ROCK&GEMS KAISER CHIEFS E IL RUBINO SINTETICO - Istituto Piceno di Gemmologia
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ROCK&GEMS KAISER CHIEFS E IL RUBINO SINTETICO Nel mondo della musica sono state composte moltissime canzoni ispirate a nomi di donna, pensiamo in Italia alle varie Giulia, Alice, Francesca, Linda, Lucia, nel rock internazionale invece ci sono Lucy, Roxanne, Angie, Gloria, Carrie, Ruby…. Se facciamo riferimento ai brani di Ray Charles (Ruby), Rancid (Ruby Soho), Beach Boys (Ruby baby), Johnny Cash (Rock and Roll Ruby) ed altri ancora, il nome Ruby sembra essere l’incarnazione della donna rock, quasi sempre descritta con un lato selvaggio, sfacciato ed esuberante, con un'insolita capacità di spezzare il cuore degli uomini. Ruby dei Kaiser Chiefs è forse l’ultima canzone in ordine di tempo dedicata a miss Ruby. L’associazione di oggi è proprio questa. Inevitabile che essendo il mondo rock abbastanza nutrito di canzoni contenenti la parola Ruby io abbia abbinato il rubino (la parola ruby in inglese significa rubino) ad uno dei tanti brani. La scelta è ricaduta su Ruby dei Kaiser Chiefs perché, non posso negarlo, il ritornello si materializza nella mia mente ogni volta che qualcuno, in inglese, parla di rubini, è inevitabile: Ruby, Ruby, Ruby, Ruby…. I Kaiser Chiefs nascono in realtà come gruppo garage rock chiamato Parva nel 1997. Dopo essersi reinventati come Kaiser Chiefs nel 2003, adottano un suono più indipendente di Britpop. La band ha avuto un forte impatto sulla scena musicale britannica, culminando con la vittoria di tre Brit Awards per "Best Group", "Best British Rock Act" e “Best Live Act” nel 2006. I membri della band sono fan accaniti della squadra di calcio inglese Leeds United. La band prende il nome dal Kaizer Chiefs Football Club sudafricano, ex squadra dell'ex capitano di lunga durata Lucas Radebe. Il loro singolo di debutto, "Oh My God", è stato pubblicato su Drowned In Sound Records nel maggio 2004. È andato esaurito in soli tre giorni dall'uscita ed ha raggiunto la posizione numero 66 della UK Singles Charts, diventando anche l’inno dei tifosi del Leeds. Tuttavia, è stata l'uscita del loro secondo singolo, "I Predict a Riot"ad avere un
grande successo di critica e di pubblico. I due singoli sono contenuti nell’album d’esordio Employment del 2005. L’abum si rifà molto alle sonorità dei Blur e dei Franz Ferdinand. Il primo album ha fatto da apripista alla grandezza del secondo lavoro in studio Yours Truly, Angry Mob (2007). Il primo singolo estratto fu Ruby che raggiunse la prima posizione nella classifica inglese. Nel 2008 la band pubblicò il terzo album in studio, Off with Their Heads, prodotto da Mark Ronson (Amy Winehouse) e mixato da Andy Wallace (Nirvana, Stereophonics, Kasabian, ...). Il nuovo album fu preceduto dal singolo "Never Miss a Beat", in cui è possibile riconoscere la voce della cantante Lily Allen. La storia dei Kaiser Chiefs proseguì con la pupplicazione di altri album The Future Is Medieval (2011), Start the Revolution Without Me (2012), Education, Education, Education & War (2014), Stay Together (2016) e Duck (2019). Ad oggi sono una delle band simbolo dell'indie rock britannico. Lasciamo da parte la musica e parliamo di Ruby, non la donna, ma la gemma rossa più famosa: il rubino, la varietà rossa del corindone. Avendo già scritto un articolo sul rubino naturale, ora vi racconterò la storia del rubino sintetico. Attenzione, quando dico rubino sintetico, non intendo un’imitazione del rubino naturale, ma un vero rubino al 100%, l’unica differenza è che questo è stato creato dall’uomo in laboratorio in poche ore, utilizzando gli stessi “ingredienti” di madre natura cioè ossigeno, alluminio e cromo. Ogni sintetico ha le stesse proprietà chimiche, fisiche ed ottiche della controparte naturale, quindi non possiamo definirla una semplice imitazione! Diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi sono noti, da sempre, come le gemme più preziose. Dopo il diamante, il rubino è la gemma più dura; è anche resistente agli acidi e ad altre sostanze nocive. I Rubini naturali si trovano in una manciata di siti in tutto il mondo, in particolare in Myanmar (ex Birmania), Thailandia, Sri Lanka, Afghanistan, Madagascar e Vietnam. Oltre alle loro funzioni decorative, i rubini sono utilizzati per una vasta gamma di scopi industriali. Ad esempio, a causa della loro durezza, realizzano guidafili di lunga durata per macchine tessili. Il rubino è ancora più duro dell'acciaio, negli orologi, per esempio, i rubini fanno da supporto ai perni in acciaio e non vengono scalfiti da questi ultimi. Poiché molti di questi usi industriali richiedono cristalli di altissima qualità e di dimensioni notevoli, allora vengono prodotti rubini sintetici. Sebbene alcuni siano usati come pietre preziose, circa il 75% della moderna produzione di rubini sintetici viene utilizzata per scopi industriali. La maggior parte dei metodi per produrre sintetici è molto costosa e la distribuzione è relativamente limitata.
Attualmente ci sono principalmente tre metodi per sintetizzare le gemme: Sintesi da fusione (Verneuil, Czochralsky), Sintesi da Soluzione (fondente, idrotermale, HPHT), Sintesi da gas (CVD). Per i rubini si utilizzato prevalentemente il metodo Verneuil, Czochralsky, fondente e idrotermale. Il rubino è stata la prima pietra preziosa ad essere prodotta artificialmente. Il primo tentativo documentato di sintesi del rubino risale al 1837 con agli esperimenti di Marc A. Gaudin, un chimico francese che produsse minuscole lamelle di rubino cristallizzato in un crogiolo di argilla. Tuttavia, gli esperimenti non ebbero successo poiché i cristalli diventavano opachi mentre si raffreddavano. Dopo 30 anni di esperimenti Gaudin ha rinunciato, ammettendo la sconfitta nelle note pubblicate dei suoi ultimi esperimenti sul rubino. Nel 1878 i chimici francesi E. Frémy e C. Feil annunciarono su un periodico scientifico edito in Francia la creazione di cristalli di rubino di grandezza e trasparenza tali da poter essere utilizzati in gioielleria. Il metodo di Frémy consisteva nello sciogliere ad alta temperatura i componenti del rubino in un crogiolo in modo da ottenere, dopo una lenta crescita, un cristallo. Questo metodo in realtà non ebbe successo, perché i rubini erano così piccoli e i costi di produzione erano così alti che i cristalli non potevano realisticamente essere usati in gioielleria. Più tardi, Auguste Verneuil, uno studente di Frémy, sviluppò un processo un po’ diverso che alla fine ebbe successo. Verneuil iniziò a lavorare sulla sintesi dei rubini per fusione alla fiamma già nel 1886 e arrivò a un risultato sei anni dopo, depositando le sue note sigillate all'Accademia delle Scienze di Parigi nel 1891 e nel 1892, ma annunciando la sua scoperta solo nel 1902. Il suo processo richiedeva solo due ore per far crescere cristalli di 12-15 carati. Quando Verneuil morì all'età di 57 anni nel 1913, il processo che aveva inventato veniva utilizzato per produrre 10 milioni di carati (2.000 kg) di rubini ogni anno. Al microscopio all’interno dei rubini prodotti con questo metodo si possono osservare soprattutto striature curvilinee di accrescimento, bolle e materiale incombusto. Nonostante alcuni miglioramenti nel metodo, il processo Verneuil rimane praticamente invariato fino ad oggi. La sua battuta d'arresto più significativa è avvenuta nel 1917, quando Jan Czochralski ha introdotto un metodo diverso per sintetizzare i rubini. Questa nuova tecnica
permise di ottenere gemme di estrema purezza. Difficilmente si possono riscontrare bolle di gas o curvilinee. Le gemme hanno anche meno tensione interna rispetto a quelle prodotte con metodo Verneuil. Questa nuova metodologia ha trovato numerose applicazioni nell’industria, soprattutto per i laser, per i semiconduttori o ovunque sia richiesta una purezza eccezionale. Altro tipo di sintesi è quello da soluzione, i due più noti sono metodo idrotermale e il metodo di fusione in fondente. Il primo risale al 1958 quando la Bell Telephone Company (Campana Labs) impiegò alte temperature e pressioni per far crescere rubini su semi ottenuti dalla fusione alla fiamma. Questo metodo è quello più simile al modo che la natura ha di formare i rubini. Il processo necessita di molto tempo per l’accrescimento delle gemme e l’equipaggiamento necessario è estremamente costoso. I prodotti sono relativamente puri, raramente presentano velature, qualche cristallo o fluidificazioni. Nel 1958, Carroll Chatham ha introdotto il metodo di fusione in fondente. Questa sintesi prevede che gli ossidi degli elementi da sintetizzare vengano posti in un crogiolo insieme ad un solvente che funge da catalizzatore per abbassare la temperatura di cristallizzazione. Generalmente all’interno di questi cristalli si può riconoscere la presenza dei veli di fondente, con canaletti grossolani, residui di fondente, lamine metalliche triangolari o esagonali. Il problema principale che si trova ad affrontare un gemmologo è quello di distinguere correttamante una gemma naturale dalla sua controparte sintetica. L’uso del microscopio si rivela essere un ottimo alleato nell’identificazione delle sintesi. Saper, per esempio, riconoscere delle “volute di fumo” da inclusioni a impronta digitale, o saper distinguere le lamine del crogiolo da cristalli naturali è fondamentale. Le inclusioni del sintetico possono essere molto diverse da quelle di una gemma naturale. Purtroppo qualche volta l’analisi analisi al microscopio non è semplice. È fondamentale consultare delle immagini di riferimento delle inclusioni e restare aggiornati con le novità del mercato. E soprattutto in caso di dubbio, perché purtroppo i dubbi vi verranno, rivolgetevi ad istituto primario che oltre all’analisi al microscopio, dispone di ben più sofisticate attrezzature per una corretta identificazione. Al prossimo appuntamento con Sepultura e Amazzonite. Dott.ssa Annalaura Sita Geologa, gemmologa e musicista ...più o meno!
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