Il Quotidiano in Classe Classe III - sez. B

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       Allestimento di Lorenzo Testa
       Supervisione di Chiara Marra
Terzo titolo dal “Il Sole 24 Ore”- 25 novembre
                      2013

     “Vado all’estero? No, resto in Italia!”
Lavoro in Italia o all’estero?
Oggi molte persone si pongono la stessa domanda: “Vado a lavorare all’estero o resto in

Italia?”.

Per scegliere correttamente dove andare a lavorare è molto importante avere una

preparazione di base perché molte persone hanno la presunzione di andare all’estero per

intraprendere una carriera, ma poi si ritrovano molto svantaggiati perché nella loro vita

hanno studiato poco e male.

Penso che andare a lavorare in un altro paese è un modo per approfondire la propria

cultura e contemporaneamente un’opportunità per scoprire tutto quello che c’è al di fuori

dell’Italia, sia dal punto di vista economico che sociale.

Io preferirei approfondire gli studi all’estero per uno scambio culturale ma poi vorrei

poter lavorare in Italia anche se il Paese è in crisi, perché ognuno di noi dovrebbe fare ciò

che può per valorizzare il Paese in cui siamo cresciuti e dove adesso viviamo.

Molte persone preferiscono andare a lavorare all’estero perché in Italia ci sono poche

opportunità di lavoro e si guadagna poco, io rispetto anche queste scelte fatte per

necessità o per ambizione, sperando che ci portino comunque ad un futuro migliore.

Sofia Macchiavelli

                     Andare all’estero o rimanere in Italia ?
Andare all’estero o rimanere in Italia. Ci sono vari motivi per andare all’ estero per
esempio per lavoro o soprattutto per studiare, infatti molte persone partono per

approfondire la lingua o cercare una vita migliore nel mondo del lavoro. Penso che in

questo periodo di scarso lavoro quasi tutte le persone desidererebbero trasferirsi

all’estero; i motivi sono tanti, ma i principali sono : la mancanza di lavoro e l’ aumento

dei costi su tutta la merce; ma soprattutto la CRISI, questo termine ormai è molto usato ,

lo usano i quotidiani , il telegiornale, anche a tavola si parla di quest’ argomento; la crisi è

ciò che sta rovinando tutto e tutti , tanto che non si possono riparare le strade , gli

edifici , gli ospedali e le scuole, uscendo fuori di casa le condizioni non migliorano, per

esempio i bagni pubblici, l’ orrore per qualunque persona , in cui non ti puoi neanche

lavare le mani perché te le sporcheresti di più, in cui potresti rischiare di prenderti la

scossa perché in alcuni bagni i fili elettrici non sono all’ interno come dovrebbero essere

ma sbucano fuori, succede persino negli ospedali e ciò non dovrebbe essere ammesso.

Riguardo allo studio credo che andare all’estero sia fondamentale sia per imparare più

termini in inglese ma anche per praticarlo perché in questo tempo l’inglese è la lingua

universale, infatti parlata da tutti. Infine penso che se un giorno mi chiedessi di andare

all’estero o rimane in Italia, io deciderei di andare all’ estero.

Yadira Quinaucho

                      “Estero: partire o rimanere in Italia?”

È complesso. Ristabilire i propri limiti in un ambiente diverso, orientare le proprie scelte,

ricominciare, con magari una chance in più. Credo però che nonostante ciò in questi

ultimi anni, purtroppo le possibilità lavorative in Italia stanno gradualmente diminuendo.

Sono molti infatti i ragazzi che si trasferiscono all’estero, guardando ad esso come una

possibilità in più per ampliare la propria formazione confrontandosi con culture diverse e

più organizzate. Le mete che più attraggono i giovani sono gli USA, la Germania,

l’Australia o addirittura la Cina. L’età in cui i giovani iniziano a spostarsi è intorno ai
vent’anni e già nel 2012, circa 32.000 giovani hanno preferito trasferirsi all’estero,

seguendo i consigli di parenti e amici o volendo sperimentare un nuovo modo di vivere,

trovando anche più possibilità di intraprendere studi più approfonditi riguardanti i propri

interessi. L’Italia è ormai considerata secondo la classifica nazionale 2013 all’ultimo

posto per l’istruzione dei minori e la disoccupazione è tutt’ora arrivata al 35,3 %, con

pochissima probabilità di trovare un lavoro che ci permetta di vivere per di più in un

paese dove le regole applicate sono veramente poche. Inoltre circa la metà del popolo

italiano ha un lavoro precario, con il quale è difficile andare avanti. Ci sono comunque

molti ragazzi della nostra generazione che nonostante le difficoltà che potrebbero

incontrare in futuro, preferiscono rimanere in Italia. Credo che il motivo più ragionevole

secondo il quale essi preferiscono restare, sia il legame affettivo creato con amici e

familiari. Qualche volta penso sia utile riflettere e porci delle domande su

quest’argomento, perché credo che la maggior parte delle persone con grande personalità,

come scrittori o scienziati, abbia preso spunto non da conoscenze già acquisite, ma al

contrario da nuove competenze che gli hanno dato l’occasione di far diventare le proprie

esperienze di base un qualcosa di utile per andare avanti nel proprio percorso.

Valentina Amati

                             I giovani italiani all’estero

Vado all’estero o rimango in Italia? Questa è la domanda che tutti i giovani italiani si

stanno ponendo. Dalle fonti emerge che solo nel 2013 sono 27 mila gli italiani tra i venti

e i quaranta anni andati all’estero, le destinazioni più frequenti: Germania e Inghilterra.

Un fattore che influenza questa scelta è sicuramente il salario, in Italia il salario medio è

di circa 1400 euro al mese, mentre per esempio in Germania la media ammonta a 2100
euro al mese; un altro fattore è la disoccupazione giovanile, 18-30 anni, che in Italia

arriva fino al 38,4%. Forse i giovani italiani che dopo gli studi vanno all’estero non

hanno tutti i torti, ma c’è ancora qualcuno che crede nell’Italia, qualcuno che pensa che

l’Italia possieda i mezzi per uscire da questa crisi. A mio parere bisognerebbe dare

qualcosa di concreto in cui credere, un paese in cui sentirsi sicuri, un paese in cui gli

abitanti possano arrivare alla fine del mese sapendo che il lavoro svolto sarà ripagato da

uno stipendio capace di pagare l’affitto e poter assicurare ai familiari il cibo. Ai giovani

italiani servono i mezzi per poter credere nell’Italia, adesso l’unica speranza per uscire

dalla crisi sono proprio loro, i nostri giovani.

Leonardo Marcucci

                           Vado all'estero o resto in Italia?

Vado all'estero o resto in Italia? Secondo me , molte altre persone vorrebbero avere

l'opportunità di poter lavorare o studiare all'estero, perchè è un’occasione molto bella;

soprattutto perchè puoi osservare e conoscere nuovi luoghi ,

paesaggi ,culture,abbigliamenti.....

Da grande vorrei vivere all'estero, perchè? Per migliorare l'inglese e per poter lavorare,

scoprire tutto il mondo e per poter viaggiare, perchè adoro viaggiare , sono una ragazza

che non può stare ferma in un luogo per un lungo periodo.

Ma non sempre puoi riuscire a diventare quello che vuoi per vari motivi anche perché

c'è la crisi e mancano i posti di lavoro. In questo periodo so che non posso viaggiare , ma

spero ugualmente che i sogni possano diventare realtà.

Kristine Angela Tan
Il futuro…speranze o timori?

Il futuro è il tempo delle speranze, delle aspirazioni, dei desideri, del tutto può succedere,

ma è anche delle incertezze, delle paure, del non sapere cosa succederà.

Vi capita mai di pensare al futuro? Come diventerà l’Italia? Il futuro per me è una

moltitudine di domande, di curiosità, di incertezze, di desideri che spero si avvereranno.

Ognuno di noi ha dei desideri, ma in questo periodo i giovani li stanno lasciando andare

senza cercare di fare qualcosa per farli avverare. I giovani hanno più timori che sogni, il

timore del colloquio, il timore di non farcela, il timore di non riuscire a diventare

l’immagine che abbiamo sognato fin da bambini.

Personalmente anch’io non credo che l’Italia mi assicuri di lavorare, di fare ciò per cui

studio e mi impegno, di diventare la persona che immagino, di essere qualcuno. Penso

che tutto l’impegno che mettiamo per fare ciò che desideriamo sia inutile, che sprechiamo

energie. Un ragazzo laureato con ottimi voti non ha il 100% delle possibilità di trovare

lavoro e anche se lo trovasse la sua bravura in Italia non viene apprezzata quanto

all’estero.

Si sente al telegiornale: l’Italia è in crisi, non ci sono più posti di lavoro per i giovani, ma

contemporaneamente in Germania cercano 60.000 ingegneri. Mi chiedo: perché l’Italia

non può essere così? Perché i giovani devono andare in altri Stati per vedere i propri

sogni diventare realtà? Perché il nostro paese non può essere la meta per i ragazzi più

intelligenti al mondo?

Per costruire un’Italia diversa i giovani devono “sapere” e sono gli adulti a spiegarci tutto

ciò che loro hanno appreso dai fallimenti o vittorie personali, quindi per una nuova Italia
ci vogliono le basi e, per farle, bisogna “conoscere”.

L’unica motivazione valida per cui i giovani rimangono in Italia è solamente la speranza

di poterla cambiare.

Laura Torelli

                I giovani appesi ad un filo: partire o non partire?

C’è chi tenta la fuga e chi vuole rimanere in Italia. Mentre la disoccupazione sale i

giovani si domandano: vale davvero la pena rimanere in Italia? I migranti in Italia sono

aumentati del 25% di cui la maggior parte sono giovani. Ormai il giovane è costretto a

decidere: avere una certezza all’ estero o riuscire in Italia. Ma parliamo prima di chi vuole

rimanere in Italia, le persone che vogliono intraprendere una carriera nel proprio paese e

però che continueranno a chiedersi sempre , e se fossi partita come sarebbe stato il mio

futuro? Sarei stata più felice? Con una vita migliore? Alcuni studenti vogliono cogliere l’

attimo e perfino lasciarsi tutto alle spalle studiando all’estero ma anche senza andare dall’

altra parte del mondo ma solo in Belgio o Inghilterra. L’estero non lascia alternative :

bisogna essere preparati. Quindi c’è il ragazzo che si prepara tutta la vita per andare all’

estero e ci riesce. L’ unica motivazione è una parola occulta e complessa: un obiettivo.

Tutti diversi in ogni persona e possono variare a seconda della propria autostima. C’è chi

vuole diventare un famoso avvocato e chi vuole per ora solo raggiungere la fine della

giornata senza prendersi un brutto voto. Queste piccole riflessioni personali possono

cambiare il nostro futuro. Bisogna seguire la propria strada e non lasciare nessuna

opportunità al caso, perché è meglio provarci e non riuscirci che rimanere con il

rimpianto di non aver provato, ed è proprio questa la paura peggiore che ci fa rimanere

svegli tutta la notte.

Chiara Marra
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