Sebastiani la passione eroica in trincea - Mon graFie - Associazione Nazionale Vigili del Fuoco
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Supplemento online Mon grafie della rivista il Vigile del Fuoco sebastiani la passione eroica in trincea A cura del Settore Memoria Storica Anvvf Testi di Enrico Marchionne Foto di Sebastiani di Franco Cerroni
Vincenzo Sebastiani vincenzo sebastiani Storia di un eroe tra realtà e leggenda L a figura storica dell’ingegnere Vincenzo Se- bastiani è considerata la più importante tra tutti i Vigili del Fuoco del Comando di Roma e l’intitolazione a lui della Caserma Centra- le di Via Genova ne è una chiara conferma. Vincenzo nasce a Roma il 26 ottobre 1885, da Ettore e Gaetana Manari. è un bambino molto vivace che i genitori debbono te- nere sempre sotto controllo perché rischia continua- mente di sparire dalla loro vista con grande perico- A destra, la cerimonia dell’apposizione della lapide lo per la sua incolumità. in ricordo di Vincenzo Sebastiani all’interno della Oggi sarebbe giustamente considerato un ragazzino sede del Comando di Roma a Via Genova, 1923 terribile e iperattivo che arriverà, da studente uni- versitario, a riversare la sua vitalità in alcune attivi- tà sportive; come abilissimo nuotatore della Socie- Nel 1906 Vincenzo riceve in dono un paio di ski che Il 18 agosto 1910, il gruppo di amici sale la Grivola, tima annotazione, del 7 agosto 1910, annuncia l’in- tà Romana di nuoto si cimenta nel Tevere in svariate gli consentono di sviluppare lo sport alpino sulle sulle Alpi, lungo la parete est e rinviene un coltello tenzione di assalto alla Grivola. Durante la discesa i gare invernali. Lo appassiona anche il ciclismo che montagne innevate dell’Abruzzo. Diventa dunque da montagna uguale al modello usato dagli studenti tre amici trovano anche il sacco da montagna di En- lo vede, come socio dell’Audax, vincere una gara di un bravissimo sciatore (o skiatore, come si diceva della Stazione Universitaria del SUCAI: alcuni gior- rico Segato, completo di tutto il suo equipaggiamen- 400 km, nonchè il motociclismo che gli consente di allora quando gli sci erano ancora chiamati ski) e si ni prima in quel posto avevano trovato la morte i figli to e restituiscono tutti gli oggetti ritrovati ai famiglia- viaggiare e scoprire luoghi molto istruttivi. iscrive al Club Alpino Italiano di cui diventa Consi- del generale Segato, precipitando dalla vetta. ri dei giovani defunti. Ma la vera passione, che gli si rivela nella sua pienez- gliere. Non solo, quando viene istituito il SUCAI, un Nelle vicinanze, il gruppo ritrova anche due ram- za, è la montagna, capace di affascinarlo con i suoi bianchi scenari sterminati e con i suoi silenzi solen- ni rotti solo dal sibilare del vento. organismo universitario aggregato al Club Alpino, il suo impegno è tale da essere nominato Primo De- legato in Roma. poni e un fazzoletto con le iniziali di Enrico Segato e decide, quindi, di ripercorrere in salita, con gran- de rischio, la parete del canalone dal quale presumi- N el 1910 consegue la Laurea in Ingegneria Civile presso la Regia Scuola di Applicazione di Roma e, successivamente, presta servizio militare nel Ge- Sovente soleva dire che «sulle alte cime dei mon- Vincenzo compie le sue escursioni in montagna ge- bilmente i ragazzi erano precipitati. La loro impresa nio dove collabora con il suo Comandante, Colonnel- ti i pensieri diventano più puri, più spirituali». è un neralmente senza utilizzare guide, insieme a due viene coronata da un successo insperato, perché ri- lo Borgatti, ad allestire a Castel Sant’Angelo, a Ro- pensiero profondo che in quei posti lo fa sentire più amici universitari appassionati quanto lui, Enrico trovano, nei pressi della vetta, il diario delle ascen- ma, la mostra retrospettiva dell’Esposizione del 1911. vicino a Dio. Robutti di Torino ed Erminio Piantanida di Novara. sioni eseguite dai Segato fin dal 1907, nel quale l’ul- Si distingue professionalmente nella costruzione 2 3
Vincenzo Sebastiani dell’acquedotto di Amatrice, della centrale elettri- ca di Leonessa e del suo risanamento igienico, non- ché della costruzione di alcuni fabbricati in cemen- to armato in Roma e altro ancora. I pompieri di Roma rimangono subito I suoi impegni professionali, però, non gli impe- discono di dedicarsi alla sua amata montagna in Abruzzo dove si cimenta a Cappadocia in gare ago- affascinati dalla sua nistiche indette in occasione del Congresso delle So- cietà Abruzzesi e a Roccaraso in quelle promosse personalità e coraggio dallo Ski-Club. Eccelle nelle gare di velocità e di salto e, divenuto molto noto nell’ambiente, nel 1913 fonda il Gruppo Romano Skiatori, con sede a Ovindoli, divenendone il Vicepresidente. Quello stesso anno riesce a ban- dire delle gare per skiatori ottenendo dal Ministero della Guerra che vi partecipasse- ro anche gli Alpini. L’ingegner Giacomo Olivieri, del Corpo dei Vigili di Roma, è tra i primi a intuire le grandi doti di coraggio, intelligenza, forza d’a- nimo e attivismo di Vincenzo e a pensare di poterlo annoverare tra i suoi collaboratori. Nel 1912 gli propone dunque di partecipare a un concorso che, esteso al posto di Sottocomandan- te, gli dà la possibilità di ricoprire quel ruolo presso il Corpo di Roma fin dal 5 agosto del 1914. Super- fluo raccontare il grande entusia- bito affascinati dalla sua personalità e coraggio e te, cornicioni e altro che altri- Sopra, il manuale smo con il quale Vincenzo acco- ammirati dalla facilità con la quale Vincenzo riesce, menti era impossibile avvici- della scala glie tali proposte, che gli avrebbe- anche grazie alla sua notevole forza fisica, a condur- nare senza adeguati e costosi romana di Ettore ro consentito di valorizzare ulte- re con naturalezza ed eleganza le manovre pompie- ponteggi. De Magistriis, 1895 riormente le sue doti di generosità ristiche più complesse, come, ad esempio, quelle ine- Con l’istituzione dei Corpi di e altruismo già grandi in quel mo- renti la “Scala Romana”. civici pompieri, molti dei “fe- mento. Questa attrezzatura è infatti ritenuta particolare per- staroli”, procedettero a intro- I Pompieri di Roma rimangono su- ché il suo uso è molto pericoloso e degno di pompieri durre questa scala come stru- dotati di grande ardimento e coraggio: sembra fatta mento utile per gli interventi proprio per le doti di Vincenzo. più difficili. Fu l’ingegnere Ettore De Magistris, Sot- Quando tutti i pezzi di scala sono montati si può arri- tocomandante di Roma, a redigere un manuale di Scala romana vare fino a 30 metri di altezza, ma può essere monta- uso della scala nel 1895. degli anni ta anche in forma ridotta, fino a 20 metri di altezza.. ‘20-’30 di altezza complessiva di 20 metri, donata L a scala romana viene da lontano, dal XVIII secolo, e fu creata dai “festaroli” della Basilica Vaticana N el 1913 anche Giacomo Olivieri e Giuseppe Fuc- ci scrivono un testo più aggiornato sulla scala romana, che così recita nelle premesse: all’ANVVF che necessitavano di uno strumento che permettes- «Che anzi, quando si accennò a mosse acrobatiche, dai figli di Rosato se loro di mettere in opera tendaggi, arazzi e simili appunto perché rapide, non si fa invero esatti; giac- Coccetta, Massimo spesso posizionati ad altezze pericolose e scomode. chè l’acrobata, per chi ben l’osservi, non agisce rapi- e Giuliano, Infatti, utilizzando nel modo opportuno i controven- do durante tutto il suo esercizio ginnastico, e l’esito il 4 dicembre 2015 ti della scala si poteva raggiungere pareti affresca- di un determinato movimento, affrettato nel suo mo- 4 5
Vincenzo Sebastiani mento risolutivo, che unicamente colpisce lo spetta- venne uno dei mezzi più idonei per essere applicati teri diversi, per giudicare della perizia di coloro che Si tratta di uno dei più violenti Sopra, alcune tore, è il risultato di una lenta preparazione del mo- alle urgenti e varie necessità che si riscontrano negli vorranno cimentarsi in queste gare, che sono da rite- terremoti della storia d’Italia: illustrazioni sull’uso vimento stesso, cui presiede in ogni attimo la ricer- incendi: come l’operare difficili salvataggi in luoghi nersi tra le più eccellenti per il fine nobilissimo che colpisce tutta la Marsica in- della scala romana ca di un perfetto equilibrio e di una gelosa conserva- anche angusti, il raggiungere altezze diversamen- si propongono». teressando anche il Lazio e le dal Manuale zione della stabilità. te inaccessibili etc..; comprenderanno altresì come, Marche. Viene avvertito dalla di Fucci-Olivieri, È questo il segreto della perfetta riuscita della mano- vra della scala, la quale, così praticata, è una tradizio- per la responsabilità che incombe ai Capi, si dovette- ro studiare e disciplinare quelle norme, che pur non togliendo a dette manovre uno speciale carattere di P urtroppo, il progresso ha messo da parte questa attrezzatura, superata da mezzi più moderni e funzionali, ma resta intatto il suo fascino a tal punto Pianura Padana fino alla Cam- 1913 pania e danneggia alcuni pa- lazzi a Roma. ne del Corpo dei Vigili di Roma, trasnmessa da coloro, ardimento, rimuovessero tuttavia la preoccupazione che il suo utilizzo viene fatto in occasioni ufficiali do- La sua intensità è dell’XI gra- che per primi la idearono. Di essi parla Mastro Nico- del pericolo, sia adottando scale robuste, ma pur sem- ve si rievoca la tecnica del suo uso che mette in evi- do della scala Mercalli e magnitudo 7 con epicen- la Zabaglia nel suo libro-Castelli e Ponti (Roma 1743) pre maneggevoli, sia istruendo razionalmente e pa- denza coraggio e sprezzo del pericolo doti che Vin- tro nel Fucino. quando dice:- ed è veramente straordinaria l’inven- zientemente coloro che dovevano usarle. cenzo non mancava di mettere in evidenza in ogni Causa 30.519 vittime di cui 10.700 nella sola Avezza- zione ritrovata dai festaroli di allungare la scala con occasione. no che contava 13.000 abitanti. sovrapporre uno o più pezzi al piede e di scortarla con Tali norme noi intendiamo esporre con qualche am- La distruzione di Avezzano è totale e cancella im- levarne gli aggiunti, e di lavorare da essa arditamen- piezza e con il sussidio di ben appropriate illustrazio- IL TERREMOTO DELLA MARSICA portanti elementi rappresentativi della sua storia e te in positure scomode e pericolose, per fare con fran- ni e siamo certi che esse riusciranno assai gradite ed I nuovi incarichi, molto impegnativi, hanno come della sua cultura, come il castello Orsini-Colonna, il chezza e sollecitudine qualunque sontuoso apparato- utili principalmente a coloro che ci sono colleghi nel- conseguenza naturale il diradarsi delle escursioni teatro Ruggeri, la Collegiata di San Bartolomeo, Pa- la lotta contro il fuoco. di Vincenzo in montagna che lo vede, tuttavia, pre- lazzo Torlonia, il Convitto e molti altri. Coloro i quali sanno che i primi Pompieri romani fu- sente a ogni piccola occasione, soprattutto in quel di rono in gran parte paratori o festaroli, comprende- ranno senz’altro come la scala alla festarola o”Scala Romana” (che così deve storicamente chiamarsi) di- Correggendo il loro giudizio, apprezzeranno l’inesti- mabile utilità della Scala Romana e questa continue- rà a figurare nei concorsi pompieristici ma con cri- Leonessa. Ed è proprio a Leonessa che lo coglie il ter- remoto del 13 gennaio del 1915 che distrugge Avez- zano e molti paesi della Marsica. E normi distruzioni subiscono tutti i centri della Marsica con grande numero di vittime; a Pesci- na, tra i pochi superstiti c’è quello che diventerà un 6 7
Vincenzo Sebastiani Alcune immagini della distruzione ad Avezzano (Foto By E. Navarrone & Co-Scribner’s Magazine) A sinistra, ciò che resta del Forte Orsini -Colonna (Foto By E. Navarrone & Co-Scribner’s Magazine) giorno Ignazio Silone che così parlerà dell’immane Comandante Olivieri e le altre squadre del Coman- e Luigi, riceve l’ordine di apprestare un parco aero- mata, successivamente estesa a tutte e 9 le Armate. tragedia: do ad Avezzano, con sua grande soddisfazione e or- statico in zona di guerra. Nel mese di novembre le Sezioni sono tutte operati- «In una contrada come la nostra, in cui tante ingiusti- goglio. Ripeteva, infatti, molto compiaciuto che l’es- ve e vengono chiamate “Sezioni Zappatori Pompie- zie rimanevano impunite, la frequenza dei terremoti sere diventato un esperto skiatore era stato determi- I POMPIERI MILITARI ri d’Armata”. appariva un fatto talmente plausibile da non richie- nante, una prima volta nella tragedia della Grivola Con l’entrata in guerra, la concentrazione di grandi Presso la 2 Armata è istituita la 2a Sezione al coman- dere ulteriori spiegazioni… Nel terremoto la natura e, una seconda volta, nel raggiungere ad Avezzano masse di soldati, di vettovagliamenti, di mezzi e ar- do del Cap. Silvestro Dragotti dei Pompieri di Napo- realizzava quello che la legge a parole prometteva e i suoi pompieri. mamenti viene a creare un grande problema di sicu- li formata da Corpi Civici di Civitavecchia, Messina, nei fatti non manteneva: l’uguaglianza». è inutile dire che anche in occasione di quel terre- rezza in caso di incendio. Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Roma. I soccorsi, non essendo stata compresa la gravità moto, Vincenzo ha modo di mettere in evidenza il Senza contare che i bombardamenti degli Austria- dell’evento, partono in ritardo la sera del 13. suo valore e il suo coraggio salvando alcune donne. ci provocano notevoli incendi, particolarmente peri- colosi soprattutto se questi ultimi minacciavano de- V incenzo si trova a coadiuvare l’ingegnere Dra- gotti, come ViceComandante, obbedendo agli V incenzo si rende conto della necessità della sua presenza presso il Comando di Roma volendo raggiungere con le squadre di soccorso le zone ter- LO SCOPPIO DELLA GRANDE GUERRA Purtroppo, la Guerra che era scoppiata già nel 1914, si apprestava a travolgere anche l’Italia con tragi- positi di munizioni. L’ingegner Giovanni Calvino del Comando di Mila- no e appartenente alla Federazione Tecnica Italiana ordini, ma in cuor suo sogna sempre di far parte dei reparti degli Alpini Skiatori non essendosi mai sopi- ta la sua grande passione per la montagna. remotate. Il problema che però si presenta, e sembra che conseguenze per tanti italiani e per Vincenzo dei Corpi dei Pompieri Italiani è tra i primi a porre il Dopo la conquista di Gorizia, che permette di acqui- insormontabile, è che si ritrova completamente iso- in particolare. grave problema proponendo l’istituzione di Sezioni sire il materiale di quel Corpo tra cui una autopom- lato a Leonessa senza mezzi di trasporto verso Ro- Il 1 aprile 1915 Vincenzo viene richiamato sotto le ar- di Pompieri Militari presso le Armate dell’Esercito. paserbatoio e tre scale aeree, Vincenzo viene nomi- ma; senza perdersi d’animo, si attrezza con scarpo- mi, come sottotenente di complemento del Genio e Il Colonnello Goldoni, Comandante di Milano, rac- nato Comandante del Distaccamento dei Pompieri ni e ski e sciando lungo le pendici del Monte Termi- viene assegnato ai servizi aereonautici. Ma nell’ot- cogliendo la proposta di Calvino, riesce a ottenere Militari di Gorizia Italiana il 16 agosto 1916. Questo nillo riesce a salire su un treno tra Città Ducale e Ri- tobre del 1915, dopo reiterate richieste di raggiunge- dal Gen. Cadorna, il 3 novembre 1915, l’istituzione incarico lo rende particolarmente soddisfatto per- eti e raggiungere Roma per poi ricongiungersi con il re il fronte, dove già operavano i suoi fratelli Antonio di Sezioni di Pompieri Militari presso la 1,2,3 e 4 Ar- ché ai suoi ordini figurano molti Pompieri romani 8 9
Vincenzo Sebastiani Sebastiani, in piedi, a fianco dell’autovettura, con alcuni dei suoi colleghi In prima linea, soldato e pompiere che lui conosce molto bene e con i quali aveva stabi- vedere alle operazioni di spegnimento di moltissi- LA MORTE Sopra, il tenente lito, sin da Roma, un rapporto di affiatamento e di fi- mi incendi parecchi dei quali sotto il tiro nemico”. Alle 13,30 del 19 agosto 1917 gli Sebastiani. ducia reciproca. Trai suoi Vigili romani c’è anche il Caporale Alberto Austriaci bombardano Gorizia A sinistra, de Jacobis che, da vice brigadiere, verrà ucciso dai e una granata, scoppiata in Via i pompieri L o dimostra, ad esempio, la lettera che scrive al Sergente Arnaldo Cesolari l’8 gennaio 1917, men- tre si trova momentaneamente lontano dalla sua tedeschi il 10 settembre 1943 mentre i Granatieri di Sardegna, con altri militari e cittadini, combatteva- no a Porta San Paolo. Alla sua memoria è intitolata Scuole 3, appicca un incendio del all’opera dopo fabbricato che si propaga con vio- i bombardamenti lenza nei vari vani del palazzo austriaci squadra per assolvere un incarico a Roma: la caserma Ostiense. stesso. a Gorizia «Caro Cesolari, Vincenzo, accorso sul posto insie- due parole in fretta, quanto per dimostrarti che non dimentico nè te né i miei cari soldati della mia squa- dra. Spero che tutto vada bene costì e che tu ti dimo- A Gorizia il lavoro svolto da Vincenzo e dai suoi Pompieri, si è visto, è particolarmente pericolo- so perché il nemico, con scarso onore, concentra il me al suo collega Tenente Daret- ti, predispone i mezzi e gli uomi- ni per estinguere l’incendio, ma una seconda grana- stri essere sempre all’altezza della situazione. fuoco delle sue artiglierie verso i punti della città da ta scoppia nei pressi in quanto gli Austriaci stavano Per mio conto, appena avrò terminato ciò che ho da cui vede elevarsi il fumo degli incendi, colpendo co- prendendo di mira il posto sulla scorta del bagliore fare, e non è poco, sarò di nuovo tra voi. sì i soccorritori e ostacolando il soccorso. delle fiamme. Salutami tutti, anche i valorosi terribili. Per offrire ai suoi un riparo dalle bombe nemiche, Vincenzo, preoccupato dei danni che avrebbe potuto V. Sebastiani». Vincenzo decide di costruire un manufatto in ce- causare questo scoppio, si avventura lungo la strada Cesolari, tra l’altro, è un elemento di grande valore, mento armato detto “fifhaus” (casa della paura), co- per controllare che le tubazioni stese in precedenza decorato di Croce per merito di guerra e promosso sa unica per Gorizia, che si rivelò molto utile ed ef- stessero in ordine, ma, al momento di rientrare nel a Sergente Maggiore per merito di guerra con la se- ficace. Per inciso, esiste un fifhaus anche nei canti- portone del palazzo, lo scoppio di una terza granata guente motivazione: “Capo squadra della 2a Sezio- nati della sede centrale del Comando di Roma, a Via lo colpisce gravemente su un fianco e a un braccio. ne Zappatori Pompieri a Gorizia per oltre un anno ha Genova , che, al termine della guerra, venne adibito Prontamente soccorso, mentre l’ambulanza si accin- dato non poche prove di coraggio e ha dimostrato di ad archivio dove, purtroppo, un allagamento pensò ge a partire, una quarta granata fa crollare il corni- conoscere bene l’impiego della specialità nel prov- a distruggere tutti i documenti storici ivi conservati. cione del palazzo ferendo due Pompieri, mentre Vin- 10 11
Vincenzo Sebastiani IL CORDOGLIO Alcuni documenti estratti dal Giornale “Coraggio e Previdenza” del 1917 cenzo viene protetto dal Tenente Daretti che gli fa Oggi il Corpo Nazionale dei Vi- Il letto di morte scudo con il proprio corpo. gili del Fuoco lo ricorda come un del tenente La ferita al fianco, nonostante l’operazione chirurgi- Eroe, mentre il Comando di Ro- Sebastiani ca cui viene sottoposto, si presenta talmente grave da ma, nell’onorarlo, gli ha intitola- non lasciare speranze: nel pomeriggio del giorno 20, to la più importante caserma della circondato dall’affetto dei fratelli Luigi e Antonio, di provincia, quella della sede centrale a Via Genova. alcuni amici, e alla presenza dei suoi Superiori, Vin- cenzo muore tra grandi sofferenze dopo aver ricevu- to l’estremo conforto religioso. P oco prima della sua morte, il Comandante della Seconda Armata, Generale Cattaneo, lo aveva decorato della Medaglia d’Argento al Valor Militare. M uore da Pompiere e da Soldato, così come lo era stato in vita, umile, nel dare tanto e nel chie- dere nulla. Vincenzo, per volere dei fratelli, viene seppellito nel cimitero di Cormons a Gorizia e, successivamente, l’11 dicembre 1917, si provvede al suo trasferimento, Con Vincenzo si spegne un sogno, il sogno di un uo- dopo il viaggio in treno, dalla stazione Termini al- mo buono che ha dedicato la sua breve vita alle per- la Chiesa della Madonna degli Angeli che vede una sone, ai loro bisogni e al loro soccorso. imponente e commossa partecipazione di tanti ami- Un uomo profondamente spirituale che amava la na- ci e colleghi. Testimonianze di ammirazione tura sentendosi parte di essa e più vicino a Dio quan- do scalava le sue montagne incontaminate. IL RICORDO DI ROMA E DI GORIZIA e di affetto per l’Eroe Caduto Il destino non gli ha concesso di realizzare tutte le co- Nella sede centrale di Via Genova del Comando di se belle che passavano per la sua mente come inge- Roma, nel 1923, viene posta una lapide in memoria gnere, come uomo generoso e come pompiere. di Vincenzo, ancora oggi visibile, a cura del Regio 12 13
Vincenzo Sebastiani Commissario del Comune di Roma. La stessa sede, Il Rifugio come ricordato, è intitolata a Vincenzo. Sebastiani come Il 24 maggio 1925, il Municipio di Gorizia, su un mu- si presenta oggi ro della Caserma dei Pompieri, provvede alla posa in opera di una lapide in memoria di Vincenzo con GORIZIA REDENTA ESALTA CO’ SUOI FIGLI PIU’ ELETTI L’INGEGNERE TENENTE DEL GENIO VINCENZO SEBASTIANI ROMANO DI SANGUE E D’ANIMO CHE LUNGO L’ANNO DEL MARTIRIO INDOMITO COME IL DOVERE DIRESSE I SUOI SOLDATI POMPIERI FINCHE’ PER GRANATA NEMICA A’ 19 AGOSTO 1917 SUBLIMAVA IL VALORE IN SACRIFICIO ATTINGENDO LE ALTEZZE IDEALI DONDE VEGLIANO SU L’ITALIA GLI EROI ra oggi lo ricorda con una bella iniziativa che fu pre- ne di Rocca di Mezzo (AQ). Ci piace pensare che quel XXIV Maggio MCMXXV sa dopo la sua morte. semplice manufatto, a oltre 100 anni dalla morte, sia Infatti, il Club Alpino deciderà di intitolare a Vincen- un modo per Vincenzo di rimanere sempre vicino al- zo un rifugio nel cuore del Gruppo del Velino. le sue montagne che molto amò e che mai ha lasciato. una semplice e commossa cerimonia alla presenza è il padre di Vincenzo che finanzia la sua costruzio- di tutte le Autorità, di amici e colleghi. ne e individua il Colletto di Pezza come luogo più idoneo per la costruzione del rifugio che viene così V incenzo è stato una grande persona di cui mol- to si conosce, ma lo si deve sempre porre vicino A nche una successiva iniziativa che viene realiz- zata in quegli anni dimostra quanto fosse forte il sentimento di ammirazione e di affetto che la fi- che potevano temersi dallo scoppio delle munizio- ni depositate in un autocarro colpito in pieno e in- inaugurato il 22 ottobre del 1922. Il rifugio, del CAI-Sezione di Roma, si trova ad una altezza sul livello del mare di 2102 metri ed è rag- agli uomini che lo hanno accompagnato e di cui, tan- ti, non si conosce il nome. Sono tutte quelle persone che hanno contribuito, gura di Vincenzo aveva suscitato in tutti i Pompie- cendiato da un proiettile”. Gorizia 12 maggio 1917; giungibile da Campo Felice attraverso strade ster- umili e sconosciute, a scrivere la storia di Vincen- ri in Italia. 3. Promosso Capitano a scelta eccezionale: “Promo- rate dopo un percorso di un’ora e 30 circa e un’asce- zo e dell’Italia. La “FONDAZIONE VINCENZO SEBASTIANI” vie- zioni per merito eccezionale (art. 13 Legge 9 giu- sa di 500 metri. A Vincenzo, che li ha rappresentati tutti con il suo ne istituita per l’interessamento dell’ingegner Sil- gno 1913)”; Oggi è gestito dalla Cooperativa Equo Rifugio e fa sacrificio, va il nostro pensiero reverente a suo ono- vestro Dragotti del Comando di Napoli con il nobile 4. Encomio solenne del Ministero della Guerra: “In parte del Parco regionale Sirente-Velino, nel Comu- re e gloria. scopo di portare aiuto alle famiglie dei Pompieri che occasione dello scoppio di un deposito di muni- sono rimasti vittime di infortuni durante il servizio. zioni che danneggiava vicini fabbricati e che mi- Tutto il Capitale della Fondazione verrà utilizzato nacciava altri depositi di foraggi e benzina, di- BIBLIOGRAFIA per tali scopi, contribuendo ad alimentare il ricordo rigeva l’opera di spegnimento sotto il persisten- 1 - Giacomo Olivieri “In memoria di Vincenzo Sebastiani” Estratto dal Giornale Coraggio e Previdenza, di Vincenzo per molti anni. te pericolo”; Monitore tecnico dei Pompieri n. 21-22, 1917 5. Medaglia d’argento al Valor Militare: “Restava 2 - Ing.Giuseppe Fucci-Ing.Giacomo Olivieri “Istruzioni sull’uso della Scala Romana” Monitore tecnico LE DECORAZIONI gravemente ferito mentre con abituale coraggio dei Pompieri-Coraggio e Previdenza-Napoli 1913 1. Medaglia d’argento della Fondazione Carnegie: dirigeva le operazioni di estinzione di un incen- 3 - Estratti dal Giornale Coraggio e previdenza del 1917 “Conferita per i soccorsi prestati a seguito del ter- dio, sul quale insisteva ancora il tiro dell’artiglie- 4 - La Scala Romana dei Pompieri di Spoleto-ANVVF-Sezione di Perugia remoto del 13 gennaio 1915 dal Consiglio diretti- ria avversaria. Appena superata una gravissima 5 - www.comune.avezzano.aq.it vo radunatosi il 2 maggio 1916”; operazione, con esemplare serenità si dichiarava 6 - www.it.wikipedia.org/wiki/terremoto avezzano 2. Medaglia d’argento al Valor Militare: “Sempre pri- contento di aver compiuto il proprio dovere”.Gori- 7 - E.Navarrone & Co.Scribner’s Magazine mo ad accorrere a ogni incendio e ultimo ad allon- zia 19 agosto 1917; 8 - www.rifugiovincenzosebastiani.it tanarsi, con il suo esemplare contegno incitava i 6. Croce per merito di guerra. 9 - Stazione Universitaria Club Alpino Italiano dipendenti anche sotto il tiro aggiustato dell’arti- 10 - Alessandro Fiorillo- Vincenzo Sebastiani, Sottocomandante dei Vigili Di Roma glieria avversaria. Durante un intenso bombar- IL RIFUGIO SEBASTIANI 11 - Vincenzo Andò - Il contributo dei Pompieri italiani a tutela della vita e dei beni - 24 maggio 1915/4 no- damento nemico dava bella prova di coraggio, in- Chiudiamo questa breve memoria su Vincenzo ri- vembre 1918-Prima Guerra Mondiale tervenendo prontamente a limitare i gravi danni cordando che la montagna che Lui tanto amò anco- 12 - Claudio Garibaldi -Ma l’amor mio non muore, 2016 14 15
IL VIGILE DEL FUOCO RIVISTA UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO DEL CORPO NAZIONALE WWW.ANVVF.IT Supplemento online Anno I n. 1/2020 Registrazione Tribunale di Roma n. 197 del 02/12/2015 Iscrizione al ROC n. 26136/2016 Direttore Responsabile Andrea Pucci Editore Editoriale Idea Srl Via A. Gandiglio, 81 - 00151 Roma Tel. 06 65797535 - Fax 06 65741338 www.editorialeidea.it info@editorialeidea.it Pubblicità Alessandro Caponeri Tel. 335 5683698 caponeri@editorialeidea.it Abbonamenti Per tutti i Soci ANVVF l’abbonamento è compreso nel costo della tessera annuale. Nessuna azienda è stata autorizzata alla raccolta degli abbonamenti. Pubblicato a maggio 2020 A cura del Settore Memoria Storica Anvvf Testi di Enrico Marchionne Foto di Sebastiani di Franco Cerroni
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