Scale, dinamiche e processi territoriali in vista di Matera 2019: riflessioni su sviluppo locale, cultura e creatività - AGEI
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Libera D’Alessandro, Luigi Stanzione Scale, dinamiche e processi territoriali in vista di Matera 2019: riflessioni su sviluppo locale, cultura e creatività L’articolo analizza il caso studio di Matera Capitale Europea della Cultura (CEDC) 2019 esaminando il potenziale legame tra politiche culturali, creatività e sviluppo locale alla luce della riconfigurazione scalare e dei processi territoriali guidati dall’evento in vista del 2019. Nella prima parte viene discusso il quadro teorico-concettuale in cui è inserita la nostra riflessione, con particolare attenzione agli elementi del dibattito geografico relativo agli eventi che appaiono più pertinenti ai nostri scopi. Nella seconda parte l’attenzione è focalizzata sia su una breve ricostruzione critica dell’evoluzione del progetto CEDC come politica culturale europea sia sulle implicazioni che hanno caratterizzato l’evento in alcuni casi che si sono rivelati paradigmatici, specialmente per l’uso che è stato fatto, a scala europea e locale, del concetto di identità culturale, così come per le connessioni sperimentate tra cultura e creatività. Inoltre, i nodi critici prodotti dalla fase post-evento in alcune CEDC appaiono particolarmente utili per l’analisi del momento attuale in cui si trova Matera, prossima alla re- alizzazione dell’evento stesso. Nella terza parte l’attenzione si sposta, quindi, dall’evento al processo, nelle varie forme che ha già assunto alla scala materana: una rivolta a costruire la candidatura, una a ottenere il titolo, una a proiettare nel futuro l’appellativo di European Capital of Culture (ECOC). Nell’ultima parte sviluppiamo, infine, alcune conclusioni preliminari sui limiti e sulle potenzialità (relative a possibili forme di sviluppo territoriale locale) che tale politica culturale dovrebbe/potrebbe generare, secondo le narrative enunciate nei documenti ufficiali e i progetti già implementati, alla scala di questa città media interna dell’Italia del Sud. Abstract: Scales, Dynamics and Territorial Processes in View of Matera 2019: Reflections on Local Development, Culture and Creativity The article analyzes the case study of Matera European Capital of Culture (ECOC) 2019 examining the potential link between cultural policies, creativity and local development in the light of rescaling and territorial processes led by the event in view of 2019. The first part focuses on the theoretical-conceptual framework in which our reflection is included, with particular attention to the elements of the geographical debate concerning the events which appear more relevant to our purposes. In the second part the attention is focused both on a short critical examination on the evolution of ECOC as European cultural policy and on the implications that have characterized the event in some paradigmatic cases, especially for the use of the concept of cultural identity at European and local scale, as well as for the connections experimented between culture and creativity. In addition, the critical issues produced in some ECOCs the post-event during stage appear parti- cularly useful to analyze in the current phase, when Matera is close to the realization of the event itself. In the third part, considering the different scale involved, the focus shifts by the event to the process in the various forms it has already taken at Matera: one aimed at constructing the candidacy, one at obtaining the title, one at projecting into the future the title of ECOC. In the last part we develop some preliminary conclusions on the limits and potentialities (relative to possible forms of local territorial development) that the cultural policy is expected/could generate, according to the narrative enunciated in the official documents and to the already implemented projects, at the scale of this inner medium-size city of Southern Italy. Parole chiave: Capitale europea della cultura, politiche culturali, Mezzogiorno d’Italia, identità europea, creatività Keywords: European capital of culture, cultural policies, Southern Italy, European identity, creativity Libera D’Alessandro, Università di Napoli «L’Orientale», Dipartimento di Scienze Umane e Sociali (DISUS) - ldalessandro@unior.it Luigi Stanzione, Università della Basilicata, Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DiCEM) - luigi.stanzione@unibas.it Benché l’articolo sia frutto del lavoro comune dei due autori, i paragrafi 1 e 2 sono da attribuire a Libera D’Alessandro, i paragrafi 3 e 4 a Luigi Stanzione 78 AGEI - Geotema, 57
1. Eventi culturali e territorio: per un interessante per le discipline territoriali. Ci sof- inquadramento teorico-concettuale fermeremo, quindi, su alcuni casi ritenuti para- digmatici (anche sulla base dell’ormai vasta let- A partire dalla designazione di Matera quale teratura sul tema), al fine di esemplificare come Capitale europea della cultura (CEDC) per l’an- si è evoluto il programma della Commissione Eu- no 2019 – che, al di là delle diverse possibili inter- ropea nell’arco del trentennio 1985-2015 e quali pretazioni del processo, sancisce indiscutibilmen- sono state le implicazioni connesse all’eredità te una fase di trasformazione urbana in una delle lasciata dall’evento, ricordando i tentativi (più o città più paradigmatiche del Mezzogiorno d’Ita- meno riusciti) di connettere cultura e creatività, lia, per il rapporto tra rigenerazione e patrimo- come pure l’enfasi posta sul concetto di identità nio culturale – l’articolo mira a mettere a fuoco territoriale. Nella terza sezione, specificamente gli elementi innovativi e quelli problematici della dedicata al caso di studio di Matera, l’attenzione relazione che si va configurando, sotto l’impulso si sposterà dall’evento al processo, nelle varie de- dell’evento, tra politiche guidate da cultura e cre- clinazioni che ha già assunto a diverse scale: una atività, processi di riconfigurazione scalare e for- finalizzata alla costruzione della candidatura, me di sviluppo endogeno. In linea con il progetto una all’ottenimento del titolo, una alla proiezio- di questo fascicolo – volto a individuare i possibili ne nel futuro dell’appellativo di CEDC. Questo nessi tra identità, esperienze di sviluppo locale spostamento richiama quanto affermano Rich- e riordino amministrativo-territoriale in alcuni ards e Palmer (2010, p. 387) quando parlano contesti delle regioni ex obiettivo «convergenza» dell’evento come processo: «the cities which have (o obiettivo 1) – l’intento non è indagare l’even- been most successful at achieving sustainability to in sé né le politiche culturali urbane tout court, of event impacts in the ECOC [European capital quanto piuttosto l’intreccio tra scale, dinamiche of culture] are those which have viewed the event e processi messi in moto dall’evento, collocandoli as part of a wider process of development and nella dinamica urbana complessiva e nella pro- renewal». Dal momento che tali eventi non pos- gettualità che caratterizzano la città di Matera in sono essere visti solo come parte di processi più vista del 2019. ampi, ma devono essere considerati pure, come Il contributo, a tal fine, è articolato in tre par- tutti i «grandi eventi» (GE), portatori di speci- ti. In questa prima sezione illustreremo il qua- fici progetti di sviluppo territoriale, essi vanno dro teorico-concettuale nel quale si inserisce la indagati non solo per decifrarne la natura, ma nostra riflessione sul possibile (ed evocato sin anche per verificarne gli effetti socio-spaziali, dalla candidatura) legame tra sviluppo locale, così come quelli prodotti dalle possibili sovrap- cultura e creatività: ci soffermeremo, dunque, posizioni alle diverse progettualità relative al sugli elementi del dibattito geografico sugli territorio indagato (Loda, 2014). Già nella fase eventi che appaiono più rilevanti ai nostri fini. preparatoria, la sovrapposizione tra il territorio Nella sezione successiva si intrecceranno due ra- di progetto e «il territorio di contesto» (ibidem, gionamenti: il primo focalizzato sull’evoluzione p. 14) materano sta producendo una riconfigu- del programma CEDC, inteso a sua volta come razione di scale e assetti territoriali: sulla scorta espressione di una specifica politica culturale di pregresse esperienze di ricerca condotte nei che, a varie scale (europea, nazionale, locale), si contesti meridionali, riteniamo di poter trarre relaziona con precise narrative identitarie, veico- alcuni spunti di riflessione dalla specifica decli- lando altrettanto specifiche progettualità, volte nazione del fenomeno alla scala di una città me- a incidere profondamente sulle città selezionate dia interna del Mezzogiorno. come sede dell’evento; il secondo, finalizzato a Il nostro contributo, dunque, se per un verso si mettere in rilievo i nodi problematici emersi in colloca nel filone degli event studies, per l’altro si alcune città nella fase post-CECD. Ciò assume inserisce nelle analisi sui sistemi territoriali locali, rilevanza in quanto Matera attraversa la fase pre- a partire dalle chiavi di lettura che sono state pro- evento mentre scriviamo le ultime note di questo poste dall’interessante utilizzo dell’approccio ter- contributo: riteniamo, pertanto, possa essere di ritorialista per lo studio dei GE (Dansero e Puttil- grande utilità guardare sin d’ora alle criticità li, 2010) e che richiama il più ampio dibattito sui (nuove conflittualità, processi di esclusione della sistemi locali territoriali (SLoT). Nel nostro caso, popolazione locale ecc.) rilevate in alcune prece- tuttavia, si tratta di un approccio che presenta denti esperienze nella fase successiva all’evento, alcune specificità nella sua applicazione perché, che – come ha sottolineato efficacemente Loda come argomenteremo più avanti, è innervato nel- (2014) – rappresenta indubbiamente quella più la geografia del Mezzogiorno (Sommella e Viga- AGEI - Geotema, 57 79
noni, 2005). Rispetto al primo campo di ricerca, ogni anno a una singola città, che si candidava a pur non avendo qui la possibilità di riprendere il diventare non solo nodale per l’attività artistica, vasto dibattito sugli eventi1, riteniamo necessario ma anche vetrina per l’eccellenza culturale e l’in- premettere che, anche per le CEDC, ci appaiono novazione (Griffiths, 2006). Richards e Palmer valide le categorie individuate per la definizione (2010), enfatizzando il legame tra eventi culturali stessa di GE, ovvero temporalità, spazialità e ca- e ispirazione dei singoli individui, ne raccontano rattere programmatico (Bolocan Goldstein, Dan- l’origine e spiegano che l’evento nacque da un’i- sero e Loda, 2014), sebbene esse vadano declinate dea dell’allora ministro greco della Cultura, Me- secondo la specificità degli eventi di matrice cul- lina Mercouri4. L’enfasi era posta sull’utilizzo del turale2. Certamente queste tipologie di eventi si programma come strumento per celebrare la ric- prestano, forse anche più efficacemente di altre, chezza originata dalla diversità delle culture euro- a essere interpretate in prospettiva spaziale. Ciò pee (Quinn, 2010), nonché la comunanza di ele- che sostiene Smith (2012), nel saggio su eventi e menti tra tali culture. L’intento che traspariva al rigenerazione urbana, sembra valere a maggior momento del lancio del programma era, dunque, ragione per eventi di marca culturale: «one use- quello di accrescere la cooperazione attraverso lo ful way of understanding how events assist the sviluppo culturale, che doveva fungere da elemen- production of space and place making is through to di coesione (Griffiths, 2006), di conservazione the idea of territorialisation. Space become territory del passato (Richards, 1996) e come mezzo per through symbolic and material processes – for disegnare insieme l’allora Comunità Europea, example the naming of a site, its organization, conferendo del resto al lavoro di quest’ultima as well as the construction of infrastructures» una dimensione marcatamente culturale (Garcia, (Smith, 2012, p. 38, corsivi nostri). Il riferimento a 2005). territorio, comunità e risorse locali è stato fruttuo- In quella che è stata definita come la prima fase samente applicato ai GE alla scala italiana (Danse- del programma (1985-1989), il focus era tuttavia ro, 2014): l’attenzione, in questo caso, si è spostata sull’evento in sé, mentre, dal 1990, l’attenzione si sul valore aggiunto territoriale, sui processi (di è rapidamente spostata sugli effetti a lungo ter- territorializzazione, de-territorializzazione, riter- mine che esso doveva produrre (Smith, 2012). È ritorializzazione) e, in ultima istanza, sul concetto peraltro necessario ricordare che il 1990 è stato di territorialità3. A tale proposito, raccogliamo le l’anno di Glasgow Città europea della cultura 5, suggestioni di Dansero (2014, p. 37) sulla territo- momento considerato come uno spartiacque tra rialità «aumentata», ovvero sulla «concentrazione le modalità e le finalità che avevano caratterizzato e accelerazione di dinamiche, processi, relazioni l’evento in precedenza e le nuove ambizioni delle attoriali» per riferirci all’evento CEDC come a un città candidate, più connesse alla rigenerazione «territorio di progetto», «un sistema spaziale tem- urbana e alle forme di partenariato pubblico-pri- poraneo con logiche territoriali e sociali proprie» vato6 (ibidem, p. 43). Nel caso di Glasgow, l’utilizzo (ibidem): nel paragrafo successivo riporteremo dell’evento come catalizzatore di forme di riqua- alcuni casi esemplificativi per mettere in luce le lificazione urbana, necessarie a far uscire la città contraddizioni prodotte, in particolare dopo l’e- dal declino industriale (Herrero e altri, 2006), vento nelle città CEDC, dalla sovrapposizione di marcò una transizione che si concretizzò in al- «territori di progetto» a diversi «territori di conte- cune politiche culturali urbane perseguite negli sto» a scala europea. anni seguenti anche dalle altre città. Queste ulti- me, in una prima fase, hanno intrapreso processi di city marketing mentre, in una fase più recente, 2. L’evoluzione del programma CEDC: identità, hanno utilizzato l’evento come strumento per av- cultura e creatività viare veri e propri processi di branding attraverso la cultura (Garcia, 2005). Il legame tra le politiche Le «capitali europee della cultura» rappresen- urbane citate e l’accresciuta competizione tra tano un fenomeno complesso dal punto di vista città è efficacemente sintetizzato da Evans: «the analitico (Herrero e altri, 2006): al pari dei gio- use of culture as a conduit for the branding of the chi olimpici e delle esposizioni universali, sono “European Project” has added fuel to culture city annoverate tra i brand events (Richards e Palmer, competition, whilst at the same time celebrating 2010) più ambiti dalle città per riposizionarsi nel an official version of the European urban renais- quadro della competizione globale. Quando fu sance» (2003, p. 426, corsivo nostro). introdotto, nel 1985, il programma «città euro- Non intendiamo qui passare in rassegna i nu- pee della cultura» prevedeva di assegnare il titolo merosi studi che hanno focalizzato l’attenzione 80 AGEI - Geotema, 57
sui processi di candidatura o sugli esiti territoriali Il riferimento a una duplice identità territoria- dei processi CEDC (in cui dominano soprattutto le (europea e locale) merita un approfondimento, le analisi sull’impatto economico e quello am- sia perché rappresenta uno snodo rilevante delle bientale) né, ancora, elaborare delle tipologie di politiche di sviluppo endogeno alla scala italiana città che hanno ospitato l’evento. Basti, piuttosto, – ispirate a linee di indirizzo europee – sia perché segnalare alcuni elementi tratti da studi di caso è esplicitamente richiamato, come vedremo più che sembrano poter contribuire alla nostra ri- avanti, nei documenti su Matera CEDC 2019 al flessione. Talvolta l’evento è stato utilizzato come fine di sancire, contemporaneamente, un legame strumento di rigenerazione urbana7, producendo, identitario sovralocale e un ancoraggio al territo- tuttavia, una serie di conflitti e tensioni: oltre che rio. L’identità europea e regionale è stata costrui- per il caso di Glasgow 1990, è accaduto per Por- ta intorno a quella che Oancă ha definito, ripren- to 2001, dove quelli che sono stati definiti urban dendo una serie di studi sul tema, come «l’inven- propaganda projects si basarono esplicitamente sul zione dell’Europa attraverso la cultura e le politi- «ritorno al centro» (Balsas, 2004, p. 400) o anco- che culturali dell’integrazione europea e dell’eu- ra per Cork 20058, in occasione del quale evento ropeizzazione» (2015, p. 181, traduzione nostra). l’attenzione si spostò sulla riqualificazione del wa- Dal nostro punto di vista appare particolarmente terfront attraverso forme di governance imprendito- interessante il riferimento alla CEDC come politi- riale (O’Callaghan e Linehan, 2007) e, infine, per ca «which works at the level of the member states Liverpool 2008, quando la strategia di branding and the EU and is thus mostly based on a “regio- fu sviluppata puntando alla rigenerazione di un nal topological” understanding of space» (ibidem), centro-città che divenne il simbolo della trasfor- una politica che contribuirebbe, così, non solo a mazione (Jones e Wilks-Heeg, 2004). costruire l’Europa come regione (politica, econo- È necessario altresì ricordare che tra il 1985 mica e culturale), ma che, a tal fine, costruirebbe e il 2015 sono intercorsi due cambiamenti rile- costantemente confini (geografici e simbolici), vanti nel programma. Il primo, nel 1999, è stato producendo nuove spazialità e nuovi processi di scandito da un mutamento di denominazione inclusione/esclusione basati sulle narrative identi- (dalla «città» alla «capitale» europea della cultu- tà/alterità. La politica culturale veicolata dai pro- ra) e di procedura9. Tale cambiamento, secondo cessi di CEDC si può, dunque, collegare a quanto Evans (2003) e Garcia (2005), va inquadrato in un sostenuto da Paasi (2009) in riferimento a un’i- mutamento di scala e di temi dell’azione politi- dentità regionale europea divenuta uno slogan ca europea. In particolare, Evans arriva persino per la pianificazione e la governance regionale e a sostenere che si è trattato di una sorta di «ca- utilizzata, in un certo senso, come capitale socia- vallo di Troia», attraverso il quale le politiche di le. Alle narrative e progettualità promosse dalle aggiustamento economico strutturale e i finanzia- politiche culturali europee attraverso l’evento menti, precedentemente indirizzati al libero mer- CEDC, non sfugge Matera 2019, come dimostra- cato e allo sviluppo regionale, venivano dirottati no i molteplici riferimenti all’identità europea e verso una rigenerazione urbana guidata dalle arti locale contenuti nell’ultimo dossier di candidatura e dalla cultura, che era in grado di by-passare le con il quale la città ha vinto la selezione, che il- politiche nazionali. Il secondo passaggio rilevan- lustreremo brevemente nell’ultima parte. Anche te è quello marcato, nel 2006, da una decisione l’accento posto su iniziative community-based, che della Comunità Europea (1622/2006/CE) che ha ha reso il programma molto più popolare di altre istituito un’azione comunitaria a favore della ma- progettualità realizzate a scala europea (Oancă, nifestazione CEDC per gli anni dal 2007 al 2019, 2015), è esplicitamente ripreso, nel caso matera- modificando ulteriormente il processo di selezio- no, con particolare riferimento ai processi di ter- ne e, soprattutto, sottolineando la «dimensione ritorializzazione, da realizzare non solo attraverso europea» quale uno dei due criteri chiave per il elementi culturali legati al patrimonio tangibile e programma. Si tratta di un tema considerato fon- intangibile, ma anche per mezzo di nuovi percorsi damentale da Lähdesmäki (2014), il quale – sulla di storytelling e auto-narrazione. scorta di alcuni studi precedenti – ha sottolinea- Tornando all’evoluzione del programma, per to che tale dimensione, fino al primo decennio capire in che modo esso sia divenuto strategico Duemila, era stata scarsamente percepita durante anche per città di dimensione media e piccola, le manifestazioni delle CEDC, sia per la vaghezza una periodizzazione interessante è quella pro- del concetto di «identità europea» sia per la man- posta da Richards e Palmer11 (2010, pp. 205-206) cata enfasi conferita all’Europa nell’implementa- con particolare riguardo allo sviluppo del budget zione degli eventi stessi10. destinato alle CEDC. I due studiosi suddividono AGEI - Geotema, 57 81
in tre fasi l’evoluzione budgetaria dell’evento: 3. Una Capitale europea della cultura nel quella, che abbiamo già definito come la prima Mezzogiorno fase (1985-1989), caratterizzata dai cosiddetti «fe- stival costosi» (ovvero festival culturali estesi in Da qualunque punto di vista la si guardi, appa- città che possedevano già notevoli infrastrutture re abbastanza evidente che la designazione di Ma- culturali); la seconda fase (1990-2004), di conso- tera a Capitale europea della cultura abbia inne- lidamento dell’evento, che è stata contrassegnata scato un processo (dunque, non solo la proiezione dagli «investimenti nella rigenerazione culturale» verso un evento) che potremmo suddividere in tre (si trattava, in questo caso, di città funzionalmen- tappe fondamentali: ideazione della candidatura, te meno dotate, che individuavano nell’evento costruzione dei percorsi per raggiungere l’obietti- l’opportunità per sviluppare le infrastrutture cul- vo (allestimento del dossier), designazione. Da qui turali e il proprio profilo internazionale, al fine di in poi parte una quarta fase, quella che riguarda attrarre investimenti e turisti); la terza fase (dal la realizzazione delle attività da svolgere entro, e 2005 in poi), etichettata con l’espressione «inve- incluso, il 2019; infine, segue una quinta fase, for- stimenti nelle infrastrutture», che sintetizza effi- se la più importante, volta a «capitalizzare» per cacemente la tendenza verso una maggiore spesa il futuro quanto si è riusciti a realizzare. Natu- per la realizzazione dell’evento. ralmente, nella fase attuale, di fronte ad azioni e L’evoluzione del programma, secondo alcuni iniziative spesso ancora in fieri, si ritiene (anche studiosi del tema, offrirebbe a città di dimen- metodologicamente) corretto ricostruire esclusi- sione piccola e media e non ancora abbastan- vamente il cammino fin qui compiuto per tentare za note a scala internazionale, una chance per di ipotizzare possibili e credibili scenari futuri. competere: a tale proposito Lähdesmäki afferma L’associazione culturale «Matera 2019», primo che «particularly for smaller non capital cities soggetto promotore dell’iniziativa, alla fine del the possibility of promoting the city as European 2016 – in un incontro con Aurelia Sole, presiden- (i.e. important, particular or typical in European tessa della fondazione «Matera-Basilicata 2019» e terms) is a significant opportunity for branding rettrice dell’Università della Basilicata – richiama- the city» (2014, p. 193). Proprio in un’ottica di va l’attenzione su due passaggi fondamentali della promozione della città e di city branding 12, sempre già citata decisione 1622/2006/CE del Parlamen- più spesso anche in città di tale dimensione, l’a- to e del Consiglio europei. Innanzitutto, quello genda delle politiche urbane si richiama alla ne- secondo il quale, da uno studio effettuato sui ri- cessità di collegare cultura e creatività13. Sebbe- sultati ottenuti fino al 2004, emerge che «la ma- ne non sia possibile individuare dei meccanismi nifestazione “Capitale europea della cultura” […] causa-effetto, alcuni esempi aiutano a capire in ha ripercussioni positive per la risonanza data dai che modo cultura e creatività siano state legate mezzi di comunicazione, lo sviluppo culturale e a processi di rigenerazione in città CEDC: Smith turistico e il riconoscimento da parte degli abi- (2012) – riprendendo la distinzione di Richards tanti dell’importanza del fatto che la loro città sia e Wilson (2007) tra cultura (con radici nel pas- stata nominata». Inoltre – seconda considerazione sato) e creatività (fondata su abilità e talento) e – al fine di «garantire che la manifestazione “Ca- proponendo gli stessi principi per differenziare pitale europea della cultura” abbia effetti duratu- imprese culturali e creative – ha rilevato un au- ri, è auspicabile che la manifestazione e le strut- mento di queste ultime nella fase post-evento dei ture e le capacità create nel suo contesto vengano citati casi di Glasgow 1990 e Liverpool 2008; al utilizzate quale base per una strategia duratura di contrario, come ha ricordato Miles (2005), Balsas sviluppo culturale delle città interessate» (punti 2 (2004) ha riscontrato che il processo di moder- e 12 della decisione). nizzazione delle cultural facilities nel caso di Porto Concludiamo con poche parole su Matera. Una 2001 è avvenuto proprio a spese di quella che è città abbastanza nota in Italia: poco più di 60.000 definita come civic creativity. abitanti al 2017, «antica custode della “vergogna Nei paragrafi successivi vedremo come, anche dell’umanità” di leviana memoria, oggi, soprattut- già nella fase di candidatura, cultura e creativi- to in virtù del riconoscimento da parte dell’Une- tà siano state scelte come drivers anche in alcuni sco dei Sassi quali patrimonio universale (1993)» processi di territorializzazione nel caso materano, (Stanzione e Viganoni, 2012, p. 555), inserita in ma appare innanzitutto opportuno ricostruire le circuiti internazionali legati al turismo (soprat- diverse fasi che hanno condotto all’attuale traiet- tutto culturale); essa appare, dopo le formidabili toria di sviluppo della «Città dei Sassi» (Stanzione sperimentazioni degli anni Cinquanta, di nuovo e Viganoni, 2012). aperta all’innovazione e capace di diffondersi ri- 82 AGEI - Geotema, 57
zomaticamente: in grado, cioè, di creare nuove cambiamento complessivo degli assetti. Insomma, connessioni in direzioni molteplici, in maniera l’analisi dei dossiers sembrerebbe mettere in luce duratura e non sempre visibile a chi avesse occhi l’idea che la cultura, ovviamente non scollegata per vedere solo ciò che appare in superficie. I do- da un’adeguata infrastrutturazione, possa altresì cumenti e i progressivi passaggi della costruzione costituire il collante per un riordino territoriale. della candidatura, che ci accingiamo a esaminare, Sin dal progetto CADMOS dell’associazione sembrerebbero confermare tale interpretazione. «Matera 2019», che si configura come una sorta di «pre-dossier» realizzato e presentato alla citta- dinanza nel 2009, si sostiene che la progettazione 3.1. Le origini del processo della candidatura è già in sé «un’opportunità uni- Tra il 2008 e il 2009, un piccolo nucleo di gio- ca per pianificare in modo organico l’insieme del vani materani comincia a riflettere sulla possibili- territorio, creando un marchio intorno a dei temi tà di una candidatura e costituisce l’associazione forti» (Associazione Culturale Matera 2019, 2009, «Matera 2019», redigendo, tra l’altro, un manife- p. 4). E che: sto di riflessioni e intenti14. Si trattava proprio di una partenza bottom-up. Tuttavia, dopo la realiz- non è solo la città che si candida […] [mentre è zazione di un sito web e l’avvio di incontri e par- possibile] associare un territorio regionale o euro- tenariati con altre associazioni (locali, culturali o regionale [il riferimento è a Lilla 200415] […] facen- do emergere […] un sentimento di appartenenza impegnate nel terzo settore), con l’Università, ma ad una stessa comunità […] [in collegamento] con anche con gli organi di governo delle istituzioni strategie locali di sviluppo territoriale […] sulla base comunali e provinciali e con numerosi Comuni di un percorso di eventi che porterebbero alla tra- della regione, che condivisero le linee program- sformazione dell’assetto urbano, delle infrastrutture matiche per la proposta di candidatura, ben pre- [ibidem, pp. 5 e 13]. sto il cerchio e l’interesse si allargarono. I nuclei di riflessione sulla città partono, sì, D’altronde, sin da quegli anni furono avviati dall’esistente, cioè dalle bellezze da valorizzare e contatti con la vicina Puglia e, anche in confron- dalla volontà di renderle maggiormente fruibili ti più recenti, si è sempre ribadita la necessità di (in primis i Sassi e i segni della civiltà rupestre); un quadro territoriale di riferimento coincidente tuttavia l’attenzione, nel primo dossier di candida- almeno con il nostro Mezzogiorno. Su tali basi si tura, è posta con forza sulla capacità di mutamen- arriva in anni a noi più vicini, quando il quadro to e di apertura verso l’esterno che già in passato politico cittadino muta (nuova giunta comunale), la città ha mostrato di avere e che, nel presente, ma il progetto non viene abbandonato, anzi. Sia con l’opportunità offerta da una candidatura pur suscitando una dialettica interna tra i soggetti CEDC, può di nuovo attivare per raccogliere la promotori e le nuove linee d’indirizzo che porte- sfida del cambiamento (Associazione Culturale ranno al primo dossier «ufficiale», si ampliano e Matera 2019, 2009). Si potrebbe affermare che la si approfondiscono gli obiettivi, si specificano le città si sia dimostrata resiliente da sempre: da ver- necessarie connessioni territoriali per la riuscita gogna dell’umanità a esempio di rigenerazione della candidatura e ci si confronta con specialisti urbana, guidata da équipes multidisciplinari for- nazionali e internazionali nel campo della cultura mate da specialisti di chiara fama venuti da ogni e del management culturale: alcuni di questi entre- parte d’Italia e non solo (UNRRA-CASAS, 1956), ranno nella struttura della governance del progetto a patrimonio dell’umanità e, infine, a candidata e o collaboreranno affiancando lo staff (Comitato poi designata come CEDC. Matera 2019, 2013, p. 95). Ciò che, dal nostro punto di vista, appare in- La parola d’ordine che guida il dossier (conse- teressante è che, sin dalle prime battute di avvio, gnato al MIBACT nel settembre 2013) che porterà le considerazioni progettuali abbiano avuto come Matera nella shortlist delle città candidate – con riferimenti territoriali scale diverse. Sia pur em- Siena, Cagliari, Lecce, Ravenna, Perugia-Assisi – è brionalmente, all’inizio del processo, ma via via «Insieme, dal basso»: slogan finalizzato a sostenere in maniera più esplicita, gli attori in campo han- fortemente l’idea che, per realizzare seri e dura- no non solo ampliato lo scenario degli interventi turi programmi culturali, capaci di incidere pro- (la città, le aree provinciali, la regione, le regio- fondamente nel tessuto urbano e non solo, siano ni vicine e, naturalmente, l’Europa), ma hanno necessari la partecipazione e il contributo critico gettato le basi affinché, grazie alla candidatura dei cittadini. Accanto a questo, un altro concetto prima e alla designazione poi, si potessero im- guida la candidatura e il programma: quello di maginare rapporti forieri di «alleanze» per un «abitante culturale», ovvero un cittadino (anche AGEI - Geotema, 57 83
temporaneo, un turista, ad esempio) che intende Nell’ultima fase, dopo la redazione e la presen- la cultura quale bene comune primario, che in- tazione del secondo dossier di candidatura che ha clude saperi umanistici, scientifici ed economici visto il costituirsi di una governance del processo, (Comitato Matera 2019, 2013, p. 4). di cui era protagonista il Comitato «Matera 2019» Le numerose iniziative proposte e realizzate (presieduto dal sindaco della città e dal presiden- (Futuro remoto, Radici e percorsi, Riflessioni e connes- te della Regione Basilicata, affiancati da un diret- sioni, Continuità e rotture, Utopie e distopie) si raccor- tore generale e da un direttore artistico), suppor- dano nell’ipotesi di creazione ex novo di un mu- tato da personalità attive nel mondo della cultura seo demoetnoantropologico e nella costruzione di notorietà nazionale e internazionale, si è giunti di una scuola di design; ma, nel contempo, non all’ambita designazione (17 ottobre 2014; l’altra si trascurano la riqualificazione di interi borghi capitale designata è Plodviv, in Bulgaria)17. Il sog- periferici e l’affiancamento a progetti già in fase getto preposto ad attuare le linee di intervento di realizzazione (campus universitario, completa- delineate nel dossier finale di candidatura, con la mento della Casa di Ortega ecc.). Uno dei principi funzione di consolidare il posizionamento acqui- guida, dal punto di vista della fisicità territoriale, sito da Matera e dalla Basilicata a livello europeo è quello del riuso, contrapposto al nuovo edifica- nel settore della creatività e di diventare una piat- to; mentre, sul versante del collegamento della cit- taforma culturale per il Mezzogiorno d’Europa, è tà con aree poste a distanze diversificate, si fa leva la Fondazione Matera-Basilicata 2019 che gestirà, su operazioni in corso d’opera che necessitano di monitorerà e valuterà la strategia culturale deli- nuovo impulso, come il completamento del rad- neata nel dossier (2015-2020). doppio della SS 96 e della linea ferroviaria Appu- Il secondo dossier riprende e specifica, anche se lo Lucana (collegamenti tra Bari e il suo aeropor- con un linguaggio forse più adatto agli addetti ai to, di recente ampliato, e Matera). Nel contempo, lavori (e ai valutatori europei) che non ai cittadi- verso ovest, si punta a un miglioramento, in corso, ni, le tappe e le sfide insite nel processo di realiz- dei collegamenti con Potenza e, dunque, con Na- zazione del programma. Il nuovo “slogan” adot- poli16. Non mancano, d’altronde, iniziative volte tato (ricordiamo che il primo era «Insieme, dal alla programmazione di eventi con la Calabria e basso») diventa, significativamente, Open Future, la stessa Campania. a sottolineare l’impegno per creare una marcata Ovviamente, accanto a tali programmi di va- accessibilità, estesa a soggetti e territori moltepli- sto respiro, ruotano miriadi di iniziative cultu- ci, in relazioni alle iniziative previste. Sarebbe qui rali volte a sviluppare nei cittadini (attraverso il impossibile elencarle tutte; ci limiteremo, di con- coinvolgimento diretto e la partecipazione attiva) seguenza, a indicarne i principali filoni d’inter- la consapevolezza dell’opportunità offerta dalla vento. Vengono ripresi i temi del primo dossier e candidatura. Molte di queste azioni – rivolte, ad indicati due progetti chiave I-Dea e l’Open Design esempio, alla «rivitalizzazione» sociale dei quar- School. Il primo è finalizzato alla realizzazione tieri periferici e al proliferare di manifestazioni dell’istituto demoetnoantropologico, mediante ed eventi che hanno riguardato tutti i campi del- l’utilizzo di progredite tecniche di digitalizzazio- la dimensione culturale (spettacolo, musica, arti ne e di cultural mapping: si tratterebbe cioè di una visive ecc.) – sono state realizzate quasi sempre sorta di «archivio degli archivi» e di una «colle- con la condivisione di cittadini e istituzioni. Così zione di collezioni» che renderebbe disponibile come un importante sforzo imprenditoriale si è online, a ricercatori, studenti, cittadini e artisti, il concentrato sulle attività commerciali volte alla patrimonio di archivi già esistenti sul territorio, diffusione dell’artigianato locale, alla ristora- oltre a un luogo, questo sì fisico, attrezzato per zione ispirata alle tradizioni regionali e all’acco- ospitare spazi espositivi, incontri, dibattiti di livel- glienza (soprattutto B&B e case vacanza). lo internazionale e mostre. Nel contempo, i temi del riordino territoriale Per gli estensori del dossier, l’Open Design e del necessario coordinamento delle azioni sono School, invece, dovrebbe rappresentare, sulla base presi seriamente in considerazione. Si fa riferi- di saperi presenti sul territorio (il riferimento è mento, non solo alla difficile e importante realiz- al «distretto del salotto»), una scuola fondata sui zazione di rapporti europei mirati al rafforzamen- principi dell’open culture riunendo, al proprio in- to del turismo e degli scambi culturali, ma anche, terno, designers, artigiani, accademici in un clima alla scala locale, si insiste sulla necessità di colle- di innovazione nell’ambito dell’arte, della scienza gare meglio realtà che, di fatto, hanno già tanto e della tecnologia, che avrà come compito pre- in comune, come nel caso della Puglia e dell’area ponderante, ma non unico, quello di produrre murgiana (Iacovone e altri, 2016). localmente gran parte della strategia di design e 84 AGEI - Geotema, 57
di allestimento per la realizzazione degli eventi caratterizzato la storia recente, ma non solo, della culturali previsti per il 2019. L’operazione, che ha piccola Basilicata (10.000 km² che ospitano poco connesso esperienze locali a «mondi lontani», ha più di 570.000 abitanti!) sembrerebbe fortemente fatto registrare una larga e intensa partecipazione attenuarsi in vista di un obiettivo comune. Centri di cittadini, scolaresche e operatori culturali, im- appartenenti alle due province hanno aderito al pegnati in manifestazioni che hanno, con succes- progetto apportando valori culturali e specificità so, collegato il sapere al saper fare. locali. Le grandi regioni limitrofe hanno manife- stato interesse per la realizzazione del program- ma. In particolare, la Città metropolitana di Bari, 3.2. Uno sguardo al territorio sulla base delle nuove possibilità prospettate dal- Ambiziosi e affascinanti progetti e concrete la «legge Delrio» e dallo statuto metropolitano, realizzazioni hanno sottolineato che un aspetto sembrerebbe voler promuovere forme di riordino niente affatto secondario emerge dalla candida- territoriale incentrate su progetti culturali che tura prima e dalla designazione poi: quello della tendano a «federare» territori e che, a prescin- dimensione territoriale. In tempi rapidi Matera dere dalla loro appartenenza amministrativa (re- 2019 diventa «Matera-Basilicata 2019». Si è tratta- gionale), sviluppino visioni di comune interesse to di un passaggio di scala necessario (finanzia- in campo infrastrutturale e, soprattutto, in rela- menti regionali), ma anche significativo sul pia- zione alla possibilità di creare nuova e qualificata no simbolico e fattuale: la perenne «separatezza/ occupazione. Alcuni segnali fanno pensare alla conflittualità» tra i due centri maggiori che ha concreta possibilità strategica di delineare uno Fig. 1. L’estensione spaziale dell’ambito di prossimità della candidatura di Matera CEDC 2019 Fonte: Bollo, Grima e D’Auria, 2014, p. 13, (http://www.matera-basilicata2019.it/it, ultimo accesso 18.XI.2018) AGEI - Geotema, 57 85
scenario che metta insieme «osso e polpa» del- videre, dunque, l’idea secondo la quale «Matera le regioni meridionali, che possa moltiplicare la deve (possa) andare oltre i Sassi guardando al si- forza di negoziazione di aree che, per molti ver- stema policentrico murgiano, del quale fa parte si, sono connotate da tratti comuni. L’attenzione unitamente alle città pugliesi di Altamura e Gravi- verso le regioni limitrofe è finanche rappresen- na, poste tra i due parchi» (Mininni e altri, 2016, tata, nel dossier, dalla cartografia dell’ambito di p. 128). Certamente, però, non potrà fermarsi alle prossimità della candidatura, che «raggiunge in soglie dei territori limitrofi: la posta in gioco deve un’isocrona di un’ora un bacino di due milioni riguardare l’intero Mezzogiorno, il coinvolgimen- di abitanti» (Bollo, Grima e D’Auria, 2014, p. 13); to e il confronto con realtà ed esperienze naziona- l’ambito, come dimostra la didascalia della figura li e internazionali. che abbiamo riportato al fine di evidenziarne la valenza discorsiva, fa riferimento non solo al nu- mero di abitanti, ma anche alle caratteristiche del 4. Alcune conclusioni previsionali territorio (fig. 1). L’interesse della Regione Puglia e della Città di Oltre alle riflessioni sulla riconfigurazione del- Bari, nonché della Città metropolitana, per i pro- le scale territoriali e sulla sovrapposizione con le cessi avviati da Matera 2019, non è, in verità, di progettualità del «territorio di contesto»20, i do- recente conio. Sin dalla costituzione dell’associa- cumenti che connotano la fase pre-evento ci con- zione «Matera 2019», di cui abbiamo già detto, tali sentono di sviluppare alcune considerazioni sulle interessi si sono appalesati e sono stati stimolati in potenzialità e sui limiti del processo così come si numerose occasioni di confronto. D’altro canto, configura nella fase attuale. Tra le prime si ravvi- non poteva essere diversamente. Dalla stagione sa, almeno sul piano delle intenzioni e non senza dei progetti integrati territoriali (PIT), appariva enfasi retorica, il tentativo di superare alcuni ele- abbastanza evidente la necessità di creare stru- menti che avevamo citato come nodi critici delle menti di governo del territorio idonei a scavalcare precedenti esperienze di CEDC. Tra i secondi, in- i confini regionali (Di Mola e Stanzione, 2003), vece, appare più complesso individuare, nei riferi- in aree che condividevano risorse e problemi me- menti congiunti alla cultura e alla creatività, dei ritevoli di essere affrontati stabilendo strategie meccanismi causa-effetto che inducano a forme comuni18. di sviluppo endogeno, anche se è possibile notare Le storie, talvolta, si ripetono. Oggi, forse, si ha una crescente attenzione alla specificità delle «ri- la possibilità di ripensare – sulla base di un pro- sorse ambientali, storico-artistiche, di tradizioni gramma di sicuro interesse internazionale, incen- culturali, di saperi territorializzati, ecc.» (Loda, trato sulla cultura, sull’ambiente, sull’accessibilità 2014, pp. 14-15), una specificità estremamente ai dati territoriali, sulla democrazia partecipata – rilevante in vista delle forme di radicamento dei alla creazione di quadri normativi che tengano GE. finalmente conto della fine della città murata Nel primo caso può essere utile ripartire dal medievale. Qui, per motivi di spazio, accennere- concetto di identità, così come veicolato dai docu- mo solo a un caso, ma riteniamo che alcune ri- menti preparatori, che ne enfatizzano la valenza flessioni siano applicabili anche ad altri contesti transcalare; in particolare, il dossier con il quale meridionali, e non solo. Il riferimento è quello è stata vinta la candidatura recita «al centro del relativo al riconoscimento, da parte dello statuto nostro programma ci sono i cittadini: gli abitan- della Città metropolitana di Bari, di rilevanti spe- ti di Matera, della Basilicata, del Mezzogiorno e cificità all’Alta Murgia, inerenti alla morfologia dell’Europa» (Bollo, Grima e D’Auria, 2014, p. 5). territoriale19, all’identità paesaggistica e all’orga- L’aspetto simbolico, di rafforzamento dell’identi- nizzazione degli spazi. Tale consapevolezza, sulla tà europea attraverso pratiche discorsive che con- base delle opportunità organizzative offerte dal- feriscono alle identità locali una proiezione trans- la «legge Delrio», concorre, insieme al delineato nazionale e globale, è stato analizzato da Sambre processo «Matera-Basilicata 2019», a individuare, (2017) attraverso l’approccio della critical discourse dunque, un complessivo milieu ambientale, ma an- analysis in un interessante studio sul già citato de- che economico (sia rispetto alle attività agricolo- finitivo dossier di candidatura. Un elemento di in- pastorali tradizionali sia, in tempi recenti, rispet- dubbio interesse, per la prospettiva che abbiamo to alla presenza, a cavallo tra le due regioni, del scelto, è l’accento posto dallo studioso sulla cre- «distretto del mobile imbottito») che consente di azione narrativa, nel progetto culturale di «Ma- individuare un’area ben più vasta comprendente tera 2019», di uno spazio «esperienziale» aperto altresì la Murgia materana. Non si può che condi- e multi sfaccettato (ibidem, 2017, p. 219): se, da 86 AGEI - Geotema, 57
un lato, si insiste sulle esperienze vissute a scala in ultima istanza, sono forme di creatività: un locale, dall’altro esse diventano «an explicit part tentativo interessante in tal senso è prospettato of a collective narration or storytelling, in which nella progettualità relativa al community heritage local and regional cultural players from Matera e, ancora di più, nelle forme di territorializza- and Basilicata are involved in collaborative com- zione attraverso cultura e creatività presentate munication with non-Italian cultural stakehol- nel progetto B-Stories, «un progetto di storytelling ders in other, less peripheral, cultural capitals» e di auto-narrazione territoriale che mira a cre- (ibidem, p. 220). E ancora, riprendendo il dossier, are un’antologia digitale di racconti mettendo «la cultura è il fulcro della sua identità: germi- in connessione le persone, i luoghi e le storie di nata non dalla ricchezza, bensì da un istinto per queste reti attraverso un processo di co-creazio- l’autosufficienza» (Bollo, Grima e D’Auria, 2014, ne con la comunità» (Bollo, Grima e D’Auria, p. 20). Quest’ultimo concetto è sotteso a tutto il 2014, p. 81). processo e strettamente legato a quello di resilien- In questa fase, le nostre riflessioni non posso- za, che viene associato alla crisi economica e alla no che essere previsionali e dovranno, dunque, capacità, che affonderebbe le radici negli episo- essere sottoposte a necessaria verifica alla luce di di di scarsità e vergogna con i quali la città si è evidenze empiriche nella fase dell’evento stesso e, confrontata in passato, di rispondere con i valo- soprattutto, in quella successiva, per valutarne gli ri della frugalità e del coraggio: tali valori, come esiti territoriali: riteniamo, però, che il riferimen- pure la resilienza, possono essere considerati con- to alla sostenibilità e alla resilienza, se agganciato seguenza diretta della marginalità (Sommella, a risorse territoriali specifiche come quelle cultu- 2017). Coraggio e resilienza vengono citati anche rali, ma nella dimensione nuova della creatività, come parte dell’«eredità creativa» di questi luoghi potrebbe rappresentare un’occasione unica per (Bollo, Grima e D’Auria, 2014, p. 22), provando coniugare la ricerca di attrattività con quelle ipo- a mettere esplicitamente in relazione una dupli- tesi di auto-sostenibilità locale (Magnaghi, 2000) ce dimensione della creatività, che affonderebbe e con quelle forme di sostenibilità territorializzata le radici nel passato, guardando, al tempo stesso, che ci sembrano ancora, alla scala di una città me- al futuro. L’orizzonte più ampio, in termini sia di dia del Mezzogiorno, le più adatte (Sommella e spazialità sia di temporalità, è evocato non solo Viganoni, 2001) a innescare una qualsivoglia for- per garantire un coinvolgimento alle popolazioni ma di sviluppo locale territoriale. locali, ma anche per attrarre i «cittadini tempora- nei», che vengono esplicitamente distinti dai turi- sti: «grazie ai nuovi cittadini temporanei, il nostro programma inizia prima e prosegue ben oltre il Riferimenti bibliografici 2019, travalicando i confini della Basilicata» (ibi- Associazione Culturale Matera 2019 (2009), CADMOS alla ricer- dem, 2014, p. 5). Infine, il duplice riferimento a ca di Europa, prima conferenza preparatoria verso Matera2019, una geografia dei territori (Matera, Basilicata, Matera (https://www.associazionematera2019.it/manifesto-per- Alta Murgia, Cilento, Pollino) e a una geografia matera/il-dossier/, ultimo accesso 18.XI.2018). delle relazioni (Matera, il Sud e i lucani nel mon- Balsas Lopes Carlos José (2004), City Centre Regeneration in the Context of the 2001 European Capital of Culture in Porto, Portu- do) sembrerebbe manifestare la volontà di coniu- gal, in «Local Economy», 19, pp. 396-410. gare processi di territorializzazione pre-evento a Bianchini Franco (1993), Remaking European Cities: The Role of differenti scale, ma rischia di riproporre quella Cultural Policies, in Franco Bianchini e Michael Parkinson che è stata definita da Dansero come una forma (a cura di), Cultural Policy and Urban Regeneration: The West di radicamento contraddittorio tra «logiche area- European Experience, Manchester-New York, Manchester Uni- versity Press, pp. 1-21. li, che spingono appunto al radicamento, e quelle Biçakçi Ayşe Banu (2012), Branding the City through Culture: Is- reticolari, che ricercano rapporti più leggeri con i tanbul, European Capital of Culture 2010, in «International contesti locali» (2014, p. 40). 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Ciò vale Comitato Matera 2019 (2013), Matera città candidata capitale eu- soprattutto per il riferimento alle politiche com- ropea della cultura 2019, Matera, Antezza Tipografi (http:// munity-based, da realizzare attraverso quelle che, www.matera-basilicata2019.it/it; ultimo accesso 18.XI.2018). AGEI - Geotema, 57 87
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