IL SUOLO E LA SUA DEGRADAZIONE - Prof.ssa Vignola Maria Carmela - ITI Medi

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IL SUOLO E LA SUA DEGRADAZIONE - Prof.ssa Vignola Maria Carmela - ITI Medi
IL SUOLO E LA SUA
  DEGRADAZIONE
   Prof.ssa Vignola Maria Carmela
IL SUOLO E LA SUA DEGRADAZIONE - Prof.ssa Vignola Maria Carmela - ITI Medi
IL SUOLO
Il suolo rappresenta lo strato superficiale della crosta
terrestre, derivante dall'alterazione di un substrato roccioso,
chiamato roccia madre, per azione chimica, fisica e biologica
esercitata dagli agenti superficiali e dagli organismi presenti
in o su di esso.
E’ composto da una parte solida (componente organica e
componente minerale), una liquida e una gassosa.
Durante la sua evoluzione, il suolo differenzia lungo il suo
profilo una serie di orizzonti. I più comuni orizzonti
identificabili, ad esempio, sono un orizzonte superficiale
organico, un sottostante orizzonte di eluviazione, e il
successivo orizzonte di illuviazione.
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DEGRADAZIONE DEI SUOLI
Per degradazione dei suoli si intendono i processi
degenerativi che portano alla scomparsa di un suolo o alla
sua perdita di capacità di fungere da substrato per le
comunità biologiche che normalmente vi si sviluppano. La
degradazione dei suoli è generalmente accostata a errati
utilizzi da parte dell'uomo anche se esistono casi di
degradazione anche in condizioni perfettamente naturali.
Le modalità di degradazione dei suoli possono ricondursi ai
seguenti fenomeni:
•Erosione
•Salinizzazione
•Desertificazione
•Inquinamento
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EROSIONE: processo chimico-
fisico operato da acque e venti.
Riduce la capacità produttiva dei
terreni e quindi la qualità dei
raccolti. E’ accelerato da alcune
attività dell’uomo ( agricoltura ed
allevamento intensivi, deforestazione
ecc.).

SALINIZZAZIONE: fenomeno che
interessa le terre aride e consiste
nell’accumulo di quantità eccessive
di sali minerali che rendono il suolo
sterile. Si verifica nei terreni irrigati
senza adeguato sistema di
drenaggio.
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DESERTIFICAZIONE
Fenomeno riguardante le zone aride, semiaride e subumide,
risultante da vari fattori, inclusi i mutamenti climatici e le
attività umane. Le cause possono essere:
- eccessivo sfruttamento delle aree a pascolo e delle
adiacenti aree agricole con conseguente scomparsa della
copertura erbacea;
- sovraccarico d’acqua che nelle zone umide provoca
innalzamento della falda acquifera che danneggia così le
radici delle piante, mentre in quelle aride provoca
salinizzazione;
- disboscamento: lascia il terreno privo della protezione
della vegetazione e quindi riduce la capacità di ritenzione
dell’acqua del suolo favorendo l’erosione.
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Carta del rischio di desertificazione
L’INQUINAMENTO DEL SUOLO

Un suolo è inquinato se si altera l’equilibrio fra le
sostanze che lo costituiscono o se si introducono
sostanze estranee alla sua composizione naturale.
L’inquinamento del suolo è uno dei più evidenti e tangibili.
Tra le sue cause troviamo:
- rifiuti non biodegradabili
- acque di scarico
- sostanze impiegate in agricoltura
- metalli pesanti e diossine
EFFETTI E DANNI PROVOCATI DAGLI INQUINANTI

Gli inquinanti alterano la composizione chimico-fisica dei terreni, ne
accelerano l’erosione ed entrano nella catena alimentare per arrivare
fino all’uomo provocando seri problemi di salute (sia i metalli pesanti
che le diossine, ad esempio, sono sostanze cancerogene). Con le
piogge gli inquinanti possono essere trasportati verso i corsi d’acqua o
addirittura raggiungere le falde acquifere che forniscono acqua potabile
per l’uomo, gli animali e le piante.
Essi alterano anche:
- l’equilibrio degli ecosistemi a cominciare dai microrganismi che
costituiscono il primo gradino della piramide alimentare,
bioaccumulandosi nei tessuti dove sono praticamente impossibili da
eliminare.
- il metabolismo delle piante, incidendo negativamente anche sulle
produzioni agricole.
INQUINAMENTO DA SOSTANZE USATE IN
                    AGRICOLTURA

L'inquinamento di origine agricola è causato dall'immissione nei corsi d'acqua e
nel terreno degli scoli dei campi contenenti fertilizzanti chimici (ricchi di fosfati
e nitrati) e fitofarmaci (insetticidi, anticrittogamici e diserbanti).
Lo scarico dei fertilizzanti chimici in fiumi, laghi e mari va ad aumentare il
fenomeno dell'eutrofizzazione.
Più grave è l'immissione dei fitofarmaci che non agiscono selettivamente solo
sugli organismi nocivi, ma si accumulano lungo la cosiddetta catena alimentare.
Essi infatti, essendo tossici e poco biodegradabili, si depositano contaminando
il suolo, l’aria e le acque superficiali e sotterranee.

                             L’uso smoderato di insetticidi, soprattutto DDT, negli
                             anni successivi alla seconda guerra mondiale ha
                             creato serie conseguenze per l’ambiente. Esso infatti
                             ha contaminato persino le regioni polari. Sue tracce si
                             sono ritrovate addirittura anche nel latte materno.
In questi ultimi anni si sono manifestati anche numerosi
episodi di inquinamento di falde acquifere, ad opera di
diserbanti, che hanno interessato il rifornimento idrico di
numerose città italiane.
- E’ chiaro pertanto che i fitofarmaci devono essere impiegati
solo quando strettamente necessario per minimizzare i rischi a
carico dell’ambiente e della salute umana.
- E’ inoltre necessario adottare le dovute precauzioni sia per
lo smaltimento della miscela che rimane inutilizzata al termine
del trattamento, sia per la raccolta e lo smaltimento dei
contenitori vuoti di tali prodotti.
COME PREVENIRE E LIMITARE
           L’INQUINAMENTO DEL SUOLO?
Nel cercare di prevenire, limitare e riparare i danni apportati
Occorre:
- organizzare una gestione severa e corretta dei rifiuti
mediante la raccolta differenziata per il riciclaggio, recupero e
riutilizzo dei materiali e la lotta contro il fenomeno delle
discariche abusive;
- effettuare bonifiche dei suoli;
- provvedere al rimboschimento per la diffusione di aree verdi;
ma soprattutto
- adottare uno stile di vita adeguato e rispettoso per
l’ambiente.
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