Sangue morlacco il liquore cupo che d'annunzio battezzò alla mensa di fiume - Franco Gasparri faccia a faccia con mister scotch
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n. 1 | agosto-settembre 2013 Franco Gasparri faccia a faccia con Vermouthmania mister scotch il ritorno degli aperitivi a base di vino sangue morlacco il liquore cupo che d’annunzio battezzò alla mensa di fiume
ITA Il rosso amaro che Un gusto Un frutto e un Una ricetta antica Quel sapore Un’accurata scelta conquista il mondo, internazionale, sapore del passato, con quel pizzico di anglosassone dei migliori limoni ideale per aperitivi, ottimo compagno da bere liscio o zenzero che la rende e raffinato che per un sapore unico. liscio o miscelato. dei migliori cocktail. miscelato, per un inimitabile. conquista il palato gusto moderno. dei veri intenditori. ENG The red bitter drink The internationally A fruit from the olden An antique recipie The refined English A unique taste from that conquered the renound drink. Great days which can be from the olden days aroma for true con- our carefully selected world, perfect for when mixed with the enjoyed as is or mixed with a hint of ginger naisseur’s palate. lemons. aperitifs or simply best cocktails. for a more modern that awards its mixed. taste. uniqueness. FRA Le rouge amer qui Le goût international Une boisson héritage Une recette ancienne Une saveur anglo- Une sélection rigou- a conquis le monde qui accompagne vos du passé, à boire avec cette petite saxonne et raffinée reuse des meilleurs c’est l’idéal pour vos meilleurs cocktails. nature ou en cocktail, touche de gingembre qui conquiert les citrons à la saveur apéros, nature ou en pour un goût tout qui la rend inimi- amateurs les plus unique. cocktail. contemporain. table. exigeants. DE Der bitter Rot, der die Ein internationaler Ein Obst und ein ver- Ein altes Rezept mit Ein angelsächsicher Eine sorgf ältige Wahl Welt erobert, ideal Geschmack sehr gut gangener Geschmack einem Prise von Ing- und raffinierter der besten Zitronen f ür Aperitife, pur Freund der besten pur oder gemischt wer, das es unverglei- Geschmack, der der f ür einen einzigen oder gemischt. Cocktail. zu trinken, f ür einen chlich macht. Gaume von richtigen Geschmack. modernen Gesch- Kenner erwerbt. mack. S PA El rojo amargo Un sabor internacio- Una bebida para to- Una receta antigua Un sabor anglosajón Una cuidadosa selec- conquistador del nal excelente compa- mar sola o mezclada con ese toque de y exquisito que ha ción de los mejores mundo, ideal para ñero de los mejores en la que se conjugan jengibre que la hace conquistado los pala- limones para darle los aperitivos, solo o cócteles. sabor moderno y inimitable. dares más exigentes y un sabor único. mezclado. pasado. conocedores. jap 世に広く知れ渡るこ 世界中で知られている 昔ながらのフルーツで ジンジャーの持つ独特 上質の味わいを楽しみ 厳選された上質のレモ の赤くビターなドリ ドリンク。カクテルと ありながら、モダンな な香りが特徴の、古く たい方のための洗練 ン味です。 ンクは、アペリティフ ミックスするのに最適 テイストを楽しめま から伝わる伝統のレシ されたイギリスの香り としてもミックスと です。 す。そのままでも、混 ピです。 です。 しても、うってつけ ぜてもお楽しみいただ です。 けます。 c od. EAN 8 0 56736 0 60 0 3 2 8 05 6 7 36 0 6 00 4 9 8 05 6736 060 025 8 05 6736 060 063 8 05 6736 060056 8 056736 060018 Vassoi – 24 bt x 20.Cl 84 vassoi per pallet 12 vassoi per strato Peso Cartone: 8,64 Kg Peso Pallet: 755 Kg ca. (compreso il pallet) Tray – 24 bt x 20.cl 84 trays per pallet 12 trays per layer Carton Weight: 8.64kg Pallet Weight: 755kg approx. (pallet included) Plateaux – 24 bt x 20.cl Palette à 84 plateaux 12 plateaux par couche Carton: poids 8,64 Kg Palette: poids 755 Kg approximé - (y compris la palette) Tablette – 24 FL X 20.cl 84 Tablette pro Tablette 12 Tablette pro Schicht Kartongewicht : 8,64 kg Bandejas – 24 bt x 20.cl 84 bandejas por palet 12 bandejas por estrato Peso por cartón: 8,64 Kg Peso por palet: 755 Kg de aproximado – (palet incluido) 1トレーあたり24本 1パレットあたり84トレー 1段あたり12トレー 1箱あたりの重量: 8.64Kg パレット重量:約755Kg(パレット込) (1本あたり20cc) J.Gasco srl Largo Borgarelli, 44 T + 39 0131 48 02 95 P.IVA 10873780018 15057 Tortona (AL) Italia f + 39 0131 02 01 24 info@jgasco.it
bar 22 tales sommario 40 14 10 26 5 L’editoriale di Melania Guida 46/50 alla ricerca del tempo perduto 7 Il saluto dei presidenti 30 Liquid story di Fabio Bacchi LA FORMAZIONE PROFESSIONALE sangue morlacco UN’ESIGENZA PRIORITARIA 36 Bar story di Leonardo Leuci 8 News dal mondo Vita e avventure del bartender 10 Face to face di Melania Guida jerry thomas/2 mister scotch Franco Gasparri 40 Hot spirit di Fulvio Piccinino 14 Trend di Fabio Bacchi sua maestà vinaccia VERMOUTHMANIA, Il ritorno 46 How to mix di Giovanni Ceccarelli degli aperitivi a base di vino cristalli di gusto 22 Focus on di Terry Spacey 50 Ritual drink di Davide Cobelli BENVENUTI AL PALMER & CO. mocha express 26 Cocktail story di Raimondo Lulllo 54 Book corner di Leonardo Leuci L’ULTIMA STRUGGENTE NOTA DI JAZZ GLI IMPERDIBILI DRINK DI TONY n. 1 | agosto-settembre 2013 direttore responsabile edizione web a cura di Melania Guida Dinamica Digitale srl (melaniaguida@bartales.it) (info@dinamicadigitale.it) redazione Registrazione. n. 35 del 8/7/2013 Fabio Bacchi Tribunale di Napoli (fabiobacchi@bartales.it) www.bartales.it art director Foto di copertina Cinzia Marotta www.ingimage.com (con elaborazione grafica) (grafica@bartales.it) © copyright hanno collaborato BARTALES - Tutti i diritti sono riservati. Giovanni Ceccarelli, Davide Cobelli, Nessuna parte di questa pubblicazione Leonardo Leuci, Raimondo Lullo, può essere riprodotta. Ogni violazione Fulvio Piccinino, Terry Spacey sarà perseguita a norma di legge 4 Agosto-Settembre 2013
bar l’editoriale di Melania Guida tales ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO C entocinquanta anni fa nasceva Gabriele D’Annunzio. C’è una storia avvincente che lega le sorti della Luxardo, una delle più antiche aziende europee produttrici di liquori, al principe di Montenevoso. Un racconto che intreccia i rapporti d’affari e d’amicizia tra lo zio del Poeta e Giacomo Luxardo, la Marcia di Ronchi e il “Cervo d’oro”, la locanda che il “Vate” ribattezzò “All’Ornitorinco”. È “Sangue Morlacco” (a pag. 30) il liquore cupo che D’Annunzio battezzò alla mensa di Fiume. Un cherry brandy di marasche (il nome deriva da quello di un’antica popola- zione delle Alpi Dinariche) che come la proustiana “madeleine” ci riporta indietro in un passato sopito. Quello della memoria spontanea, involontaria, che per un’associazione casuale, analogica e improvvisa rimescola odo- ri e colori, sensazioni e sentimenti, quasi una balsamica “intermittenza di cuore”, alla ricerca del tempo perduto. Affiora allora nitido il ricordo del “Punt e Mes”. È al centro della credenza di palissandro della sala da pranzo di mia nonna. Non era solo, c’erano altri liquori, ma aveva più successo degli altri. O almeno così ricordo, magari forzata dall’attrazione curiosa e al tempo incomprensibile di quel “punto di amaro e mezzo di dolce” dell’etichetta rossa e bianca. Il celebre “Carpano” e le dolcezze di nonna Elena ritornano prepotenti sollecitati da “Vermouthmania”, la tendenza (a pag. 15) che riporta in auge gli “aperivini”, passatemi il neologismo, gli aperitivi a base di vino che oggi vivono una seconda giovinezza grazie alla versatilità aromatica opportunamente funzionale alla miscelazione. Un ritorno al passato che non è solo un conciliante balsa- mo per la mente e il cuore ma la rotta precisa del merca- to e dei consumi. Ce lo conferma l’incontro con Franco Gasparri (pag.10) Master Ambassador Diageo e uno dei massimi esperti di Scotch, che ne è certo: il futuro è dei distillati. Soprattutto se con un blend eccellente e in un decanter “ottocentesco” come il lussuosissimo John Walker e Sons Odys- sey. Nel dubbio, date uno sguardo al Sazerac (pag. 26) testimone glorioso del successo in ascesa delle ricette vintage. “Sua Maestà Vinaccia” (a pag. 40), l’affascinante excursus della grappa, una storia di fatica e saggezza contadine, ne è conferma ulteriore. Agosto-Settembre 2013 5
bar informaibes tales LA FORMAZIONE PROFESSIONALE UN’ESIGENZA PRIORITARIA A.I.B.E.S. Associazione Italiana Barmen e Sostenitori Gentili lettori, con grande piacere ci ritroviamo per un nuovo numero di BARTALES. AIBES affonda le sue radici, traendone continua linfa vitale, in professionalità, esperienza e compe- tenza. In un mercato nel quale improvvisazione e pressapochismo mercenario sono tratti caratteristici di alcuni presunti operatori di settore, AIBES si salda ancor più tenacemente al pilastro fondamentale che è suo principio statutario da 64 anni: l’elevazione e la formazione professionale della figura del bartender. La realtà che incontriamo quotidianamente si riflette nell’offerta del prodotto bar italiano, spesso privo di quella caratura professionale e dell’appeal commerciale che gli sono necessari. AIBES, negli ultimi 25 anni, ha avviato un percorso formativo volto allo sviluppo delle figure profes- sionali di settore, evidenziando come solo la ricerca e il progressivo miglioramento della qualità siano l’unica e imprescindibile strada da percorrere per chi opera nel nostro settore. Con grande orgoglio AIBES si pregia di vedere molti dei suoi corsisti, associati e non, inseriti siste- maticamente nel mercato produttivo, in strutture di grande prestigio, in veste di imprenditori a capo di una propria attività, e, comunque, inseriti a tempo pieno nel tessuto sociale del nostro settore. Il nostro impegno nel mantenere sempre ben radicato il messaggio di eccellenza legato alla professione del bartender, si manifesta, oggi più che mai, anche attraverso BarTales. È proprio attraverso queste pagine che vogliamo evidenziare come, nello scorso maggio, si sia tenuta la prima sessione di training per i formatori ufficiali AIBES. Il meeting, accompagnato dalla prestigiosa presenza di istruttori di levatura internazionale come Giorgio Fadda, Leonardo Leuci, Fabio Bacchi, Andrea Balleri, Mauro Mahjoub, Jorge Alberto Soratti e Davide Cobelli, ha avuto una valenza tecnico-professionale di notevole prestigio. Dato il successo di questo primo training, con grande soddisfazione siamo lieti di annunciare una nuova edizione, differente per location, ma qualitativamente identica per eccellenza di contenuti. Dal prossimo 20 ottobre e fino al 26, si svolgerà a Rimini la seconda edizione del corso di formazione per formatori AIBES. Rispetto al passato si intensifica, dunque, questa attività di prioritaria importanza per AIBES. La forma- zione è il passaporto per viaggiare verso un futuro dove affrontare le sfide di un mercato di consumatori sempre più esigenti ed informati. AIBES, con serenità ed impegno si farà trovare pronta e reattiva. Con la ferma convinzione che sulla strada per eccellere non esistono limiti di velocità, sappiamo che BarTales è un’ulteriore opportunità per una continua e proficua crescita personale e professionale. Un’altra occasione per fare sentire AIBES vicina a tutti bartender. Pietro Attolico Andrea G. Pieri Presidente Aibes Promotion SrL Presidente A.I.B.E.S. Agosto-Settembre 2013 7
news dal mondo ARDBEG NEW RELEASE Si chiama Ardbog l’ultima limited edition di casa Ardbeg. Un whisky con un contenuto ABV di 52,1° ispirato dal tipico nome delle torbiere di Islay, con un nuovo mix di aromi combinati con le classiche e intense note di cuoio, toffee e fumo. Ardbog, non filtrato a freddo, matura per dieci anni in botti di quercia bianca americana usate per l’invecchiamento di bourbon e in quelle spagnole utilizzate per lo Sherry Manzanilla. Passaggi efficaci a conferire al prodotto una texture distintiva e delicatamente salata. PROFUMI D’ORIENTE Ginepro, grani del Paradiso, scorza di limone, bacche di cubeh, semi di coriandolo, radice di angelica, mandorle amare, giaggiolo e liquirizia. È il sapido mix del nuovo Bombay Sapphire East, versione “orientale” dello storico London Dry Gin. Profumatissimo grazie all’aggiunta di citronella, lemongrass thailandese e pepe nero del Vietnam LA CINA RICONOSCE che donano al distillato particolare morbidezza e LO CHAMPAGNE singolare intensità. Nato La Cina è vicina. Anche allo Champagne che il dalla collaborazione di governo cinese ha riconosciuto come prodotto di indi- Duggan Mc Connell cazione geografica protetta. Una norma che permetterà mixologist, Anita Lo, chef alle autorità competenti di contrastare eventuali frodi e il Bombay Master of commerciali. Perché la Cina è il mercato con la crescita Botanicals Ivano Tonutti, più veloce per il consumo di bollicine. Nel 2012 c’è “Bombay Sapphire East” stato un incremento di consumo del 51,8% sul 2011 viene ottenuto grazie a con la spedizione di oltre due milioni di bottiglie un particolare processo che ha reso così il mercato cinese il quinto d’infusione: l’alcol più importante al di fuori della Comunità riscaldato che sotto Europea. forma di vapore passa nell’alambicco attraverso i botanicals disposti a strati. 8 Agosto-Settembre 2013
dal mondo news MITICI RITORNI Il nuovo corso di Annandale Riapre finalmente “Annandale”. Dopo la chiusura nel 1919, rischiuderà i battenti (data ufficiale, l’inizio del 2014) la storica distilleria costruita nel sud della Scozia nel 1830 e acquistata poi da Johnny Walker nel 1893. Due anni fa i lavori di restauro che a breve saranno completati. Indiscrezioni anche sul nuovo whisky: af- fumicato e fenolico proprio come un tempo. Dopo la riapertura riprenderanno i leggendari tour della distilleria, le degustazioni e le vi- site didattiche. PERFEZIONE E DESIGN jacquart Nuova stagione creativa per Jacquart con la nuovissima Cuvée Alpha che segna il punto di partenza per la ricerca della perfezione estrema del prestigioso Champagne. Non a caso il nome “Alpha” che nel greco antico contrassegna la prima lettera dell’alfabeto. La prima release della Cuvée Alpha fa riferimento alla vendemmia 2005: un’annata con inverno fresco e secco, un giugno ben soleggiato, una serie di precipitazioni leggere in estate e un settembre nuovamente caldo. Le condizioni climatiche ideali per ottenere grandi uve. Il risultato? Uno champagne dalla texture ampia, elegante e finissima imbottigliato con un design che privilegia i colori bruno, a ricordare il sontuoso terroir della regione e l’oro in sintonia con il logo Jacquart. STELLETTE PER BUFFALO La celebre distilleria Buffalo Trace è stata insignita dell’importante riconoscimento USA che distingue tutto ciò che è di interesse na- zionale. La sua evoluzione architettonica, le sue risorse umane e materiali, l’impatto ecologico, la sua storia e produzione sono stati oggetto di con- tinuo miglioramento nel corso della sua storia. Il CEO di Buffalo Trace, Mark Brown, ha di- chiarato che niente altro avrebbe potuto farlo così felice come questo celebre riconoscimento. Agosto-Settembre 2013 9
face to face master ambassador MISTER SCOTCH Rotta sul whisky con Franco Gasparri di melania guida C onfesso che qualche imbarazzo Master Ambassador della Diageo e “Kee- ce l’ho, io che non amo il whisky per of the Quaich”, letteralmente chi “tie- (eccezion fatta per qualche sorso ne la coppa” (di whisky) simbolo di un’o- occasionale di Port Ellen), a par- norificenza che fregia solo 1.500 esperti lare di acquaviti con uno dei più stimati in tutto il mondo, ha la gentilezza rilassata conoscitori di scotch. Ma Franco Gasparri, di chi ha fatto lunga strada costruendo 10 Agosto-Settembre 2013
il decanter da crociera del nuovo john walker & sons una carriera brillantissima, passo dopo al barman due giorni di fila di libertà, il odyssey passo, senza mai trascurare quell’empatia martedì e il mercoledì sovente, la giusta relazionale che, spirits a parte, è l’anima pausa per riprendere fiato, approfondire vera della sua professione. Accompagna interessi, progettare il futuro. Che per il perciò la mia inesperienza in una degusta- giovane Gasparri si traducono quasi subi- zione virtuale discettando con semplicità to in una spiccata propensione alla cono- erudita di single e triple malt, di single scenza delle etichette e alla divulgazione grain e blended malt e di quella passione della tradizione dell’acquavite. Del resto fu coltivata da ragazzo quando per mantener- sua l’idea di raccontare i whisky- Talisker, si alle superiori decise di infilare la giacca Lagavulin, Dalwhinnie, Oban – sotto forma bianca da barman. di collezione (la celebre Classic Malts Se- Studio e lavoro, fino in fondo alla laurea lection) e attribuire così a ognuno un’iden- in Scienze Politiche. «Ci vuole fortuna – mi- tità forte per poi presentarli al pubblico in nimizza con elegante nonchalance – e poi forma di degustazione. erano altri tempi». Quelli che lasciavano In coppia con Angelo Matteucci speri- Agosto-Settembre 2013 11
Master Ambassador: una carica di prestigio. Che significa esattamente? «In un certo senso il ruolo del Master Ambassador assomiglia al Keeper of the menterà, così, la formula malts & food, Quaich: è colui che, in qualità di esperto abbinamenti di gusto e whisky dinner, in e intenditore, accompagna le degusta- cui i malti si sposano a piatti locali e zioni, spiega come si produce il whisky, le interpretazioni di in genere racconta storia e tradizioni dei chef stellati incon- superalcolici e ne diffonde la cultura». Master Ambassador trano la tradizione L’ultimo nato è il John Walker & Sons è chi accompagna scozzese. Un for- Odyssey lanciato dal John Walker & Sons mat collaudato e di Voyager, il veliero che sta ripercorrendo le degustazioni, successo. Il resto le memorabili navigazioni epiche di John- spiega come si è la scalata in Dia- nie Walker nel mondo. Un nuovo triple produce il whisky geo, leader mondia- malt? le nel mercato degli «Un whisky eccellente con un blend di e ne diffonde alcolici. «In azienda tre distillerie diverse. Esclusivo, di nic- la cultura sono dal 1993. Ora chia, fa parte della linea Reserve e nasce il mio incarico è rac- per commemorare l’ottantesimo anniver- contare cosa c’è sario di una delle più grandi innovazio- nella bottiglia, la storia di quel whisky e ni di Sir Alexander Walker: un decanter della distilleria». pensato per essere utilizzato sulle navi 12 Agosto-Settembre 2013
da crociera di lusso e che si muove in mo- do da accordarsi al movimento del mare. Dondolando senza cadere mai». il johnny walker & Lei è il responsabile in Italia per la sons voyager ripercorre le World Class. Che opportunità rappresen- re senza essere serioso, senza prender- navigazioni epiche ta questa competizione? si troppo sul serio. “Friendly” e intuitivo, di johnny walker «È il primo concorso che ha puntato capace di intercettare le esigenze del sulla professionalità del barman. Facen- cliente orientandolo verso un bere con- done un protagonista del mondo del bar sapevole e di qualità». al pari degli chef per la cucina». Come si indirizzeranno i consumi del Non si rischia in questo genere di futuro? competizione un eccesso di protagoni- «Se lo sapessi… potrei farci una for- smo che scollega il bartender dalla re- tuna. In ogni caso, la direzione è quella altà di appartenenza? della leggerezza. Penso, al trionfo dello «Nei limiti opportuni, un po’ di sano Spritz, per esempio e ai cocktail alla frut- protagonismo direi che non guasta. In fon- ta che avranno sempre più successo. In do la World Class offre al barman un’oc- linea con l’idea di un bere meno alcolico casione per costruirsi una dimensione ma sempre con appeal, almeno per la internazionale. Non dimentichiamolo». fascia dei più giovani. Per il target più Il suo barman ideale? agée, invece, non ho dubbi: il futuro sarà «Allegro, fondamentalmente. Rilassato dei distillati». e ospitale. Uno che fa bene il suo mestie- Melania Guida Agosto-Settembre 2013 13
trend aperivini 14 Agosto-Settembre 2013
marchi d’antan la febbre del vermuth ha rilanciato le storiche etichette delle bottiglie più famose VERMOUTHMANIA Il ritorno degli aperitivi a base di vino di fabio bacchi E sistono da quando esiste il vino. vinezza grazie ai bartender che ne han- Hanno avuto il loro momento di no riscoperto il fascino e la complessità gloria alla fine dell’800 e per una aromatica nella miscelazione. buona parte del XX secolo. Alcuni Fu il greco Ippocrate, il padre della sono stati dimenticati, altri prosperano. medicina antica, il primo a declinare il Oggi i vermouth vivono una seconda gio- vino elaborando macerazioni e miscele Agosto-Settembre 2013 15
che sarebbero arrivate sino al Medio Evo molti produttori, soprattutto i francesi, con il nome di vini ippocratici. Il greco a rivedere i loro prodotti con una nuova utilizzava soprattutto l’artemisia. I romani attenzione. Pernod Ricard ha elaborato scelsero spezie e erbe più mediterranee una nuova versione premium di Byrrh con come timo, salvia, rosmarino e mirto. un packaging molto retrò, Dolin (Distretto Durante il Medio Evo i mercanti vene- di Chambery) è riapparso sugli scaffali ziani avrebbero importato e commercia- dei bar più importanti e, contempora- lizzato nuove spezie dalle terre di Asia neamente, ha rilanciato Bonal in USA. e Africa: cardamono, cannella, curcuma Analogamente in Italia, per il Vermouth dall’Africa, la vaniglia dalle Antille, la chi- di casa Cocchi e per un altro prodotto co- na dalle Ande. Nel corso del 1800 appar- me l’Americano a base di vino Moscato. vero sul mercato molti piccoli produttori È importante ricordare che ultimamente che elaborarono ricette famigliari, ma scelte commerciali adottate dai player di avrebbero presto lasciato spazio ai grandi mercato più importanti hanno portato a marchi che andavano imponendosi. rivedere il contenuto ABV, con conse- In Francia: Ambassadeur, Dubon- guente confusione da parte di alcuni net, Lillet, Dolin, Saint Raphael, addetti ai lavori, sull’attribuzione del Noilly Prat. Cocchi, Cora, Martini termine Vermouth in base al discipli- & Rossi, Cinzano, Carpano, Gancia, nare di produzione. in Italia. La riscoperta delle ricette vin- tage, da parte delle nuove ge- CINZANO nerazioni di bartender di tutto Creato nel 1757 da due fra- il mondo, ha stimolato la ri- telli erboristi, Giovanni Giaco- nascita e l’attenzione verso mo e Carlo Stefano Cinzano, questi prodotti. L’elabora- è uno dei più anziani brand zione a base di botanical italiani. Elaborato con una ricercati, il rispetto dell’au- trentina di piante aromatiche tenticità tradizionale di pro- di origine europea (principal- duzione, il loro look a volte mente alpestri) e asiatica tra desueto e poi modernizza- cui maggiorana, timo, dittamo to, la complessità aromati- di Creta, cannella, genziana, ca di questi prodotti, hanno camomilla, scorze di agrumi oggi raggiunto il più alto pic- e altre, esiste nelle versioni co di interesse da parte dei extra dry, bianco e rosso. Il bartender professionisti che brand, dopo vari passaggi di spesso decretano il successo proprietà, è oggi inserito nel o la caduta di alcuni brand, gruppo Campari. Cinzano ros- nell’uso in miscelazione, sino so comprende una miscela a influenzare il consumo an- di circa 30 botaniche, aroma che tra le mura domestiche. di prugne, boschivo, floreale, Questa vera e propria feb- speziato e leggermente ama- bre del Vermouth ha spinto ro. Il bianco è più mediterra- 16 Agosto-Settembre 2013
neo, agrumato e vanigliato. Nel 2003 fu ta e commercializzata con l’omonimo creato per il mercato francese Cinzano nome, Punt & Mes. Altro prodotto di Arancio, nuova referenza con estratti di casa Carpano è Antica Formula, Ver- arancia, bouquet con note di caramello mouth storico la cui composizione e confettura di arance. Esiste anche una si rifà direttamente alla ricetta del versione al limone, Limetto. suo creatore. CARPANO NOILLY PRAT Un altro torinese, Antonio Benedetto Lyon, inizio del XIX secolo. Jo- Carpano, sperimentava delle lavorazioni seph Noilly osservava i fusti di vi- dei vini bianchi piemontesi con macera- ni accatastati sui ponti delle navi zioni e distillazioni per renderli più dolci. pronte a partire o che arrivavano Il successo fu immediato e tale che la da varie destinazioni. Capì ben bottega dove Benedetto Carpano lavo- presto che durante questi viaggi rava, in Piazza Castello a poca distanza il vino doveva assumere comples- dal Palazzo della Borsa, fu sità aromatiche uniche. In base a costretta a rimanere aperta questa ispirazione mise a punto 24 ore su 24. I clienti con- la ricetta di un Vermouth molto sumavano il loro Vermouth complesso e la depositò. Trenta spesso corretto con una anni più tardi suo figlio Louis, con punta di china, vaniglia o bit- l’aiuto di Claudius Prat, il diretto- ter. Leggenda vuole che un re commerciale, realizzò il sogno giorno del 1870 la Borsa di del padre impiantando uno stabi- Torino avesse guadagnato limento su dei terreni municipali un punto e mezzo, “punt comprati a prezzo simbolico. Per e mes” in dialetto pie- l’elaborazione di questo Vermouth si montese, e che un utilizzano uve Picpoul e Clairette, i cui vini agente avesse ordi- vengono invecchiati in botti di quercia ca- nato un vermouth nadese che, grazie al loro colore chiaro, con una punta di non donano tinte forti al vino. Dopo circa china indicando le un anno il vino viene travasato in botti di dosi della miscela quercia Limousin che verranno esposte con un tipico gesto a cielo aperto alle intemperie con una manuale degli addet- perdita di prodotto in evaporazione tra il ti ai lavori. Il termi- 6% e 8% circa. Dopo un ulteriore trava- ne dialettale “punt e so viene aggiunta della mistelle al vino. mes” sarebbe rima- Inizia quindi la miscelazione con un com- sto consuetudinario posto di 49 piante provenienti da tutto il per indicare la mi- mondo. La macerazione dura 3 settimane scela di Vermouth e circa. Noilly Prat Vermouth ha due “fra- china che poi sareb- tellini”: Il Noilly Rouge creato nel 1956 be stata confeziona- e l’Ambrè del 1986. Agosto-Settembre 2013 17
di Dolin è l’aperitivo Bonal, a base di gen- ziana, china e altre piante del massiccio della Chartreuse, creato circa 150 anni fa. Bonal ha un gusto leggero ma soave e la composizione della sua mistelle è molto particolare. DUBONNET Nasce a Parigi nel 1846 vicino Place de l’Opera. Durante le guerre di colonizza- zione del Secondo Impero Joseph Dubon- net elaborò la ricetta di un vino chinato per combattere le malattie endemiche delle zone paludose che affliggevano i legionari in Africa. Il gusto di questo prodotto incontrò subito le preferenze di DOLIN Nel 1814 Joseph Chavasse, liquori- sta e distillatore, creò una distilleria a Echelles, in Savoia. Nel 1821 elaborò un Vermout (senza h) con dei vini bianchi regionali, pinte e spezie, ispirandosi ai prodotti dei vicini torinesi. Qualche an- no dopo Luis Ferdinand Dolin sposò la figlia di Joseph Chavasse, Marie Rosalie, e aprì una nuova “ vermouterie” a Cham- bery. Nel XIX esistevano molti produttori a Chambery e spesso il vino veniva con- sumato unito a del liquore di fragola. I Vermouth di Chambery si distinsero e si fecero conoscere con le esposizioni uni- molti consumatori. Dubonnet è elaborato versali. Il processo di produzione di Dolin a Thuir, nei Pirenei Orientali secondo la rimase praticamente immutato per il bian- ricetta originale di Joseph Dubonnet. Il co, il rosso e il dry con l’utilizzazione di packaging per l’estero è stato moderniz- una quindicina di piante regionali come il zato, mentre resta immutato quello per sambuco e la salvia. Altro prodotto tipico il consumo locale in Francia. 18 Agosto-Settembre 2013
BYRRH leggenda si sarebbe allora rivolto A metà ‘800 due fratelli d una con delle preghiere all’arcangelo famiglia povera e numerosa, Si- Raffaele per avere la grazia della mon e Pallade Violet, lasciarono guarigione. Con questa mistica la casa nei Pirenei per andare in storia alle spalle il prodotto cerca di fortuna. Si stabilirono cominciò a essere venduto a Thuir e aprirono un nego- in farmacia come toccasana zio di tessuti. Il commercio grazie alle virtù della china. di vini era molto fiorente La ricetta fu poi comprata e decisero anche loro di dall’inglese Lord Granard che lanciarsi nel business del la detenne sino al 1970. Saint momento. Elaborarono un Raphael è conosciuto anche vino con china, ne vendet- come “l’aperitivo di Francia” tero alcune damigiane a e le sue vendite superano il dei farmacisti e finirono milione di bottiglie. Ne esisto- in affari con l’Ordine dei no di due tipi, rosso e bianco Farmacisti di Montpellier. entrambi a 14°, e i mercati più Intensificarono il loro bu- importanti sono Francia, Belgio siness e, quando decise- e Canada. Saint Raphael è an- ro di dare un nome al loro che uno dei principali sponsor della fa- prodotto, ne scelsero uno mosa “corsa dei camerieri” molto nota senza pensarci molto. Avevano letto una nei paesi di lingua francofona. sigla sulla targhetta di un rotolo di stoffa, B.Y.R.R.H., e nome fu. Secondo un’altra versione avvalorata da Michel Bigot, past BIGALLET President IBA e ABF, Byrrh è l’acronimo Situata in Val d’Isère, non lontana dal delle iniziali dei nomi dei parenti prossimi massiccio della Chartreuse, questa so- dei due commercianti. Nei paesi di lingua cietà elabora interessanti aperitivi a base anglosassone questo nome ha spesso di vini nei quali sono infusi piante e frutti generato confusione con il termine birra. di bosco nonché le famose castagne di Il Byrrh cominciò a essere venduto come Ardèche. prodotto da degustazione o anche come fortificante. Nel 1999 Byrrh ha creato una cuvèe GANCIA di lusso, Byrrh Rare Assemblage, e nel A metà dell’800 Carlo Gancia, come 2010 Grand Quinquina. molti suoi corregionali piemontesi, co- minciò la lavorazione di vini spumanti in Piemonte. Poi si lanciò nella produzione SAINT RAPHAEL di una serie di Vermouth per i quali sele- Nel 1830 un certo Dottor Joseph avreb- zionò una trentina di piante. La macera- be cominciato la lavorazione di un vino zione dura circa 3 settimane per poi otte- aperitivo con china. Durante il suo lavoro nere un alcolato di circa 30° e aromatico cominciò a perdere la vista. Secondo la che viene miscelato a vini selezionati. Agosto-Settembre 2013 19
LILLET Durante il Regno di Luigi XVI un monaco medico, padre Kermann, si recò in Brasile per osservare le prati- che della medicina locale. Con queste conoscenze acquisite tornò in Francia e si installò a Bordeaux dove comin- ciò l’elaborazione di vini e liquori che ebbe l’idea di unire. Questo principio fu ripreso nel 1887 dai fratelli Paul e Raymond Lillet che avevano un nego- zio di liquori a Podensac in Gironda. Crearono il Lillet Blanc che divenne famoso subito dopo la prima guerra. Nel secondo dopoguerra fu importato negli USA e negli anni ‘50 divenne una moda di consumo a New York. La Du- chessa di Windsor fu una delle più note estimatrici. Successivamente sarebbe forte è sicuramente il Cocchi Storico Ver- arrivato il Lillet Rouge. Grandi riferimenti mouth di Torino, un Vermouth generoso e al Lillet vengono fatti nei romanzi e nella nobile, di grande tradizione e personalità cinematografia, tra cui la saga bondiana utilizzato oggi nei bar più importanti del di Jan Fleming e il cult movie “Il silenzio mondo. Di questa casa non si può non degli Innocenti” essendo il drink preferito citare il Barolo Chinato, vecchia ricetta da Hannibal Lecter. piemontese a base di Barolo e una ma- cerazione in grappa di circa trenta piante tra cui la china. COCCHI Situata ad Asti, nel cuore del Piemonte, dove si elaborano alcu- RINQUINQUIN ni dei più grandi vini italiani, Coc- È elaborato in Provenza con vino bian- chi ha sempre lavorato vini spu- co del Lubéron. È un aperitivo a base di manti a cominciare dal Moscato vino nel quale sono presenti anche delle d’Asti. Nel 1973 l’azienda è pesche della vicina Val Durance. Altri pro- stata rilevata dalla famiglia dotti della maison sono l’Orange Colom- Bava che le ha donato nuova bo, a base di vino rosato di Lubéron con linfa. Gli ultimi investimenti so- infusione di arance dolci e amare, china e no serviti a rilanciare le ricette spezie, e la Noix de Saint Jean. Quest’ul- storiche. Il Cocchi Americano timo è un aperitivo a 15° ottenuto con la a base di Moscato di Asti ha presenza di noci verdi Dauphine al quale rivisto nuova luce e successo. vengono aggiunte spezie come cannella Ha 16,5°, fresco, con note di e chiodi di garofano. agrumi e genziana. Ma il pezzo Fabio Bacchi 20 Agosto-Settembre 2013
focus on sydney BENVENUTI AL PALMER & CO. Mattoni a vista e legni caldi nella tana dell’imbalsamatore di terry spacey I l nuovissimo mondo è una delle mete più gettonate dai giovani bartender in cerca di palcoscenici per esprimere un talento fatto di ricerca, creatività, ospita- lità e business attitude. Tanto che la scena del bartending australiano ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e la miscelazione locale si è allargata oltre la proposta Tiky parazioni homemade sono qui mediamente che per lungo tempo è stata il denomina- più incisive che in altri luoghi. Il “Palmer & tore comune. Co.”, uno dei bar format del gruppo Merivale Oggi Melbourne e Sydney sono i fulcri in Australia, è sicuramente uno dei bar da del bartending d’oltreoceano attorno al visitare almeno una volta e non a caso è quale si sono sviluppate dinamiche mol- segnalato nelle liste dei Worlds Best Bars. to interessanti. Una per tutte l’utilizzo e Dunque: se siete a Sydney o in procinto la proposta di prodotti tipicamente italiani, di andarci una visita al Palmer & Co. è as- spesso dimenticati dai bartender di casa solutamente da non perdere. E quando in nostra e reinterpretati nella rivisitazione di fondo a uno stretto vicolo tra i grattacieli ricette vintage. La frutta e i prodotti locali, del centro della metropoli Sydney riuscire- le contaminazioni dell’estremo Oriente, la te a scovare l’ingresso di “Palmer & Co.”, fusione tra scuola tropicale e occidentale, scendendo giù per le scale che portano alla influenzano l’offerta della mixology e le pre- stretta porta del locale, non c’è dubbio: vi 22 Agosto-Settembre 2013
ritroverete in un’altra epoca. Vi si aprirà Ispirato all’estetica davanti agli occhi un mondo che abbiamo conosciuto grazie a Hollywood: l’era del del proibizionismo proibizionismo anni ’20. Questo luogo dai il Palmer & Co. è uno toni seppia, con luci discrete e gentili, una dei bar più trendy stanza di mattoni a vista nascosta dalle luci della città, saprà essere il vostro buon ritiro. di Sydney e uno degli “Palmer & Co.” ha aperto le sue porte indirizzi da raggiungere esattamente un anno fa, dopo essere stato ideato e realizzato nei dieci mesi preceden- almeno una volta nella vita ti da Justin Hemmes. L’idea era quella di ispirarsi all’estetica anni ’20 e ’30, quella del proibizionismo, quando i locali notturni servivano alcolici clandestinamente e per Agosto-Settembre 2013 23
COCKTAIL CULTURE AUSTRALIA Nel giro di pochi anni Sydney è diventata protagonista della Cocktail Culture internazionale. Grazie a un “manipolo” di bartender provenienti dal vecchio continente che qualche tempo fa decise di portare la propria esperienza dall’altra parte del mondo. “Contaminando” la città più importante dell’Australia con veri e propri corsi di formazione e job training per diffondere una solida e variegata cultura sull’arte del miscelare. Dal tiki bar, allo speakeasy, dal lounge ai locali tipicamente australiani, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Londra, New York, Parigi e Milano non sono più solo un miraggio ma un obiettivo concreto da raggiungere. Significativo è il caso di Tim Philips (nella foto a destra) che l’anno scorso ha portato la cocktail culture australiana ai vertici mondiali, vincendo la Diageo World Class 2012. Altro esempio noto è il Palmer & Co., il cocktail bar di Sydney che ha vinto prestigiosi riconoscimenti. questo dovevano essere in luoghi discreti, protetti, spesso nei sottoscala. Pensate a “C’era una volta in America” di Sergio Leone o “Fratelli” di Abel Ferrara e avrete un’idea di che cosa ci si possa aspettare da “Palmer & Co.” I toni caldi e i mattoni a vista, le volte del soffitto e le assi esposte, le luci d’epoca e il pavimento piastrellato: tutto cospira a farci tornare al passato. Ogni cosa appare perfetta sin dall’ingres- so e nessuna attenzione per i dettagli è stata risparmiata. Le cameriere sfoggiano abiti Bell’Epoque e al bancone vi aspetta un team di bartender provenienti da tutto il mondo, selezionati per la loro abilità, per la tecnica e l’inventiva che sfoggiano nelle loro creazioni. A dirigere l’orchestra, un gio- vane mixologist italiano, Thomas Iacovone. Particolare curioso: “Palmer & Co.” de- riva dal nome di un precedente inquilino, che svolgeva in questi locali la sua attività di taxidermista, o piu’ prosaicamente, di imbalsamatore. Alcune sue creazioni sono rimaste, come avrete modo di scoprire. Qui 24 Agosto-Settembre 2013
uno degli angoli più suggestivi del Plamer & Co. il servizio al tavolo varia, da una situazione Ultima curiosità: “Palmer & Co” possie- più intima a una più conviviale, a secon- de una lista di quasi 200 differenti spiriti da di dove vogliate accomodarvi. Perché tra gin, whisky, rum e cognac. Un vero e sedersi nei vari angoli del locale significa proprio piccolo paradiso per esplorare pro- ritrovarsi in luoghi diversi. Ci sono tre bar dotti provenienti da tutto il mondo. tra cui scegliere. Sistematicamente i bar- Terry Spacey tender creano un cocktail (solitamente a base di prodotti freschi, particolarmente accessibili e con l’opportuna ricercatezza) la ricetta che sarà la specialità del proprio bar per il resto della settimana. Il bar principale 30 DAYS SAZERAC offre sempre otto tipici cocktail dal menù “Collection” e otto “Prohibition Cocktail”, INGREDIENTI classici in omaggio all’era che qui rivive, 30ml Jim Beam rye whiskey realizzati con particolare attenzione filologi- 30ml cognac Hennessy vs ca. Osservando le 46 pagine del menù, ben 10ml chocolate liquor scritte e impaginate, si evidenzia la “mania- Messenez cale” cura per i dettagli che contraddistin- 3 dash Peycheaud’s bitters gue il locale. I cocktail sono chiaramente 2 dash Angostura bitter indicati e spiegati anche dal punto di vista storico, così come gli ingredienti, sempre Garnish: Essenze e buccia d’arancia freschi o preparati direttamente dallo staff e i bicchieri in stile arrivano direttamente Il drink è invecchiato in botti di quercia americana dagli USA. Agosto-Settembre 2013 25
cocktail story sazerac L’ULTIMA STRUGGENTE NOTA DI JAZZ A New Orleans, patria del Sazerac, sulle tracce di Antoine Peychaud di RAIMONDO LULLO N ew Orleans, metropoli moderna, sentito parlare delle magiche notti di New capitale idolatrata e culla del Orleans che si infiammano in Bourbon Stre- jazz, patria di Louis Armstrong. et, della cultura creola, dei cajun Martini, Che suona “Funerali a New Orle- del signor Antoine Amedie Peychaud inven- ans”, forse il più straziante, struggente tore di una miscela chiamata Sazerac che epicedio del Novecento, con quella black alcuni tra i più importanti testi mondiali band che piange un dolore senza fine. di bartending (The Gentlemen’s Compa- La tragedia di New Orleans, qualche an- nion: Being an Exotic Drinking Book oppure no fa, devastata dall’uragano Katrina, am- Around the World with Jigger, Beaker and plificò la consapevolezza del limite umano. Flask di Charles H. Baker) definiscono “il Soprattutto per quell’America tecnologica primo cocktail americano”? Forse in tanti, e avanzatissima che va e viene dalla lu- forse in pochi, e allora scopriamo le origini na, che gioca alla play station nel cosmo di una ricetta dal fascino indubbio. Con la infinito, che manda telecamere a cercare riscoperta delle ricette vintage il Sazerac i marziani, che po- (uno dei drink più introversi, dibattuti e di- trebbe clonare ogni scussi della storia della mixology mondia- Il fascino delle forma vivente, che le) è riapparso per discutere di sé nei bar ricette vintage ha prolunga la vita e di tutto il mondo. Trascinando con sé le atmosfere calde riportato in auge il forse anche la mor- te, ma che si trovò Salzerac, il cocktail orfana di un piano ufficiale di New di emergenza capa- ce di contrastare la Orleans inventato naturale forza del da Peychaud Mississipi, il gran- de e placido fiume che proprio a New Orleans termina la sua corsa. New Orle- ans, capitale della Louisiana nel profondo sud degli USA è da sempre una delle città più amate dai bartenders. Chi non ha mai 26 Agosto-Settembre 2013
di Bourbon Street, il jazz, il carnevale, il anni dopo, nel 1953, con Sewell Taylor un tabasco e le spezie “cajun”, il fascino del grossista di liquori che vendeva in esclu- Mississipi e dei battelli che lo solcano. siva i brandy della compagnia Sazerac Siamo a New Orleans, in Louisiana, nel de Forge et Fils e con un bar denominato profondo sud degli Stati Uniti d’America. Sazerac Coffee House, al numero 13 di Correva l’anno 1830 e al civico 437 di Exchage Alley. Mister Taylor proponeva il Royal Street c’era la farmacia- erboriste- cocktail secondo la ricetta originale di An- ria di Antoine Peychaud, un immigrato di toine Peychaud, con le identiche quantità origine creola. di brandy, assenzio e bitter. Molto presto il All’epoca chi esercitava il mestiere di Sazerac divenne il cocktail più consumato farmacista era spesso portato a cimen- di New Orleans per poi valicare i confini tarsi anche nella “miscelazione” e non della Louisiana. solo di medicine. Verso sera, all’ora di Nel 1870 la Sazerac Coffee House ven- chiusura, Peychaud riceveva gli amici che ne acquistata da Thomas Handy il quale, passavano a trovarlo con una bevanda a successivamente, si assicurò anche i di- base di brandy, assenzio e una goccia del ritti della Peychaud Bitters. Una delle sue suo “bitter” dalla formula gelosamente cu- iniziative fu quella di fare imbottigliare il stodita e segreta. Involontariamente aveva Sazerac già pronto da bere e commer- inventato quello che oggi è comunemente cializzarlo in tutti gli Stati Uniti. Per motivi definito come il primo cocktail della sto- commerciali e per andare incontro al nuovo ria degli Stati Uniti. La ricetta si sarebbe gusto degli americani, la ricetta originale chiamata, in seguito, Sazerac. Il successo fu cambiata sostituendo il brandy con il e la popolarità del drink sarebbero arrivati rye whiskey. Agosto-Settembre 2013 27
la ricetta SAZERAC Occorrono due bicchieri del tipo “old fashioned”. In uno si mette abbondante ghiaccio tritato e lo si lascia raffreddare. Nel secondo bicchiere disporre una zolletta di zucchero con un pò di acqua. Si fa quindi sciogliere lo zucchero pestandolo e emulsionandolo delicatamente con un muddler o un barspoon. Quindi si aggiungono delle gocce di Peychaud Bitters, 5 cl di Rye Whiskey e ghiaccio spezzettato. Prendere l’altro bicchiere, togliere il ghiaccio, mettere alcune gocce di assenzio e fare roteare il bicchiere in modo da insaporire tutta la superficie del bicchiere scolando via l’Assenzio in eccesso. In questo bicchiere raffreddato e insaporito si mesce il contenuto dell’altro bicchiere filtrandolo. Terminare con un twist di limone. In alcune ricette viene riportato l’utilizzo di Herbsaint al posto dell’assenzio. L’Herbsaint, sarebbe stato utilizzato dopo la messa al bando dell’Assenzio. Il nome originario dell’Herbsaint era “Legendre Absinthe”. Da notare che Herbsaint è l’anagramma di “absinth”. Nel 1949 la Legendre & Co fu acquisita dalla Sazerac Company. Inizialmente la ricetta del liquore rimase originale per poi cambiare la gradazione alcolica da 60° a 45° negli anni ‘70. Thomas Handy aprì anche un’attività il Sazerac Bar, in Royal Street, dove la popolarità del cocktail crebbe ancora di più. Nel 1949 il Sazerac Bar si trasferì all’interno del Roosvelt Hotel. Oggi l’alber- go fa parte di un gruppo internazionale, The Fairmont, e il Fairmont’s Sazerac Bar, adornato da quattro grandi murales che riproducono scene di vita quotidiana stile Big Easy opera dell’artista Paul Ninas, è arredato in legno di noce africano e moga- no e riflette una bella atmosfera Art Deco. Tra le celebrità che lo hanno frequentato può annoverare il Principe Edoardo VIII di Inghilterra e la Sua amata Wally Simpson, Company produce ancora il Peychaud Bit- Gloria Vanderbilt e Groucho Marx. Questo ters e una discreta gamma di liquori e bar è il vero tempio mondiale del Sazerac distillati come whiskey. Il 23 giugno del ed è meta obbligata per chiunque visiti 2008 la Camera dei Deputati della Loui- New Orleans. siana ha dichiarato, con 62 voti favorevoli Il Sazerac cocktails oggi viene servito e 33 contrari, il Sazerac “cocktail ufficiale nell’esclusivo bicchiere (in vendita) mar- di New Orleans”. chiato con il logo del bar. Oggi la Sazerac Raimondo Lullo 28 Agosto-Settembre 2013
liquid story cherry brandy sangue morlacco Il liquore cupo che D’Annunzio battezzò alla mensa di Fiume di fabio bacchi I l bartending italiano può vantare prodot- ti unici per tipicità e storia. La liquoristi- ca italiana è giustamente un emblema del made in Italy molto facilmente de- cantato e altrettanto poco spesso rappre- sentato concretamente nei bar italiani. I singoli Stati della penisola, il mercato si liquori italiani hanno tutti una storia che aprì favorevolmente alla facilitazione degli spesso affonda le proprie radici in vicende scambi commerciali con nuove e grandi che hanno lasciato il segno nella storia ripercussioni sui consumi. Tra molti di que- nazionale. È sempre più evidente come sti liquori uno in particolare è molto caro taluni prodotti trovino spazio più all’este- ai bartender di tutto il mondo e molto vici- ro che a casa nostra e su questo, forse, i bartender italiani, spesso attratti dalle sirene di improbabili messaggi esterofili, dovrebbero riflettere profondamente. Il bartender italiano è il primo portabandie- ra di un modo di intendere il bar nazionale con i suoi prodotti, la sua offerta, storia e cultura fatta anche di brands che hanno legato la propria identità alle vicende che hanno spesso caratterizzato la storia del nostro paese. La liquoristica italiana ebbe il suo pri- mo grande momento di diffusione subito dopo l’Unità d’Italia quando, con la cadu- ta di confini e dazi di quelli che erano i 30 Agosto-Settembre 2013
gabriele d’annunzio e a sinistra grappoli di marasche il ligure Girolamo Luxardo incontrava a Ve- nezia l’abruzzese Antonio D’Annunzio. Da tale incontro nacque un rapporto di affari e amicizia che si concretò nel commercio di rosolio e marasche nonché in servizi re- ciproci di banca per l’appoggio di cambiali tratte su Zara e Pescara. Molti anni dopo, nel 1887, il giovane Gabriele D’Annunzio intraprendeva una crociera adriatica an- che per visitare la città di Zara “odoro- no alla storia patria: il Ratafià che fu per sa di Maraschino eccellenza il liquore ottenuto dal succo di selvaggio”. Gli ac- frutta rossa, spirito e zucchero. Quando cenni dannunzia- nel 1821 il genovese Girolamo Luxardo ni alle marasche inventò il Maraschino, tra le sue specialità dovevano lievitare che in breve tempo conquistarono il tutto con il passare de- il mondo di allora, brillò anche il Ratafià di gli anni. Nel 1907 marasche un Cherry Brandy che sui mer- l’ormai famoso cati del Levante assunse il nome di Visnà, poeta e dramma- il nome turco della ciliegia acida. turgo affidava a “Il Nel 1828 il famoso incisore Bartolomeo secondo amante Pinelli (Roma 1781- 1835 ) illustrava al di Lucrezia Buti” numero 13 della sua preziosa “Raccolta di alcune pagine bio- costumi italiani” anche un contadino “dal- grafiche, pubblica- mata de l’etat venitien”. Questo costume te solo nel 1929: italiano fu ben presto associato alla pro- “Mi travagliavo col paganda del Cherry Buton creando così un brigantino del mio binomio “Morlacco – Luxardo” che resterà avo paterno alla luce della mia Pescara, famoso nella cartellonistica dell’800. In- nella porpora ardente della landa affocata tanto, silenziosamente, maturava una dai fuochi del tramonto, e avevo nella stiva speciale affinità: nel febbraio del 1823, un carico aspro e amariccio: una brancata Agosto-Settembre 2013 31
Il 12 settembre 1919 D’Annunzio entra- va a Fiume. Il 5 ottobre, il comandante scri- veva al suo xilografo, Adolfo de Carolis e gli chiedeva di studiare una medaglia “con la selva dei pugnali che gli Arditi brandivano e facevano una sola linea rigida col braccio levato: ah, se tu avessi veduto il grande spettacolo.” Il 20 Ottobre D’Annunzio scri- veva nuovamente al suo incisore: “bisogna fare un francobollo con il motivo dei pugnali sollevati”. Nacque così una vignetta con 4 pugnali nel pugno di altrettante braccia che escono dal lato sinistro del riquadro di marasche e la melodia delle zampogne e che portava in alto la data “XII SETTEM- all’alba e nulla più, o anima mia”. BRE MCMXIX” e in basso il valore di 25 Nel 1919 il poeta si trasformò nel co- centesimi. Sopra, la dicitura “Fiume d’I- mandante di Fiume “infiammando” tutta talia”. Per evitare complicazioni politiche, la gioventù d’Italia di passione adriatica. tale francobollo non venne emesso e gli Pietro, della quarta generazione dei Luxar- esemplari stampati vennero distrutti. Il 6 do, fu con i legionari fiumani e alla mensa novembre D’Annunzio scriveva osservando del comandante non mancò mai il Ratafià che l’incisione “dei pugnali è venuta con la di Marasca. Famosa divenne allora la ta- verna “All’ornitorinco”. Sotto l’insegna del mammifero oviparo approdato impagliato dalla Tasmania alle rive del Quarnero si adunavano i più fedeli legionari con il loro comandante, il quale annoterà nei “Tac- cuini” (sera del 18 dicembre 1919) “... il pranzo dell’Ornitorinco. I canti degli ufficiali nella sala terrena ...il sangue di marasca nei bicchieri …la passione delle donne … il ritorno alla caserma …il sangue di Mor- lacco”. L’antico Ratafià divenne così: “... il liquore cupo che alla mensa di Fiume chiamai “Sangue Morlacco”. Gabriele D’An- nunzio. 32 Agosto-Settembre 2013
il mitico bar del raffles in basso l’imponente facciata dell’hotel di singapore mano sinistra” e nel contempo informava fico dispensatore. di avere rispolverato, nel suo discorso del Estremo Oriente. Singapore fu occupa- 30 ottobre, l’antico motto fiorentino “cosa ta ne 1819 da Sir Thomas S.B. Raffles. fatta capo ha!”. Quando D’Annunzio fece Questa estrema punta della Malacca fu del liquore Luxardo la bevanda fiumana per trasformata nel 1867 in colonia di S.M. eccellenza, il comandante realizzò un’e- tichetta “per la vendemmia del 1919” la scheda e vi pose la sua firma autografa. Fattala stampare su carta di Fabriano, egli spedì SINGAPORE SLING il tutto a Zara con un suo fido perché la Luxardo gli confezionasse un centinaio di Ingredienti bottiglie del suo Cherry Brandy da usare 3 CL GIN per gli omaggi di cui D’Annunzio era muni- 1,5 CL CHERRY BRANDY 0,75 CL BENEDICTINE 0,75 CL COINTREAU 12 CL SUCCO DI ARANCIA 1,5 CL SUCCO DI LIME 1 CL SCIROPPO DOI GRANATINA 1 DASH ANGOSTURA BITTER Tecnica: Shake & Strain Procedimento: mescere tutti gli ingredienti nello shaker colmo do ghiaccio. Shakerare e versare in un tumbler alto colmo di ghiaccio. Guarnizione: trancio di ananas, ciliegie marasche e foglie di ananas. Note: ricetta codificata IBA e inserita nella categoria Contemporary Classics Agosto-Settembre 2013 33
il singapore sling, cocktail a base di cherry brandy Cervenini lo gestì dal 1933 ai burrascosi anni dell’occupazione giapponese. Suo fratello Nino, poi Mario Marchesi e infine, nel 1967, Roberto Pregaz diedero alla gestione quel tocco di calore italico che smorzava la britannica rigidità di un’antica tradizione. Sono questi gli uomini che sta- bilirono un singolare legame tra Singapore e l’Italia, tra il sangue Morlacco, quale in- grediente insostituibile e il famoso barman Ngiami Tong Boon che nel 1915 inventò il Singapore Sling e che rimane ancora oggi uno dei classici cocktail di un’era senza tramonto. Roberto Pregaz sosteneva che il drink dovesse essere consumato nella Palm Court del Raffles Hotel, al chiaro di Britannica. Singapore divenne tappa ob- luna. Solo così lo Sling avrebbe acquistato, bligatoria sulle rotte dell’Oriente, ospitò i infatti, un sapore inimitabile. In seguito, il più intraprendenti mercanti, le merci più Singapore Sling, avrebbe avuto una sua pregiate, gli uomini più potenti di allora. Per particolare evoluzione. potere assolvere a Quest’anno, in occasione del 150° an- questa ospitalità, nel niversario della nascita di Gabriele D’An- Al Raffles, 1887 venne inaugura- nunzio, l’azienda Luxardo ha organizzato monumento to un favoloso alber- il concorso “Cocktail Letterario Sangue go, che prese il suo Morlacco” presso Il Vittoriale degli Italia- dell’ospitalità nome dal baronetto ni, la fastosa dimora del Poeta a Gardone coloniale, Raffles. All’ombra de Riviera. In più è stata prodotta una versio- Ngiami Tong suoi palmizi, Rudyard ne speciale del celebre liquore: Sangue Kipling, Noel Coward, Morlacco Riserva Speciale Excelsior. I ma- Boom inventò il Somerset Maugham stri distillatori dell’azienda veneta hanno Singapore Sling ed Hermann Hesse miscelato una parte di Sangue Morlacco scrissero alcune delle invecchiato in botti per ben 40 anni con pagine più belle. Il Ne- un’altra parte costituita dal liquore più gio- gus Neghesti, il sultano di Johor, quello di vane. E’stato così ottenuto un particolare Sarawak, Feisal d’Arabia, Robert Kennedy, prodotto dal colore rosso cupo con riflessi Chou En Lai e altri apprezzarono le ariose violacei, dal sapore caldo e intenso a 30° stanze e l’impareggiabile cucina di questo alcolici. monumento dell’ospitalità coloniale. Guido Fabio Bacchi 34 Agosto-Settembre 2013
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