa sono quelli dell’immunità innata, e quindi il danno
immuno-mediato è conseguente ad un’attivazione inappropriata dei sistemi dell’immunità innata da
parte di....

cellule T le cellule T (in aggiunta agli anticorpi) possono provocare un danno tessutale:
            ▪ quando una T di memoria è esposta all’antigene, rilascia citochine e chemochine che attivano le
              cellule endoteliali e reclutano e attivano cellule dell’immunità innata.

            ▪ Il danno tessutale può derivare dalle citochine prodotte dalle cellule effettrici (e quindi dalle
              cellule dell’immunità innata da esse attivate), o dall’azione diretta di CTL.

                  ▪ Th1: mediante la produzione di IFNγ attivano i macrofagi (attivazione classica), con
                    conseguente danno tessutale.

                  ▪ Th2: mediante la produzione di IL4, IL5 ed eotassina, reclutano e attivano eosinofili, con
                    conseguente danno tessutale.

                  ▪ Th17: producono IL17, che recluta e attiva PMN, con conseguente danno tessutale.

                  ▪ Tc: differenziandosi in CTL possono determinare danno tessutale uccidendo direttamente
                    le cellule identificate come bersaglio
Il danno immuno-mediato: REAZIONI DI IPERSENSIBILITÀ
«Ipersensibilità» è un termine generico che indica una risposta immunitaria adattativa eccessiva e
dannosa; le reazioni di ipersensibilità sono classificate in base ai meccanismi effettori implicati (ovvero
in base ai meccanismi prevalenti con cui si determina il danno).
                                      reazioni di ipersensibilità tipo I-IV
        tipo               tipo I                      tipo II                   tipo III                        tipo IV
    (altri nomi)     (immediata, allergia)         (da anticorpi)         (da immunocomplessi)        (ritardata, cellulo-mediata)
          agente
                               IgE                   IgG o IgM                   IgG o IgM               cellule T, macrofagi
        effettore

  insorgenza dei
                          < 1- 30 min                   5-8 h                      4-6 h                       24-72 h
         sintomi

    meccanismo        IgE legate sulla            IgG o IgM legano        Si formano                   cellule T effettrici
                      superficie di mastociti     antigeni sulla          immunocomplessi che          producono IFNγ e (e altre
                      e basofili reagiscono       superficie              attivano il complemento;     citochine) che iperattivano i
                      con allergeni e             cellulare. la cellula   attivazione dei fagociti;    macrofagi.
                      determinano                 muore per               produzione di mediatori
                      degranulazione.             fagocitosi e/o per      dell’infiammazione.
                                                  azione del MAC
                                                  e/o per ADCC.

       esempi         asma, febbre da
                                                                            AR, LES (alcune
                      fieno, orticaria,         anemia emolitica                                       tubercolosi, lebbra.
                                                                              forme)
                    allergie alimentari.

ADCC, citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente; AR, artrite reumatoide; LES, Lupus eritematosus sistemico.
Ipersensibilità di tipo I
                      (ipersensibilità immediata, ipersensibilità IgE-mediata)

                                                                   Gli allergeni (in genere proteine
         Più nota come allergia, si determina in                solubili) appartengono a sostanze più
                                                                  grandi (pollini, forfora di animali )
         soggetti che -per motivi ignoti- effettuano
         un’intensa risposta Th2 con produzione di IgE
         contro antigeni (detti allergeni) presenti Api m 1                     veleno d’api
         nell’ambiente e normalmente innocui per la Ara h 2                     arachidi
         maggior parte degli individui. (1)
                                                               Bet v 1          polline di betulla
         Nei mastociti, le IgE determinano il rilascio Can f 1                  peli di cane
         dei     mediatori       responsabili    delle
                                                       Der p 1                  acaro della polvere
         manifestazioni cliniche della reazione.
                                                               Pen a 1          gamberetti

                    manifestazioni cliniche delle reazioni di ipersensibilità di tipo I
            ▪ reazioni locali
                 ▪ Cute: dermatite atopica (eczema); orticaria atopica
                 ▪ Mucose: febbre da fieno, congiuntivite allergica, gastroenterite
                   allergica, asma bronchiale
            ▪ reazione sistemica: anafilassi (la reazione interessa l’intero organismo)

(1) La maggior parte degli individui produce anticorpi   IgM, IgG o IgA nei confronti degli allergeni con cui viene in
contatto, rimuovendoli in modo asintomatico.
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