Silvano Fuso PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI E FENOMENI (APPARENTEMENTE) MISTERIOSI

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Silvano Fuso PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI E FENOMENI (APPARENTEMENTE) MISTERIOSI
PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI
 E FENOMENI (APPARENTEMENTE)
           MISTERIOSI

                Silvano Fuso
Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Primo Levi”,
                   Ronco Scrivia (GE)
Silvano Fuso PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI E FENOMENI (APPARENTEMENTE) MISTERIOSI
Un grosso problema didattico

Il principale problema che ogni insegnante deve
affrontare è quello di “accendere l’attenzione”
degli studenti.
Una volta catturato il loro interesse, tutta l’attività
didattica risulta facilitata. Molto spesso l’approccio
didattico tradizionale può annoiare i ragazzi e la
loro attenzione svanisce quindi rapidamente.
Silvano Fuso PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI E FENOMENI (APPARENTEMENTE) MISTERIOSI
Una possibile strategia

Presentare ai ragazzi “fenomeni strani” che
contrastino le loro aspettative e che possano
apparire misteriosi suscita immediatamente la
curiosità dei ragazzi.
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Una possibile strategia

Questo       può    essere     utilmente    sfruttato
dall’insegnante per trasmettere contenuti scientifici
e, soprattutto, per far comprendere ai ragazzi come
l’approccio scientifico e razionale possa consentire
di     interpretare    fenomeni     apparentemente
inspiegabili.
Lo sviluppo del senso critico e di una mentalità
razionale dovrebbe infatti essere parte integrante
dell’insegnamento scientifico.
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I fluidi non newtoniani
I fluidi non newtoniani presentano una
 viscosità dipendente dalla forza di taglio cui
 sono sottoposti.
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I fluidi non newtoniani
  Le proprietà reologiche del fluido (ovvero il suo
  comportamento allo scorrimento in funzione delle
  sollecitazioni applicate) consentono di classificare i fluidi
  in diverse categorie. In particolare, viene considerata la
  dipendenza della velocità di deformazione dalla forza di
  taglio applicata.

• Se tale dipendenza è lineare, il fluido viene detto
  newtoniamo. Se essa è non lineare, il fluido viene detto
  non newtoniamo.

• Se la viscosità diminuisce nel tempo in funzione della
  forza applicata, il fluido viene detto tissotropico. Se invece
  aumenta nel tempo, il fluido si dice reopectico o anti-
  tissotropico.
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La tissotropia e i presunti miracoli ematici
La tissotropia (o tixotropia) è una
proprietà di alcuni fluidi non
newtoniani. I fluidi che presentano
questa proprietà, se vengono
sottoposti       a      sollecitazioni
meccaniche, aumentano la loro
fluidità e, in certi casi, possono
passare da uno stato pastoso,
quasi solido, allo stato liquido.
Essi sono infatti soggetti alle cosiddette trasformazioni sol-gel. I
sol e i gel sono entrambi dispersioni di minuscole particelle
solide in un liquido. Il sol ha una consistenza fluida, analoga a
quella di una vera soluzione. Il gel invece presenta una
consistenza gelatinosa.
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La tissotropia e i presunti miracoli ematici

Il fenomeno della tissotropia, alcuni anni
fa, è stato tirato in ballo da alcuni
ricercatori per spiegare un fenomeno
che molti fedeli ritengono miracoloso: la
liquefazione periodica del sangue di S.
Gennaro.
Secondo la tradizione S. Gennaro, vescovo di Benevento, sarebbe
un martire cristiano, ucciso nel 305 d.C. Tre volte l’anno, il primo
sabato di maggio, il 19 settembre (anniversario del martirio del
santo) e il 19 dicembre (anniversario dell’eruzione del Vesuvio del
1631), l’arcivescovo di Napoli officia una solenne cerimonia durante
la quale si verificherebbe l’evento prodigioso. Mostrando la teca ai
fedeli, il sangue rappreso lentamente si liquefa all’interno
dell’ampolla.
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La tissotropia e i presunti miracoli ematici
Di fronte all’impossibilità di un’analisi diretta della reliquia, non resta che affidarsi a
ipotesi interpretative e cercare, eventualmente, di riprodurre una sostanza che si
comporti come il presunto sangue miracoloso. È quanto è stato fatto da tre
ricercatori del CICAP che hanno pubblicato i risultati della loro ricerca
sull’autorevole rivista scientifica Nature. Gli autori ipotizzano che alla base del
presunto miracolo possa esserci proprio il fenomeno della tissotropia.

I tre ricercatori sono riusciti a riprodurre, con
tecniche molto semplici, una sostanza che
come aspetto, colore e comportamento
riproduce esattamente il sangue di S. Gennaro.
Durante la funzione officiata dall’arcivescovo di
Napoli, la teca viene ripetutamente manipolata
con diversi capovolgimenti, finalizzati a
controllare la liquefazione del sangue. Queste
sollecitazioni meccaniche indurrebbero la
fluidificazione del contenuto, esattamente come
succede per la sostanza prodotta in laboratorio
dai tre ricercatori del CICAP.
Silvano Fuso PROPRIETÀ INSOLITE DEI MATERIALI E FENOMENI (APPARENTEMENTE) MISTERIOSI
La tissotropia e i presunti miracoli ematici

In un qualunque laboratorio
scolastico    è   piuttosto
semplice preparare una
sostanza tissotropica, di
sicuro effetto, che si
comporta come la reliquia
di S. Gennaro.

Il materiale occorrente è il seguente: cloruro ferrico
esaidrato (FeCl3.6H2O), carbonato di calcio (CaCO3),
cloruro di sodio (NaCl), acqua distillata e un tubo da
dialisi.
La reopessia
Il fenomeno opposto alla tissotropia viene chiamato
 reopessia. In questo caso il fluido tende a diventare più
 viscoso se sottoposto a forze di taglio.
L’esempio più noto è costituito
dalle sabbie mobili.
Lo sfortunato che finisce dentro
alle        sabbie         mobili,
istintivamente si agita. Le forze
di taglio che in tal modo esercita
rendono più viscosa la miscela
acqua e sabbia e questo
determina un effetto di risucchio
che lo imprigiona, impedendogli
di uscire.
La reopessia
Un fluido reopectico
può          essere
facilmente
realizzato in casa
miscelando      con
acqua l’amido di
mais (maizena).
Con tale sostanza è addirittura possibile riempire una
vasca e realizzare un esperimento piuttosto
appariscente. Se si cammina velocemente, si può
attraversare la vasca senza affondare. Ma basta
fermarsi un attimo per sprofondare nella bianca e
molliccia sostanza!
La reopessia
La reopessia
In alternativa, utilizzando quantità modeste di miscela reopectica,
si possono fare i seguenti esperimenti.
Se si dà un pugno sulla superficie della miscela, la mano non
riuscirà a penetrare.

 Penetrerà invece se si preme la mano lentamente. A questo punto
 si provi a estrarla velocemente: la mano verrà trattenuta.
La reopessia
Si riempia un sacchetto dei surgelati per circa ¾ con la miscela e si
immerga in essa un uovo crudo. Lasciando cadere il tutto da una
certa altezza, l’uovo non si romperà.
Conclusioni
La proposta didattica sopra presentata può essere
realizzata, con l’impiego di materiali modesti, presso
qualsiasi laboratorio scolastico. Essa si propone vari
scopi:

 1) Attirare la curiosità degli studenti e accendere la
loro attenzione.
 2) Mostrare alcune insolite proprietà (spesso poco
conosciute) che i materiali possono presentare.
 3) Far comprendere come l’approccio scientifico possa
consentire       l’interpretazione     di       fenomeni
apparentemente misteriosi.
4) Sviluppare il senso critico e far capire l’importanza
di un approccio razionale.
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE!
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