SCG NEWS - Scuola Sacro Cuore Gallarate
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
SCG News 26 marzo 2020 SCG NEWS Esteri e attualità | Cultura | Vita della scuola Le nuove rubriche La scuola ai tempi del coronavirus Abbiamo aperto delle nuove Di Gabriele Borsotti rubriche. Una pagina rosa per le nostre lettrici (a pg. 5) e Nei giorni drammatici che stiamo attraversando delle parole crociate (a pg.12) perché pubblicare un giornalino? Perché mentre il nostro Paese e la nostra comunità soffrono continuare a proporre e condividere interessi, passioni? La circostanza che stiamo vivendo sta cambiando il mondo di tutti, la Storia della Iran e la morte di nostra civiltà e contemporaneamente il nostro mondo e la nostra storia quotidiana. Solleimani E mentre la circostanza drammatica del COVID19 imperversa al di fuori della nostra tana, piccola o grande che sia, siamo ormai quasi sempre di fronte o ad uno schermo o ad un libro, sia L’uccisione del generale professori che alunni: è la scuola “a distanza” della quarantena. iraniano Solleimani ha destabilizzato il Medio Quanti magari di noi hanno festeggiato i primi giorni di permanenza a casa per la pesantezza di Oriente nel mese di Gennaio. una routine che finalmente dava tregua, per poi trovarsi dopo alcuni giorni a rimpiangere quella Ma cosa è accaduto davvero? quotidianità che poteva sembrare così ripetitiva e talvolta noiosa. Eppure dopo pochi giorni Ce lo spiegano due nostri abbiamo dovuto riconoscere che la scuola, con i suoi ritmi, con i suoi orari serrati, con le sue compagni. A pg. scadenze, ci manca. Ci mancano i compagni, la condivisione che si viveva con loro, forse ci mancano anche i professori. E quindi perché, se la scuola è chiusa, far ripartire il giornalino? Le nostre Avevamo iniziato la nostra avventura di SCG news augurandoci che la scuola, a partire dal nostro recensioni piccolo banco, potesse avere come orizzonte il mondo intero, che dalla nostra classe potessimo aprirci alla scoperta della realtà tutta. Ora siamo a casa e il nostro mondo si esaurisce in uno Dal cinema con Psyco e spazio di pochi di metri quadrati. Che cosa può permetterci di non lasciarci andare, di non farci Maleficent al cult televisivo il prendere dalla noia e dall’indolenza, o anche dalla agitazione per la situazione del nostro Paese di collegio fino ad arrivare al questi giorni? Dobbiamo far finta di niente, dobbiamo cercare di dimenticare, aspettare che passi mondo dei social con le questo periodo per riavere ciò che abbiamo perduto in queste settimane? A che cosa può servire vicende sociale dei Ferragnez. la scuola, o anche un semplice giornalino, in questi giorni? A pg. 8 Il giornalino e la scuola (seppure a distanza) possono essere ancora la possibilità di alzare lo sguardo, di continuare a vivere, di porre le domande che inevitabilmente vengono in un periodo E molto altro… così grave per noi e le nostre famiglie, di scoprire che cosa ci unisce come studenti e come uomini, di fare un’esperienza di bellezza che possa permetterci di vivere questi giorni senza Rubriche, opinioni, simpatiche sprecarli e aspettare che passino. Ci auguriamo che questo numero sia occasione di compagnia e vignette: tutto questo è condivisione per tutti gli studenti del nostro liceo in questa circostanza storica. SCG News PS. Questo giornalino è esito del lavoro delle settimane prima della quarantena; era pronto da diverso tempo e abbiamo deciso di pubblicarlo comunque in questi giorni. Invitiamo chiunque a collaborare con noi per un nuovo numero di prossima uscita in questi giorni di quarantena in cui vogliamo raccogliere esperienze, letture, film, incontri che ci stanno aiutando a vivere questi giorni. Scrivete alla redazione se siete interessati e buona lettura! 2020 1
SCG News 26 marzo 2020 L’Iran tra America WORLDCLASS e indipendenza Qual’è il contesto attuale L’Iran tra America e indipendenza Di Francesco Boscarini e Lorenzo Bordoni della Persia contemporanea? Dalla Nel corso delle settimane precedenti rivoluzione islamica ai si è assistito a un'escalation di eventi che potrebbe aver lasciato molti rapporti conflittuali con perplessi, ma del resto questo è il gli Usa cerchiamo di medio oriente, e tra terrorismo analizzare la situazione islamico e interessi politici interna dell’Iran (soprattutto statunitensi) non è mai contemporaneo. facile comprendere che cosa accade in questa area di mondo. L’escalation ha avuto inizio con l’uccisione da parte degli USA del generale Soleimani, vicino al leader La Megexit della repubblica islamica Rhouani. Soleimani era una grande stratega militare, conosceva molto bene il medio oriente, e sapeva La controversa decisione muovere le sue truppe con grande efficienza, questo lo rendeva un uomo particolarmente dei duchi di Sussex ha pericoloso, questo per via del suo odio verso il mondo Occidentale, e per la sua nota vicinanza al destabilizzato il fragile terrorismo islamico. equilibrio della Le reazioni a questo attacco non si sono fatte attendere: non appena gli USA hanno dichiarato la monarchia inglese, tra morte di Soleimani la Germania si è schierata con Trump, sostenendo che il generale era un costumi anacronistici e “nemico dell’Occidente”. un passato glorioso. L’Italia invece non è riuscita a parlare con una voce sola: la risposta ufficiale del governo non è stata particolarmente chiara, ma non è particolarmente a favore dell’attacco, che viene dipinto come “sbagliato”. In tutta risposta dalle opposizioni invece è stato dichiarato pieno supporto all’attacco, e che Soleimani era un uomo pericoloso, che minacciava la sicurezza dell’Europa. Il cambiamento climatico Immediatamente dopo l’uccisione del generale l’Iran ha avvertito gli Stati Uniti che ci sarebbero state ritorsioni a seguito di questo atto, e non si è dovuto attendere molto: pochi giorni dopo le promesse ritorsioni si è assistito ad alcuni attacchi missilistici ad alcune basi USA in Afghanistan Un nostro compagno (paese con basi militari statunitensi più vicino all’Iran). Dopo gli attacchi Rhouani ha annunciato approfondisce una la presunta morte di almeno 80 soldati americani nelle basi, ma non c’è voluto molto per tematica oggi all’ordine permettere alla verità di venire a galla: se davvero questa fosse stata la verità l’America avrebbe del giorno: il nostro avviato un incursione nel paese, trascinando con sé l’intera NATO, e iniziato una serie di eventi destino è segnato che avrebbero avuto conseguenze disastrose, sia sul piano economico che diplomatico mondiale. Si è infatti scoperto che le basi militari sono state avvertite degli imminenti attacchi da parte dei irrimediabilmente o c’è servizi segreti di Afghanistan e Iran, e che le vittime sono solamente civili, e non soldati come ancora spazio per uno era stato dichiarato all’inizio. nostro tentativo? Questo “giochetto” è andato avanti per alcuni giorni, fino a che, durante il 20 gennaio qualcosa non è andato come previsto: un Boeing 737 della Ukrainian Airlines, che stava decollando dall'aeroporto di Teheran è precipitato durante le manovre di decollo, e nessuno dei 176 passeggeri a bordo è sopravvissuto, lo schianto è stato fatale. Alcuni testimoni oculari hanno dichiarato di aver visto un motore del velivolo in fiamme prima dello schianto fatale, si è quindi subito immaginato a un fatale malfunzionamento, ma la realtà dei fatti è ben diversa. 2020 2
SCG News 26 marzo 2020 Boeing ha avviato subito le indagini preliminari per determinare la causa dello schianto, ma fin da subito l’Iran ha depistato le indagini, e ha provato a fare di tutto per impedire lo svolgimento di queste ultime, si è persino rifiutato di consegnare all’azienda le scatole nere, il tutto negando comunque qualsiasi tipo di coinvolgimento, il che non giustificava quindi il comportamento ostile della Repubblica Islamica. Nei giorni successivi allo schianto molte nazioni hanno fatto pressione sullo stato mediorientale, e sono finalmente arrivati alla conclusione che lo schianto non fu causato da un fatale malfunzionamento, quanto da un missile iraniano, che si è abbattuto sul velivolo per via di un errore umano. L’Iran ha poi ammesso il coinvolgimento solo dopo che la verità si era fatta strada tra la censura del Paese, era ormai evidentemente troppo tardi per provare a salvare “la faccia”. La scoperta della verità ha rianimato le proteste dei giovani universitari contro il regime, che inizialmente si erano placate con l’attacco degli Stati Uniti, e ora tali proteste non sembrano intenzionate a fermarsi, e la comunità internazionale teme violente repressioni. La Terra è sull'orlo di un precipizio, e noi cosa facciamo? Le diamo una spinta… Di Francesco Boscarini Che il cambiamento climatico sia purtroppo una realtà è qualcosa che ormai tutti danno per scontato, come il fatto che i responsabili siamo solamente "noi". Per ormai più di un secolo l'uomo ha immesso nell'atmosfera un’ingente quantità di gas molto tossici e pericolosi, che hanno portato a terribili conseguenze quali il buco dell'ozono, che permette a raggi solari di penetrare nell'atmosfera e raggiungere la superficie, la loro pericolosità e insita nel fatto che questi raggi danneggiano il DNA umano, ultimamente provocando masse tumorali estremamente pericolose, anche perché il danno genetico può essere ereditato, e trasmettersi come parte del patrimonio genetico. Il buco nell'ozono occorre per una serie di processi chimici complessi, ma sostanzialmente la causa di questo sono gas chiamati clorofluorocarburi, che a metà del '900 furono largamente usati in una grande varietà di prodotti, tra cui le serpentine refrigeranti dei frigoriferi, prodotti cosmetici e così via. Intorno agli anni 80 missioni della NASA rivelarono la presenza di un grande buco nello strato di ozono presente nell'atmosfera, sopra l’Antartide, e dopo alcuni studi tutti i maggiori esperti si trovarono d'accordo sulla causa di questo problema: i clorofluorocarburi, quei gas che erano largamente usati in tutto il mondo stavano lasciando il pianeta senza uno scudo protettivo. E qui viene il bello: nel momento in cui ci siamo resi conto che questi gas stavano danneggiando il nostro pianeta a un livello mai visto prima d'ora, l'umanità si riunì, e il 16 settembre 1987 ha stipulato il cosiddetto protocollo di Montreal, dove si vietava l'uso intensivo di questi gas, fino al loro completo bando. Questo fu il primo esempio di un impegno verso uno sviluppo più sostenibile. E se vi chiedete che cosa sarà mai successo dopo la firma di questo patto, la risposta è semplice: funzionò; le emissioni di questi gas nell'atmosfera calarono in modo costante, e il buco nell'ozono ricominciò lentamente a rimarginarsi. Questo finché la Cina non ha deciso di fare di testa sua, giocando a “fare il grosso” nella comunità internazionale; ignorando qualsiasi trattato che abbia mai sottoscritto, e negando l’aumento di emissioni di oltre il 200% negli ultimi 5 anni (piuttosto evidente se si guardano megalopoli come Pechino, Shangai, Hong Kong…). Un’analisi condotta nel 2013 ha rivelato che, la Cina, non solo sta immettendo in atmosfera gli ormai datati e dannosi clorofluorocarburi in quantità mai viste fino ad oggi, ma anche quantità esorbitanti di monossido di carbonio, e altri gas che contribuiscono all’effetto serra. Si vede chiaramente che la Cina non ha alcuna intenzione di sacrificare la sua personale “rivoluzione industriale” in favore della sopravvivenza dell’umanità (cosa che si può notare dall’assenza del presidente Xi Jinping al summit ONU sui cambiamenti climatici). Ma perché nessuno si oppone a quest’oltraggio? Perché famose personalità che chiedono azioni immediate contro l’inquinamento e il cambiamento climatico non nominano mai la Cina come responsabile di questo vero e proprio scempio e invece tirano sempre in causa il mondo occidentale, che è l’unico sulla faccia della Terra che prova a fare qualcosa per combattere le emissioni di questi gas in atmosfera? 2020 3
SCG News 26 marzo 2020 Bisogna anche citare che i clorofluorocarburi non sono gli unici gas che danneggiano l'atmosfera, e che le conseguenze sono diverse dal buco nell'ozono. Gli altri gas che sono ritenuti responsabili di danneggiare l'atmosfera sono quelli prodotti dalle reazioni di combustione dei combustibili fossili (come carbone, petrolio, gas naturali…), che fino ad ora abbiamo bruciato per una quantità peri a 4 volte la massa del monte Everest (e quello che spaventa è che la quantità di combustibili fossili non ancora sfruttati ammonta a circa 30 volte la massa dell’Everest). Ma perché il nostro pianeta “si scalda”, che cosa fanno tutti quei gas di cui tutti parlano veramente all’atmosfera? Il concetto è relativamente semplice: i gas emessi nell’atmosfera (in particolar modo il monossido di carbonio, elemento ottenuto dalla combustione di combustibili fossili) impediscono al calore che arriva sulla terra dal sole di ritornare nello spazio, funzionano come una sorta di coperta, e il calore continua a rimanere sulla Terra, scaldandola sempre più. Per ora si è stimato che la Terra, dalla seconda rivoluzione industriale si è scaldata di 0.5 C (circa), il risultato non sembra spaventare, ma allora perché le estati diventano torride e si allungano mentre gli inverni si accorciano e per quel poco che durano le temperature, sono comunque più calde di una volta? Il cambiamento climatico è molto più che il semplice riscaldamento della Terra, si parla della modifica di correnti marine e venti, che regolano le temperature in varie regioni del mondo, e mantengono un equilibrio, che sta venendo sempre più messo in crisi dalle nostre azioni. Ed è con la modifica di questo delicato equilibrio che le temperatura raggiungono facilmente i 40 C° durante l’estate, che sul punto più alto di tutta l’Italia e d’Europa (Monte Bianco a 4810 m slm) al 23 di febbraio si registrano temperature che sfiorano i 25 C° (temperatura tipicamente estiva), ma ehi, questo non infastidisce nessuno vero? Insomma, a chi non piace l’estate, quella bella calda, sulla spiaggia in costume con un sole che, come si è soliti dire: “spacca le pietre”? Beh miei cari se credete che questa cosa sia positiva non potreste essere più fuori strada, non solo per (direi) ovvie conseguenze che questi cambiamenti portano (distruzione di ecosistemi in massa, perdita di specie vegetali e animali a un passo sempre più rapido), ma anche per una conseguenza in particolare, che tutti sembrano ignorare, ma che sembra essere la nuova realtà: il caldo porta il freddo. Ebbene sì, anche se con certezza è molto difficile comprendere gli effetti che questi cambiamenti avranno sul nostro pianeta nell’immediato futuro, diventa comunque sempre più una certezza che il mondo, per via del cambiamento climatico, potrebbe sprofondare in una nuova vera e propria era glaciale. Ma perché? Sembrerebbe un controsenso, cosa che di per sé è così, e invece diventa (anche se non pubblicizzata) sempre più una possibilità. Per comprendere questo fenomeno bisogna guardare all’Europa, perché è qui che i primi effetti di questa “glaciazione” potrebbero manifestarsi, per poi avere ripercussioni in tutto il Globo: l’Europa per rimanere a una temperatura relativamente bilanciata (non troppo freddo, ma nemmeno troppo caldo) e per questo deve ringraziare la cosiddetta corrente del Golfo, che parte dal Golfo del Messico, dove si scalda, e trasporta con se una grande quantità di aria e acqua; questo calore viene rilasciato poi sull’Europa, e la corrente si dirige poi in zone come la Norvegia, l’Islanda e la Groenlandia dove si raffredda, e riprende il suo cammino. Questo è quello che accade in normali circostanze, ma gli ultimi anni sono stati tutto tranne che normali per il clima: infatti l’aumento delle temperature ha iniziato uno scioglimento delle calotte polari. Riversare queste così grandi quantità di acqua dolce nell’oceano potrebbe annullare la corrente del Golfo, e le temperature comincerebbero a crollare, si stima che sarebbero più fredde di almeno 5 o 10 C°, il che farebbe sembrare l’Europa come lo Yukon o l’Alaska, e le estati si ridurrebbero significativamente, e sarebbero molto più fredde (se sei interessato l’argomento viene analizzato con attenzione qui), e posti già freddi (come la Scandinavia e il Canada) arriverebbero a temperature talmente basse da diventare invivibili, considerato anche l’avanzare dei ghiacci, che tornerebbero a crescere esponenzialmente , spazzando via intere città. La domanda che sorge spontanea dopo questo sarebbe: “Ma quando dovrebbe verificarsi tutto ciò?” e la risposta non è certa, come ho detto prima non è semplice predire il futuro del clima terrestre, magari questo non accadrà mai, e le temperature continueranno solo che ad aumentare, o magari avverrà e perderemo completamente le estati in favore di un inverno che dura tutto l’anno. Ciò nonostante gli scienziati si trovano d’accordo che questo cambiamento rapido di temperature potrebbe avvenire tra il 2030 e il 2050, e non credo che debba ricordarvi che il 2030 è dietro l’angolo… Alcuni potrebbero pensare: “Si potrebbe benissimo vivere anche con temperature più basse senza problemi, tanto si parla solo di qualche grado di differenza!”, e anche se ho simpatia per questo scenario (poiché sarebbe una sorta di “reset”), non posso non nascondere un fatto particolare: non siamo minimamente preparati a quello che ci aspetterebbe, sarebbe devastante, bisognerebbe pensare a un ridimensionamento di intere società, 2020 4
SCG News 26 marzo 2020 infrastrutture, mezzi di trasporto e produzione energetica, senza contare che questa vera e propria glaciazione farebbe moltissime vittime tra coloro che non riescono a prepararsi. Tutto questo sembrerebbe non lasciare alcun tipo di speranza, sembrerebbe che il nostro destino è segnato, che o andiamo incontro a un destino di fuoco o a un inferno ghiacciato, è veramente così? Due cuori e una capanna piccolina in Canada Di Carmen Marangione Ottantatre anni dopo l’abdicazione al trono di Edoardo VIII, zio della queen Elisabeth, la storia si ripete… la ricetta rimane invariata: metti un’attrice americana divorziata, la californiana Megan, e un membro audace della famiglia reale, Harry ( che ha dimostrato la sua audacia alle feste a cui ha partecipato nel periodo adolescenziale) ed Il gioco è fatto. Detto questo ora l’unica certezza è che la casa reale inglese avrà delle belle gatte da pelare! Pochi si ricorderanno che l’ultima volta che è accaduto un misfatto del genere, il membro esiliato della famiglia reale ha dato il suo appoggio a Hitler (chissà quindi chi appoggerà Harry…). MegEXIT, l’hanno ribattezzata gli inglesi, qualora ci fossero dei dubbi su chi sia il colpevole per questi ultimi, peccato che, in questa circostanza, le teste pensanti siano due, e non ci si può dimenticare proprio di pel di carota! In breve, i nostri amatissimi duchi del Sussex vogliono uscire dalla loro bolla dorata, che è la monarchia inglese, tenendosi però l’oro. Sono stufi di sorridere e salutare alle parate, vogliono vivere come delle persone “normali”, senza però rinunciare a 40 milioni di sterline del patrimonio. Ma a questo riguardo la nonna Betty II, regina da ormai 67 lunghissimi anni, è stata intransigente “sì alla nuova vita di Harry e Megan, senza fondi reali”. Tutta questa vicenda potrebbe riportarci alla Brexit dal momento che le dinamiche sono le stesse, “ce ne andiamo perché ci siamo stancati degli oneri, ma vogliamo tenerci gli onori che ci piacciono tanto”. Eppure, forse, qualcuno dovrebbe spiegare agli inglesi che non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca! A riguardo, secondo me, non c’è niente di più vero del detto “quando sposi un uomo, sposi anche sua madre”, che potremmo tradurre o ti prendi il pacchetto completo o te ne scegli un altro; se ti sposi il principe con lui ti prendi la sua pazza famiglia reale e l’insieme di regole che vanno a formare il protocollo che volente o nolente sei obbligata a rispettare, a maggior ragione quando ti sposi un principe accetti anche automaticamente un lavoro (questo Kate l’ha capito MOLTO bene, tanto da andare a oscurare la povera americana). Comunque gli inglesi sono molto attaccati alla libertà individuale, e io con loro; se non si trovano bene a fare i duchi hanno il sacro e santo diritto di andarsene, ma le cose vanno fatte con un criterio, perché ti possono stare strette le regole reali, ma fino a quando ci sei dentro le segui, non annunci che vuoi andartene da una delle famiglie reali più famose del mondo con un post su Instagram; non sei Chiara Ferragni che lancia la nuova linea di scarpe. (I Windsor sono così attaccati ai comunicati ufficiali che appena nasce un nuovo Royal baby noi comuni mortali scopriamo il nome solo dopo che il signore con i pantaloni alla zuava e il cappello da golf appende il comunicato fuori da Buckingham Palace). Harry in tutto ciò ci dimostra che non è solo un principe, ma un vero e proprio cavaliere, che difende la sua amata a spada sguainata, prendendo su di sé tutta la colpa nel video del discorso di addio, sempre postato su Instagram, social che a quanto pare la coppia adora, ha detto “la decisione che HO preso di far fare alla mia famiglia un passo indietro rispetto a tutto ciò che conosco e ho sempre conosciuto, per fare un passo avanti verso quella che spero sia una vita più tranquilla”, che uomo di altri tempi! A dare fastidio, però, non è solo il fatto in sé, ma il modo in cui è stato affrontato, se per Megan è una conquista essersi liberata degli stretti impegni reali, tanto che appena ha potuto è partita, per Harry è una sconfitta e nel video di addio si vede quanto gli pesi lasciare la sua terra e la sua famiglia. è sempre stato molto legato al fratello, soprattutto dopo la morte di Lady D, e all’Inghilterra, per cui ha combattuto in prima linea in Afghanistan. La MegEXIT è andata a creare un ulteriore crepa al fragile equilibrio della monarchia inglese e tutto ciò ci porta a un’unica grande domanda: cosa resterà della monarchia in futuro? Personalmente penso che gli inglesi, senza entrare nel discorso del denaro che è così volgare e da plebei, (perché è vero che vivono sulle casse dello stato, ma è anche vero che incrementano il turismo) non si ribellano alla presenza dei reali non perché gli vogliono bene “gli inglesi provano affetto solo per gatti e cavalli”, ma perché amano essere legati a un passato che ormai non c’è più; i reali sono per gli inglesi come il Colosseo per noi italiani, gli riporta a un periodo glorioso, ma ahimè ormai passato, che però amano ricordare. Gli danno un senso di stabilità che, il popolo inglese, necessita sempre di più, si perché la corona inglese, nonostante nei secoli ci siano state guerre, tradimenti, rivolte, decapitazioni, stragi varie, spesso ha cambiato rami, famiglie, nazionalità, ha sempre avuto una testa su cui stare. 2020 5
SCG News 26 marzo 2020 La risposta è complessa e non può risolversi in un banale “Sì” o “No”, perché i fattori da considerare sono Psyco e la tanti e diversi, ma non bisogna mai dimenticare una cosa: il destino del Mondo è nelle nostre mani, e le psicoanalisi soluzioni possibili sono proprio sotto i nostri occhi, ma voglio focalizzarmi su una di queste, quella più carica di speranza, ma che spesso non viene pubblicizzata. Si può usare il gesso per eliminare i cambiamenti Come uno dei più grandi climatici (se ti interessa l’argomento viene raccontato nello specifico qui). Il genio imprenditore (non famoso registi del novecento ha quanto merita) Danny Hills propone un nuovo approccio alla risoluzione del problema dei cambiamenti sviluppato l’inquietante climatici: propone di immettere nell’atmosfera il gesso, il minerale più sano (è utilizzato nei cibi per neonati, tema della malattia quindi è più che sicuro) e abbondante di tutta la terra. Ma perché il gesso, che ha a che fare con i mentale in uno dei cambiamenti climatici? Il gesso è un minerale con una proprietà piuttosto comune: è bianco, questo è fondamentale, immettendolo classici del cinema del nell’atmosfera aiuterebbe a riflettere parte dei raggi solari nello spazio, quindi non facendo in tempo ad secolo scorso. Attenzione arrivare sulla terra non potrebbero scaldarla, e in pochi anni si riuscirebbe ad eliminare l’aumento delle spoiler! temperature a cui abbiamo assistito nell’ultimo secolo. Quindi in sostanza che cosa possiamo fare per correggere i nostri errori? Noi pressoché nulla, siamo su una strada di riduzione delle emissioni da più di venti anni, che, anche se lentamente, si sta dimostrando efficace, ma è evidente che non basta, finché stati come Cina, India e Nigeria (sono solamente alcuni esempi di Leone, bambino nazioni che non rispettano gli standard di emissioni) non s’impegneranno a ridurre le loro emissioni tutto il sotto i riflettori progresso in Europa sarà stato nullo. È necessario un grande cambiamento, un cambiamento che ci deve mettere sulla via corretta questa volta, un cambiamento che ci permette di eliminare la nostra dipendenza dai I figli di personaggi combustibili fossili, che ci libererebbe dal monopolio degli idrocarburi di alcuni Stati (quale Arabia Saudita, famosi sono Oman, Emirati Arabi Uniti…), conosciuti per violare spesso i diritti umani, specialmente quelli delle donne, automaticamente azzerandone il loro guadagno e permettendoci di investire in fonti energetiche alternative (bio carburanti, destinati a diventare idrogeno, celle a combustibile…). Le aziende che guadagnano in questo campo devono incominciare a adulti di talento? O sono investire in queste fonti di energia alternative, ma deve essere fatto seriamente, non è qualcosa necessario alla bambini a rischio? loro immagine, ma al Pianeta stesso. Non sono qui per offrire una soluzione al problema dei cambiamenti climatici, perché le risposte sono proprio sotto i nostri occhi, e se vogliamo un cambiamento, dobbiamo incominciare a cambiare, nulla accade Maleficent per il semplice volere, è necessario agire, altrimenti sarebbe come spingere la Terra giù da un precipizio, e sembra proprio che ce la stiamo proprio mettendo tutta, senza comprendere le conseguenze che questa Un film fantasy può azione comporta. parlare dell’attualità? CULTURA Perché discriminare se siamo tutti esseri umani? Il collegio La rappresentazione della malattia mentale in Psyco di Alfred Hitchcock Quando un reality si Di Lorenzo Bordoni siede tra i banchi di una L’8 settembre del 1960 esce nelle sale statunitensi Psyco di Alfred scuola Hitchcock, che diventa ben presto uno dei titoli più amati e celebrati del regista. Marion, una giovane donna con una situazione economica e Ciò che inferno sentimentale un po’ difficile, ruba un’ingente somma e fugge, ma non è… durante un violento temporale è costretta a rifugiarsi in un motel, dove alcune ore dopo viene assassinata dalla madre del ragazzo che le ha La vicenda umana di don affittato la stanza. Quest’ultimo, scoperto il delitto, fa sparire il cadavere, ma la donna uccide anche un ispettore di polizia. Alla fine si Pino Puglisi dagli occhi di scopre che l’assassino è il ragazzo, che uccide travestendosi con gli abiti un testimone della madre. d’eccezione: A. D’avenia 2020 6
SCG News 26 marzo 2020 Protagonista assoluta è la psiche deviata del protagonista, ormai relegato in un mondo determinato dalla sua visione delirante della realtà, realtà che esiste solo nella sua testa e che non si rende nemmeno conto di aver creato da solo. La pellicola è basata sul romanzo di Robert Bloch ispirato alla biografia del serial killer Ed Gein che era stato condannato per due dei sei omicidi di cui era sospettato: nella casa di questo malato di mente (prontamente ribattezzata “la casa degli orrori”) erano stati trovati corpi femminili mutilati, un corpo decapitato con la testa pronta per essere appesa come un trofeo e numerosi segni di una personalità molto disturbata. Hitchcock è un pioniere perché per la prima volta viene trattato al cinema un disturbo complesso come quello dello sdoppiamento di personalità legandolo al genere horror-thriller. Il romanzo di Bloch esplora tematiche impegnative per l’epoca: dal rapporto morboso di Norman con la madre al travestitismo, dallo sdoppiamento di personalità alla follia. Ma nel romanzo Norman Bates non ha il fascino del suo interprete cinematografico: Anthony Perkins ha saputo dare vita a un personaggio terrificante ma al tempo stesso gradevole, nel suo ruolo di insospettabile albergatore. Numerose sono poi le varianti: nella storia scritta da Bloch, Norman ha quarant’anni ed è grasso e calvo, mentre Marion Crane (la bionda Janet Leigh) è mora e ha un ruolo molto più marginale. Hitchcock invece inserisce la storia della donna con la sua tragica fine all’inizio del film, lasciando credere che la protagonista fosse lei, per poi eliminarla poco dopo spiazzando gli spettatori. Hitchcock diceva che l’emozione più forte che si possa offrire a uno spettatore è la paura e in effetti protagonista fondamentale del film è la paura, non c’è una morale: la sequenza della doccia è un cult della storia del cinema. Con 78 singole inquadrature e 52 stacchi di montaggio Hitchcock porta lo spettatore a vedere quello che vuole lui senza che lo spettatore si ponga delle domande: ad esempio non ci si chiede perchè in un bagno totalmente luminoso, la ripresa frontale dell’assassino tenga il suo viso in ombra. Hitchcock ci inganna e non ci rendiamo conto di venire ingannati perché ci sembra di vedere tutto ma non si vede, in realtà, niente.Ancora oggi lo sguardo in macchina di Norman Bates nella sequenza finale è in grado di far venire i brividi. Tanti film si ispirano, direttamente o indirettamente, a temi psicoanalitici. Forse perché cinema e psicoanalisi sono due discipline complementari e coetanee che nascono alla fine del XIX secolo. Nelle pellicole di Hitchcock la dimensione psicanalitica è spesso presente ed è evidentissima in Psycho, il suo maggiore successo di pubblico.Già dai titoli di testa è possibile comprendere l’intento dell’opera: i titoli scorrono su sfondo nero, e subito si decompongono, si fratturano e scompaiono nell’ombra. E già nei primi venti minuti di film Hitchcock semina tracce di quanto sta accadendo al motel: c’è una certa stranezza in Norman Bates e nel suo goffo comportamento. Ciò che vede lo spettatore è una specie di puzzle simbolico che fornisce indizi sull’oscurità che alberga nella mente del protagonista. Molte sono le tematiche trattate nel fim: il voyeurismo, il complesso di Edipo, il senso di colpa, la doppia personalità e la dipendenza affettiva come generatrice di disturbi sessuali e condotte aggressive. Sono inoltre accennati alcuni meccanismi di difesa freudiani. Psycho può essere considerato uno dei film sul voyeurismo per eccellenza: è particolarmente interessante ed emblematica la scena in cui Norman guarda Marion mentre si spoglia, attraverso il buco nel muro. Con Psyco siamo di fronte ad un vero e proprio disturbo multiplo di personalità: Norman dopo la morte del padre ha continuato a vivere con la madre autoritaria, possessiva e opprimente, non ha accettato che lei avesse una storia con un altro uomo (è chiaro il riferimento al complesso di Edipo) e ha avvelenato entrambi gli amanti. Lo psichiatra che svela il mistero nel finale del film spiega che la colpa per aver provocato la morte della madre ha costretto Norman a prenderne il posto, ad indossarne quindi gli abiti, a mettere una parrucca, e ad imitarne la voce. Marion e l’ispettore sono stati uccisi non da Norman, ma dalla madre ospitata dentro di lui. Il tema dell’identità instabile è molto caro ad Hitchcock, che spesso costruisce personaggi che in qualche modo la smarriscono, la camuffano, se ne liberano, o a volte, come in questo caso, si appropriano di un’altra identità. La mente si dissocia fino presentare 2 personalità completamente distinte (la madre e Norman), che entrano in conflitto: man mano che il tempo passa quella della madre diventa sempre più forte, finendo con il 2020 7
SCG News 26 marzo 2020 dominare il figlio. Ma in Psyco Norman non assume “semplicemente” le sembianze della madre sostituendosi a lei (come in una proiezione freudiana), ne ospita dentro di sé le istanze più restrittive e castranti, mantenendo viva la propria originaria personalità, attraverso una rigida scissione. E tra le spinte della libido e le barriere censorie dentro di lui rappresentate dalla madre c’è un fortissimo conflitto, raccontato da Hitchocock soprattutto dal gioco delle due diverse voci assunte da Norman (la sua personale e quella della madre) sempre in lite tra di loro. È proprio la dipendenza affettiva dalla madre ad aver determinato l’evoluzione della malattia del giovane, impedendone la maturazione verso una sessualità adulta. Questa dipendenza affettiva è ben visibile a livello psicanalitico nella fissità della rappresentazione della figura genitoriale: Norman, nella sua visione delirante, arriva ad imbalsamare il cadavere di sua madre pur di mantenere in vita la sua immagine. Il rimorso, in seguito al delitto, è stato il catalizzatore della dissociazione della personalità: incapace di svincolarsi dalla colpa, una parte della coscienza è cresciuta nelle forme della madre, e ne ha preso il sopravvento. Norman Bates è uno psicotico perché ha un’incapacità di adattamento sociale che compromette il rapporto con la realtà. Vive infatti costantemente con la paura che la madre possa punirlo per le sue pulsioni. In lui sono ben delineati i meccanismi di difesa freudiani della rimozione (in cui si escludono dalla coscienza le pulsioni inaccettabili) e della regressione (il giovane vuole restare fermo ad un periodo precedente al manifestarsi del suo problema, cioè ad un periodo in cui la madre era ancora viva) che portano ad una percezione distorta del mondo. Anche la “tecnica” filmica sottolinea l’impossibilità di un corretto approcciarsi alla realtà. I movimenti di macchina si bloccano, non potendo avere accesso alla verità di ciò che viene narrato (si pensi ad esempio quando la macchina da presa vorrebbe entrare nella camera della madre di Norman, per vederla finalmente in volto, mentre litiga col figlio): ci sono punti di vista errati, in modo da ricreare l’incertezza, e inquadrature soggettive intervallate da oggettive, che mirano a confondere lo spettatore. Anche la casa di Norman Bates può essere interpretata da un pdv psicanalitico, perché si sviluppa su 3 piani, come le parti della psiche umana indicate da Freud: ai piani alti c’è il Super-io con le regole morali e sociali (dove sembrerebbe abitare la madre di Norman), al piano terra c’è l’Io che rappresenta la normalità, la dimensione sociale delle persone e al piano interrato c’è l’Es, l’istinto incontrollabile (dove è nascosto il cadavere mummificato della madre). Hitchcock ci dimostra come la normalità di Norman Bates sia la normalità fittizia degli uomini e come dietro l’apparenza ci possano essere elementi inquietanti: non a caso nel film sono molto presenti scene con specchi e riflessi. Leone, un bambino sotto i riflettori Di Cecilia Magni Si dice che tutti nasciamo uguali e poi la vita ci differenzia l’un l’altro. Non mi sono mai chiesta quanto questa frase fosse vera in fondo, fino al giorno in cui, per curiosità, o noia, non ho iniziato a seguire una pagina che pubblicava tutti i video e le foto del piccolo Leo. Leo è un bambino, ha quasi due anni ed è nato come tutti gli altri. Non credo. Leone, figlio del giovane cantante Fedez e della bella ed intelligente influencer Chiara Ferragni, secondo me è nato diverso da moltissimi altri bambini. Forse sarebbe necessario approfondire il concetto di nascita... Perché certo, se pensiamo all’atto fisiologico di uscire dal grembo materno, quello più o meno è uguale per tutti. O no? Venire alla luce in una bella clinica, circondato da medici capaci e tra le braccia serene di due genitori felici, è la stessa cosa di nascere in un ospedale sovraffollato, con scarsa disponibilità di posti letto, magari dopo un lungo e doloroso travaglio di una madre preoccupata e spaventata? Credo di no. Ci sono infatti studi che dimostrano quanto, già in fase fetale, il bambino sia ricettivo degli stimoli esterni. Come riesca a distinguere tra emozioni buon e cattive. Ma torniamo a Leone. Nei video si vede un bambino curioso e molto attivo davanti ad ogni stimolo che gli viene proposto. Accende e spegne interruttori, imita il mestiere del papà, sfreccia sul monopattino... Tutto sotto agli occhi di due partecipi e divertiti genitori. In molti si sono scagliati contro questa pubblicazione della vita privata di un bambino, io invece ne sono rimasta colpita.Mi affascina osservare come un bambino 2020 8
SCG News 26 marzo 2020 così piccolo risponda agli stimoli, mostrando un coraggio e un’intraprendenza che in molti altri bambini che incontro normalmente non ritrovo.Parlandone, spesso mi viene detto :”Certo, è figlio di ricchi ed è super viziato!” Ma Leone agisce veramente con atteggiamento viziato a una serie di benefici materiali, o piuttosto sta imparando precocemente ad imparare? Ad avere un giusto atteggiamento di curiosità e criticità verso il mondo? Sicuramente essere benestanti e non avere particolari problemi economici aiuta molto i genitori a dedicarsi con maggior energia all’educazione dei figli. Ma non credo siano solo i soldi a fare la differenza, quanto piuttosto la disponibilità di tempo e la pazienza a disposizione. Un bambino può reagire davanti ad una batteria da mille euro ma potrebbe avere la stessa reazione di fronte ad una bottiglia di plastica riempita di campanellini, se stimolato a provarne l’esperienza. Credo sia questa la vera chiave di volta tra un bambino che vive la sua vita attivamente e uno che invece la guarda con meno entusiasmo. Se il bambino ha due genitori aperti e positivi nei confronti del mondo anche lui avrà un atteggiamento positivo e aperto, al contrario, se i suoi primi anni di vita trascorreranno in assenza di stimoli, avrà più difficoltà ad approcciarsi ad una socializzazione attiva. Tuttavia bisogna stare attenti alla quantità di stimoli che un bambino riceve. I bambini di oggi sono super-impegnati, si spostano come palline da Ping pong da un corso all’altro seguendo routine ferree. L’obbiettivo di molti genitori, come Chiara e Fedez, è fornire ai propri figli il maggior numero possibile di strumenti per affrontare il mondo quando saranno grandi, così da essere vincenti in una realtà competitiva come quella attuale. “L’ansia” genitoriale di non far mancare nulla ai propri figli spinge i genitori a riempire le agende dei piccoli di mille attività diverse, con l’illusione che più imparano ora, meno problemi avranno domani. Non è esattamente così. Stimolare i bambini fornendo loro occasioni per imparare cose nuove, sviluppare interessi particolari, per aprire la loro mente rendendoli curiosi è senz’altro positivo ed essenziale per un sano sviluppo cognitivo ed emotivo. Tuttavia, sovraccaricarli di stimoli è controproducente. Infatti, portare avanti numerose attività richiede un’elevata dose di energia, impegno e attenzione. Se questo molto spesso è faticoso è stancante per un adulto, per un bambino lo è molto di più. L’iper-stimolazione provoca nel bambino: stress, disattenzione, stanchezza.Inoltre, studi scientifici stanno rilevando che iper-stimolare un bambino rischia di renderlo un adulto meno produttivo. Esattamente l’opposto di quello che il genitore ansioso o ipercompetitivo voleva ottenere. I bambini iper-stimolati hanno poca creatività e fantasia, non sanno cosa fare se lasciati soli, hanno meno immaginazione e senso dell’umorismo, sono meno espressivi e loquaci, poco curiosi, emotivamente fragili e incapaci di gestire le frustrazioni. (Si può dire che i bambini iper-stimolati avranno un attaccamento ansioso resistente, in quanto sono competitivi, emotivamente fragili e insicuri). I neonati hanno bisogno di cura, amore e attenzione, principalmente da parte dei loro genitori e fratelli (se li hanno). I bambini che non hanno tale fondamentale interazione che li motiva ed entusiasma tendono a presentare diversi livelli e tipi di ritardi nello sviluppo. La mancanza di stimoli può comportare leggere conseguenze dal punto di vista psicologico, emotivo e sociale, evidenziate in diversi tipi di rallentamenti durante la crescita. Tra questi, un regresso delle abilità intellettuali, difficoltà ad integrarsi nella società, cattiva gestione delle emozioni o mancanza di autocontrollo. Quindi, per concludere, se Chiara e Fedez non stanno attenti alla quantità di stimoli che forniscono al figlio Leo, rischiano che costui diventi un adulto poco produttivo, poco creativo e incapace di gestire le frustrazioni, mentre, un bambino privo di stimoli potrebbero presentare, in futuro, una difficoltà ad integrarsi all’interno della società, una cattiva gestione delle emozioni è scarso autocontrollo. ATTACCO A CHIARA Molto spesso, per ottenere una maggiore visibilità sui social le persone tirano fuori il peggio di se. Una bella ragazza, intelligente, fortunata, con un innato talento per la comunicazione, che però non sa dove fermarsi. O forse no? Forse é questa la sua vera bravura? Sfruttare, senza troppa posa e malizia anche qualche comportamento che ad alcuni potrebbe sembrare disdicevole per mantenere viva la sua visibilità di personaggio? Eppure l’effetto sembra essere quello di un boomerang che le ritorna indietro critiche e insulti feroci, al limite della civiltà e decenza. Persone che si ritengono perbene, infastidite dal suo scarso senso del pudore che si trasformano in ghigliottinai in nome del buon senso. Personalmente trovo quasi più fastidiosi loro che lo scatto di Chiara. Un tempo avevamo schiere di donne più e meno giovani che scendevano in piazza sotto il motto 'il corpo é mio e me lo gestisco io'. Ora certamente I motivi erano molto seri: si parlava infatti di diritto all’aborto e altri temi essenziali per la libertà 2020 9
SCG News 26 marzo 2020 della donna, ma non é forse libertà anche la possibilità di postare una foto sul proprio profilo senza venire accusata, insultata o minacciata? Dove segnare il confine della libertà, parola così difficile da definire? Martin Luther King scrisse 'la tua libertà finisce dove comincia la mia che credo significhi che nessuno di noi è in diritto di fare un solo passo in nome della propria libertà se questo significa compromettere quella altrui. Nel mondo dei social però si fa un gran parlare senza pensare al fatto che tutti noi abbiamo la facoltà di decidere in autonomia se seguire o non seguire il profilo di una determinata persona. Io personalmente la ragiono così, se apprezzo i contenuti e lo stile di una persona o di una pagina mi ci soffermo. Se non approvo ciò che pubblica, semplicemente scorro oltre. Insomma, per concludere con una frase fatta, “vivo e lascio vivere”. Il collegio Di Anita Pedroni “Il Collegio” è un esperimento sociale realizzato da Magnolia tv in cui 20 adolescenti lasciano le proprie vite per un mese per trasformarsi in collegiali del 1900. Nelle prime tre edizioni era ambientato negli anni ’60, mentre nell’ultima, andata in onda nel Novembre 2019, negli anni ’80. Ogni edizione viene registrata in estate e trasmessa dalla Rai in autunno. Di fronte al successo di questo reality sorge spontanea la domanda: ciò che vediamo da casa, è veramente ciò che accade? E inoltre che impatto ha sui ragazzi che vi partecipano e sugli spettatori? Innanzitutto, essendo un programma registrato e poi trasmesso, ci sono sicuramente modifiche di montaggio; l’alunna Mariana Aresta, partecipante della quarta edizione, ha dichiarato sui social che in post-produzione hanno tagliato alcune scene, modificando l’atteggiamento degli alunni. La partecipante della terza edizione Beatrice Cossu ha inoltre dichiarato che i collegiali non sono obbligati a mangiare il cibo che gli viene servito e che, quando le telecamere non registrano, vengono dati loro dei biscotti proteici. Tuttavia altri ex-collegiali affermano che il programma sia totalmente vero e non recitato, il che può sembrare strano perché alcuni dialoghi e discorsi sembrano così perfetti e ben costruiti da mettere in dubbio ogni spettatore. E per quanto riguarda i collegiali, che impatto ha quest’esperienza su di loro? Quando gli viene posta questa domanda, i partecipanti rispondono dicendo che gli ha cambiato la vita, li ha fatti crescere, fare nuove esperienze e un elenco infinito di cambiamenti esclusivamente positivi nelle loro vite; e non hanno tutti i torti. Infatti entrando nel collegio, sono anche entrati in un’agenzia che porta i collegiali in giro per l’Italia a fare eventi e incontri. Molti dei partecipanti aprono canali Youtube, come ad esempio Ludovica Olgiati o Beatrice Cossu. Altri si danno alla recitazione, chi nelle pubblicità, come le gemelle Fazzini, e chi nelle fiction della Rai, come Jenny De Nucci. Quindi sui collegiali l’impatto di quest’esperienza è altamente positivo, ma su di noi che lo guardiamo da casa? Si può pensare che i ragazzi da casa, vedendo il comportamento dei collegiali, ci scherzino sopra senza provare ad imitarli, eppure capita anche che si tenti di imitare, anche se superficialmente, alcune azioni. Ovviamente però in una scuola reale non ci si può spingere oltre ad un certo limite; quindi, non si potrà mai vedere il collegio pensando sia educativo, perché a volte potrebbe spingere i ragazzi, senza che se ne accorgano, a fare azioni analoghe ai collegiali solo per farsi notare. Ma l’impatto può essere anche positivo. Durante le puntate ci sono momenti di riflessione su argomenti seri e importanti; nella seconda edizione, ad esempio, si parlava dell’immigrazione, oppure nella quarta edizione si parlava della differenza tra uomo e donna e sulla parità di opportunità nel mondo del lavoro. Sicuramente, un bambino di 10 anni non si interesserà così tanto a questi argomenti come potrebbe farlo un adolescente che vuole dire la sua e essere al corrente su ciò che accade nel mondo o semplicemente in Italia. Per questo il collegio è un programma che non solo fa crescere i partecipanti, ma fornisce uno sguardo più aperto e completo a chi lo guarda. Maleficent Di Anna Dal Ferro Maleficent: signora del male, film uscito il 17 Ottobre del 2019 in tutti i cinema di Italia, prodotto dalla Walt Disney Pictures, è il sequel di Maleficent, remake del Classico Disney “La bella addormentata nel bosco” (1959). È interpretato da Angelina Jolie, di nuovo nella parte di Malefica, la fata cattiva creata dalla Disney. Il regista, Joachim Rønning, ha lavorato anche questa volta con il produttore Espen Sandberg (entrambi sono nati a Sandefjord, Norvegia) dopo numerosi successi come il quinto capitolo dei Pirati dei Caraibi “ La vendetta di Salazar”. 2020 10
SCG News 26 marzo 2020 La storia del sequel di Maleficent racconta del matrimonio tra Aurora e il principe Filippo che dovrebbe riunire le creature magiche della brughiera e gli umani; la regina, la madre di Filippo, tuttavia cercherà nel film in tutti i modi di impedire questa unione per una sorta di odio nei confronti di ciò che è diverso da lei. Questo film contiene diversi significati nascosti, infatti, parla della forza delle donne, di diversità, inclusione, rispetto per l’ambiente e famiglia. Uno degli aspetti che mi interessa approfondire è quello della diversità. Al riguardo Angelina Jolie, attrice protagonista del film, ha affermato in un’intervista riguardante il film: “alcuni politici hanno successo concentrandosi proprio su argomenti come la diversità, giocano con la paura della gente e il dolore, ma il mondo è formato da popoli diversi, e la nostra forza sta proprio in questa diversità. Non riusciranno a dividerci perché nel nostro cuore sappiamo di essere tutti uguali e più incisivi se ci supportiamo” Personalmente, mi trovo completamente d’accordo con quello che dice l’attrice: molte volte discriminiamo coloro che sono diversi da quelli che noi consideriamo “normali”, può essere per il colore della pelle, per la provenienza, per il colore dei capelli, per la nazionalità, o anche solo per una malformazione del corpo, non considerando che dietro tutte queste cose c’è una persona. Il cuore che batte dietro ogni essere umano è lo stesso, le domande che sorgono in ogni persona sono le stesse… Che bisogno abbiamo quindi di discriminare la gente solo per una differenza esteriore, dal momento che, in fondo, siamo tutti simili, abbiamo tutti qualcosa che ci accumuna alle altre persone, come può essere la religione, il pensiero politico e molte altre cose. In conclusione, secondo me, la diversità deve essere vista come una ricchezza e non come un ostacolo ai nostri rapporti. Ciò che inferno non è: una vita da romanzo Di Ilaria Tronconi “Ciò che inferno non è”, è un romanzo storico di Alessandro D'Avenia, scrittore, insegnante e sceneggiatore italiano; nato a Palermo il 2 Maggio del 1977 terzo di sei figli. Il suo romanzo di esordio, “Bianca come il latte, rossa come il sangue” pubblicato nel 2010 fu un grande successo. “ciò che inferno non è”, suo terzo romanzo, presenta come protagonista Federico, studente diciassettenne che comincia a farsi domande sulla vita e sul futuro. Alla fine dell'anno scolastico Federico si sta accingendo a partire per Oxford per una vacanza-studio; proprio in questo momento avviene l'incontro-svolta con un insegnante di religione, padre Pino Puglisi, da lui soprannominato 3P, che lo invita a impegnarsi, prima di partire, nel volontariato nel suo quartiere di Brancaccio a Palermo, periferia della città in cui la mafia di cosa nostra la fa da padrone. Federico accetta e questo nuovo impegno sarà per lui un crocevia dell'esistenza. Gli rubano la bici, lo feriscono, ma Federico sente di avere scoperto una realtà allo stesso tempo estranea e a lui prossima e inoltre innamora di una ragazza di nome Lucia che gli permette di vedere la difficile realtà in cui vivono da una nuova prospettiva. La trama del romanzo può sembrare apparentemente ordinaria ma in realtà all’interno del libro vengono trattati diversi temi che vanno dalle scelte della vita all’influenza della mafia sulle persone, per cui questi temi sono molto interessanti essendo estremamente attuali. Il ritmo della trama è molto veloce, dal momento che il libro viene raccontato da un ragazzo della mia età. È stata scelta la storia di Padre Pino Puglisi, un prete che ha dato la sua vita per salvaguardare i più deboli e influenzabili bambini, ragazzi e addirittura adulti. Per quanto riguarda lo stile narrativo del romanzo, “Ciò che inferno non è”, è abbastanza tradizionale, per quanto riguarda il linguaggio, vengono usate delle frasi in dialetto soprattutto nei dialoghi tra personaggi. Il romanzo mi è piaciuto perché mette in risalto temi molto duri e attuali e in modo efficace, mostra il modo in cui i deboli possono essere succubi di una potere malvagio che li sovrasta, come la mafia ha occhi dappertutto e riesce a infilarsi e a soggiogare persino i bambini che magari in difficoltà, per esempio economiche, sono attirati dai potenti in cambio di denaro. Credo infine che l’intendimento di D’Avenia non sia etico-politico, ma invece quello di far immedesimare il lettore, che magari non vive la stessa situazione, far comprendere la difficile realtà in cui il protagonista vive. 2020 11
SCG News 26 marzo 2020 SCG NEWS REDAZIONE • Direttore: Gabriele Borsotti • Caporedattore esteri: Francesco Boscarini • Caporedattore esteri: Lorenzo Bordoni • Caporedattore cultura: Carmen Marangione • Sara Cappellano • Ilaria Tronconi • Cecilia Magni • Anita Pedroni • Anna Dal Ferro 2020 12
Puoi anche leggere