SCACCO MATTO ALLA PARTITA DOPPIA - Mauro Distefano Capirla per comporre senza difficoltà le scritture contabili - Armando Editore

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                                  Mauro Distefano

                  SCACCO MATTO
                ALLA PARTITA DOPPIA
                     Capirla per comporre
              senza difficoltà le scritture contabili

                                     ARMANDO
                                      EDITORE
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        Immagine di copertina: Freepik.com. Questa copertina è stata programmata utilizzan-
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        ISBN: 978-88-6992-715-7
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                                                                A mio figlio Fabio,
                                                   per avermi stimolato a scrivere
                                       e per aver seguito costantemente la stesura
                                  del libro contribuendo con opportune riflessioni
                                                             e validi suggerimenti.
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        Sommario

        Presentazione                                  9

        Nota dell’autore                              11

        Introduzione                                  13

        Capitolo primo
        La situazione contabile finale                17

        Capitolo secondo
        Il conto                                      25

        Capitolo terzo
        Il metodo e il sistema                        29

        Capitolo quarto
        La prima nota, il giornale, il mastro         33

        Capitolo quinto
        La scacchiera                                 35

        Capitolo sesto
        Il piano dei conti                            39

        Capitolo settimo
        Le scritture d’esercizio                      43

        Capitolo ottavo
        La chiusura dei conti                         81
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        Capitolo nono
        Il bilancio d’esercizio                      123

        Capitolo decimo
        La riapertura dei conti                      131

        Capitolo undicesimo
        La classificazione dei conti                 153
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        Presentazione

             Mauro Distefano, ex allievo del prestigioso I.T.C. “Q. Sella” di Roma che
        per lunghi anni ho presieduto, dando corso alla sua confessata vocazione par-
        tiduplistica, si è cimentato nel proporre una nuova metodologia per comporre
        le scritture contabili in partita doppia. Al di fuori della prassi seguita dalla pub-
        blicistica tradizionale propone un lavoro originale che ritengo sarà senz’altro
        utile a coloro che vorranno avvicinarsi alla materia che tradizionalmente può
        risultare ostica. L’autore nel suo lavoro semplifica al massimo le nozioni ra-
        gionieristiche rendendole accessibili senza tediare il destinatario. La sua pub-
        blicazione non potrà non trovare favorevole accoglienza tra i neofiti contabi-
        li. Le scritture contabili sono uno strumento di controllo della gestione azien-
        dale, sono quindi preziose per un’attenta ed oculata vita dell’impresa; alla lo-
        ro conoscenza dovrebbero aspirare tutti coloro che a vario titolo si avvicinano
        alla vita dell’impresa. Auguro all’autore i più vivi successi per l’impegno pro-
        fuso che ritengo meritevole per la sua originalità didattica.

                                                                       Prof. Duilio Luttazi
                                                  già Preside dell’I.T.C. “Q. Sella” di Roma,
                                                            dell’I.T.C. “V. Gioberti” di Roma
                                                          e dell’I.P.T. “G. Romano” di Roma

                                                                                           9
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        Nota dell’autore

            Ciò che mi ha spinto a scrivere questo manuale è per prima cosa la passio-
        ne che, fin da ragazzo, ho avuto per la ragioneria e in particolare per la parti-
        ta doppia che ho sempre considerato come un gioco, una sorta di “monopoli”
        in cui si succedono acquisti, vendite, pagamenti e incassi, con tanto di “impre-
        visti” e “probabilità”.
            Nell’affrontare la spiegazione della partita doppia, non ho considerato i
        conti a seconda della natura attribuita loro dalle classificazioni, sempre sog-
        gette a evoluzioni e cambiamenti dettati dalle diverse scuole di pensiero, ma
        unicamente in base alla loro destinazione nella situazione contabile finale, da
        sempre accettata da tutti gli studiosi.
            Con questo manuale mi rivolgo sia a chi si avvicina per la prima volta al-
        la materia sia a chi, pur avendola già affrontata, ha trovato difficoltà a entrare
        in sintonia con essa; ho utilizzato un linguaggio semplice e diretto, non rinun-
        ciando peraltro a lanciare anche qualche “provocazione” allo scopo di stimo-
        lare il lettore a opportune riflessioni; ho inoltre fatto ricorso ad alcune prege-
        voli citazioni di autori del passato; non si tratta di un sunto di ragioneria ma
        di una “lettura alternativa” e allo stesso tempo “complementare” ai testi tra-
        dizionali.

           Buona lettura

                                                                                       11
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        Introduzione

        1. Il gioco

             Il gioco si svolge tra l’azienda e tutto ciò che entra in relazione con essa a
        esempio clienti, fornitori, dipendenti, proprietario, banche, denaro, merci;
        ogni partita (esercizio) dura un anno, di norma dal 1° gennaio al 31 dicembre
        (periodo amministrativo); alla fine non avremo vincitori ma la partita risul-
        terà ben giocata se il bilancio, che naturalmente deve quadrare, riuscirà a ri-
        specchiare l’effettiva situazione patrimoniale, finanziaria ed economica del-
        l’azienda.
             Il ruolo che interpreteremo noi sarà quello dell’azienda e dovremo quindi
        identificarci con essa per poter ragionare con la sua stessa ottica.
             Il termine azienda deriva dal latino “agenda” (cose da farsi); secondo il co-
        dice civile (art. 2555) è “il complesso dei beni organizzati dall’imprenditore
        per l’esercizio dell’impresa”.
             L’azienda, come l’uomo, nasce, vive e cessa di vivere e in tutti questi mo-
        menti compie diverse operazioni come reperire mezzi finanziari, acquistare
        fattori produttivi, effettuare pagamenti, vendere prodotti e servizi, realizzare
        incassi; tutte queste operazioni rappresentano i fatti amministrativi.
             La partita doppia è un metodo che consente di rilevare questi fatti ammi-
        nistrativi e fornire, tramite le situazioni contabili ed il bilancio, i dati azienda-
        li; questi dati verranno utilizzati, con diverse finalità, dal titolare e da altri sog-
        getti.
             Giovanni Antonio Moschetti, docente di ragioneria, che definisce la parti-
        ta doppia “l’arte del quaderno”, pubblicò a Venezia nel 1610 il volume “Del-
        l’universal trattato di libri doppi” nel quale paragona la partita doppia alla mu-
        sica:

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                 «Chi mi negherà che il libro doppio non sia simile alla Musica, a
             quella Musica, dico, della quale consistono i Cieli, le Sfere e gli Ele-
             menti: tutte le cose create, et lo stesso lor Creatore Iddio?
                 Poiché siccome nella Musica, per star nei confini propri dell’arte
             propria del canto, tante così varie, e diverse voci com’è l’Alto, il Bas-
             so, il Soprano, l’Acuto, il Grave, il Medio, il Tenore, et che so io han-
             no tra loro una relazione così ben ordinata, che non solo non recano fa-
             stidio agli ascoltanti, ma ancora apportano seco grata, dolce et soave
             melodia: così nel libro doppio tanta varietà di dare, et havere: Giorna-
             le et Libro Maestro: partite grandi, et partite picciole: perfette, et im-
             perfette, prime et secondarie con bella corrispondenza, et simpatia, che
             in esso si acorge non solamente, non rende gli negotii oscuri, et per-
             plessi gli animi: ma cagiona ancora quiete, et tranquillità nelle menti
             de’ lor padroni, et si come nella Musica tutte le dette voci, et il loro con-
             certo si reggono per la chiave, et per la battuta, così et non altrimenti,
             tutti gli negotii, traffichi, et faccende nel libro doppio a quelli duoi ter-
             mini riguardano Cavedal et Pro e Danno*».

           * per cavedal et pro e danno si intendono rispettivamente patrimonio e
        reddito

        2. Il dare e l’avere

            Si presentano come due sezioni o colonne affiancate, si potrebbero chia-
        mare tranquillamente “avere” e “dare”, non cambierebbe nulla; in passato, in
        luogo di “dare” e “avere” furono utilizzati altri termini come “per” e “a” o
        “man sinistra” e “man dextra”, l’importante è che siano in contrapposizione
        tra loro come “più” e “meno”; vedremo poi che, a seconda dei casi, attribui-
        remo al dare e all’avere significati diametralmente opposti infatti, il dare po-
        trà assumere sinonimo di attivo o di negativo e l’avere di passivo o di positi-
        vo; inoltre dovranno sempre essere in costante equilibrio (legge del dare e
        dell’avere).

        3. Ragioneria ed economia aziendale

           La materia in argomento ha avuto nel tempo denominazioni differenti, si è
        passati infatti dalla classica “Ragioneria”, alla “Ragioneria ed Economia
        Aziendale”, per arrivare alla attuale “Economia Aziendale”.
           Christofer Achatius Hager, ragioniere e matematico tedesco, che pubblicò
        ad Amburgo nel 1624 l’opera ‘Buchhalten uber proper Commission und Com-
        pagnia Handlungen’, definisce la ragioneria in questi termini:

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               «La ragioneria è una descrizione ingegnosa, bella, ben presentata e
           giudiziosamente differenziata di tutte le riscossioni, di tutti i creditori,
           di tutte le spese e di tutti i debitori al fine di conoscere ogni momento,
           cioè a ogni ora e a ogni minuto, la situazione degli affari, se essi sono
           in progresso o in regresso, cioè se si guadagna o se si perde».

           Gino Zappa nel 1926 crea l’economia aziendale definendola come

               «La scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazio-
           ni di vita delle aziende».

           Economia aziendale che comprende tre ambiti:

           • organizzazione
           • gestione
           • rilevazione

            mentre gli studiosi che precedettero Gino Zappa consideravano la ragione-
        ria, competente sia nel campo della gestione che in quello della rilevazione,
        questi la confina a sola rilevazione contabile.
            Terminiamo ricordando che l’Italia è stata teatro di grandi scontri tra gli
        studiosi, circa le competenze della ragioneria e dell’economia aziendale.

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        Capitolo primo
        La situazione contabile finale

            Inizieremo dalla fine, infatti dobbiamo sapere subito qual è lo scopo del
        nostro gioco onde poter operare nella maniera corretta.
            L’obiettivo è la formazione della situazione contabile finale, redatta dopo
        le scritture di assestamento, composta dalla situazione patrimoniale e dalla si-
        tuazione economica che, tramite opportuni “aggiustamenti”, si trasformerà
        nel bilancio d’esercizio. Fino all’introduzione della IV direttiva CEE (d. l.
        9/4/1991 n. 127) la situazione contabile finale coincideva anche con il bilan-
        cio d’esercizio; la prima parte rappresentava lo stato patrimoniale e la secon-
        da parte il conto economico.

        1. La situazione patrimoniale

            Si può considerare come la “fotografia” dell’azienda in un determinato
        momento (normalmente si effettua al 31 dicembre), proviamo a ritrarne una,
        per esempio un negozio di musica e vediamo cosa apparirà:

        descrizione                                                denominazione

        • il locale                                                FABBRICATI
        • il bancone, gli scaffali ecc.                            ARREDAMENTO
        • il registratore di cassa, il p.c.                        MACCHINE D’UFFICIO
        • il furgone                                               AUTOMEZZI

            Questi elementi determinano le IMMOBILIZZAZIONI, ovvero il patrimonio
        fisso, e non se ne può disporre per la vendita, in quanto esse risultano indi-
        spensabili all’azienda per svolgere la propria attività; a seconda che possegga-
        no o meno il requisito della materialità le immobilizzazioni si distinguono in
        materiali (ad es. fabbricati – automezzi) e immateriali (ad es. brevetti - dirit-
        ti d’autore)

                                                                                      17
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             osserveremo poi:

        descrizione                                                  denominazione

        • i cd, i vinili, i dvd, i blu ray                           MAGAZZINO MERCI
        • le fatture ancora da riscuotere                            CREDITI V/CLIENTI
        • i contanti                                                 DENARO IN CASSA
        • le somme disponibili c/o la banca                          BANCA X NS. C/C
        • le somme disponibili c/o l’uff. postale                    C/C POSTALI

             Questi elementi costituiscono il CIRCOLANTE, ovvero il patrimonio dispo-
        nibile, infatti se ne può disporre, le merci per la vendita, i crediti per l’incasso
        e il denaro per i pagamenti; a sua volta il circolante si suddivide in rimanen-
        ze (ad es. magazzino merci), crediti (ad es. crediti v/clienti) e disponibilità li-
        quide (ad es. denaro in cassa - banca x ns. c/c - c/c postali).

           Le IMMOBILIZZAZIONI e il CIRCOLANTE formano le ATTIVITÀ della SITUA-
        ZIONE PATRIMONIALE che, per convenzione, si è stabilito di posizionare nella
        COLONNA DI SINISTRA CORRISPONDENTE AL DARE

        DARE                    SITUAZIONE PATRIMONIALE
                ATTIVITÀ (IMPIEGHI)
                 IMMOBILIZZAZIONI
                   CIRCOLANTE

             Quindi tutti gli elementi dell’attivo, denominati anche impieghi o inve-
         stimenti, sorgono e si incrementano in dare, si riducono in avere e la loro
         consistenza troverà sempre collocazione in dare

             troveremo ancora:

        descrizione                                                 denominazione

        • le fatture da pagare                                      DEBITI V/FORNITORI
        • le liquidazioni a fav. dei dipendenti                     DEBITI PER T.F.R.
        • il debito sorto per acq. locali                           MUTUI PASSIVI

            Questi elementi rappresentano i DEBITI che si distinguono in debiti a bre-
        ve termine o passività correnti, con scadenza entro un anno come nel caso dei
        debiti vs. fornitori, e in debiti a medio e lungo termine o passività consolida-
        te, con scadenza oltre l’anno come nel caso dei mutui passivi

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           avremo quindi:
        descrizione                                            denominazione

        • il minor valore delle immobilizza-                   F/DO AMMORTAMENTO
          zioni a causa di utilizzo
        • il minor valore dei crediti                          F/DO RISCHI SU CREDITI
          a causa possibili insolvenze

            Questi elementi originano i FONDI, in particolare il fondo di ammortamen-
        to ed il fondo rischi su crediti costituiscono delle poste passive che rettificano
        elementi dell’attivo (rispettivamente le immobilizzazioni ed i crediti). Accanto
        a questi potrebbero esserci altri fondi rischi ed oneri, come il fondo responsa-
        bilità civile ed il fondo manutenzioni cicliche che evidenziano invece dei de-
        biti presunti, in relazione a determinati eventi che potrebbero manifestarsi in
        futuro.

           I DEBITI ed i FONDI compongono le PASSIVITÀ della SITUAZIONE PATRIMO-
        NIALE che, per convenzione, si è stabilito di posizionare nella COLONNA DI DE-
        STRA CORRISPONDENTE ALL’AVERE

                                    SITUAZIONE PATRIMONIALE                 AVERE
                                               PASSIVITÀ (FONTI DI FINANZIAMENTO)
                                                             DEBITI
                                                             FONDI

            Quindi tutti gli elementi del passivo, denominati anche fonti di finanzia-
         mento o finanziamenti, sorgono e si incrementano in avere, si riducono in
         dare e la loro consistenza troverà sempre collocazione in avere

           Il dare e l’avere evidenziano una differenza e precisamente:

           • se il dare supera l’avere avremo un PATRIMONIO NETTO
           • se l’avere supera il dare avremo un DEFICIT PATRIMONIALE

           Il PATRIMONIO NETTO esprime la vera sostanza dell’azienda, cioè l’effetti-
        vo valore della stessa ed è formato da:

           • Il conferimento iniziale del proprietario (elemento positivo)
           • I conferimenti successivi del proprietario (elemento positivo)
           • I prelevamenti del proprietario (elemento negativo)
           • L’utile dell’esercizio (elemento positivo)
           • La perdita dell’esercizio (elemento negativo)

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            Gli elementi di cui sopra, formano le PARTI IDEALI del patrimonio netto,
        sono strettamente collegate tra loro e si influenzano reciprocamente, le prime
        tre caratterizzano in particolare la struttura patrimoniale/finanziaria del-
        l’azienda, le ultime due sintetizzano il risultato della gestione reddituale.
            Ricordiamo inoltre che nelle aziende individuali, alle quali faremo sempre
        riferimento in questo volume, rientra tra le “parti ideali”, come elemento ne-
        gativo, anche la voce “titolare c/ritenute subite” quale credito verso l’erario
        sorto a fronte di operazioni aziendali di cui beneficerà il titolare come perso-
        na fisica.

             Le parti ideali del PATRIMONIO NETTO funzionano come segue:

             Le parti ideali positive (conferimenti/utile) sorgono e si incrementano in
         avere, si riducono in dare e la loro consistenza troverà sempre collocazio-
         ne in avere

             Le parti ideali negative (prelevamenti/perdite) sorgono e si incrementa-
         no in dare, si riducono in avere e la loro consistenza troverà sempre collo-
         cazione in dare

            Il patrimonio netto e le sue parti ideali seguono regole opposte a quelle
        che disciplinano gli elementi dell’attivo e del passivo infatti il patrimonio net-
        to, che esprime il plusvalore delle attività sulle passività, è posizionato nella
        sezione avere e rappresenta un valore positivo; il deficit patrimoniale invece,
        che indica quanto le passività superano le attività, è collocato nella sezione da-
        re e costituisce un valore negativo.
            Alcuni studiosi hanno fornito interessanti interpretazioni in tema di patri-
        monio netto; a tale proposito ricordiamo:
            Courcelle–Seneuil Jean Gustave, economista francese che pubblicò a Pari-
        gi nel 1857 il “Traité théorique et pratique des enterprises o Manuel des affai-
        res” considera il patrimonio netto una passività dell’azienda in quanto espri-
        me il debito della stessa nei confronti del titolare.
            Niccolò D’Anastasio che a Venezia nel 1803 nella sua opera “Scrittura
        doppia ridotta a scienza” afferma:

                «il conto del proprietario, se fosse tenuto, rappresenterebbe all’in-
             verso il totale di tutti gli altri conti dell’azienda»

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