UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI SALERNO - FACOLTA' DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI
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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SALERNO FACOLTA’ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI Tesi di Laurea Magistrale in Informatica Un sistema di Visual Analytics di supporto all’interpretazione di incisioni rupestri Relatori: Candidato: Prof.ssa Genoveffa Tortora Valentina Indelli Pisano Dott. Luca Paolino Matricola 05225/00032 Anno Accademico 2011/2012
Abstract Negli ultimi anni la quantità di dati cui gli archeologi hanno accesso è cresciuta in maniera esponenziale, sia per la rapida diffusione di dispositivi capaci di produrre grosse quantità di dati, come gli scanner laser ed i GPS, che per la disponibilità di librerie digitali per il dominio archeologico. Tale crescita, avvenuta in termini di dimensione e di complessità dei dati, non è stata seguita dallo sviluppo di strumenti atti a supportare gli archeologi nell’analisi di tali dati. I ricercatori hanno rivolto i loro sforzi principalmente alla raccolta, analisi, visualizzazione e modellazione delle informazioni raccolte sui siti archeologici, incluso l’uso della realtà virtuale. La complessità dei dati archeologici e la natura analitica del processo investigativo suggeriscono lo sviluppo di nuove forme di visualizzazione allo scopo di fornire agli archeologi un ambiente integrato dove poter investigare, scoprire e aggiungere nuova conoscenza a quella esistente. Nell’arte rupestre questa esigenza è ancora più sentita poiché gli archeologi sono costretti ad analizzare dati eterogenei provenienti da documenti di testo, foto d’incisioni rupestri, immagini di rilievi digitalizzati, mappe geografiche. In questo lavoro di tesi viene presentato un sistema di Visual Analytics, chiamato DARK (Discovery of Ancient Rock art Knowledge), che supporta gli archeologi rupestri nell’analisi di migliaia di rilievi, ognuno dei quali contiene decine di petroglifi. L’analisi effettuata su tali dati permette, in maniera sistematica, di inferire informazioni che risultano essere di fondamentale importanza per gli archeologi essendo alla base del processo interpretativo delle incisioni rupestri. Sino ad ora tali informazioni sono state individuate in maniera empirica, sollevando in alcuni casi critiche da parte di altri archeologi a causa della soggettività del processo 3
d’identificazione. DARK permette di automatizzare tale processo e di validare le associazioni tra petroglifi e interpretazioni già definite dagli archeologi. Inoltre, il sistema consente di analizzare l’insieme d’incisioni rupestri rispetto alle associazioni definite dall’archeologo allo scopo di individuare possibili anomalie nelle interpretazioni dei rilievi. DARK raggiunge tali obiettivi attraverso nuove viste, la Bubble View, in cui le associazioni tra simboli petroglifi sono visualizzate in base al contesto interpretativo, e la Ring View che supporta l’archeologo nell’individuare le associazioni più frequenti esistenti tra i petroglifi. 4
1 Introduzione Questo lavoro di tesi s’inquadra nell’ambito dell’archeologia rupestre, e in particolare affronta la problematica legata all’interpretazione delle incisioni rupestri. Gli archeologi rupestri per comprendere alcuni aspetti fondamentali delle popolazioni preistoriche, come ad esempio la vita quotidiana pastorale ed agricola, il loro credo, o su cosa basassero l’economia, devono studiare e interpretare graffiti preistorici. Interpretare incisioni rupestri non è complesso, tuttavia, eseguire interpretazioni oggettive può diventare difficile poiché spesso s’incorre in errori d’interpretazione, soprattutto quando la quantità e la varietà d’informazioni accessibili è di grosse dimensioni. Nel caso dell’arte rupestre gli archeologi devono far fronte a una grossa mole di dati eterogenei, come ad esempio immagini geolocalizzate, foto ed immagini di rilievi. Quando si dispone di un insieme di dati molto grande non si riesce ad avere il predominio sull’informazione, e spesso si finisce con il perdere parte della conoscenza intrinseca nei dati. L’obiettivo principale di questo lavoro di tesi è progettare e sviluppare un sistema che aiuti l’archeologo rupestre nell’analisi di migliaia di dati multidimensionali, e lo supporti nell’interpretazione di nuovi ritrovamenti archeologici, nella rilevazione di anomalie d’interpretazione, e nella scoperta di nuove informazioni. Il sistema proposto si basa sulla Visual Analytics che attraverso opportune visualizzazioni permette di associare un significato alle informazioni presenti in insiemi molto grandi e complessi che altrimenti ne resterebbero sprovvisti. 7
1.1 L’arte rupestre Per arte rupestre s’intende l’espressione artistica preistorica che studia milioni d’immagini presenti in tutte le nazioni del mondo. Le testimonianze dei messaggi grafici e iconografici ereditate dalle generazioni passate non sono facili da decifrare per il semplice, ma non irrilevante, fatto che non si possiede alcun tipo di documentazione scritta. Ciò nonostante esse rappresentano messaggi, valori, miti, credenze, vicende e memorie che costituiscono un tassello importante del patrimonio artistico-culturale della vicenda umana primordiale prima della scrittura. Una delle prime forme di ‘scrittura’ come via di comunicazione visiva risale ai graffiti rupestri di trenta mila anni fa, durante l’era del Paleolitico. In quest’era erano rappresentate figure di animali molto ben definite nei loro dettagli, di uomini ed anche di forme astratte, ancora oggi indecifrabili. I graffiti, segni ottenuti facendo solchi sulla superficie delle rocce, potrebbero essere una conseguenza indiretta della formazione del linguaggio vocale autonomo che si è evoluto dalla gestualità. In seguito, furono utilizzate altre forme di comunicazione visiva dette pittogrammi, i quali sono dipinti eseguiti rivestendo la superficie della roccia con pigmenti colorati. I pittogrammi diventarono poi ideogrammi(geroglifici egiziani) in cui i simboli rappresentano idee astratte oltre che concrete e, in seguito, con l’introduzione della scrittura, si passò ai logogrammi. L'espressione visuale dei capolavori rupestri arrivati ai nostri giorni, si presenta come una forma di divulgazione del messaggio, che mette insieme il più pregiato archivio della storia dell’evoluzione dell’umanità. Purtroppo questi reperti sono pochi e, un'alta percentuale di essi, risente fortemente del tempo trascorso. 8
1.2 Le incisioni rupestri L’arte rupestre, quindi, è composta d’incisioni rupestri, dette anche petroglifi o graffiti. I petroglifi sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura guidata, o con attrezzi con punta metallica come un pugnale di bronzo o di ferro. In Figura 1 è mostrato un esempio di petroglifo inciso su roccia. Figura 1. “Il mago” incisione su roccia I popoli appartenenti alla preistoria usavano comunicare con gli dei attraverso l’incisione sulla roccia d’insiemi di petroglifi. Spesso incidevano ideogrammi raffiguranti esseri umani, animali o anche la personificazione dello spirito negli oggetti. Ad esempio, in Figura 2 è mostrata una scena, raffigurante figure corniformi, probabilmente tori, e si potrebbe interpretare come il sacrificio del toro per ottenere favori dagli dei . Figura 2. Scena incisa su roccia 9
L’obiettivo principale dell’archeologo rupestre non è solo il riconoscimento e la catalogazione dei simboli rinvenute sulle rocce, ma anche quello di assegnare un’interpretazione all’intera scena. Inoltre lo studio dell’insieme dei dati catalogati permette di avere una conoscenza maggiore riguardo i popoli preistorici che ci vivevano. 1.3 Il monte Bego e le sue incisioni Il Monte Bego è uno dei siti archeologici più ricchi di incisioni rupestri. Esso è situato vicino al colle Tenda nelle Alpi Marittime a 80 km da Nizza, e fa parte del massiccio cristallino dell'Argentera-Mercantour, circondato da diversi picchi di oltre 2.500 metri. Per decenni la zona, caratterizzata da valli glaciali, morene gigantesche, numerosi laghi, corsi d'acqua e ghiacciai rocciosi, è stata giudicata come una sorta di un luogo incantato, ciò è confermato anche dalla toponomastica cupa della zona, caratterizzata dai Lacs de l'Enfer (Laghi dell'Inferno), dominata dalla Cime du Diable (Picco del Diavolo) e circondata dalla Valle de la Sorcie `re (Valle della strega). Inoltre, ciò che contribuisce a dare a questo settore un aspetto selvaggio e caotico è la poca vegetazione e il caos di massi e rocce. Archeologi e storici ritengono che questo posto sia una fonte molto preziosa di conoscenza, a causa dei 40.000 petroglifi figurativi. Si pensa che questi luoghi possano essere stati in passato sedi della vita degli antichi popoli liguri. La zona del monte Bego comprende una superficie di 1400 ettari con più di 4000 rocce sulle quali sono state rilevate 32.000 incisioni protostoriche, attribuite all'età del Calcolitico e del Bronzo, e circa 10.000 incisioni storiche. Le incisioni rupestri quindi, corrispondono a un linguaggio simbolico inscritto in pietra dai primi coloni metallurgici delle Alpi meridionali. Per facilitarne 10
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