HPV Human papillomavirus - AA 2013-2014 UNIVERSITA' degli STUDI di PERUGIA Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia
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UNIVERSITA' degli STUDI di PERUGIA Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia AA 2013-2014 Human papillomavirus HPV
Due famiglie: 1) Papillomaviridae • Papillomavirus (HPV: verruche; carcinoma cervicale) 2) Polyomaviridae • BK virus (malattia renale) • JC virus (PML, leucoencefalopatia multifocale progressiva) BK e JC causano malattia nei soggetti immunodepressi. HPV può causare infezioni litiche in cellule permissive, persistenti, latenti e trasformanti in cellule non permissive.
Famiglia HPV Papillomaviridae Genere Papillomavirus Morfologia virione nudo simmetria icosaedrica 72 capsomeri genoma: DNA circolare bicatenario dimensioni: 55 nm circa 100 tipi classificati in 16 gruppi virus epiteliotropo, può essere distinto in cutaneo (genere Alpha) e mucosale (genere Beta) sulla base della suscettibilità tissutale.
Caratteri generali dei virus Il DNA (~8000 paia di basi) codifica per 6-8 geni precoci (early, E1-E8, proteine che promuovono la replicazione cellulare) e 2 geni tardivi (late) che codificano per 2 proteine strutturali: L1 e L2. genpathdiagnostics.com
HPV: ciclo di replicazione (la replicazione è nucleare) a) Trascrizione dei geni virali precoci I geni precoci stimolano la crescita delle cellule e facilitano la replica del genoma virale, utilizzando la DNA polimerasi della cellula ospite quando le cellule si dividono. b) Trascrizione dei geni virali tardivi I geni tardivi codificanti proteine strutturali sono espressi solo nello strato superiore che si differenzia in ultimo, distruggendo la cheratina, ed il virus è diffuso con le cellule dello strato superiore. Di conseguenza l’espressione dei geni virali è correlata all’espressione di specifiche cheratine
Genoma di HPV-16 • E1: replicazione del DNA virale • E2, E4, E5: regolano la trascrizione e la replica (E3:??) E6 proteina oncogenica che lega la p53 • E7 proteina oncogenica che lega la p105RB E6 ed E7 immortalizzano e promuovono la crescita. • L1: proteina maggiore del capside (è la VAP) • L2: proteina minore del capside
Organizzazione del genoma Long control region (LCR) Regione codificante E6 trasformazione (p53-pRb) proteine tardive (L = Late) E7 Regione codificante P97 proteine precoci L2 (E = Early) E1 proteine proteina tardiva, replicazione capsidiche legame citocheratine episomica E4 L1 E2 E5 regolazione trasformazione della trascrizione e replicazione DNA
Proteine precoci (non strutturali) Proteina E1 è coinvolta nella replicazione del DNA. Proteina regolatrice E2 la trascrizione di E2 permette di inibire l’E6 e l’E7. Questa proprietà viene persa quando il genoma virale si integra nel genoma dell’ospite. Questo dà via libera alla soppressione dell’inibizione di E6 e E7 che agiscono sui geni oncosoppressori bersaglio p53 e pRb
Proteina E4 è importante nella maturazione del virus nella infezione produttiva: è espressa nelle fasi tardive dell’infezione durante l’assemblaggio del virione. Non sembra avere proprietà trasformanti Nei cheratinociti umani sembra intaccare l’integrità del citoscheletro cellulare (coilocitosi) favorendo la fuoriuscita delle particelle virali neoformate. Proteina E5 favorisce la replicazione cellulare stabilizzando il recettore per l’EGF: la cellula diviene più sensibile ai segnali di replicazione Rende le cellule resistenti all’apoptosi. Favorisce la formazione dei condilomi
E6 e E7 E6 e E7 interagiscono con molte proteine, influenzando l’evoluzione di una infezione. E6 e E7 agiscono come oncoproteine virali negli HPV ad alto rischio, non si conosce la funzione in HPV a basso rischio.
Proteina E6 L’interazione con la p53 interferisce sia con i segnali di trascrizione e traduzione della p53 che con quelli che portano all’apoptosi. L’interazione con IRF-1 (Interferon Regulatory Factor 1) blocca la trascrizione di geni codificanti per proteine immunitarie indotta da IFN e contribuisce all’evasione immunitaria del virus.
Interazione della proteina E6 di HPV con p53 La proteina p53 sopprime la crescita cellulare attivando trascrizionalmente la proteina p21, che inibisce le chinasi del ciclo cellulare cruciali per la progressione del ciclo in G1 E6 HPV alto rischio: complessa e induce degradazione Infezione virale ubiquitino- Danneggiamento dipendente della p53 DNA p53 p53 Stress cellulare p53 bassi livelli bassi (passaggio in livelli alti fase S e livelli accumulo G1 mutazioni) arresto del ciclo in G1 M S porta alla degradazione e alla down regolazione G2 delle vie implicate nell’arresto del ciclo e apoptosi
Proteina E7 si lega alla proteina del retinoblastoma (pRb), proteina soppressoria della crescita cellulare. Interferisce con la regolazione del ciclo cellulare (induce trasformazione) Reprime la trascrizione dei geni implicati nell’apoptosi. Inoltre, l’interazione con ISGF-3 (Interferon- Stimulated Gene Factor 3) e IRF-1 (Interferon Regulatory Factor 1) causa l’evasione delle cellule trasformate dalla risposta immunitaria innata.
Interazione della proteina E7 di HPV con pRb E2F è un attivatore del ciclo cellulare che è regolato dal legame con pRb, un soppressore della crescita della cellule tumorali La proteina E7 di HPV può legare pRb. In seguito a ciò pRb non è più in grado di legare E2F e di regolarlo E7 E2F-1 pRb E7 + pRB Complesso inattivo Repressione della trascrizione E2F-1 G1 Attivazione della trascrizione E2F-1 e passaggio in fase S ppRb M S ppRb inattiva inattiva G2 Il risultato è che E2F può liberamente attivare il ciclo cellulare
G0: quiescent state HPV E6 / E7: p53 Cells exit P53 +E6 pRB +E7 Non-stop gli effetti in sintesi pRB cycle here proliferation G1: gap G1: gap phase phase M phase: S phase: DNA mitosis synthesis M phase: mitosis G2: gap G2: gap phase phase Nonproliferatingcell HPV stimulates proliferation
Proteine strutturali L1 e L2 sono proteine tradotte tardivamente che si assemblano spontaneamente formando il capside icosaedrico. L1 (proteina capsidica maggiore) rappresenta l’80% delle proteine capsidiche. È responsabile dell’attacco del virus alle cellule suscettibili ed inoltre media la risposta umorale e cellulo-mediata all’infezione L2 (proteina capsidica minore) rappresenta il restante 20% delle proteine capsidiche
Replicazione di HPV La replicazione dipende dall’apparato trascrizionale della cellula e dallo stato di differenziazione della cute / epitelio. Il virus arriva allo strato basale tramite soluzione di continuo. I geni precoci stimolano la replicazione cellulare e il virus può replicare il genoma utilizzando la DNApol delle cellule in divisione. L’aumento del numero delle cellule dello strato basale e spinoso causa la formazione di verruca, condiloma, papilloma. Mano a mano che le cellule si differenziano, procede la trascrizione e traduzione dei geni virali. I geni tardivi (strutturali) sono espressi solo negli strati cheratinizzati e i nuovi virioni si assemblano nel nucleo. Quindi mano a mano che la cellula infettata si differenzia, procede il ciclo di replicazione del virus
Il ciclo vitale degli HPV cheratinizzazione del tessuto rilascio replicazione virale strato corneo espressione geni tardivi strato granuloso maturazione dei virioni strato spinoso replicazione del genoma (DNApol cellulare) strato basale INFEZIONE proliferazione cellulare
Genoma di HPV e sua espressione nell’epitelio d) c) b) a) d) 8 settimane – L1/ L2 proteine del capside = assemblaggio. c) la replica del DNA virale continua rapidamente b) 6 settimane – espressione geni precoci E6/E7 a) 4 settimane – espressione geni precoci E4/E5
SINTESI DNA SINTESI CAPSIDE STRATO CORNEO - + GRANULOSO +++ +++ SPINOSO +/- - BASALE +/- -
Patogenesi • l’infezione e’ acquisita per contatto stretto • il virus persiste nello strato basale • I papillomavirus infettano le cellule dell’epitelio squamoso della cute (verruche) e delle membrane mucose (papillomi genitali, orali e congiuntivali) ed inducono proliferazione epiteliale. I tipi di HPV sono tessuto-specifici, causando diverse malattie. • La verruca è il risultato della stimolazione della crescita cellulare da parte del virus e dell’ispessimento degli strati basale e spinoso.
Patogenesi • Le lesioni sono caratterizzate da un ispessimento dello strato spinoso (acantosi), dello strato granuloso (paracheratosi) e dello strato corneo (ipercheratosi). • Le cellule degli strati superficiali dell’epidermide possono presentare tipiche anomalie nucleari con nuclei eccentrici e picnotici circondati da un alone chiaro. Queste cellule sono dette coilociti: la loro presenza è fortemente indicativa di una infezione da HPV. Le verruche si manifestano in 3-4 mesi. L’infezione virale rimane localizzata e a volte regredisce spontaneamente, ma può essere ricorrente.
La risposta immune all’HPV L’ immunità innata è la prima linea di difesa contro HPV. • L’interferone di tipo I esercita una effetto antivirale diretto. • E6 e E7 dell’HPV16/18 direttamente inibiscono il segnale dell’IFN. • L’infiammazione è importante per l’immunità innata e adattativa. • Le proteine precoci dell’HPV alterano l’espressione dei geni dell’ MHC di classe I. • Cellule NK e macrofagi . La risposta immune adattativa all’HPV: • La risposta delle cellule T di tipo Th1 è associata con la regressione del papilloma. • La risposta immune umorale protegge contro la reinfezione.
Il potenziale oncogeno degli HPV • il DNA virale è stato ritrovato sia in tumori benigni che maligni. • l’HPV 16 e 18 causano displasia e papillomi cervicali: almeno l’85% dei carcinomi cervicali contiene HPV integrato. • l’integrazione porta all’inattivazione dei geni E1 e E2, limitando la replica virale e permettendo l’espressione dei geni E6 e E7. • E6 e E7 agiscono come oncogeni e si legano alla p53 (E6) e alla pRb (E7). • in assenza di queste due proteine che controllano la crescita cellulare, la cellula diventa più suscettibile a mutazioni, aberrazioni cromosomiche e subisce la trasformazione oncogena.
Clinica • verruche cutanee • tumori benigni della testa e del collo • verruche anogenitali • displasie e neoplasie cervicali
Verruche non-genitali e Verruche genitali Verruche non-genitali Verruche genitali (non a trasmissione (trasmissione sessuale) sessuale) Verruche comuni Condilomi acuminati - mani, dita e ginocchi - a cavolfiore Verruche plantari Verruche ano-genitali - Piedi - verruche lisce Verruche piane Verruche piane genitali - mani e viso - verruche piane Papulosi bowenoide - piccole, rilevate
Verruche non genitali Verruche mucosali non genitali Papilloma laringeo Papilloma congiuntivale
Verruche genitali
Infezione da HPV • in genere tra i 20 e i 30 anni di età • di solito l’infezione si risolve spontaneamente per effetto della risposta immunitaria (nel 90% dei casi si risolve in 2 anni) • alcune infezioni si stabiliscono e si manifestano con anormalità microscopiche. • la persistenza virale può portare a trasformazione
Condizioni per la trasformazione Caratteristiche delle cellule (in relazione con l’infezione virale) attiva proliferazione cellulare inibizione dell’apoptosi evasione della risposta immune Ruolo di HPV • infezione persistente-replicazione virale • espressione di proteine virali • mutazioni cellulari • nell’infezione persistente: assenza delle risposte cellulo-mediate dell’ospite • interazioni ormonali • modificazioni nella trasduzione del segnale
HPV PUO’ ESSERE PRESENTE NELLE CELLULE IN FORMA: a) RESIDENZIALE • minima quantità • può persistere non rilevato per anni • può essere a basso rischio o alto rischio b) EPISOMALE • l’HPV è attivo localizzato nel nucleo della cellula • è separato dal DNA umano • può essere a basso rischio o ad alto rischio • può causare pap test anormali • può essere visto colposcopicamente c) INTEGRATA • HPV-DNA circolare: è aperto e s’integra nel DNA umano • solo tipi ad alto rischio • causa Pap test anormali • visti colposcopicamente - possono essere trattati per prevenire il tumore
a) RESIDENZIALE poche cellule basali infettate da HPV (presente solo come DNA) Limitata riproduzione di HPV b) EPISOMALE genomi multipli di HPV per cellula c) INTEGRATO HPV-DNA integrato nel genoma
c) INTEGRATO
HPV: epidemiologia Le infezioni da HPV vengono trasmesse: a) per contatto diretto e tramite piccole lacerazioni cutanee o delle mucose; b) durante rapporti sessuali c) durante il passaggio del neonato attraverso il canale del parto infetto. L’eliminazione asintomatica del virus può promuovere la trasmissione. HPV è resistente all’inattivazione e può essere anche trasmesso per contatto con oggetti contaminati, superfici di banconi o mobili, asciugamani.
Papillomavirus umani (HPV): classificazione Sono stati identificati più di 150 genotipi di HPV (35 genitali) [denominazione: HPV + numero] classificati in 16 gruppi (da A a P) per essere classificato come nuovo genotipo di HPV, un nuovo isolato deve avere una omologia inferiore al 90% nella sequenza nucleotidica della regione L1 rispetto alla sequenza corrispondente del genoma dei tipi conosciuti Un sottotipo è classificato come tale quando l’omologia è compresa tra 90% e 100% (tra 98% e 100% si parla di variante) DIVERSI GENOTIPI SONO ASSOCIATI A DIVERSE PATOLOGIE
I papillomavirus sono classificati nei generi alpha (mucosali) e beta (cutanei). • genere alpha: la specie 7 comprende HPV18 e altri genotipi mucosali ad alto rischio di trasformazione; la specie 9 con HPV16 ed altri genotipi ad alto rischio. • alla specie 10 (HPV6 e 11) appartengono i genotipi mucosali a basso rischio di trasformazione, responsabili di lesioni mucosali benigne, quali i condilomi acuminati. • genere beta: genotipi di HPV associati a lesioni cutanee in genere benigne
Associazione tra lesioni cutanee e genotipi di HPV
Associazione tra lesioni mucose e genotipi di HPV VIE RESPIRATORIE: Papillomi 6, 11 Ca. laringo-bronchiali 16, 18 CONGIUNTIVA: 6, 11 Papillomi CAVITA’ ORALE: Iperplasia epiteliale focale 13, 32 Ca. oro-faringei 16, 18 TRATTO GENITALE: Condilomi acuminati 6, 11 Condilomi piani 6, 11, 16, 18, 31 Papulosi bowenoide 16 Ca. vulvari, penieni, anali 16, 18, 31, 33, 39, 40, 59, 68 Ca. cervice uterina 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 67, 68, 71, 74
HPV e neoplasia cervicale • HPV alto rischio: HPV 16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59, 68… • HPV basso rischio: HPV 6, 11, 26, 42, 43, 44, 53, 54, 55, 62, 66…
HPV e carcinoma della cervice • Prevalenza del 97%-99.7% di DNA di HPV nei carcinomi della cervice (in PCR) • I carcinomi della cervice correlati ad HPV sono associati: • il 53% al 16 • il 15% al 18 • il 9% al 45 • il 6% al 31 e • il 3% al 33
Lesioni ano-genitali da HPV • Condilomi acuminati e piani a livello dei genitali maschili (pene, scroto) e femminili (cervice uterina, vagina, vulva) e in regione perianale [HPV 6, 11, 16, 18, ecc.] • Carcinomi cervicali, vulvari, anali e del pene (e lesioni intraepiteliali squamose [SIL] che li precedono) [HPV 16, 18, 31, 33, 39, 45, 52, 58, ecc.]
Prevalenza delle infezioni genitali da HPV Infezione a trasmissione sessuale più frequente nell’uomo (50% della popolazione attiva sessualmente è stata infettata da HPV) •Correlata al numero e alla frequenza dei partner •Correlata all’età (massima tra i 15 e i 25 anni) •Correlata allo stato immunitario (maggiore in pazienti HIV positivi, in donne in gravidanza) •Correlata alle abitudini di vita (fumo, alimentazione, contraccettivi orali)
Cofattori della progressione tumorale • Fattori genetici (anormalità di struttura o numeriche dei cromosomi, riarrangiamenti o sovraespressione di oncogeni cellulari) • Antigeni HLA (associazione HLA-cl.IID con carcinoma della cervice) • Immunodepressione (infezione da HIV) • Coinfezioni con altri virus o microrganismi (HSV-2, Clamidia) • Numero dei parti • Fumo • Contraccettivi orali • Fattori ormonali • Dieta (assenza di carotenoidi, vitamina C)
Neoplasia cervicale: progressione della malattia L’infezione persistente ha un ruolo importante per lo sviluppo della neoplasia cervicale.
Neoplasia cervicale: progressione della malattia 3-6 mesi 4-5 anni Dopo 30 anni Epitelio Normale Infezione HPV CIN1 CIN2 CIN3 Carcinoma Coilocitosi ASCUS / LSIL HSIL Screening Trattamento ASCUS: cellule squamose atipiche di significato non determinato SIL = Lesione Intraepiteliale Squamosa (Low/High) CIN: Cervical Intraepithelial Neoplasia
Persistenza dell’infezione HPV • In circa dell’1% dei casi il virus tende a persistere. • L’infezione attiva riemerge dalla latenza durante una immunodeficenza associata a: • gravidanza • radiazioni solari • stress emozionale • stress fisico • HIV • chemioterapia antitumorale
Diagnosi • Sierologica: poco affidabile poiché solo una bassa percentuale di pazienti sviluppa anticorpi durante l’infezione (non viene effettuata!) • Verruca: al microscopio si osserva il caratteristico aspetto istologico che consiste in una iperplasia delle cellule spinose e in un eccesso di produzione di cheratina. • Pap test: presenza di cellule epiteliali squamose coilocitiche (citoplasma vacuolizzato) che sono arrotondate e a gruppi. • Colposcopia: acido acetico al 4% (la papula diventa bianca) • Sequenza diagnostica: Pap test colposcopia PCR
Diagnosi: Pap Smears • i cambiamenti citologici associati con infezione HPV rappresentano le basi dello screening con gli strisci del Papanicolau. • il prelievo delle cellule dalla cervice e l’esame morfologico di esse per identificare segni di malignità. • la diagnosi con il Pap-test permette di osservare ASCUS durante lo screening cervicale. • questa diagnosi è un indicatore dell’anormalità cellulare ma non è sufficiente per una diagnosi definitiva di una lesione intraepitelaile squamosa. • a donne che hanno queste anormalità si consiglia una biopsia colposcopica.
Diagnosi microbiologica di infezione: tests molecolari esistono diversi sistemi basati sulla PCR per evidenziare genoma di HPV in campioni biologici (in tamponi cervicali e campioni istologici)
Treatments for “high risk” HPV Dopo colposcopia • LEEP (loop electrosurgical excision procedure: procedura di escissione con elettrocauterizzazione) • In alternativa metodi chimici (podofillina dal 10-25%) • Laser • Crioterapia chirurgica • Chirurgia generale • Stimolatori della risposta innata o infiammatoria quali: IFN o l’imiquimod (Aldara), Cidofovir • Profilassi: vaccini (Gardasil)
Vaccini SOURCE: Merck and GSK. Science Magazine, Vol. 308, Issue 5722, pages 618-621 , 29 April 2005
Proprietà delle proteine del capside del virus HPV L1 Capside La proteina L1 può naturale: L1+L2 +DNA autoassemblarsi in particelle virus-simili (VLPs) che sono antigenicamente identiche ai Capside costituito virioni. solo da L1 GSK: il vaccino anti-HPV contiene HPV L1 virus-like particles (VLPs) • non-infettante Proteina ricombinante L1 • altamente immunogeno
HPV L1 Virus-Like-Particle (VLP) Sintesi del vaccino HPV L1 gene Capside Inside dell’HPV virale vuoto DNA HPV (VLP) Induce una risposta immune dell’ospite Trascrizione L1 gene inserito Proteine del mRNA capside nel plasmide Traduzione Cellula eucariotica
immunità aspecifica Vaccini Preventivi per prevenire l’acquisizione di Infezione Immunità HPV umorale L1 Assemblaggio dei virus E4 Vaccini Terapeutici Replica del per lesioni da DNA virale Immunità Papilloma Virus già E1, E2, E5, E6, E7 cellulo- presenti Entrata del virione mediata
Vaccini Preventivi • La protezione conferita dai vaccini è tipo- specifica e specie-specifica. • Non si conosce la durata della protezione. • Tali vaccini non sono efficaci se somministrati dopo il contatto con il virus. • Devono essere vaccini polivalenti. • Devono essere somministrati prima dell’inizio dell’attività sessuale.
Il vaccino HPV • Approvato per le femmine di età dai 9- 26 anni • 3 dosi a 0, 2, e 6 mesi • Minimi intervalli: – 4 settimane tra la prima e la seconda dose – 12 settimane tra la seconda e la terza dose.
Vaccini Terapeutici Sono allo studio anche vaccini in grado di stimolare la risposta immunitaria nei confronti delle oncoproteine virali con lo scopo di indurre l’eliminazione dei virus in replicazione o di eradicare tumori indotti dall'HPV. Studi su animali hanno fornito dati sull'efficacia dell'utilizzo di proteine virali (E2, E6 ed E7) come vaccini immunoterapeutici per verruche e tumori associati ai papillomavirus.
Vaccini terapeutici • Recenti studi hanno mostrato il possibile uso di cellule dendritiche caricate con HPV E7 come “vaccino” in grado di stimolare una risposta immunitaria citotossica (CTL, NK) contro le cellule del cancro della cervice.
Polyomaviridae I polyomavirus umani (virus BK, JC) sono ubiquitari, non causano malattia. Sono virus che hanno il diametro di 45 nm (5.000 paia di basi). I genomi dei virus BK e JC e SV40 sono strettamente correlati e suddivisibili in regioni precoci,tardive e non codificanti. La regione precoce di un filamento codifica le proteine non strutturali T (trasformazione) T grande e T piccolo La regione tardiva che codifica per 3 proteine del capside virale (VP1,VP2,VP3). La regione non codificante comprende l’ORI di replicazione e le sequenze di controllo della trascrizione sia dei geni precoci che tardivi.
Polyomavirus genome
Replica dei Polyomavirus Stadi del ciclo di replica virale: a) Attacco del virione sulla cellula b) Entrata per endocitosi; c) Denudamento; d) Trasporto nel nucleo della cellula ospite e) Trascrizione e formazione di mRNA precoci f) Traduzione delle proteine precoci (antigene T) g) Replica del DNA virale h) Trascrizione degli mRNA tardivi i) Traduzione delle proteine tardive (proteine del capside) l) Assemblaggio della progenie virale con le proteine strutturali nel nucleo; m) Entrata dei virioni nelle vescicole citoplasmatiche; n) Rilascio dei virioni per fusione delle vescicole con la membrana cellulare; o) Rilascio dei virioni.
Patogenesi dei Polyomavirus
Epidemiologia • Le infezioni da Poliomavirus sono frequenti e la maggior parte della popolazione viene infettata sia dal virus BK che dal JC entro i 15 anni di età. La trasmissione avviene per via respiratoria. • Le infezioni latenti possono essere riattivate in immunodepressi, quali malati di AIDS, trapiantati, o donne in gravidanza. • Il 10 % dei pazienti con AIDS sviluppa PML, letale nel 90% dei casi.
Clinica L’infezione primaria è asintomatica. I virus BK e JC sono riattivati in pazienti immunocompromessi come dimostrato dalla presenza del virus nelle urine nel 40% di questi pazienti. I virus sono riattivati anche durante la gravidanza, ma non sono stati riscontrati effetti sul feto. Sembra che il virus BK sia associato alla stenosi ureterale osservata nei trapiantati di midollo osseo. La leucoencefalopatia multifocale progressiva (PML) è una malattia demielinizzante subacuta causata dl virus JC che si manifesta nei soggetti ID. La PML si manifesta con sintomi neurologici come la parola, la vista, la coordinazione, le facoltà mentali, paralisi degli arti ed infine la morte. La morte si ha nel giro di 2 anni.
Diagnosi di Laboratorio • La PML viene diagnosticata tramite la PCR nel liquor e con la dimostrazione di lesioni mediante risonanza magnetica oppure la TAC. L’esame istologico di tessuto cerebrale mostra focolai di demielinizzazione circondati da oligodendrociti con inclusioni adiacenti alle aree di demielinizzazione. • Lesioni nella sostanza bianca. • La risposta infiammatoria è minima. • Il JC può essere identificato in campioni di urine, liquor o materiale bioptico mediante IFI, PCR, • Esame citologico delle urine rilevano la presenza dei virus BK e JC con l’osservazione di cellule ingrandite con inclusioni intranucleari basofile.
Terapia profilassi e controllo • Nessuna terapia • Difficoltà nella prevenzione
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